Incendio Rimel, nuovi dati Arpam: "Concentrazioni elevate di diossine e metalli pesanti nella fase acuta"
Arpam ha reso noti nella giornata di oggi ulteriori dati relativi al monitoraggio dell’aria a seguito dell'incendio avvenuto all'azienda di smaltimento rifiuti elettronici "Rimel" nella notte tra il 5 e il 6 dicembre scorsi.
"Le concentrazioni rilevate dal Laboratorio Mobile, limitatamente agli inquinanti normati (Benzene, Monossido di Carbonio, Biossido di azoto e PM10)", si legge in una nota dell'agenzia regionale, "non hanno superato i valori limite imposti dalla normativa di settore".
Si ribadisce tuttavia, che "il Laboratorio Mobile è stato attivato nella serata del 6 dicembre e, pertanto, non ha monitorato parte della fase acuta dell’incendio". "La fase acuta dell’evento è stata invece valutata mediante il campionamento delle polveri sottili (PM10) effettuato presso la scuola materna sita a Casette Verdini", ha puntualizzato Arpam riportando i dati relativi alle prime 24 ore di monitoraggio (fino alle ore 6:17 del 7 dicembre), utili "per valutare la diffusione degli inquinanti contenuti nei fumi originati dalla combustione".
I dati elaborati dal laboratorio Arpam, come valori medi delle 24 ore, evidenziano "concentrazioni degli Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici) apprezzabilmente superiori a quelli riscontrati nel periodo invernale presso una stazione di fondo urbano presa come riferimento (Ancona Cittadella)".
"Il livello Benzo(a)pirene determinato tra i giorni 6 e 7 dicembre è sensibilmente superiore ai valori caratteristici della zona, riscontrati in precedenti monitoraggi" sottolinea ancora Arpam, e anche "relativamente ai metalli", i dati "manifestano il superamento del valore obiettivo previsto dalla normativa di settore per il cadmio, mentre rispettano i valori obiettivo per nichel e arsenico e il valore limite stabilito per il piombo".
Dal confronto con i valori caratteristici della zona, sono risultate particolarmente elevate le concentrazioni di cadmio, nichel, piombo, cobalto, rame, zinco, stagno e antimonio.
Basti pensare che, per il campionamento effettuato tra i giorni 6 e 7 dicembre, si riscontra una "tossicità equivalente" riferita alla concentrazione complessiva di diossine, furani e Pcb-dl pari a 5307 fg-TEQ/m3: un dato particolarmente elevato, se si considera che per l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità, ndr) valori di tossicità superiori a 300 fg-TEQ/m3 "denotano la presenza di significative sorgenti di emissione che devono essere opportunamente controllate".
"Sulla base dei dati rilevati, si può considerare che la qualità dell’aria riscontrata nelle ore immediatamente successive all’incendio" che ha coinvolto la ditta Rimel srl, "ha subito importanti ripercussioni per l’emissione di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e di diossine e furani in seguito alla combustione di materiali e rifiuti presenti nello stabilimento", ha concluso nella nota Arpam aggiungendo come "le condizioni meteoclimatiche non sono state favorevoli alla diffusione dei fumi verso gli strati alti della troposfera e di conseguenza hanno ostacolato la diluizione delle sostanze inquinanti prodotte nell’incendio".
Il sindaco di Pollenza Mauro Romoli, nel sottolineare come nella giornata di domani siano attesi anche i risultati delle altre centraline di rilevamento posizionate sul territorio (campionatore passivo sito al Trebbio e campionatori siti a Pollenza Scalo), ha confermato l'obbligo di ricovero degli animali da cortile e il divieto di raccolta e utilizzo degli ortaggi a foglia larga, sino a quando non verrà emanato un provvedimento di revoca delle ordinanze.
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