I Centri di Riabilitazione delle Marche, dalla Lega del Filo d’Oro alla Comunità di Capodarco, dalla Kos-Santo Stefano alla Fondazione Don Gnocchi, dalle Anffas all’Asp Paolo Ricci, dal Villaggio delle Ginestre al Centro Montessori, dal Centro Mancinelli alla Buona Novella, il giorno 30 gennaio saranno ricevuti in Regione nella speranza di poter avere delle concrete risposte che consentano di evitare la dichiarazione dello stato di crisi delle strutture sopraelencate.
Dopo mesi di attesa, finalmente i Centri di Riabilitazione potranno illustrare alla Regione le motivazioni che hanno fortemente contribuito ad arrivare ad una situazione di non ritorno. Le tariffe sono ormai bloccate da oltre 12 anni e in questo lasso di tempo il costo della vita è fortemente lievitato unitamente al costo del lavoro.
Il passaggio da Asur alle singole Ast rende sempre più difficile definire congrui accordi e si corre il rischio che ogni Ast affronti il tema della riabilitazione in maniera diversificata e difforme dai vigenti accordi stipulati in passato con la Regione ed Asur.
I Centri, dove lavorano oltre 1500 operatori, assistono migliaia di pazienti con disabilità gravi e con presa in carico multidisciplinare; vengono assistiti pazienti che vanno dai disturbi dell’età evolutiva fino a pazienti con gravi cerebrolesioni o in stato di coma.
"La situazione di difficoltà è stata oggetto di varie missive inviate dall’Aris, associazione di categoria, alla Regione, senza aver avuto alcun cenno di risposta", si legge in una nota. "Si confida molto che l’incontro del 30 prossimo possa dare concrete risposte e tranquillizzare pazienti e lavoratori dei Centri di Riabilitazione delle Marche".
Grande novità per Castelraimondo: sabato è stato inaugurato un ufficio informativo della Croce Rossa Italiana lungo corso Italia, al civico numero 8. Lo spazio verrà curato dal comitato di Matelica e sarà un punto informazioni che garantirà alla cittadinanza diversi servizi e attività come la possibilità di prenotare trasporti programmati per visite e prestazioni, sportello di ascolto per i più fragili, consegna a domicilio di farmaci e la possibilità di iscriversi ai corsi che il Comitato offre mediante "Gaia" e molto altro.
L'ufficio sarà a disposizione dei cittadini da lunedì con il seguente orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10:00 alle 12:00 e martedì, giovedì e sabato dalle 16:30 alle 18:30. Grande soddisfazione quella espressa dal sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli: "Congratulazioni alla CRI e a tutti i suoi operatori per l’apertura di questo punto informativo, come comune non abbiamo esitato a mettere a disposizione questo locale. Sono molto contento perché giorno dopo giorno stiamo lavorando per una Castelraimondo sempre più completa sia in termini di servizi che di assistenza alla persona. Ciò è essenziale per poter affrontare problematiche che ogni giorno interessano tutto il territorio. Congratulazioni a tutti gli operatori della CRI che ogni giorno svolgono un incarico indispensabile per l’intera comunità".
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere regionale Renzo Marinelli: "Oggi è stata un’altra giornata importante per Castelraimondo in quanto alla presenza della presidente regionale della CRI Maria Rosaria del Balzo Ruiti, del presidente della sezione locale di Matelica Domenico Belardinelli e di diversi sindaci della zona, abbiamo inaugurato questo ufficio informazioni della Croce Rossa. Un altro piccolo tassello che va a riempire la scacchiera della sanità".
"Con il punto salute, molto frequentato e con questo punto di informazione per i cittadini di Castelraimondo, piano piano stiamo dando quei servizi che evitano dei disagi - prosegue Marinelli -. Inoltre siamo molto soddisfatti della collaborazione tra la città di Matelica e il comune di Castelraimondo che è essenziale per poter affrontare al meglio le problematiche territoriali. Ringraziamo tutti gli operatori e volontari della Cri che sono impegnati quotidianamente per il bene del prossimo".
Soddisfazione anche per il presidente della Croce Rossa di Matelica Domenico Belardinelli: "Questo progetto nasce per essere ancora più vicino alle persone, offrendo un punto di riferimento per informazione, prevenzione e assistenza grazie all’impegno dei volontari. È un primo passo, destinato a crescere con l’aiuto di tutti. Un sincero ringraziamento va ai volontari, al personale, alle istituzioni, al Comune di Castelraimondo e alla presidente regionale, Rosaria Del Balzo Ruiti, che hanno permesso di trasformare l’idea in realtà. Questo ufficio testimonia la volontà di creare una rete di supporto che non lasci indietro nessuno. Vi invitiamo a visitare l’ufficio e, se possibile, a unirvi a noi come volontari, perché insieme possiamo fare davvero la differenza"
Presente anche Don Mariano che ha benedetto dopo il taglio del nastro la stanza, uno spazio semplice, ma sufficiente per la sua funzione.
La salute delle donne merita una particolare attenzione perché oltre ad avere una rilevanza come tutti gli esseri umani, senza distinzione di genere sulla qualità della vita, ha anche una sua valenza sociale che si ripercuote nella possibilità e gestione della maternità, nella vita e gestione della famiglia, nel loro impegno nel lavoro.
Tra le condizioni patologiche riconducibili alla donna l’ovaio policistico è sicuramente una delle sindromi femminili che hanno una maggiore incidenza. Ne parliamo con la dottoressa Maria Cristina Magagnini, medico specialista in endocrinologia e malattie del metabolismo con Master di II livello in andrologia, medicina della riproduzione e della sessualità, consulente presso il centro medico Associati Fisiomed.
Dott.ssa Magagnini, oggi tra le giovani donne si sente parlare molto della sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). Cos'è?
"La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è il disturbo endocrinologico più diffuso tra le donne in età fertile, avendo una prevalenza dell'8-13%. È una condizione clinica caratterizzata da una variabilità di segni e sintomi. La diagnosi si basa sui criteri di Rotterdam e richiede almeno 2 di queste tre condizioni: irregolarità mestruali, iper androgenismo clinico (dosaggio degli androgeni tramite prelievo ematico al terzo giorno del ciclo mestruale) o biochimico (ad es irsutismo, acne e alopecia) e quadro ecografico compatibile con policistosi ovarica (che richiede dei parametri ben precisi). Nel complesso si tratta di un'importante disfunzione dell'apparato riproduttivo femminile che sfocia però in una complessa alterazione di tipo metabolico, estetico e riproduttivo".
Quindi quali sono i sintomi che devono fare allarmare?
"Solitamente l'oligoamenorrea (mancanza del ciclo mestruale) è il segno che più preoccupa le giovani donne. Altre volte si tratta di peluria in eccesso (irsutismo), acne o caduta di capelli, la cosiddetta alopecia androgenetica".
Invece dal punto di vista metabolico, quali sono i problemi a cui si riferisce?
"Le donne con PCOS, ad esempio, hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete mellito di tipo 2. La maggior parte è insulino-resistente e/o obesa, e ha difficoltà a perdere peso nonostante diete spesso rigide".
Ha parlato di riproduzione. Può la PCOS incidere sulla fertilità?
"Assolutamente sì, irregolarità mestruale significa anche alterata ovulazione, quindi a volte non si fa diagnosi in adolescenza, ma arrivano in ambulatorio giovani 30enni che da anni provano ad avere figli, senza successo".
Esiste una cura?
"Esistono dei trattamenti sintomatici. Sicuramente il primo consiglio rimane correggere lo stile di vita, inteso come alimentazione e attività fisica, soprattutto per le donne in sovrappeso o obese. Il resto dipende dalla problematica principale. Non esiste una cura univoca. Tutto va personalizzato e studiato in base alle necessità della paziente e in base al problema che presenta in quel preciso momento".
Grazie Dottoressa Magagnini.
Incontro a Palazzo Sforza tra il sindaco e neo presidente della Conferenza dei Sindaci, Fabrizio Ciarapica, ed il nuovo direttore generale AST, Alessandro Marini. Sul tavolo il potenziamento dell’ospedale civitanovese e della medicina del territorio, scritto nero su bianco nelle pagine del nuovo atto aziendale che sarà presto ufficializzato. “Un incontro molto positivo" - ha detto il sindaco -.
"L’ospedale di Civitanova, infatti, non solo sarà tutelato, ma continuerà a crescere e migliorare. Dal dg Marini, che ringrazio per la collaborazione, ho infatti ricevuto rassicurazioni importanti rispetto alle preoccupazioni emerse nei giorni scorsi: le unità operative dipartimentali saranno mantenute, con la garanzia dell’autonomia per reparti strategici come la farmacia e l’oncologia e grazie alla determinazione di questa amministrazione, l’ospedale di Civitanova guadagnerà ulteriori servizi di eccellenza”.
Tra i nuovi servizi annunciati spicca l’istituzione di una Unità Operativa Complessa di Pediatria e Neonatologia, un risultato di straordinaria importanza che eleva l’ospedale di Civitanova a un punto di riferimento per l’assistenza ai più piccoli. “Un traguardo che rafforza la qualità e la completezza dell’assistenza ai neonati, garantendo un presidio di altissimo livello. Il reparto di Pediatria – ha spiegato il sindaco – non è solo un pilastro della nostra sanità, ma anche un simbolo di fiducia e sicurezza per le famiglie del territorio".
"Con l’impegno del personale sanitario, che da anni si distingue per la professionalità e la dedizione, e l’aggiunta di Neonatologia, continueremo ad offrire cure di eccellenza ai nostri bambini”. L’altra novità è l’attivazione di una Unità Operativa Semplice di Chirurgia della Tiroide, un servizio innovativo che andrà ad ampliare l’offerta sanitaria dell’ospedale. “Tutti passi in avanti che valorizzeranno il nostro nosocomio. Durante l’incontro - conclude il sindaco - abbiamo fissato per il 7 febbraio la convocazione per l’illustrazione del nuovo atto aziendale, un passaggio cruciale che segna una nuova fase per il nostro ospedale e per l’intero sistema sanitario locale".
Si parlerà di Medicina di prossimità questo fine settimana all’Abbadia di Fiastra nell’ambito di una giornata di studio organizzata dal direttore Socio Sanitario dell’Ast di Macerata, il dottor Giancarlo Cordani in qualità di responsabile scientifico.
L’evento, accreditato Ecm, che si svolgerà sabato 25 gennaio a partire dalle ore 8, ha il patrocinio della Fondazione Carima, dell’Opi di Macerata e dell’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
Nel maggio del 2022 il Ministero della Salute ha approvato il DM n°77 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale del Ssn”, un regolamento valido per tutto il territorio italiano che norma la Missione 6C1 del Pnrr.
Il Dm77 cerca di adeguare la medicina del territorio ai nuovi bisogni che si sono creati negli ultimi due decenni, si tratta di un modello progettato per e con le persone con la finalità di operare come un sistema vicino alla comunità.
“L’attuazione di questo modello organizzativo e l’utilizzo delle nuove strutture forniscono un’occasione unica di ripensamento e sviluppo delle cure primarie, richiedendo un profondo cambiamento culturale: non sono più sufficienti le prestazioni, ma si rende necessario il prendersi cura della comunità, in particolare della cronicità e fragilità – dichiara il direttore socio sanitario dell’Ast di Macerata Giancarlo Cordani. Per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, si rende necessaria la prossimità delle cure e un lavoro di squadra multiprofessionale e multidisciplinare ad integrazione con la specialistica ambulatoriale e con l’ospedale”.
La finalità della giornata di studio è riflettere sul cambiamento di prospettiva intervenuto con il Dm 77, mettendo mano a percorsi che accompagnino tale nuova visione attraverso l’acquisizione di nuove forme di organizzazione del lavoro e di skills. L’evento formativo è rivolto ai medici chirurghi, ai farmacisti e agli infermieri.
La Regione Marche ha deliberato l'estensione dello screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto agli uomini e alle donne di età compresa tra i 70 ei 74 anni. Questa importante scelta, che sarà operativa a partire dal 1° marzo 2025, rappresenta un passo importante nella prevenzione oncologica, rafforzando l'impegno verso la tutela della salute dei cittadini.
Lo screening, che già coinvolge la popolazione tra i 50 ei 69 anni, continuerà ad essere effettuato con cadenza biennale. Gli inviti saranno attivi, tramite lettera personalizzata, includendo indicazioni per sottoporsi al test immunochimico fecale (FIT), un esame semplice e non invasivo per la ricerca di sangue occulto nelle feci. In caso di positività, saranno previsti approfondimenti diagnostici come la colonscopia e, se necessario, un percorso di trattamento e follow-up.
"Il rafforzamento dei programmi di prevenzione oncologica rappresenta uno dei pilastri fondamentali della nostra strategia sanitaria - dichiara il vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini -. Attraverso l'estensione dello screening ad un numero maggiore di cittadini, garantiamo una migliore accessibilità alla prevenzione e alla diagnosi precoce, un passo concreto nella promozione della salute. Invito i cittadini ad aderire ai programmi di prevenzione, fondamentali per salvare vite. Come Regione stiamo investendo risorse importanti nell'ammodernamento tecnologico e grazie a questo nostro impegno oggi le Marche sono tra le prime regioni italiane a poter contare sulle strumentazioni diagnostiche più avanzate e meno obsolete".
Con l'estensione alla fascia 70-74 anni, si stima un aumento massimo del 33% nel numero di FIT eseguiti annualmente e del 50% nel numero di colonscopie. Il tumore del colon-retto è la seconda neoplasia più frequente nella popolazione italiana, con circa 50.500 nuovi casi stimati nel 2023. Grazie a questa iniziativa, che segue le raccomandazioni europee e nazionali, la Regione Marche punta a rafforzare la prevenzione oncologica e a salvare più vite attraverso la diagnosi precoce.
L'estensione sarà realizzata nell'ambito dei budget assegnati agli Enti del Servizio Sanitario Regionale (SSR), senza ulteriori costi a carico del bilancio regionale. Il monitoraggio dei risultati sarà garantito dal sistema informativo regionale attraverso l’Agenzia Regionale Sanitaria (ARS).
Dopo sei mesi dall'avvio dell'estensione, la Regione valuterà l'impatto organizzativo per ampliare ulteriormente lo screening alla fascia 45-49 anni dal 2026, in linea con gli obiettivi del Piano Socio-Sanitario Regionale 2023- 2025.
Si svolgerà venerdì 24 gennaio al Cosmopolitan di Civitanova il convegno organizzato dalle Medicine Interne dell’Azienda sanitaria territoriale maceratese, intitolato “Voyager infettivologico nelle Medicine Interne” e dedicato alle problematiche infettivologiche che si incontrano quotidianamente lungo i principali canali della Medicina Interna, costituiti dalla corsia e dall’attività ambulatoriale.
Si tratta di un evento formativo accreditato Ecm, di cui sono responsabili scientifici i direttori delle quattro Unità Operative della Medicina Interna dell’Ast di Macerata, per Civitanova la dottoressa Maria Luisa Minnucci, per Macerata il dottor Roberto Catalini, per San Severino il dottor Giovanni Pierandrei e per Camerino la dottoressa Anna Maria Schimizzi.
Negli ultimi anni, il rischio infettivo nelle corsie ospedaliere ha incrementato morbosità e costi sanitari, aumentando la consapevolezza della necessità di ottimizzare l’antibiotico terapia attraverso la revisione di vecchi schemi terapeutici o la formulazione di nuovi.
L’evento formativo si pone come obiettivo quello di affrontare argomenti di grande attualità in campo infettivologico, fornendo gli elementi teorico-pratici per un corretto approccio alle principali patologie infettive.I partecipanti avranno l’opportunità di confrontarsi con esperti del settore sulle tematiche scientifiche oggetto del convegno, grazie anche alla possibilità di condividere le proprie esperienze.
Tra i qualificati relatori previsti nel programma, è confermata la presenza del professor Giovanni Raimondo del Policlinico di Messina, opinion leader in campo epatologico a livello internazionale. Il convegno, che ha il patrocinio Fadoi, società scientifica dei medici internisti ospedalieri, si rivolge a medici chirurghi, dietisti, infermieri, farmacisti, fisioterapisti e logopedisti.
Negli ultimi giorni, si è riacceso il dibattito sulla necessità di un centro diurno per persone affette da Alzheimer a Civitanova Marche. Se ne è parlato in incontri pubblici, come quello tenutosi sabato 11 gennaio al Cosmopolitan, e sulla stampa locale, evidenziando un tema che tocca da vicino tantissime famiglie del territorio.
L’Associazione AttivaMente Alzheimer ODV, da anni portavoce delle istanze dei civitanovesi, sottolinea l'urgenza di creare un luogo dedicato ai malati di demenza. Questo centro dovrebbe offrire servizi socio-assistenziali mirati, non solo per i pazienti ma anche per le loro famiglie, che spesso affrontano un compito gravoso e complesso.
I dati sulla diffusione dell'Alzheimer sono impressionanti: in Italia si contano circa 1.100.000 persone affette da demenza; nelle Marche, secondo le stime regionali, i malati sono circa 30.000. A Civitanova, si registrano almeno 1.000 casi, una cifra che cresce ulteriormente considerando l'intero Ambito Territoriale Sociale 14, di cui la città è capofila.
"Con l’arrivo dell’Alzheimer, non si ammala solo il paziente, ma tutta la famiglia," sottolinea l’associazione. Questo fenomeno moltiplica il numero delle persone indirettamente coinvolte, rendendo sempre più evidente la necessità di strutture e servizi adeguati.
AttivaMente riconosce i progressi fatti negli ultimi anni dall’amministrazione comunale, che ha sostenuto laboratori per persone con demenza. Grazie all’ASP Paolo Ricci, per quattro mattine a settimana, i pazienti possono partecipare a sessioni di stimolazione cognitiva e socializzazione guidate da personale specializzato. Tuttavia, questi interventi non sono sufficienti a soddisfare i bisogni crescenti della comunità.
Per realizzare un centro diurno Alzheimer, è necessaria una collaborazione tra più attori istituzionali: l’amministrazione comunale, la Regione Marche e l’AST di Macerata. "Ora è il momento di concretizzare le intenzioni, perché i malati e le loro famiglie hanno bisogno di risposte immediate," afferma Barbara Mazzoli, presidente di AttivaMente.
L’associazione si rivolge a tutte le forze politiche, sociali ed economiche della città affinché si lavori insieme per rendere il centro diurno una realtà. "È adesso che le persone con demenza hanno bisogno del centro diurno. Ora è il momento di mettersi intorno ad un tavolo e organizzare una struttura che ormai da troppo tempo manca, perchè tante famiglie possano ritrovare una parvenza di vita 'straordinariamente' normale." ribadisce Mazzoli.
Procedono spediti i lavori di realizzazione della Casa di Comunità di San Severino, che sorgerà di fronte l'ospedale Bartolomeo Eustachio, finanziata con Fondi Pnrr per un importo di 2.264.000 euro relativo al primo stralcio.
L’opera riguarda la costruzione di un nuovo edificio, che si estende su una superficie di circa 840 metri quadri, ubicato nell'area antistante il distretto sanitario esistente all'interno della proprietà dell'azienda sanitaria maceratese, di cui fa parte anche il presidio ospedaliero.
"Sono state già realizzate le opere di fondazione della Casa di Comunità di San Severino e i lavori proseguono secondo il cronoprogramma di progetto - dichiara il direttore generale dell’azienda sanitaria territoriale di Macerata, Alessandro Marini -. Nel Comune settempedano la struttura che sorgerà di fronte il nosocomio cittadino rappresenterà anche visibilmente l'integrazione tra ospedale e territorio, da sempre auspicata per offrire alla popolazione un’adeguata presa in carico dei propri bisogni assistenziali. Siamo in piena fase di esecuzione del primo stralcio funzionale".
Il fabbricato in corso di realizzazione è dotato anche di cortile interno e si sviluppa in un solo piano, il piano terra, dove saranno alloggiate tutte le attività e i servizi dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali. All'interno dell'edificio è prevista la presenza anche del Punto Unico di Accesso, dei servizi di assistenza domiciliare, infermieristici, di integrazione con i servizi sociali e vi trovano spazio anche i servizi diagnostici di base, la Continuità Assistenziale e il punto prelievi.
Queste attività andranno ad implementare e ad integrarsi con i servizi già presenti all’interno del Distretto Sanitario esistente. L'edificio avrà una struttura in cemento armato in opera, con una copertura piana dove saranno alloggiati l'impianto fotovoltaico e l'impianto di climatizzazione, che rimarranno contenuti nel solaio e nel parapetto di copertura per minimizzare l’impatto ambientale, considerato che l'area è soggetta a vincolo paesaggistico.
La nuova costruzione sarà in classe energetica "A", con solo fonti di approvvigionamento elettrico essendo dotata di impianti meccanici a pompa di calore con impianto fotovoltaico. I maggiori costi previsti nel progetto esecutivo rispetto a quello di fattibilità approvato sono una diretta conseguenza dell’ormai noto aumento dei costi dei materiali dell’edilizia, che devono essere aggiornati al vigente prezziario regionale delle opere pubbliche.
"La Casa di Comunità rappresenta una risposta importante sul territorio per decongestionare gli ospedali e rendere la sanità più vicina ai cittadini - dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini -. Stiamo ridisegnando il Sistema Sanitario Regionale per renderlo più capillare, tempestivo ed efficiente in tutto il territorio e per superare la cronica carenza di personale che abbiamo ereditato a causa dell'errata programmazione passata."
Incontrando un mio vecchio amico, compagno di liceo ai Salesiani di Macerata, abbiamo parlato del suo lavoro, della pensione raggiunta dopo quasi 40 anni di servizio, lui medico di base ad Ancona. Il medico di base o di famiglia, che dir si voglia, è da sempre la figura di riferimento quotidiana per la preservazione della salute dei cittadini.
E’ medico, spesso confidente, a volte anche amico. E’ una visione allargata della tutela della salute coinvolgendo fiducia ed attenzione reciproca nella cura del corpo, ma anche valutazione della qualità della vita, persino esplorazione dei sentimenti. E’ il medico di famiglia, la figura storica di riferimento sempre presente e in ogni caso di aiuto.
Il Dottor Luigi Fiordelmondo, quasi per 40 anni medico di medicina generale ad Ancona, ha voluto descrivere in un libro intitolato "Quando il medico non è solo di famiglia" la sua esperienza professionale, l’evoluzione del ruolo nel tempo e anche le frustrazioni sopraggiunte a deteriorare la missione.
Il libro ha già ricevuto un riconoscimento in un concorso letterario. Voglio riportare l’introduzione perché penso possa aiutare tutti ad un proficuo rapporto con una figura fondamentale per la nostra vita.
“Volevo fare il medico condotto come il dottor Manson del romanzo di Cronin. Ho finito per fare il medico di famiglia, il medico di base, il medico generico, il medico di medicina generale, il medico curante, ma non il medico condotto e il problema non fu non essere in Scozia ai tempi di Cronin, ma l’essere in Italia ai tempi della riforma sanitaria. Correva l’anno 1978 e il 23 dicembre di quell’anno nasceva il Servizio Sanitario Nazionale. La diversità degli appellativi denotava, fin d’allora, la varietà di interpretazioni che venivano attribuite a questa particolare figura di sanitario. Medico, ma anche psicologo, ma anche sociologo, ma anche soprattutto medico “prescrittore”, preferibilmente “appropriato” secondo le normative del Servizio Sanitario Pubblico.
Quando mi si chiedeva che lavoro facessi dicevo il medico. Se la domanda richiedeva anche una distinzione precisa, per tagliar corto dicevo: 'il medico della Mutua' e tutti capivano anche se le Mutue non c’erano più. La cosiddetta “appropriatezza prescrittiva” è stata, insieme alla frequente difficoltà dei collegamenti Internet con il Ministero dell’Economia e Finanza (MEF), forse anche per mia responsabilità, il costante incubo nei 38 anni di attività.
Oltre ovviamente a quello degli anni bui della pandemia da Covid 19. Si dirà in maniera ironica, ma non troppo, “facevi anche l’esperto contabile”? In effetti, come un bravo ragioniere, dovevo inviare ogni giorno e da ciò l’ansia per la linea Internet, tutte le ricette dematerializzate che effettuavo. In tempo reale venivano controllate dal MEF, sia nell’appropriatezza, sia per verificare se si fosse superato o meno il budget di spesa.
In tutti questi anni, per ottenere un seppur minimo risparmio siamo passati dalla dotazione di un ricettario verde, di formato verticale, nel quale potevi scrivere diversi farmaci l’uno di seguito all’altro, ad un ricettario rosso, molto più contenuto, di formato orizzontale, nel quale potevi scrivere, anche perché non c’era spazio per altro, un numero massimo di due farmaci. Non più quindi collutori, lavande per l’igiene intima, saponi, creme o parafarmaci di qualsiasi genere.
Avevamo scoperto la razionalizzazione e il contenimento della spesa! Con Internet poi nacque la ricetta senza materia detta appunto dematerializzata. Avevamo fatto un’ulteriore magia. La carta della Zecca dello Stato sulla quale incredibilmente si dovevano prescrivere i farmaci non c’era più. In effetti la carta c’era, ma non era quella nobile e costosa della Zecca, bensì un semplice formato A5 prodotto dalla stampante del tuo PC (personal computer) che diventò nel frattempo indispensabile in ambulatorio, come lo era il lettino per le visite se non di più.
Dopo due anni di servizio in ospedale, quando scelsi il territorio e me ne andai, l’Aiuto del reparto mi disse: “Ottima scelta ragazzo, sarai libero e Primario di te stesso”. Non immaginava che sopra a me, in quella nuova avventura, avrei avuto il MEF e il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria, non immaginava nemmeno che mi sarebbero accadute vicende e situazioni che andavano oltre la clinica e che comunque valevano la pena di essere vissute ed anche raccontate”.
Lunedì 13 gennaio doppio fiocco all'ospedale di Civitanova Marche: sono venuti al mondo i gemelli Celeste e Nicola, nati da una coppia residente a San Benedetto del Tronto, Barbara e Leonardo D’Isidori. Una gioia immensa per la famiglia, che ha voluto esprimere la sua gratitudine in una lettera al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale civitanovese.
Questo evento speciale segna il sesto e il settimo figlio della coppia, che ha già vissuto l'esperienza della genitorialità in precedenza, con cinque dei loro bambini nati proprio a Civitanova Marche. Attraverso messaggio, i genitori hanno voluto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo lieto evento.
“Carissimi dottori e tutto il fantastico staff dell’ospedale di Civitanova Marche, siete ormai parte della nostra famiglia", scrive la mamma Barbara. Dopo avermi seguita e assistita per cinque gravidanze, siete stati al mio fianco anche in questa ultima da cui sono venuti al mondo Celeste e Nicola". Barbara e Leonardo non hanno mancato di esprimere la loro riconoscenza per il supporto ricevuto durante tutto il percorso. "Non smetterò mai di ringraziare la mia dottoressa Anna Maria Iannicco che mi ha supportata con la sua calma e la sua dolcezza; la miglior guida che io potessi avere in questo cammino così raro verso la vita".
La lettera prosegue con un sentito ringraziamento per l’intero reparto di Ostetricia e Ginecologia, che ha seguito con attenzione e dedizione la gravidanza di Barbara. “Grazie per l’amore, per le attenzioni, per le parole, per la professionalità che ho ricevuto in questi nove mesi e per aver fatto nascere i miei bambini protetti e al sicuro tra le sue braccia.”
I genitori hanno poi voluto esprimere gratitudine nei confronti del primario dell’ospedale, dottor Filiberto Di Prospero, e del suo predecessore, dottor Giuseppe Micucci, per aver dato un supporto continuo e presente durante il percorso. Un ringraziamento speciale è andato anche alla figura di Barbara, l’ostetrica che ha assistito la mamma durante tutta la gravidanza: "Barbara, il mio angelo, per avermi assistito e sostenuto con tanto amore dai primi giorni di questa magnifica storia".
I genitori hanno voluto estendere il loro grazie anche a Gabriella e Alessia, così come a tutte le altre ostetriche e infermiere per la loro professionalità, disponibilità e umanità. "Per quelle parole magiche dette al momento giusto... il mio mondo si colora di rosa e azzurro grazie anche alla gentilezza di Arjola, segretaria del centro di Civitamedica, per aver risposto in modo tempestivo ad ogni mia richiesta.” La lettera si conclude con un toccante ringraziamento: “Porteremo per sempre con noi il ricordo del vostro sostegno e affetto. Per sempre, grazie.”
L’Ast di Macerata ha ricevuto un doppio riconoscimento da Fondazione Onda ETS nell’ambito della seconda edizione del Bollino Azzurro, che ha premiato i centri ospedalieri virtuosi per l’offerta di servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione in ambito uro-andrologico in un’ottica multidisciplinare, con focus sul tumore della prostata e sulle complicanze funzionali post chirurgiche.
Per la seconda volta il Bollino Azzurro viene attribuito alla struttura ospedaliera maceratese, diretta dalla dottoressa Lucilla Servi, mentre per l’ospedale costiero è il primo riconoscimento ricevuto dall’Unità Operativa diretta dal dottor Willy Giannubilo.
“I due Bollini Azzurri ottenuti dagli ospedali della nostra Azienda certificano la qualità delle prestazioni erogate ai pazienti. – dichiara il direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini –
Il riconoscimento ottenuto come centri di eccellenza nei percorsi diagnostico-terapeutici offerti ai cittadini per le patologie uro-andrologiche è frutto della competenza e dell’impegno quotidiano dei nostri professionisti e delle loro èquipe, ai quali va il mio ringraziamento”.
Nei Reparti di Urologia degli ospedali dell’Ast di Macerata è presente una rete multidisciplinare che affronta i molteplici aspetti della salute uro-andrologica, con un’attenzione rivolta a migliorare la qualità di vita delle persone con tumore della prostata.
Sono attivi, infatti, percorsi dedicati alla gestione della patologia e delle sue complicanze post-operatorie con un approccio che integra medicina e riabilitazione, garantendo il miglior supporto possibile ai pazienti. La collaborazione tra professionisti, pazienti e familiari è essenziale per affrontare in modo efficace le sfide legate al tumore della prostata e alle sue complicanze.
“Questi riconoscimenti attestano l’elevata qualità dei servizi offerti ai cittadini dalle due strutture ospedaliere, che si contraddistinguono per accuratezza e tempestività nella diagnosi, oltre che per l’approccio multidisciplinare” – dichiara il vicepresidente della giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini.
Le festività natalizie portano gioia e momenti conviviali. Nelle occasioni più importanti a tavola si registra un elevato consumo di calorie, che spesso però lasciano anche un carico di malesseri fisici: gonfiore, poca energia e un’insaziabile voglia di dolci.
Cosa succede davvero al nostro corpo dopo gli eccessi alimentari? E come possiamo rimediare? Ne parliamo con il Dr. Roberto Talamonti, Nutrizionista Biologo, esperto in Combinazioni Alimentari, Bio-Terapia e Fitoterapia Naturale consulente del centro medico Associati Fisiomed.
Perché Dr. Talamonti dopo gli eccessi natalizi non si riesce a smettere di desiderare dolci e cibo abbondante?
I dolci e i carboidrati raffinati consumati durante le feste attivano un meccanismo di dipendenza. Quando mangiamo zuccheri in grandi quantità, il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore legato alla sensazione di piacere. Questo crea un circolo vizioso che alimenta il desiderio di cibi zuccherini e abbondanti.
Come spezzare il ciclo?
- Ridurre gradualmente gli zuccheri semplici e privilegia alimenti che stabilizzano la glicemia, come proteine (uova, pesce, legumi) e grassi sani (olio EVO, burro ghee, noci, mandorle e avocado).
- Inserire sempre verdure nei pasti possibilmente da antipasto, fondamentali per dare sazietà e regolarità, andando a limitare l’assorbimento dei cibi inseriti successivamente
- Sostituire i dolci con alternative più sane, come una macedonia di frutta fresca o tisane con un cucchiaino di miele.
Cosa succede al corpo con gli eccessi e come riequilibrare glicemia e insulina?
Durante le abbuffate, i picchi glicemici aumentano la produzione di insulina, l’ormone che regola lo zucchero nel sangue. Questo meccanismo può portare a:
- Accumulo di grasso, soprattutto addominale.
- Calate improvvise di energia, seguite da fame continua.
- Alterazioni del bilancio ormonale, che rendono difficile riprendere il controllo.
Come riequilibrarsi?
- Inserire nei pasti una fonte di carboidrati complessi (riso integrale, quinoa, farro), proteine magre (pollo, tofu) e verdure abbondanti, come broccoli, finocchi o insalate miste (sempre in questo caso da antipasto).
- Evitare i digiuni drastici, che stressano l’organismo e favoriscono nuovi squilibri.
- Fare movimento: una passeggiata di 30 minuti al giorno è sufficiente per migliorare la sensibilità all’insulina e accelerare il metabolismo.
Il detox post-festività funziona davvero?
Il detox è spesso frainteso. Non si tratta di rinunce estreme o diete liquide, ma di aiutare il corpo a eliminare tossine accumulate e a ripristinare l’equilibrio intestinale. Durante le feste, fegato e intestino subiscono un carico extra a causa di zuccheri, grassi e alcol.
Come fare un detox efficace?
- Bere almeno 2 litri di acqua al giorno, magari arricchita con limone, zenzero o menta.
- Aumentare il consumo di verdure a foglia verde, carciofi, cavoli e cetrioli, che favoriscono la depurazione.
- Limitare alcol, zuccheri e alimenti processati per almeno una settimana.
- Integrare cibi fermentati (kefir, crauti) per migliorare la salute intestinale.
In conclusione recuperare dagli eccessi natalizi richiede costanza e un approccio equilibrato. Non servono privazioni drastiche, ma il ritorno a una dieta bilanciata con proteine, carboidrati complessi e tante verdure. Il benessere è un viaggio quotidiano: ascolta il tuo corpo e concedigli il tempo necessario per ritrovare il suo ritmo naturale. Auguri per un bellissimo 2025 di salute per tutti.
Durante il Consiglio comunale aperto sulla sanità, svoltosi ieri nell’auditorium della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, il sindaco Sandro Parcaroli, insieme al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e agli assessori regionali Francesco Baldelli e Filippo Saltamartini, ha presentato le prime immagini del nuovo ospedale della città. Una struttura definita come moderna, innovativa, sicura e tecnologicamente avanzata, descritta come un punto di riferimento per la sanità pubblica regionale.
Il sindaco Parcaroli ha sottolineato l'importanza del lavoro sinergico tra le istituzioni comunali e regionali per portare avanti un progetto tanto ambizioso quanto necessario. “Un ringraziamento ai vertici comunali che stanno concretizzando il progetto con fatti tangibili e che si sono resi protagonisti di un Consiglio comunale dedicato al bene dei cittadini”.
Il nuovo ospedale avrà un costo preliminare stimato di 185 milioni di euro. Le risorse già disponibili provengono da diverse fonti legislative e di finanziamento, ognuna con uno scopo specifico. Le prime risorse derivano dal Fondo sanità della Regione Marche per il 2024, che ha stanziato 9 milioni di euro destinati a supportare progetti infrastrutturali legati al miglioramento del sistema sanitario regionale. Una quota significativa, pari a 90 milioni di euro, proviene dai fondi per la ricostruzione post Sisma 2016, dedicati alla ricostruzione e riqualificazione di strutture pubbliche danneggiate dal terremoto, con particolare attenzione a quelle di importanza strategica come gli ospedali. Altri 55 milioni di euro sono stati assegnati tramite il fondo previsto dall’articolo 1, comma 95, della Legge 145/2018, che prevede finanziamenti per infrastrutture strategiche nel settore sanitario a livello nazionale. Un ulteriore contributo di 4,5 milioni di euro proviene dall’articolo 1, comma 14, della Legge 160/2019, che finanzia opere pubbliche considerate prioritarie per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Queste risorse ammontano complessivamente a 158,5 milioni di euro, a cui si aggiungeranno 26,5 milioni di euro derivanti da altre fonti per raggiungere il budget totale necessario.
La struttura ospiterà 379 posti letto, ampliabili a 434 in caso di emergenze, garantendo flessibilità e capacità di risposta alle necessità sanitarie della popolazione.
Il progetto è stato affidato al Raggruppamento Temporaneo di Professionisti (RTP) MNR Progetti, composto da MNR Progetti srl di Roma (mandataria), Valle 3.0 srl di Roma, Termostudi srl di Jesi, ALL Ingegneria di Ancona, Studio GEO/TEC di Jesi e ISD srl di Afragola. Il team ha ottenuto l’aggiudicazione con un ribasso del 39,50%.
L’assessore regionale alle infrastrutture e ai lavori pubblici Francesco Baldelli ha ribadito la centralità della sanità pubblica nel progetto: “Il capoluogo merita una struttura innovativa, tecnologicamente avanzata, sicura e soprattutto pubblica. Questo impegno si estende a tutte le Marche, sia nei grandi centri che nei piccoli borghi”.
Con queste premesse, il nuovo ospedale di Macerata si propone come un passo importante per rispondere alle esigenze del territorio. Ora rimane da vedere se l’attuazione rispetterà le aspettative e se la nuova struttura riuscirà a garantire un miglioramento concreto nella qualità della sanità locale.
In questi giorni, i cittadini di Porto Recanati stanno vivendo un periodo di crescente disagio legato al servizio di continuità assistenziale, meglio conosciuto come guardia medica. A causa di una grave carenza di personale medico, il presidio di Porto Recanati non è più in grado di garantire un servizio autonomo, costringendo la direzione dell'Azienda Sanitaria Territoriale (AST) a condividere la copertura medica con il presidio di Recanati.
Questa situazione, che inevitabilmente comporta un allargamento del bacino d'utenza, rende il servizio meno efficace ed efficiente, con il risultato che un unico medico è chiamato a coprire un'area molto più vasta, riducendo così la qualità dell’assistenza offerta. "L'emergenza sanitaria legata a questa carenza non è, purtroppo, destinata a risolversi a breve, e le prospettive non sembrano incoraggianti, anzi, la situazione potrebbe anche aggravarsi con il passare del tempo", afferma il sindaco Andrea Michelini.
"La preoccupazione maggiore riguarda l'imminente arrivo della stagione turistica, che porterà un incremento significativo della popolazione residente e dei visitatori. L’assenza di medici sufficienti, in un periodo di picco per il flusso di persone, amplifica ulteriormente le difficoltà, rendendo il sistema ancora più fragile".
Il sindaco Andrea Michelini ha sottolineato come questa problematica non sia "solo un’emergenza contingente, ma il risultato di una carenza strutturale del Servizio Sanitario nazionale, che nella Regione Marche è stata ulteriormente acuita dalla decisione di ridurre gli investimenti per i servizi sanitari sul territorio a favore degli ospedali. Una scelta che, a detta di Michelini, si sta rivelando inadeguata per garantire un’assistenza capillare e tempestiva, soprattutto in territori periferici come quello di Porto Recanati".
I dati del sistema di sorveglianza nazionale che effettua il monitoraggio dell’epidemia influenzale, basato sulle segnalazioni dei medici sentinella che segnalano la frequenza di sindromi simil-influenzali tra i propri assistiti, evidenziano nella settimana dal 23 al 29 dicembre una lieve, ma attesa, diminuzione del numero di casi, dovuta alla chiusura delle scuole per le festività. L’incidenza a livello nazionale è pari a 9,9 casi per mille assistiti (10,5 nella settimana precedente). Nella stessa settimana della scorsa stagione influenzale l’incidenza raggiungeva il picco stagionale con 18,4 casi per mille assistiti. Va rilevato che il numero di sindromi simil-influenzali è sostenuto, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori.
Anche nella regione Marche la curva epidemica della sindrome influenzale sembra non aver ancora raggiunto il picco e l’intensità risulta ancora bassa, con l’incidenza stimata pari a 7,1 casi per 1.000 assistiti. I dati regionali evidenziano che anche nelle Marche risultano maggiormente colpiti i bambini sotto i cinque anni di età con un’incidenza pari a 10,9 casi per mille assistiti.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale iniziata lo scorso 15 ottobre, al 31 dicembre nella regione Marche sono state somministrate 272.452 dosi di vaccino anti-influenzale: 242.143 dai medici di medina generale, 12.181 dai pediatri di libera scelta, 11.676 dosi sono state erogate dalle farmacie aderenti alla campagna vaccinale e 6.452 vaccinazioni sono state effettuate presso altre sedi di erogazione (servizi vaccinali, ospedali, ed altre strutture). Gran parte delle dosi (194.813) è stata somministrata a soggetti con 65 o più anni, che sono a maggior rischio di complicanze in caso di malattia.
"Essendo la curva epidemica stimata dalle segnalazioni si sindrome influenzale dai medici sentinella, attualmente sopra la soglia basale, ma ancora bassa, non essendo ancora stato raggiunto il picco epidemico è ancora raccomandato ricevere la somministrazione del vaccino anti-influenzale", si legge in una nota della Regione.
"La vaccinazione contro l'influenza rappresenta una grande opportunità di prevenzione, in particolare per le persone più fragili per età o per motivi di salute, nei confronti di una malattia che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è assolutamente una malattia banale e può portare gravi complicanze. È inoltre possibile vaccinarsi anche con il vaccino anti-Covid-19 aggiornato alle ultime varianti, possibilità che rappresenta una grande opportunità per prevenire un’infezione che resta ancora presente e può presentare complicanze gravi".
L'unità operativa complessa di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Macerata, sotto la direzione del dottor Mauro Pelagalli, ha registrato un significativo aumento delle prestazioni erogate nell’ambito della salute e del benessere femminile. Negli ultimi tre anni, l’ambulatorio ha visto una crescita media annua del 20%, raggiungendo un totale di circa 600 prestazioni annuali.
Questa struttura rappresenta un punto di riferimento fondamentale per molte donne, soprattutto quelle oncologiche, che scelgono di affidarsi alla competenza e all’esperienza del team medico. La sua offerta specialistica è unica nella Regione Marche.
"Questo significativo incremento è dovuto oltre all’aumento del numero di visite, anche alla crescente richiesta da parte delle pazienti operate al seno presso la nostra Breast Unit. Dalle conoscenze attuali sappiamo che seno ed ovaio vanno spesso di pari passo, essendo legati a mutazioni cromosomiche sempre più conosciute, come il BRCA1 e 2 per fare un esempio" dichiara il primario del reparto di ginecologia e ostetricia, Mauro Pelagalli.
L’ambulatorio, nato nel settembre del 2018, ha come obiettivo la presa in carico della paziente oncologica, accompagnandola dal momento della diagnosi fino al termine del percorso terapeutico, e per oltre i 5 anni di follow up post operatorio.
"Negli ultimi tre anni grazie all’appoggio dell'assessore alla sanità Filippo Saltamartini, il centro oncologico, annoverato tra i 40 più importanti d’Italia, è stato dotato di attrezzature tecnologiche all’avanguardia che consentono una diagnosi differenziale molto accurata tra lesioni pelviche benigne o maligne. Come indicato anche dal Ministero della Salute, la paziente oncologica dovrebbe entrare a far parte di una valutazione multidisciplinare durante tutto il percorso terapeutico, attivo e palliativo, con integrazione delle differenti professionalità, come la chirurgia, l’oncologia medica, la radioterapia, le cure palliative e le scienze infermieristiche" spiega Pelagalli.
"Stiamo portando avanti un’importante opera di potenziamento e rinnovamento delle strumentazioni tecnologiche, che oggi ci consente di essere annoverati tra le prime regioni in Italia per apparecchiature all’avanguardia negli ospedali – dichiara il vicepresidente della Giunta e assessore alla sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini -. Investiamo in maniera importante nella salute dei cittadini e continuiamo a lavorare per rendere la sanità più vicina ai marchigiani".
L’ambulatorio, di cui è responsabile la dottoressa Maria Giovanna Piermartiri, è inserito nella valutazione multidisciplinare in atto nel reparto per ogni paziente con diagnosi di tumore ginecologico, ma si affianca anche alla Breast Unit offrendo i controlli ginecologici gratuiti a cui devono essere sottoposte le donne con tumore mammario.
All'interno di questo spazio, che è anche aperto senza appuntamento per le situazioni di urgenza, la donna viene valutata e sostenuta nella sua interezza, dagli aspetti post chirurgici, nutrizionali, sessuali e della quotidianità della malattia, come ad esempio la conoscenza dei diritti legali e lavorativi relativi alla condizione oncologica.
“Riteniamo che sia importante assicurare alla donna affetta da tumori ginecologici e mammari tutte le opzioni terapeutiche disponibili e più innovative per la cura dei sintomi, legati sia alla terapia chirurgica che alle terapie mediche oncologiche, determinanti spesso una condizione di menopausa precoce - sottolinea la dottoressa Piermartiri -. Il calo ormonale ha effetti immediati sull'organismo con sintomi a volte invalidanti, come vampate, problematiche sessuali legate alla secchezza vaginale, astenia, insonnia, e a lungo termine come osteoporosi e sindrome metabolica".
L'ambulatorio per la cura della salute e del benessere della donna rappresenta un ulteriore e fondamentale servizio erogato dall’'Ast di Macerata alle pazienti oncologiche. Un corretto approccio al post malattia da parte di personale medico specializzato in questi ambiti permette alle pazienti una qualità di vita più alta, insieme ad un graduale ritorno alla normalità del quotidiano.
In questo fine settimana che cade in mezzo al Natale appena vissuto e al Capodanno che ci apprestiamo a festeggiare forse è opportuno qualche consiglio, perché le feste siano fino in fondo serene e piene di salute per lo spirito ed il corpo.
Diciamo due cose banali ma importanti: in questi giorni non proprio festivi limitiamoci a tavola perché abbiamo dato abbastanza qualche giorno fa e dovremo dare forse ancora di più tra qualche giorno. Approfittiamo del ritornato bel tempo per qualche passeggiata all’aria aperta, l’attività fisica è sempre preziosa.
Con l’Immacolata sono iniziate tradizionalmente le feste natalizie che si protrarranno fino all’Epifania del 6 gennaio. Naturalmente i giorni salienti sono la vigilia, il giorno di Natale, la sera del 31 dicembre e il giorno di Capodanno.
Un mese insomma di feste inframezzate da giorni di apparente normalità, conditi però da incontri conviviali per ritrovarsi e farsi gli auguri con i colleghi di lavoro, gli amici del calcetto, gli iscritti ai circoli della vela, del tennis, del biliardo...i frequentatori di palestra, gli amici cacciatori, pescatori, persino quelli della scuola di ballo!
Tutti gli interessi e le attività che riusciamo a coltivare, tutti a far festa, ritrovarsi per dei momenti di serenità ed augurarci un buon Natale e un buon anno. A questi riti con i parenti e gli amici non possiamo sottrarci, anzi, sarà un modo per esorcizzare e buttarci alle spalle per qualche ora le preoccupazioni e le ansie.
Il rituale religioso della rievocazione della natività divina, che trasporta in una oasi di gioia e speranza i credenti, la percezione di amicizia, solidarietà ed amore che pervade tutti e che si manifesta con auguri, abbracci, regali sono iniezioni di fiducia ed allegria per tantissima gente. Persone di ogni condizione sociale, di ogni stato di salute usufruiscono di questa ventata calda e salutare.
Dopo aver fatto una simile premessa, parlare di questo periodo andando a scovare quali sono i rischi per la nostra salute legati agli opulenti pranzi e cene sembra fuori luogo. Viene molto più spontaneo elencare i tanti benefici di una inevitabile trasgressione in compagnia delle persone care, in un periodo in cui il benessere dell’anima e della mente prende il sopravvento ed è prioritario.
La soddisfazione del corpo, seppur con qualche rischio, è anch’essa un coadiuvante importante del processo virtuoso. Il cibo può diventare momento relazionale di aggregazione, allenta le tensioni e ritempra dallo stress. Le feste servono anche a questo.
Per ottenere però gli effetti benefici desiderati la trasgressione mangereccia deve essere contemplata in una dimensione amorevole verso noi stessi, essa va quindi circoscritta e bilanciata con accorgimenti che ne compensino gli eventuali effetti indesiderati sulla linea del nostro corpo in particolare e sulla nostra salute in generale.
Possiamo dire di poter ricambiare con un sorriso gli sguardi severi dei sensi di colpa che, facendo spesso capolino su di noi, ci richiamano all’ordine e alla disciplina. Gli “strappi alla regola” se nutriti di significati orientati alla ricerca di un benessere generale sono una “carezza” che ci doniamo con affetto.
Mi scuso per la mia predica amorevole e porgo a tutti i migliori auguri per un felice 2025.
Nella giornata odierna la tennista, campionessa mondiale, Elisabetta Cocciaretto ha eseguito esami di approfondimento in ambito pneumologico prima della sua imminente partenza per gli Australian Open presso la Struttura Dipartimentale Universitaria di Pneumologia dell'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche (Aoum), diretta dalla professoressa Martina Bonifazi, ordinaria di Malattie dell'Apparato respiratorio dell'Università Politecnica delle Marche e direttrice della Scuola di Specializzazione.
"Siamo molto contenti - ha detto la professoressa Bonifazi - che Elisabetta Cocciaretto abbia scelto la nostra Struttura per approfondire lo studio della sua funzionalità respiratoria in previsione di un altro grande appuntamento del tennis mondiale. L'ottimizzazione della funzione dell'apparato respiratorio è particolarmente importante negli atleti che operano in un contesto agonistico di altissimo livello".
Il direttore generale dell' Aoum, dottor Armando Marco Gozzini, spiega: "La nostra azienda si configura come capofila in ambito sportivo, anche data l'imminente apertura del Centro Nazionale di Medicina dello Sport, che sarà coordinata dal professor Dello Russo, Professore Ordinario di Cardiologia dell'Università Politecnica delle Marche e Direttore della Clinica di Cardiologia e Aritmologia dell'Aou delle Marche. Il nuovo Centro vedrà il coinvolgimento interdisciplinare di diverse figure specialistiche, tra le quali pneumologi, ortopedici ed altri esperti del settore. L'esperienza e la professionalità dei nostri specialisti saranno al servizio degli atleti professionisti"
Un importante gesto di solidarietà e attenzione al benessere della comunità arriva dall’Associazione "Adesso Yoga ASD", che ha donato un defibrillatore automatico esterno (DAE), posizionato fuori della propria sede a Borgo. Questo dispositivo salvavita sarà a disposizione non solo dei soci dell’associazione, ma anche di tutti i cittadini non tesserati, contribuendo così a garantire una maggiore sicurezza per l’intera popolazione.
L’iniziativa non si ferma qui: alcuni soci dell’associazione hanno già dato la loro adesione per partecipare al corso di formazione sull’uso dei DAE, organizzato dal Centro di Formazione centrale Operativa del 118 di Macerata guidato dalla Dott.sa Elena Ricotta e con il finanziamento del Comune di Treia. Il corso, in partenza tra gennaio e febbraio 2025, prevede la formazione di 12 cittadini e 9 partecipanti sono già stati individuati grazie all’impegno di "Adesso Yoga ASD".
Grazie a questa formazione, sarà possibile nel corso del 2025 posizionare due ulteriori defibrillatori: uno a Passo di Treia e uno a Chiesanuova. Questo progetto si aggiunge al lavoro già svolto dall’amministrazione comunale, che ha dotato tutti gli impianti sportivi cittadini di defibrillatori grazie anche a specifiche donazioni delle varie associazioni operanti sul territorio per promuovere una cultura della prevenzione e del primo soccorso.
«Ringrazio l’Associazione "Adesso Yoga ASD"; – ha detto il sindaco Franco Capponi nel corso della cerimonia di consegna del DAE - e in particolare la presidente Barbara Rossetti per il prezioso contributo che ha saputo dare e colgo l’occasione per stimolare altri volontari a partecipare a questi corsi e la Dott.ssa Cristina Ciucci per la presenza all’evento e per l’assistenza che ci darà durante lo svolgimento dei Corsi DAE.
Acquisire competenze e strumenti per l’uso dei defibrillatori significa fare un passo concreto verso una comunità più sicura e consapevole. La pratica dello yoga inoltre, cuore delle attività dell’associazione, rappresenta un prezioso contributo al benessere del corpo e della mente delle persone che lo praticano, soprattutto in età matura. Attraverso esercizi che favoriscono l’equilibrio interiore e la consapevolezza, lo yoga contribuisce a distendere le tensioni, a migliorare la qualità della vita e può essere praticato comunque a tutte le età».
L’Amministrazione comunale invita tutti i cittadini interessati a informarsi ed eventualmente iscriversi a questa importante opportunità formativa, che verrà offerta gratuitamente ai partecipanti.