"Dare a chi evade l'obbligo vaccinale una multa (100 euro) una tantum più o meno equivalente a due divieti di sosta (41 euro x 2) rende l'obbligo stesso una grottesca buffonata. Dispiace vederla arrivare da un governo che si credeva serio. Spero di avere capito male". Lo ha scritto il virologo Roberto Burioni in un tweet.
Il decreto che introduce l'obbligo di vaccino per gli over 50 prevede, infatti, per tutti coloro (lavoratori e non) che non saranno in regola con l'obbligo vaccinale a partire dal primo febbraio 2022, una sanzione di 100 euro una tantum. È quanto spiegano, ad Ansa, fonti di Palazzo Chigi.
La sanzione sarà irrogata dall'Agenzia delle entrate, attraverso l'incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali. L'obbligo di Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori (pubblici e privati) e i liberi professionisti di almeno 50 anni scatterà dal 15 febbraio 2022.
Da quella data, gli stessi saranno tenuti a possedere ed esibire il Green Pass rafforzato all'accesso al luogo di lavoro, pertanto chi oggi non è ancora vaccinato dovrà effettuare la prima dose del vaccino entro il 31 gennaio per ottenere un Green Pass rafforzato valido a partire dal 15 febbraio.
La sanzione da 100 euro per gli over 50 che violino l'obbligo vaccinale partirà dal 1 febbraio 2022. Per i lavoratori pubblici e privati e i liberi professionisti non vaccinati, soggetti all'obbligo di possedere un Green Pass rafforzato dal 15 febbraio 2022, è prevista inoltre una sanzione da 600 a 1.500 euro nel caso di accesso ai luoghi di lavoro in violazione dell'obbligo.
Come già avviene per i lavoratori sprovvisti di Green Pass, anche i lavoratori ultra-cinquantenni che dal 15 febbraio 2022 saranno sprovvisti di Green Pass rafforzato al momento dell'accesso al luogo di lavoro saranno considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro ma senza diritto alla retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati.
“Stiamo subendo uno tsunami da parte della pandemia con circa il doppio dei casi rispetto ai peggiori momenti dello scorso anno, fortunatamente gli ospedali stanno ancora reggendo botta visto che grazie ai vaccini, alle mutazioni del virus ed al fatto che mediamente colpisce persone più giovani, ora è molto meno probabile finire in ospedale. Ma sul territorio la situazione è vicina all’apocalisse”. Lo sfogo, via social, arriva da Tommaso Claudio Corvatta, ex sindaco di Civitanova Marche, medico di base e ora coordinatore dell'Usca per la cura dei pazienti a domicilio.
Il professionista denuncia una situazione di difficoltà dovuta anche al fatto che i ”pediatri stanno fronteggiando la contemporanea presenza tra i bambini di più tipi di malattie infettive, mentre la scorsa invernata c’era praticamente solo il coronavirus”. “Tutti i medici del territorio – spiega Corvatta - sono costretti a sobbarcarsi anche buona parte del lavoro del servizio di prevenzione che ha alzato bandiera bianca e non è più in grado non solo di seguire il tracciamento dei casi, ma nemmeno di procurare i tamponi di controllo alle persone infettate e quindi ci dobbiamo pensare noi, medici del territorio con un aggravio di tempo che è circa pari al tempo che serve per visitare una persona".
“Di fatto non possiamo più contare nemmeno sull’aiuto dell’Usca, prosegue. Questo servizio, appositamente creato per soccorrere a domicilio i casi di covid di gravità intermedia, attualmente nel nostro territorio è a orario più che dimezzato rispetto ai momenti peggiori dello scorso anno, e il tempo di attesa per una visita richiesta dal medico di famiglia o dal pediatra è di diversi giorni, tempo che spesso rende inutile la visita e può mettere in pericolo i pazienti”.
Nell’ultima settimana – sottolinea ancora il medico - io stesso che sono uno dei coordinatori di questo servizio, ho rinunciato ad utilizzarlo, avendo valutato che in queste condizioni l’utilizzo dell’Usca per tale ritardo diventi inutile se non pericoloso. Cercate di evitare i contatti, perchè in questo momento abbiamo difficoltà a curarvi”.
Open day vaccini senza prenotazione nei weekend di gennaio nelle Marche, potranno accedervi tutti i cittadini over 18. È lo sforzo organizzativo predisposto da Regione Marche ed Asur per accelerare la campagna vaccinale della terza dose anche alla luce delle novità emanate dal Governo, che ha autorizzato dal 10 gennaio il richiamo booster dopo 4 mesi (120 giorni) dalla seconda dose e fissato dal 1° febbraio la scadenza del Green Pass dopo sei mesi.
“La strada da seguire resta quella della prenotazione. L'obiettivo – afferma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – è di vaccinare entro gennaio tutti i marchigiani che hanno fatto la seconda dose da oltre 4 mesi, al ritmo di 16 mila al giorno. Gli open day andrebbero utilizzati da coloro che rischiano la scadenza del green pass, visto che dal 1 febbraio la durata passerà da nove a sei mesi, come stabilito dal Governo, e da coloro che hanno ricevuto la seconda dose da oltre 5 mesi o per le prime dosi. L’accesso non sarà illimitato: all’arrivo bisognerà dotarsi di numero fino ad esaurimento dei posti disponibili in base alle dosi e al personale sanitario disponibile nelle sedi. Ricordiamo che per le prime dosi l’accesso alle sedi vaccinali è possibile ogni giorno senza prenotazione. Un plauso va fatto a tutto il personale sanitario che si impegna anche per gli open day nonostante sia in prima linea ogni giorno nella lotta alla pandemia”.
Un calendario che per tutto gennaio, in particolare nei fine settimana ma in alcuni casi anche durante i giorni feriali, consentirà ai cittadini di potersi vaccinare per la terza dose senza la prenotazione, mentre continuano giornalmente ad essere attivi i punti vaccinali ormai noti dove possono recarsi i cittadini che hanno l’appuntamento vaccinale o, senza prenotazione, tutti coloro che devono fare la prima dose. Si rendono noti al momento gli appuntamenti per questo primo fine settimana, mentre sono in fase di definizione le sedi degli open day per gli altri week-end del mese di gennaio su tutto il territorio regionale e saranno resi noti prossimamente. Inoltre, per potenziare il servizio sono stati messi a disposizione anche degli slot vaccinali presso l’Ospedale Inrca di Osimo l’8 e il 9 gennaio, previa prenotazione sulla Piattaforma Poste. Nell'Area Vasta 3 gli open day si terranno l' 8 gennaio a Tolentino, presso le Terme di Santa Lucia dalle 8 alle 13, e il 9 e il 23 gennaio a Civitanova Marche nel punto vaccinale di Via Gobetti.
Questo il calendario delle Aree vaste delle sedi degli Open Day per il primo fine settimana:
AREA VASTA 1: 8 gennaio a Fano al CODMA di via Campanella dalle 14 alle 20, 9 gennaio a Urbino al Bocciodromo di via Pablo Neruda 1 dalle 14 alle 20.
AREA VASTA 2: 08 gennaio: a San Marcello presso il Molino dell’Olio in via Mazzini 2 dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.30, a Filottrano presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Beltrami in via M.Luter King 1 con orario 9-13 e 15-19, ad Apiro presso la sede della Piros in Piazzale Schiavetti 11 dalle 8 alle 13. 9 gennaio: a Loreto, in località Montorso, nella sala Giovanni Paolo II nell’orario 08:30-13 e 14 – 19.
AREA VASTA 4: 8 gennaio a Fermo in viale Trento dalle 8.30 alle 19.30.
AREA VASTA 5 8 gennaio a Roccafluvione al Municipio dalle 9 alle 12, a Montalto delle Marche nella sede del Distretto dalle 9 alle 13, 9 gennaio a Ripatransone nella sede del Distretto dalle 9 alle 13. L’11 gennaio: a Offida nel Palasport Vannicola dalle 9 alle 14, il 12 gennaio ad Appignano del Tronto nella palestra dalle 9 alle 13, a Palmiano nell’ambulatorio del Municipio dalle 16 alle 18.
Arriva l'ufficialità, cambio di sede a Macerata per l'attività dei tamponi drive-in. Dopo i numerosi disagi emersi nelle scorse settimane (lunghe attese e traffico bloccato in via Spalato), arriva il trasferimento da Largo Belvedere Raffaello Sanzio (ex Crass) allo stabile già adibito a Centro Vaccini, in via Teresa Noce 22, di Piediripa.
La nuova sede verrà già attivata in occasione dell’effettuazione del drive “straordinario”, rivolto agli studenti della scuola primaria e secondaria di I° grado, il 6 gennaio.
"Ciò in previsione del rientro a scuola e come da indicazioni della Regione. Nello specifico il tampone (rapido) è rivolto agli studenti che abbiano dei sintomi o che abbiano avuto un contatto diretto o sospetto positivo, i quali potranno recarsi, accompagnati almeno da un genitore, direttamente e senza bisogno di prenotazione. E’ previsto il ritiro del referto cartaceo sul posto" spiega la direttrice dell'Area Vasta 3, Daniela Corsi.
Il drive è posizionato nella parte retrostante l’immobile, con accesso diretto e debitamente segnalato, dal primo cancello presente sulla recinzione. Soddisfazione per la decisione è stata espressa dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e dal delegato alla Sanità Giordano Ripa. Dodici volontari dell'associazione Macerata Soccorso si occuperanno del trasloco. Le operazioni si protrarranno sino a tarda notte affinché il centro tamponi drive-in sia operativo già dalla giornata di domani.
Nuovo picco di casi di coronavirus registrati nelle Marche in 24 ore: sono 2.147 e l'incidenza su 100mila abitanti si avvicina a 700 (697,87); record anche di tamponi/test (oltre 25mila). Lo fa sapere l'Osservatorio epidemiologico regionale.
Ancora una volta il numero più alto di contagi è stato rilevato in provincia di Ancona (651), seguita da Fermo (469), Ascoli Piceno (356), Macerata (291), Pesaro Urbino (231); 149 i casi da fuori regione. Non cambia la 'graduatoria' di contagi tra le classi d'età guidata da 25-44 anni (746), 45-59 (482) e 19-24 anni (221); sono 352 i casi tra i più giovani (0-18 anni). Tra i nuovi positivi figurano addirittura 17 bambini tra 0 e 2 anni.
Tra i contagiati 406 con sintomi, 618 contatti stretti di positivi e 563 contatti domestici, 24 in ambiente di vita/socialità, 11 in setting lavorativo, 2 sanitario, 1 assistenziale; per 509 casi in corso un approfondimento epidemiologico. Nel dettaglio sono stati eseguiti 16.856 tamponi (12.432 nel percorso diagnostico con il 17,3% di positivi; e 4.424 nel percorso guariti) a cui si aggiungono 8.361 test antigenici (3.444 positivi).
Sono in aumento di otto unità il numero dei ricoveri in Area Medica, dove sono presenti 296 pazienti, 52 dei quali in Terapia Intensiva (-1 rispetto a ieri). Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati, purtroppo, anche cinque decessi correlati al Covid: un 91enne di Civitanova, una 90enne di Corridonia, un 77enne di Jesi, un 77enne di Senigallia e una 93enne di Castelfidardo.
Vaccini alle terme Santa Lucia di Tolentino, anche il Presidente dell'Assm SpA scende in campo. Per garantire la continuità del servizio, a rischio per la mancanza di alcuni medici in malattia, anche il dottor Stefano Gobbi ha deciso di andare in soccorso al personale termale per inoculare le dosi di vaccino che centinaia di cittadini avevano prenotato ormai da tempo.
"È, infatti, operativa a pieno regime la struttura di contrada Santa Lucia che da diversi mesi garantisce il sostegno all’Asur regionale nel supportare il servizio vaccinazioni - sottolinea Gobbi -. Anzi, di settimana in settimana, la fiducia verso il personale medico, infermieristico e amministrativo è andata aumentando sempre di più, come le dosi di vaccino somministrate ai pazienti".
Per ridurre il più possibile i tempi d’attesa sono state organizzate 4 postazioni con medici e infermieri che somministrano il vaccino in un ambiente ampio e quindi sicuro. "Un forte plauso va a tutto il personale delle Terme Santa Lucia che ha permesso con grande professionalità e umanità di garantire un servizio per nulla scontato" ha concluso il presidente Stefano Gobbi.
Con più di 1600 nuovi casi – di cui oltre 180 solo nella provincia di Macerata – la Regione Marche si prepara a fare il suo ingresso nella temuta zona arancione. Prosegue nel frattempo, la corsa ai tamponi e ai vaccini, con l’aumento progressivo anche delle segnalazioni legate ai vari astensionisti e i furbetti del green pass. Sono i reparti della sanità pubblica e privata a finire nuovamente sotto inchiesta, con la presenza sempre più costante dei cosiddetti “infermieri no vax” (o comunque non in regola) e la complicata gestione del caos tamponi degli ultimi giorni. A fare chiarezza sulla situazione è stato il presidente dell’Ordine provinciale degli infermieri, Sandro Di Tuccio, per noi ai microfoni di Picchio News.
Che cosa è cambiato nelle ultime settimane per voi del settore infermieristico? Con il decreto legge del 26 novembre scorso è cambiata la normativa: l’accertamento di chi è in regola o no con le vaccinazioni è passato direttamente dall’Ufficio di Igiene ai vari Ordini Professionali. Noi dobbiamo quindi andare a contattare circa 300 persone e verificare la loro situazione. Chi sarà sprovvisto di certificazione verrà sospeso sino al 15 giugno 2022. Per ora sono 33 quelli già intercettati e bloccati.
Come mai questo passaggio di responsabilità? A livello nazionale gestire la situazione era diventato difficile. L’intento non è quello di iniziare una specie di caccia alle streghe, ma semplicemente di applicare la norma.
Lei si è confrontato con questi colleghi non vaccinati? Certo, poi ognuno è libero di scegliere. Molti però hanno paura: non si fidano, altri non ci credono per motivi personali, o aspettano altre tipologie di vaccino.
Perché queste persone, con il ruolo che svolgono all’interno della comunità, sono arrivate ad avere paura? Non c’è stata un’informazione corretta, secondo me: le notizie sono state pilotate anche da persone che avevano titolo e autorevolezza. Così è stato piantato il seme della paura. Deontologicamente poi noi dovremmo sempre credere alla scienza e rispettare i nostri personali canali d’informazione. Purtroppo spesso il vissuto del singolo individuo, con le varie problematiche personali, fa la differenza.
Sono previste delle iniziative a riguardo? Stiamo provando ad organizzare corsi formativi per sciogliere i dubbi, ma c’è da dire che al momento la percentuale di non vaccinati è minima: parliamo de 2-3% dei nostri iscritti. Il problema più grande è dover sospendere altri infermieri, col rischio di sovraccaricare di lavoro quelli che già presenti sul territorio, che sono comunque pochi rispetto alle necessità.
Un altro rischio potrebbe essere quello di influenzare le scelte dei vari utenti? Su queste situazioni sta al datore di lavoro intervenire, magari allontanando il professionista a contatto con i pazienti e dandogli altre mansioni. È a discrezione della struttura di appartenenza. Laddove un infermiere facesse proselitismo, dando informazioni distorte anche sui social, sarebbe un fatto grave perché c’è la violazione del codice deontologico.
Quali sono i vostri punti di forza per gestire questa situazione? Abbiamo fatto tesoro degli ultimi due anni di pandemia: sappiamo come muoverci nel miglior modo possibile.
Per quello che riguarda invece il caos tamponi, che idea vi siete fatti? Ci sono tantissimi casi sintomatici da monitorare: la richiesta supera l’offerta e non riusciamo a rispondere ai bisogni tutti. L’unica nota buona è che molti hanno sintomi lievi grazie al vaccino.
E sul costo eccessivo dei tamponi? Lì è il mercato a decidere. Fare un molecolare richiede costi perché ci sono di mezzo attrezzature, biologi, tecnici. Non è un esame banale, richiede competenza, e il costo è giustificato dal lavoro svolto. Il tampone rapido è più semplice ma ha dei limiti, quindi costi minori.
Ha senso mantenere sul mercato l’opzione del tampone “fai da te” acquistabile nei supermercati? Se esiste vuol dire che c’è richiesta. Permette un maggiore monitoraggio, sebbene poco attendibile: servono sintomi importanti della malattia. Del resto, i prodotti di qualità costano, è legge del mercato. Ma non entro nel merito.
Il cittadino così, però, rischia nel più dei casi di spendere denaro sia per il “fai da te”, sia per un tampone più attendibile. Si tratta di una libera scelta: se uno vuole spendere per un prodotto di basso livello, può farlo con tutte le conseguenze del caso.
Come si riversa tutto questo sul vostro lavoro nelle strutture sanitarie? Nonostante la scelta di partenza di un tampone più economico, il cittadino alla fine si rivolge comunque al sistema sanitario - pubblico o privato che sia - per avere maggiori controlli e sentirsi più tranquillo. Di base, a noi cambia poco a livello lavorativo.
Dal 29 dicembre sono valide le nuove disposizioni anche al centro vaccinale di Camerino, a Vallicelle, aperto il martedì e giovedì dalle ore 8 alle ore 13. Sarà chiuso il 6 gennaio. Dal 29 dicembre 2021 la somministrazione della seconda e della terza dose di vaccino Sars-Cov2 nei Punti Vaccinali di Popolazione verrà effettuata solo a coloro che sono prenotati. L’accesso diretto, senza prenotazione, sarà possibile solo a chi deve effettuare la prima dose. Il provvedimento è stato adottato per evitare le lunghe code e gli assembramenti che si stanno formando in questi giorni in tutti i punti vaccinali della regione.
Nei Punti Vaccinali di Popolazione, dunque, bisognerà essere muniti di foglio di prenotazione, fatta eccezione per coloro che devono fare la prima dose. Dal 10 gennaio 2022 la terza dose potrà essere effettuata a quattro mesi dalla seconda. Solo dal primo febbraio 2022 invece il Green Pass scadrà dopo sei mesi anziché nove mesi.
Il Comune ricorda “che la vaccinazione è possibile anche nelle farmacie convenzionate, per gli over 18 (la lista è presente sul sito della regione) e nei camper vaccinali. La vaccinazione (prima dose) dei bambini di età 5-11 anni compiuti si svolgerà in luoghi idonei individuati dalle singole Aree Vaste e dai Distretti, e nei punti vaccinali ospedalieri per i bambini fragili. Nell’Area Vasta 3 sono stato individuati i Distretti Sanitari di Macerata e Civitanova e il Cinema Italia a San Severino Marche. Le prenotazioni dovranno essere effettuate tramite la tessera sanitaria e il codice fiscale del bambino e con le modalità ormai note”.
La Struttura Commissariale, diretta dal generale Francesco Figliuolo, e le Associazioni di categoria hanno raggiunto l'accordo per la vendita in farmacia di mascherine FFP2 al prezzo calmierato di 75 centesimi di euro l'una. L'accordo sarà siglato a breve, e le adesioni saranno sottoscritte attraverso il sistema tessera sanitaria. L'accordo con FederFarma, AssoFarm e FarmacieUnite è stato raggiunto dalla Struttura Commissariale del generale Francesco Figliuolo, d'intesa con il Ministero della Salute e sentito l'Ordine dei Farmacisti. Intanto la Coop annuncia che dallo scorso 31 dicembre le mascherine Ffp2 sono vendute nei suoi punti vendita a 50 centesimi.
Un modo per venire incontro al più ampio utilizzo richiesto di questa tipologia di mascherine e calmierare i prezzi. Lo rende noto Coop in un comunicato. "Non è la prima volta che ritocchiamo al ribasso i prezzi di questi dispositivi medici -dicono in Coop - di fronte a una emergenza sanitaria gli obiettivi che ci prefiggiamo sono evitare speculazioni ed offrire soluzioni a vantaggio di tutti". Sul fronte dei vaccini, "nel mese di dicembre il numero di somministrazioni effettuate è stato di 14,5 milioni. Per il mese di gennaio 2022, alla luce dei risultati positivi fatti registrare dalle Regioni e Province autonome nel periodo delle festività natalizie e di fine anno, con punte di quasi 650mila somministrazioni giornaliere, si potranno raggiungere i 15 milioni di somministrazioni".
È quanto fa sapere la struttura del Commissario per l'Emergenza, Francesco Figliuolo, aggiungendo che "il fabbisogno di vaccini per il mese di gennaio verrà assicurato dalle dosi di Pfizer e Moderna nella disponibilità della struttura commissariale. Nel complesso, i quantitativi sono in grado di esprimere una potenzialità di 26 milioni di somministrazioni".
(Fonte Ansa)
Nell'ultima giornata sono stati rilevati 519 casi di positività al coronavirus nelle Marche e l'incidenza su 100mila abitanti sale a 635,07 (ieri 699 contagi e incidenza a 621,08). Lo evidenziano i dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale della Regione.
Il numero più alto di casi si conferma in provincia di Ancona (206); seguono le province di Pesaro Urbino (160), Macerata (115), Ascoli Piceno (11) Fermo, oltre a 22 persone da fuori regione. In tutto sono stati eseguiti 4.498 tamponi (3.443 nel percorso diagnostico di screening con il 15,1% di positivi a fronte del 33,4% di ieri; 1.055 nel percorso guariti) e 2.549 test antigenici (772 positivi).
È ancora la fascia d'età 25-44 anni quella più interessata da contagi (143 casi), seguita da 45-59 anni (117); 96 contagi tra giovani di età 0-18 anni, 48 nella fascia 19-24 anni, 45 tra i 60-69 anni, 33 casi tra persone di età compresa tra 70-79 anni, e 33 tra 80-89 anni.
Tra i nuovi contagiati 119 persone con sintomi; i casi comprendono 116 contatti stretti di positivi, 142 contatti domestici, 4 in ambiente di vita/socialità, 1 ciascuno in setting sanitario, assistenziale e lavorativo; su 127 casi è in corso un approfondimento epidemiologico.
Sono in aumento di nove unità il numero dei ricoveri in Area Medica, dove sono presenti 286 pazienti, 54 dei quali in Terapia Intensiva (+4 rispetto a ieri). Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati, purtroppo, anche tre decessi correlati al Covid: un 75enne di San Costanzo che ha perso la vita all'ospedale di Pesaro, una 98enne di Fano e un 77enne di Pesaro che sono spirati alla Rsa Galantara.
"Fra 4 giorni le farmacie del Servizio sanitario regionale avranno a disposizione una nuova cura per il Covid, la nuova pillola 'Molnupiravir'. Si assume per via orale e a domicilio". Ad annunciarlo, attraverso un post su Facebook, è l'assessore regionale alla Salute, Filippo Saltamartini.
"Sempre dai prossimi giorni, i medici di famiglia e gli Usca potranno curare a casa le persone con Covid, con un farmaco che finora poteva essere somministrato solo in Ospedale, il 'Remdesivir' - aggiunge Saltamartini -. E sempre dalle prossime settimane gli Usca verranno equipaggiati con una nuova apparecchiatura portatile capace di processare i tamponi molecolari, quelli che oggi sono valutati in laboratorio".
"E non per ultimo, sarebbe opportuno, che nelle manifestazioni delle prime fasi del Covid, si possa somministrare la terapia con anticorpi monoclonali che guariscono dalla patologia" sottolinea ancora l'assessore.
Sul fronte vaccinazioni Saltamartini spiega; "Alla fine del mese di gennaio 2022, saranno 440.000 i cittadini a cui sarà scaduto il termine di 4 mesi, dalla seconda dose, per richiedere il richiamo booster, terza dose. E’ stato necessario per questo riattivare il programma di vaccinazione con 16.000 inoculazioni al giorno. Saranno potenziate tutte le linee vaccinali, e contestualmente proseguirà l’azione dei Camper. Tutti coloro i quali si sono già prenotati e sono stati spalmati per aprile, marzo e febbraio verranno tutti ricollocati a gennaio 2022 e verranno avvisati con un sms".
Nelle Marche vola oltre 600 (600,17) l'incidenza di contagi da coronavirus su 100mila abitanti, con i 1.619 casi rilevati nell'ultima giornata. Il giorno precedente si era registrato il picco di contagi giornalieri (2.079) con incidenza che aveva raggiunto 551,61.
Lo evidenziano i dati dell'Osservatorio epidemiologico regionale. Nel capoluogo di regione, Ancona, il maggior numero di casi in un giorno (503); seguono per numero di casi le province di Fermo (412), Ascoli Piceno (230), Macerata (225), Pesaro Urbino (135); 114 contagiati provenienti da fuori regione. In totale 28.858 tra tamponi e test antigenici eseguiti in 24ore.
La fascia d'età più 'colpita' per numero assoluto di casi è sempre quella tra i 25-44 anni (496); poi 45-59 anni (365) e 19-24 anni (184). Sono 295 i nuovi contagi tra giovani di età compresa tra zero e 18 anni. Le persone con sintomi sono 307; i casi comprendono anche 334 contatti stretti di positivi; 414 contatti domestici, 1 in setting lavorativo, 8 in ambiente di vita/socialità, 1 in setting assistenziale, 3 in setting sanitario; su 533 casi in corso approfondimenti epidemiologici.
Tra i positivi generali il 63% risulta vaccinato e il 37% non vaccinato; ma l'incidenza su 100mila abitanti è di 32,64 tra i vaccinati mentre quella sui non vaccinati è 148,64. Nel complesso sono stati eseguiti 18.277 tamponi (14.171 nel percorso di screening e 4.106 nel percorso guariti; 11,4% di positivi) e 10.581 test antigenici (1.558 positivi).
Ancora un balzo di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: +8 in un giorno e il totale sale a 270 con particolare rilievo per i degenti in Terapia intensiva che raggiungono i 47 (+5). L'occupazione di pazienti Covid in Intensiva schizza al 18,65% (ieri era al 16,66%).
Invariata la situazione nelle Semintensive (55 degenti) e tre ricoveri in più nei reparti non intensivi (168) con l'incidenza in Area medica (223 pazienti) che sale al 22,7% (precedente 22,4%); 14 le persone dimesse in 24ore. Intanto registrati altri cinque morti correlati alla pandemia: il totale regionale di vittime che raggiunge 3.254. Sul fronte contagi 1.619 i casi in un giorno, l'incidenza di positivi su 100mila abitanti sale a 600,17.
Nelle statistiche della Regione, il tasso di occupazione delle terapie intensive è dato per il 25% da vaccinati e per il 75% da non vaccinati: l'incidenza su 100mila abitanti, però, è di 0,82 tra le persone che hanno ricevuto almeno due dosi di vaccino e di 6,70 tra chi non si è vaccinato.
Lo stesso tipo di statistica per i ricoveri in Area medica (42% vaccinati, 56% non vaccinati) evidenzia un'incidenza di 4,45 su 100mila abitanti tra i vaccinati e di 16,63 tra non vaccinati.
In merito agli ultimi deceduti, quattro risiedevano della provincia di Pesaro Urbino (un 86enne di Gradara, una 88enne di Fano, una 97enne di Pesaro e un 90enne di Fano, quest'ultimo senza patologie pregresse) e una a Fermo, una 83enne. Il totale dei positivi nella regione sale a 7.761 (+126), le quarantene per contatto con positivi a 20.548 (+325); i guariti/dimessi sono 136.073 (+1.493). Gli ospiti di strutture territoriali sono 132 e 27 in osservazione nei pronto soccorso.
Con l'arrivo del nuovo anno cambiano, per quanto riguarda il mese di gennaio, gli orari d'apertura del centro vaccinazioni anti-Covid di Civitanova Marche.
L'hub comunale di via Gobetti, seguirà i seguenti orari, dal lunedì al sabato: lunedì dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00; martedì dalle ore 8:00 alle 13:00; mercoledì dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00; giovedì dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00; venerdì dalle ore 8:00 alle 13:00; sabato dalle ore 8:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00 (ad eccezione di sabato 8 gennaio in cui l’ingresso è previsto dalle ore 8:00 alle 13:00).
Il centro vaccini resterà chiuso, oltre che di domenica, nei giorni del primo e del 6 gennaio. Il calendario potrà subire variazioni in base alle necessità stabilite dall’Area Vasta 3.
"Nella nostra realtà cittadina risultano ancora non vaccinati 4.314 soggetti, pari al 10.7% della popolazione". Il dottor Giordano Ripa, consigliere delegato alla Sanità presso il Comune di Macerata, fa il punto della situazione sui contagi Covid in città. «I dati nazionali trasmessi dalla Fondazione GIMBE ci dicono che in Italia durante la settimana di Natale si è verificata un’impennata dell’80.7% di positività al Covid 19, una crescita del 20.4% di ricoverati con sintomi e una crescita del 13.1% di persone in terapia intensiva - spiega il dottor Ripa -. Parallelamente anche nella regione Marche, nel corso dell’ultima settimana, si è verificato un aumento esponenziale della fase pandemica».
«Il 29 dicembre sono stati individuati 1707 nuovi casi nelle precedenti 24 ore con un tasso di positività del 18.6% (11.4% il giorno precedente) rispetto ai 9165 tamponi processati con una incidenza cumulativa salita a 423.8 positivi su 100.000 abitanti - osserva il consigliere delegato alla Sanità -.In data odierna i nuovi casi sono stati 1814 rispetto a 11.169 tamponi processati, con incidenza di positività pari al 16.2% e con un tasso cumulativo salito a 486.61 positivi su 100.000 abitanti».
«Facendo riferimento alla realtà di Macerata, costituita da 40.899 residenti, i dati relativi al periodo 01/12/2021 al 30/12/2021 si può constatare che l’andamento pandemico cittadino va di pari passo con la tendenza nazionale e regionale - continua il dottor Ripa -. A fronte di un numero così elevato di contagi sale, anche se lentamente, la pressione presso le strutture sanitarie. Secondo i dati odierni dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, a oggi, i ricoveri a Macerata in area semi-intensiva sono 9 e al pronto soccorso dell’ospedale cittadino sono presenti 4 pazienti. Confrontando i numeri di oggi con quelli di un anno fa, in riferimento alla ospedalizzazioni, appare evidente una minore pressione sulle strutture ospedaliere, soprattutto tenendo conto dell’attuale progressivo e notevole incremento dei casi di positività al Covid 19, ma c’è da temere che a breve termine possa esserci un aumento delle persone che necessitano di un ricovero ospedaliero. Il risultato attuale è ascrivibile alla massiva vaccinazione espletata».
«Purtroppo nella nostra realtà cittadina risultano ancora non vaccinati 4.314 soggetti, pari al 10.7% della popolazione, (tenendo conto che al numero totale di non vaccinati di 8449 vanno sottratti 4182 bambini di età da 0 a 12 anni in quanto la vaccinazione per questa fascia di età è appena iniziata)- conclude il consigliere Ripa -. Alla luce di tale riscontro si invita ancora una volta coloro che non si sono sottoposti a vaccinazione a farlo».
Nella riunione di Giunta che si è svolta oggi pomeriggio l’assessore alla Salute Filippo Saltamartini ha delineato le iniziative sulle quali sta lavorando la Regione per l’inizio del nuovo anno. “Il 2022 inizierà all’insegna della vaccinazione e della necessità di potenziare gli slot per far sì che, dopo l’accorciamento da parte del Governo dei tempi per fare il richiamo e della durata del Green Pass, i cittadini abbiano la possibilità di accedere alla vaccinazione. Se è vero, infatti, che il contagio sta aumentando in tutta Italia, possiamo vedere che, grazie ai vaccini, i numeri delle ospedalizzazioni restano sotto controllo, in una situazione molto diversa da quella dello scorso anno. Siamo dunque concentrati nel vaccinare circa 450mila marchigiani entro il mese di gennaio, (con una media di 16mila al giorno per raggiungere la copertura totale con la terza dose).
Altro tema nevralgico – ha affermato Saltamartini - è quello della riapertura delle scuole in sicurezza, con un sistema di tamponi che garantisca la didattica in presenza e la tutela dei docenti e su questo abbiamo l’aiuto anche della Marina Militare (leggi qui). Stiamo lavorando per fare tamponi antigenici di ultima generazione ai bambini nella fascia 5-11 perché al momento solo 4 mila su 92 mila sono vaccinati, tamponi che sono destinati solo ai sintomatici o ai contatti di positivi. L’iniziativa intrapresa dalla Regione Marche di potenziare i sistemi di ventilazione nelle aule, nata come progetto pilota in collaborazione con gli assessori Latini e Baldelli, la purificazione dell’aria nelle classi, si è rivelata molto utile, azzerando quasi totalmente i casi Covid dove si è potuto prevederla con le risorse che avevamo stanziato e su cui continueremo a investire.
Stiamo lavorando anche per potenziare le cure domiciliari. Dal 4 gennaio si potrà somministrare la nuova pillola molnupiravir, e si potrà impiegare anche un farmaco finora esclusivamente ospedaliero come il remdesivir. Non da ultimo è stato avviato l’acquisto di macchine portatili per i test molecolari da dare in uso alle Usca, ai Distretti e ai Medici di Medicina Generale”, ha concluso l’assessore Filippo Saltamartini.
La Marina Militare sempre in prima linea contro il Covid a fianco delle Istituzioni e della popolazione. Questa mattina, presso la sede della Marina a Piano San Lazzaro di Ancona, è stato presentato il nuovo punto tamponi “drive through” destinato agli studenti, che aprirà in concomitanza con la ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie. All’incontro con i giornalisti erano presenti l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, il Capitano di Vascello Cosimo Nesca Capo Servizio Sanitario del Centro di Selezione della Marina Militare e il Capitano di Vascello Ruggiero Battelli Comandante del Quartier Generale della Marina Militare di Ancona.
Il progetto denominato, “Operazione Athena”, prevede che la Difesa concorra nell’attività di tracciamento della popolazione scolastica al fine di evitare la didattica a distanza dove possibile. Al momento servirà la provincia di Ancona, ma sarà disponibile per le emergenze anche delle altre province in vista di un potenziamento della presenza di altri dispositivi simili sul territorio se necessarie. La struttura sarà in grado di rilevare fino a 250 tamponi al giorno e di processarne tra i 90 e i 180 in 7-10 ore grazie al fatto che nel capoluogo dorico opera uno dei laboratori diagnostici molecolari di cui la Marina dispone in Italia. Otto le professionalità attualmente impiegate tra medici, infermieri e biologi appartenenti al Corpo della Marina Militare e della Croce Rossa.
“Uno straordinario strumento – ha spiegato Saltamartini - che viene messo a disposizione dei cittadini marchigiani dalla Marina Militare che nei due anni di Covid ha dato un apporto fondamentale e straordinariamente significativo alla lotta alla pandemia nelle Marche. Lo dico con la consapevolezza del fatto che spesso non ci si rende conto del lavoro silenzioso che le Forza Armate rendono al Paese con grande disponibilità e soprattutto professionalità”.
L’assessore ha poi elencato le prossime sfide da affrontare: “Io sono ottimista, dobbiamo avere fiducia nella medicina. Chi è vaccinato può diventare positivo, ma non finisce in terapia intensiva. Di questo c’è ormai ampia evidenza scientifica e quindi per tornare alla normalità e liberare gli spazi ospedalieri ci dobbiamo tutti vaccinare. I temi principali da affrontare nell’immediato sono tre: vaccinare 450mila marchigiani entro il mese di gennaio (16mila al giorno per raggiungere la copertura totale con la terza dose); riaprire in sicurezza le scuole con un sistema di tamponi che garantisca la didattica in presenza e la tutela dei docenti e su questo abbiamo l’aiuto anche della Marina Militare; potenziare i sistemi di ventilazione delle aule. Nata come un esperimento in collaborazione con gli assessori Latini e Baldelli, la purificazione dell’aria nelle classi si è rivelata molto utile azzerando quasi i casi Covid dove è prevista. Il nostro esempio è stato ripreso anche a livello internazionale. Infine - ha concluso Saltamartini - un ringraziamento doveroso va a tutto il personale sanitario e ai volontari della Protezione Civile: siamo la Regione con il più basso numero di decessi rispetto alle persone che si sono recate in ospedale, segno che il nostro sistema sanitario ha risposto più che bene”.
Prosegue e aumenta l'ondata dei contagi nelle Marche, che ne registrano 1.814 in una sola giornata, dopo il picco di ieri di oltre 1.700 nuovi casi (leggi qui), facendo salire l'indice dell'incidenza a 486,61 (ieri 423,80) su 100mila abitanti. È quanto emerge dai dati dell'Osservatorio Epidemiologico regionale. Record anche per i tamponi analizzati: 15.916 in totale.
I nuovi casi rappresentano una positività del 16,2% su 11.169 tamponi del percorso diagnostico screening. Ci sono poi 6.879 test del percorso antigenico screening (con 1.432 positivi da sottoporre a tampone molecolare). Sono 614 i casi in fase di approfondimento epidemiologico, 327 i soggetti sintomatici. La provincia di Ancona resta quella con il maggior numero di casi, 463, seguita da Macerata con 317, Fermo con 307, Ascoli Piceno con 280, Pesaro Urbino con 275, e 172 casi fuori regione.
Contagi più diffusi nella fascia di età 25-44 anni con 628 casi, seguita da quella 45-59 con 369, ci sono poi 211 casi tra 19-24enni, 149 casi tra 60-69enni. Sono 330 i casi nelle varie fasce di età da zero a 18 anni, di cui 130 in quella 6-10 anni.
Dei 1.814 nuovi casi, 614 sono contatti domestici, 404 contatti stretti di casi positivi, 24 contatti in ambiente di vitta/socialità, 12 in setting lavorativo, 1 rispettivamente per contatti in setting assistenziale e screening sanitario e 11 casi extra regione. Sempre secondo i dati dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale il 74 dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinato, il 26% ha ricevuto 2 o 3 dosi di vaccino.
Scende, invece, di un'unità il numero dei ricoveri in Area Medica, dove sono presenti 260 pazienti, 43 dei quali in Terapia Intensiva (numero invariato rispetto a ieri). Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati anche sette decessi: una 93enne di Pesaro, un 75enne di Ascoli Piceno, un 77enne di Senigallia, una 74enne di Vallefoglia e una 105enne di Pesaro sono spirati presso la Rsa Galantara; una 71enne di Monte San Vito ha perso la vita all'ospedale Torrette; una 85enne di Belvedere Ostrense è venuta a mancare dell'ospedale di Pesaro.
Prendeva il via esattamente un anno fa la campagna di vaccinazione nelle Marche. Giornata rimasta impressa nella memoria collettiva sia grazie al dottor Adolfo Panzoni, primario del pronto soccorso di Osimo - diventato ufficialmente il primo immunizzato della regione -, sia per il lungo e duro percorso che da lì si sarebbe prospettato in vista di un ritorno alla normalità. Ma di questa luce in fondo al tunnel ancora non vi è traccia: governi impreparati, sanità sotto accusa, contromisure inadeguate, campagne di sensibilizzazione tardive e poco persuasive. E allo stesso tempo: migliaia di fake news diffuse sulla rete (insieme a dati imprecisi e spesso corrotti), medici e virologi più o meno attendibili onnipresenti nei talk show televisivi, manifestazioni di piazza contro vaccino e green pass. E infine di qualche no mask.
In un anno, la vaccinazione ha inciso fortemente sulla sintomatologia del Covid-19. C'è però ancora bisogno di mantenere la guardia alta di fronte alla quarta ondata di contagi – ad oggi arrivati a 4.031 nuovi casi (rispetto ai 3.052 del 28 dicembre 2020), con un tasso di contagiosità (Rt) salito a 1,24 (0,98 a fine 2020). 603 i ricoverati un anno fa a fronte dei circa 254 attuali (42 quelli in terapia intensiva): meno della metà, anche questo segnale dell'utilità del vaccino. 130.000 guariti, 3224 deceduti. Sono numeri che, per quanto possano dare da un lato ragione delle misure finora adottate, dall’altro evidenziano anche un altro fattore meno esplicito: la graduale crescita dell’insoddisfazione generale nei confronti delle istituzioni.
Le innumerevoli dichiarazioni volate da un comparto all’altro della politica nazionale e regionale – e non solo in virtù della pandemia – non hanno di fatto reso più semplice affrontare la situazione, ma anzi hanno amplificato malumori e insofferenze. Un accresciuto tasso di fiducia nei confronti delle istituzioni come Stato, Regione, Unione Europea, e Chiesa - legato per lo più alla paura e al bisogno di sicurezza -, non sembra essersi tradotto in altrettanta soddisfazione per quei servizi pubblici che un Paese civile dovrebbe saper garantire.
A livello nazionale, la sanità privata (60%) rimane più apprezzata di quella pubblica (48%), mentre la scuola - privata e pubblica - negli ultimi due anni non ha subito significative variazioni (rispettivamente, 42 e 47%), così come i trasporti ferroviari (36%). Per il trasporto urbano, invece, l’indice di gradimento è precipitato di ben 10 punti: dal 36% del 2019 al 27% del 2021.Inoltre, a rimanere ancora oggi appannaggio delle minoranze, è la richiesta generale di ridurre il peso dello Stato nella gestione delle strutture sociosanitarie (24%) o scolastiche (22%), favorendo al contempo di +6 punti l'indice di propensione al privato rispetto al 2020 (oggi al 31%). Detto altrimenti, Il 60% degli italiani ritiene oggi che il paese abbia «bisogno di essere guidato da un leader forte».
All’interno delle Marche, invece, i dubbi restano legati all’attuale gestione della pandemia che, anche di fronte all’aumento dei contagi causati dalla variante Omicron e alla profonda crisi del personale sanitario, è diventa a fasi alterne un argomento qualunque di dibattito fra vecchia e nuova giunta regionale, o più semplicemente fra esponenti di sinistra e quelli di destra.Se nel corso del 2021 abbiamo assistito alla bagarre in più riprese fra l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini (Lega), e la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico, Alessia Morani (Pd), è di fronte all’ultimo dramma dei tamponi e dei vaccini che l’attenzione si è ora spostata.
A lanciare il sasso è stato stavolta Angelo Sciapichetti (Pd), ex assessore regionale nella precedente giunta Ceriscioli, il quale ha voluto cogliere l’occasione per segnalare l’incapacità di Acquaroli e soci rispetto ad una prevedibile recrudescenza della pandemia e al numero insufficiente di presidi sanitari messi a disposizione. Non ultimo, va ricordato che lo stesso presidente della regione nell’ultimo anno si è “lasciato muovere” fra le incoerenze della propria leader di partito, Giorgia Meloni.L'esponente di Fratelli d'Italia a marzo 2021 invitava l’Unione Europea ad accelerare sull’obbligo del Green pass, per poi rimangiarsi la parola solo 4 mesi dopo facendo leva sul diritto consegnato per sempre ai no vax (oltre a quello di non vaccinarsi) di esprimere pubblicamente il proprio dissenso in forme sempre più esasperate. Perdendo di vista quelle che sono ormai manovre sociosanitarie necessarie per proteggere le categorie più a rischio ed evitare nuove mutazioni del virus.
Un virus che, sicuramente, ha cambiato la vita di tutti i giorni, e del quale non si conoscono ancora gli effetti a lunga distanza. Questo perché, oltre alle nuove campagne di vaccinazione, bisognerà fare i conti nei prossimi mesi anche con le decisioni della classe dirigente: l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, la condotta del Parlamento, le responsabilità del Governo Draghi rispetto ai fondi PNRR, la lealtà istituzionale delle Regioni, e il futuro della Sanità Pubblica.
Fonte: La Polis-Demos
La Regione Marche ha stanziato ieri, nel corso della seduta di giunta, un milione di euro per adeguare, migliorare e potenziare i Punti Vaccinali per la Popolazione di Senigallia, Jesi, Fabriano, Civitanova Marche, Ancona e San Benedetto.
“Il 22 novembre scorso – spiega l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - è iniziata la somministrazione della dose “booster” del vaccino anti Covid, successivamente estesa alle altre fasce d’età. L’urgenza di somministrarla nei tempi più rapidi possibili alla popolazione ha comportato la piena ripresa delle attività dei Punti Vaccinali di Popolazione. Nella riunione della Cabina di Regia tecnica per il governo del piano vaccinale - Regione Marche è stata quindi evidenziata l’esigenza di adeguare e migliorare le strutture delle sedi PVP per le città di Senigallia, Jesi, Fabriano, Civitanova Marche, Ancona e San Benedetto del Tronto”.
Aggiornamento delle 17:30
"La somma di un milione stanziata in giunta serve per pagare gli affitti, il riscaldamento e l’eventuale raffrescamento degli hub Vaccinali”- a dirlo l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che ripercorre le tappe dell’imponente organizzazione della campagna per la vaccinazione di massa. "All’avvio della vaccinazione il 27 dicembre 2020, le strutture come i palazzetti, le palestre etc sono state fornite dai Comuni. All’inizio di settembre gli stessi Comuni hanno chiesto la restituzione delle palestre per lo svolgimento delle attività sportive, per cui gli hub di vaccinazione sono stati spostati in sistemazioni di ripiego. In altri casi, come accade per l’hub vaccinale di Senigallia che è collocato all’interno della Caserma dei Vigili del Fuoco, è stata richiesta la restituzione.
A Jesi i locali sono presso il distretto che non può accogliere le linee di vaccinazione necessarie per alimentare un volume almeno doppio o triplo. In un altro punto vaccinale sono emerse carenze dal punto di vista igienico sanitario che ci avrebbero messo a rischio a fronte di una ispezione dei Nas. Per altri sono stati stipulati dei contratti che ci vincolano agli obblighi sottoscritti, e Pesaro, all’interno del Centro Commerciale Iper Rossini, è stato ritenuto a livello nazionale uno dei migliori siti.
Stante la mancanza di luoghi idonei messi a disposizione dei Comuni, abbiamo dovuto indire un bando per una manifestazione di interesse per l’utilizzo di locali privati”. La Delibera andata in Giunta nelle scorse ore è solo parziale: con ulteriori atti imminenti verranno individuati altri locali idonei nelle postazioni più problematiche, come Fermo ed Urbino.
Sono ancora forti i disagi all’hub vaccinale di Civitanova Marche, dove da una settimana a questa parte il numero di somministrazioni di prime, seconde e terze dosi si attesta stabilmente sopra il migliaio al giorno. Oltre 1110 i vaccini nella giornata di lunedì, 640 quelli nella sola mezza giornata di apertura di martedì.
Numeri da record che il centro vaccinale sta garantendo grazie anche agli straordinari di medici e infermieri in servizio all'interno della struttura, ma numeri che stanno causando infinite code e disagi per la popolazione che per via dell'entrata in vigore del Decreto Festività si è riversata nei centri di somministrazione.
"Abbiamo di fronte file enormi che cerchiamo di gestire nel migliore dei modi cercando di fare capire alla gente le difficoltà che ci sono. Il momento più complicato è la sera quando capita che si sia costretti a rimandare a casa chi non riusciamo più a vaccinare", spiega Aurelio Del Medico, Coordinatore tecnico protezione Civile di Civitanova.Problemi acuiti da chi decide di recarsi negli hub pur senza essersi prenotato: "Questo è uno dei motivi per i quali si stanno verificando anche queste lunghe attese. Abbiamo cercato di accontentare anche chi non aveva la prenotazione. Da qualche giorno sono più i non prenotati che vogliono accedere alla vaccinazione rispetto a chi ha effettuato tutto il percorso attraverso la piattaforma di riferimento".
Un boom dovuto non solo alla paura per la variante Omicron ma anche a una scelta di comodo di molti marchigiani: "Si stanno vaccinando per le festività e per viaggiare senza problemi. Mi auspico maggiori controlli da parte dello Stato per evitare assembramenti considerando la situazione di crisi nella quale ci troviamo anche in regione". Un aiuto per risolvere le criticità sanitarie emerse nel corso di questi giorni è arrivato da Saltamartini, che ha posto un veto per le somministrazioni del siero contro il Covid per chi non ha effettuato la prenotazione - tranne per le prime dosi - annunciando l'apertura di nuovi punti che consentano di smaltire le attese infinite.Un piccolo palliativo, ma nel frattempo i disagi per la popolazione continueranno almeno durante tutte le festività: "Abbiamo messo in campo 5 volontari della Protezione Civile ma mancano proprio i medici e il personale dell’Asur per l'accettazione e per la registrazione: sono troppo pochi quelli in servizio, 4 i medici e 6 gli infermieri. Consiglio di recarsi negli hub con i moduli già compilati, altra causa di attese inutili", ha concluso il Coordinatore tecnico protezione Civile di Civitanova