Sanità

Matelica, medico di base lascia il suo incarico: il sindaco Cingolani all'Ast: "Urge tempestiva integrazione"

Matelica, medico di base lascia il suo incarico: il sindaco Cingolani all'Ast: "Urge tempestiva integrazione"

Un medico di base lascerà il suo incarico nella Città di Matelica nei prossimi mesi, il sindaco richiede un’integrazione di personale medico a seguito di questo trasferimento. Questo il testo della missiva inviata dal sindaco della Città di Matelica Denis Cingolani al direttore generale dell’AST di Macerata dott. Alessandro Marini, al direttore sanitario dell’AST di Macerata dott. Giancarlo Cordani, al direttore del distretto sanitario dell’AST di Macerata dott.ssa Daniela Corsi e all’assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini: “In qualità di sindaco del Comune di Matelica, mi trovo a dover porre l’attenzione sull’imminente cessazione dal servizio di uno dei medici in forza alla nostra comunità, come certamente Voi avrete appreso, il cui contributo è stato essenziale per il mantenimento di dell'erogazione dei servizi sanitari nel territorio. La carenza di personale medico - ha aggiunto il primo cittadino - rappresenta una criticità che potrebbe ripercuotersi negativamente sull'accessibilità e sulla qualità delle cure per i nostri cittadini. È quindi con estrema urgenza che mi permetto di invitarvi a valutare la possibilità di procedere alla tempestiva integrazione del medico che si appresta a lasciare il servizio. Sono certo che la Vostra sensibilità e attenzione nei confronti delle esigenze territoriali contribuiranno a identificare una soluzione efficace per preservare l'equilibrio e la continuità del servizio sanitario nel nostro Comune. Rimango a completa disposizione per un incontro volto ad approfondire tale tematica e a collaborare, qualora vogliate, nell'individuazione delle migliori strategie”. Il sindaco della Città di Matelica Denis Cingolani ed il vice sindaco Rosanna Procaccini aggiungono: “L’importanza del medico di base è nota a tutti, la nostra città purtroppo andrà a perdere uno dei suoi elementi fondamentali dunque speriamo che le nostre richieste vengano accolte perché la salute è un diritto fondamentale per i cittadini. È impensabile che tutti questi pazienti che si ritroveranno senza medico, vengano lasciati in una situazione di precarietà. Quindi ci rivolgiamo all’AST ed all’assessore Saltamartini affinché possano trovare al più presto una soluzione a questo problema”.

02/04/2025 13:30
"Donne capelli argento", a Tolentino un evento per sfatare i tabù sulla menopausa

"Donne capelli argento", a Tolentino un evento per sfatare i tabù sulla menopausa

La salute non è solo assenza della malattia, guarigione dalla malattia, ma anche ricerca del benessere. La definizione di salute così declamata è dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il benessere è un concetto variabile, non esiste il benessere assoluto, esiste la ricerca di migliorare il proprio stato e di vivere al meglio le stagioni della vita. Questa visione allargata della buona salute richiede un impegno costante ed anche l’aiuto di figure professionali non necessariamente sanitarie, anzi, il buon risultato spesso ha bisogno del coinvolgimento di ulteriori competenze che sappiano aiutare a creare un’armonia tra il corpo e la mente.  Laura Cavarischia è un’estetista che ha saputo integrare il suo lavoro con esperienze di ricerca e cultura fino a coordinare un gruppo che possiamo definire polispecialistico nel centro "La Creazione" di Tolentino.   Venerdì 11 aprile si terrà al teatro Politeama di Tolentino una sintesi e saranno presentati i progetti per la ricerca del benessere in una stagione molto delicata della donna: la menopausa, evento in collaborazione con il centro medico Associati Fisiomed. Abbiamo rivolto a Laura Cavarischia alcune domande. Perché ha voluto questo evento? "Perché la menopausa è ancora un grande tabù, e troppo spesso viene affrontata come una fase di declino, come qualcosa da nascondere o sopportare. In realtà è un momento di grande trasformazione, un nuovo inizio pieno di opportunità che però vanno colte. Ho voluto creare uno spazio in cui parlarne apertamente, senza vergogna né imbarazzi, per aiutare le donne a vivere questo passaggio in modo più consapevole, informato e positivo. Vogliamo offrire strumenti concreti per migliorare il rapporto con il proprio corpo, ma anche nutrire un senso di sorellanza e vicinanza tra donne. Questo evento è nato per accogliere, per dare voce e per proporre un modo nuovo di prendersi cura di sé". Molti tabù ancora avvolgono il tema della menopausa. Come può un evento come questo contribuire a superarli? "I tabù sulla menopausa nascono da un modello culturale che ha a lungo ignorato, minimizzato o addirittura patologizzato questo momento fisiologico della vita femminile. Troppo spesso le donne si trovano sole ad affrontare cambiamenti importanti del corpo, della libido, dell'umore, senza strumenti, senza informazioni corrette e, soprattutto, senza uno spazio di confronto libero da giudizio. Noi lavoriamo soprattutto con donne in menopausa e sappiamo benissimo quanta pesantezza, non solo fisica, ma anche sociale, gravi sulla questione. Con questo evento vogliamo rompere il silenzio e aprire un dialogo sincero, informato e multidisciplinare. Il nostro obiettivo è restituire alla menopausa la sua dignità di passaggio trasformativo, offrendo strumenti concreti e una nuova visione: non una fine, ma un nuovo inizio, più consapevole, più libero, più autentico". Perché ha coinvolto il Gruppo Medico Fisiomed? "Perché nel nostro lavoro, come Fisiomed, cerchiamo di prenderci cura delle persone in modo globale, integrato e umano. Abbiamo scelto di collaborare con alcune delle loro professioniste perché ne condividiamo i valori, l’approccio multidisciplinare e il rispetto per ogni fase della vita. La menopausa è un passaggio che tocca ormoni, pelle, emozioni, intimità, postura, percezione di sé e, per questo, volevamo offrire alle nostre donne anche un approfondimento dal punto di vista medico. Insieme possiamo offrire un’esperienza completa, che mette al centro la persona e che dà risposte vere, concrete, accessibili. È una sinergia che rafforza la nostra missione e arricchisce profondamente questo evento dedicato alla menopausa". Qual è il programma? "Il programma si compone di sette interventi brevi, intensi e trasversali. Io parlerò della menopausa come viaggio, non come fine: come occasione per ricominciare ad ascoltarsi. Valeria Cantolacqua, da oltre dieci anni con me nel team, approfondirà cosa succede al nostro corpo e alla nostra silhouette. Angela Fiorelli, altra mia operatrice, ci guiderà nella metamorfosi del viso e della pelle. La dott.ssa Maria Cristina Magagnini, endocrinologa, ci aiuterà a capire come cambiano gli ormoni e cosa possiamo fare per ritrovare equilibrio. L’ostetrica Melissa Falistocco parlerà della salute vaginale e del benessere intimo. La psicoterapeuta e sessuologa dott.ssa Giuliana Proietti affronterà il tema della sessualità e del piacere dopo la menopausa. E infine, Isabella Tomassucci, educatrice teatrale e insegnante di yoga, ci proporrà un’esperienza che mette al centro il movimento e la creatività". Perché fare un evento? Forma nuova di comunicazione? Nuovo modello? "Non è una novità per noi. Ogni anno organizziamo eventi di questo tipo perché crediamo che fare divulgazione, offrire strumenti e diffondere informazione corretta sui temi legati alla salute e al benessere delle donne sia parte integrante della nostra identità. Negli anni abbiamo realizzato molte iniziative di questo tipo e anche una campagna di sensibilizzazione al benessere che è stata presentata anche a Parigi. Non è solo marketing, è responsabilità sociale. L’estetica, per noi, è solo un punto d’ingresso: il vero obiettivo è aiutare le donne a conoscersi meglio, ad ascoltarsi, a stare bene con sé stesse, il nostro è un lavoro a 360 gradi sulla persona e sul suo benessere. Inoltre, credo anche che fare impresa oggi significa creare valore per le persone. Per questo ogni nostra iniziativa punta anche ad aprire uno spazio di dialogo, condivisione e crescita collettiva". La sua concezione dell’estetica va ben oltre l’aspetto esteriore. Come intende il suo lavoro? "Per me, l’estetica è un canale privilegiato per lavorare sul benessere globale della persona. Il corpo non è un oggetto da correggere, ma un sistema sinergico che parla, che comunica. Il nostro compito non è inseguire la perfezione, ma aiutare ogni donna a riconnettersi con sé stessa, a ritrovare armonia, a sentirsi di nuovo a casa nel proprio corpo. Non è solo questione di pelle o centimetri: è una trasformazione interiore che parte dal corpo ma tocca anche le emozioni, il respiro, l’autostima. In questo senso, il mio lavoro è molto più vicino alla cura che all’estetica tradizionale. È un accompagnamento delicato, profondo, e sempre personalizzato". Che percorso di formazione ha fatto? "Dopo la formazione in estetica tradizionale, ho sentito subito il bisogno di andare oltre. Ho studiato per cinque anni in un’Accademia Ayurvedica, seguito un master in India, dove ho appreso un approccio olistico che ancora oggi guida il mio lavoro. Ho integrato tutto questo con corsi di estetica avanzata in Svizzera e a Milano, specializzandomi in massaggio miofasciale, connettivale, posturale e body modeling. Ho studiato anche naturopatia, cosmetologia, psicosomatica, e attualmente sto concludendo un master in Scienze Integrative Applicate. Ho scelto di formarmi a 360° perché credo che il nostro compito sia quello di leggere il corpo come un insieme complesso, e di lavorare su più livelli. Tutto il mio percorso, poi, è confluito in un programma di formazione rivolto al mio team: tutte le mie operatrici sono allineate per quanto riguarda competenze e obiettive e si aggiornano continuamente". Le persone sono sotto stress. Cosa possono fare per il loro benessere? "La prima cosa è smettere di pensare al benessere come un premio da conquistare, come un lusso da concedersi. È un bisogno, e va ascoltato ogni giorno. Servono piccoli gesti quotidiani: respirare meglio, dormire con più regolarità, imparare a dire qualche no, creare spazi per sé. In 'La Creazione' aiutiamo le donne a costruire una routine che non sia un dovere, ma un piacere. Lavoriamo sul corpo, ma anche sulle abitudini, sulle emozioni, sulla consapevolezza. Esiste un modo gentile per cambiare vita: non servono stravolgimenti, ma costanza, sostegno e strumenti giusti. Il nostro lavoro è anche questo: restituire fiducia, tempo, energia e autostima".  

30/03/2025 11:10
"Macerata ospedale di riferimento con oltre 1000 interventi annui per trombo embolismo venoso"

"Macerata ospedale di riferimento con oltre 1000 interventi annui per trombo embolismo venoso"

Il Reparto di Radiologia Interventistica dell’ospedale di Macerata, diretto dal dottor Salvatore Alborino, da oltre tre anni si occupa sia di embolia polmonare che di trombosi venosa profonda in fase acuta, diventando un centro di riferimento per la cura di entrambe le patologie. Queste problematiche cliniche sono trattate mediante interventi invasivi di trombectomia meccanica oltre alla terapia farmacologica. La struttura ospedaliera maceratese, che già vanta volumi notevoli di interventi per patologie vascolari, circa 1000 l’anno, è uno dei pochi ospedali in Italia dove si realizzano interventi di questo tipo che sono ancora poco diffusi sul territorio nazionale. “Con il termine di trombo embolismo venoso (TEV) si intende la combinazione di due quadri clinici spesso tra loro strettamente correlati, cioè la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare, che rappresentano problemi di salute importanti con esiti potenzialmente gravi – spiega il Primario della Radiologia Interventistica dr. Salvatore Alborino. L'incidenza annuale di TVP e TEV sintomatiche (TVP più EP) nella popolazione adulta è stimata in 50-100 e 75-150 ogni 100.000 abitanti rispettivamente e l'incidenza raddoppia per ogni aumento di dieci anni di età, mentre il 4% di questi eventi comporta la morte. L’embolia polmonare acuta può essere fatale e le complicanze a distanza di entrambe le patologie possono essere gravi e invalidanti”. Sebbene sia importante poter effettuare una prevenzione efficace per il trombo embolismo venoso, c'è ancora un basso tasso di profilassi appropriata in tutto il mondo, in particolare per i pazienti con patologie acute e vi è necessità di percorsi ospedalieri omogenei e definiti. L’applicazione appropriata delle linee guida, dei protocolli ospedalieri insieme agli audit locali per la prevenzione del TEV hanno dimostrato, tuttavia, di ridurre gli eventi avversi correlati. L’Ast di Macerata si è dotata di apposito percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per il trattamento dell’embolia polmonare, una delle poche in Italia, e dal mese di febbraio 2025 è entrato ufficialmente in vigore il PDTA aziendale grazie alla collaborazione di molti reparti ospedalieri, tra i quali i Pronto Soccorso e il 118. Ieri si è svolto ad Ancona un partecipato evento scientifico, organizzato dal dottor Roberto Catalini, Direttore della U.O.C. di Medicina Interna di Macerata, e rivolto agli operatori impegnati nella diagnosi e cura del trombo embolismo venoso nella Regione Marche. Negli ultimi anni, infatti, il trattamento del TEV ha subito significativi progressi, con importanti novità che hanno migliorato l’efficacia, la sicurezza e la gestione complessiva di questa patologia. La ricerca continua a focalizzarsi sulla riduzione degli eventi trombotici e sul miglioramento della sicurezza dei pazienti, garantendo un equilibrio ottimale tra prevenzione delle recidive e rischio di complicanze emorragiche. “Ringrazio il dottor Alborino e tutta la sua èquipe perché dimostrano come nel nosocomio maceratese vi siano eccellenze di Reparti, punti di riferimento per la diagnosi e cura dell’embolia polmonare e della trombosi venosa profonda, – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata dottor Alessandro Marini – che elevano la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini”. “Il territorio maceratese vanta reparti e servizi sanitari d’eccellenza, che garantiscono prestazioni di altissimo livello ai cittadini – dichiara il vice presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini – Realtà come la Radiologia Interventistica dell’Ospedale di Macerata rappresentano un fiore all’occhiello”.      

26/03/2025 17:04
Formazione e prevenzione: il 118 di Macerata potenzia i corsi di primo soccorso e uso del defibrillatore

Formazione e prevenzione: il 118 di Macerata potenzia i corsi di primo soccorso e uso del defibrillatore

Il 118 di Macerata non è solo attività di emergenza, ma Centro di Formazione dal lontano 2001, anno della sua fondazione. La centrale operativa del Servizio di Emergenza Territoriale maceratese ha erogato ed eroga formazione agli operatori dell’azienda sanitaria controllando, attraverso la figura del delegato di centrale scelta tra gli istruttori più esperti, la corretta esecuzione dei corsi da parte dei centri abilitati esterni e rivolti al personale sanitario o operante sui mezzi di soccorso. Il Covid ha rallentato in parte l’operatività del Centro che da fine 2023 ha, invece, ripreso la propria attività in modo esponenziale quasi raddoppiando il numero dei propri istruttori e fornendo all’azienda la possibilità di formare all’utilizzo del Dae, defibrillatori automatici e semiautomatici esterni, gran parte del personale anche in conformità alle nuove linee guida post Covid. Attualmente si sta incrementando la formazione erogata al di fuori del personale aziendale fornendo su richiesta corsi di primo soccorso aziendale previsti dalla Legge 81/08 e formando non solo sanitari, ma volontari del soccorso e operatori sui mezzi. “All’interno del Centro di Formazione del 118, come previsto dalla normativa di riferimento, ci sono quattro docenti scolastici che si occupano di trasmettere la cultura del primo soccorso e dell’utilizzo del Dae nelle ultime classi delle scuole superiori e, recentemente, di istruire anche il personale scolastico. – spiega la dottoressa, Elena Ricotta, responsabile della Formazione del 118 dell’Ast di Macerata – Abbiamo due docenti presso l’Istituto Tecnico Economico A. Gentili di Macerata e altri due presso il liceo Scientifico G. Galilei”. Tra il personale dipendente dell’Azienda sanitaria maceratese gli istruttori formati e registrati all’albo dei formatori regionali sono ventuno, ai quali si aggiungono i quattro docenti scolastici e altri sei operatori che si stanno formando. Nel 90% dei casi si tratta di operatori dell’emergenza che giornalmente applicano in pratica, sul luogo di lavoro, ciò che insegnano in teoria. Per avere un quadro generale dell’attività formativa erogata dal Servizio di Emergenza Territoriale dell’Ast maceratese, basti pensare che nel 2024 sono state realizzate 186 edizioni di BLSD base (rianimazione cardiopolmonare con uso del defibrillatore) per un totale di 786 discenti, 54 edizioni di BLSD retraining per 299 discenti, 9 edizioni di P-BLSD (pediatrico) per 39 discenti per un totale di 1124 discenti, mentre i docenti scolastici hanno formato quasi 200 persone. “Ringrazio il Centro di Formazione del 118 perché l’intensa attività formativa erogata all’interno e all’esterno dell’Azienda contribuisce a garantire la salvaguardia della salute dei nostri cittadini – afferma il direttore Generale dell’Ast di Macerata dottor Alessandro Marini . Saper usare un defibrillatore, infatti, permette di salvare vite umane in situazioni di emergenza sanitaria come gli arresti cardiaci improvvisi. "Rafforziamo formazione e prevenzione, investimenti strategici per la salute della popolazione - dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini - Promuovere la cultura del primo soccorso e trasmettere la conoscenza delle corrette manovre è fondamentale per salvare vite. Coinvolgere i giovani in questi progetti rappresenta un valore aggiunto di grande rilievo perché contribuisce a promuovere e rafforzare la cultura della solidarietà e la responsabilità nei confronti della propria comunità".  

21/03/2025 16:13
Edoardo Bove ricoverato a Torrette: accertamenti cardiologici per valutare il suo ritorno in campo

Edoardo Bove ricoverato a Torrette: accertamenti cardiologici per valutare il suo ritorno in campo

Il calciatore della Fiorentina, Edoardo Bove, è stato ricoverato ieri all'ospedale Torrette di Ancona per sottoporsi a una serie di test diagnostici approfonditi, dopo l’impianto del defibrillatore che gli è stato necessario a seguito del malore che lo ha colpito durante la partita contro l'Inter lo scorso 1° dicembre. Il giovane centrocampista romano, 22 anni, aveva subito un arresto cardiaco mentre si trovava in campo al Franchi e da allora la sua situazione sanitaria è stata monitorata attentamente. Il ricovero di Bove è avvenuto presso la Clinica di Cardiologia e Aritmologia, diretta dal professor Antonio Dello Russo. In questa struttura altamente specializzata, il calciatore è stato sottoposto a una serie di esami diagnostici, tra cui approfondimenti invasivi di natura elettrofisiologica, per trattare le aritmie e valutare in modo dettagliato la sua condizione cardiaca. Questi accertamenti sono fondamentali per determinare se la cardiopatia che ha colpito Bove sia di natura strutturale o meno, e i risultati definitivi sono attesi entro una o due settimane. Alla presenza del professor Paolo Zeppilli, consulente del giocatore, il percorso diagnostico ha avuto come obiettivo quello di fare chiarezza sulle cause del malore di Bove e definire le modalità più appropriate per il suo ritorno in campo. Con il defibrillatore impiantato, il calciatore potrebbe teoricamente tornare a giocare solo all’estero, visto che i protocolli sanitari e sportivi italiani attualmente impediscono la partecipazione a chi ha un dispositivo del genere impiantato. Tuttavia, se i test dovessero confermare che non ci sono più rischi e se il defibrillatore potesse essere rimosso, la possibilità di un ritorno alla Fiorentina potrebbe essere aperta.

21/03/2025 12:00
Record a Torrette, effettuati tre trapianti di fegato in 12 ore

Record a Torrette, effettuati tre trapianti di fegato in 12 ore

Tutto in dodici ore. Sono stati dimessi e stanno bene i tre pazienti sottoposti a trapianto di fegato da parte dell'equipe della Clinica di Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche diretta dal professor Marco Vivarelli. Gli interventi risalgono alla fine di febbraio e il tempo intercorso nel frattempo ha consentito al personale medico di valutare il decorso anche dopo il ritorno a casa dei pazienti. Si tratta di due pazienti maschi adulti, tra i 50 e i 70 anni, e di una minorenne, in due casi residenti nelle Marche e uno in arrivo dall'Abruzzo. La particolarità della situazione è legata proprio alla tempistica delle operazioni, svolte dai team trapiantologici in appena mezza giornata: “Una volta, all'inizio della pratica operativa nel nostro territorio _ spiega il direttore dell'Unità Operativa, Marco Vivarelli _, per un singolo trapianto di ore ne servivano almeno diciotto. Col tempo le abilità e gli strumenti si sono affinati e questo consente ormai di definire quanto fatto alcune settimane qui a Torrette come qualcosa di abbastanza normale. In quelle dodici ore c'è stato abbastanza traffico dentro il blocco operatorio, con decine di persone al lavoro”. È questa la normalità di intervenire su due trapianti in contemporanea, in sale attigue, una accanto all'altra, in grado di impegnare squadre composte da chirurghi, anestesisti, infermieri e tecnici, con almeno una ventina di professionisti all'opera. Ci sono altri dettagli molto importanti da ricordare. Due dei prelievi d'organo sono avvenuti da pazienti in morte cerebrale e un terzo in morte cardiaca, un'operazione più raffinata e complessa rispetto all'altra modalità.  I chirurghi di Torrette hanno prelevato i tre fegati in altrettanti ospedali, a Modena, Perugia e Senigallia: “L'elevato livello di professionalità della nostra unità operativa - aggiunge il professor Vivarelli - è ormai riconosciuto a livello nazionale e internazionale grazie a parametri oggettivi. La nostra presenza in board di risonanza mondiale conferma l'eccellenza raggiunta negli anni e si sostanzia di fronte a exploit come quello compiuto a fine febbraio. Ormai non è più sufficiente avere un bravo chirurgo, la cosiddetta 'buona mano', ma è assolutamente necessario che alle spalle ci sia un'organizzazione di supporto di alto livello. Procedure avanzate, come ad esempio i tre interventi portati a termine in mezza giornata, devono essere fatte in strutture ospedaliere dotate di network professionali di qualità. Sono i dettagli, ora e sempre di più, a fare la differenza”. Riconoscimenti internazionali che continuano ad arrivare. Nel settembre scorso la Clinica di Torrette ha redatto, assieme ai maggiori esperti chirurghi mondiali, le linee guida per il trattamento chirurgico del fegato. Tra questi, ben tre sono chirurghi della Clinica di Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche: il professor Marco Vivarelli nel panel degli esperti, il professor Federico Mocchegiani nel comitato di valutazione e il dottor Andrea Benedetti Cacciaguerra nel gruppo di ricerca. Particolarmente sentite le congratulazioni del magnifico rettore Univpm Gian Luca Gregori:  “Lo straordinario risultato ottenuto dal professor Marco Vivarelli e dalla sua equipe conferma l’alto valore del Centro a beneficio della comunità e mette in luce la qualità del servizio per i pazienti. Risultati che si raggiungono anche grazie al sostegno costante della ricerca scientifica. Notizie come queste ci inducono a riflettere, inoltre, sull’alto valore della donazione e sulla fondamentale generosità dei donatori”. Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Armando Marco Gozzini: “Molti passi avanti sono stati fatti. Trapiantare il fegato in tre pazienti nel giro di una mezza giornata, addirittura due operati in contemporanea, conferma l'alto livello di prestazioni della nostra Azienda, un'eccellenza consolidata. Ringrazio il professor Vivarelli, il personale sanitario e i donatori :persone che sacrificano molto della loro vita per salvare quella degli altri”.  La buona notizia, dunque, è quella di avere l'ennesima eccellenza all'interno dell'Aou delle Marche. L'unico allarme è legato invece al trend legato al calo delle donazioni di organi e, di conseguenza, all'aumento delle opposizioni: “Le Marche sono in controtendenza rispetto al quadro nazionale e questo riguarda sia il 2024 che i primi mesi dell'anno in corso” conclude il direttore della Clinica di Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti.    

21/03/2025 10:10
Mancanza guardia medica Trodica, Staffolani: "Situazione complessa, serve collaborazione per affrontarla"

Mancanza guardia medica Trodica, Staffolani: "Situazione complessa, serve collaborazione per affrontarla"

"La questione della mancanza di copertura di alcuni turni del servizio di guardia medica di Trodica è purtroppo ben nota all’amministrazione comunale ed è una problematica che è figlia della carenza di medici che si registra a livello nazionale e, conseguentemente, anche locale". Così, in una nota, la giunta Staffolani, in merito alla carenza del servizio di guardia medica nel territorio di Trodica.  "Per molto tempo, i turni in guardia medica sono stati spesso coperti da specializzandi che usavano questa possibilità per accumulare esperienza", prosegue la nota. Ma negli ultimi anni, vista la mancanza di nuovi medici, anche i giovani appena laureati vengono precettati per il lavoro ospedaliero, lasciando così sguarniti i posti nelle guardie mediche". "Un fenomeno nazionale, causato da un lungo periodo in cui i Governi che si sono succeduti hanno trascurato la formazione dei nuovi medici e cui quello attuale ha iniziato a porre rimedio abolendo il numero chiuso ai test d’ingresso. In questo quadro, la Regione Marche sta cercando di dare man forte finanziando borse di studio per la formazione di medici di medicina generale e l’Ast sta tentando la via di un accordo con i medici di base per la copertura dei turni di guardia medica". "Interventi che però inizieranno a sortire i primi effetti solo nel giro di 6-7 anni, una volta completati i cicli di formazione dei primi nuovi dottori. Il sindaco Andrea Staffolani sta monitorando la situazione costantemente, interfacciandosi con la direzione dell’Ast di Macerata e i vertici della Regione Marche, ma come evidente si tratta di una questione su cui le amministrazioni locali possono incidere in maniera limitata, se non sollecitando e facendo presenti le situazioni particolari come quella di Trodica. "E c’è il rischio concreto, come abbiamo già visto in realtà limitrofe, che la situazione si aggravi ancora nei prossimi anni. Capiamo la preoccupazione dei consiglieri di Cura e Partecipazione ed è la medesima che abbiamo come amministratori. Ma la serietà e la complessità del momento storico che viviamo ci impongono di lasciare da parte le sterili polemiche di cortile e le mistificatorie accuse al sindaco per cercare, unitariamente, soluzioni di lungo respiro a questioni che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone".

19/03/2025 13:00
"I virus della nostra mente più letali di quelli naturali": come la società può guarirsi dalla violenza

"I virus della nostra mente più letali di quelli naturali": come la società può guarirsi dalla violenza

Ogni volta che la cronaca ci propone tragedie immense come quella della guerra in Ucraina, in Israele, a Gaza e in tante altre parti del mondo, non ci resta che piegarci su noi stessi e, se ne siamo capaci, riflettere sulla nostra natura umana così piena di risorse, di continuo sviluppo tecnologico, economico e sociale, del pensiero, ma anche così fragile, intrisa di soprusi, odio e dolore. Sono passati millenni, ma ancora l’uomo non riesce a liberarsi della sua carica di aggressività, violenza, voglia di sopraffazione sugli altri. I virus della nostra mente che facciamo fatica ad estirpare o a controllare e che spesso prendono il sopravvento sia individualmente che collettivamente seminando disagi, sofferenze, terrore, morte. Quando la nostra riflessione si fa più attenta stimolata da quei fatti orrendi, non possiamo non rilevare che l’uomo, tra gli esseri viventi, è l’animale che da sempre ha la maggiore propensione ad eliminare fisicamente i suoi simili. La storia passata come quella recente è stracolma di omicidi: un uomo che per qualche motivo decide di uccidere un altro uomo. Le organizzazioni sociali, che siano quelle tribali della storia antica o che siano quelle organizzate per Stati e Nazioni della storia moderna, hanno sempre contemplato la possibilità di uccidere e non solo per legittima difesa, ma anche per una più generica difesa degli interessi delle comunità. Le guerre hanno fatto la storia, se ne sono combattute un numero illimitato nello svolgere dei tempi, con un numero ancora più illimitato di morti ammazzati. Tutt’ora nel mondo, oltre a quelle citate, sono decine le guerre che si combattono circoscritte magari in territori limitati, ma dove ogni giorno muoiono donne, uomini e bambini. Sono riscontrabili tante testimonianze della Prima Guerra Mondiale ed ancora testimoni viventi che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale, le tragedie del secolo scorso che hanno interessato il mondo occidentale. Esse hanno procurato milioni di morti, la maggior parte giovani, deceduti in battaglia, sotto i bombardamenti e poi le deportazioni, i campi di sterminio, persino le bombe atomiche. Una lotta fratricida che percorre senza interruzioni la storia dell’uomo. Le guerre sono state anche regolamentate con varie convenzioni internazionali, una specie di codificazione del diritto di uccidere circoscritto con delle regole, visto che non siamo mai stati capaci di additare la guerra come un male assoluto da estirpare. L’umanità composta da miliardi di esseri pensanti, tra essi geni del pensiero, artisti capaci di esaltare la bellezza della natura umana e dell’universo intero, uomini capaci di altruismo, generosità, amore. L’umanità però è sempre piena di violenza e con una intrinseca voglia strisciante ma sempre presente del dominio sugli altri. L’idea di Dio che ogni uomo ricerca, immaginandolo come autore delle meraviglie dell’universo e come meta dopo il cammino terreno non è riuscita ad esorcizzare la parte oscura ed infetta della nostra mente. Nel nome di Dio anzi si sono combattute nella storia guerre definite sacre e giuste, senza pensare che portare morte non è mai giusto. A volte uccidere può essere necessario per legittima difesa, per difendere la libertà e l’integrità di una collettività, ma “giusto” vuol dire qualcosa di più. Procurare a tutti il necessario per vivere è giusto, fornire istruzione e cultura a tutti è giusto, procurare gli stessi diritti sociali a tutti è giusto, tutelare l’uguaglianza e la libertà delle donne è giusto. Perché la società umana sia giusta c’è bisogno che ognuno cerchi dentro di sé la sua parte migliore e si spenda per tutti quei principi che sono stati prima elencati. Chi organizza le guerre, chi specula sul commercio delle armi, chi indottrina e arma i giovani per spingerli al terrorismo non può mai essere giusto. Seminare morte tra la gente dell’Ucraina, d’Israele e di Gaza, fare esplodere una bomba in un aereo o in una piazza, non può essere definito umano se non nella consapevolezza del tanto che dobbiamo fare ancora per migliorarci, sia individualmente che nell’organizzazione delle comunità. Pensate agli sforzi che tanti uomini fanno per far evolvere la scienza medica, sforzi per cercare di far vivere meglio e più a lungo. Pensate a tutti quelli che fanno onestamente il loro lavoro per far crescere la società e dare buone opportunità a tutti, pensate a quelli che si occupano degli indigenti, dei bisognosi, dei disabili per dare un senso alla propria vita e a quella degli altri. Episodi drammatici di guerra e violenza non tolgono la vita a quelli che casualmente vi capitano, ma uccidono anche un po’ tutti gli uomini di buona volontà, chi non si rassegna a perdere la speranza che la nostra umanità può essere migliorata e guarita da quei virus virtuali che minano la nostra mente più di quanto facciano quelli naturali per il nostro corpo. I virus si chiamano arrivismo, egocentrismo, narcisismo, fame di potere e di denaro, prepotenza, disprezzo e sfruttamento dei più deboli. Gli anticorpi si chiamano generosità, altruismo, solidarietà, tolleranza, cultura, amore. La lotta è da sempre dura, ma gli anticorpi potrebbero sopraffare i virus, bisogna stimolare l’opera di bonifica in ognuno di noi con l’intento di raggiungere un Dio vero e buono per chi ci crede, o comunque elaborare un uomo sano e giusto.

16/03/2025 11:35
Oltre 3 milioni di italiani con disturbi alimentari, età d'esordio sempre più bassa: Giornata del Fiocchetto lilla

Oltre 3 milioni di italiani con disturbi alimentari, età d'esordio sempre più bassa: Giornata del Fiocchetto lilla

Ogni anno, il 15 marzo, si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, un’occasione dedicata alla sensibilizzazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Questa giornata nasce con l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza su patologie come anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder e altre forme di disagio legate all’alimentazione, promuovendo al contempo la prevenzione e l’informazione. I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione si manifestano attraverso un rapporto disfunzionale con il cibo, un'alterata percezione del proprio corpo e una costante preoccupazione per il peso e l’aspetto fisico. Le conseguenze possono essere molto serie, con impatti sulla salute che spaziano dai problemi gastrointestinali e cardiovascolari fino a gravi squilibri endocrini. Nei casi più estremi, purtroppo, possono portare anche alla morte. Questi disturbi sono una realtà che coinvolge oltre 55 milioni di persone nel mondo, di cui circa 3 milioni solo in Italia. Sebbene siano più comuni tra gli adolescenti (in particolar modo nelle ragazze), negli ultimi anni l’età di insorgenza si è abbassata drasticamente: se un tempo si manifestavano tra i 14 e i 16 anni, oggi si riscontrano già tra gli 11 e i 13 anni. La pandemia ha avuto un ruolo significativo nell’accentuare questa tendenza, contribuendo all’aumento dei casi e all’abbassamento dell’età di esordio. Chi soffre di DCA sviluppa comportamenti dannosi che compromettono seriamente la qualità della vita. Alcuni esempi includono diete estremamente rigide, la paura di determinati alimenti, abbuffate segrete seguite da episodi di vomito autoindotto, il conteggio ossessivo delle calorie, l’esercizio fisico eccessivo per "bruciare" ogni caloria ingerita, l’uso di lassativi o diuretici e il controllo costante del proprio peso o della propria immagine corporea. Tuttavia, i DCA non riguardano solo il cibo: chi ne soffre tende ad avere un'immagine distorta di sé stesso, accompagnata da pensieri svalutanti e un’autocritica incessante che va ben oltre l’alimentazione. Per affrontare questi disturbi è necessario un approccio multidisciplinare, che coinvolge il supporto medico, psicologico e nutrizionale. Il trattamento può includere cure specifiche per eventuali problemi di salute fisica, percorsi di terapia cognitivo-comportamentale o familiare, oltre a un supporto nutrizionale che aiuti a ristabilire un rapporto equilibrato con il cibo. La Giornata del Fiocchetto Lilla è un'opportunità per superare pregiudizi e stereotipi, ricordando che i DCA possono colpire chiunque, indipendentemente da età, genere o background culturale. Celebrare questa giornata significa sostenere chi sta affrontando il percorso di guarigione, offrendo ascolto, comprensione e vicinanza. È un momento per educare, sensibilizzare e diffondere un messaggio di speranza, ricordando quanto sia fondamentale prendersi cura della propria salute mentale.

15/03/2025 15:35
Emergenza guardia medica, sedi scoperte a Potenza Picena e Porto Recanati

Emergenza guardia medica, sedi scoperte a Potenza Picena e Porto Recanati

Modifiche temporanee ai turni di Guardia Medica nel Distretto di Civitanova Marche, Garantire la continuità dell’assistenza sanitaria è un impegno fondamentale che deve conciliare le necessità di salute della popolazione con le risorse umane disponibili. Tuttavia, a causa di alcune difficoltà nel reperire medici sostituti per la guardia medica, la Ast di Macerata, U.O.C. distretto di Civitanova Marche, ha disposto delle modifiche temporanee ai turni di guardia medica per il mese di marzo 2025. In particolare, le postazioni di Porto Recanati e Potenza Picena saranno operative solo nei turni notturni dei giorni 21, 23 e 30 marzo, con la sede di Porto Recanati che garantirà l’assistenza in quelle date. In tutti gli altri giorni, l’assistenza sanitaria sarà fornita dalla Guardia Medica di Recanati, presso l’ospedale di Recanati, in Piazzale A. da Recanati 2. Per la Guardia Medica di Recanati, i turni sono regolarmente coperti, ad eccezione di due date: domenica 16 marzo, durante il turno notturno (ore 20-8), e sabato 29 marzo, durante il turno diurno (ore 10-20). Durante questi turni non coperti, gli utenti possono rivolgersi al Punto di Primo Intervento (PPI) per le necessità urgenti o contattare il servizio 118. I cittadini sono invitati a prendere nota di questi cambiamenti e a rivolgersi ai punti di assistenza indicati nei giorni di turni scoperti.

15/03/2025 11:20
Macerata, nuovi ambulatori e studi medici: nasce la casa di comunità nel padiglione "Morselli"

Macerata, nuovi ambulatori e studi medici: nasce la casa di comunità nel padiglione "Morselli"

È stato approvato il progetto esecutivo dei lavori di realizzazione della casa della comunità di Macerata, finanziato con fondi Pnrr per un importo di 1.872.900 euro e che riguarda la ristrutturazione del Padiglione "Morselli", situato in zona ex Crass in Largo Belvedere Raffaello Sanzio, nelle immediate vicinanze del Distretto di Macerata. La casa della comunità di Macerata si estende su una superficie di 910 metri quadrati e si sviluppa su tre piani costituiti da piano terra, primo piano e sottotetto e un piano seminterrato di minore superficie. All’interno del Padiglione Morselli troveranno spazio al piano terra gli ambulatori dedicati alla neuropsichiatria pediatrica, al primo piano gli studi dei medici di medicina generale, mentre al secondo piano il consultorio familiare. Alla zona si accede mediante un ingresso principale prospiciente la pubblica via Spalato, mentre un secondo ingresso all’area si trova su Viale dell'Indipendenza. Nel corso degli anni la struttura ha cambiato più volte destinazione d’uso subendo modifiche interne, mentre diversi sono stati gli interventi strutturali, di restauro e adeguamento sismico che si sono susseguiti nel tempo. Lo stile eclettico, infatti, è facilmente riconoscibile sui quattro fronti esterni.  Le facciate, completamente intonacate e caratterizzate da lesene, presentano sugli stipiti e sugli architravi dei portali d’ingresso e delle finestre elementi decorativi in cotto successivamente verniciati. Al piano terra, sui fronti nord e sud, sono presenti delle aperture con archi di gusto moresco che caratterizzano sia gli ingressi che le finestre laterali, mentre le altre finestre sono di forma rettangolare. La fascia marcapiano, in cotto verniciato, presenta un elaborato fregio composto da elementi decorativi in terracotta e medaglioni in ceramica colorata smaltata e anche il cornicione, formato da una serie di piccoli archetti a sesto acuto, è completamente intonacato e presenta medaglioni in ceramica. La ristrutturazione dell’immobile permetterà di rendere la struttura idonea dal punto di vista dei requisiti igienico-sanitari, della salubrità degli ambienti e sul fronte dell’accessibilità. Considerata la valenza artistica dell’edificio, gli interventi che si andranno a realizzare sono volti alla conservazione degli elementi di pregio e delle caratteristiche architettoniche e storiche dello stesso. "Con la realizzazione delle case di comunità rendiamo la sanità più vicina ai cittadini, più prossima ai loro bisogni assistenziali e di cura per garantire risposte rapide ed efficaci al diritto alla salute di ciascuno" dichiara il direttore generale dell'Ast di Macerata Alessandro Marini. "Con la casa di comunità di Macerata - dichiara il vicpresidente della Giunta e assessore alla sanità della regione Marche, Filippo Saltamartini - andremo a garantire risposte ai bisogni di salute della popolazione fragile e affetta da cronicità, oltre che alla domanda crescente di assistenza sul territorio. L'obiettivo è quello di rafforzare i servizi sanitari e ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere e in particolare sui pronto soccorso".  

14/03/2025 15:19
Nuovo medico di base Fiastra, il dottor Guido Marcucci lascia dopo vent'anni di servizio

Nuovo medico di base Fiastra, il dottor Guido Marcucci lascia dopo vent'anni di servizio

A fine mese, il dottor Guido Marcucci, medico di medicina generale che da circa vent’anni presta servizio a Fiastra, lascerà il posto al dottor Alfredo Mattii. A ringraziarlo e salutarlo è il sindaco di Fiastra, Giancarlo Ricottini: «L’amministrazione tutta vuole rendere omaggio al dottor Guido Marcucci per questi venti anni di umana e professionale attività rivolta a tutti i cittadini di Fiastra, nonché ai molti anziani che sono fetta importante e sostanziale di questa comunità. In qualità di sindaco e, ancor più di amico, sento di dover ringraziare in maniera universale il dottor Marcucci per le grandi qualità umane, per il suo lavoro svolto con garbo, dedizione e, sempre dietro le righe, in maniera timida ma sostanziale. Non va dimenticato che il dottor Marcucci, viste le difficoltà operative dei sistemi sanitari regionale e nazionale, nonostante sia in pensione da circa tre anni, si è offerto di proseguire l’attività di medico di famiglia nel nostro comune malgrado non avesse obblighi in merito. Da amico, lo ringrazio anche per l’ottimo comportamento che ha sempre avuto nei miei confronti in tutto il periodo della sua lunga permanenza a Fiastra, Acquacanina e Bolognola, periodo che ha coinciso anche con le mie attività amministrative, durante il quale ha sempre risposto positivamente ad ogni nostra necessità». A sostituire il dottor Marcucci, come detto, sarà il dottor Alfredo Matti, originario di Montegiorgio: «Colgo l’occasione per ringraziare anche il dottor Alfredo Mattii – commenta il primo cittadino, Giancarlo Ricottini – che, alla sua matura età di 68 anni, ha accolto la nostra supplica di mettersi a disposizione per sostituire il dottor Marcucci, garantendoci altri due o tre anni di certezze sanitarie per il nostro comune. Anche in questo caso, trovare la soluzione non era affatto cosa scontata in quanto, a causa delle enormi carenze di medici di base disponibili, ci sono Comuni ben più grandi e invitanti del nostro che sono attualmente senza medico». «Ritengo questa soluzione molto positiva per i nostri cittadini, in quanto anche in dottor Mattii è figura di notevole personalità umana e professionale e lo ringrazio infinitamente di aver accettato l’incarico, soprattutto per i suoi già noti legami con il nostro territorio. Voglio, infine, rinnovare l’invito a tutti i cittadini di Bolognola, Fiastra e Valfornace, qualora non fossero iscritti con il medico di base della nostra competenza territoriale, a farlo, in quanto darebbe ulteriore forza e sostegno alla difesa di uno dei ruoli più importanti di cui le nostre già ferite comunità necessitano». Il sindaco Ricottini non manca di far sentire la sua voce sulle problematiche legate alla sanità, che riguardano le comunità montane del territorio «La nostra amministrazione è intenzionata a portare avanti la battaglia per difendere e mantenere, in una comunità già martoriata dal sisma, i servizi sanitari in loco, diritto inalienabile di ogni cittadino».

10/03/2025 15:50
Giornata Mondiale del Rene: Open Day con visite nefrologiche gratuite a Civitanova e Recanati

Giornata Mondiale del Rene: Open Day con visite nefrologiche gratuite a Civitanova e Recanati

In occasione della Giornata Mondiale del rene, che ricorre giovedì 13 marzo, l’Ast di Macerata organizza un Open Day con visite nefrologiche gratuite presso i Centri dialisi degli ospedali di Civitanova Marche e Recanati. L’iniziativa è organizzata dall’Unità Operativa di Nefrodialisi di Civitanova Marche, diretta dal dottor Angelo Santoferrara, in collaborazione con la Società Italiana di Nefrologia e la Fondazione Italiana del Rene. La giornata mondiale del rene di quest’anno è dedicata alla prevenzione e richiama l’importanza del ruolo della diagnosi precoce sottolineando la necessità che i cittadini siano consapevoli dei fattori di rischio della malattia renale e delle misure di prevenzione e protezione che possono salvaguardare i reni da un’evoluzione della patologia. “La malattia renale cronica si calcola colpisca in Italia circa il 10% della popolazione adulta e rappresenta l’ottava causa di morte. Ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattia cardiovascolare, obesità, familiarità per malattia renale sono i principali fattori di rischio” – spiega il primario dell’ospedale costiero dottor Santoferrara. La U.O.C. Nefrodialisi di Civitanova Marche aderisce all’iniziativa “Porte aperte in Nefrologia”, la campagna nazionale di sensibilizzazione che vede coinvolti numerosi Centri Nefrologici in Italia proponendo attività di screening con visite, misurazione della pressione arteriosa, esame delle urine e distribuzione di materiale informativo. Le visite nefrologiche verranno effettuate presso i Centri dialisi dell’ospedale di Civitanova Marche e dell’ospedale di Recanati nel pomeriggio di giovedì 13 marzo, dalle ore 15.00 alle 17.45. Sono previste 12 visite per ciascun Centro, ma è obbligatoria la prenotazione telefonando nei giorni 11 e 12 marzo, dalle ore 9.30 alle 11, ai seguenti numeri: per il Centro dialisi dell’Ospedale di Civitanova Marche 0733 - 823032, per il Centro dialisi di Recanati 071-7583509. “L’Open day organizzato dall’Ast per la Giornata mondiale del rene è un’iniziativa di prevenzione gratuita per i cittadini, che mira ad educare sull’importanza della salute renale, facendo conoscere i corretti stili di vita da adottare per prevenire l’insorgenza delle malattie renali – dichiara il direttore Generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini. "Come Regione siamo fortemente impegnati nel promuovere la cultura della prevenzione - dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini - Questa iniziativa è l'ennesima dimostrazione del lavoro che stiamo portando avanti per la tutela della salute dei cittadini. La diagnosi precoce e la corretta informazione sono fondamentali nel contrastare le malattie renali e nel garantire trattamenti tempestivi per una prognosi migliore".  

10/03/2025 12:00
Medicina dello sport, il Maceratese è all'avanguardia: intervista alla dottoressa Laura Pecilli

Medicina dello sport, il Maceratese è all'avanguardia: intervista alla dottoressa Laura Pecilli

La medicina dello sport è sicuramente la specialità medica che ha maggiore aderenza con la prevenzione e la sicurezza dei suoi assistiti nello svolgimento dell’attività fisico-sportiva. Atleti professionisti, dilettanti, amatoriali, ma anche semplici frequentatori più o meno occasionali di strutture sportive e della attività fisica come per esempio piscine, campi da tennis, palestre, devono avere un pass sanitario, diversificato magari nell’approfondimento a seconda dell’intensità dell’impegno fisico, ma comunque sempre tenendo conto della verifica di parametri fisiologici per una serena e sicura attività. È un esempio di grande efficienza, modernità e civiltà della nostra cultura della salute che coinvolge il servizio sanitario pubblico e tante strutture sanitarie private per ottemperare ad un dovere legislativo per la tutela della salute dei cittadini.  Per meglio conoscere il Servizio ne parliamo con la dottoressa Laura Pecilli, specializzata in Medicina dello Sport presso l’Università di Chieti fondata dal prof. Vecchiet e da poco tempo alla direzione del servizio di Medicina dello Sport delle Terme Santa Lucia di Tolentino già diretto dal dott. Danilo Compagnucci arrivato alla pensione. Il territorio del maceratese è ben coperto da ottimi servizi della medicina dello sport. Un altro esempio è quello di Associati Fisiomed che sta sviluppando un inedito modello di cooperazione con diverse società ed associazioni sportive. Dottoressa Pecilli, come nasce la medicina sportiva? "Si potrebbe risalire addirittura alla Grecia classica, se già Ippocrate sosteneva che l’esercizio di un organo o di una funzione potenzia il loro rendimento e ne ritarda il naturale invecchiamento, ma lo sviluppo della medicina sportiva si ha solo nei tempi moderni, quando, con la sostituzione della macchina al lavoro manuale, nasce la società del tempo libero (leisure society) e masse crescenti di popolazione si riversano nelle attività fisiche e sportive. In Italia la Federazione medico-sportiva, affiliata al CONI, nasce nel 1929 sotto la direzione di Augusto Turati (da non confondere con Filippo Turati), il gerarca fascista che interpretava così, per la gioventù italiana, il nuovo clima attivistico-sportivo del fascismo. Nel dopoguerra la FMSI (Federazione Medicina dello Sport Italiana) viene confermata come federazione del CONI e, intorno agli anni ‘80, viene regolamentata la legislazione medico-sportiva, con l’obbligo delle certificazioni di idoneità, particolarmente rigorose per le attività agonistiche, come volle Leonardo Vecchiet. Nel 1957 nasce la prima Scuola di specializzazione in medicina dello sport presso l’Università di Milano". Qual è l’attività del medico dello sport? "L’attività fisica mette in movimento diversi apparati fisiologici, che vengono particolarmente sollecitati nell’attività sportiva: sistema respiratorio, cardio-circolatorio, muscolo scheletrico ecc. Al medico dello sport si richiede di conseguenza una competenza per così dire multidisciplinare, riferibile alle diverse specializzazioni della medicina. Se in passato al medico si richiedeva sostanzialmente di migliorare le prestazioni atletiche degli sportivi, anche attraverso l’uso di farmaci, oggi il medico dello sport deve essere in grado di effettuare una valutazione clinico-strumentale complessiva dello sportivo, sia a riposo che sotto sforzo, anche sotto l’aspetto psicologico e motivazionale, specie nel periodo dell’età evolutiva. In sostanza la medicina sportiva è oggi rivolta a tutelare e a promuovere il benessere dello sportivo, sia sotto l’aspetto fisico, che sotto l’aspetto psicologico". Cosa si intende per certificazione medico-sportiva? "La certificazione di idoneità sanitaria in Italia è obbligatoria per qualsiasi attività fisico-sportiva, agonistica e non agonistica. Praticamente restano escluse dall’obbligo unicamente le attività fisiche scolastiche e quelle svolte in forma privata e individuale. C’è tuttavia una differenza fra le attività sportive non agonistiche e quelle agonistiche. Per queste ultime, svolte in società affiliate o riconosciute dal CONI, la certificazione di idoneità richiede accertamenti più complessi e mirati, in considerazione del maggiore impegno fisico e psicologico che la prova agonistica comporta.  Per essa si richiede quindi la raccolta dei dati antropometrici, la misurazione della pressione arteriosa, l’ECG da sforzo, la spirometria, l’esame delle urine e gli accertamenti ritenuti utili dal medico, che in questo caso è il medico sportivo". Qual è la situazione e ruolo della medicina dello sport in Italia? "L’Italia è l’unico Paese europeo che richiede la certificazione medica obbligatoria (e ne precisa gli esami da eseguire) per lo svolgimento dell’attività sportiva agonistica.  Negli altri paesi ci si affida alle dichiarazioni liberatorie degli atleti o al massimo ci si accontenta di una assicurazione contro gli infortuni. Il sistema italiano dello screening obbligatorio, introdotto intorno agli anni ’80, ha dimostrato la sua validità riducendo il numero dei decessi per cause sportive dal 3,6 allo 0,4 per 100.000 atleti. In Italia sono attualmente operanti circa 4.000 medici dello sport, riuniti nella FMSI, che operano per lo più in centri e strutture organizzate generalmente dotate di strumentazioni moderne e adeguate".  Ringraziamo la dott.ssa Pecilli per il suo contributo e ci ripromettiamo di approfondire alcuni aspetti della materia con lei stessa, con il dott. Danilo Compagnucci, medico sociale della Lube Volley e con specialisti ed organizzatori del servizio di medicina dello sport del centro medico Associati Fisiomed.   

09/03/2025 11:30
Alimentazione e benessere femminile: come nutrirsi in ogni fase della vita

Alimentazione e benessere femminile: come nutrirsi in ogni fase della vita

L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, un’occasione non solo per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche del genere femminile, ma anche per riflettere sull’importanza della salute e del benessere. Tra i pilastri fondamentali di uno stile di vita sano, l’alimentazione gioca un ruolo essenziale nel supportare le esigenze del corpo femminile nelle diverse fasi della vita. Dall’adolescenza alla gravidanza, fino alla menopausa, ogni fase richiede attenzioni nutrizionali specifiche. Le pubblicazioni scientifiche evidenziano sempre più le differenze tra uomo e donna, in particolare per quanto riguarda i fabbisogni alimentari. Il corpo femminile attraversa numerosi cambiamenti nel corso della vita e adattare l’alimentazione a queste trasformazioni può favorire energia, benessere e contribuire alla prevenzione di alcune patologie. Se nei primi anni di vita le esigenze nutrizionali di bambine e bambini sono simili, le differenze emergono già con l’adolescenza. Con l’arrivo del ciclo mestruale, ad esempio, il fabbisogno di ferro aumenta. Questo minerale essenziale si trova non solo nella carne rossa, ma anche in alimenti di consumo più frequente, come frutta a guscio, legumi e verdure a foglia verde. Per migliorarne l’assorbimento, è utile abbinarlo a una fonte di vitamina C, presente negli agrumi, nel peperoncino fresco (da aggiungere a crudo a fine cottura) o in frutti come kiwi, arance e frutti di bosco. Un altro nutriente fondamentale per la salute femminile è il calcio. Poiché il rischio di osteoporosi aumenta dopo la menopausa, è importante costruire una buona riserva sin dall’infanzia, consumando regolarmente yogurt, latticini, ma anche legumi, spinaci, semi e frutta secca. Per la salute delle ossa, inoltre, non può mancare un adeguato apporto di vitamina D, che si assume in piccola parte con la dieta (presente soprattutto nel pesce azzurro, nel latte intero e nel tuorlo d’uovo) e si sintetizza principalmente grazie all’esposizione al sole. Anche la fertilità e la gravidanza sono fortemente influenzate dall’alimentazione. Già a partire dal periodo pre-concezionale, una dieta equilibrata aiuta a portare avanti la gravidanza nelle migliori condizioni, riducendo il rischio di parto pretermine e diabete gestazionale, con benefici anche per il nascituro. Mantenere un peso adeguato è fondamentale per la fertilità, poiché sia l’eccesso che la carenza di peso possono comprometterla. Inoltre, alcuni nutrienti svolgono un ruolo chiave, come l’acido folico, essenziale per la crescita e la riproduzione cellulare, in particolare per la formazione del sistema nervoso centrale nell’embrione e nel feto. Infine, durante la menopausa, è comune un aumento di peso accompagnato da una diversa distribuzione del grasso corporeo, che tende ad accumularsi soprattutto a livello addominale. Per mantenere un peso equilibrato, oltre a uno stile di vita attivo, potrebbe essere utile ridurre leggermente l’apporto calorico quotidiano, senza però sacrificare la qualità e la varietà della dieta. Il principio guida deve essere la moderazione nella scelta e nelle quantità degli alimenti, favorendo quelli ricchi di fibre, come cereali integrali, frutta e verdura, e prediligendo grassi insaturi, come l’olio extravergine d’oliva, limitando invece il consumo di grassi saturi e cibi eccessivamente salati. Adottare un’alimentazione equilibrata e consapevole è fondamentale per supportare il benessere femminile in ogni fase della vita. Prendersi cura della propria alimentazione non significa solo prevenire patologie, ma anche valorizzare il proprio benessere, celebrando ogni giorno la propria salute con scelte alimentari sane e bilanciate.

08/03/2025 16:45
Ridurre al minino gli artefatti metallici: il Gruppo Fisiomed rivoluziona la sua Tac 128 strati con l'algoritmo 0-Mar-Tc

Ridurre al minino gli artefatti metallici: il Gruppo Fisiomed rivoluziona la sua Tac 128 strati con l'algoritmo 0-Mar-Tc

Quante volte vi è capitato di sentirvi dire che un esame non può essere eseguito correttamente o che la sua attendibilità diagnostica è ridotta a causa di protesi, viti o placche ortopediche impiantate durante un intervento? Questa problematica, comune a molti pazienti, è destinata a diventare un ricordo del passato grazie alle nuove tecnologie implementate nella sede di Fisiomed di via Giovanni XXIII, a Sforzacosta di Macerata, dove è stato introdotto il sistema 0-MAR e la TAC 128 strati. Il potere di 0-MAR L’innovazione principale che Fisiomed offre ai suoi pazienti è il nuovo algoritmo di ricostruzione 0-MAR (Zero-Metal Artifact Reduction), un filtro che migliora la visibilità delle immagini radiologiche, riducendo drasticamente gli artefatti metallici causati da protesi e altri dispositivi ortopedici impiantati nel corpo. Questo sistema, applicato alla TAC 128 strati, migliora la qualità delle immagini fino al 93%, consentendo ai medici radiologi e specialisti di ottenere immagini nitide e dettagliate, anche in presenza di materiali metallici. Il principale vantaggio di 0-MAR è la sua capacità di ridurre gli artefatti metallici a forma di striature, migliorando la visibilità di strutture anatomiche precedentemente nascoste. Questo consente ai medici di formulare diagnosi più accurate e affidabili, specialmente in ambito ortopedico e oncologico, dove la visibilità delle strutture ossee o dei tumori è cruciale. Grazie a questa tecnologia, è possibile osservare in dettaglio l'integrità dell'osso e rilevare eventuali segni di osteolisi o osteorarefazione, anche in caso di protesi. Vantaggi nella Radioterapia e in Chirurgia Ortopedica O-MAR non solo migliora l’accuratezza diagnostica, ma facilita anche l’analisi di tumori e strutture critiche, ottimizzando il flusso di lavoro nelle applicazioni di radioterapia. Gli specialisti possono ora visualizzare con maggiore chiarezza e precisione le aree da trattare, consentendo trattamenti più mirati e efficaci. Inoltre, grazie a O-MAR, la possibilità di valutare l’integrità ossea in pazienti con protesi ortopediche è fortemente migliorata, riducendo il rischio di errori diagnostici. L’Innovazione della TAC 128 strati. In aggiunta al sistema 0-MAR, Fisiomed ha introdotto una TAC 128 strati ad altissima risoluzione, che rappresenta una vera e propria rivoluzione nella diagnostica per immagini. Questo dispositivo permette di effettuare esami ad alta definizione con un basso dosaggio di raggi X, riducendo la dose di radiazioni fino al 90%. Grazie alla capacità di acquisire migliaia di sottilissimi strati, la TAC 128 strati fornisce immagini estremamente dettagliate e precise, migliorando significativamente la qualità diagnostica. I principali benefici della TAC 128 strati includono: "Riduzione della dose di radiazioni erogata, con una diminuzione fino al 90%; immagini ad alta definizione acquisite e elaborate in tempo reale; tempi di esecuzione rapidi, riducendo i tempi di attesa per i pazienti; ricostruzione 3D degli organi interni, che consente di visualizzare in modo dettagliato l’anatomia del corpo umano", spiega il Gruppo Fisiomed. "Grazie all’introduzione della tecnologia 0-MAR e della TAC 128 strati, Fisiomed è oggi in grado di offrire esami diagnostici all’avanguardia, risolvendo problematiche legate alla presenza di protesi ortopediche e altri dispositivi metallici nel corpo. La combinazione di queste tecnologie permette di ottenere immagini più nitide e accurate, riducendo al minimo gli artefatti e migliorando la capacità di formulare diagnosi precise". "Se stai cercando un servizio diagnostico avanzato, rapido ed efficiente, la nuova sede di Fisiomed è il luogo ideale per te. Con la TAC 128 strati e 0-MAR, la sicurezza e la qualità delle cure sono garantite, consentendo ai medici di trattare i pazienti con maggiore precisione e efficacia".

07/03/2025 13:22
"Prevenzione delle infezioni post operatorie": l'Agenas premia l'Ast di Macerata

"Prevenzione delle infezioni post operatorie": l'Agenas premia l'Ast di Macerata

L’Ast di Macerata nel 2024 ha ottenuto dall’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il riconoscimento a livello nazionale per una buona pratica clinica che riguarda la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico, che permette di garantire la sicurezza delle cure al paziente che si opera nelle strutture ospedaliere dell’azienda sanitaria. Le infezioni del sito chirurgico (ISC) sono potenziali complicanze associate a qualunque tipo di procedura chirurgica e nonostante si collochino tra le infezioni correlate all’assistenza più prevenibili, hanno ancora un significativo impatto sulla morbilità e mortalità del paziente e sui costi supplementari a carico dei sistemi sanitari. Evidenze di letteratura scientifica hanno dimostrato una potenziale riduzione del tasso di ISC che va dal 35 al 55% implementando semplici misure di prevenzione. La buona pratica clinica attuata dall’Ast ha come referente il dottor Massimo Sartelli, noto chirurgo dell’ospedale di Macerata, direttore della Global Alliance for Infections in Surgery (GAIS) e presidente della Società Italiana per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (SIMPIOS), che ci ha spiegato nel dettaglio la portata del riconoscimento. Dottore, quali vantaggi derivano al paziente dalla buona pratica clinica riconosciuta dall’Agenas? "Lo scopo di una buona pratica è quello di migliorare la sicurezza del paziente. Si tratta di una procedura che riguarda i percorsi assistenziali e si basa su standard di qualità e sicurezza, che hanno origine da evidenze, letteratura scientifica e/o da organizzazioni sanitarie. Negli ultimi anni ho dedicato molto del mio tempo libero a studiare i principi di prevenzione e controllo delle infezioni, concentrandomi in modo particolare sullo studio dei determinanti che spingono spesso il sanitario a trascurare questo aspetto così importante nel percorso delle cure. Insieme con l’ex responsabile del Rischio Clinico di questo ospedale, il dottor Massimo Palazzo che ora è in pensione, abbiamo redatto un documento che raccoglie tutte le misure per prevenire le infezioni del sito chirurgico, che dovrebbe essere rispettato da ogni struttura ospedaliera in Italia. Un argomento importante, ma poco discusso sulle infezioni del sito chirurgico è rappresentato dagli effetti che possono avere sui pazienti oncologi operati, che quando incorrono in queste complicanze rischiano di ritardare i trattamenti adiuvanti. I batteri stanno diventando sempre più resistenti agli antibiotici rendendo la prevenzione delle infezioni acquisite in ospedale ancora più importante al giorno d'oggi. Spesso queste infezioni sono causate, infatti, da batteri resistenti ai comuni antibiotici. Negli ultimi anni le misure per prevenire le infezioni del sito chirurgico hanno migliorato la sicurezza delle cure dei pazienti, tuttavia, esse rimangono un importante indicatore di qualità per le grosse implicazioni che hanno per i pazienti, i chirurghi e le istituzioni sanitarie. Le misure per prevenire queste infezioni comprendono semplici precauzioni da applicare in fase pre, intra e post operatoria, come garantire che i pazienti si facciano il bagno o la doccia prima dell'intervento chirurgico, il non eseguire la tricotomia o eseguirla, se necessaria, con un rasoio elettrico,  l’igienizzarsi adeguatamente le mani, l’effettuare l’antibiotico profilassi nel giusto momento, con gli antibiotici appropriati e per la giusta durata, l’eseguire una antisepsi accurata della cute con soluzioni a base alcolica prima dell'incisione nel sito chirurgico e l’utilizzare le giuste suture. La procedura accettata come buona pratica da Agenas  comprende tutte queste misure, si adatta a tutti i tipi di chirurgia e rappresenta una sorta di aggiornamento di precedenti linee guida pubblicate qualche anno fa. L’Ast di Macerata ancora una volta fa scuola a livello nazionale per gli elevati standard di qualità che riesce a garantire al paziente in termini di sicurezza delle cure. Nel reparto di Chirurgia Generale dell’ospedale di Macerata, la grossa cultura di prevenzione e controllo delle infezioni che tutta l’equipe, sia in reparto che in sala operatoria, ha ormai consolidato nella pratica i tutti i giorni, abbinate ai principi di Eras (Enhanced Recovery After Surgery) e alla mini-invasività dell’approccio laparoscopico, implementato qualche anno fa dall’arrivo del dottor Walter Siquini, hanno permesso di raggiungere risultati alquanto virtuosi nel campo della prevenzione delle infezioni. Da qui l’idea, in collaborazione con l’Unità Operativa di Rischio Clinico di redigere una buona pratica che potesse essere d’esempio non solo per la nostra Ast, ma per tutti i reparti chirurgici italiani dove, in generale, l’adesione alle misure di prevenzione è ancora troppo bassa". “Desidero ringraziare il dottor Sartelli e tutta l’équipe della Chirurgia Generale di Macerata perché con il riconoscimento della buona pratica clinica da parte dell’Agenas vengono certificate le competenze e la qualità dei nostri sanitari, che ogni giorno lavorano con passione e abnegazione per garantire la sicurezza delle cure ai pazienti che si rivolgono ai nostri ospedali” – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini. “Questo riconoscimento rappresenta un’ulteriore conferma dell’eccellenza della nostra sanità e rende merito all’impegno e alla competenza dei nostri professionisti” - dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini.

07/03/2025 12:53
Castelraimondo armonizza il benessere: al via la musicoterapia nella casa di ospitalità per anziani

Castelraimondo armonizza il benessere: al via la musicoterapia nella casa di ospitalità per anziani

Iniziato il progetto di musicoterapia con il metodo Rusticucci presso la casa di ospitalità per anziani del Comune di Castelraimondo. L’amministrazione comunale mediante l’ufficio servizi sociali ha dato vita ad un’importante novità, finanziando il progetto dell’APS metodo Rusticucci, il quale realizzerà un percorso educativo/riabilitativo denominato “la musicoterapia per il benessere dell'anziano" che racchiude diversi servizi: incontri di formazione rivolti a tutto il personale della struttura, interventi individuali per ogni anziano della struttura e incontri con i familiari degli ospiti. Il sindaco del Comune di Castelraimondo Patrizio Leonelli ha espresso tutta la sua soddisfazione per questa iniziativa: “Si tratta di un’importante attività che può allietare e fare piacere ai nostri anziani a cui tutti dobbiamo tenere particolarmente”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alle Politiche Sociali Ilenia Cittadini: “Nei servizi residenziali è importante prestare attenzione all’occupazione del tempo libero, facendo sì che non sia un tempo vuoto, ma bensì che sia occupato da tanti stimoli che possano essere riabilitativi e socializzanti, dunque di piacere. Ciò è fondamentale inoltre per il mantenimento delle competenze e delle capacità degli anziani. Da sottolineare inoltre, che le canzoni che hanno accompagnato la vita dei nostri nonni, hanno un grande potere rievocativo, che permette un grande impatto rispetto ai ricordi, al vissuto degli anziani. Ringraziamo particolarmente il personale bambini dell’asilo nido che ha partecipato insieme ai nostri anziani al primo incontro che si è tenuto”.

07/03/2025 11:15
Festa della donna: visite gratuite per la prevenzione della salute femminile a Macerata e Civitanova

Festa della donna: visite gratuite per la prevenzione della salute femminile a Macerata e Civitanova

In occasione dell'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, l'Ast di Macerata organizza una serie di iniziative gratuite dedicate esclusivamente alla popolazione femminile all’interno degli ospedali di Macerata e Civitanova. La giornata della Festa della donna rappresenta l’occasione per sensibilizzare la popolazione femminile sull’importanza della prevenzione e del prendersi cura di se stesse per costruire una società più forte e consapevole sull’importanza della salute, sia come bene individuale che collettivo. Tutte le visite gratuite necessitano di prenotazione obbligatoria. Il programma organizzato dalla struttura ospedaliera di Civitanova per sabato 8 marzo prevede: 10 visite ginecologiche, a cura dello specialista, che si effettueranno presso l’ambulatorio ubicato al secondo piano del Reparto di Ginecologia. Per effettuare le visite gratuite è necessario prenotare al numero 0733- 823052 nei giorni 5 e 6 marzo, dalle ore 11:30 alle 13:30; 6 visite proctologiche, a cura dello specialista chirurgo, che si effettueranno presso l’ambulatorio chirurgico situato al piano terra. È obbligatorio prenotare al numero 0733-823613 nei giorni 5 e 6 marzo dalle ore 10 alle 11:30; 4 visite uro-ginecologiche, a cura dello specialista, che si effettueranno presso l’ambulatorio urologico sito al piano terra. È obbligatorio prenotare al numero 0733-823613 nei giorni 5 e 6 marzo dalle ore 9 alle 10. L’ospedale di Macerata, attraverso le Unità Operative di Senologia, Radiologia e Oncologia, in associazione con la Sezione provinciale della Lega Italiana Lotta contro i Tumori (Lilt), organizza visite senologiche e ecografie mammarie gratuite. Le prenotazioni verranno effettuate, per le non iscritte Lilt, dalla segreteria della Direzione Medica Ospedaliera chiamando lunedì10 marzo al numero 0733-2572311, dalle ore 9 alle 10. Per le iscritte Lilt è obbligatorio prenotarsi inviando una mail all’indirizzo: macerata@lilt.it  e indicando nome, cognome, telefono e tipo di visita da prenotare (ecografia o visita senologica) e si verrà ricontattati. Le visite gratuite saranno effettuate martedì 11 marzo come da programma: 4 visite senologiche per non iscritte Lilt presso il Reparto di Senologia, dalle ore 12:30 cadenzate ogni 15 minuti, al secondo piano ala vecchia ospedale; 4 visite senologiche per iscritte Lilt dalle ore 12 cadenzate ogni 15 minuti, presso il Reparto di Oncologia, terzo piano ala nuova ospedale; 4 visite senologiche per non iscritte Lilt dalle ore 13 cadenzate ogni 15 minuti, presso il Reparto di Oncologia, terzo piano ala nuova ospedale 3 ecografie mammarie presso il Reparto di Radiologia per iscritte Lilt dalle ore 12:30 cadenzate ogni 20 minuti, al piano terra; 3 ecografie mammarie per non iscritte Lilt dalle ore 13:30 cadenzate ogni 20 minuti, al piano terra. "Le iniziative organizzate dall’Ast in occasione delle Festa della donna intendono focalizzare l'attenzione sull’importanza della prevenzione, sensibilizzando la popolazione femminile sulla necessità di prendersi cura ogni giorno della propria salute", dichiara il direttore generale dell'Ast di Macerata Alessandro Marini. "Queste iniziative confermano l'impegno e l'attenzione della Regione alla salute femminile - dichiara il vicepresidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini -. Promuoviamo la cultura della prevenzione, una strategia fondamentale per garantire il diritto alla salute. Grazie all'importante opera di rinnovamento del parco tecnologico, con nuove grandi apparecchiature sanitarie all'avanguardia, la diagnosi è ancora più accurata. Desidero ringraziare gli operatori sanitari coinvolti, perché è anche grazie al loro impegno che possiamo potenziare la prevenzione".  

04/03/2025 16:26
I picchi glicemici sono una reale minaccia? Da cosa dipendono e come gestirli

I picchi glicemici sono una reale minaccia? Da cosa dipendono e come gestirli

Negli ultimi tempi si è parlato sempre più spesso di picchi glicemici e delle strategie per evitarli. Ma è davvero così importante preoccuparsene?  Il picco glicemico rappresenta il massimo livello di glucosio nel sangue dopo un pasto. Si verifica in risposta alla digestione e all’assorbimento dei macronutrienti energetici presenti negli alimenti, non solo zuccheri e amidi. Dopo l’assunzione di cibo, l’organismo risponde producendo insulina, un ormone che facilita l’immagazzinamento del glucosio nei tessuti, come il tessuto muscolare, riportando così la glicemia a livelli normali.  Questo processo di aumento e successiva riduzione della glicemia è del tutto fisiologico. Eppure, c’è chi lo teme al punto da strutturare la propria dieta cercando di evitarlo a ogni costo, un obiettivo che, peraltro, è quasi impossibile da raggiungere.  Il motivo per cui si discute così spesso dei picchi glicemici risiede nei loro possibili effetti negativi quando si verificano in maniera frequente e brusca, specialmente in associazione a una dieta sbilanciata e a uno stile di vita sedentario.  Un'eccessiva produzione di insulina nel tempo può portare a resistenza insulinica, una condizione in cui le cellule diventano meno sensibili all'azione dell'insulina, aumentando così il rischio di diabete di tipo 2. Inoltre, l'insulina favorisce l’accumulo di grasso, quindi picchi glicemici ricorrenti possono contribuire all’aumento di peso e all’obesità.  C’è poi un altro effetto da considerare. Dopo un picco glicemico, la glicemia può scendere rapidamente, causando fame improvvisa e inducendo a mangiare più spesso, con una predilezione per cibi dolci e raffinati. Questo può creare un circolo vizioso che porta a un consumo eccessivo di zuccheri e calorie.  Il picco glicemico in sé non è un problema e non rappresenta una condizione patologica, né va evitato a tutti i costi. Piuttosto, è importante monitorare situazioni specifiche, come l’iperglicemia a digiuno o livelli glicemici elevati per tempi prolungati dopo i pasti, una condizione nota come pre-diabete. Anche una produzione insufficiente di insulina o una sua iperproduzione inefficace, ovvero la resistenza insulinica, può essere un segnale da non sottovalutare. Inoltre, quando alcune proteine del sangue vanno incontro a glicazione, possono favorire l’invecchiamento cellulare e complicanze metaboliche.  Non è necessario ossessionarsi con il controllo dei picchi glicemici. La chiave per mantenere una glicemia stabile e un metabolismo sano è adottare uno stile di vita attivo e una dieta equilibrata, con un’adeguata presenza di carboidrati complessi e ricchi di fibre, come cereali integrali, legumi e verdure, e un corretto apporto di proteine e grassi sani, che rallentano l’assorbimento degli zuccheri nel sangue. Un’alimentazione varia e bilanciata, evitando eccessi di zuccheri raffinati e cibi ultraprocessati, permette di ridurre i rischi metabolici senza inutili restrizioni.  E se ogni tanto ci concediamo una fetta di torta? Nessun problema. I picchi glicemici occasionali non sono una minaccia per la salute.

01/03/2025 15:58
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