Colui che giudica, non si pone in discussione, crede di aver compreso tutto sulla vita, su sé stesso, sugli altri; dall’alto detta sentenze ed è un piccolo re nel suo piccolo mondo. Costui si è costruito una bella fortezza per sentirsi potente e al sicuro, non c’è curiosità di conoscere oltre, perché potrebbe far vacillare il fragile equilibrio su cui si sostiene.
Quando il giudicante giudica ha il suo momento impagabile di adrenalina, sentendosi potente e più forte del povero giudicato. Giudicando, ci permettiamo senza alcun titolo di esprimere un’opinione personale sulla qualità, sul valore o sul merito di una persona o di una cosa.
Diverso è il momento in cui interagiamo con i nostri simili, cercando di uscire dalla nostra personale realtà per comprendere l’altro con empatia, provando ad osservare l’esperienza della persona come essere umano con le sue fragilità.
Quando ciò succede, spesso constatiamo che dietro ad ogni azione si nasconde una ragione molto più complessa di quello che noi vediamo. Se cominciassimo a vedere l’altro sotto questa prospettiva potremmo diventare più umani, spinti dal desiderio di guardare oltre la mera apparenza, per conoscere le tante realtà che ci circondano, celate dietro innumerevoli vite.
Uscire da un giudizio sterile, che non ha nulla di costruttivo, è il primo passo verso l’evoluzione personale.
Se da un lato colui che giudica gode di un’illusoria e fugace sensazione di potere, dall’altra colui che si sente giudicato, si blocca e non riesce a vivere una vita autentica, perché in tutto ciò che fa, insegue il consenso altrui perdendo di vista sé stesso.
Solo la vittima del giudizio dell’altro può porre fine a tale dinamica disfunzionale, accettando queste realtà:
- Non possiamo piacere a tutti ed ognuno è libero di pensare quello che vuole, per cui accettiamo serenamente il pensiero altrui che, di certo, non identifica chi siamo realmente.
- Il giudizio che arriva dall’esterno non ci definisce, solo Io so chi Sono; gli altri ci giudicano in base alla loro scala di valori, il giudizio è lo specchio di chi parla, connota chi lo pronuncia, per cui selezioniamo i contenuti anche in base alla fonte da cui provengono.
- Non chiudiamoci subito e valutiamo se una critica è sterile oppure è un suggerimento che potrebbe rivelarsi utile.
In Conclusione, siamo soltanto noi che decidiamo cosa fare di una critica, tanto più ci sentiamo centrati e consapevoli di chi siamo e del nostro valore, tanto meno tutto ciò che succederà fuori da noi ci potrà condizionare.
Essere in pace con noi stessi è un vero scudo che ci proteggerà sempre da ogni attacco esterno.
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