Il Cammino dei Cappuccini, suggestivo itinerario spirituale e culturale che serpeggia nell'entroterra marchigiano, riceve un importante riconoscimento dal portale verticale di Italiaonline, SiViaggia.
La piattaforma web dedicata agli amanti del turismo slow e alla scoperta di mete autentiche, ha dedicato un dettagliato servizio a questo percorso che, snodandosi per circa 400 chilometri da Fossombrone ad Ascoli Piceno, attraversa anche il territorio di San Severino Marche, ponendo la città al centro di una delle sue tappe più significative.
Non a caso la bellezza del territorio settempedano ha raccontato in copertina, con una immagine della campagna di Gaglianvecchio, questa proposta di turismo lento sulla guida “Il Cammino dei Cappuccini” a cura di Sergio Lorenzini, settempedano alla guida dei Frati Cappuccini delle Marche e grande appassionato di escursioni lungo i cammini dello spirito. La guida è stata pubblicata lo scorso anno dalle Edizioni Terre di Mezzo.
L'articolo di SiViaggia offre una panoramica completa del Cammino dei Cappuccini, descrivendolo come un'esperienza a passo lento nel cuore di una regione ricca di storia, spiritualità e bellezza sobria, lontana dai circuiti turistici di massa. Il percorso, suddiviso in 17 tappe, ripercorre i luoghi che hanno visto la nascita e la diffusione dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, una delle più significative ramificazioni dell'esperienza francescana, le cui radici affondano proprio nelle Marche del Cinquecento.
L'articolo di Greta Lomaestro, Content Advisor & Travel Expert per SiViaggia, guida il lettore attraverso la storia del Cammino, nato dal desiderio di restituire forma e continuità ai luoghi simbolo dell'ordine cappuccino: antichi eremi, santuari rurali, conventi di altura e piccoli centri che per secoli hanno custodito la presenza e l'opera dei frati. Ogni tappa viene presentata con dettagliate informazioni su lunghezza, dislivello, tempo di percorrenza e principali attrattive.
Particolarmente interessante per il territorio settempedano è la nona tappa, che conduce i camminatori da Cingoli a San Severino Marche. Definita tra le più lunghe e impegnative del cammino, questa frazione di circa 28 chilometri attraversa ambienti rurali, boschi e crinali, culminando nell'arrivo a San Severino Marche, descritta come una città ricca di arte, chiese romaniche e testimonianze longobarde. L'articolo sottolinea come San Severino rappresenti una sosta di particolare interesse storico e culturale lungo il Cammino.
Sono stati consegnati questa mattina dal presidente della Provincia, Sandro Parcaroli, i nuovi distintivi di grado ai componenti della polizia provinciale. Presenti anche il segretario generale Ernesto Barocci, il dirigente Maurizio Scarpecci e il comandante Attilio Sopranzetti.
"Un riconoscimento importante che premia il lavoro svolto dalla Polizia provinciale - ha commentato il presidente Parcaroli -. In questi anni di mandato ho avuto modo di conoscere le molteplici attività organizzate a garanzia della sicurezza dei nostri cittadini e di apprezzare la passione e le competenze che contraddistinguono la nostra Polizia. In questa occasione voglio ribadire che il mio impegno e di tutta l’amministrazione è quello di essere vicini ai nostri operatori e migliorare sempre più l’importantissimo servizio che questi uomini e queste donne rendono con il loro impegno a tutta la comunità”.
Questi i nuovi gradi assegnati: all'assistente Letizia Bordi è stata conferita la qualifica di sovrintendente; ai sovrintendenti Monica Barcaioni, Luisella Quarchioni ed Emanuela Sbriccoli è stata conferita la qualifica di sovrintendente capo, ai sovrintendenti capo Mario Bompadre e Alessandro Moretti è stata conferita la qualifica di vice ispettore, al vice ispettore Cisella Tantucci è stata conferita la qualifica di ispettore; agli ispettori Andrea Bartolacci, Gabriele Moriconi e Mina Pascucci è stata conferita la qualifica di ispettore capo.
Un'attività costante, articolata e capillare quella svolta dalla Polizia Provinciale nei primi cinque mesi del 2025, come emerso dal report ufficialmente presentato in questi giorni. Un bilancio che racconta un impegno quotidiano a tutela dell’ambiente, della fauna e della sicurezza, grazie al lavoro di 11 operatori, coordinati dal Comandante, in servizio su due turni – mattina e pomeriggio – per 365 giorni l’anno.
Sul fronte ambientale, sono state effettuate 17 ispezioni in aziende e siti di stoccaggio rifiuti. Le verifiche hanno portato all’invio di sei comunicazioni di notizia di reato alla Procura della Repubblica per casi di abbandono di rifiuti e scarichi idrici non conformi alle normative vigenti.
Grande attenzione anche al controllo della fauna selvatica, in particolare per la specie cinghiale. In ambiente rurale, sono stati abbattuti 91 esemplari nell’ambito delle operazioni previste dal Piano Regionale per la tutela delle colture agricole. A questi si aggiungono 72 verifiche relative alle comunicazioni di avvio controllo inviate dalle aziende agricole. In ambito urbano, a seguito di ordinanze sindacali, sono stati effettuati cinque interventi straordinari che hanno portato all’abbattimento di 34 cinghiali.
Non meno rilevante il lavoro sul contenimento del piccione selvatico: 338 sopralluoghi in aziende agricole e 74 verifiche sulle comunicazioni inviate hanno permesso di avviare interventi affidati a operatori faunistici qualificati, sempre con l’obiettivo di salvaguardare le colture.
Il monitoraggio ha riguardato anche altre specie. Sono stati coordinati 62 interventi di controllo della volpe, mentre per le catture, la Polizia Provinciale ha organizzato 13 interventi su fagiani, 11 su lepri e ha dato avvio alle operazioni di cattura dei corvidi nelle zone di ripopolamento, su richiesta degli Ambiti Territoriali di Caccia.
Sono stati inoltre eseguiti sopralluoghi su allevamenti di fauna selvatica, zone sottratte alla caccia, appostamenti fissi e aree di immissione di fauna, con particolare attenzione alle zone di addestramento cani. La vigilanza è proseguita anche lungo i corsi d’acqua e canali, con 9 sopralluoghi dedicati, e un intervento di semine ittiche.
Durante l’attività venatoria, gli agenti hanno controllato 132 cacciatori, contestando 50 illeciti amministrativi e inoltrando una comunicazione alla Procura per un illecito penale. A supporto, le Guardie Giurate Volontarie Venatorie hanno svolto 53 servizi di vigilanza, con il rinnovo di 5 decreti.
Nel settore della pesca, sono stati coordinati 39 servizi di vigilanza volontaria ittica, con 182 pescatori controllati e 13 sanzioni amministrative elevate. Anche in questo caso, sono stati rinnovati 4 decreti per le Guardie Giurate Ittiche.
Infine, la Polizia Provinciale ha garantito anche la scorta al Gonfalone della Provincia in occasione di quattro eventi ufficiali, a testimonianza del ruolo istituzionale e simbolico ricoperto dal corpo. Un bilancio denso di attività, che dimostra l’efficacia e la centralità del servizio nel presidio del territorio e nella difesa della legalità ambientale e faunistica.
Il governo accelera sulla riforma del settore giochi. La Manovra Finanziaria 2025 interviene con decisione sul comparto delle scommesse e dei casinò online, tracciando un nuovo equilibrio tra esigenze economiche e priorità sociali. Le principali novità? Proroga delle concessioni, riassetto dei fondi per la lotta alla ludopatia, nuove proiezioni di gettito e una virata strategica verso l’online.
Partiamo quindi dalle concessioni, che riguardano scommesse, bingo e apparecchi da intrattenimento, in scadenza il 31 dicembre 2024 e prorogate di due anni. Si tratta di una misura transitoria, assicurano da fonti vicine al Ministero dell’Economia e delle Finanze, in attesa di una riforma complessiva del regime concessorio, che punta a garantire continuità operativa agli operatori del settore. La decisione fotografa la necessità di tempi più lunghi per completare il riordino normativo avviato con la legge delega fiscale del 2023.
Uno degli interventi più controversi è l’abolizione del Fondo da 50 milioni annui destinato alla prevenzione e alla cura del disturbo da gioco d’azzardo. Al suo posto nasce un nuovo Fondo per le dipendenze croniche, che mette a disposizione 94 milioni di euro all’anno. Tuttavia, solo il 34,25%, che tradotto in dato economico vuol dire poco più di 32 milioni, sarà effettivamente riservato alla ludopatia. Il resto sarà distribuito su ambiti diversi, come le dipendenze da sostanze, alcol e uso compulsivo di tecnologia. In termini pratici, il budget specificamente destinato al gioco patologico cala di quasi 20 milioni.
Una scelta che ha sollevato critiche tra le associazioni del settore sanitario e sociale, che temono un indebolimento degli interventi territoriali. “I provvedimenti presenti in questa manovra sembrano confermare la subordinazione dei governi agli interessi della lobby dell’azzardo, senza curarsi dei diritti e delle esigenze dei cittadini ma nemmeno degli interessi dello Stato”, hanno spiegato portavoce e attivisti di associazioni che si occupano di tutela dei giocatori con ludopatia.
Da un lato meno fondi per la prevenzione, dall’altro però risultano più entrate. Nel Documento Programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles, l’esecutivo prevede di incassare circa 4 miliardi di euro nel 2025 grazie alla riforma del comparto giochi. Una cifra che rappresenta lo 0,2% del PIL e che include anche le modifiche alle licenze, ai servizi finanziari e alle polizze assicurative. Il gioco, così facendo, diventa uno degli strumenti principali per sostenere il bilancio statale. E la voce più rilevante continua a essere quella dell’iGaming, che nel 2024 ha raggiunto un volume complessivo di quasi 160 miliardi di euro, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente. Più della metà dei giocatori (56,4%) utilizza casinò online italiani autorizzati ADM, confermando la progressiva migrazione verso la rete di milioni di utenti del settore terrestre. Uno spostamento che però solleva nuove sfide in termini di controllo, prevenzione e regolamentazione.
Ultima novità, ultima polemica: la manovra cancella anche l’Osservatorio nazionale sul gioco d’azzardo, istituito per monitorare il fenomeno e coordinare le politiche di contrasto alla dipendenza. Una soppressione che lascia un vuoto di governance proprio mentre il settore affronta trasformazioni profonde. Un nuovo quadro normativo del gioco pubblico in Italia che aveva l’obiettivo di ottimizzare le entrate fiscali e posticipare la questione delle concessioni. Un nuovo quadro normativo che però dimentica le tutele e la prevenzione, mettendo tutto in secondo piano.
La città di San Severino Marche continua a investire nella sicurezza e nella funzionalità della propria rete viaria, con due interventi significativi che segnano un passo avanti nella gestione delle infrastrutture locali.
Da un lato, la giunta comunale ha dato il via libera al piano operativo di dettaglio per il ripristino della strada comunale "Anello di Pitino", gravemente danneggiata dagli eventi alluvionali del maggio 2023. L’intervento, finanziato grazie alle ordinanze n. 33/2024 e n. 35/2024 del Commissario Straordinario alla Ricostruzione, prevede il risanamento di uno smottamento sul rilevato stradale lungo un tratto di circa 30-40 metri.
Il progetto, che prevede un investimento di 230mila euro, sarà realizzato con il supporto tecnico e amministrativo della società in house Consap Spa, che agirà come soggetto attuatore. La Giunta ha dichiarato l’atto immediatamente eseguibile per accelerare l'avvio dei lavori e ha nominato responsabile unico del procedimento il dirigente dell’area Manutenzioni-servizi esterni-patrimonio.
Parallelamente, si è concluso un altro cantiere strategico per la città. A partire da domani mattina, venerdì 16 maggio, alle ore 9, verrà ripristinata la normale viabilità nel centro storico grazie alla conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria all’incrocio tra viale Eustachio, via Eustachio, via Matteotti e viale Bigioli. Il cantiere, avviato lo scorso 5 maggio da Assem Spa con il supporto di un’impresa privata, ha riguardato il ripristino e la messa in sicurezza delle condotte fognarie in uno dei nodi viari più delicati della città.
L'amministrazione comunale esprime grande soddisfazione per la rapidità dell'intervento e ringrazia la polizia locale, i volontari dell'Associazione Nazionale Carabinieri e il gruppo comunale di Protezione Civile, il cui contributo è stato determinante per gestire al meglio la viabilità e ridurre al minimo i disagi per cittadini e automobilisti.
I bar sono noti per la loro funzione sociale e conviviale, poiché sono i luoghi perfetti dove fermarsi a fare colazione o prendere un caffè con un amico, chiacchierando con lui amabilmente. Il concetto tradizionale di bar però sta lasciando spazio ad una nuova tipologia di attività, che tenga conto delle mutate esigenze delle persone, che magari hanno bisogno o desiderio di consumare cibo in orari diversi da quelli convenzionali.
Il tipico bar o una tavola calda potrebbero quindi non soddisfare le esigenze dei clienti, che possono essere molto variegate a seconda dello stile di vita e del lavoro. In alcuni uffici possono esserci riunioni improvvise a ora di pranzo o in tarda mattinata, quindi professionisti e lavoratori hanno bisogno di locali ibridi, che consentono di consumare un pasto completo in ogni ora della giornata, senza vincoli.
Una panetteria ad esempio potrebbe vendere non solo pane, ma anche primi piatti e secondi piatti già pronti, o anche contorni e dolci. Sono poi molto diffusi i risto-cocktail bar, dove le persone possono sedersi a mangiare, farsi un aperitivo dopo il lavoro o sorseggiare un cocktail. Vanno quindi curati gli ambienti ibridi, che devono essere accoglienti e favorire la socializzazione.
Sono particolarmente diffusi anche i fast food bio o vegetariani, con un'offerta molto ampia per chi segue una dieta vegan e salutista. Quando parliamo di locali ibridi facciamo riferimento ad attività che, oltre al cibo, offrono altri tipi di esperienze. Ci sono ad esempio i locali coworking, come bar, caffetterie o circoli, dove le persone possono fermarsi a lavorare e mangiare allo stesso tempo. E poi ci sono le librerie-ristoranti, dove i clienti si fermano a leggere un libro mentre mangiano qualcosa.
Di idee ce ne sono tante e, nelle città, stanno nascendo sempre più locali ibridi per soddisfare le nuove esigenze dei clienti, purtroppo a volte quelli che mancano sono i soldi. Tuttavia gli imprenditori che hanno un'idea brillante, e stanno cercando fondi per trasformarla in realtà, possono sfruttare i finanziamenti messi a disposizione dal Governo. Uno dei più noti è Resto al Sud, che consente agli imprenditori di avere un 50% di finanziamento bancario da restituire in 8 anni (senza pagare nulla per i primi 2 anni) e un 50% di contributo a fondo perduto, quindi senza necessità di restituzione.
Per accedere al bando è necessario presentare domanda, alla quale allegare un business plan dove spiegare il progetto imprenditoriale, definendo obiettivi, strategie e previsioni. L'iter burocratico è piuttosto complesso, perciò invitiamo a rivolgersi ad esperti del settore per farsi seguire e affiancare in tutto il processo destinato ad ottenere i finanziamenti per aprire un bar. La cosa importante è che la domanda venga compilata in modo corretto in tutte le sue parti, che il business plan sia ben strutturato e che l'idea sia originale e fattibile, sia da un punto di vista pratico che economico.
Negli ultimi anni, il settore dell'istruzione ha subito numerosi cambiamenti, in particolare per quanto riguarda le opportunità di formazione e specializzazione per i docenti, nonché per l’accesso all’insegnamento. Un esempio significativo di formazione e accesso all’insegnamento è rappresentato dai Master speciali Ecampus, tra cui il Master A46, corsi innovativi che offrono ai laureati la possibilità di completare i requisiti necessari per accedere alle classi di concorso. Questo articolo si propone di esplorare le caratteristiche, i vantaggi e le opportunità offerte da questi master, evidenziando l'importanza della formazione continua nel contesto educativo attuale con un focus specifico alla classe di concorso A-46, dedicata alle scienze giuridico-economiche
La classe di concorso A-46: un’occasione importante e requisiti di accesso
La classe di concorso A-46 consente l'insegnamento delle scienze giuridiche ed economiche nelle scuole secondarie di secondo grado (essa comprende materie cruciali come diritto, economia, e discipline correlate).
Tuttavia, l'accesso a questa classe di concorso, oltre al possesso di un titolo di laurea idoneo, è soggetto a requisiti specifici, così come richiesto dalla normativa ministeriale vigente, che non sempre risultano soddisfatti dai piani di studio della laurea posseduta. I requisiti di accesso variano a seconda del tipo di laurea posseduta (economia, giurisprudenza, scienze politiche), dell’anno di conseguimento e a seconda che si tratti di una laurea del vecchio ordinamento o del nuovo ordinamento.
In particolare, e solo a titolo esemplificativo:
In alcuni casi il possesso della laurea è titolo di per sé sufficiente per l’accesso: La laurea in giurisprudenza del vecchio ordinamento conseguita entro il 2000\2001 è titolo di per sé sufficiente per l’accesso alla classe di concorso A-46.
- La laurea vecchio ordinamento in giurisprudenza conseguita successivamente all’anno accademico 2000\2001 costituisce titolo di ammissione alla classe di concorso A-46 (scienze giuridico-economico) purché il piano di studi seguito abbia compreso i corsi annuali (o due semestrali) di: economia politica, politica economica, economia aziendale, statistica economica.
- Per le lauree del nuovo ordinamento sono richiesti almeno 96 crediti nei settori scientifico-disciplinari SECS P, SECS S, IUS, di cui 12 SECS-P/01 (Economia politica ed esami equivalenti), 12 SECS-P/02 (Politica Economica ed esami equivalenti), 12 SECS-P/07 (Economia Aziendale ed esami equivalenti), 12 SECS-S/03 (Statistica Economica ed esami equivalenti), 12 IUS-01 (Diritto Privato ed esami equivalenti), 12 IUS-04 (Diritto Commerciale ed esami equivalenti), 12 IUS-09 (Diritto Pubblico ed esami equivalenti), 12 IUS-10 (Diritto Amministrativo ed esami equivalenti).
Come specificato dalla nota MIM n. 11239 del 18 marzo 2024, il recupero degli esami\CFU necessari per l’accesso alla classe di concorso, potrà avvenire anche con dei corsi post-lauream. Infatti, secondo la nota “gli esami, i CFU e i CFA, di cui all’art. 3, comma 1, del decreto interministeriale 22 dicembre 2023, n. 255, richiesti al fine di integrare i requisiti di accesso alle classi di concorso, possono essere conseguiti anche tramite corsi post-lauream, quali ad esempio i master”.
Il Master speciale Ecampus si propone di colmare queste lacune.
Master speciale A-46 Ecampus: a chi è rivolto, obiettivi e struttura.
Il Master speciale per la classe di concorso A-46 Ecampus è rivolto ai docenti e agli aspiranti docenti delle scuole secondarie di secondo grado, ai professionisti e operatori del settore scolastico, educativo e della formazione in generale con competenze giuridiche o economiche che intendono accedere alla classe di concorso A-46 o che vogliono aggiornarsi e integrare il proprio curriculum con nuove competenze per ambire a nuove occasioni professionali
Il master propone un’offerta formativa finalizzata al completamento del percorso formativo necessario per l'accesso ai concorsi o alle graduatorie di riferimento per l'insegnamento nella classe A-46 ed è progettato per essere flessibile e accessibile con un'offerta formativa che si adatta alle esigenze dei corsisti; è erogato interamente online, permettendo di seguire le lezioni e partecipare alle attività formative comodamente da casa (rappresentando un grande vantaggio per coloro che lavorano già o hanno altre responsabilità, consentendo di conciliare studio e vita professionale); prevede un tutor didattico dedicato a supporto di tutte le fasi didattiche e non inerenti al corso.
Principali Vantaggi e Opportunità Professionali del Master speciale A-46 Ecampus
Uno dei punti di forza del Master A-46 Ecampus è rappresentato dall’organizzazione didattica in modalità e-learning, garantendo flessibilità e accessibilità ai materiali didattici h24 e l’interazione continua (attraverso forum, chat e videolezioni, gli studenti possono interagire costantemente con docenti e colleghi, creando un ambiente di apprendimento collaborativo).
Il completamento del Master Speciale Ecampus, essendo un titolo erogato da Università legalmente riconosciuta, permette l'accesso alla classe di concorso A-46 ed è titolo valutabile nelle graduatorie di riferimento, aspetto fondamentale per i laureati che desiderano intraprendere una carriera nell'insegnamento.
In aggiunta, il master apre anche a diverse opportunità professionali:
- offre opportunità di networking con professionisti del settore, docenti universitari e esperti in scienze giuridico-economiche. Questo tipo di interazione è cruciale per ampliare le proprie prospettive professionali e per rimanere aggiornati sulle ultime novità e tendenze nel campo dell'insegnamento e della formazione.
- il possesso del master può essere anche volano per ambire a ruoli di responsabilità in enti pubblici, organizzazioni non governative, e aziende private o può essere un valore aggiunto per chi desidera intraprendere una carriera nella consulenza o nella formazione aziendale.
Conclusioni
In un contesto educativo in continua evoluzione, il Master Speciale Ecampus per il completamento dei requisiti di accesso alla classe di concorso A-46 rappresenta un'importante opportunità per i laureati in economia, giurisprudenza e scienze politiche. Grazie alla sua flessibilità, alla qualità della formazione offerta e al riconoscimento ufficiale, questo master si configura come una scelta strategica per chi desidera intraprendere una carriera nel mondo dell'insegnamento. Investire nella propria formazione è fondamentale per garantire un'istruzione di qualità ai giovani, contribuendo così alla formazione di cittadini consapevoli e responsabili nel complesso panorama socio-economico contemporaneo.
Privati e aziende, oggi non c’è più grande differenza. Entrambi lo scelgono per via della sua flessibilità e per la convenienza, potendo contare su costi fissi e zero pensieri dal punto di vista burocratico e gestionale. Di cosa stiamo parlando? Del noleggio a lungo termine che ormai è diventata una scelta sempre più popolare nel nostro Paese, tanto per la mobilità aziendale che per quella dei privati.
Un’opportunità che non si lasciano scappare un numero sempre più alto di automobilisti che preferiscono guidare un’auto sempre nuova, con alte prestazioni e con costi di gestione che sono a carico della società che eroga il servizio.
In questo quadro c’è un altro filone che emerge: quello di una mobilità sostenibile che viene scelta proprio grazie a questa formula. Diverse le alimentazioni alternative che grazie al noleggio a lungo termine stanno conquistando sempre più favore e terreno.
Auto elettriche, ibride e plug-in stanno ricevendo un’attenzione mai avuto prima da parte degli automobilisti che nella scelta dell’auto da noleggiare preferiscono una mobilità più sostenibile. Un vero e proprio trend descritto in modo chiaro ed inequivocabile dagli ultimi dati pubblicati da UNRAE.
Nel primo trimestre 2025, in base ai dati diffusi dal MIT che ha registrato un totale di 254.328 contratti, è stato riscontrato un aumento del 6,5% delle auto con alimentazioni alternative rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In particolare, le auto ibride vengono scelte dai privati che hanno una consapevolezza ambientale sempre più sviluppata e ricercano in un’auto a noleggio il giusto compromesso tra efficienza e prestazioni.
Le vetture plug-in, invece, sono scelte sia da privati che da costruttori, coloro che vogliono sfruttare la sostenibilità dell’elettrico abbattendo le emissioni ma senza rinunciare alla flessibilità. Infine, le auto elettriche che stanno guadagnando popolarità, rappresentano la scelta di dealer e costruttori.
Le auto di nuova generazione, insomma, soddisfano le esigenze sia delle aziende che dei privati che vogliono scegliere un modo alternativo di guidare. Il risparmio, sia in termini ecologici che economici, è notevole e questo lo sa bene Rent4you che nel suo ampio portfolio di veicoli da noleggiare presenta anche soluzioni sostenibili.
Con le nuove formule di noleggio a lungo termine un’auto elettrica può costare quanto una tradizionale e con gli incentivi si scende ancora più in basso. Ad ogni cliente è data, inoltre, la possibilità di personalizzare il veicolo e di essere supportato da un team di professionisti del settore. L’agenzia, operante in questo settore da più di 35 anni, grazie ai moltissimi concessionari convenzionati, è operativa in tutta Italia.
Recentemente, Montefano ha fatto un importante passo avanti nella sicurezza pubblica con l'installazione di tre nuove telecamere al Parco Veragra. Questo investimento, realizzato grazie a fondi comunali, rappresenta un impegno concreto per garantire la sicurezza degli utenti del parco e dei residenti della zona.Le telecamere, posizionate strategicamente per inquadrare la zona giochi, la strada antistante e la casetta dell’acqua, sono collegate alla centrale operativa dei vigili urbani. Questo permette una sorveglianza costante e una risposta immediata in caso di necessità, contribuendo a creare un ambiente più sicuro per tutti. Le nuove telecamere si vanno ad aggiungere a quelle già installate in luoghi strategici, come i giardini pubblici da Bora e le principali strade di accesso al paese.Il progetto di installazione delle telecamere era parte integrante del programma elettorale del gruppo Montefano Progetto in Comune, sottolineando così l'importanza che l'amministrazione attribuisce alla sicurezza dei cittadini. "Con queste telecamere, vogliamo non solo tutelare i cittadini, ma anche garantire un luogo di svago sereno per le famiglie," ha commentato Mirco Monina, che, oltre a ricoprire il ruolo di Vice Sindaco, ha deleghe alla Viabilità, Sicurezza e Polizia Locale.Parallelamente, il Comune sta portando avanti un altro progetto fondamentale: l'installazione di nuova segnaletica nelle vie e nelle contrade periferiche. Questa iniziativa non solo migliorerà la viabilità, ma faciliterà anche l'accesso dei mezzi di soccorso a chi vive in campagna. Attualmente le contrade che hanno già beneficiato di questo progetto sono Fossa Lupara e Polpano.
L'attenzione della giunta comunale verso la sicurezza e la viabilità dimostra un impegno costante nel migliorare la qualità della vita dei cittadini. Con queste nuove misure, Montefano si prepara a diventare un luogo sempre più sicuro e accogliente per tutti.
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Un nuovo trattore per provvedere al taglio dell’erba nelle zone dell'entroterra. Un'operazione virtuosa da parte della Provincia di Macerata che ha acquistato, dalla ditta Violini di Recanati, un mezzo che servirà per il taglio dell’erba e il cui costo, circa 90mila euro, è stato coperto per la gran parte con i finanziamenti ottenuti dalla vendita di alcuni vecchi mezzi in disuso, dismessi lo scorso anno.
"Oltre allo svecchiamento dei mezzi in dotazione - spiega il presidente Sandro Parcaroli -, la Provincia ha voluto acquistare questo nuovo trattore per rendere più veloce e sicuro lo sfalcio dell'erba nelle zone dell'entroterra. Sappiamo che c’è massima attenzione da parte dei cittadini alla situazione del verde sulle strade e voglio rassicurare che la Provincia non si dimentica di adempiere a questo dovere, ma con un solo taglio previsto all'anno dobbiamo organizzarlo con le giuste tempistiche".
“Il mezzo sarà assegnato al circolo 1 di Pieve Torina e questo dimostra ancora una volta come l'attenzione alle zone dell’entroterra non si limiti alle parole, ma si traduca in azioni concrete - aggiunge il Vicepresidente Luca Buldorini -. Questo nuovo trattore rappresenta non solo un passo avanti nell'efficienza del servizio, ma anche un segnale forte di rispetto e cura verso chi lavora ogni giorno sul territorio. Investire in mezzi moderni e sicuri significa, infatti, contribuire concretamente alla salvaguardia dei nostri dipendenti, che con competenza e dedizione garantiscono ogni giorno un servizio essenziale. La Provincia continuerà a fare tutto quanto nelle proprie possibilità per ridurre il rischio di infortuni e contrastare, con ogni mezzo a disposizione, il dramma degli infortuni sul lavoro”.
Dopo il rinvio forzato dei mesi scorsi, arriva finalmente a Montelupone una delle serate più attese della stagione culturale: venerdì 16 maggio alle ore 21:15 il sipario del Teatro “Nicola degli Angeli” si alzerà su “Racconti di cinema”, con protagonista Ornella Muti, accompagnata da Espedito e Marta De Marino.
Un viaggio tra parole, ricordi, aneddoti e suggestioni attraverso la voce e il carisma di una delle icone più amate del grande schermo italiano. Ornella Muti si racconta, con eleganza e ironia, in uno spettacolo intimo e coinvolgente che attraversa la storia del cinema e della sua straordinaria carriera.
L’appuntamento, inizialmente previsto nei mesi scorsi e rimandato per cause di forza maggiore, si rinnova ora con ancora maggiore attesa e curiosità da parte del pubblico.
Info e prenotazioni: Tel. 0733 224911 (Comune) – dal lunedì al venerdì, ore 9:00-13:00; Tel. 0733 2249319(Biglietteria) – attivo nei giorni dello spettacolo. Apertura biglietteria il giorno dello spettacolo dalle ore 18:30
Venerdì 16 maggio, alle ore 17:30, nella Basilica di San Nicola di Tolentino si concluderà la fase diocesana, aperta il 9 maggio 2021, per la causa di beatificazione e canonizzazione dell’agostiniano frà Mario Gentili, a cui seguirà alle ore 18:30 la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi.
Nel 2014 padre Marziano Rondina era stato nominato dal consiglio provinciale agostiniano padre curatore della causa di beatificazione ed ha scritto ha scritto due libri sull’agostiniano tolentinate:
‘Fra Mario, la via della semplicità e della gioia’, edito dalla Biblioteca Egidiana presentato il 2 maggio 2017, e ‘Sei sempre nel nostro cuore - La via di fra’ Mario Gentili scritta dall’affetto e dalla gratitudine di chi lo ha conosciuto e lo sente ancora vicino e presente’ che riporta le testimonianze della gente.
Frà Mario Gentili, nato a Colmurano il 30 maggio 1928 e morto a Tolentino il 2 maggio 2006, è vissuto ed ha operato sempre nel santuario di san Nicola di Tolentino, eccetto un semestre del 1948 trascorso nel convento di san Giacomo Maggiore a Bologna. Ha esercitato un prezioso servizio nella Basilica di san Nicola nell'accoglienza ai pellegrini e ai turisti, maturando una esemplare testimonianza di amore a Cristo e alla Chiesa. Fra’ Mario era un uomo minuto di statura, ma di grande cultura. Sapeva tutto sulla basilica di San Nicola, ma anche di Roma, dei Musei Vaticani.
Organizzava pellegrinaggi mensili a cui partecipava personalmente, arricchendo i fedeli e se stesso. Il suo stile di vita era improntato alla bontà, anzitutto quella riconosciuta come dono di Dio e poi quella che esercitava verso Dio e verso il prossimo.
L'esperienza di Dio lo rendeva capace di vedere le cose nel modo più giusto e positivo. Di qui sgorgava la sua bontà d’animo che si riversava con squisiti gesti di generosità verso tutti. Questo era il terreno su cui nasceva la sua disponibilità, il suo servizio senza riserva e senza risparmio; mai sapeva negarsi a chi gli chiedeva qualche favore, contento di rendersi utile e di giovare a tutti. Il suo amore verso Dio, da cui sentiva di aver ricevuto tutto, produceva in lui anche attenzione e generosità verso coloro che erano nel bisogno.
In occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere si è tenuto il 12 maggio 2025, presso la Sala Convegni della Confartigianato di Macerata, il secondo evento formativo organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Macerata, con il patrocinio dell’AST Macerata, dal titolo “Gli infermieri della sanità del futuro: tra sfide, responsabilità e competenze”. Un’occasione importante per celebrare il ruolo degli infermieri nella società contemporanea, ma anche per riflettere in modo critico e propositivo sull’evoluzione della professione in un sistema sanitario in trasformazione.
Ad aprire i lavori è stato il Presidente dell’OPI Macerata, il Dott. Sandro Di Tuccio, con un intervento introduttivo dal titolo “L’infermiere di oggi verso il domani”, nel quale ha sottolineato il valore strategico del ruolo infermieristico che deve adattarsi alle sfide attuali nei nuovi scenari della sanità.
Il Convegno ha offerto ai numerosi partecipanti – infermieri, studenti e professionisti della salute – spunti di grande valore grazie alla presenza di relatrici di assoluto rilievo accademico e istituzionale: la Professoressa Maria Grazia De Marinis, ordinario di Scienze Infermieristiche all’Università Campus Bio-Medico di Roma, e la Professoressa Giuliana Masera, membro della Commissione Albo Infermieri della FNOPI e redattrice dell’ultimo Codice Deontologico dell’Infermiere 2025.Con profondità teorica e chiarezza applicativa, la Prof.ssa De Marinis ha tenuto una lezione magistrale sul presente e sul futuro della professione infermieristica, delineando le nuove sfide assistenziali, le competenze avanzate richieste e l’importanza del riconoscimento del sapere infermieristico. A seguire, la Prof.ssa Masera ha guidato una riflessione appassionata e rigorosa sull’etica e la Deontologia - tradotti nel sapere filosofico proprio della sua esperienza e formazione - elementi fondanti per uno sviluppo professionale consapevole, capace di coniugare cura, responsabilità e sensibilità.
A rendere ancora più significativa la giornata, i Saluti Istituzionali che hanno sottolineato l’attenzione e il sostegno concreto alla professione infermieristica.Presenza manifesta e intervento sentito quello della Dott.ssa Anna Menghi, Consigliere Regionale, da sempre vicina agli infermieri in modo tangibile e continuativo. Il Dott. Paolo Antognini, Dirigente delle Professioni Sanitarie dell’AST di Macerata che ha fornito un quadro quali-quantitativo sugli infermieri operanti presso i molteplici setting assistenziali e sulla carenza infermieristica, sottolineando quanto questa richieda una risposta collettiva e urgente.Il Direttore Generale dell’AST di Macerata, Dott. Alessandro Marini, ha rimarcato come l’evoluzione della professione infermieristica sia inarrestabile, sostenuta dall’azienda attraverso progetti concreti già in fase di sviluppo.
La Dott.ssa Daniela Corsi, Direttore Sanitario della stessa AST, ha evidenziato l’impegno dell’azienda nel riconoscere formalmente le competenze acquisite a tutti i livelli della formazione infermieristica. A nome dell’Amministrazione Comunale è intervenuto il Vicesindaco Francesca D’Alessandro, che ha portato i saluti del Sindaco Parcaroli e dell’intera Giunta, esprimendo la gratitudine della città per il lavoro infaticabile degli infermieri, fondamentali per la tenuta del sistema salute. L’Assessore alla Sanità e Vicepresidente della Giunta Regionale, Dott. Filippo Saltamartini, ha offerto uno spunto di riflessione importante sul calo di attrattività della professione infermieristica tra i giovani, proponendo un dibattito aperto e costruttivo con la platea. Infine, il Dott. Paolo Pinciaroli, in rappresentanza dell’Ordine dei Medici di Macerata, ha sottolineato l’importanza della sinergia interprofessionale per affrontare le sfide future, nel rispetto delle identità professionali.
Il convegno, accreditato ECM, ha visto anche momenti di arte e riflessione: lo stand-up comedy di Patrizia Petetta con “Agli infermieri piace fare il giro letti” ha regalato sorrisi e consapevolezza attraverso una lettura ironica e profonda del vissuto professionale quotidiano degli infermieri, mentre il duo “2Steps” ha offerto un intreccio di Musica e pensieri sulla Cura, performance che ha saputo coniugare parole e note per evocare il significato più autentico del prendersi cura.
L’appuntamento è per i prossimi eventi firmati OPI Macerata.
È stato ufficialmente costituito il RotaKids del Rotary Tolentino, il club dei più giovani pensato per coinvolgere bambini dagli 8 ai 12 anni in un percorso di crescita civica, educativa e sociale. Il RotaKids di Tolentino è il primo del Distretto 2090: segna un importante traguardo per il Rotary Tolentino e per il territorio.
L’evento di lancio si è svolto qualche sera fa al ristorante Chiaroscuro di Belforte del Chienti, in un clima di entusiasmo, gioco e partecipazione. I piccoli protagonisti, accompagnati dalle loro famiglie, hanno preso parte a un incontro speciale pensato per promuovere l’autostima, la leadership e il senso di servizio verso la comunità, valori fondanti dell’etica rotariana.
Nel corso della serata è stata presentata anche la prima iniziativa ufficiale del RotaKids: il progetto "Patentino per lo smartphone", un percorso formativo nato per sensibilizzare i più giovani a un uso consapevole e responsabile del cellulare. Il progetto affronta tematiche delicate e attuali come il cyberbullismo, la dipendenza digitale e il rispetto online, con quiz e momenti di riflessione condivisa.
Ospiti d’eccezione hanno arricchito l’incontro: Patrizia Scaramazza, presidente provinciale Unicef e socia del Rotary Club Macerata, ha portato il suo contributo sul ruolo dell’infanzia e dei diritti dei bambini; Michele Bresciani, coordinatore distrettuale della comunicazione, ha offerto una lettura educativa della sfida digitale; a moderare l’incontro Paolo Perri, pediatra e socio del club, che ha guidato i bambini attraverso il test di idoneità simbolico per il conseguimento del "Patentino".
Presente anche Catia Scattolini, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo "Tacchi Venturi", che ha avviato in classe un lavoro educativo con schede didattiche dedicate al tema. Nella sua scuola, sono già stati coinvolti oltre cento alunni. Il Rotary Tolentino crede fermamente che il cambiamento debba partire dai più giovani. Il RotaKids nasce proprio con questa missione: formare oggi i cittadini responsabili di domani, partendo da esperienze concrete, coinvolgenti e soprattutto costruite insieme a loro.
Un evento carico di significato, che ha posto le basi per una nuova avventura educativa. Il RotaKids rappresenta non solo un'opportunità per i più piccoli, ma anche un segnale forte di come la comunità può investire con fiducia e concretezza nel futuro. Presidente del RotaKids è Viktor Samko. Al termine della serata ai bambini è stato consegnato il “Patentino” con l’attestato di partecipazione. Presenti anche il presidente del Rotaract Tolentino Masha Bocci e i ragazzi dell’Interact Tolentino con il presidente Lucia Pesarini.
Riportare sulla costa marchigiana i turisti dell’entroterra e dell'Umbria, fidelizzando un pubblico di prossimità attraverso accoglienza e cultura. È questo l'obiettivo di "Creare Valore", il nuovo progetto promosso dall’associazione Viviamo Civitanova aps, guidata da Manola Gironacci.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione con oltre 60 attività locali tra stabilimenti balneari, ristoranti, alberghi, B&B, negozi e professionisti, punta a incentivare un turismo "di casa", in grado di generare ricchezza senza doverla cercare altrove. "Fidelizzare il nostro turismo senza andarlo a cercare molto lontano sarebbe strategico per far rimanere e redistribuire ricchezza all'interno della nostra regione", ha spiegato la presidente Gironacci.
Il progetto mette al centro il valore del volontariato e della rete del terzo settore, dimostrando come sia possibile costruire un’offerta turistica attrattiva anche a costo zero. Tuttavia, l’associazione sottolinea come a rendere veramente efficace il programma sarebbe stato l'affiancamento da parte dell'amministrazione comunale con un cartellone eventi estivi promosso con anticipo, a partire già da aprile o maggio.
“Lo scorso anno - denuncia la presidente - il calendario estivo è stato presentato a luglio, troppo tardi per influenzare le scelte dei turisti. La promozione è quasi assente dalle delibere, e così si rischia di vanificare investimenti importanti”.
Secondo dati citati nella nota stampa - frutto di uno studio realizzato da Agis, Università IULM e Makno - ogni euro speso per cultura e spettacoli genera 1,7 euro di produzione di beni intermedi e 2,4 euro di valore aggiunto. Inoltre, il 68% degli spettatori dichiara di spendere in media 53 euro a evento tra ristoranti, parcheggi, bar e shopping, rendendo quindi la cultura un vero motore economico.
"Eventi come Risuona la Piazza, se adeguatamente pubblicizzati, potrebbero diventare un volano economico per l’intero territorio", ha aggiunto Gironacci, sottolineando l’importanza di una pianificazione strategica. "Una stima realistica - afferma l'associazione - suggerisce che un budget di promozione pari almeno al 10% della spesa totale per cultura e turismo (stimata in 2 milioni di euro) potrebbe garantire un ritorno economico tangibile e diffuso".
La richiesta rivolta all'amministrazione è chiara: investire con lungimiranza nella promozione turistica e culturale, valorizzando il lavoro di chi sul territorio si impegna ogni giorno per creare accoglienza e opportunità. Solo così, conclude l’associazione, si potrà "creare valore" reale per l’intera comunità.
Chi convive con un cane o un gatto sa bene quanto sia importante prendersi cura del suo benessere in modo quotidiano. Tuttavia, non tutti gli animali reagiscono allo stesso modo ai prodotti per l’igiene e la cura della pelle: alcuni soggetti, proprio come accade negli esseri umani, possono manifestare una maggiore sensibilità cutanea. Arrossamenti, prurito, desquamazioni o reazioni localizzate sono segnali da non sottovalutare, e richiedono un’attenzione particolare nella scelta dei trattamenti da includere nella routine.
Sempre più linee dedicate al pet care propongono oggi soluzioni studiate appositamente per le esigenze della cute sensibile, spesso con formulazioni a base di ingredienti naturali, ipoallergenici e privi di profumazioni sintetiche. Questo tipo di approccio è particolarmente adatto in fase preventiva, quando si vuole preservare l’equilibrio della pelle e ridurre al minimo i rischi di irritazione. In commercio, inoltre, esistono prodotti delicati pensati anche per il trattamento di lesioni o eruzioni cutanee (ad esempio una crema cicatrizzante come HyperMix di RimosVet), che rappresentano una valida alternativa anquelli più comuni, spesso troppo aggressivi.
Ma cosa si intende esattamente per pelle sensibile? Si tratta di una condizione in cui la barriera cutanea risulta più esposta o fragile rispetto al normale, con una reattività maggiore nei confronti di agenti esterni come detergenti, allergeni ambientali, polvere o anche solo sbalzi di temperatura. Le cause possono essere genetiche, legate all’età (i cuccioli e gli anziani sono più esposti), oppure secondarie a patologie cutanee, parassiti o regimi alimentari poco bilanciati.
La beauty routine ideale per questi animali deve quindi avere due obiettivi principali: non alterare l’equilibrio naturale della cute e rafforzarne progressivamente le difese. Il primo passo riguarda senza dubbio il lavaggio, che deve essere effettuato con prodotti privi di tensioattivi aggressivi e formulati con pH specifico per la pelle animale. Alcuni detergenti naturali contengono camomilla, malva, avena colloidale o calendula, piante note per le proprietà lenitive, idratanti e calmanti.
La frequenza dei bagni va adattata alla razza, allo stile di vita e alla stagione, ma in generale è bene evitare lavaggi troppo ravvicinati. Per le situazioni intermedie – come dopo una passeggiata sotto la pioggia o in ambienti polverosi – possono essere utili mousse senza risciacquo o salviette specifiche, anch’esse a base naturale, che permettono di pulire l’animale in modo efficace e delicato.
Una volta lavata, la pelle va sempre idratata, specie se si notano zone secche, squamose o arrossate. Oli e gel naturali possono essere applicati localmente, favorendo il ripristino del film idrolipidico e contribuendo alla rigenerazione dei tessuti. Tra i principi attivi più utilizzati troviamo l’aloe vera, la propoli, il pantenolo e l’olio di jojoba, tutti ben tollerati dagli animali e adatti anche per uso quotidiano. Esistono anche emulsioni dermoprotettive con azione barriera, particolarmente indicate nei periodi freddi o in caso di esposizione prolungata a vento, neve e fango.
La zona delle zampe è spesso soggetta a stress continuo: camminare sull’asfalto bollente, sul ghiaino o sulla sabbia, soprattutto d’estate, può causare micro-lesioni o ispessimenti. Anche in questo caso, l’uso di balsami protettivi o di unguenti naturali può prevenire disagi e dolori, migliorando al contempo l’elasticità della pelle.
Oltre alla pulizia del corpo, non vanno dimenticate le aree sensibili come orecchie, contorno occhi e pieghe cutanee. In questi punti, il ristagno di umidità può favorire infezioni o dermatiti localizzate. L’impiego di detergenti specifici a base di estratti naturali, come timo, mirra o melaleuca, può contribuire a mantenere un’igiene accurata senza aggredire la cute.
Un altro aspetto da considerare è l’alimentazione, che influisce in modo determinante sulla salute della pelle. Una dieta bilanciata, ricca di acidi grassi essenziali, vitamine del gruppo B e antiossidanti può supportare efficacemente il mantello e ridurre l’infiammazione sistemica. In caso di sospetta allergia alimentare, è sempre bene confrontarsi con il veterinario per valutare eventuali modifiche nutrizionali.
Infine, nei periodi di muta o nei cambi di stagione, è importante supportare la pelle con trattamenti idratanti più intensi, in grado di evitare secchezza e desquamazioni. Anche in questi casi, i prodotti naturali giocano un ruolo centrale, soprattutto se formulati con ingredienti dermocompatibili e adatti all’uso frequente.
L’attenzione verso la cute sensibile non è solo una questione estetica. Si tratta di una vera e propria forma di prevenzione, capace di ridurre il ricorso a terapie farmacologiche e migliorare la qualità della vita degli animali. Una routine ben costruita, con prodotti adeguati e controllati, contribuisce al benessere generale e rafforza il legame tra animale e proprietario, trasformando il momento della cura in un’occasione di contatto e fiducia reciproca.
In conclusione, quando si parla di pelle sensibile nei pet, non bisogna mai sottovalutare i piccoli segnali e affidarsi a soluzioni generiche. Investire in una beauty routine naturale, personalizzata e delicata significa scegliere consapevolmente di mettere al primo posto la salute e il comfort dei nostri animali, nel rispetto della loro fisiologia e delle loro esigenze specifiche.
(Foto di Yerlin Matu su Unsplash)
La Federazione Italiana della Caccia - sezione comunale di Macerata, in collaborazione con il Comune, ha promosso anche quest’anno l’iniziativa nazionale della Fondazione UNA - Uomo, Natura, Ambiente dal titolo “Paladini del Territorio”. L’obiettivo dell’iniziativa è preservare l’ambiente e trasmetterlo intatto alle future generazioni, con la consapevolezza dell’importanza di tutelare gli equilibri naturali tra flora e fauna, a beneficio dell’intera comunità.
Su indicazione dell’assessore con delega al Decoro Urbano Paolo Renna, i cacciatori si sono adoperati nella pulizia delle fonti, della rete fognaria e del verde circostante a Fonte Maggiore, Fonte della Quercia e Fonte San Giuliano. “Un ringraziamento da parte dell’Amministrazione comunale a tutta la Federazione Caccia di Macerata per l’impegno che mette all’interno del progetto Paladini del Territorio e per il grandissimo senso civico che dimostra, ogni volta, a tutta la cittadinanza - ha commentato l’assessore Renna -. Una iniziativa che promuove il decoro urbano e la pulizia e che valorizza alcuni beni cittadini di grande valore storico e culturale”.
Meritano davvero un pur rapido commento le recenti dichiarazioni di Marco Mengoni. Queste le parole pronunciate dal cantante sulla cresta dell'onda e prontamente riportate con zelo da tutti i più letti e soprattutto più venduti quotidiani nazionali, sempre in prima linea nel difendere il progresso liberal-capitalistico: "Non mi rappresenta un paese in cui la maternità surrogata è un reato".
A giudizio di Mengoni, dunque, e di larga parte del fronte omologato dei cantori del pensiero unico liberal-progressista in tinta arcobaleno, comprare un figlio mediante la pratica dell'utero in affitto rientrerebbe fra i sacri diritti universali dell'essere umano. E i Paesi che non lo riconoscono debbono essere per ciò stesso definiti barbari e retrogradi.
Curiosa epoca, in effetti, quella nei cui spazi alienati e reificati i capricci di consumo delle classi possidenti, fondati magari anche sulla mercificazione integrale della donna e dei nascituri, vengono celebrati come diritti. Il nostro è il tempo in cui i capricci e i desideri pretendono di ergersi a diritti universali, mediante la ben nota pratica della liberalizzazione propria della civiltà del capitale.
La nostra risulta sotto ogni profilo la società della liberalizzazione integrale del costume e del consumo, ove destra e sinistra si dividono con zelo i compiti. La destra promuove la deregolamentazione economica, la sinistra quella antropologica. Giova allora rammentare una volta di più per quali motivi l'utero in affitto o maternità surrogata che dir si voglia (e così preferisce In effetti appellarla la neolingua liberale) non è un diritto, ma una pratica abominevole.
Una pratica che deve essere condannata in nome della difesa della dignità dell'essere umano, che ha dignità e non ha prezzo. Anzitutto, la si deve condannare per i già richiamati i processi di mercificazione: processi in grazia dei quali il ventre della donna diventa un magazzino aziendale e il nascituro decade a merce on demand, programmata magari anche con derive eugenetiche.
In secondo luogo, non debbono passare inosservati i processi di sfruttamento sottesi alla pratica della maternità surrogata: abbiamo qui il classico teorema della libertà liberale, in forza del quale nessuna donna sarà costretta a mettere in affitto il proprio utero, ma le donne dei ceti subalterni non potranno fare altrimenti per via della loro condizione economica. Non dimentichiamo infine che avere un figlio non è un diritto, ma è l'esito di un incontro, di una storia d'amore e di una relazione tra un uomo e una donna.
Il rapporto che ci lega al figlio non è quello del consumatore che desidera una merce, ma è quello dell'amore incondizionato e gratuito per il figlio stesso, come insegna la vicenda di Re Salomone: quando gli si presentarono dinanzi due donne che pretendevano entrambe di essere la madre del bambino in fasce che avevano con sé, Re Salomone propose di tagliare in due parti uguali l'infante e assegnarne metà a ciascuna delle due donne.
Solo allora si capì qual era la vera madre: quella che si disse disposta a cedere il bambino all'altra, purché non venisse tagliato e potesse continuare a vivere nella sua pienezza d'essere. Perché questo è l'amore per il figlio: desiderarne la piena realizzazione in tutta la sua potenza d'essere.
Volo ut sis: voglio che tu sia, questa secondo Agostino d'Ippona è la formula magica dell'amore, tutto il contrario del desiderio autocentrato del consumatore, che tanta libertà ha quanta può comprarne e che pretende di trasformare tutti i suoi capricci di consumo in diritti codificati dalla legge.
Sarebbe bene che Mengoni posasse per un istante il microfono e riflettesse seriamente su questi temi per evitare di ribadire pappagallescamente gli schemi mentali propri dell'odierna civiltà merciforme. In effetti la nostra è anche la prima epoca in cui intellettuali e artisti sono completamente schierati dalla parte dei cristalli del potere dominante e della sua mappa mundi.
Cara me,
Ti chiedo scusa per le volte in cui non mi sono ascoltata, in cui ho rivolto lo sguardo solo verso di lui.
Per quelle volte in cui ho permesso che l’anima scomparisse dentro al mio corpo, ormai non più mio per quanto magra fossi diventata .
Una sopravvissuta in un mondo nel quale credevo, dove non mi era permesso provare emozioni, bisogni, desideri. Incapace di urlare il mio dolore.
Io, piccola, invisibile alla sua vita, Inghiottita dalla sua, di vita.
Gli ho donato la corona, dimenticando fosse la mia.
L’ho insignito di tutti gli onori.
Gli ho fatto credere di essere immortale.
Ho così vissuto in una giostra di felicità illusoria e di disperazione.
Chiedo scusa a me stessa per aver dimenticato la dignità.
Perdonami per la fragilità
La paura di perderlo mi ha congelato.
Ho permesso a lui di definire chi sono,
spogliandomi dei miei vestiti color dell’oro.
Il vampiro aveva riconosciuto la sua preda, il suo ricco pranzo su cui abbuffarsi.
Lui si alimentava della mia energia, mentre io morivo dissanguata.
Sono caduta in un oblio che mi ha fatto credere di non valere nulla, mi sono rimpicciolita per entrare nel suo mondo fino a ringraziarlo per essere in vita.
Mi dispiace, mi dispiace tanto per aver trascorso anni senza sole, per non aver onorato la mia esistenza.
Ti prego di scusarmi.
Mi sono rinchiusa in un inferno di cui solo io detenevo le chiavi d'uscita.
Oggi con il tuo perdono posso lasciare andare via il passato e rinascere libera, più forte e consapevole di prima.
Oggi ho ritrovato la vita.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili ai rapporti tra condomini che, spesso e volentieri, vanno a deteriorarsi per comportatemi incivili di alcuni nei confronti di altri. Il caso di specie scelto è di un lettore di Macerata che chiede: “A quale responsabilità può andare incontro il condomino che si atteggia ad amministratore ed arriva fino ad incutere terrore negli altri inquilini?".
A tal proposito risulta utile portare un caso giuridico giunto sino ai banchi della Cassazione che riguarda il caso tipico di "persecuzioni in ambito condominiale" contro alcuni condomini, definiti ripetutamente come "incivili" dall'autore delle molestie.
Nello specifico, la Corte ha annullato la decisione del tribunale che, nel sottovalutare le prove raccolte, aveva derubricato il delitto di atti persecutori nella contravvenzione di cui all'art. 660 c.p.: per costante orientamento della Cassazione, infatti, il discrimen fra il delitto di cui all'art. 612-bis c.p. e il reato di molestie è costituito dal diverso atteggiarsi delle conseguenze della condotta, configurandosi il delitto di atti persecutori «qualora le condotte molestatrici siano idonee a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia ovvero l'alterazione delle proprie abitudini di vita», mentre sussiste il reato di cui all'art. 660 c.p. nel caso in cui le molestie si limitino ad infastidire la vittima del reato (ex multis, Cass. n. 23375 del 10/07/2020; Cass. n. 15625 del 09/02/2021).
A ciò si aggiunge il fatto che, nel caso di specie, alle "molestie" si sono affiancati altri comportamenti oppressivi, come i danneggiamenti, gli imbrattamenti e le minacce, tipicamente espressivi del delitto di cui all'art. 612-bis del codice penale.
Pertanto, in risposta al nostro lettore, risulta corretto affermare che, "le minacce o le molestie ripetute vanno punite come atti persecutori a norma dell'art. 612-bis c.p. quando creano uno stato di ansia che pervade la vita della persona posta nel mirino del molestatore, finanche arrivando al punto di modificarne le normali abitudini” (Cass. Pen., Sez. V, sentenza n. 21006/2024).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.