
Sanità

Un vice campione del mondo in visita alla Fisiomed
Mattinata speciale presso la nuova sede del Gruppo Medico Fisiomed di Sforzacosta, dove lo schiacciatore Rusi Zhelev si è sottoposto alla consueta visita medico-agonistica pre-campionato. Classe 2001, Zhelev è appena rientrato in Italia dopo aver festeggiato con la nazionale bulgara la storica medaglia d’argento ai Campionati Mondiali di volley maschile nelle Filippine. Con la squadra più giovane del torneo, la Bulgaria ha raggiunto la finale, eguagliando il miglior risultato della propria storia ottenuto nel 1970. Acquistato quest’estate da Banca Macerata Fisiomed, club che parteciperà al prossimo campionato di Serie A2, Zhelev sarà un punto di riferimento nel reparto martelli guidato dal tecnico Romano Giannini. La visita presso Fisiomed, medical partner e co-title del club, ha consentito di completare il necessario esame di idoneità sportiva, grazie a spazi e personale messi a disposizione dalla struttura. Dopo gli esami, l’atleta si è intrattenuto brevemente con Enrico Falistocco, amministratore del Gruppo Medico, consolidando il rapporto tra la società e la struttura sanitaria.

Politecnica e Ast Macerata insieme per nuovi percorsi didattico-sanitari
Nei giorni scorsi, presso la sede della Politecnica delle Marche di Macerata, il direttore generale dell’AST di Macerata, Alessandro Marini, e il direttore generale dell’Università Politecnica, Alessandro Iacopini, si sono incontrati per discutere future progettualità congiunte in ambito didattico e sanitario. L’incontro ha evidenziato la volontà condivisa dai due enti di avviare percorsi di studio abilitanti, con particolare attenzione al settore infermieristico, creando sinergie tra formazione universitaria e esigenze professionali del territorio. “Abbiamo espresso anche oggi la reciproca determinazione nello sviluppo di una collaborazione sempre più sinergica e operativa a favore di un’offerta formativa in linea con le esigenze del territorio, nell’interesse degli studenti e delle studentesse, ma anche della comunità tutta – ha dichiarato Iacopini. – Questa comunione d’intenti vuole essere una risposta concreta alle necessità formative e professionali del tessuto locale, creando un ponte virtuoso fra Ateneo, territorio e mondo del lavoro”. Dello stesso avviso Marini: “Scuola e Sanità sono i mondi che, ogniqualvolta incrociano risorse e virtù, segnano passi decisivi nella progressione del benessere delle persone. Salute e istruzione sono i capisaldi delle società evolute”. L’incontro segna un primo passo verso iniziative congiunte che puntano a rafforzare la formazione professionale e a garantire risposte concrete alle esigenze sanitarie del territorio maceratese.

Ottobre mese rosa: prevenzione, diagnosi e cura del tumore al seno
Tra tutti i tumori che possono colpire la specie umana, il tumore del seno per le donne è sicuramente quello con l’incidenza maggiore. Si stima che in un anno ci siano decine di migliaia di diagnosi; con riferimento ai dati del Ministero della Salute, quelle eseguite nel 2024 sono state circa 56.000. Si tratta di una patologia oncologica che fino a qualche anno fa presentava un’alta mortalità. A prescindere dalla tipologia, che presenta delle variazioni dal punto di vista morfologico ed istologico, fino a 20 anni fa si calcolava che per 8 donne su 10 non si prospettava una lunga sopravvivenza alla patologia. Ma la ricerca ha sviluppato un continuo progresso della tecnica chirurgica, delle terapie specifiche ed anche dei protocolli di comportamento nel post-operatorio. Una grande influenza sulla riduzione della mortalità hanno avuto gli screening di prevenzione per una diagnosi precoce, a cui le donne si sottopongono soprattutto nella fascia di età più a rischio (45-70 anni). Il Servizio Sanitario Nazionale opera con un’organizzazione capillare, avvertendo tutte le donne interessate della possibilità di un esame mammografico gratuito, da ripetersi ogni due anni. La mammografia è l’esame di elezione per una diagnosi precoce di tumore del seno. Anche questo esame ha subito un’evoluzione tecnologica e, pur essendo generalmente efficace, in certe occasioni — come nella versione con tomosintesi — riesce a percepire modificazioni cellulari minime, altrimenti non rilevabili, anche in seni particolarmente densi. I fattori di rischio per il tumore del seno sono sicuramente l’età e la familiarità; si stima che una percentuale compresa tra il 5 e il 7% dei tumori mammari sia ereditaria. Anche gli ormoni hanno un ruolo nell’incidenza della patologia: aumentano la possibilità un menarca precoce, una menopausa tardiva e anche l’assenza di gravidanze, così come i contraccettivi orali ed alcune terapie ormonali sostitutive. Quanto descritto rappresenta i rischi non modificabili; sono invece modificabili quelli legati ai comportamenti individuali: alimentazione scorretta, sovrappeso e obesità, consumo di alcol e fumo. Si è invece verificato che l’allattamento al seno riduce il rischio di ammalarsi di cancro al seno. La rilevazione dei sintomi è spesso associata alla percezione di un nodulo tramite autopalpazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di forme benigne, come fibroadenomi e cisti, che compaiono principalmente nelle donne fertili, hanno forma regolare, sono dolorosi e mobili al tatto. I noduli maligni, invece, presentano bordi irregolari, non si spostano e sono in genere segno di una forma tumorale già avanzata. Un segno da tenere in considerazione è anche l’alterazione della forma del capezzolo o la perdita di liquido da un solo capezzolo. Oltre alla mammografia per la fascia di età più esposta, la diagnosi prevede per le donne under 45 un’ecografia mammaria, da cui possono emergere eventuali ulteriori accertamenti. La terapia per questo tipo di tumore è anzitutto chirurgica, per rimuovere i tessuti malati. Si tende, se possibile, alla chirurgia conservativa con l’obiettivo di salvare il seno, ma in alcuni casi si procede alla mastectomia parziale o totale. Anche in questo caso è possibile la ricostruzione del seno. Dopo l’intervento si effettua una radioterapia adiuvante per ridurre il rischio di recidiva locale. A seguito di un’attenta valutazione istologica e biologica del carcinoma, a molte pazienti viene proposta una terapia farmacologica: la chemioterapia non è sempre necessaria, potendo essere sostituita da terapie ormonali o trattamenti mirati su bersagli molecolari. Negli ultimi anni si è assistito a un progresso significativo delle tecniche di cura, tale da rendere possibile anche il trattamento di tumori particolarmente aggressivi o in fase avanzata. È notizia recente, nell’ambito della ricerca, l’approvazione da parte dell’AIFA di una nuova terapia mirata per una forma molto aggressiva di tumore al seno, in grado di ridurre il rischio di morte del 34% in tutta la popolazione studiata e addirittura del 52% nelle pazienti con metastasi cerebrali. Il mese di ottobre è dedicato proprio all’informazione sulla prevenzione, diagnosi precoce e cura del tumore del seno. Nella rubrica “Sano a sapersi” dedicheremo più di una puntata a questo argomento fondamentale per la salute delle donne. Oggi abbiamo preferito iniziare con un’analisi dell’elemento tecnologico più significativo: la diagnosi precoce. Abbiamo interpellato il Dr. Pietro Cruciani, radiologo diagnostico, già responsabile del servizio di Radiologia presso l’Ospedale di Camerino-San Severino, attualmente consulente del centro medico Associati Fisiomed, per descrivere l’ultima tecnologia a sua disposizione: la mammografia con tomosintesi. - Dr. Cruciani quali sono le differenze tra la mammografia digitale tradizionale e quella con tomosintesi? "Entrambe le tecniche sono digitali. La mammografia con tomosintesi, pur erogando sostanzialmente la stessa dose di radiazioni assorbite, offre un miglior risultato diagnostico. Con questa tecnica è infatti possibile studiare la mammella anche nella terza dimensione, la profondità, evitando la sovrapposizione delle strutture ghiandolari della mammella. Il risultato finale è una maggior accuratezza con possibilità di individuare lesioni meno evidenziabili con la mammografia tradizionale che possono rimanere nascoste sotto al tessuto ghiandolare normale". - Quali vantaggi hanno le pazienti nell’eseguire questo tipo di esame? "Il posizionamento della mammella è più confortevole e flessibile, a vantaggio delle donne diversamente abili o in carrozzina. L’apparecchio guadagna in profondità con visualizzazione ottimale del tessuto retromammario. L’esame è meno doloroso di una mammografia standard poiché con la tomosintesi la compressione è ridotta al minimo, quanto basta per stendere il tessuto". - A chi è consigliato maggiormente questo tipo di esame? "Alle donne con mammelle dense, male esplorabili con mammografia standard. In questi seni la tomo, eliminando le sovrapposizioni ha individuato statisticamente il doppio dei tumori. È indicato inoltre nelle mammelle già operate, nei tumori multicentrici e quando sono presenti microcalcificazioni con ottimale analisi morfologica".

Macerata, alla "Mozzi Borgetti" un convegno sulle vaccinazioni: teoria, pratica e nuove sfide
Si terrà domani alla Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata il convegno organizzato dalla dottoressa Franca Laici, direttore dell’Unità Operativa di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ast di Macerata, dedicato al tema delle vaccinazioni, affrontato in un percorso che unisce teoria e pratica. “I vaccini sono uno strumento di cruciale importanza nella prevenzione e nel contrasto delle malattie infettive – spiega la dottoressa Laici – rivestono un ruolo fondamentale soprattutto per le persone fragili, maggiormente esposte al rischio di contrarre infezioni con conseguenze potenzialmente gravi o fatali”. Il convegno rappresenta anche un momento di confronto sul nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2023-2025 (PNPV), che pone tra i principali obiettivi quello di promuovere interventi mirati nei gruppi di popolazione a rischio, favorendo un approccio personalizzato e attento alle esigenze dei cittadini e dei pazienti. In questo scenario, i Servizi Vaccinali sono chiamati a rafforzare la sinergia con medici specialisti ospedalieri, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, per definire percorsi condivisi e specifici nella gestione dei pazienti fragili. L’evento, accreditato ECM, è rivolto a medici, farmacisti, ostetriche, assistenti sanitari, infermieri e infermieri pediatrici, con l’obiettivo di fornire strumenti aggiornati e condivisi per una più efficace strategia di prevenzione.

A Civitanova il primo congresso degli urgentisti: confronto e innovazione per le cure in emergenza
Venerdì 3 ottobre, dalle ore 8, si terrà presso il Cosmopolitan di Civitanova Marche il congresso del Dipartimento di Emergenza dell’Ast di Macerata dal titolo “Gli urgentisti si confrontano”. L’iniziativa, organizzata da Domenico Sicolo, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale di Camerino e direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza dell’Azienda sanitaria maceratese, rappresenta il primo congresso di settore promosso dall’Azienda. L’appuntamento riunirà specialisti e operatori sanitari del mondo dell’emergenza per un confronto diretto su ricerche, pratiche cliniche e innovazioni terapeutiche. Un’occasione di dialogo che punta a migliorare la qualità delle cure e a rafforzare la rete di collaborazione tra professionisti, elemento decisivo nel lavoro quotidiano di chi opera in contesti critici. “È il primo Congresso del Dipartimento di Emergenza organizzato in questa Azienda – sottolinea Sicolo – e rappresenta un’importante occasione di apprendimento, scambio e crescita professionale. Condividere esperienze e strategie significa ottimizzare le procedure e rendere più efficace il trattamento dei pazienti in situazioni d’urgenza”. Il congresso si configura dunque come un laboratorio di idee e buone pratiche, utile a consolidare le competenze degli urgentisti e a rafforzare la risposta sanitaria nei momenti di maggiore difficoltà.

Mese Rosa: screening senologico gratuito all’Abbadia di Fiastra
In occasione del “Mese Rosa”, dedicato alla prevenzione e alla lotta contro i tumori al seno, il Comitato CRI di Macerata, in collaborazione con la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, organizza una giornata di screening senologico gratuito. L’evento si terrà domenica 5 ottobre 2025 presso la suggestiva cornice dell’Abbadia di Fiastra. L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, strumenti fondamentali nella lotta contro il tumore al seno, una delle patologie oncologiche più diffuse. Durante la mattinata, tutte le donne interessate potranno sottoporsi a visite senologiche gratuite, effettuate da medici specialisti della LILT. Le visite si svolgeranno dalle 10:00 alle 12:00; non è necessaria la prenotazione, ma si consiglia di arrivare con un piccolo anticipo. «La prevenzione è la nostra arma più efficace», ha dichiarato Raffaele Belogi, presidente della CRI di Macerata. «Siamo felici di offrire questo servizio alla comunità, in un luogo così suggestivo come l’Abbadia di Fiastra. Un ringraziamento speciale va alla LILT, che con professionalità e dedizione rende possibile questo evento». L’iniziativa è aperta a tutte le donne che desiderano prendersi cura della propria salute in un’atmosfera di tranquillità e supporto.

"Ospedale di Macerata, quando l'umanità è un valore aggiunto": la lettera di due pazienti
In un periodo in cui le cronache parlano spesso di disservizi e criticità nel sistema sanitario pubblico, arriva una testimonianza che restituisce fiducia e riconoscimento al lavoro di chi ogni giorno opera negli ospedali con dedizione e umanità. Elisabetta e Andrea Zaccari hanno voluto indirizzare una lettera di ringraziamento al pronto soccorso dell'ospedale di Macerata e, in particolare, al reparto di medicina d'urgenza, sottolineando l’esperienza positiva vissuta. «Qui – scrivono – abbiamo trovato non solo grande professionalità e puntualità, ma anche ambienti puliti, un’assistenza costante e, soprattutto, un approccio umano e discreto, qualità oggi rare e preziose». Parole che assumono ancora più valore in un contesto in cui i tagli alla sanità rischiano spesso di penalizzare i pazienti più della malattia stessa. «Tutto il personale di questo reparto – aggiungono Elisabetta e Andrea – rappresenta una vera eccellenza, capace di coniugare competenza medica e sensibilità verso i pazienti». Il messaggio si conclude con un semplice e sentito ringraziamento: "Grazie".

"Il falso mito della sete: se la senti, sei già disidratato". Ecco la formula per sapere quanto bere
Con l'arrivo delle temperature più fresche, tendiamo a dimenticarci di bere. In estate, la sete ci accompagna come un promemoria naturale, ma in autunno e inverno il meccanismo si fa più silenzioso e rischiamo di ridurre troppo l'apporto di liquidi. Eppure, la sete è già il primo campanello d'allarme della disidratazione: aspettare di avvertirla per bere significa essere in ritardo rispetto al fabbisogno reale del nostro corpo. L'acqua è essenziale: regola la temperatura corporea, favorisce la digestione, trasporta nutrienti e ossigeno alle cellule, sostiene la funzione renale e mantiene elastiche le articolazioni. Basta una perdita del 2% del peso corporeo in liquidi perché le performance cognitive e fisiche inizino a risentirne. Eppure, spesso la consideriamo un dettaglio. Basta pensare che l’organismo umano è composto per circa il 60% da acqua per apprezzarne l’importanza. Quanta acqua serve realmente? Le linee guida generali indicano circa 2 litri al giorno per le donne e 2,5 per gli uomini, ma ogni persona ha fabbisogni diversi. Un metodo semplice consiste nel calcolare 30-35 ml di acqua per ogni kg di peso corporeo: per esempio, una persona di 70 kg dovrebbe assumere circa 2,1-2,45 litri al giorno. Inoltre, in alcune condizioni i bisogni cambiano ulteriormente. Durante gravidanza e allattamento, ad esempio, i fabbisogni aumentano sensibilmente, perché l'acqua serve sia per sostenere i processi metabolici della mamma che per la produzione di latte. Gli sportivi, invece, devono considerare le perdite attraverso il sudore: un'ora di attività intensa può richiedere anche un litro di liquidi in più, da reintegrare non solo con l'acqua ma anche con sali minerali se la sudorazione è molto abbondante. Per i bambini è importante ricordare che hanno un fabbisogno idrico maggiore in rapporto al peso corporeo rispetto agli adulti e spesso non riconoscono da soli i segnali della sete, mentre gli anziani possono percepirla meno e rischiare di disidratarsi senza accorgersene. Anche in alcune condizioni patologiche, come malattie renali, cardiache o intestinali, le quantità di liquidi da assumere devono essere valutate insieme al medico curante, perché le necessità cambiano in base alla situazione clinica. Non solo acqua “pura”: tisane non zuccherate, infusi, minestre e persino acque aromatizzate senza zuccheri aggiunti contribuiscono all’idratazione quotidiana, rendendo più facile raggiungere i fabbisogni senza forzare il consumo di bicchieri extra. Anche la scelta dell’acqua ha la sua importanza. Non tutte le acque sono uguali: quelle con residuo fisso basso sono più leggere e indicate per un consumo quotidiano regolare, mentre quelle con residuo fisso più alto, ricche di minerali come calcio e magnesio, possono essere utili in situazioni particolari, ad esempio per chi pratica sport intenso o ha esigenze specifiche di integrazione minerale. Per bere di più nella vita quotidiana basta adottare qualche strategia semplice e naturale. Tenere sempre a portata di mano una borraccia, ad esempio, aiuta a ricordarsi di assumere liquidi regolarmente, mentre iniziare la giornata con un bicchiere d’acqua permette di reidratare il corpo dopo il sonno. Anche impostare piccoli promemoria sullo smartphone può essere utile per non dimenticarsi di bere durante la giornata. Sostituire bevande zuccherate con acqua, aggiungere fettine di limone, foglie di menta o cetriolo per aromatizzarla senza calorie e bere un bicchiere d’acqua prima dei pasti sono tutti accorgimenti che rendono più facile raggiungere il fabbisogno quotidiano. Senza dimenticare che molti alimenti, come frutta e verdura, contengono naturalmente molta acqua e contribuiscono in modo significativo all’idratazione complessiva. Bere abbastanza non è un gesto banale: significa prendersi cura di concentrazione, energia, pelle, reni e articolazioni, e prevenire malesseri legati a disidratazione anche lieve. Con l’arrivo della stagione fredda, ricordiamoci che l’acqua resta un alleato quotidiano e silenzioso, da ascoltare e integrare in ogni momento della giornata, adattando quantità e tipi di liquidi alle nostre esigenze individuali.

Dal Bahrein alle Marche: straordinaria collaborazione medica restituisce il sorriso a una 15enne
Un intervento multidisciplinare di altissima complessità ha restituito il sorriso a una ragazza di 15 anni, affetta da una grave malformazione congenita al volto. L’operazione, perfettamente riuscita, è stata resa possibile grazie a una collaborazione internazionale che ha visto in prima linea l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. Il delicato intervento è stato eseguito all’ospedale San Gerardo di Monza, dove i chirurghi marchigiani hanno lavorato fianco a fianco con colleghi lombardi e specialisti provenienti dal Bahrein e dall’Arabia Saudita. A guidare l’équipe, tra gli altri, il dottor Giuseppe Consorti della Chirurgia Maxillo-Facciale (diretta dal dottor Paolo Balercia) e il professor Maurizio Iacoangeli, direttore della Clinica di Neurochirurgia Oncologica e d’Urgenza dell’AOU delle Marche. Al loro fianco, i neurochirurghi Carlo Giussani e Andrea Trezza, i chirurghi maxillo-facciali Mattia Moretti e Fabio Mazzoleni, e il dottor Nabeel Alshafai, impegnato tra Bahrein e Arabia Saudita. Fondamentale anche il supporto della Smile House Fondazione ETS, di cui fa parte la stessa Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. Il caso di Fatima (nome di fantasia) richiedeva una manualità straordinaria: il team di chirurghi è rimasto in sala operatoria per molte ore per affrontare la severa malformazione, che negli anni aveva provocato conseguenze soprattutto estetiche, ma con il rischio di evolvere in problemi cerebrali gravi. La giovane, che in passato si era già sottoposta a due tentativi di correzione senza risultati soddisfacenti, presentava un marcato aumento della distanza tra le orbite oculari e una divisione evidente del naso. L’intervento ha previsto una complessa osteotomia, il riavvicinamento delle orbite attraverso il disancoraggio cranico degli zigomi, la ricostruzione della base cranica con osso sintetico e il rimodellamento del naso. La sutura è stata eseguita sotto la cute, senza cicatrici visibili sul volto, garantendo così anche un importante risultato estetico. “Fino a oggi – spiegano Consorti e Iacoangeli – la patologia non aveva invaso l’ambito cerebrale. Ma con la crescita e l’aumento delle dimensioni del cervello, le conseguenze sarebbero state inevitabilmente gravi. Grazie al lavoro congiunto siamo riusciti a intervenire nel momento giusto, in sicurezza”. Dopo l’operazione, la ragazza è tornata nel suo Paese, il Bahrein, dove sta recuperando gradualmente la sua vita quotidiana con una rinnovata autostima. “Non finiremo mai di ringraziare i chirurghi italiani – scrive la famiglia in alcuni messaggi – per il grande risultato raggiunto. Siamo felici, anche se servirà tempo perché i tessuti si rimodellino completamente”. Soddisfazione è stata espressa anche dal dottor Alshafai, che auspica che questa esperienza possa aprire la strada a ulteriori collaborazioni internazionali, anche direttamente in Bahrein e in Arabia Saudita.

Ospedale Macerata, l'ultimo gesto d'amore di una 76enne: donati organi per salvare vite
Nell’Ast di Macerata si assiste in questi giorni al diffondersi di una solidarietà esemplare per quanto riguarda la donazione di organi. Stanotte, infatti, è stato effettuato un ulteriore prelievo di fegato e cornee da una donatrice di 76 anni che aveva già espresso in vita il proprio consenso. Un’equipe multidisciplinare coordinata dal Centro Regionale Trapianti e dal NITp (Circuito Nord Italia Transplant) ha realizzato l’intervento. “In un mese abbiamo assistito a ben tre donazioni di organi nella nostra Azienda sanitaria e per questo bellissimo risultato desidero ringraziare le famiglie dei donatori per la sensibilità dimostrata – ha dichiarato il direttore generale dell’Ast di Macerata dottor Alessandro Marini - e nel caso specifico tutto il personale dell’ospedale di Macerata, coordinato dalla dottoressa Valeria Zompanti, per la collaborazione nella buona riuscita della procedura”.

Sindrome Feto-Alcolica: perché l’alcol in gravidanza è un rischio per madre e bambino
Le giornate dedicate a problematiche della nostra salute sono molto numerose, fanno parte di una strategia di comunicazione che possa essere efficace nella diffusione di una cultura della salute generale e di conseguenza nella prevenzione. Il 9 settembre scorso è stata la Giornata Mondiale della "Sindrome Feto-alcolica e dei disturbi correlati"; si celebra dal 1999. Se ne è molto parlato e in ambito scientifico e della prevenzione è un argomento sempre più di attualità. La salute dell’infanzia è al centro della ricerca, della clinica ed anche dell’informazione, quella del feto ne è sicuramente la primissima fase, importantissima che può condizionare lo sviluppo del bambino e l’intero percorso della vita fisiologica dell’individuo che sarà. L’argomento a prima vista può sembrare molto specifico e circoscritto, ma si stima che una donna su tre (33%) consuma abitualmente alcol durante la gravidanza con rischi che possono riguardare l’area neurologica sullo sviluppo del feto e sulla futura crescita nell’infanzia e possono causare disabilità comportamentali e neuro cognitive. Ne parliamo con il dottor Paolo Perri, specialista in Pediatria e Neonatologia già Direttore dell’U.O. di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Macerata attuale consulente presso il centro medico Associati Fisiomed. 1) Il 9 settembre è stata la giornata mondiale della sindrome feto alcoolica e quindi di ciò che comporta l’uso dell’alcool in gravidanza per il feto ed il neonato. Dott. Perri qual è il significato di questo evento? "Il 10% delle donne consuma alcool durante la gravidanza. Non essendo stata a tutt’oggi stabilita una dose di alcol sicuramente esente da rischi durante la gravidanza, la Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione della Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica e disturbi correlati, che si celebra il 9 settembre, ribadisce che è opportuno astenersi completamente durante tutto il periodo". 2) Quali sono le possibili conseguenze del consumo di alcol in gravidanza? "Il consumo cronico di quantità eccessive di alcol può, infatti, causare seri problemi a madre e neonato, aumentando il rischio di abortività spontanea, morte intrauterina, sindrome della morte improvvisa in culla, parto pretermine, basso peso alla nascita, ma, in particolar modo, può essere responsabile dell’insorgenza di difetti dello sviluppo fetale a carico di vari organi e apparati e di disabilità dello sviluppo neurocognitivo infantile. Queste disabilità, conseguenti all'esposizione all'etanolo in utero, sono note come Disturbi dello Spettro Alcolico Fetale (FASD) e la FAS, o Sindrome Feto Alcolica, ne è la forma clinica più grave". 3) Quali sono le raccomandazioni al riguardo delle società scientifiche? "Da anni, la Società Italiana di Neonatologia, insieme al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità, auspicano ad aumentare la consapevolezza nelle donne in gravidanza, in età fertile e che stanno programmando una gravidanza, attraverso campagne di comunicazione e prevenzione. È importante, infatti, garantire un’informazione quanto più corretta, immediata ed esauriente possibile, che renda le donne consapevoli, evitando di esporre loro ed i nascituri ai rischi di danni evitabili, sostenendo uno stile di vita più sano e azzerando il consumo di alcolici".

Obesità, la sfida del nostro tempo tra genetica e ambiente
Oggi parlare di obesità significa parlare di una vera e propria malattia cronica, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e non semplicemente di una “questione estetica” o di scarso autocontrollo. L’obesità è una condizione multifattoriale: entrano in gioco la genetica, la biologia, i fattori psicologici, ma soprattutto l’ambiente in cui viviamo. Ed è proprio questo il punto: mai come ora ci troviamo immersi in un contesto che rende estremamente facile accumulare peso e molto più difficile perderlo. L’ambiente moderno è infatti “obesogenico”, cioè, favorisce lo sviluppo dell’obesità. Basta osservare le nostre giornate: ci muoviamo sempre meno, passiamo ore davanti a computer e schermi, ci spostiamo in auto anche per brevi distanze, mentre gli spazi per il gioco libero e l’attività fisica spontanea si sono ridotti. Sul piano alimentare siamo circondati da cibi ultraprocessati, disponibili a basso costo, pronti da consumare e progettati per stimolare il nostro cervello con sapori intensi e irresistibili. Il marketing e la pubblicità amplificano questa esposizione, influenzando in modo particolare i bambini. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini che soffrono di obesità che in condizione di sottopeso. È un dato che fa riflettere e che non può essere ignorato, perché segna un cambiamento epocale. L’eccesso di peso in età pediatrica non è un semplice problema passeggero: aumenta il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e disturbi metabolici già in giovane età, oltre a incidere sulla qualità della vita e sul benessere psicologico. Non possiamo dimenticare che ogni persona reagisce in modo diverso: c’è chi, a parità di ambiente, ingrassa di più e chi di meno, e questo dipende dalla combinazione di fattori genetici, ormonali e comportamentali. Tuttavia, quando l’ambiente spinge nella stessa direzione, diventa molto difficile “resistere” con la sola forza di volontà. È come cercare di nuotare controcorrente: possibile, ma faticoso e per pochi. Per questo la lotta all’obesità non può essere scaricata solo sulle singole persone. È necessario un impegno collettivo: dalle famiglie, che possono proporre ai bambini abitudini alimentari sane e occasioni di movimento, alle istituzioni, che dovrebbero favorire la disponibilità di cibi freschi, regolamentare il marketing aggressivo verso i più piccoli, progettare città più vivibili, con spazi verdi e percorsi sicuri per andare a scuola a piedi o in bicicletta. Riconoscere che viviamo in un ambiente obesogenico non significa arrendersi, ma acquisire consapevolezza. Solo capendo che il problema non è del singolo ma del contesto, possiamo costruire soluzioni efficaci e restituire alle persone la possibilità di vivere in armonia con il proprio corpo.

Macerata, prestigioso riconoscimento per il chirurgo Sartelli: premiato dalla Stanford University ed Elsevier
Prestigioso riconoscimento per il dottor Massimo Sartelli, chirurgo dell’Ast Macerata, che ha ottenuto un posizionamento di assoluto rilievo nella graduatoria internazionale stilata ogni anno dalla Stanford University in collaborazione con Elsevier. La classifica, conosciuta come World’s Top 2% Scientists, raccoglie gli scienziati con il maggiore impatto a livello mondiale in termini di produzione scientifica e citazioni. Nel 2024 il dottor Sartelli si è classificato terzo tra i chirurghi italiani e trentaduesimo al mondo, un risultato che conferma la qualità del suo lavoro e la rilevanza della sua attività di ricerca. Grande la soddisfazione personale del medico e dell’Azienda, che sottolinea come questo traguardo rappresenti motivo di orgoglio per l’intera comunità scientifica e sanitaria. La Direzione Aziendale ha rivolto al dottor Sartelli i più sinceri complimenti per l’importante risultato raggiunto, "frutto di anni di impegno e dedizione alla ricerca e alla professione medica".

Monte San Giusto, la Croce Verde ha una nuova sede: quattro piani al servizio della comunità
Monte San Giusto ha finalmente la sua nuova sede della Croce Verde, inaugurata con il taglio del nastro nella struttura di via Lambrocco 88. La sede si sviluppa su quattro piani, ciascuno di circa 230 metri quadrati, per un totale di mille metri di superficie coperta. Il piano terra ospita il garage con il rimessaggio di ambulanze e mezzi, mentre un altro piano è dedicato ad attività di aggregazione giovanile e a spazi polifunzionali per le associazioni. Sono inoltre presenti spazi operativi e un deposito per le attività della Croce Verde, che rafforzano la presenza dell’associazione sul territorio. Il percorso che ha portato alla realizzazione della sede è stato possibile grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati delle province di Fermo e Macerata. Il Comune di Monte San Giusto ha supportato il progetto fin dall’inizio, mentre la Banca Carifermo ha concesso un mutuo ipotecario e la Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata ha contribuito con una donazione determinante per la sostenibilità dell’iniziativa. Anche numerose realtà private e commerciali cittadine hanno partecipato attivamente. Il presidente di Croce Verde Monte San Giusto, Gianluca Frattani, ha accolto gli ospiti durante la cerimonia, dichiarando: «Con grande piacere e orgoglio possiamo dire ‘benvenuti a casa nostra’. Oggi abbiamo una sede di nostra proprietà che rafforza la nostra presenza sul territorio». Il taglio del nastro è stato affidato a Bruno Donnari, primo socio benefattore della Croce Verde sangiustese nel 1987, alla presenza di autorità locali come il sindaco Andrea Gentili e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi. La nuova sede non rappresenta solo un punto operativo per il soccorso, ma anche uno spazio aperto alla comunità, destinato a corsi, momenti di formazione e aggregazione. Un ulteriore passo avanti è previsto con l’avvio del CER – Comunità Energia Rinnovabile, che permetterà di migliorare l’efficienza energetica dello stabile.

Successo per la due giorni di prevenzione dei tumori testa-collo negli ospedali di Civitanova e Macerata
Si è conclusa con numeri importanti la due giorni dedicata alla prevenzione dei tumori testa-collo promossa dall'azienda sanitaria territoriale di Macerata presso gli ospedali di Civitanova Marche e Macerata. Complessivamente, sono state 325 le visite effettuate, con 48 casi inviati ad accertamenti e 5 prenotati per intervento diagnostico, risultati considerati eccezionali anche a livello nazionale. Il successo dell’iniziativa, secondo il primario dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Civitanova, Cesare Carlucci, è da attribuire a tutto il personale coinvolto: "Il merito va a chi ha realizzato l’iniziativa, desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato durante l’intero percorso", ha dichiarato. Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore generale dell'azienda sanitaria territoriale di Macerata, Alessandro Marini, che ha sottolineato come questa iniziativa rappresenti un esempio di sanità pubblica virtuosa: "Questa è la sanità che piace ai cittadini e che è obiettivo degli amministratori. Una sanità che prende in carico le persone, accompagnandole nei vari percorsi ospedalieri e territoriali a seconda delle necessità".