Marzo è il mese dedicato alla prevenzione oncologica e l'azienda sanitaria territoriale di Macerata, in occasione anche della giornata internazionale della donna che ricorre il giorno 8 marzo, promuove un’importante campagna di screening gratuiti.
In linea con la programmazione della regione Marche che, da anni, ha attivato tre percorsi specifici di screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto, l'azienda sanitaria maceratese spedisce periodicamente gli inviti alla popolazione per le campagne di prevenzione, chi non li avesse ricevuti può contattare il numero verde 800/178008.
Per la diagnosi precoce del tumore della mammella, l'invito è rivolto alle donne di età compresa tra i 45 - 74 anni, per quella della cervice uterina alle donne tra 25-64 anni, mentre per il tumore del colon retto la diagnosi precoce dal 2025 riguarderà uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni, come previsto dalla delibera di Giunta Regionale numero 4 del 13 gennaio 2025 che ha esteso la fascia target dello screening del colon retto dai 70 ai 74 anni.
"Invito ogni cittadino ad aderire ai programmi di screening oncologici gratuiti organizzati dalla nostra azienda e dal sistema sanitario regionale - afferma il direttore generale dell’azienda sanitaria territoriale di Macerata, Alessandro Marini - perché la diagnosi precoce in questi casi permette di affrontare la malattia allo stadio iniziale, garantendo maggiori probabilità di guarigione per il paziente".
"Sono sempre di più i cittadini residenti nella regione Marche che hanno dimostrato di volersi prendere cura della propria salute partecipando ai percorsi di screening oncologici, - evidenzia la responsabile degli screening dell’azienda sanitaria territoriale Lucia Marinelli - infatti, da un confronto tra i dati del 2023 e quelli del 2024 si registra un incremento delle adesioni. Questo testimonia una sempre maggiore consapevolezza della popolazione nei confronti di patologie gravi e diffuse".
L'azienda sanitaria territoriale di Macerata rinnova l’impegno nella campagna di prevenzione delle tre tipologie di tumori nei confronti di tutti gli aventi diritto, per il tramite della segreteria organizzativa degli screening oncologici a cui i cittadini possono rivolgersi, sia attraverso i numeri verdi gratuiti che le mail dedicate.
"I programmi gratuiti di screening oncologici attraverso la diagnosi precoce consentono di aumentare le possibilità di guarigione e di sopravvivenza e di accedere a cure meno invasive", sottolinea il vicepresidente della Giunta e assessore alla sanità della regione Marche, Filippo Saltamartini.
"Come Regione abbiamo intensificato le campagne di promozione della cultura della prevenzione, una strategia che si sta rivelando efficace nel diffondere una maggiore consapevolezza nella popolazione, come dimostrano i dati di adesione agli screening in crescita. Voglio ringraziare tutto il personale sanitario impegnato nei programmi di screening, perché grazie alle loro grandi competenze ci consentono di raggiungere risultati importanti e di migliorare la qualità di vita dei pazienti", conclude Saltamartini.
Il diabete di tipo 2 è una malattia cronica caratterizzata da livelli elevati di zucchero nel sangue, causati da una combinazione di insulino-resistenza (condizione in cui le cellule non rispondono bene all'insulina) e una ridotta produzione di insulina. Il numero di casi è in costante aumento a livello globale, rappresentando una sfida sempre più grande per la salute pubblica.
Nonostante i numerosi studi, però, ci sono ancora molti falsi miti sul diabete. Ad esempio, si crede che colpisca solo chi è in sovrappeso, quando in realtà può svilupparsi anche in persone normopeso con una predisposizione genetica o abitudini poco salutari. Un altro errore comune è pensare che sia causato esclusivamente dal consumo eccessivo di dolci, quando in realtà i fattori in gioco sono molti di più.
Le cause del diabete di tipo 2, infatti, sono multifattoriali, comprendendo sia fattori genetici che fattori ambientali modificabili (tra cui il fumo, la sedentarietà, una dieta non equilibrata).
Proprio la dieta riveste un ruolo fondamentale, sia per la prevenzione che per la gestione di questa patologia. Al contrario di quello che si pensa, i carboidrati non vanno eliminati, ma devono essere bilanciati scegliendo fonti come cereali integrali. Ma gli zuccheri, come anticipato, non sono i soli protagonisti.
Recenti ricerche hanno approfondito il legame tra il consumo di carne rossa e il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Uno studio del 2024 pubblicato su The Lancet ha analizzato dati internazionali e ha rilevato che mangiare troppa carne rossa è associato a un rischio maggiore di questa patologia.
Secondo lo studio, il consumo regolare di 50 grammi di carne lavorata al giorno (una porzione di salumi e affettati, pari a 3 o 4 fette medie di prosciutto) si associa un aumento del 15% del rischio di sviluppare diabete di tipo 2 nei 10 anni successivi. Mangiare 100 grammi di carne rossa al giorno (paria a una piccola bistecca, ovvero una porzione da linee guida), invece, è associato a un aumento del 10% di tale rischio.
Questo potrebbe dipendere dalla presenza di grassi saturi e composti pro-infiammatori, che contribuiscono all’insulino-resistenza e all’infiammazione sistemica, condizioni alla base per lo sviluppo di diabete.
Un altro studio, pubblicato sulla medesima rivista, ha esaminato anche l'impatto ambientale di una dieta ricca di carne rossa. Ridurne il consumo, oltre a portare benefici per la salute, potrebbe avere un effetto positivo sulla sostenibilità ambientale. Infatti, un'alimentazione più equilibrata, basata su un maggiore consumo di alimenti vegetali, potrebbe ridurre sia il rischio di diabete che l’impatto sull’ambiente.
Queste ricerche confermano ancora una volta l’importanza di un’alimentazione consapevole: limitare la carne rossa e aumentare il consumo di alimenti vegetali può fare bene sia al nostro corpo che al pianeta.
Mattia Orioli, avvocato maceratese, segretario nazionale di Iniziativa Popolare coordinatore provinciale di Base Popolare, ha voluto esprimere un sentito ringraziamento a tutto il personale sanitario dell'ospedale di Macerata per "l'efficienza e la professionalità dimostrate durante il suo intervento chirurgico. In particolare, Orioli ha elogiato l'intervento tempestivo e competente dei sanitari che si sono presi cura di lui in un momento critico, quando giovedì 13 febbraio ha dovuto affrontare un'appendicectomia in maniera improvvisa e grave.
"Il mio intervento si è risolto in tempi brevissimi grazie all'abilità dei medici e infermieri," ha dichiarato Orioli, riferendosi al pronto soccorso, in particolare al dottor Ubaldi, ai chirurghi Guido Gesuelli e Luca Speranza, all’anestesista Mara Meschini e al primario Walter Siquini. L'esponente politico maceratese ha anche sottolineato il lavoro svolto dal personale infermieristico di sala operatoria e tutto il reparto di chirurgia, "che hanno agito con grande prontezza, competenza e gentilezza".
Orioli ha voluto ricordare, inoltre le difficoltà strutturali e organizzative che la sanità pubblica sta affrontando, tra cui la carenza di fondi e personale. "La sanità vive un periodo difficile e troppo spesso viene dimenticata", ha dichiarato. "Ma grazie all'impegno costante e alla dedizione di molti medici e infermieri, come Orietta Ascenzi, veterana dell'ospedale di Macerata, il sistema sanitario regge, anche a fronte di sacrifici enormi e turni massacranti."
L’avvocato ha poi ribadito l’importanza di sostenere e rafforzare la sanità pubblica. "Il sistema sanitario pubblico è ancora una colonna fondamentale del nostro welfare, ma necessita di maggiori risorse per garantire una qualità del servizio adeguata a tutti i cittadini," ha affermato.
In occasione della giornata mondiale contro il Papilloma Virus Umano (HPV), che ricorre il 4 marzo, l'azienda sanitaria territoriale di Macerata attraverso l'unità operativa complessa di igiene e sanità pubblica, diretta dalla dottoressa Franca Laici, organizza un open day dedicato alla popolazione, in cui sarà possibile vaccinarsi gratuitamente.
L'iniziativa, ad accesso libero, è riservata alle donne nate dal 1996 al 2012, ai ragazzi nati dal 2006 al 2012 e ai soggetti a rischio indicati espressamente nella deliberazione della giunta regionale 797 del 2024. Per quest’ultima categoria si accede gratuitamente alla vaccinazione previa esibizione della documentazione clinica attestante le patologie.
Come soggetti a rischio sono individuate le donne che sono state trattate per lesioni quali neoplasia intraepiteliale cervicale di tipo CIN2 o CIN3 e in questo caso la vaccinazione può essere somministrata sia prima che successivamente al trattamento, soggetti in condizioni di immuno-compromissione, inclusa l’infezione da HIV, e gli uomini che fanno sesso con uomini.
L'Open Day è riservato ai soli residenti dell'Ast di Macerata, che potranno recarsi nella fascia oraria dalle 9 alle 12:00 e dalle 14 alle 16 presso gli ambulatori vaccinali del dipartimento di prevenzione ubicati a Piediripa in Via Annibali 31/L, a Civitanova Marche in Via Ginocchi e presso l'ospedale di comunità di Matelica, in Viale Europa 16.
L'HPV è l'infezione sessualmente trasmessa più diffusa in entrambi i sessi, oltre ad essere responsabile del cancro della cervice uterina, il quinto tumore più diffuso a livello mondiale, e di numerosi tumori del distretto uro-genitale e di quello orofaringeo, nonché di lesioni benigne che però hanno un notevole impatto sulla qualità della vita, come i condilomi ano-genitali.
L’unico metodo per prevenire l'infezione da Papilloma Virus Umano è la vaccinazione. "Invito i cittadini cui è rivolto l'open day del 4 marzo a partecipare - dichiara il direttore generale dell'Ast di Macerata Alessandro Marini - perché iniziative di prevenzione come questa rappresentano l’arma più efficace che abbiamo a disposizione per sensibilizzare la popolazione sui rischi del Papilloma Virus Umano e ridurne l’impatto attraverso la vaccinazione, tutelando in questo modo la salute di tutti".
"Con questa iniziativa promuoviamo la cultura della prevenzione e facilitiamo l’accesso delle giovani generazioni alla vaccinazione contro il Papilloma Virus - sottolinea il vicepresidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini -. L'Open Day rappresenta un’importante occasione per ridurre il rischio di tumori correlati all’HPV (Papilloma Virus), per questo desidero ringraziare tutti gli operatori sanitari coinvolti nell’iniziativa che guarda alla tutela dei nostri giovani, il bene più prezioso che abbiamo. Come regione stiamo investendo molto nella prevenzione e nell’innovazione per una sanità sempre più vicina ai cittadini e più moderna, in grado di rispondere ai bisogni di salute della popolazione di tutte le età”.
Il tempo che passa, il nostro corpo che muta nelle forme e nelle funzioni, gli ambienti che cambiano suggeriscono a noi attempatelli, ma anche ai più giovani, che forse per evitare o mitigare disagi, tristezza e malattia bisogna attingere e distribuire l’unico antidoto che riesce a coinvolgere nel suo sorgere e nella sua diffusione sia il corpo che lo spirito con coinvolgimento del cuore e della mente: l’amore.
Nei giorni degli innamorati con la festa di S. Valentino il 14 è doveroso riconoscere a questo caldo sentimento che avvolge e coinvolge come nessun altro un valore terapeutico per le negatività che ci affliggono, ma anche un sicuro viatico per raggiungere un benessere a volte insperato.
L'amore di testa e fisico tra innamorati procura l’esplosione di quelle sostanze biologiche che innalzano la qualità della vita percepita. Le endorfine, la dopamina, la serotonina creano uno stato di benessere, persino la soglia del dolore è più in alto, può aggiungersi di riflesso l’adrenalina, l’ormone che stimola energia vitale forti e pronti ad affrontare fatiche ed ostacoli.
Che meravigliosa medicina l'amore! E se anche liberiamo il sentimento dal prorompente stimolo sessuale è sempre l’amore che riceviamo con il rispetto verso il nostro essere e pensare e con l’aiuto per superare precarietà e debolezze che incide direttamente sulla nostra salute.
E quando non siamo solo oggetto d’amore, ma anche soggetto che lo distribuisce è ancora più evidente la soddisfazione che ci pervade. Ma che cos’è questo Amore? È la sublimazione di un agglomerato di azioni e reazioni razionali ed istintive come il rispetto, la generosità, la tolleranza, l’ammirazione per il bello e il buono, la comprensione e l’aiuto per superare il brutto e il cattivo, per se stessi e per gli altri.
Tutto questo lo possiamo concentrare in una esperienza di Beatrice che con i suoi amici di "Africa Mission" proprio nel giorno di S. Valentino hanno aperto ed inaugurato in una zona poverissima dell’Uganda, in Africa, un pozzo d’acqua fondamentale per la vita di quelle popolazioni. Il messaggio di Beatrice: "Abbiamo inaugurato il pozzo nel giorno di S. Valentino, è stato un caso ma quale giorno migliore? L’amore per la vita, l’amore è anche amicizia vera, fratellanza, l’aiutarsi l’uno con l’altro per il bene collettivo".
Dovrebbe essere tutto questo concentrato in pillole da prendere almeno una al giorno come per l’ipertensione, il colesterolo, il diabete...L'augurio più sentito a tutti gli innamorati dell'amore!
Effettuato con successo da parte dell’èquipe guidata dal direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Civitanova, Filiberto Di Prospero, un delicato intervento chirurgico su una donna di 97anni, originaria della Provincia di Macerata. La signora dopo due soli giorni di degenza post operatoria si trova a casa e sta bene.
Si è trattato della correzione chirurgica di un grave prolasso vaginale, ribelle a tutti i precedenti tentativi conservativi compreso l’uso di pessari vaginali. “Un caso clinico difficile e delicato che causava alla paziente, ancora autonoma nonostante l’età avanzata, notevoli disagi - spiega il primario Di Prospero - come dolori pelvici, ulcere genitali, frequenti infezioni urinarie, stipsi ostinata e difficoltà nella minzione per cui era necessario trovare una soluzione definitiva e sicura. Una soluzione che potesse restituire alla paziente una giusta qualità di vita, perché il prolasso nel corso degli anni era progressivamente peggiorato al punto da limitare anche le piccole attività quotidiane”.
Il dottor Di Prospero ringrazia per la riuscita dell’intervento tutta l’èquipe, a cominciare dal dottor Antonio Conte, direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, dalle colleghe ginecologhe Annamaria Iannicco e Katia Accogli, alla Strumentista Laura Cellini e alle infermiere Mattia Palmucci, Anastasia Danila Melappioni, la coordinatrice Laura Pompini e l’intera equipe infermieristica.
“Il caso che abbiamo trattato - aggiunge Di Prospero, era particolarmente complesso perchè oltre alla fragilità della paziente dovevamo affrontare un prolasso della cupola vaginale totale e inveterato, con distrofia dei tessuti e gravi ulcerazioni delle mucose. Si è arrivati a questa scelta ponderando attentamente ogni possibile rischio, dopo confronti e riunioni con tutte le figure professionali coinvolte”.
“La riuscita del difficile intervento sull’anziana signora testimonia l’elevato grado di competenza raggiunto nel trattamento dei prolassi genitali femminili e nella chirurgia ricostruttiva pelvica della Ginecologia dell’ospedale di Civitanova. Ringrazio per questo il Di Prospero e la sua èquipe”- ha dichiarato il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini.
“Questo delicato intervento rappresenta un'ulteriore testimonianza delle grandi professionalità presenti nella sanità marchigiana e dell'importanza dell'ospedale di primo livello di Civitanova Marche che ancora una volta si afferma - dichiara il vicepresidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini. - Grazie alle grandi competenze del personale riusciamo a garantire le migliori cure a tutte le età. Ringrazio l'equipe medica e i professionisti coinvolti nell'intervento chirurgico. La sanità marchigiana continua ad affermarsi come ricca di eccellenze diffuse sul territorio e in grado di erogare servizi di alta qualità. Come Regione continuiamo a sostenere il nostro personale, dotando le strutture delle migliori tecnologie all'avanguardia, perché competenza e innovazione sono pilastri fondamentali per costruire una sanità efficace e moderna".
La labiopalatoschisi è una malformazione congenita complessa alle labbra anche chiamata 'labbro leporino' se non collegata al palato, una malattia pediatrica rara che nelle Marche colpisce circa un bambino ogni 800 nati. Fino a qualche anno fa per affrontare questo tipo di malformazioni cranio-facciali e anomalie dento-scheletriche, le famiglie dovevano viaggiare fuori delle Marche e rivolgersi a centri specializzati.
Dal 2019, invece, nell'Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche è stato attivato un percorso diagnostico-terapeutico dedicato. Dal 2021 a oggi, 36 i bambini hanno potuto riappropriarsi del loro sorriso. A occuparsene è l'Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale diretta dal dottor Paolo Balercia, in particolare il dottor Giuseppe Consorti, grazie anche al sostegno della Fondazione Smile House Ets (Ente Terzo Settore).
"Il centro è attivo da quasi sei anni - spiega il dottor Consorti - dopo che il Ministero della Salute ha riconosciuto il nostro modello e siamo collegati con tutte le pediatrie delle Marche e con il Centro di Diagnosi Prenatale di secondo livello di Loreto a cui noi offriamo consulenze su patologie pediatrico-infantili. Dopo essere partiti da zero nel 2019, il 95% degli interventi di Labiopalatoschisi di pazienti marchigiani ora li facciamo noi. Questo dato spiega una delle finalità del percorso diagnostico, ossia aver praticamente azzerato le migrazioni sanitarie. Prima di allora non esistevano nelle Marche altre strutture in grado di affrontare questa malattia rara e seguirne il decorso durante la crescita dei piccoli pazienti".
La diagnosi della Labiopalatoschisi può essere fatta già durante la gravidanza, qualora si evidenzi il problema. In ogni caso, esiste un periodo di tempo entro cui i chirurghi maxillo-facciali devono intervenire sui bambini: "Questo periodo va dagli 8 ai 18 mesi - aggiunge il dottor Consorti - ed è importante tenerlo a mente. Essendo ormai strutturati sul territorio e con una struttura operativa ormai consolidata, il modello virtuoso procede bene. L'altra finalità raggiunta, rafforzata e raccontata durante un recente convegno, è quella di aver messo a sistema una Rete Regionale delle Malattie Rare dove figura anche la Labiopalatoschisi".
L'occasione è stata l'incontro organizzato a inizio febbraio dall'Ipsia Benelli di Pesaro dedicato a Ortodonzia e Chirurgia Maxillo-Facciale: Nuove Frontiere nelle Anomalie Scheletriche e Malformazioni Craniofacciali. Formazione e Divulgazione Scientifica in campo Odontoiatrico e Maxillo-Facciale. Il convegno è stato il risultato di una stretta collaborazione tra l'Istituto scolastico pesarese, il reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale dell'Aoum e la Fondazione Smile House.
I responsabili scientifici dell'evento sono stati, appunto, il dottor Giuseppe Consorti, dirigente medico della Chirurgia Maxillo-Facciale di Torrette, e il dottor Domenico Scopelliti, vicepresidente della Fondazione Smile House ETS. Il tema al centro dell'incontro sono state la Labiopalatoschisi e le malformazioni craniofacciali, patologie che richiedono un approccio multidisciplinare per un trattamento efficace e personalizzato. In quella occasione è stato approfondito il percorso diagnostico-terapeutico in questione che inizia dalla diagnosi prenatale e prosegue fino al completamento della crescita.
Il trattamento coinvolge una stretta collaborazione tra specialisti quali odontotecnici, odontoiatri e chirurghi maxillofacciali, il cui contributo è fondamentale per il ripristino morfologico e funzionale del paziente: "Il risultato più importante uscito da quell'incontro è stata la riunione di ben tre gradi di istruzione e tre fasi dell'apprendimento - conclude il dottor Consorti . Ad ascoltare e prendere coscienza c'erano alunni delle superiori, studenti universitari della Politecnica di Ancona e specializzandi".
La cura delle malformazioni congenite sui pazienti pediatrici è uno dei fiori all'occhiello dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche: "Non lasciamo indietro nessuno e ci poniamo sempre al servizio dei cittadini, cercando di elevare ogni giorno il livello degli standard qualitativi di diagnosi e terapie. - commenta il direttore generale di Aoum, Armando Marco Gozzini - Va da sé che quando di mezzo ci sono i bambini la nostra attenzione cresca ulteriormente".
Questo fine settimana si parlerà di stato dell’arte e prospettive future dei tumori gastrointestinali in un convegno organizzato per domani 14 febbraio, dalle ore 8:30, presso l’Hotel Cosmopolitan di Civitanova Marche dai responsabili scientifici Nicola Battelli, primario dell’Oncologia maceratese, Walter Siquini direttore della U.O.C. di Chirurgia e Luca Faloppi, responsabile dell’Oncologia Ambulatoriale e DH degli ospedali di Camerino e San Severino.
L’evento, accreditato ECM, si articola in quattro sessioni in cui si approfondiranno nello specifico i tumori dello stomaco e della giunzione gastro-esofagea, quelli neuroendocrini e del pancreas, del colon-retto e del fegato negli aspetti più rilevanti della terapia chirurgica e medica, con particolare attenzione agli elementi di novità che riguardano gli approcci chirurgici, i biomarcatori, i farmaci e le nuove indicazioni.
Le strategie terapeutiche nei tumori gastrointestinali sono in continua evoluzione e hanno portato negli ultimi anni a un costante miglioramento degli outcome clinici e della qualità di vita dei pazienti.
Per il trattamento ottimale delle patologie tumorali risulta imprescindibile un approccio multidisciplinare e fondamentale si sta dimostrando anche la maggiore conoscenza delle basi biologiche delle malattie.
Il convegno, che vedrà la presenza di esperti di rilievo internazionale nel settore, si rivolge a medici chirurghi, farmacisti, biologi, infermieri e esperti di Fisica Medica.
Paziente affetto da una patologia aortica complessa, dopo essere stato valutato in altre strutture, operato con successo dalla Chirurgia Vascolare dell'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche.
La chirurgia vascolare attraverso lo sviluppo di tecnologie nuove e sempre più moderne, è stata in grado di pianificare una strategia vincente e gestire un paziente ad alta complessità. L'intervento, effettuato dal dottor Emanuele Gatta della Chirurgia Vascolare, risale alla metà di gennaio, il paziente, un 70enne residente in Abruzzo, è stato dimesso e soprattutto sta bene dopo il decorso post-operatorio. L'uomo era affetto da un voluminoso aneurisma dell'aorta toraco-addominale con contestuale quadro di dissezione cronica; una patologia molto seria a esito infausto se non adeguatamente trattata.
Un caso davvero 'scomodo' e tecnicamente delicato al tempo stesso, sia per le condizioni generali che anatomiche del malato. Secondo gli ultimi dati nazionali, la struttura, è risultata l'unità operativa vascolare col maggior numero di procedure aortiche negli ospedali pubblici nazionali. Questo permette al reparto di poter affrontare tutti gli scenari possibili con tutte le tecniche, sviluppandone anche delle nuove.
L'ennesima prova e, al tempo stesso, la spiegazione del perché l'Aou delle Marche si sia aggiudicata il titolo di 'Miglior ospedale pubblico d'Italia negli ultimi tre anni': “Tutto questo è possibile grazie a una serie di fattori, in primis dalla devozione delle équipe mediche e infermieristiche coinvolte e dalla loro giovane età (media sotto i 40 anni). Da non dimenticare che l'approccio multidisciplinare a qualsiasi intervento e al gioco di squadra è la carta vincente - spiega il Dottor Emanuele Gatta. È fondamentale avere la possibilità di condividere e sviluppare idee in seno a un gruppo del genere così affiatato. Venendo al caso in questione, le condizioni generali del paziente, che sembrava non avere troppi margini di intervento, erano molto gravi, al punto che rischiava di morire. Non è stato semplice affrontare questo caso, ci sono voluti giorni e giorni per pianificare un'azione vincente e grazie all'interazione costante con la medicina vascolare e con gli anestesisti siamo arrivati al punto. Tutto questo e l'entusiasmo di chirurghi, anestesisti, medici vascolari, infermieri e tecnici di radiologia hanno reso possibile questo risultato. Adesso il paziente sta bene ed è tornato a casa”.
Emozionante il primo commento a caldo fatto dal paziente abruzzese dopo il delicato intervento chirurgico: “Non mi toccate questo ospedale, una vera eccellenza”, ha detto con le lacrime agli occhi. “La nostra Azienda conferma la sua mission basata principalmente sull’alta qualità delle cure – commenta il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Armando Marco Gozzini. Il caso trattato conferma l’attrattività dei nostri presidi e premia il concetto di mobilità attiva”.
Sopralluogo del direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini e del sindaco di Corridonia Giuliana Giampaoli, stamattina, nel cantiere dove sono in corso i lavori di realizzazione della Casa e dell’ospedale di comunità, secondo quanto previsto dal cronoprogramma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un finanziamento di 3.080.000,00 euro, che comprende anche la creazione di una RSA per 20 posti letto.
Il progetto prevede al primo piano la Casa di Comunità che per la parte ambulatoriale andrà ad integrare le prestazioni già presenti al piano terra, mentre al secondo piano sarà realizzata la Rsa per anziani non autosufficienti.
L’edificio in passato è stato oggetto di consistenti interventi con fondi Comunitari Por Fesr per l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico, mente ora i lavori riguardano la ristrutturazione interna dei due piani dell’edifico, che dovranno essere adeguati ai requisiti vigenti di autorizzazione delle strutture sanitarie e alle norme antincendio.
Dopo la demolizione interna dei piani, sono in fase di realizzazione le nuove partizioni e gli impianti di distribuzione dell’acqua sanitaria. Nella Casa di Comunità saranno presenti le attività dei Medici di Medicina Generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni e infermieri di famiglia. Sono previsti anche i Servizi di assistenza domiciliare, infermieristici e diagnostici di base, la continuità assistenziale e il punto prelievi.
Il progetto esecutivo approvato ha previsto un aumento del costo dei lavori rispetto al progetto di fattibilità tecnico economica di 200.531,24 euro, dovuto al recepimento delle prescrizioni impartite in sede di conferenza dei servizi preliminare e dall’approfondimento progettuale conseguente, ma sarà completamente riassorbito dai ribassi d’asta, dalle somme a disposizione e dal Fondo Opere Indifferibili (FOI) nel quadro tecnico economico di aggiudicazione.
“Con la realizzazione della Casa e dell’ospedale di comunità di Corridonia si concretizza la medicina di prossimità, disegnata dal DM77/2022, – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini – che farà crescere la sanità territoriale e gli strumenti a disposizione per la presa in carico delle cronicità e fragilità della popolazione”. Parole di apprezzamento sono state espresse dalla sindaca Giampaoli che ringrazia il direttore generale Marini per la grande disponibilità dimostrata al dialogo e al confronto.
“Un incontro atteso da tempo quello di oggi, in cui ho potuto illustrare le esigenze e le aspettative della città di Corridonia, con particolare riguardo e attenzione ai servizi territoriali attualmente presenti e quelli da ripristinare o implementare, anche alla luce del nuovo Piano Aziendale, ragionando poi in prospettiva futura sulla rifunzionalizzazione dell’ex ospedale cittadino ora in ristrutturazione” – sottolinea il primo cittadino di Corridonia.
“Con le nuove strutture rafforziamo la rete territoriale e compiamo un ulteriore passo avanti nella realizzazione di una sanità più vicina ai cittadini - sottolinea il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini - Continuiamo a lavorare per soddisfare i bisogni di salute della popolazione, per garantire una maggiore accessibilità ed efficienza dei servizi e per fornire risposte alle cronicità. Stiamo investendo in maniera importante anche sul potenziamento delle grandi apparecchiature sanitarie per offrire standard sempre più elevati ai marchigiani e una sanità più moderna".
Luciano Diomedi confermato nel comitato centrale della FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani) per il quadriennio 2024-2028. La proclamazione è avvenuta ieri al termine delle elezioni nazionali con un'affluenza che si è avvicinata al 100%. Un riconoscimento importante per la regione Marche e, in particolare, per la provincia di Macerata che ancora una volta vede premiare l’apprezzamento di tutti i presidenti provinciali d’Italia. Diomedi, laureato nel 1997, è all'interno del Comitato Centrale dal 2017 nonché presidente della provincia di Macerata dal 2008.
"Un ringraziamento a tutti i colleghi - commenta Diomedi - che hanno dimostrato apprezzamento e affetto nei miei confronti ed in particolare al presidente Andrea Mandelli, al comitato esecutivo formato dall'ex senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, dal dottor Maurizio Pace e Mario Giaccone che hanno voluto che continuassi questo percorso. Un incarico importante che dà lustro a tutta la regione ma nello stesso tempo una responsabilità pesante perché si ha nelle spalle la volontà di 105.000 iscritti e la responsabilità di prendere decisioni per tutta la categoria".
"Credo che questi 4 anni saranno così importanti come sono stati quelli trascorsi - aggiunge Diomedi -. Abbiamo un lavoro iniziato dal presidente Mandelli nel 2005 con la Farmacia dei Servizi che dovrà gioco forza essere completato con tutti i tasselli del puzzle. Alcuni traguardi importanti sono stati raggiunti, altri li dovremmo perseguire. In ambito regionale grazie anche alla sinergia con il presidente di Federfarma Marco Meconi siamo una delle prime regioni virtuose per quanto riguarda le vaccinazioni in farmacia.
"Alla stagione del vaccino antinfluenzale, anticovid e quello dell’herpes zoster si sta aggiungendo proprio ora quello dello Pneumococco e del Papilloma Virus (Hpv). Si continuerà a lavorare mettendo sempre energie e competenze al servizio di tutta la comunità professionale. Un percorso straordinario di evoluzione che ci dovrà vedere protagonisti in questi anni, avendo sempre ben saldo l’obiettivo di rafforzare le nostre competenze a beneficio dei cittadini", conclude Diomedi.
Il nuovo Comitato Centrale è così composto: Andrea Mandelli nel ruolo di presidente (Milano Lodi Monza), Luigi D’Ambrosio Lettieri (Bari e Bat) nel ruolo di vicepresidente, Maurizio Pace (Agrigento) alla carica di segretario e Mario Giaccone (Torino) a quella di tesoriere.
Completano la composizione del Comitato Centrale: Luciano Diomedi (Macerata), Andrea Giacomelli (Pistoia), Giuseppe Guaglianone (Roma), Maximin Liebl (Bolzano), Paolo Manfredi (Bologna), Maurizio Manna (Benevento) , Angela Daniela Musolino (Reggio Calabria), Gianfranco Picciau (Oristano), Francesco Rastrelli (Brescia), Federico Realdon (Verona) e Giovanni Zorgno (Savona).
La tornata elettorale ha rinnovato anche le cariche del collegio dei revisori, con le nomine di Anna Olivetti (Gorizia) e Roberto Pennacchio (Latina) come membri effettivi, e di Sigismondo Rizzo (Enna) nel ruolo di supplente.
Si parlerà di menopausa e di salute delle donne mercoledì 12 febbraio, dalle ore 13 in poi presso la Sala Conferenze del Banco Marchigiano di Civitanova, in un convegno organizzato dal dottor Filiberto Di Prospero, direttore della U.O.C. di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale costiero insieme con la dottoressa Silvia Battistoni, in qualità di responsabile scientifico.
L’incontro, accreditato Ecm, ha l’obiettivo di affrontare le principali problematiche legate alla menopausa, fornendo aggiornamenti sulle terapie attuali e promuovendo un approccio multidisciplinare che tenga conto della salute complessiva della donna, dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alla salute ossea, senza dimenticare il benessere psicologico e sessuale.
Il convegno, che vedrà la partecipazione di esperti del settore, sarà suddiviso in due sessioni principali e prevede l’intervento del proffessor Gennazzani, uno dei massimi esperti della ginecologia endocrinologica, con una lettura magistrale sulle più recenti prospettive terapeutiche.
Nella prima sessione verranno approfonditi la prevenzione, il benessere cardiovascolare e la gestione della sintomatologia genitourinaria, mentre nella seconda parte un focus sarà dedicato alle difficoltà nella sessualità, al benessere psicologico e ai dismetabolismi.
L’evento si concluderà con una tavola rotonda dal titolo “Più resistenza per l’osso”, durante la quale si discuteranno le nuove prospettive nella prevenzione dell’osteoporosi in menopausa. Il convegno è rivolto a medici specialisti, medici di base, psicologi, biologi, farmacisti, dietisti, fisioterapisti, ostetriche e infermieri.
Il sesso ha sempre avuto una cortina nebulosa per proteggere le intime azioni e reazioni di tutti. Di sicuro un limite per la ricerca e divulgazione delle indicazioni specifiche. Quando poi l’argomento viene confrontato con gli anziani, la fascia sociale più debole ed esposta alle problematiche anche se il concetto di anziano si sta sempre più spostando avanti nel tempo, è più difficile fare una valutazione su quanto la sessualità intervenga nella loro vita e nella sua qualità.
La scienza però non può trascurare un elemento così essenziale che può restare tale a qualsiasi età. Ne parliamo con la dottoressa Giuliana Proietti, psicoterapeuta sessuologa consulente presso Associati Fisiomed.
Dottoressa Proietti, in genere si pensa che le donne in menopausa perdano interesse per la sessualità. È così o si tratta di un pregiudizio nei confronti delle donne non più giovani?"
"È del tutto normale che la menopausa comporti qualche cambiamento nel desiderio sessuale e nelle sensazioni corporee, a causa delle variazioni ormonali. Molte donne, è vero, sperimentano una riduzione della lubrificazione e una diminuzione della libido, ma non è così per tutte: vi sono anche donne che vivono questa fase come un’opportunità per riscoprire forme diverse di intimità, anche perché a questo stadio della vita non temono più di restare incinte, i figli sono ormai grandi e dunque si sentono molto più libere. Con l’età il sesso cambia e non sempre il sesso penetrativo è la migliore opzione per l’età matura, sia per lei, sia per lui".
Cosa può fare un uomo per far ritrovare alla sua compagna in menopausa un maggiore interesse verso la sessualità?
"Occorre pensare che la menopausa è una fase di transizione che interessa non solo la donna, ma anche le dinamiche di coppia. È importante che i due partner comunichino con empatia e senza pregiudizi, riconoscendo che i loro bisogni, anche sessuali possono essere cambiati. Il segreto che ogni uomo dovrebbe conoscere per mantenere viva la parte sessuale nella coppia è quello di non abbandonare i momenti di tenerezza, gli abbracci e il contatto fisico e non pensare che ogni volta essi debbano per forza sfociare in un rapporto sessuale vero e proprio".
In che modo una vita sessuale attiva, anche fra anziani, può migliorare il rapporto di coppia?
"Una coppia anziana che continua a vivere una vita sessuale attiva per forza di cose tende anche ad avere una maggiore cura del proprio corpo e della propria salute, e questo contribuisce a migliorare la qualità della vita. È importante tuttavia informarsi bene sui cambiamenti fisiologici legati all’età, evitando di avere aspettative irrealistiche e conoscere anche le possibili soluzioni (ad esempio, l’uso di lubrificanti, trattamenti ormonali, farmaci vasoattivi per la tenuta dell’erezione, uso dei sex toys e terapie psicosessuologiche)".
La società sembra spesso ignorare o minimizzare la sessualità degli anziani, relegandola a un tabù. Perché persiste questo stigma e come possiamo combatterlo?
"Lo stigma sociale sulla sessualità in età avanzata nasce da stereotipi che associano il desiderio sessuale solo alla giovinezza e alla riproduzione e negano agli anziani il diritto di esprimere la propria intimità. Questa visione limitata porta a pregiudizi che possono far sentire le persone anziane inibite o inadeguate. Per combattere il tabù è fondamentale promuovere un’informazione corretta e inclusiva, valorizzando testimonianze e studi che evidenziano come l’intimità sia essenziale per il benessere psicofisico in ogni fase della vita".
In occasione della Giornata Internazionale dell'Epilessia, che si celebra lunedì 10 febbraio 2025, l’Ast di Macerata organizza un open day presso l’ambulatorio di Neurologia dell’ospedale di Civitanova, situato al piano terra. L’iniziativa, ad accesso libero, si svolgerà lunedì prossimo dalle 9 alle 14 e offre alle persone adulte affette da questa malattia la possibilità di effettuare gratuitamente una visita ambulatoriale neurologica.
L’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse nel mondo, tanto da essere riconosciuta come malattia sociale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, interessa circa 1 persona su 100: si stima che in Italia ne siano affette 500-600mila persone.
“Epilessia deriva dal verbo greco έπιλαμβάνειν che significa “essere sopraffatti, essere colti di sorpresa”, si tratta, infatti, di una patologia caratterizzata dalla persistente predisposizione dell’encefalo a generare crisi epilettiche – spiega il primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’ospedale di Macerata Emanuele Medici.
Sono manifestazioni cliniche molto variegate che insorgono improvvisamente e che hanno breve durata, da pochi secondi a qualche minuto. Può esordire a tutte le età della vita, ma i maggiori picchi d’incidenza si hanno nei bambini e negli anziani. Le cause dell’epilessia sono molteplici, tra le più frequenti si ricordano le anomalie genetiche, i traumi cranici, gli ictus cerebrali, le encefaliti, i tumori cerebrali e le malattie infiammatorie. Ancora oggi, il 30% delle epilessie hanno una causa sconosciuta”.
Presso la Neurologia dell'ospedale di Macerata è anche attivo un ambulatorio dedicato all'Epilessia, unico sul territorio, avviato oltre un anno fa, che garantisce diagnosi, visite specialistiche e successiva presa in carico.
“Attraverso l’open day del 10 febbraio vogliamo sensibilizzare e favorire nella popolazione una maggiore consapevolezza dell’epilessia, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini – Un’occasione per promuovere una corretta conoscenza della malattia, combattendo preconcetti e disinformazione e favorendo inclusione e supporto alle persone che ne sono colpite”.
"Attraverso queste iniziative come Regione confermiamo il nostro impegno a sostegno delle persone affette da questa patologia e promuoviamo la cultura della prevenzione" dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, sottolineando "la stretta collaborazione con l'associazione marchigiana Lotta Contro L'epilessia. Voglio ringraziare il primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’Ospedale di Macerata, dottor Emanuele Medici, che grazie al suo impegno e a quello della sua squadra ha reso possibile la realizzazione di questa importante iniziativa. Nei nostri ospedali possiamo vantare la presenza di professionisti dalla grande competenza, che grazie alla dedizione al loro lavoro rendono grande il nostro Servizio Sanitario”.
Fabio Angeloro è il nuovo segretario provinciale della Ugl Salute Macerata. Infermiere, nato nel 1982, ha ottenuto la Laurea in Scienze Infermieristiche presso l’Università Politecnica delle Marche. Dopo dieci anni di servizio presso il Pronto Soccorso di Macerata, uno al reparto di Pneumologia è attualmente impiegato, sempre presso lo stesso nosocomio, nella Ui Utic.
“Ringrazio la segreteria nazionale e le componenti del territorio – dichiara Angeloro - per avermi affidato un incarico che cercherò di onorare con impegno e con entusiasmo. Macerata, la sua provincia e l’intero territorio delle Marche vivono, come nel resto d’Italia, un difficile momento per quel che riguarda la. Mi metterò subito al lavoro per cercare di migliorare le piccole e le grandi cose che possano permettere agli operatori di svolgere nel migliore dei modi le proprie mansioni. A riguardo credo che il tema della sicurezza, anche alla luce delle tante aggressioni professionisti della sanità, sia prioritario. Mi muoverò raccogliendo le istanze di chi in noi vuole vedere un sindacato nuovo, diverso, libero da qualsiasi condizionamento”.
Al neosegretario arriva il saluto della segreteria nazionale della Ugl Salute. “Ho avuto modo di percepire – dice Gianluca Giuliano - ha grande forza che Fabio mette in ogni sua azione ed è ciò di cui abbiamo bisogno a Macerata e in tutte le Marche. Ringrazio il segretario territoriale Gianluca Marsili per avermi indicato un ragazzo giovane, preparato e pronto a tenere alta la bandiera della Ugl Salute”.
Dal 10 al 16 febbraio torna nelle Marche l'iniziativa nazionale di prevenzione cardiovascolare "Cardiologie Aperte 2025", promossa dalla Fondazione per il Tuo cuore Hcf Onlus dei Cardiologi Ospedalieri Anmco. Giunta alla sua 19ª edizione, la campagna si pone l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull'importanza della prevenzione cardiovascolare e sulla necessità di prendersi cura del proprio cuore.
L'iniziativa coinvolgerà alcune tra le più importanti strutture sanitarie della regione. Aderisce l'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, dove la Cardiologia ospedaliera e Utic sono dirette dal dottor Marco Marini. Sarà protagonista anche l'ospedale Santa Maria della Pietà di Camerino, con la Cardiologia a indirizzo riabilitativo guidato dalla dottoressa Josephine Staine, e l'ospedale San Salvatore di Pesaro, dove Cardiologia e Utic sono sotto la guida del dottor Giovanni Tarsi.
Secondo i dati diffusi dalla Fondazione, le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte a livello mondiale. La prevenzione, quindi, diventa un fattore determinante per ridurre l'incidenza di queste patologie. Durante la settimana, i cittadini potranno contare su un supporto concreto grazie al numero verde 800 05 22 33 , attivo da lunedì 10 a venerdì 14 febbraio, dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 16. Chiamando gratuitamente, sarà possibile ottenere informazioni e consulenze dirette sui problemi legati alle malattie del cuore. A rispondere ci saranno 600 cardiologi Anmco, con un totale di 1.300 ore di consulenza gratuita.
Quest'anno, la Fondazione ha deciso di porre particolare attenzione alla prevenzione di genere. Le donne, infatti, tendono spesso a trascurare la propria salute cardiovascolare, ritardando l'accesso alle cure anche a causa di sintomi meno riconoscibili rispetto a quelli maschili. Durante la settimana di “Cardiologie Aperte”, oltre alla consulenza telefonica, alcune strutture organizzeranno screening cardiologici gratuiti, dibattiti e momenti formativi per sensibilizzare il pubblico su queste tematiche.
Secondo il professor Domenico Gabrielli, Presidente della Fondazione per il Tuo cuore Hcf Onlus e Direttore della Cardiologia dell'Ospedale San Camillo di Roma, la prevenzione è fondamentale in ogni fase della vita. “Le malattie efficaci rappresentano la prima causa di ricovero ospedaliero e di mortalità. La prevenzione è l'arma più efficace per contrastarne l'insorgenza. Deve iniziare dai banchi di scuola e accompagnare ogni fase della vita”, ha dichiarato.
Da oltre vent'anni, la Fondazione per il Tuo cuore si impegna attivamente nella ricerca e nella prevenzione, con iniziative come questa che mirano a ridurre l'incidenza di malattie che colpiscono indistintamente uomini e donne. “Cardiologie Aperte” si conferma un appuntamento fondamentale per promuovere la salute del cuore e offrire ai cittadini un'occasione per prendersi cura di sé, con il supporto di professionisti del settore.
Un caso senza precedenti nella letteratura medica è stato recentemente affrontato con successo all’ospedale di Torrette. Un cinquantenne marchigiano, affetto da una grave patologia epatica che metteva a rischio la sua vita, è stato operato con successo e, dopo pochi giorni di degenza, ha potuto riprendere il lavoro proprio alla vigilia di Natale.
L’uomo, già sottoposto a trapianto di fegato nel 2016 a causa della sindrome di Budd-Chiari, ha vissuto senza particolari problemi fino a qualche mese fa, quando una nuova occlusione delle vene epatiche ha portato alla formazione di trombi venosi all’interno del fegato. Questa condizione ha causato una dilatazione delle vene addominali, in particolare nel duodeno, con la formazione di una varice di enormi dimensioni, la cui rottura imminente avrebbe potuto provocare un’emorragia massiva.
Grazie alla sinergia di diverse strutture dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, il paziente è stato sottoposto a un delicato intervento. La gestione clinica è stata affidata all’Unità Operativa Danno Epatico e Trapianti, diretta dal professor Gianluca Svegliati Baroni. La parte tecnica del trattamento è stata eseguita dalla Radiologia Interventistica, guidata dal dottor Roberto Candelari, e dalla Clinica di Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti, diretta dal professor Marco Vivarelli.
L’operazione, altamente complessa, è riuscita a risolvere la pericolosa condizione del paziente, permettendogli di tornare rapidamente alla vita di tutti i giorni.
"Il fegato del paziente era di nuovo cirrotico e non esistevano troppe alternative, quell'ostacolo andava rimosso e soprattutto era diventata una corsa contro il tempo", spiegano il professor Svegliati Baroni e il dottor Roberto Candelari, le cui rispettive équipe (hanno collaborato Laura Schiadà, Elisa Malena, Marco Macchini, Mario Torresi) sono state sempre a stretto contatto per tutto il periodo necessario.
"Con i colleghi chirurghi abbiamo a lungo discusso, ma un nuovo trapianto non era proponibile, e non avevamo molte alternative con il fegato compromesso e quelle enormi dilatazioni venose, si rischiava o una nuova insufficienza epatica o una emorragia massiva: bucare la vena cava avrebbe provocato conseguenze gravissime - aggiungono Svegliati Baroni e Candelari -. Del resto sottoporlo a un nuovo trapianto o lasciare tutto com'era, quindi con quella varice pronta a esplodere da un momento all'altro non ci dava un quadro di quella varice pronta a esplodere da un momento all'altro non ci dava un quadro di alternative troppo ampio. Avendo creato un rapporto fiduciario col paziente, gli abbiamo presentato lo spettro preciso della situazione, compreso il rischio molto alto dell'intervento che volevamo programmare. Noi eravamo convinti di farlo, ma lui andava informato e così è successo alla fine".
La fase preparatoria e di valutazione è stata seguita dai clinici del fegato, poi sono entrati in azione i radiologi interventisti. Multidisciplinarietà e rispetto dei percorsi: da una parte l'elevatissimo spessore tecnico dei professionisti, dall'altra le regole fissate dai PDTA (Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali), ossia la strada su cui gli autori di questo intervento straordinario si sono mossi.
L'altro concetto sviluppato e di grande valore, è la mininvasività delle procedure: "In poche ore abbiamo risolto un caso privo di aneddotica clinica intervenendo per via percutanea e senza lasciare cicatrici, consentendo al paziente un recupero rapido - sottolinea il dottor Roberto Candelari -. Con le vecchie modalità sarebbero serviti molti più giorni di degenza, così, al contrario, ha potuto festeggiare il Natale in famiglia. La nostra Radiologia Interventistica è l'unica operativa h24 nelle Marche e non solo”.
Il 50enne non è stato soltanto salvato da una serie di conseguenze gravissime, a rischio della vita, ma d'ora in avanti la recidiva post-trapiantologica non potrà più ripresentarsi: "Il trapianto del 2016 era riuscito perfettamente, il problema si è formato per una recidiva incontrollabile della malattia - puntualizza il professor Gianluca Svegliati Baroni -. Per evitare che ciò accada di nuovo abbiamo creato nel fegato del paziente una specie di autostrada anatomica per convogliare il sangue ed evitare la formazione di varici. Si tratta di un percorso che non esiste in natura e la straordinarietà del caso sta anche in questo ulteriore aspetto.
"Sulle malattie del fegato il nostro centro ospedaliero-universitario non ha nulla da invidiare a nessuno a livello nazionale. Attraverso le linee guida tracciate da due PDTA - trapianti e tumori al fegato - abbiamo tutto ciò che serve per i pazienti marchigiani; questo tipo di organizzazione produce anche mobilità attiva da fuori Regione", conclude Svegliati Baroni.
Un programma di "teleriabilitazione respiratoria" dedicato alle persone affette da fibrosi polmonare che sfrutta l'esperienza specialistica di pneumologi e riabilitatori. Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia quella che ha preso il via ad Ancona presso la Struttura di Diagnosi e Terapia delle Patologie Polmonari Infiltrative Diffuse, Pleuriche e delle Bronchiectesie dell'Adulto dell'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche (Aoum), diretta dalla professoressa Martina Bonifazi. È attuato in collaborazione con la Clinica di Neuroriabilitazione, diretta dalla professoressa Maria Gabriella Ceravolo.
Il programma riabilitativo personalizzato, formulato dalla fisiatra della Clinica di Neuroriabilitazione, dottoressa Michela Aringolo, viene" erogato a distanza in modo da essere fruito dai pazienti presso il proprio domicilio, su schermo, sotto la supervisione di fisioterapisti esperti. Un dispositivo di monitoraggio consente inoltre un costante controllo dei parametri respiratori".
"La combinazione di teleriabilitazione e telemonitoraggio - spiega l'Aoum - garantisce l'efficacia degli interventi e l'aderenza dei pazienti ai protocolli di esercizio respiratorio e a comportamenti salutari, migliorandone la tolleranza allo sforzo e la qualità di vita, e riducendo le riacutizzazioni e il numero di accessi al pronto soccorso. "Un utilizzo consapevole delle innovazioni tecnologiche in ambito sanitario, come in questo progetto dedicato alle persone con fibrosi polmonare, - osserva la professoressa Bonifazi - è di estrema importanza per favorire un'appropriata presa in carico delle patologie polmonari croniche, in particolare quando mirato a promuovere uno stile di vita attivo".
"L'attività fisica combinata con tecniche specifiche di respirazione - sottolinea la professoressa Ceravolo - prolunga gli effetti positivi della riabilitazione intrapresa a livello ambulatoriale, che rappresenta un'arma terapeutica non farmacologica estremamente efficace. La fruizione di interventi in modalità remota espande l'accesso alle cure riabilitative, ovviando ad eventuali carenze di risorse e strutture dedicate".
Il progetto nasce da un'efficace sinergia multidisciplinare all'interno dell'Azienda ospedaliero Universitaria delle Marche che coinvolge, oltre che della Struttura diretta dalla professoressa Martina Bonifazi e della Clinica di Neuroriabilitazione, anche della Sos di Fibrosi Cistica, diretta dalla dottoressa Benedetta Fabrizzi, sotto il coordinamento del direttore della Sod di Malattie Infettive, dottor Marcello Tavio.
"Fondamentale, - rileva L'Aoum - inoltre l'alleanza stabilita con le diverse realtà del sistema sanitario territoriale, che hanno garantito l'attivazione della teleriabilitazione. Nell'immediato futuro, la teleriabilitazione respiratoria potrà essere ulteriormente potenziata grazie all'integrazione con altre tecnologie emergenti come l'intelligenza artificiale e la realtà virtuale".
Anche quest'anno l'Assessorato alla Famiglia e l'associazione Gaia hanno fatto visita agli ospiti del reparto di oncoematologia pediatrica dell'ospedale Salesi, per consegnare i regali donati dai cittadini attraverso l’iniziativa "Il dono sospeso" che si è tenuta, da dicembre a gennaio, presso l'hotel Cosmopolitan.
Una piccola delegazione, composta dal presidente dell'Associazione Filippo Marilungo, l'assessore di pertinenza Barbara Capponi, Luca Giustozzi, titolare dell'hotel ospitante l'iniziativa e la giornalista Daniela Gurini per Vera TV, ha raggiunto il capoluogo marchigiano per consegnare personalmente in reparto e in day hospital i regali e salutare le famiglie e gli operatori.
"Grazie a tutte le famiglie, ai bambini e ai ragazzi che hanno aderito all’iniziativa - dichiara l'assessore Capponi - Abbiamo portato la loro vicinanza ai coetanei ricoverati, attraverso regali e biglietti, e questo gesto rappresenta un grande conforto per chi vive l’esperienza dell’ospedalizzazione. Sapere che il mondo esterno pensa a loro e li sostiene con piccoli ma significativi gesti come questo è davvero di grande sollievo. Ringrazio i medici e tutto lo staff ospedaliero per il loro delicato e appassionato lavoro in reparto, il gruppo Giustozzi che accoglie sempre con grande entusiasmo questa iniziativa, Vera TV che, dando risalto a questa situazione, si fa promotrice di sensibilizzazione e, infine, l’associazione Gaia per la collaborazione costante e concreta, che si estende anche in città con le sue attività e lo sportello".
A Civitanova infatti l'associazione Gaia, oltre a questa progettualità, ha avviato, tramite un accordo con l'assessorato alle politiche sociali, diverse attività di formazione per le famiglie tutte gratuite per la cittadinanza e anche uno sportello informativo in caso di diagnosi oncoematologica in età pediatrica.
"La consegna del dono sospeso porta con sé l’onore e la responsabilità affidatici dalle tante persone, famiglie e bambini, che ce l’hanno consegnato, ed ogni anno è un po’ come averli lì accanto - dichiara Filippo Marilungo, presidente di Gaia Onlus -. Leggere i tanti biglietti, come già detto, è la parte più bella ed emozionante. Il vero e profondo scopo del dono sospeso è proprio raccolto in quei messaggi - conclude Marilungo dando i riferimenti utili dello sportello - Vogliamo ricordare che , grazie al comune di Civitanova e all' Assessore Barbara Capponi, nella sede in via Regina Elena è aperto lo sportello di ascolto per le famiglie che dovessero ricevere una diagnosi oncoematologia pediatrica e si può contattare il numero 3488353885. Questo servizio è attivo tutto l'anno ed è sempre gratuito”.
L'iniziativa del dono sospeso è prevista di nuovo per le prossime festività natalizie
L'Ast Macerata ha comunicato che nel mese di febbraio effettuerà le disinfestazioni nei poli ospedalieri dell'azienda sanitaria territoriale.
Si inizia l'11 di febbraio con il polo di Camerino, per poi continuare con i poli di San Severino Marche e Civitanova Marche il 19 febbraio.
Un servizio che mantiene gli standard di igiene dei poli ospedalieri nel territorio dell'est di Macerata.