Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”. Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa all’assegno di mantenimento destinato, in fase di cessazione degli effetti civili del matrimonio, al coniuge economicamente più debole.
Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da un lettore di San Severino Marche, che chiede: "In quali circostanze viene concesso l’assegno di mantenimento all’ex coniuge e quale funzione ha?"
Il caso di specie ci offre l’occasione di far chiarezza su una questione estremamente attuale, sulla quale ha avuto modo di pronunciarsi il Tribunale di Milano con la sentenza n. 6665/2019 di rigetto dell’istanza proposta da una donna al proprio ex marito, stabilendo espressamente quanto segue: "In considerazione del fatto che la signora possa considerarsi economicamente autosufficiente, anche se con possibilità decisamente inferiori rispetto a quelle del marito, occorre tuttavia sottolineare che alla luce dell'attuale orientamento delle S.U. della Corte di Cassazione (sentenza n. 18287/2018) le condizioni economiche e patrimoniali dei coniugi non costituiscano più il punto di riferimento principale per l'attribuzione del diritto ad un assegno di mantenimento poiché le stesse rilevano solo ove eziologicamente connesse al contributo di ciascuno nel corso della vita matrimoniale, secondo quanto prescritto all’art. 5 comma 6 L. n. 898/1970". (Tribunale di Milano, Sent. n. 6665/2019)
Difatti, l’articolo citato nella menzionata sentenza, disciplinando i parametri da valutare al fine del riconoscimento di un assegno di divorzio a beneficio di uno dei due ex coniugi, prevede testualmente che: “Con la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il Tribunale, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti i suddetti elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone l'obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell'altro un assegno quando quest'ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive".
Per tali ragioni, una volta avanzata la richiesta da una delle parti, il Giudice deve procedere alla comparazione delle condizioni economiche e patrimoniali delle stesse, e laddove emerga l'inadeguatezza dei mezzi del richiedente, o comunque l'impossibilità di procurarseli per ragioni obiettive, il Giudicante deve accertarne rigorosamente le cause alla stregua dei parametri indicati dal menzionato art. 5.
In particolare, deve considerare se quella disuguaglianza economica che emerge sia o meno la conseguenza del contributo fornito dal richiedente alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale dei due ex coniugi, con sacrificio delle proprie aspettative professionali e reddituali, in relazione all'età e alla durata del matrimonio.
Solo dopo tali valutazioni, il giudice potrà decidere se stabilire un assegno di mantenimento e quantificarlo, senza rapportarlo né al pregresso tenore di vita familiare, né al parametro dell’autosufficienza economica, ma in misura tale da garantire all’avente diritto un livello reddituale adeguato al contributo fornito nella vita coniugale.
Pertanto, in risposta al nostro lettore, ed in linea con la più recente e autorevole giurisprudenza, si può affermare che: "All'assegno divorzile in favore dell'ex coniuge deve attribuirsi, oltre alla natura assistenziale, anche funzione perequativo-compensativa, che conduce al riconoscimento di un contributo volto a consentire al coniuge richiedente non il conseguimento dell'autosufficienza economica sulla base di un parametro astratto, bensì il raggiungimento in concreto di un livello reddituale adeguato al contributo fornito nella realizzazione della vita familiare, in particolare tenendo conto delle aspettative professionali sacrificate". (Corte di Cassazione, Sez. Unite, Sent. n. 18287/2018)
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Dal 6 ottobre al 7 novembre 2025 l'Ufficio postale di Tolentino centro, situato in Galleria Europa 9, resterà chiuso al pubblico per consentire l’esecuzione dei lavori di rifacimento dell’impianto di climatizzazione.
Lo comunica Poste Italiane al sindaco Mauro Sclavi, spiegando che l’intervento si è reso necessario per garantire maggiore comfort e sicurezza sia agli utenti che al personale.
Durante il periodo di chiusura, i cittadini potranno rivolgersi all’Ufficio postale di viale Giacomo Brodolini 15, che sarà regolarmente operativo con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 19.05 e il sabato dalle 8.20 alle 12.35.
Il Comune invita i tolentinati a programmare per tempo eventuali operazioni e ringrazia la cittadinanza per la collaborazione, in attesa della riapertura della sede centrale.
Le opzioni per risparmiare sulle polizze assicurative sono tante ma una si distingue per efficacia e per accessibilità. Con un comparatore di assicurazioni è possibile mettere a confronto le proposte di varie compagnie assicurative, in modo da individuare l’offerta più vantaggiosa, tenendo conto sia dei costi che delle caratteristiche delle polizze.
Tramite Segugio.it, ad esempio, è possibile ridurre in modo netto i costi delle proprie assicurazioni, semplicemente andando a individuare le compagnie più convenienti, in base ai propri dati.
Perché usare un comparatore
Un comparatore di assicurazioni garantisce diversi vantaggi per gli utenti. Grazie al confronto dei preventivi, calcolati in base ai propri dati, è possibile valutare diverse proposte in pochi secondi. Basta inserire una sola volta i dati per accedere a numerosi preventivi da mettere a confronto, con un risparmio sia di tempo sia di denaro.
Questo sistema permette di scartare i preventivi poco convenienti (perché troppo costosi o non in linea con le proprie necessità) e confrontare tra loro quelli più interessanti.
In questo modo, in breve tempo, è possibile individuare la polizza assicurativa giusta da attivare, sia per caratteristiche che per costi. Un altro vantaggio dei comparatori è la possibilità di effettuare l’attivazione della polizza direttamente online, raggiungendo il sito della compagnia che propone l’offerta scelta, eliminando anche costi aggiuntivi grazie all’assenza di intermediari.
Quali polizze attivare con un comparatore
Con un comparatore di assicurazioni come Segugio.it si può risparmiare su varie tipologie di polizze. Sfruttando il confronto online (sempre gratuito e senza impegno), infatti, si ha la possibilità di scegliere la polizza auto ma anche assicurazioni per moto, ciclomotore e autocarro, in modo da attivare una copertura completa per tutti i veicoli della propria famiglia. In questo caso, per accedere ai preventivi (su misura) basta inserire il numero di targa.
Il confronto dei preventivi, però, è la soluzione giusta anche per poter accedere ad altre polizze come le assicurazioni viaggio, le assicurazioni per gli animali domestici e quelle per la casa. Il principio di funzionamento è sempre lo stesso: basta inserire i pochi dati necessari al calcolo di un singolo preventivo per poter accedere a numerose proposte da confrontare per poi scegliere quella giusta.
Un altro aspetto fondamentale della comparazione tramite un servizio come Segugio.it è rappresentato dalla trasparenza. Il confronto viene calcolato su misura, in base ai dati forniti dall’utente, e c’è sempre la possibilità di verificare costi e caratteristiche della polizza, in modo dettagliato, prima di raggiungere il sito della compagnia scelta per l’attivazione. Il processo di confronto prevede un ordinamento dei preventivi in base alla convenienza per l’utente che può individuare in modo semplice l’offerta migliore.
Per la cura e la sicurezza del territorio del comune di Valfornace arriva un nuovo mezzo operativo polivalente destinato all'Ufficio tecnico per i servizi di manutenzione. L'amministrazione comunale, grazie alla partecipazione al bando della Regione Marche "Comuni dei territori interni", ha da poco acquistato un autocarro, una macchina operatrice polivalente Multicar M31 a passo lungo, dalla ditta Mi&P Srl.
Si tratta di un mezzo a trazione integrale, emissioni Euro 6, dotato anche di braccio decespugliatore. Un macchinario ad alta versatilità, particolarmente idoneo per le esigenze di un territorio montano come quello del comune di Valfornace e delle sue numerose frazioni. Il veicolo potrà essere utilizzato per il servizio di sgombero neve e spargimento sale in inverno, ma anche per la pulizia delle strade e per lavori di trasporto, essendo dotato di un cassone ribaltabile.
Il costo dell’autocarro, per un importo complessivo di 140mila euro circa, per 90mila euro è stato coperto dai fondi regionali e per la restante parte con i fondi comunali.
"L'acquisto di questo nuovo mezzo polivalente rappresenta un passo fondamentale per la cura del nostro territorio. Le nostre sono strade di montagna, con esigenze specifiche legate sia all'inverno, come lo sgombero neve e lo spargimento del sale, sia alla manutenzione ordinaria e straordinaria nelle tante frazioni del Comune – sottolinea il sindaco Massimo Citracca, che ringraziando la Regione Marche per la concessione di un finanziamento che coprirà gran parte dell’acquisto, spiega – Questo investimento si traduce in una maggiore sicurezza per i cittadini e in una migliore qualità della vita per tutta la comunità".
La Giunta comunale di Tolentino ha approvato il progetto esecutivo per la riqualificazione della pista di pattinaggio e la realizzazione di un nuovo skate park in zona Sticchi, nelle vicinanze della piscina comunale.
Il progetto, del valore di 71.000 euro, sarà finanziato attraverso fondi comunali e il contributo di sponsor. I lavori inizieranno entro la fine del mese e prevedono la realizzazione delle strutture necessarie, come ostacoli, e le opere edili connesse.
Durante il Consiglio comunale del 25 settembre scorso, è stata inoltre approvata l’integrazione al piano di valorizzazione patrimoniale riguardante l’area interessata. Grazie alla collaborazione con Assm spa, attuale proprietaria dello spazio della pista di pattinaggio, il Comune disporrà di un diritto di superficie a titolo gratuito per 10 anni, permettendo così di procedere con i lavori.
"Siamo molto soddisfatti – dichiarano il sindaco Mauro Sclavi e l’assessore allo sport Alessia Pupo – perché l’intervento permetterà di migliorare e riqualificare un’area già a vocazione sportiva, facilmente raggiungibile anche a piedi, creando un ulteriore spazio di socialità e aggregazione dedicato ai giovani".
L’amministrazione comunale sottolinea inoltre come "a Tolentino non era mai stata presente una struttura di questo tipo. Il progetto è stato sviluppato ascoltando e condividendo le esigenze dei ragazzi del comitato locale, che avranno finalmente un luogo idoneo dove coltivare e condividere la passione per lo skate, uno sport diffuso e molto praticato nel territorio".
(Foto di repertorio)
L’Ufficio Elettorale del Comune di Macerata ricorda ai cittadini che, in vista delle prossime elezioni amministrative, è possibile presentare la domanda di iscrizione all’albo dei presidenti di seggio e all’albo degli scrutatori per l’anno elettorale 2026.
Le scadenze sono diverse: c’è tempo fino al 31 ottobre 2025 per presentare la domanda di iscrizione all’albo dei presidenti di seggio, mentre le domande per l’iscrizione all’albo degli scrutatori potranno essere inviate fino al 30 novembre 2025.
Le richieste devono essere compilate utilizzando la modulistica dedicata, scaricabile dal sito istituzionale del Comune, allegando la copia di un documento di riconoscimento in corso di validità. Le informazioni e i moduli sono disponibili sul portale comunale alle sezioni dedicate all’iscrizione all’albo degli scrutatori e all’iscrizione all’albo dei presidenti di seggio.
Per ulteriori chiarimenti è possibile rivolgersi direttamente all’Ufficio Elettorale del Comune di Macerata, scrivendo all’indirizzo e-mail elettorale@comune.macerata.it, oppure contattando i numeri 0733 256 420 / 0733 256 269. È disponibile anche la PEC: comune.macerata.demografici@legalmail.it.
Per molti anni, medici, infermieri e altri operatori sanitari non hanno avuto altra scelta che indossare semplici camici bianchi. Di recente le cose sono cambiate. Casacche, giacche, tuniche, gonne e camici da laboratorio sono disponibili in una gamma abbagliante di colori e modelli alla moda. Grazie a questa scelta incredibilmente ampia, infermieri, medici e tecnici di laboratorio possono esprimere il proprio stile per apparire alla moda e professionali allo stesso tempo.
Codice di abbigliamento in ospedali e cliniche
Le grandi strutture sanitarie pubbliche e private di solito hanno rigidi codici di abbigliamento per i propri dipendenti. In molti luoghi di questo tipo è vietato indossare abiti normali, ad esempio magliette, anche sotto il abbigliamento sanitario o medico regolare. L'obiettivo di questo approccio è promuovere la pulizia e l'igiene sul posto di lavoro: gli indumenti portati dall'esterno possono essere fonte di agenti patogeni pericolosi. Un'altra pratica interessante frequentemente applicata negli ospedali è quella di assegnare diversi colori agli indumenti medici per indicare che un determinato dipendente lavora in un reparto specifico dell'ospedale. Ad esempio, i chirurghi indossano normalmente camici verde chiaro o azzurro. L'uso di colori diversi aiuta i pazienti e le persone che non lavorano in ospedale a identificare specifici specialisti.
Evoluzione del mercato dell'abbigliamento medico
Negli ultimi anni, il mercato dell'abbigliamento medico ha subito cambiamenti sostanziali. Oggigiorno, gli stilisti competono tra loro presentando ai rappresentanti del settore sanitario nuove idee per modelli e colori alla moda e unici. Esistono modelli di abbigliamento medico personalizzato per ogni tipo di persona, che soddisfano le preferenze e le esigenze di tutti gli operatori sanitari. Il mercato offre numerosi tipi di capi di abbigliamento per soddisfare le esigenze personali dei propri utenti:
- casacche
- pantaloni
- divise mediche
- camici da laboratorio
- camicie da donnae da uomo
- copricapi
- giacche
- tuniche
- gonne
- abiti
- maglie in pile.
Le uniformi mediche per donna e uomo sono state progettate all'insegna della massima semplicità: il numero di elementi in cui può accumularsi lo sporco è ridotto al minimo. Allo stesso tempo, i camici moderni presentano tagli accattivanti e un'ampia varietà di colori.
La combinazione di abbigliamento medico più popolare che garantisce comfort è un set composto da casacca e pantaloni. I pantaloni hanno solitamente gomma in vita o lacci per il massimo comfort. In questo modo, potrai indossarli comodamente indipendentemente dalla misura della tua vita. Le casacche sono caratterizzate da scollature dalle forme diverse, dettagli eleganti, cuciture e stampe. La gamma di colori disponibile consente di abbinare facilmente casacche e pantaloni per ottenere il miglior effetto possibile. Puoi anche decidere di acquistare un set di abbigliamento medico già pronto.
Colore, fantasia e taglio: un'ampia varietà di tipi di camici
Oltre ai classici pantaloni, casacche e camici da laboratorio, è possibile scegliere tra articoli davvero unici: sono disponibili numerosi colori, fantasie e modelli tra cui infermieri e medici possono scegliere.Gli indumenti medici sono disponibili in molti colori vivaci per dimostrare che gli operatori sanitari possono avere un aspetto professionale e al tempo stesso appariscente.
Giacche ben aderenti con linea accentuata in vita, gonne da medico con zip e cuciture frontali accattivanti, abiti larghi e aderenti in colori vivaci per donne esigenti, bellissime tuniche con orli delicati: tutto questo dimostra che il tuo abbigliamento medico può avere un vero fascino femminile. Gli abiti aderenti valorizzeranno le tue forme senza limitare i tuoi movimenti.
Tessuti utilizzati nell'abbigliamento medico
Gli stili e le varietà di abbigliamento medicale sembrano infiniti. Ma come si traducono in comfort nell'indossarli? I produttori tengono conto anche di questo aspetto per soddisfare le esigenze dei clienti. Oggigiorno, gli indumenti medici sono prodotti con tessuti di altissima qualità: morbidi, traspiranti e resistenti allo sbiadimento e alla perdita di colore.
Il cotone è ancora il materiale più popolare e più frequentemente scelto, ma spesso viene combinato con altri tipi di tessuto. L'aggiunta di poliestere o spandex nei set di camici medici li rende più elastici. I tessuti flessibili sono molto pratici perché non limitano i movimenti e assorbono efficacemente l'umidità, aumentando il comfort. Alcune miscele tessili rendono gli indumenti medici resistenti alle macchie. Con questi scrub, potrai avere un aspetto fantastico e sentirti asciutta e fresca per tutto il giorno?
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Negli ultimi vent’anni la sessualità ha vissuto una trasformazione profonda, spinta dall’avanzata della tecnologia e dal cambiamento dei costumi sociali. Se un tempo l’intimità era legata quasi esclusivamente alla fisicità e alla presenza reale di un partner, oggi si è aperto un nuovo capitolo che porta il piacere in territori digitali, dove l’esperienza non è più vincolata al contatto diretto ma si arricchisce di possibilità virtuali.
Il panorama contemporaneo è infatti caratterizzato da due binari che spesso si incrociano: da una parte il sesso digitale, che include la pornografia online, le chat erotiche, le piattaforme interattive e la realtà virtuale; dall’altra le forme tradizionali, come il sesso occasionale e gli incontri a pagamento. Non si tratta di mondi separati, bensì di universi che convivono e si influenzano, in un gioco di contrasti e contaminazioni che sta riscrivendo il modo in cui concepiamo l’intimità.
Dalla pornografia interattiva alla realtà immersiva
Il primo grande cambiamento è arrivato con la diffusione di internet. Negli anni Novanta l’accesso illimitato a contenuti pornografici ha modificato l’immaginario erotico collettivo, rendendo la fruizione privata e personalizzata. In seguito, l’avvento del web 2.0 ha portato a nuove dinamiche: dalle webcam ai siti live, l’utente non era più spettatore passivo ma parte attiva, capace di interagire, chiedere e modellare l’esperienza.
Oggi il passo successivo si chiama realtà virtuale. I visori 3D consentono di entrare in ambienti digitali che simulano in modo sempre più realistico la presenza di un partner. Se a questo si aggiungono i cosiddetti teledildonics, ovvero dispositivi di stimolazione connessi a internet, la simulazione raggiunge livelli sorprendenti. Due persone a chilometri di distanza possono vivere un incontro intimo sincronizzato, percependo movimenti e sensazioni in tempo reale. Il sesso diventa così un’esperienza immersiva, capace di abbattere i confini tra reale e digitale.
Sicurezza e personalizzazione, ma anche alienazione
Il successo del sesso digitale risiede nella sua capacità di rispondere a esigenze che il sesso fisico non sempre soddisfa. In un mondo che corre veloce, l’anonimato e la discrezione di una piattaforma online permettono a molti di esplorare fantasie senza timore di giudizio. Le coppie separate dalla distanza possono mantenere una vita sessuale attiva nonostante i chilometri, mentre persone con disabilità o difficoltà sociali trovano nella realtà virtuale un terreno accessibile per vivere la propria intimità. Non meno importante è l’assenza di rischi sanitari: niente malattie trasmissibili, gravidanze indesiderate o situazioni di pericolo fisico.
Al tempo stesso, il sesso digitale non è privo di criticità. L’esperienza, pur sofisticata, non riesce a replicare il calore della pelle, l’odore di un corpo, l’imprevedibilità di un incontro reale. Per alcuni, il rischio è quello di sviluppare una dipendenza che riduce la voglia di rapporti dal vivo, con conseguente isolamento e impoverimento delle relazioni umane. Inoltre, i dati biometrici e comportamentali raccolti da questi dispositivi pongono interrogativi serissimi sulla tutela della privacy.
Il fascino del sesso occasionale
Parallelamente, il sesso occasionale continua a esercitare un grande richiamo, anzi oggi è più accessibile che mai. App come Tinder o Grindr hanno reso immediato ciò che in passato richiedeva tempo, coraggio e casualità. Un incontro può essere organizzato in poche ore, con semplicità e immediatezza. Il valore di questa esperienza sta nella fisicità: il contatto diretto, l’energia dell’altro, l’improvvisazione che nessun software potrà mai replicare.
Non mancano però i lati oscuri. Oltre al rischio di malattie sessualmente trasmissibili, il sesso occasionale porta con sé il peso della disillusione emotiva o di situazioni potenzialmente pericolose. È proprio in questo spazio che il sesso digitale viene percepito da molti come un’alternativa più sicura, anche se inevitabilmente meno autentica.
Gli incontri a pagamento nell’era digitale
Un capitolo a parte riguarda gli incontri a pagamento. La prostituzione, legale in alcuni Paesi e clandestina in altri, ha trovato anch’essa nuove strade grazie al digitale. I portali di annunci permettono ad esempio di scegliere in maniera chirurgica la fanciulla con la quale condividere delle fantasie. Oggi esistono piattaforme che offrono servizi di escort, cercando ad esempio su Google le migliori escort a Torino si ha un’ampia scelta di portali ricchi di annunci adatti a qualsiasi tipo di necessità. Siti come OnlyFans hanno invece spostato parte del mercato su abbonamenti e contenuti personalizzati. L’elemento centrale resta comunque lo scambio economico: un rapporto codificato in cui il sesso diventa servizio.
La concorrenza del digitale è qui particolarmente forte. Molti clienti preferiscono investire in esperienze virtuali, più economiche e prive di rischi legali. Allo stesso tempo, alcuni professionisti del sesso hanno scelto di digitalizzare la propria offerta, trasformandosi in creatori di contenuti online. Si assiste così a una trasformazione del mestiere stesso, che da fisico diventa in parte virtuale, adattandosi alle nuove esigenze del mercato.
Una nuova cultura dell’intimità
Guardando il quadro complessivo, appare chiaro che non siamo davanti a una sostituzione ma a una trasformazione culturale. Il sesso digitale non cancellerà quello fisico, così come gli incontri reali non scompariranno di fronte alla realtà virtuale. Quello che sta cambiando è l’idea stessa di sessualità, sempre meno rigida e sempre più fluida. C’è chi continuerà a cercare il brivido dell’incontro occasionale, chi preferirà la sicurezza e la personalizzazione di una sessione in VR, e chi, più probabilmente, alternerà le due esperienze in base al momento, alle necessità e all’umore.
Questa fluidità riflette un mutamento più ampio: la sessualità non è più vista solo come atto fisico, ma come territorio in cui si intrecciano corpo, immaginazione, tecnologia e relazione. La normalizzazione del sesso digitale potrebbe condurre a una nuova consapevolezza, in cui le persone imparano a distinguere tra i diversi livelli di esperienza e a integrarli nella propria vita.
Le domande aperte
Restano però diversi interrogativi. Quale impatto avrà il sesso digitale sulle relazioni di coppia? Alcuni esperti sostengono che, se condiviso, possa rafforzare la complicità, mentre altri temono che diventi una forma di infedeltà virtuale. Che ruolo avrà l’intelligenza artificiale, quando partner digitali sempre più realistici saranno in grado di simulare emozioni e risposte? E ancora: quale sarà il destino dell’industria del sesso a pagamento, costretta a reinventarsi in un mercato sempre più tecnologico?
Non meno urgente è il tema della salute mentale. Se da un lato la tecnologia può offrire libertà e inclusione, dall’altro rischia di accentuare solitudine e alienazione. Vivere una sessualità confinata a mondi virtuali, senza interazione reale, potrebbe avere conseguenze difficili da prevedere.
Il futuro dell’intimità
Quel che sembra certo è che il sesso del futuro non sarà né esclusivamente virtuale né un ritorno nostalgico alla sola fisicità. Piuttosto, sarà un mosaico di esperienze, in cui digitale e reale si mescolano. Le coppie a distanza continueranno a usare la realtà virtuale per colmare i vuoti; gli avatar erotici diventeranno sempre più sofisticati; le piattaforme immersive normalizzeranno ciò che oggi sembra fantascienza.
La vera rivoluzione, forse, non sarà tecnologica ma culturale: riconoscere che la sessualità non è un blocco unico e immutabile, ma un territorio dinamico in continua evoluzione. In questo senso, il sesso digitale e quello reale non sono opposti ma facce della stessa medaglia, strumenti diversi per rispondere a bisogni antichi: desiderio, piacere, connessione.
In un mondo dove i confini tra realtà e digitale si fanno sempre più labili, anche il sesso diventa un’esperienza ibrida, pronta a reinventarsi ancora.
Questa mattina, presso il comando regionale dei Vigili del Fuoco, si è tenuta la cerimonia ufficiale per il passaggio di consegne tra Pierpaolo Patrizietti e Vincenzo Bennardo, che assumerà il comando per i prossimi sei mesi. Un momento carico di emozione, che ha segnato la fine di una lunga e prestigiosa carriera.
Pierpaolo Patrizietti, dirigente superiore del Corpo nazionale e comandante provinciale di Ancona, ha salutato i colleghi ricordando i suoi 35 anni di servizio in diverse sedi italiane: Bologna, Ravenna, Taranto, Ancona e Macerata. “Oggi è un traguardo importante – ha dichiarato – perché dopo 35 anni di servizio in varie sedi d'Italia, diciamo che per raggiungere i limiti d'età c’è il collocamento a riposo”.
Nel suo discorso, Patrizietti ha ricordato con particolare intensità il periodo trascorso a Macerata, segnato da due eventi sismici: “Il periodo da funzionario è collegato al terremoto del 1997, con il coordinamento di tutte le sezioni operative che venivano da tutta Italia. Il periodo da comandante, anche lì purtroppo, il terremoto del 2016 con gli abbattimenti delle case pericolanti che incidevano sulla pubblica via. Purtroppo la zona è sismica e noi ci siamo trovati sempre in prima linea in questo intervento”.
Un impegno vissuto sempre con dedizione, secondo lo spirito del Corpo: “Il senso del lavoro del vigile del fuoco è stare vicino alla cittadinanza e cercare di alleviare le sofferenze o comunque i disagi derivanti da situazioni a rischio con la nostra attività”.
A prendere il suo posto sarà Vincenzo Bennardo, che ha voluto salutare così il collega in uscita: “Va in pensione un collega stimato e capace che ha fatto tutto un suo percorso di carriera brillante, in più col vantaggio di essere anconitano. Chiudere la carriera nel luogo dove uno ha iniziato il proprio percorso e dove è nato e cresciuto, questo è un onore che si aggiunge all'onore già di fare il vigile del fuoco”.
La cerimonia si è svolta inizialmente nello spiazzale della caserma, per poi proseguire all’interno con i saluti istituzionali e l’abbraccio commosso di colleghi, amici e familiari.
“Un campo. A maggio” è il titolo della mostra di Paola Tornambè dedicata a Caroline Branson di Mario Giacomelli, a sua volta ispirato a Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters. Ad organizzarla è Percorsi visivi aps presso la Fototeca Comunale “Paolo Domenella” di vicolo Sforza 6, a Civitanova Marche. La cerimonia d’inaugurazione si svolgerà venerdì 3 ottobre alle 21,30.
La mostra mette in luce un lavoro che scava nel tempo, nell’amore e nella memoria, un lavoro sulla terra e sui ricordi che essa trattiene. Tra fiori di primavera, in un campo sotto il cielo di maggio, si consuma l’amore tra i due protagonisti. Un amore delicato e passionale al tempo stesso, riversato nella natura che li circonda, che non è solo il mero sfondo delle vicende, ma parte integrante di una storia legata alla terra, alla rinascita primaverile, ai campi dove trova svolgimento.
Paola Tornambè è fotografa artistica, scrittrice e sperimentatrice visiva, nata a Roma nel 1982. La sua fotografia è caratterizzata da lunghe esposizioni, immagini mosse atmosfere oniriche, con un uso frequente del bianco e nero. Tema centrale è il fluire del tempo: la fotografia per Tornambè non serve a cristallizzare un istante, ma a mostrarne lo scorrere, le dissolvenze, le tensioni tra visibile e invisibile. Spesso integra l’immagine con la parola: i suoi lavori si accompagnano a testi che dialogano con le fotografie.
Ha realizzato varie mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Tra gli esempi “Parti di Invisibile”, presentato in più sedi, e la mostra bipersonale “Tutto quel che resta” presso la Galleria La Nica a Roma. È stata pubblicata su riviste e raccolte che trattano di fotografia contemporanea, arte e scrittura.
Aperture: mercoledì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30 e venerdì dalle 09,00 alle 12,00. La mostra è organizzata da Percorsi Visivi aps in collaborazione con Centro Culturale aps, Ministero della Cultura, Regione Marche. Ingresso gratuito.
Se ne è andata giovane, Saba Pistilli: è scomparsa a febbraio dello scorso anno, e ha lasciato un vuoto enorme non solo nella vita dei suoi familiari, ma anche in quella di tanti giovani che incontrava quotidianamente nel nostro Istituto, dove ha lavorato fino all’ultimo come assistente dei ragazzi con disabilità e dove ha svolto anche tanti progetti nelle classi, come esperta nell’orientamento e counselor.
Per questo, e per rendere viva e feconda la sua memoria, le famiglie Ricci-Pistilli in collaborazione con l’IIS Bonifazi-Corridoni, e con il patrocinio del Comune di Civitanova Marche, hanno deciso di istituire un “Riconoscimento di merito sociale in memoria di Saba Pistilli”. Il premio prevede l’attribuzione di due borse di studio, di 500 euro ciascuna, donate dalle famiglie Ricci-Pistilli, per studenti dell’ultimo triennio dell’Istituto che si sono distinti per comportamenti capaci di generare un impatto sociale positivo nel contesto scolastico o nella comunità locale di riferimento.
La proclamazione pubblica e la consegna delle borse di studio ai vincitori si terrà il prossimo 10 ottobre, all’interno di un evento educativo dal titolo “Connessi ma distanti - Luoghi di vita e relazioni autentiche nell’era digitale”, di cui sarà protagonista il terapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai; l’appuntamento è all’Auditorium della scuola a partire dalle 15:00, in contrada Asola a Civitanova Alta. Sarà un evento aperto al pubblico e a ingresso gratuito, organizzato grazie anche al contributo del Comune di Civitanova Marche e delle “amiche storiche” di Saba, Isabella Mantovani, Maria Ercoli e Carla Galanti.
I valori che saranno usati come criteri di valutazione per i premi sono l’altruismo, la solidarietà, l’inclusione, la tutela della diversità e la cittadinanza responsabile e attiva: sono proprio gli stessi valori in cui lei credeva e che viveva concretamente. Era una donna generosa che attraverso un percorso post diploma non immediato, ma fortemente voluto, aveva conseguito prima la laurea in Scienze dell’Educazione all’Università di Urbino, ottenendo anche la lode e poi si era ulteriormente formata, con un master internazionale alla Scuola Superiore Europea di Counseling professionale, come “Agevolatore nelle relazioni di aiuto”. Studi fondamentali, e ampiamente sfruttati, che uniti a una sensibilità fuori dal comune l’hanno portata a incontrare, aiutare e accompagnare tanti ragazzi. Aveva una capacità unica: lei “vedeva” i giovani, specialmente quelli con problemi particolari o abbandonati. Loro incrociavano il suo sguardo comprensivo ed empatico e si aprivano fino in fondo, fino a mostrarle le ferite che sanguinavano ma anche le potenzialità che potevano salvarli.
Una persona che siamo grati di aver avuto tra di noi: il premio per gli studenti nel suo nome ci onora e ringraziamo pubblicamente le famiglie Ricci-Pistilli per aver deciso di investire in questo modo l’eredità che Saba ci ha lasciato.
L’Italia, nel mondo, è sinonimo di tesori culturali, architettonici e ambientali che narrano la storia di civiltà antiche, tra chiese, castelli, musei, ville storiche e siti archeologici e naturali che sono testimonianza di epoche trascorse e rappresentano l'identità delle comunità. Questi beni, però, spesso affrontano diversi rischi: agenti atmosferici, deterioramento strutturale, vandalismi e calamità naturali possono minacciarli. La tecnologia, in particolare la domotica, può rivestire un ruolo essenziale nel controllo, protezione e valorizzazione del patrimonio culturale, offrendo soluzioni innovative e intelligenti. In questo contenuto andremo ad analizzare le possibilità che offre la domotica per preservare il nostro patrimonio culturale.
Cos’è la domotica e perché è utile per i beni culturali
La domotica è stata sviluppata per rendere le abitazioni più intelligenti, efficienti e sicure tramite l'automazione di luci, temperatura, sicurezza e consumi energetici. Quando questa tecnologia viene applicata agli edifici storici, assume una nuova dimensione: diventa un supporto discreto ma efficace nella protezione del patrimonio culturale.
Tra le soluzioni domotiche adattabili per la conservazione dei beni storici troviamo sensori ambientali, videocamere con intelligenza artificiale, sistemi di allarme avanzati e piattaforme di gestione remota. La sfida principale consiste nell'integrare questi strumenti senza compromettere l’estetica o la struttura dell’edificio, preservando l’autenticità del luogo.
Monitoraggio ambientale e conservazione preventiva
Uno degli aspetti essenziali per la conservazione dei beni culturali è il controllo del microclima. Variazioni di temperatura, umidità e inquinanti possono arrecare danni ad affreschi, opere d’arte, mobili antichi e strutture architettoniche.
I sistemi domotici permettono di monitorare in tempo reale questi parametri ambientali, inviando avvisi quando i valori superano soglie critiche.
Per esempio, in una chiesa, un museo o un palazzo storico antico, i sensori domotici possono individuare l’umidità che si accumula dalle fondamenta o la comparsa di muffe sui muri affrescati.
Il sistema può attivare deumidificatori o inviare notifiche ai responsabili della conservazione, facilitando interventi tempestivi e specifici. Questo approccio di conservazione preventiva risulta molto più economico e meno invasivo rispetto a eventuali restauri successivi che sono necessari, dopo che il danno si è verificato.
Sicurezza e protezione contro furti e atti vandalici
Molti siti culturali, specialmente quelli situati in zone poco sorvegliate o aperte al pubblico, affrontano rischi legati alla sicurezza.
La domotica offre soluzioni avanzate per la protezione di questi spazi, come telecamere intelligenti capaci di rilevare comportamenti sospetti, sistemi di allarme connessi a reti, e serrature elettroniche gestibili a distanza.
Nei musei, per esempio, è possibile installare sensori di movimento e barriere ottiche vicino alle opere più preziose per rilevare eventuali tentativi di furto o manomissione. Inoltre, alcuni sistemi sono in grado di spegnere automaticamente le luci o bloccare gli accessi in caso di allarme, riducendo il rischio di danni.
Sfide e prospettive future della domotica
Nonostante i numerosi vantaggi, l'adozione della domotica nei beni culturali presenta alcune sfide. È essenziale che l'integrazione tecnologica rispetti i vincoli imposti dalla Soprintendenza per evitare modifiche permanenti alle strutture. Inoltre, la gestione dei dati raccolti solleva questioni relative alla privacy e alla sicurezza informatica.
Le prospettive per il futuro appaiono tuttavia molto promettenti. Con i progressi nell'intelligenza artificiale, nel machine learning e nell'Internet of Things (IoT), si potranno sviluppare sistemi sempre più autonomi e capaci di apprendere dai dati.
Una crescita esponenziale su tutto il territorio nazionale, in ogni regione e città, con promettenti realtà locali che stanno cambiando il volto delle nostre case, uffici ed edifici, come la società SM Technology che opera a Cagliari e nel Sud Sardegna con impianti domotici e di sicurezza.
La collaborazione tra esperti del settore tecnologico, restauratori e istituzioni culturali sarà cruciale per creare soluzioni innovative e rispettose su misura.
La domotica va oltre la semplice comodità in ambito domestico e può diventare un mezzo efficace per proteggere, valorizzare e rendere più accessibile il nostro patrimonio culturale. Attraverso l'uso intelligente della tecnologia, possiamo proiettare il nostro sguardo verso il futuro mantenendo un legame con le nostre origini. Questa sfida fonde tradizione e innovazione, memoria e progresso: la tutela del nostro passato passa attraverso le tecnologie attuali.
Efficienza energetica e rispetto dell’ambiente
Molti edifici storici, ovviamente, non sono stati progettati con criteri di efficienza energetica. L'illuminazione, insieme ai sistemi di riscaldamento e raffrescamento, può comportare consumi elevati, con conseguenze economiche e ambientali significative.
La domotica offre soluzioni per ottimizzare l'uso delle risorse energetiche, riducendo gli sprechi e migliorando il comfort.
Grazie al controllo intelligente delle luci e dei sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata), è possibile mantenere condizioni ottimali per la conservazione delle opere e l'accoglienza dei visitatori, minimizzando l'impatto ambientale. Inoltre, i dati raccolti sull'energia utilizzata possono essere impiegati per una gestione più efficiente e sostenibile dei siti culturali.
Accessibilità e valorizzazione per il pubblico
Oltre alla funzione di conservazione, la domotica può rendere il patrimonio culturale più accessibile e coinvolgente per il pubblico.
Attraverso sistemi di guida vocale automatizzati, percorsi interattivi e applicazioni di realtà aumentata, è possibile integrare soluzioni intelligenti e non invasive nei musei e nei siti storici.
Questi strumenti arricchiscono l'esperienza dei visitatori, consentendo un'interpretazione più consapevole e personalizzata del patrimonio. Per le persone con disabilità, la domotica può rappresentare una vera rivoluzione: percorsi accessibili gestiti da app, porte automatizzate, segnaletica sonora e sistemi di traduzione simultanea sono solo alcuni degli esempi di come la tecnologia possa eliminare barriere fisiche e culturali.
Per consentire le operazioni di getto in un cantiere di un edificio oggetto di ricostruzione post sisma, il giorno 29 settembre 2025 dalle ore 9:30 alle ore 12:00 la circolazione in via Isonzo è disciplinata come segue: l’istituzione del divieto di transito veicolare ad esclusione dei residenti ed ai mezzi necessari per lo svolgimento dell’intervento, nel tratto di strada compreso tra l’intersezione con Viale Vittorio Veneto e l’intersezione con Viale Trento Trieste;
Il doppio senso di circolazione regolamentato con senso unico alternato esclusivamente per i residenti, nel tratto di strada compreso tra Viale Vittorio Veneto ed il civico n. 2 di Via Isonzo e nel tratto di strada compreso tra Viale Trento e Trieste ed il civico n. 2 di Via Isonzo. La ditta esecutrice dei lavori dovrà provvedere: all’impiego di “movieri” per la regolamentazione della modifica alla circolazione in Via Isonzo, secondo quanto disposto con il seguente atto, i quali dovranno presenziare fino a quando non sia stata ripristinata la viabilità ordinaria;
Alla delimitazione dell’area occupata dal cantiere al fine di impedire l’accesso ai pedoni al fine di salvaguardarne la sicurezza e la loro incolumità, prevedendo percorsi alternativi apponendo la necessaria e regolare segnaletica stradale; la segnaletica di presegnalazione della modifica della viabilità disposta con il presente atto dovrà essere apposta con almeno 24 ore di anticipo in tutte le vie che intersecano con Viale Vittorio Veneto e viale Trento e Trieste;
All'installazione della relativa segnaletica stradale temporanea con le relative limitazioni, obblighi e preavvisi necessari alle modifiche apportate alla circolazione veicolare e alla copertura della segnaletica esistente se in contrasto con quanto disposto dalla presente Ordinanza; alla rimozione della segnaletica temporanea istallata nel termine di scadenza del presente atto ed al completo ripristino delle condizioni di sicurezza della circolazione veicolare e pedonale.
L’Ufficio Tecnico Comunale è incaricato della predisposizione e collocazione della occorrente segnaletica stradale, a norma del Codice della Strada e relativo Regolamento di esecuzione, per la temporanea modifica della circolazione in Via Piave.
Si è conclusa con un bilancio estremamente positivo l'iniziativa Borghi Aperti che si è tenuta ieri, sabato 27 settembre, a Montefano. La manifestazione, promossa da Noi Marche, ha registrato una straordinaria affluenza di pubblico, confermando il grande interesse per la scoperta dei borghi della nostra regione.
Particolarmente significativa è stata la numerosa partecipazione di turisti provenienti da fuori paese, attratti dalla promessa di un viaggio immersivo nella storia, nell'arte e nella bellezza del borgo maceratese. I visitatori sono stati accolti e guidati con passione e competenza dai volontari Pier Marino Simonetti, Luigi Storani e Sandro Braconi, che hanno saputo trasmettere l'anima autentica di Montefano.
Alla visita, coordinata dal Vicesindaco Mirco Monina, erano presenti i delegati dell'Associazione Culturale La Rondinella, Marco Bragaglia, Giuseppe Biagiola, Stefania Stura e Franco Coppetta, e i membri Claudia Scipioni e Andrea Delsere dell’Associazione Effetto Ghergo, a testimonianza del forte legame tra l'Amministrazione Comunale e le realtà culturali presenti nel territorio.
Il tour, partito dal maestoso Palazzo Comunale Carradori-Olivi, ha condotto i partecipanti attraverso un percorso ricco di bellezze inaspettate. Grande è stato l'incanto di fronte al Teatro Comunale La Rondinella, un gioiello architettonico unico nel suo genere, e si è manifestato un forte interesse all’interno del Museo Ghergo, che custodisce gli scatti iconici del celebre fotografo montefanese Arturo Ghergo. La visita si è conclusa con un tuffo nel passato al Ciclo Museo, dove l'ingegno degli antichi mestieri su due ruote ha strappato sorrisi e curiosità.
L'evento non è stato solo un successo in termini di numeri, ma soprattutto un'occasione per mostrare la grande ricchezza culturale e artistica di Montefano.
La giornata di ieri conferma l'efficacia di iniziative come Borghi Aperti nel promuovere un turismo consapevole e di qualità, capace di valorizzare le comunità e le loro tradizioni. Un ringraziamento speciale va a tutti i partecipanti, ai volontari e alle istituzioni che hanno reso questo pomeriggio un'esperienza da ricordare.
"Il 3 novembre la Russia invaderà l'Europa e ci sarà la terza guerra mondiale": sono queste le parole decisamente allarmanti pronunziate dall’ex vice comandante supremo alleato in Europa della NATO, il generale britannico Richard Shirreff, in un video diffuso dall'emittente televisiva 'La7'. Continua dunque imperterrita la narrazione dell'imminente invasione russa dell'Europa, il pezzo forte dello storytelling odierno della NATO e dell'Unione Europea.
Finora gli zelanti pretoriani del discorso a senso unico, politicamente e geopoliticamente corretto, si erano limitati a parlare vagamente di imminente invasione russa dell'Europa: adesso si spingono oltre, e addirittura prevedono il giorno esatto, quasi come se si trattasse di un'eclissi solare. Nella previsione, manca solo l'ora esatta, in effetti...
Non abbiamo naturalmente alcun argomento per dire se la previsione del generale britannico sia vera o falsa. Quel che possiamo dire con ragionevole certezza è, però, che essa si inscrive perfettamente nel quadro ideologico e nella cornice cognitiva (ampiamente propagandistica) dell'odierno Occidente, anzi dell’u(c)cidente liberal-atlantista, che di tutto sta facendo per provocare la Russia e per propiziare l'incipit del conflitto, salvo poi fingere che sia la Russia stessa a voler invadere l'Europa.
E non possiamo neppure nascondere di essere attraversati dal sottile sospetto che dietro questo modus operandi si nasconda la longa manus di Washington, forse pronta a mandare avanti in avanscoperta il suo alleato sciocco, cioè l’Unione Europea, per poi poter intervenire attivamente con bombe umanitarie e missili democratici, una volta che la miccia della guerra sia stata innescata.
Ipotesi interpretative le nostre, certo; ipotesi che tuttavia riteniamo degne di essere seriamente prese in considerazione.
Del resto, risulta piuttosto difficile in questa fase seguire le dichiarazioni di Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo: esse appaiono spesso contraddittorie e senza una logica interna, quasi come se fossero trovate del momento e Trump si esprimesse per intervalla insaniae, come si diceva di Lucrezio.
L'ultima sua dichiarazione ci pare che possa essere letta in questo quadro ermeneutico: il codino biondo ha infatti dichiarato che il guitto di Kiev, l'attore Nato Zelensky, è "un grande uomo" (sic!) e che deve "riconquistare i territori occupati". Dichiarazione curiosa, invero, se si considera che in un passato non remoto Donald Trump aveva apostrofato piuttosto sprezzantemente la marionetta della NATO, peraltro maltrattandola incondizionatamente durante l’incontro che ebbero in presenza nei mesi scorsi.
Perché adesso Trump celebra il guitto di Kiev e, di più, lo esorta a rioccupare i territori e dunque a procedere nel conflitto? Non diceva con orgoglio Trump di volere la pace e la fine di ogni conflittualità con la Russia? A che giuoco sta realmente giocando?
Sorge sempre più il sospetto che gli Stati Uniti d'America stiano conducendo una guerra per procura contro la Russia di Putin, mandando avanti al massacro anzitutto l’Ucraina del guitto di Kiev e, a seguire, l’Unione Europea, sempre più condannata al ruolo lugubre di serva sciocca di Washington.
Quasi come se Washington attendesse il divampare del conflitto dell'Europa con la Russia per poi poter intervenire trionfalmente, presentandosi come suo solito alla stregua della potenza liberatrice e democratica e interviene per promuovere la pace e la libertà.
Sono sospetti suffragati, oltretutto, dal fatto che fin dagli anni Novanta la civiltà del dollaro, grazie al suo braccio armato detto Nato, si va espandendo negli spazi postsovietici con l’obiettivo di accercare la Russia in vista della sua normalizzazione in senso liberale e atlantista.
Tra tutte le relazioni umane, quella tra genitore e figlio è tra le più profonde, complesse e difficili da comprendere pienamente. Nell’infanzia siamo esseri indifesi che dipendono completamente da chi ci ha messo al mondo. Ci aspettiamo amore incondizionato e protezione costante, è una fase in cui la relazione sembra avere un senso chiaro. Tuttavia, con il passare del tempo il copione si rompe o si trasforma e l’adolescenza porta con sé un primo inevitabile processo di ridefinizione del legame originario.
Si comincia a sentire il desiderio di affermare la propria identità distinta ed autonoma da coloro che fino a quel momento sono stati un esempio. Figure idealizzate che all’improvviso vediamo nelle loro fragilità.
Arriva poi, con l’età adulta, il bisogno imprescindibile di esprimere la nostra essenza, di tracciare un percorso autonomo che spesso entra in conflitto con quel senso di fedeltà implicita alla famiglia di origine.E’ qui che nascono i primi sensi di colpa: scegliere strade diverse da quelle attese, allontanarsi fisicamente o emotivamente può essere vissuto come un tradimento silenzioso, anche quando è una tappa naturale della crescita.
Il processo prosegue poi con il progressivo invecchiamento dei genitori che diventano più vulnerabili, bisognosi di cure e attenzioni. Si ribaltano i ruoli, chi un tempo si prendeva cura ora ha bisogno di essere accudito.Si accentua la separazione tra chi è ancora in fase evolutiva, il figlio, e chi invece ora sembra fermarsi o regredire, il genitore.Da qui sorge un grande conflitto interiore per riuscire a bilanciare il desiderio di realizzazione personale con il senso di responsabilità verso chi ci ha cresciuti.
Molte vite adulte convivono con questa tensione costante nel cercare di armonizzare l’amore per la propria libertà e il dovere verso chi amiamo.Diventa quindi importante ridefinire consapevolmente la relazione con i genitori. Ciò significa, da un lato, superare il senso di colpa legato alla distanza fisica o emotiva e dall’altro perdonare i genitori, riconoscendo che hanno dato ciò che hanno potuto secondo le personali risorse interiori e culturali.Non sempre abbiamo ricevuto ciò che avremmo desiderato, ma questo non può togliere valore all’amore ricevuto.Questo ci consente di amare senza recriminazioni, uscendo dalle aspettative di figlio, accettando, da adulti, i reciproci limiti.
Se il figlio vive il senso di colpa per una sorta di debito affettivo, il genitore, invece, attraversa un momento di profonda vulnerabilità nel dover lasciare andare il proprio figlio, per permettergli di costruire la sua vita. Significa riconoscere che al posto di quel bambino che un tempo era al centro della propria esistenza ora c’è un individuo autonomo, capace di camminare da solo.
La difficoltà maggiore si ha quando l’identità dell’adulto si è definita quasi esclusivamente attraverso il ruolo di genitore. In questi casi la separazione può essere vissuta con un grande senso di vuoto.Il rischio è di innescare forme più o meno consapevoli di manipolazione affettiva volta a mantenere il figlio in una condizione di dipendenza emotiva.Questa dinamica può mettere in pericolo il processo di maturazione del figlio ed ostacolare la sua evoluzione.
Al contrario, un genitore che è riuscito a creare nel tempo un’identità autonoma con propri desideri, interessi, relazioni e passioni sarà più predisposto ad accettare il distacco, visto come una naturale evoluzione del percorso affettivo.Egli comprende che lasciare andare un figlio significa avere fiducia nella persona che è diventata.
Al riguardo lo psicologo Erik Erikson parla di “generatività” per indicare la capacità di creare e poi restituire al mondo ciò che si è costruito, come crescere un figlio per prepararlo ad essere se stesso e a non aver più bisogno di noi.
Se ben vissuta la fase della separazione è una grande opportunità per entrambi: da un lato il genitore ha la possibilità di ritrovare i propri spazi e creare nuovi progetti con una sorta di rinascita malinconica, dall’altra il figlio può abbracciare serenamente la propria vita con libertà e con la consapevolezza di avere una base sicura alle spalle a cui poter tornare ogni volta.
Torna come ogni domenica la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana “Chiedilo all'Avvocato”. Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa ai rapporti interpersonali e nello specifico alle problematiche inerenti le separazioni dei coniugi.
Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da un lettore di Macerata che chiede: “Se la moglie contrae comunque matrimonio nonostante l’incertezza dei propri sentimenti verso il futuro marito e poco dopo infatti viene lasciato il marito ha diritto ad un risarcimento danni?”
Il caso di specie ci porta ad analizzare una vicenda di recente affrontata dalla Suprema Corte, nella quale, a sei mesi dalle nozze, lei chiede e ottiene in un Tribunale ecclesiastico la nullità del vincolo matrimoniale.
A tale scopo sono decisive le parole della donna, la quale riconosce di «avere escluso il bene della indissolubilità del matrimonio e di essersi sposata con l’intenzione di rimanere tale per lo stretto tempo necessario a fare una prova, onde verificare se l’unione potesse reggere», e spiega che «tale intendimento» è stato da lei «totalmente sottaciuto al marito, che ne è venuto a conoscenza soltanto in occasione della causa canonica per la nullità del matrimonio religioso».
A fronte di tale quadro, il marito reagisce citando in giudizio la moglie al fine di ottenere un adeguato risarcimento, addebitandole la colpa di «avergli celato la determinazione di sposarsi per prova». Per i giudici di merito però, la pretesa avanzata dall’uomo è priva di fondamento. Così, sia in primo che in secondo grado, si vede respinta la richiesta risarcitoria avanzata.
In Tribunale e in Appello, i giudici sottolineano «l’irrilevanza per l’ordinamento italiano dell’esistenza di una causa di invalidità del matrimonio religioso». La vicenda finisce in Cassazione, e gli stessi magistrati pongono in evidenza, come fatto anche dai giudici d’Appello, «l’assenza di un comportamento da parte della donna che possa essere configurato quale produttivo di un danno ingiusto, o altrimenti pregiudizievole sulla base di una sorta di responsabilità prenegoziale».
L’assunto di fondo dell’uomo è «la denuncia della portata dannosa della mancata comunicazione da parte di uno dei coniugi, prima della celebrazione delle nozze, della riserva mentale di contrarre il matrimonio per prova, ossia quale esperimento derivante dalla condizione di incertezza della futura sposa circa la possibilità dell’insorgenza di fatti che avrebbero potuto rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza».
Per quanto concerne la responsabilità risarcitoria per la mancata comunicazione, da parte della donna, della riserva mentale sulla possibile dissolubilità del matrimonio, i magistrati osservano che «la libertà matrimoniale è un diritto della personalità, sancito anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo» e «benché il matrimonio sia un atto di autonomia privata, non può esservi attribuito l’effetto impegnativo del vincolo», anche perché non si può ignorare l’esistente «diritto di chiedere la separazione giudiziale al cospetto di un fatto tale da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza».
Non a caso, in materia di famiglia è previsto «il diritto di ciascun coniuge, a prescindere dalla volontà o da colpe dell’altro coniuge, di separarsi e divorziare, in attuazione di un diritto individuale di libertà riconducibile alla Costituzione».
Per fare chiarezza poi, sottolineano che «l’atto di impegno matrimoniale è rimesso alla libera e responsabile scelta del soggetto, quale espressione della piena libertà di autodeterminarsi al fine della celebrazione del matrimonio. Tale libertà non può essere limitata da un obbligo giuridico di comunicare al proprio coniuge uno stato soggettivo quale l’incertezza circa la permanenza del vincolo matrimoniale, avvertendo il soggetto il rischio concreto della sua dissoluzione ed effettuando la scelta matrimoniale nella consapevolezza di tale rischio, ciò che in altri termini comporta un tentativo o prova di convivenza matrimoniale. Affinché tale libertà non sia compromessa dall’incombenza di una conseguenza quale la responsabilità risarcitoria derivante dall’inottemperanza ad un dovere giuridico, la comunicazione, in quanto relativa alla sfera personale affettiva, può comportare esclusivamente un dovere morale o sociale».
Pertanto, in risposta alla domanda del nostro lettore e in adesione con il più autorevole orientamento della Suprema Corte, si può affermare che, «La riserva mentale circa la concreta possibilità della dissoluzione del matrimonio è così improduttiva di effetti per l’ordinamento italiano, sia dal lato del coniuge portatore della riserva, che non può avvantaggiarsene fino a conseguire la nullità del matrimonio – in conformità, del resto, alla generale irrilevanza della riserva mentale in materia negoziale –, sia dal lato dell’altro coniuge, che non è titolare di un interesse meritevole di tutela risarcitoria per l’ordinamento, per avere fatto affidamento sulla mancanza di quella riserva» (Cass. Civ. Sez. III, Ord. 05.11.2024 n. 28390).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
(Foto di Pexels da Pixabay)
Siete ancora indecisi su chi votare alle prossime elezioni regionali in programma nel weekend del 28 e 29 settembre? A disposizione dei cittadini segnaliamo la possibilità di utilizzare Itamat, un’applicazione online gratuita pensata per aiutare gli elettori a orientarsi tra i programmi delle liste in campo. L’idea nasce nel 2022 dall’iniziativa di tre giovani - due italiani e un tedesco - che hanno deciso di adattare al contesto italiano un modello già molto diffuso in diversi Paesi europei.
Il progetto si ispira infatti al Wahl-O-Mat, strumento introdotto in Germania all’inizio degli anni duemila e ormai diventato un riferimento stabile per milioni di cittadini. La logica è semplice: riportare i temi al centro della campagna elettorale, offrendo agli elettori un mezzo rapido e imparziale per confrontare le proprie opinioni con le posizioni ufficiali dei partiti.
Il funzionamento di Itamat è immediato. L'utente accede al sito e trova una serie di tesi brevi e neutrali, ad esempio: "La Regione deve investire di più nel trasporto pubblico locale". Per ciascuna affermazione si può esprimere accordo, disaccordo o una posizione neutrale, con la possibilità di saltare la domanda o di attribuire un peso maggiore a quelle ritenute più rilevanti. Le posizioni delle liste non sono frutto di interpretazioni arbitrarie, ma sono ricavate direttamente dai programmi ufficiali depositati. Al termine, un algoritmo calcola il grado di vicinanza tra le risposte fornite dall’utente e quelle dei partiti, restituendo una classifica delle affinità politiche.
Il progetto ha già raccolto risultati significativi. Al debutto, nelle elezioni politiche del 2022, Itamat ha registrato circa 330 mila utilizzi, con un’adesione molto alta da parte delle liste candidate. Nel 2024, in occasione delle elezioni europee, il tool è stato inserito in una rete di applicazioni analoghe a livello comunitario, sostenuta anche da un progetto Erasmus Plus finanziato dal Parlamento Europeo, raggiungendo oltre 360 mila accessi.
Ora, con l’avvio del ciclo elettorale regionale del 2025, lo strumento viene proposto anche in occasione delle consultazioni locali, al seguente link: https://itamat.it/regionali. "Si tratta di una sfida nuova: rispetto alle politiche e alle europee, le elezioni regionali hanno una visibilità mediatica più limitata e una dinamica differente. La possibilità di attingere ai programmi ufficiali dei partiti consente di garantire comunque un livello elevato di affidabilità e trasparenza", sottolineano i promotori.
L’obiettivo dichiarato rimane lo stesso: offrire a ogni cittadino un supporto imparziale per arrivare al voto in modo più consapevole, con la possibilità di approfondire i contenuti delle proposte politiche al di là delle figure dei leader. In un panorama dominato dalla comunicazione personalizzata e spesso polarizzata, Itamat punta così a riportare i temi concreti – economia, servizi, ambiente, mobilità – al centro del dibattito.
La comunicazione digitale sta attraversando una fase di trasformazione profonda e irreversibile. Negli ultimi anni, il modo in cui le aziende, i brand e i professionisti si relazionano con il proprio pubblico è cambiato radicalmente, spinto da un contesto tecnologico in continua evoluzione. Ad esempio, l’intelligenza artificiale, l’automazione dei processi e l’analisi predittiva hanno già contribuito a riscrivere le regole del marketing digitale, aprendo a nuovi scenari in cui la velocità, la precisione e la personalizzazione assumono un ruolo centrale. Non si tratta solo di nuovi strumenti, ma di un vero e proprio cambiamento culturale nel modo in cui si concepisce la relazione con il destinatario del messaggio.
L’intelligenza artificiale al centro delle strategie digitali
Una delle innovazioni più impattanti nella comunicazione digitale è senz’altro rappresentata dall’intelligenza artificiale. Parliamo di una tecnologia che non si limita solamente all’analisi dei dati, ma riesce anche a generare contenuti e a suggerire timing ottimali per l’invio delle comunicazioni e per prevedere il comportamento degli utenti. L’AI, infatti, consente di superare la logica “one-to-many”, aprendo la strada a una comunicazione “one-to-one” altamente personalizzata e dinamica. Grazie ai modelli di machine learning, è possibile comprendere in tempo reale le preferenze e i bisogni di ciascun utente, e proporre messaggi calibrati sulle sue specifiche esigenze.
Per i brand, questo significa costruire una relazione più empatica e rilevante, capace di anticipare le richieste e di proporre soluzioni prima ancora che vengano espresse. È un cambio di paradigma, dal semplice invio di informazioni si passa a una conversazione continua e intelligente, in cui ogni dato raccolto diventa una leva per migliorare la relazione con il pubblico.
L’importanza dell’automazione per l’efficienza e la coerenza
In parallelo con l’intelligenza artificiale, l’automazione sta giocando un ruolo sempre più decisivo. Automatizzare i flussi di comunicazione permette di raggiungere i destinatari nel momento giusto, con il messaggio più adatto e attraverso il canale preferito. I software di marketing automation consentono di pianificare campagne complesse, basate su comportamenti reali degli utenti, garantendo coerenza e tempestività nell’interazione.
Non si tratta solo di risparmiare tempo o ridurre gli errori, ma di costruire un ecosistema di comunicazione fluido e perfettamente orchestrato. L’automazione consente infatti di mantenere alta la qualità dei messaggi anche in contesti ad alta frequenza, come le campagne e-mail, le notifiche push o i funnel di conversione. In questo scenario, ogni passaggio, dalla creazione dei contenuti alla loro distribuzione, è pensato per massimizzare l’efficacia, ridurre la dispersione e aumentare il valore percepito dal destinatario.
Contenuti sempre più personalizzati e contestuali
Un altro aspetto determinante della nuova comunicazione digitale riguarda la personalizzazione dei contenuti. Oggi, gli utenti si aspettano di ricevere messaggi che parlino direttamente a loro, che tengano conto del contesto in cui si trovano, delle loro abitudini e delle loro preferenze. La personalizzazione non si limita più all’inserimento del nome nel campo oggetto o nell’intestazione, ma si estende alla struttura stessa del messaggio, alle immagini utilizzate, al tono di voce e persino all’offerta proposta.
Questo approccio richiede una profonda integrazione tra analisi dei dati, creatività e strategia. I contenuti devono essere pensati per essere adattivi, ovvero capaci di modificarsi in base al comportamento dell’utente. Un messaggio promozionale, ad esempio, può variare a seconda del dispositivo utilizzato, della localizzazione geografica o dello storico di acquisto.
Interazioni in tempo reale: la comunicazione come conversazione
La comunicazione digitale del futuro sarà sempre più incentrata sull’immediatezza e sull’interazione in tempo reale. Chatbot, assistenti virtuali e live chat rappresentano già oggi strumenti essenziali per offrire risposte rapide, supporto continuo e interazione personalizzata. Le persone non vogliono più attendere, si aspettano risposte puntuali, servizi disponibili 24 ore su 24 e la possibilità di interagire con i brand come farebbero con un amico tramite messaggistica istantanea.
Questo nuovo modo di comunicare abbatte le barriere temporali e spaziali, rendendo il dialogo tra azienda e consumatore più fluido, diretto e continuo. I social network, in particolare, stanno diventando non solo vetrine, ma veri e propri canali di customer care e di ascolto attivo. L’immediatezza delle risposte non è più un valore aggiunto, ma una condizione necessaria per mantenere la fiducia e la fedeltà del pubblico.
Evolvono anche i template per le email: impatto, chiarezza e strategia
In questo scenario di trasformazione, anche strumenti apparentemente consolidati come le e-mail stanno vivendo una nuova giovinezza, in particolare nella loro veste grafica. S. I template per realizzare email e newslettere diventano meno rigidi e preimpostati e si trasformano in asset tanto flessibili quanto strategici per migliorare la comunicazione digitale.
I template moderni garantiscono coerenza visiva e identità di brand, ma anche funzionalità, leggibilità e ottimizzazione per tutti i dispositivi.
Un buon template per email oggi deve adattarsi ai contenuti personalizzati, supportare l’inserimento dinamico di elementi multimediali e garantire compatibilità con tutti i client di posta elettronica. Inoltre, l’aspetto visivo deve essere curato per guidare lo sguardo del lettore verso i punti chiave del messaggio e favorire l’azione desiderata.
In questo contesto, è importante scegliere gli strumenti giusti. GetResponse, ad esempio, offre template per email professionali già pronti all’uso, responsive e integrabili con i workflow di automation. Il tutto a beneficio di aziende e professionisti, che posso in tal modo mantenere alta l’efficacia comunicativa delle loro campagne di comunicazione.
Verso un nuovo ecosistema comunicativo
La comunicazione digitale non è più un semplice mezzo per veicolare messaggi, ma un ecosistema complesso e interconnesso, in cui ogni elemento contribuisce alla costruzione di una relazione duratura con il pubblico. Intelligenza artificiale, automazione, personalizzazione e interazioni in tempo reale stanno ridefinendo le aspettative degli utenti e le strategie delle aziende. Chi si occupa di comunicazione oggi deve affrontare sfide inedite, la necessità di integrare tecnologia e creatività, di essere rilevante in ogni momento del percorso dell’utente e di misurare costantemente l’impatto delle proprie azioni. In questo scenario, l’approccio strategico diventa fondamentale.
Dal prossimo 30 settembre, in provincia di Macerata, sarà avviata la sperimentazione della nuova modalità di riconoscimento dell’invalidità civile, come previsto dalla riforma della disabilità (D. Lgs. 3 maggio 2024, n. 62).
I certificati medici introduttivi per la richiesta dell'invalidità civile, della L. 104/92, sordità, cecità, collocamento mirato, potranno essere redatti dai medici in servizio presso le aziende sanitarie locali, le aziende ospedaliere, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, i centri di diagnosi e cura delle malattie rare, nonché dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta, dagli specialisti ambulatoriali del Servizio Sanitario Nazionale, dai medici in quiescenza iscritti all'albo, dai liberi professionisti e dai medici in servizio presso strutture private accreditate, purché appositamente profilati.
Si precisa che i medici certificatori già profilati possono utilizzare il profilo in loro possesso per l’acquisizione dei nuovi certificati medici introduttivi, per i soggetti residenti o domiciliati nei territori coinvolti nella sperimentazione, dal 30 settembre 2025.
Per quanto concerne i medici certificatori che si profilano per la prima volta, è necessaria una specifica abilitazione ai servizi telematici da richiedere compilando il modulo “AP110 – Richiesta di abilitazione ai servizi telematici per medici certificatori”. Il citato modulo “AP110” è scaricabile in formato .pdf dal sito istituzionale www.inps.it nella sezione “Moduli” e deve essere compilato e trasmesso tramite posta elettronica certificata (PEC) alla Struttura territorialmente competente dell’INPS, all’indirizzo individuato nella sezione “Sedi e Contatti” del medesimo sito istituzionale.
La trasmissione telematica all'INPS del solo certificato introduttivo costituirà il presupposto per l'avvio del procedimento valutativo di base, senza necessità di presentare una domanda. Le visite saranno da subito effettuate sia presso la Direzione provinciale INPS di Macerata, sia presso l’Agenzia di Camerino di via Venanzio Varano, negli ulteriori locali messi a disposizione dall’Unione Montana Marca di Camerino.
Non appena si saranno completate a livello nazionale le procedure concorsuali in atto per l’assunzione di ulteriori medici, le commissioni mediche destinate a gestire la riforma della disabilità saranno attivate anche presso l’agenzia INPS di Civitanova Marche, attualmente ubicata in piazza San Sergio Papa e presso idonei locali, che il Comune di Recanati si è impegnato a metterci a disposizione. L’attivazione di tali ulteriori presidi avverrà entro il primo semestre del 2026.