Questa mattina, alle ore 8, il vicepresidente della giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, ha incontrato il personale del pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche, insieme al direttore generale dell'Ast di Macerata, Alessandro Marini, e alla direttrice del reparto, dottoressa Maria Rita Pierina Curto. L'incontro è stato organizzato a seguito dell'aggressione subita da due infermieri da parte di un uomo lo scorso 3 febbraio.
Durante l'incontro, Saltamartini ha espresso la sua vicinanza al personale sanitario e ha discusso con loro delle misure da adottare per garantire una maggiore sicurezza. "Abbiamo concordato insieme iniziative per tutelare i nostri operatori, che ogni giorno affrontano situazioni delicate", ha dichiarato l'assessore.
Una delle principali proposte emerse è quella di costituirsi parte civile nei procedimenti penali contro coloro che commettono reati contro il personale sanitario, in linea con la nuova legge che inasprisce le pene per chi aggredisce gli operatori del settore. Saltamartini ha ribadito con fermezza la posizione della Regione: "La violenza è inaccettabile, soprattutto quando colpisce gli operatori sanitari, che sono veri e propri eroi della nostra sanità".
Inoltre, l'assessore ha annunciato l'invio di una formale richiesta alle autorità di pubblica sicurezza, chiedendo il rafforzamento dei posti di polizia all'interno degli ospedali, in particolare nei pronto soccorso, per garantire una maggiore protezione sia per il personale sanitario che per i cittadini che accedono alle strutture ospedaliere.
Saltamartini ha concluso il suo intervento sottolineando l'importanza di applicare le sanzioni previste dalle normative più recenti "per contrastare la violenza e difendere chi lavora nel settore sanitario".
Le Marche rafforzano l’impegno nella lotta contro l'Alzheimer e le demenze: il Ministero della Salute ha assegnato alla Regione un finanziamento complessivo di quasi 1,2 milioni di euro (1.179.732 euro) per il triennio 2024-2026, con risorse destinate a potenziare le strutture sanitarie regionali e servizi di assistenza dedicati ai pazienti.
La Giunta ha infatti approvato il nuovo Piano triennale 2024-2026, in attuazione del Piano Nazionale Demenze (PND) e con il sostegno del Fondo per l'Alzheimer e le demenze, rifinanziato dalla Legge di Bilancio. Questo intervento si inserisce in un percorso di continuità con il precedente triennio 2021-2023.
“Con questo nuovo Piano triennale, la Regione Marche conferma la sua attenzione verso le persone affette da demenza e i loro familiari. Vogliamo garantire un accesso sempre più tempestivo alla diagnosi, rafforzare il supporto ai pazienti e migliorare l’efficacia delle cure, attraverso soluzioni innovative e un forte impegno sul territorio” – ha dichiarato il vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini.
Cinque le linee programmatiche: diagnosi precoce del Disturbo Neurocognitivo (DNC) minore, diagnosi tempestiva del DNC maggiore; sviluppo di interventi di telemedicina, introduzione di programmi di teleriabilitazione; diffusione e consolidamento di interventi psicoeducazionali, cognitivi e psicosociali, per supportare pazienti e caregiver nei diversi contesti assistenziali, dai Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) alle strutture di assistenza domiciliare e residenziale.
I fondi serviranno ad acquistare apparecchiature sanitarie e strumenti diagnostici avanzati, ad assumere 5 neuropsicologi a tempo determinato (uno per ciascuna Azienda Sanitaria Territoriale, e un ulteriore psicologo presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche tramite borsa di studio). Verranno organizzati percorsi formativi rivolti a Medici di Medicina Generale, specialisti, operatori sanitari e caregiver e verrà creato un portale web dedicato al “Progetto disturbi cognitivi e demenze”, per migliorare la diffusione delle informazioni e l’accesso ai servizi.
Il Piano è stato redatto con il coordinamento scientifico dell’Università Politecnica delle Marche e prevede il coinvolgimento attivo di tutti gli Enti del Sistema Sanitario Regionale. Le attività saranno costantemente monitorate dal Tavolo Permanente sulle Demenze, che valuterà l’efficacia degli interventi. Le attività si svilupperanno nell’arco di 31 mesi fino al 31 luglio 2027, con l’obiettivo di rendere i servizi per le demenze sempre più efficaci e capillari sul territorio regionale.
Effettuare la vaccinazione anti-Pneumococco (PVC) dal 1 marzo sarà possibile anche nelle farmacie convenzionate. La Regione Marche ha raggiunto un importante accordo sperimentale con la rete rappresentata da Federfarma Marche e Confservizi Assofarm Marche che punta a garantire un servizio capillare sul territorio regionale, facilitando l'accesso alla vaccinazione per la popolazione.
"Si tratta di un importante passo avanti nella strategia vaccinale della Regione Marche – ha spiegato il vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -. Grazie alla collaborazione con le farmacie del territorio, sulle quali abbiamo da subito puntato anche avviando come prima regione in Italia la sperimentazione della Farmacia dei Servizi, potremo garantire capillarità, facilitando la protezione delle fasce più a rischio della popolazione. La somministrazione del vaccino anti-Pneumococco in farmacia rappresenta un'opportunità per incrementare le coperture vaccinali e migliorare la prevenzione delle infezioni più gravi causate da questo batterio".
L'accordo, valido per 2 anni dal 1 marzo 2025, prevede che i farmacisti abilitati alla somministrazione dei vaccini anti SARS-CoV-2 possano somministrare anche il vaccino anti-Pneumococcico, previa formazione specifica. Durante la fase sperimentale saranno fornite fino a 2000 dosi complessive di vaccino anti-Pneumococcico.
Le farmacie aderenti potranno effettuare la vaccinazione anti-pneumococcica a coloro che in passato non si sono presentati ai servizi vaccinali delle AST per effettuare la vaccinazione (i soggetti nati tra il 1952 ed il 1959). Eccezionalmente sarà possibile fare il vaccino in farmacia quando l’assistito oggetto della chiamata attiva dei servizi vaccinali (nel 2025 i soggetti nati nel 1960) sia impossibilitato a recarsi presso i Servizi vaccinali delle AST. La vaccinazione è rivolta anche a chi ha compiuto 65 anni dal 2017 in poi e a chi non rientra in questo gruppo ma ha diritto alla vaccinazione per patologie o condizioni particolari.
Lo pneumococco è un batterio di cui si conoscono oltre 90 tipi, una parte dei quali prevenibili appunto con la vaccinazione. Le persone più a rischio di ammalarsi sono i bambini nei primi anni di vita (al di sotto dei 5 anni), le persone anziane (a partire dai 65 anni) e i soggetti di qualunque età con malattie croniche. Le infezioni causate dallo pneumococco colpiscono frequentemente l’orecchio e le prime vie respiratorie causando otite e sinusite (soprattutto in età infantile). Forme di infezione più gravi sono la polmonite, la meningite e la sepsi (infezione diffusa a tutto il corpo) che possono portare anche alla morte.
L’infanzia e l’adolescenza sono da sempre le fasi della vita più sensibili all’ambiente e al contesto dove i bambini e i ragazzi vivono con riflessi nella loro psiche e nella formazione del loro carattere. La fragilità e la vulnerabilità di quelle età è stata sempre molto attenzionata dalle scienze sociali e mediche. L’adulto avrà delle caratteristiche che quasi sempre hanno radici proprio nei primi anni di vita.
Tutto questo nelle varie fasi storiche tende a subire dei cambiamenti e delle evoluzioni che devono essere sempre molto ben evidenziate e studiate per far sì che i bambini e i giovani crescano nella maniera migliore. Nel periodo che stiamo vivendo le problematiche sembrano ancora più accentuate.
Ne parliamo con la dottoressa Nelia Zamponi, specialista pediatra e neuropsichiatra infantile, già direttore Sod Neuropsichiatria Infantile e Centro Regionale Epilessia Infantile Ospedali Riuniti Ancona, oggi consulente presso Associati Fisiomed.
- Dott.ssa Zamponi di che cosa si occupa il Neuropsichiatra Infantile?
"La Neuropsichiatria Infantile o, più correttamente, la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’ adolescenza, è una branca specialistica della Medicina che si occupa della diagnosi e del trattamento dei disturbi neurologici e neuropsichiatrici che insorgono nella fascia di età compresa fra 0-18 anni".
- Quali sono le patologie neuropsichiatriche più frequenti in questa fascia di età?
"Per quanto attiene la patologia neurologica, le epilessie e le cefalee rappresentano i disturbi che più frequentemente richiedono una consultazione specialistica a causa della loro prevalenza nella popolazione pediatrica e della peculiarità dei loro aspetti rispetto all’età adulta.
Anche il disturbo da tIc, le lipotimie, le sincopi, le vertigini, i disturbi muscolari sono motivo piuttosto frequente di consultazione ambulatoriale. A livello ospedaliero accedono, invece, la patologia neurologica acuta e le patologie neurologiche / neuromuscolari di maggiore complessità (traumi cranici, tumori, epilessie gravi, ictus, paralisi cerebrali infantili, malattie degenerative…).
Per quanto attiene la patologia neuropsichiatrica, i disturbi del neuro sviluppo e i disturbi psichiatrici sono i motivi di presa in carico diagnostica e terapeutica di maggiore rilevanza.
I disturbi del neurosviluppo sono molteplici e di gravità variabile, richiedono una individuazione precoce e una tempestiva presa in carico multidisciplinare (ritardi di sviluppo psicomotorio, disturbo del linguaggio, disturbo di spettro autistico , disturbi specifici di apprendimento,disturbi comportamentali..) al fine di garantire una evoluzione neuropsichica positiva, un adeguato raggiungimento degli obiettivi accademici e una piena autonomia personale".
- L’incidenza delle patologie neuropsichiatriche è stabile nel tempo?
"No. Negli ultimi anni si è assistito a un sostanziale aumento della incidenza dei disturbi di neurosviluppo e dei disturbi psichiatrici in età adolescenziale. Sono soprattutto aumentate le diagnosi e le richieste di intervento per i disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Le stime epidemiologiche collocano i DSA tra il 5% e il 12% dei pazienti in età scolare. Si tratta di situazioni in cui si rilevano difficoltà nell'acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo a fronte di una normale dotazione intellettiva. L’origine è di natura neurobiologica, il riconoscimento è indispensabile ai fini di mettere in atto tutte le misure compensative/dispensative previste dalla legge finalizzate al raggiungimento di adeguati livelli di apprendimento e di un armonico sviluppo della personalità.
Sono altresì in aumento le diagnosi di Disturbo da Deficit di attenzione con iperattività (ADHD) e le diagnosi di Disturbo di Spettro Autistico (ASD). L’incremento riguarda anche e in maniera molto consistente i disturbi psichiatrici in età adolescenziale.
Ansia, depressione, disturbi della condotta, dipendenze, disturbi del comportamento alimentare (DCA), sono purtroppo divenute motivo di consultazione molto frequente con enormi difficoltà di trattamento e presa in carico territoriale e ospedaliera".
- Quali sono le cause della aumentata incidenza di disturbi psichiatrici e di disturbi del neurosviluppo?
"Vengono chiamati in causa molti elementi interconnessi fra loro: la rapidità dei mutamenti sociali, il crollo di modelli e valori di riferimento, i social media, la rete, l’intelligenza artificiale, il lockdown pandemico hanno comportato un cambiamento rapido con conseguente enorme fatica a riconoscere l’autorità, a confrontarsi con i pari e con un’altissima ansia sociale.
Il bullismo, il cyberbullismo, la dissociazione tra l’immagine sui social e l’immagine di sè reale rappresentano esperienze negative sempre più frequenti e precoci. Le amicizie virtuali vengono preferite alle più faticose relazioni amicali del mondo reale, tanto da determinare frequentemente un vero e proprio ritiro sociale.
Anche per quanto riguarda le funzioni neuropsicologiche, l’esposizione precoce a smartphone e social media induce mutamenti importanti: questi ragazzi, fin da piccoli, mostrano tempi attentivi molto più brevi, sono molto più veloci, ma surfano sulle informazioni, non vanno in profondità.
La realtà diviene quella della rete: tutto è veloce, le risposte arrivano subito, senza interesse di approfondimento, senza sforzo di memorizzazione, senza interiorizzazione.
Alla lunga, queste modalità possono interferire notevolmente con le tecniche di insegnamento tradizionale e con le richieste della scuola generando disagio psicologico e difficoltà di apprendimento".
(Credit foto dott.ssa Zamponi: Giusy Marinelli)
Oggi, l’ospedale di Macerata saluta con affetto e gratitudine il dottor Vincenzo Campogiani, dirigente medico presso il reparto di Nefrologia, che dopo anni di impegno, competenza e dedizione, ha deciso di intraprendere il suo meritato pensionamento. Con questo passo, si chiude un capitolo significativo della sua carriera, lasciando un'impronta profonda sia nella sanità che nella vita dei tanti pazienti e colleghi che lo hanno avuto accanto.
"Il dottor Campogiani ha intrapreso la sua carriera con passione e dedizione, diventando una figura fondamentale nel reparto di Nefrologia dell’ospedale di Macerata. Con una solida preparazione scientifica e una straordinaria umanità, ha saputo instaurare un rapporto di fiducia con i pazienti, accompagnandoli con competenza e empatia nelle difficoltà delle malattie renali. La sua capacità di ascolto e il suo approccio attento e rispettoso hanno reso il dottor Campogiani un punto di riferimento per chiunque si sia trovato a varcare la soglia del suo reparto", si legge in una nota del personale ospedaliero
"In questi anni, il dottor Campogiani ha fatto parte di un team di eccellenza, guidato dal dottor Franco Sopranzi, che ha affrontato le sfide della medicina con professionalità, ma anche con quel tocco umano che è fondamentale per una cura di qualità. Il suo pensionamento rappresenta una grande perdita per l’ospedale di Macerata, ma è anche l’occasione per riflettere sull’importanza del suo impegno, che ha lasciato una traccia indelebile non solo nel reparto di Nefrologia, ma anche nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui".
I colleghi, gli infermieri, il personale medico e i pazienti del reparto di Nefrologia e Dialisi, insieme alla direzione dell’ospedale di Macerata, vogliono esprimere il "loro più sincero ringraziamento al dottor Campogiani per la dedizione, l’umanità e l’eccezionale professionalità con cui ha svolto il suo lavoro. Il suo contributo non si limita ai risultati medici, ma tocca anche la sfera emotiva, migliorando la vita delle persone che ha curato e che non lo dimenticheranno mai".
"Auguriamo al dottor Vincenzo Campogiani una pensione serena, ricca di soddisfazioni personali e familiari, consapevoli che la sua passione per la medicina rimarrà sempre nel suo cuore. La sua carriera, contraddistinta da amore per il proprio lavoro e impegno instancabile, continuerà a essere un esempio per le generazioni future di medici e operatori sanitari".
Gennaio è il mese della prevenzione del tumore del collo dell'utero e la Regione Marche promuove la prevenzione secondaria di questa patologia attraverso gli screening oncologici. Fino a giugno 2023 lo strumento per la diagnosi precoce di questa patologia era il Pap Test, mentre dal mese di luglio dello stesso anno è strato introdotto l’Hpv Test insieme al nuovo protocollo regionale.
“Nel 2024 come Ast di Macerata abbiamo effettuato più di 7000 esami, Pap Test e Hpv Test, che rappresentano il 33% di adesione da parte delle donne– afferma la dottoressa Lucia Marinelli, responsabile degli Screening dell’Azienda sanitaria. -È un buon risultato perchè abbiamo mantenuto la stessa adesione di quando si eseguiva come esame solo il Pap Test, ma cercheremo in futuro di migliorarci”.
Le campagne di prevenzione primaria (vaccino anti-HPV) e secondaria (test HPV e PAP test) rivestono un ruolo cruciale nel ridurre sensibilmente l'incidenza del tumore, pur essendo in Italia ancora bassi i dati delle coperture vaccinali. “Il tumore del collo dell'utero è il secondo per frequenza tra le donne dopo il tumore della mammella, con circa 2500 diagnosi l'anno. È causato da un'infezione da papillomavirus umano (HPV), che si trasmette per via sessuale.
La maggior parte delle infezioni regredisce spontaneamente, tuttavia quando la stessa persiste nel tempo si formano lesioni nel tessuto del collo dell'utero che possono evolvere in cancro. I programmi di screening offerti dalla sanità pubblica permettono di eseguire gratuitamente esami specifici per individuare precocemente lesioni pre-cancerose in modo da poterle trattare e risolvere” - spiega il dottor Mauro Pelagalli, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ast di Macerata.
La letteratura scientifica dimostra sia l'efficacia della vaccinazione anche in chi ha già ricevuto trattamenti per lesioni preneoplastiche, che la maggiore efficacia dell'Hpv Test rispetto al Pap Test nel trovare lesioni, nella fascia di età 30-64 anni. “L’Ast di Macerata è impegnata in prima linea nella promozione di campagne di screening, perché crediamo che la diagnosi precoce rappresenti l'arma più efficace nella prevenzione del tumore del collo dell’utero” – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata dottor Alessandro Marini.
“Come Regione abbiamo potenziato la prevenzione oncologica, estendendo la somministrazione del vaccino anti Papilloma virus anche alle farmacie per allargare la platea delle persone vaccinate, con l’obiettivo di contrastare la malattia e di ridurre i costi sanitari- dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini - La prevenzione è fondamentale per garantire il diritto alla salute dei cittadini, per questo è importante aderire ai programmi di screening e usufruire delle vaccinazioni offerte”.
Da segnalare che il prossimo 15 febbraio, presso la biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, si svolgerà un importante Congresso sul tema della prevenzione, che è intitolato "Prevenire è proteggere, scegli la vaccinazione" e si rivolge a tutti gli addetti ai lavori e alla cittadinanza. È organizzato dall’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica, di cui è responsabile la dottoressa Francesca Orici, che fa parte del Dipartimento Materno Infantile dell’AST di Macerata, diretto dal dottor Mauro Pelagalli, in collaborazione con l'Ordine dei Farmacisti della Provincia di Macerata.
Dopo aver messo radici fuori dal Maceratese acquisendo il centro San Michele a Casette D'Ete, il Gruppo Medico Associati Fisiomed ha formalizzato la nuova collaborazione con la Yuasa Battery Grottazzolina, la realtà sportiva più importante del territorio fermano.
Nella sala conferenze della sede principale della galassia Fisiomed, vale a dire il gioiellino via Giovanni XXIII a Sforzacosta, è stato presentato l'accordo che fa di Fisiomed sponsor ufficiale e il medical partner della società di pallavolo per la prima volta nella sua storia protagonista in SuperLega, la massima categoria di volley al maschile.
Il club di Grottazzolina era ben rappresentato a Sforzacosta, con il presidente Rossano Romiti, il coach Massimiliano Ortenzi e due giocatori, lo schiacciatore Oleg Antonov (nel 2016 argento olimpico con la Nazionale Italiana) e l'opposto Gabrijel Cvangiger.
A fare gli onori di casa ed introdurre l'incontro l'amministratore unico di Fisiomed, Enrico Falistocco. “Oggi più che mai mi sento orgoglioso di essere marchigiano – ha esordito- quello che sta facendo la società di Grottazzolina è incredibile. Un paese di 3mila abitanti che può vantare la squadra di pallavolo in A1 è uno sforzo immane. Mi viene in mente solo l'Ascoli ai tempi di Rozzi. Pertanto ritengo questo accordo qualcosa di speciale. Fisiomed è arrivata ad avere 7 sedi dopo le ultime acquisizioni a Tolentino e a Casette d'Ete e nel fermano vogliono essere più presenti, lo rimarchiamo con questa collaborazione prestigiosa e lo faremo con altre operazioni. Mi auguro possiate continuare così e festeggiare la salvezza, ogni vostra vittoria sarà una nostra vittoria. E sono sicuro – ha concluso Falistocco- che da questo incontro nascerà una vera amicizia”.
Il presidente della Yuasa, Rossano Romiti, ha aggiunto: “Siamo contentissimi di questa sinergia che ci lega a Fisiomed. Si nota l'entusiasmo che avete ed è anche il nostro. La partnership ovviamente non riguarderà solo i grandi in SuperLega ma tutto il settore giovanile e parliamo di numeri significativi, perchè la M&G Scuola Pallavolo ormai dispone di 300 tesserati. Un totale in crescita, anche perchè l'utilizzo del PalaSavelli a Porto San Giorgio ha aumentato la nostra capacità attrattiva anche verso la costa. Se sommiamo i quasi cento collaboratori, capite che la nostra è quasi una azienda”.
Infine le parole del coach Massimiliano Ortenzi: "Avere accesso a strutture mediche di eccellenza, con un ampio team di professionisti, ci permette di accelerare i tempi di recupero. Questo rappresenta un valore aggiunto indispensabile per affrontare una competizione di altissimo livello".
I Centri di Riabilitazione delle Marche, dalla Lega del Filo d’Oro alla Comunità di Capodarco, dalla Kos-Santo Stefano alla Fondazione Don Gnocchi, dalle Anffas all’Asp Paolo Ricci, dal Villaggio delle Ginestre al Centro Montessori, dal Centro Mancinelli alla Buona Novella, il giorno 30 gennaio saranno ricevuti in Regione nella speranza di poter avere delle concrete risposte che consentano di evitare la dichiarazione dello stato di crisi delle strutture sopraelencate.
Dopo mesi di attesa, finalmente i Centri di Riabilitazione potranno illustrare alla Regione le motivazioni che hanno fortemente contribuito ad arrivare ad una situazione di non ritorno. Le tariffe sono ormai bloccate da oltre 12 anni e in questo lasso di tempo il costo della vita è fortemente lievitato unitamente al costo del lavoro.
Il passaggio da Asur alle singole Ast rende sempre più difficile definire congrui accordi e si corre il rischio che ogni Ast affronti il tema della riabilitazione in maniera diversificata e difforme dai vigenti accordi stipulati in passato con la Regione ed Asur.
I Centri, dove lavorano oltre 1500 operatori, assistono migliaia di pazienti con disabilità gravi e con presa in carico multidisciplinare; vengono assistiti pazienti che vanno dai disturbi dell’età evolutiva fino a pazienti con gravi cerebrolesioni o in stato di coma.
"La situazione di difficoltà è stata oggetto di varie missive inviate dall’Aris, associazione di categoria, alla Regione, senza aver avuto alcun cenno di risposta", si legge in una nota. "Si confida molto che l’incontro del 30 prossimo possa dare concrete risposte e tranquillizzare pazienti e lavoratori dei Centri di Riabilitazione delle Marche".
Grande novità per Castelraimondo: sabato è stato inaugurato un ufficio informativo della Croce Rossa Italiana lungo corso Italia, al civico numero 8. Lo spazio verrà curato dal comitato di Matelica e sarà un punto informazioni che garantirà alla cittadinanza diversi servizi e attività come la possibilità di prenotare trasporti programmati per visite e prestazioni, sportello di ascolto per i più fragili, consegna a domicilio di farmaci e la possibilità di iscriversi ai corsi che il Comitato offre mediante "Gaia" e molto altro.
L'ufficio sarà a disposizione dei cittadini da lunedì con il seguente orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10:00 alle 12:00 e martedì, giovedì e sabato dalle 16:30 alle 18:30. Grande soddisfazione quella espressa dal sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli: "Congratulazioni alla CRI e a tutti i suoi operatori per l’apertura di questo punto informativo, come comune non abbiamo esitato a mettere a disposizione questo locale. Sono molto contento perché giorno dopo giorno stiamo lavorando per una Castelraimondo sempre più completa sia in termini di servizi che di assistenza alla persona. Ciò è essenziale per poter affrontare problematiche che ogni giorno interessano tutto il territorio. Congratulazioni a tutti gli operatori della CRI che ogni giorno svolgono un incarico indispensabile per l’intera comunità".
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere regionale Renzo Marinelli: "Oggi è stata un’altra giornata importante per Castelraimondo in quanto alla presenza della presidente regionale della CRI Maria Rosaria del Balzo Ruiti, del presidente della sezione locale di Matelica Domenico Belardinelli e di diversi sindaci della zona, abbiamo inaugurato questo ufficio informazioni della Croce Rossa. Un altro piccolo tassello che va a riempire la scacchiera della sanità".
"Con il punto salute, molto frequentato e con questo punto di informazione per i cittadini di Castelraimondo, piano piano stiamo dando quei servizi che evitano dei disagi - prosegue Marinelli -. Inoltre siamo molto soddisfatti della collaborazione tra la città di Matelica e il comune di Castelraimondo che è essenziale per poter affrontare al meglio le problematiche territoriali. Ringraziamo tutti gli operatori e volontari della Cri che sono impegnati quotidianamente per il bene del prossimo".
Soddisfazione anche per il presidente della Croce Rossa di Matelica Domenico Belardinelli: "Questo progetto nasce per essere ancora più vicino alle persone, offrendo un punto di riferimento per informazione, prevenzione e assistenza grazie all’impegno dei volontari. È un primo passo, destinato a crescere con l’aiuto di tutti. Un sincero ringraziamento va ai volontari, al personale, alle istituzioni, al Comune di Castelraimondo e alla presidente regionale, Rosaria Del Balzo Ruiti, che hanno permesso di trasformare l’idea in realtà. Questo ufficio testimonia la volontà di creare una rete di supporto che non lasci indietro nessuno. Vi invitiamo a visitare l’ufficio e, se possibile, a unirvi a noi come volontari, perché insieme possiamo fare davvero la differenza"
Presente anche Don Mariano che ha benedetto dopo il taglio del nastro la stanza, uno spazio semplice, ma sufficiente per la sua funzione.
La salute delle donne merita una particolare attenzione perché oltre ad avere una rilevanza come tutti gli esseri umani, senza distinzione di genere sulla qualità della vita, ha anche una sua valenza sociale che si ripercuote nella possibilità e gestione della maternità, nella vita e gestione della famiglia, nel loro impegno nel lavoro.
Tra le condizioni patologiche riconducibili alla donna l’ovaio policistico è sicuramente una delle sindromi femminili che hanno una maggiore incidenza. Ne parliamo con la dottoressa Maria Cristina Magagnini, medico specialista in endocrinologia e malattie del metabolismo con Master di II livello in andrologia, medicina della riproduzione e della sessualità, consulente presso il centro medico Associati Fisiomed.
Dott.ssa Magagnini, oggi tra le giovani donne si sente parlare molto della sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). Cos'è?
"La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è il disturbo endocrinologico più diffuso tra le donne in età fertile, avendo una prevalenza dell'8-13%. È una condizione clinica caratterizzata da una variabilità di segni e sintomi. La diagnosi si basa sui criteri di Rotterdam e richiede almeno 2 di queste tre condizioni: irregolarità mestruali, iper androgenismo clinico (dosaggio degli androgeni tramite prelievo ematico al terzo giorno del ciclo mestruale) o biochimico (ad es irsutismo, acne e alopecia) e quadro ecografico compatibile con policistosi ovarica (che richiede dei parametri ben precisi). Nel complesso si tratta di un'importante disfunzione dell'apparato riproduttivo femminile che sfocia però in una complessa alterazione di tipo metabolico, estetico e riproduttivo".
Quindi quali sono i sintomi che devono fare allarmare?
"Solitamente l'oligoamenorrea (mancanza del ciclo mestruale) è il segno che più preoccupa le giovani donne. Altre volte si tratta di peluria in eccesso (irsutismo), acne o caduta di capelli, la cosiddetta alopecia androgenetica".
Invece dal punto di vista metabolico, quali sono i problemi a cui si riferisce?
"Le donne con PCOS, ad esempio, hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete mellito di tipo 2. La maggior parte è insulino-resistente e/o obesa, e ha difficoltà a perdere peso nonostante diete spesso rigide".
Ha parlato di riproduzione. Può la PCOS incidere sulla fertilità?
"Assolutamente sì, irregolarità mestruale significa anche alterata ovulazione, quindi a volte non si fa diagnosi in adolescenza, ma arrivano in ambulatorio giovani 30enni che da anni provano ad avere figli, senza successo".
Esiste una cura?
"Esistono dei trattamenti sintomatici. Sicuramente il primo consiglio rimane correggere lo stile di vita, inteso come alimentazione e attività fisica, soprattutto per le donne in sovrappeso o obese. Il resto dipende dalla problematica principale. Non esiste una cura univoca. Tutto va personalizzato e studiato in base alle necessità della paziente e in base al problema che presenta in quel preciso momento".
Grazie Dottoressa Magagnini.
Incontro a Palazzo Sforza tra il sindaco e neo presidente della Conferenza dei Sindaci, Fabrizio Ciarapica, ed il nuovo direttore generale AST, Alessandro Marini. Sul tavolo il potenziamento dell’ospedale civitanovese e della medicina del territorio, scritto nero su bianco nelle pagine del nuovo atto aziendale che sarà presto ufficializzato. “Un incontro molto positivo" - ha detto il sindaco -.
"L’ospedale di Civitanova, infatti, non solo sarà tutelato, ma continuerà a crescere e migliorare. Dal dg Marini, che ringrazio per la collaborazione, ho infatti ricevuto rassicurazioni importanti rispetto alle preoccupazioni emerse nei giorni scorsi: le unità operative dipartimentali saranno mantenute, con la garanzia dell’autonomia per reparti strategici come la farmacia e l’oncologia e grazie alla determinazione di questa amministrazione, l’ospedale di Civitanova guadagnerà ulteriori servizi di eccellenza”.
Tra i nuovi servizi annunciati spicca l’istituzione di una Unità Operativa Complessa di Pediatria e Neonatologia, un risultato di straordinaria importanza che eleva l’ospedale di Civitanova a un punto di riferimento per l’assistenza ai più piccoli. “Un traguardo che rafforza la qualità e la completezza dell’assistenza ai neonati, garantendo un presidio di altissimo livello. Il reparto di Pediatria – ha spiegato il sindaco – non è solo un pilastro della nostra sanità, ma anche un simbolo di fiducia e sicurezza per le famiglie del territorio".
"Con l’impegno del personale sanitario, che da anni si distingue per la professionalità e la dedizione, e l’aggiunta di Neonatologia, continueremo ad offrire cure di eccellenza ai nostri bambini”. L’altra novità è l’attivazione di una Unità Operativa Semplice di Chirurgia della Tiroide, un servizio innovativo che andrà ad ampliare l’offerta sanitaria dell’ospedale. “Tutti passi in avanti che valorizzeranno il nostro nosocomio. Durante l’incontro - conclude il sindaco - abbiamo fissato per il 7 febbraio la convocazione per l’illustrazione del nuovo atto aziendale, un passaggio cruciale che segna una nuova fase per il nostro ospedale e per l’intero sistema sanitario locale".
Si parlerà di Medicina di prossimità questo fine settimana all’Abbadia di Fiastra nell’ambito di una giornata di studio organizzata dal direttore Socio Sanitario dell’Ast di Macerata, il dottor Giancarlo Cordani in qualità di responsabile scientifico.
L’evento, accreditato Ecm, che si svolgerà sabato 25 gennaio a partire dalle ore 8, ha il patrocinio della Fondazione Carima, dell’Opi di Macerata e dell’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
Nel maggio del 2022 il Ministero della Salute ha approvato il DM n°77 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale del Ssn”, un regolamento valido per tutto il territorio italiano che norma la Missione 6C1 del Pnrr.
Il Dm77 cerca di adeguare la medicina del territorio ai nuovi bisogni che si sono creati negli ultimi due decenni, si tratta di un modello progettato per e con le persone con la finalità di operare come un sistema vicino alla comunità.
“L’attuazione di questo modello organizzativo e l’utilizzo delle nuove strutture forniscono un’occasione unica di ripensamento e sviluppo delle cure primarie, richiedendo un profondo cambiamento culturale: non sono più sufficienti le prestazioni, ma si rende necessario il prendersi cura della comunità, in particolare della cronicità e fragilità – dichiara il direttore socio sanitario dell’Ast di Macerata Giancarlo Cordani. Per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, si rende necessaria la prossimità delle cure e un lavoro di squadra multiprofessionale e multidisciplinare ad integrazione con la specialistica ambulatoriale e con l’ospedale”.
La finalità della giornata di studio è riflettere sul cambiamento di prospettiva intervenuto con il Dm 77, mettendo mano a percorsi che accompagnino tale nuova visione attraverso l’acquisizione di nuove forme di organizzazione del lavoro e di skills. L’evento formativo è rivolto ai medici chirurghi, ai farmacisti e agli infermieri.
La Regione Marche ha deliberato l'estensione dello screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto agli uomini e alle donne di età compresa tra i 70 ei 74 anni. Questa importante scelta, che sarà operativa a partire dal 1° marzo 2025, rappresenta un passo importante nella prevenzione oncologica, rafforzando l'impegno verso la tutela della salute dei cittadini.
Lo screening, che già coinvolge la popolazione tra i 50 ei 69 anni, continuerà ad essere effettuato con cadenza biennale. Gli inviti saranno attivi, tramite lettera personalizzata, includendo indicazioni per sottoporsi al test immunochimico fecale (FIT), un esame semplice e non invasivo per la ricerca di sangue occulto nelle feci. In caso di positività, saranno previsti approfondimenti diagnostici come la colonscopia e, se necessario, un percorso di trattamento e follow-up.
"Il rafforzamento dei programmi di prevenzione oncologica rappresenta uno dei pilastri fondamentali della nostra strategia sanitaria - dichiara il vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini -. Attraverso l'estensione dello screening ad un numero maggiore di cittadini, garantiamo una migliore accessibilità alla prevenzione e alla diagnosi precoce, un passo concreto nella promozione della salute. Invito i cittadini ad aderire ai programmi di prevenzione, fondamentali per salvare vite. Come Regione stiamo investendo risorse importanti nell'ammodernamento tecnologico e grazie a questo nostro impegno oggi le Marche sono tra le prime regioni italiane a poter contare sulle strumentazioni diagnostiche più avanzate e meno obsolete".
Con l'estensione alla fascia 70-74 anni, si stima un aumento massimo del 33% nel numero di FIT eseguiti annualmente e del 50% nel numero di colonscopie. Il tumore del colon-retto è la seconda neoplasia più frequente nella popolazione italiana, con circa 50.500 nuovi casi stimati nel 2023. Grazie a questa iniziativa, che segue le raccomandazioni europee e nazionali, la Regione Marche punta a rafforzare la prevenzione oncologica e a salvare più vite attraverso la diagnosi precoce.
L'estensione sarà realizzata nell'ambito dei budget assegnati agli Enti del Servizio Sanitario Regionale (SSR), senza ulteriori costi a carico del bilancio regionale. Il monitoraggio dei risultati sarà garantito dal sistema informativo regionale attraverso l’Agenzia Regionale Sanitaria (ARS).
Dopo sei mesi dall'avvio dell'estensione, la Regione valuterà l'impatto organizzativo per ampliare ulteriormente lo screening alla fascia 45-49 anni dal 2026, in linea con gli obiettivi del Piano Socio-Sanitario Regionale 2023- 2025.
Si svolgerà venerdì 24 gennaio al Cosmopolitan di Civitanova il convegno organizzato dalle Medicine Interne dell’Azienda sanitaria territoriale maceratese, intitolato “Voyager infettivologico nelle Medicine Interne” e dedicato alle problematiche infettivologiche che si incontrano quotidianamente lungo i principali canali della Medicina Interna, costituiti dalla corsia e dall’attività ambulatoriale.
Si tratta di un evento formativo accreditato Ecm, di cui sono responsabili scientifici i direttori delle quattro Unità Operative della Medicina Interna dell’Ast di Macerata, per Civitanova la dottoressa Maria Luisa Minnucci, per Macerata il dottor Roberto Catalini, per San Severino il dottor Giovanni Pierandrei e per Camerino la dottoressa Anna Maria Schimizzi.
Negli ultimi anni, il rischio infettivo nelle corsie ospedaliere ha incrementato morbosità e costi sanitari, aumentando la consapevolezza della necessità di ottimizzare l’antibiotico terapia attraverso la revisione di vecchi schemi terapeutici o la formulazione di nuovi.
L’evento formativo si pone come obiettivo quello di affrontare argomenti di grande attualità in campo infettivologico, fornendo gli elementi teorico-pratici per un corretto approccio alle principali patologie infettive.I partecipanti avranno l’opportunità di confrontarsi con esperti del settore sulle tematiche scientifiche oggetto del convegno, grazie anche alla possibilità di condividere le proprie esperienze.
Tra i qualificati relatori previsti nel programma, è confermata la presenza del professor Giovanni Raimondo del Policlinico di Messina, opinion leader in campo epatologico a livello internazionale. Il convegno, che ha il patrocinio Fadoi, società scientifica dei medici internisti ospedalieri, si rivolge a medici chirurghi, dietisti, infermieri, farmacisti, fisioterapisti e logopedisti.
Negli ultimi giorni, si è riacceso il dibattito sulla necessità di un centro diurno per persone affette da Alzheimer a Civitanova Marche. Se ne è parlato in incontri pubblici, come quello tenutosi sabato 11 gennaio al Cosmopolitan, e sulla stampa locale, evidenziando un tema che tocca da vicino tantissime famiglie del territorio.
L’Associazione AttivaMente Alzheimer ODV, da anni portavoce delle istanze dei civitanovesi, sottolinea l'urgenza di creare un luogo dedicato ai malati di demenza. Questo centro dovrebbe offrire servizi socio-assistenziali mirati, non solo per i pazienti ma anche per le loro famiglie, che spesso affrontano un compito gravoso e complesso.
I dati sulla diffusione dell'Alzheimer sono impressionanti: in Italia si contano circa 1.100.000 persone affette da demenza; nelle Marche, secondo le stime regionali, i malati sono circa 30.000. A Civitanova, si registrano almeno 1.000 casi, una cifra che cresce ulteriormente considerando l'intero Ambito Territoriale Sociale 14, di cui la città è capofila.
"Con l’arrivo dell’Alzheimer, non si ammala solo il paziente, ma tutta la famiglia," sottolinea l’associazione. Questo fenomeno moltiplica il numero delle persone indirettamente coinvolte, rendendo sempre più evidente la necessità di strutture e servizi adeguati.
AttivaMente riconosce i progressi fatti negli ultimi anni dall’amministrazione comunale, che ha sostenuto laboratori per persone con demenza. Grazie all’ASP Paolo Ricci, per quattro mattine a settimana, i pazienti possono partecipare a sessioni di stimolazione cognitiva e socializzazione guidate da personale specializzato. Tuttavia, questi interventi non sono sufficienti a soddisfare i bisogni crescenti della comunità.
Per realizzare un centro diurno Alzheimer, è necessaria una collaborazione tra più attori istituzionali: l’amministrazione comunale, la Regione Marche e l’AST di Macerata. "Ora è il momento di concretizzare le intenzioni, perché i malati e le loro famiglie hanno bisogno di risposte immediate," afferma Barbara Mazzoli, presidente di AttivaMente.
L’associazione si rivolge a tutte le forze politiche, sociali ed economiche della città affinché si lavori insieme per rendere il centro diurno una realtà. "È adesso che le persone con demenza hanno bisogno del centro diurno. Ora è il momento di mettersi intorno ad un tavolo e organizzare una struttura che ormai da troppo tempo manca, perchè tante famiglie possano ritrovare una parvenza di vita 'straordinariamente' normale." ribadisce Mazzoli.
Procedono spediti i lavori di realizzazione della Casa di Comunità di San Severino, che sorgerà di fronte l'ospedale Bartolomeo Eustachio, finanziata con Fondi Pnrr per un importo di 2.264.000 euro relativo al primo stralcio.
L’opera riguarda la costruzione di un nuovo edificio, che si estende su una superficie di circa 840 metri quadri, ubicato nell'area antistante il distretto sanitario esistente all'interno della proprietà dell'azienda sanitaria maceratese, di cui fa parte anche il presidio ospedaliero.
"Sono state già realizzate le opere di fondazione della Casa di Comunità di San Severino e i lavori proseguono secondo il cronoprogramma di progetto - dichiara il direttore generale dell’azienda sanitaria territoriale di Macerata, Alessandro Marini -. Nel Comune settempedano la struttura che sorgerà di fronte il nosocomio cittadino rappresenterà anche visibilmente l'integrazione tra ospedale e territorio, da sempre auspicata per offrire alla popolazione un’adeguata presa in carico dei propri bisogni assistenziali. Siamo in piena fase di esecuzione del primo stralcio funzionale".
Il fabbricato in corso di realizzazione è dotato anche di cortile interno e si sviluppa in un solo piano, il piano terra, dove saranno alloggiate tutte le attività e i servizi dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali. All'interno dell'edificio è prevista la presenza anche del Punto Unico di Accesso, dei servizi di assistenza domiciliare, infermieristici, di integrazione con i servizi sociali e vi trovano spazio anche i servizi diagnostici di base, la Continuità Assistenziale e il punto prelievi.
Queste attività andranno ad implementare e ad integrarsi con i servizi già presenti all’interno del Distretto Sanitario esistente. L'edificio avrà una struttura in cemento armato in opera, con una copertura piana dove saranno alloggiati l'impianto fotovoltaico e l'impianto di climatizzazione, che rimarranno contenuti nel solaio e nel parapetto di copertura per minimizzare l’impatto ambientale, considerato che l'area è soggetta a vincolo paesaggistico.
La nuova costruzione sarà in classe energetica "A", con solo fonti di approvvigionamento elettrico essendo dotata di impianti meccanici a pompa di calore con impianto fotovoltaico. I maggiori costi previsti nel progetto esecutivo rispetto a quello di fattibilità approvato sono una diretta conseguenza dell’ormai noto aumento dei costi dei materiali dell’edilizia, che devono essere aggiornati al vigente prezziario regionale delle opere pubbliche.
"La Casa di Comunità rappresenta una risposta importante sul territorio per decongestionare gli ospedali e rendere la sanità più vicina ai cittadini - dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini -. Stiamo ridisegnando il Sistema Sanitario Regionale per renderlo più capillare, tempestivo ed efficiente in tutto il territorio e per superare la cronica carenza di personale che abbiamo ereditato a causa dell'errata programmazione passata."
Incontrando un mio vecchio amico, compagno di liceo ai Salesiani di Macerata, abbiamo parlato del suo lavoro, della pensione raggiunta dopo quasi 40 anni di servizio, lui medico di base ad Ancona. Il medico di base o di famiglia, che dir si voglia, è da sempre la figura di riferimento quotidiana per la preservazione della salute dei cittadini.
E’ medico, spesso confidente, a volte anche amico. E’ una visione allargata della tutela della salute coinvolgendo fiducia ed attenzione reciproca nella cura del corpo, ma anche valutazione della qualità della vita, persino esplorazione dei sentimenti. E’ il medico di famiglia, la figura storica di riferimento sempre presente e in ogni caso di aiuto.
Il Dottor Luigi Fiordelmondo, quasi per 40 anni medico di medicina generale ad Ancona, ha voluto descrivere in un libro intitolato "Quando il medico non è solo di famiglia" la sua esperienza professionale, l’evoluzione del ruolo nel tempo e anche le frustrazioni sopraggiunte a deteriorare la missione.
Il libro ha già ricevuto un riconoscimento in un concorso letterario. Voglio riportare l’introduzione perché penso possa aiutare tutti ad un proficuo rapporto con una figura fondamentale per la nostra vita.
“Volevo fare il medico condotto come il dottor Manson del romanzo di Cronin. Ho finito per fare il medico di famiglia, il medico di base, il medico generico, il medico di medicina generale, il medico curante, ma non il medico condotto e il problema non fu non essere in Scozia ai tempi di Cronin, ma l’essere in Italia ai tempi della riforma sanitaria. Correva l’anno 1978 e il 23 dicembre di quell’anno nasceva il Servizio Sanitario Nazionale. La diversità degli appellativi denotava, fin d’allora, la varietà di interpretazioni che venivano attribuite a questa particolare figura di sanitario. Medico, ma anche psicologo, ma anche sociologo, ma anche soprattutto medico “prescrittore”, preferibilmente “appropriato” secondo le normative del Servizio Sanitario Pubblico.
Quando mi si chiedeva che lavoro facessi dicevo il medico. Se la domanda richiedeva anche una distinzione precisa, per tagliar corto dicevo: 'il medico della Mutua' e tutti capivano anche se le Mutue non c’erano più. La cosiddetta “appropriatezza prescrittiva” è stata, insieme alla frequente difficoltà dei collegamenti Internet con il Ministero dell’Economia e Finanza (MEF), forse anche per mia responsabilità, il costante incubo nei 38 anni di attività.
Oltre ovviamente a quello degli anni bui della pandemia da Covid 19. Si dirà in maniera ironica, ma non troppo, “facevi anche l’esperto contabile”? In effetti, come un bravo ragioniere, dovevo inviare ogni giorno e da ciò l’ansia per la linea Internet, tutte le ricette dematerializzate che effettuavo. In tempo reale venivano controllate dal MEF, sia nell’appropriatezza, sia per verificare se si fosse superato o meno il budget di spesa.
In tutti questi anni, per ottenere un seppur minimo risparmio siamo passati dalla dotazione di un ricettario verde, di formato verticale, nel quale potevi scrivere diversi farmaci l’uno di seguito all’altro, ad un ricettario rosso, molto più contenuto, di formato orizzontale, nel quale potevi scrivere, anche perché non c’era spazio per altro, un numero massimo di due farmaci. Non più quindi collutori, lavande per l’igiene intima, saponi, creme o parafarmaci di qualsiasi genere.
Avevamo scoperto la razionalizzazione e il contenimento della spesa! Con Internet poi nacque la ricetta senza materia detta appunto dematerializzata. Avevamo fatto un’ulteriore magia. La carta della Zecca dello Stato sulla quale incredibilmente si dovevano prescrivere i farmaci non c’era più. In effetti la carta c’era, ma non era quella nobile e costosa della Zecca, bensì un semplice formato A5 prodotto dalla stampante del tuo PC (personal computer) che diventò nel frattempo indispensabile in ambulatorio, come lo era il lettino per le visite se non di più.
Dopo due anni di servizio in ospedale, quando scelsi il territorio e me ne andai, l’Aiuto del reparto mi disse: “Ottima scelta ragazzo, sarai libero e Primario di te stesso”. Non immaginava che sopra a me, in quella nuova avventura, avrei avuto il MEF e il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria, non immaginava nemmeno che mi sarebbero accadute vicende e situazioni che andavano oltre la clinica e che comunque valevano la pena di essere vissute ed anche raccontate”.
Lunedì 13 gennaio doppio fiocco all'ospedale di Civitanova Marche: sono venuti al mondo i gemelli Celeste e Nicola, nati da una coppia residente a San Benedetto del Tronto, Barbara e Leonardo D’Isidori. Una gioia immensa per la famiglia, che ha voluto esprimere la sua gratitudine in una lettera al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale civitanovese.
Questo evento speciale segna il sesto e il settimo figlio della coppia, che ha già vissuto l'esperienza della genitorialità in precedenza, con cinque dei loro bambini nati proprio a Civitanova Marche. Attraverso messaggio, i genitori hanno voluto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo lieto evento.
“Carissimi dottori e tutto il fantastico staff dell’ospedale di Civitanova Marche, siete ormai parte della nostra famiglia", scrive la mamma Barbara. Dopo avermi seguita e assistita per cinque gravidanze, siete stati al mio fianco anche in questa ultima da cui sono venuti al mondo Celeste e Nicola". Barbara e Leonardo non hanno mancato di esprimere la loro riconoscenza per il supporto ricevuto durante tutto il percorso. "Non smetterò mai di ringraziare la mia dottoressa Anna Maria Iannicco che mi ha supportata con la sua calma e la sua dolcezza; la miglior guida che io potessi avere in questo cammino così raro verso la vita".
La lettera prosegue con un sentito ringraziamento per l’intero reparto di Ostetricia e Ginecologia, che ha seguito con attenzione e dedizione la gravidanza di Barbara. “Grazie per l’amore, per le attenzioni, per le parole, per la professionalità che ho ricevuto in questi nove mesi e per aver fatto nascere i miei bambini protetti e al sicuro tra le sue braccia.”
I genitori hanno poi voluto esprimere gratitudine nei confronti del primario dell’ospedale, dottor Filiberto Di Prospero, e del suo predecessore, dottor Giuseppe Micucci, per aver dato un supporto continuo e presente durante il percorso. Un ringraziamento speciale è andato anche alla figura di Barbara, l’ostetrica che ha assistito la mamma durante tutta la gravidanza: "Barbara, il mio angelo, per avermi assistito e sostenuto con tanto amore dai primi giorni di questa magnifica storia".
I genitori hanno voluto estendere il loro grazie anche a Gabriella e Alessia, così come a tutte le altre ostetriche e infermiere per la loro professionalità, disponibilità e umanità. "Per quelle parole magiche dette al momento giusto... il mio mondo si colora di rosa e azzurro grazie anche alla gentilezza di Arjola, segretaria del centro di Civitamedica, per aver risposto in modo tempestivo ad ogni mia richiesta.” La lettera si conclude con un toccante ringraziamento: “Porteremo per sempre con noi il ricordo del vostro sostegno e affetto. Per sempre, grazie.”
L’Ast di Macerata ha ricevuto un doppio riconoscimento da Fondazione Onda ETS nell’ambito della seconda edizione del Bollino Azzurro, che ha premiato i centri ospedalieri virtuosi per l’offerta di servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione in ambito uro-andrologico in un’ottica multidisciplinare, con focus sul tumore della prostata e sulle complicanze funzionali post chirurgiche.
Per la seconda volta il Bollino Azzurro viene attribuito alla struttura ospedaliera maceratese, diretta dalla dottoressa Lucilla Servi, mentre per l’ospedale costiero è il primo riconoscimento ricevuto dall’Unità Operativa diretta dal dottor Willy Giannubilo.
“I due Bollini Azzurri ottenuti dagli ospedali della nostra Azienda certificano la qualità delle prestazioni erogate ai pazienti. – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini –
Il riconoscimento ottenuto come centri di eccellenza nei percorsi diagnostico-terapeutici offerti ai cittadini per le patologie uro-andrologiche è frutto della competenza e dell’impegno quotidiano dei nostri professionisti e delle loro èquipe, ai quali va il mio ringraziamento”.
Nei Reparti di Urologia degli ospedali dell’Ast di Macerata è presente una rete multidisciplinare che affronta i molteplici aspetti della salute uro-andrologica, con un’attenzione rivolta a migliorare la qualità di vita delle persone con tumore della prostata.
Sono attivi, infatti, percorsi dedicati alla gestione della patologia e delle sue complicanze post-operatorie con un approccio che integra medicina e riabilitazione, garantendo il miglior supporto possibile ai pazienti. La collaborazione tra professionisti, pazienti e familiari è essenziale per affrontare in modo efficace le sfide legate al tumore della prostata e alle sue complicanze.
“Questi riconoscimenti attestano l’elevata qualità dei servizi offerti ai cittadini dalle due strutture ospedaliere, che si contraddistinguono per accuratezza e tempestività nella diagnosi, oltre che per l’approccio multidisciplinare” – dichiara il vicepresidente della giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini.
Le festività natalizie portano gioia e momenti conviviali. Nelle occasioni più importanti a tavola si registra un elevato consumo di calorie, che spesso però lasciano anche un carico di malesseri fisici: gonfiore, poca energia e un’insaziabile voglia di dolci.
Cosa succede davvero al nostro corpo dopo gli eccessi alimentari? E come possiamo rimediare? Ne parliamo con il Dr. Roberto Talamonti, Nutrizionista Biologo, esperto in Combinazioni Alimentari, Bio-Terapia e Fitoterapia Naturale consulente del centro medico Associati Fisiomed.
Perché Dr. Talamonti dopo gli eccessi natalizi non si riesce a smettere di desiderare dolci e cibo abbondante?
I dolci e i carboidrati raffinati consumati durante le feste attivano un meccanismo di dipendenza. Quando mangiamo zuccheri in grandi quantità, il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore legato alla sensazione di piacere. Questo crea un circolo vizioso che alimenta il desiderio di cibi zuccherini e abbondanti.
Come spezzare il ciclo?
- Ridurre gradualmente gli zuccheri semplici e privilegia alimenti che stabilizzano la glicemia, come proteine (uova, pesce, legumi) e grassi sani (olio EVO, burro ghee, noci, mandorle e avocado).
- Inserire sempre verdure nei pasti possibilmente da antipasto, fondamentali per dare sazietà e regolarità, andando a limitare l’assorbimento dei cibi inseriti successivamente
- Sostituire i dolci con alternative più sane, come una macedonia di frutta fresca o tisane con un cucchiaino di miele.
Cosa succede al corpo con gli eccessi e come riequilibrare glicemia e insulina?
Durante le abbuffate, i picchi glicemici aumentano la produzione di insulina, l’ormone che regola lo zucchero nel sangue. Questo meccanismo può portare a:
- Accumulo di grasso, soprattutto addominale.
- Calate improvvise di energia, seguite da fame continua.
- Alterazioni del bilancio ormonale, che rendono difficile riprendere il controllo.
Come riequilibrarsi?
- Inserire nei pasti una fonte di carboidrati complessi (riso integrale, quinoa, farro), proteine magre (pollo, tofu) e verdure abbondanti, come broccoli, finocchi o insalate miste (sempre in questo caso da antipasto).
- Evitare i digiuni drastici, che stressano l’organismo e favoriscono nuovi squilibri.
- Fare movimento: una passeggiata di 30 minuti al giorno è sufficiente per migliorare la sensibilità all’insulina e accelerare il metabolismo.
Il detox post-festività funziona davvero?
Il detox è spesso frainteso. Non si tratta di rinunce estreme o diete liquide, ma di aiutare il corpo a eliminare tossine accumulate e a ripristinare l’equilibrio intestinale. Durante le feste, fegato e intestino subiscono un carico extra a causa di zuccheri, grassi e alcol.
Come fare un detox efficace?
- Bere almeno 2 litri di acqua al giorno, magari arricchita con limone, zenzero o menta.
- Aumentare il consumo di verdure a foglia verde, carciofi, cavoli e cetrioli, che favoriscono la depurazione.
- Limitare alcol, zuccheri e alimenti processati per almeno una settimana.
- Integrare cibi fermentati (kefir, crauti) per migliorare la salute intestinale.
In conclusione recuperare dagli eccessi natalizi richiede costanza e un approccio equilibrato. Non servono privazioni drastiche, ma il ritorno a una dieta bilanciata con proteine, carboidrati complessi e tante verdure. Il benessere è un viaggio quotidiano: ascolta il tuo corpo e concedigli il tempo necessario per ritrovare il suo ritmo naturale. Auguri per un bellissimo 2025 di salute per tutti.