I consiglieri e gli assessori della lista civica “Sandro Parcaroli Sindaco”, in seguito al passaggio della collega Romina Leombruni ad altro gruppo consiliare, nell’augurare alla consigliera un buon proseguimento di lavoro, colgono l’occasione per alcune puntualizzazioni. Pur comprendendo la legittima transizione politica della collega, alla luce del lungo percorso con lei condiviso, ci si aspettava qualcosa di più delle sue scarne affermazioni pubbliche (“Sono sempre stata una simpatizzante di FdI e in questo momento sentivo l’esigenza di potere contare su un partito strutturato”), e di un secco messaggio su una chat di gruppo, datato 12 luglio, prima di congedarsi senza un reale confronto con il gruppo, solo 2 giorni prima di darne comunicazione ufficiale al Sindaco e al Presidente del Consiglio comunale.
Rispettiamo la sensibilità e le ambizioni politiche della collega consigliera in transizione, eletta come noi grazie a quel 10% dei consensi elettorali ottenuti dalla lista civica Parcaroli Sindaco che, è bene sempre ricordare, ha consentito la vittoria del centrodestra al primo turno con il 52% circa, ma ci colpisce la sua affermazione “per chi ama fare politica lavorare in una lista civica è molto più faticoso che lavorare in un partito …”. Ad un gruppo civico come il nostro che, nonostante la fatica sottolineata dalla consigliera Leombruni, ha sempre messo al centro del proprio costante e disinteressato impegno a servizio della città un corretto rapporto di coalizione per il governo cittadino, questa dichiarazione dispiace e non può lasciarci indifferenti.
Viste inoltre le opinabili e incommentabili esternazioni del capogruppo consigliare di FdI nei nostri confronti (ma implicitamente anche nei confronti del Sindaco) “C’è una caratteristica nella lista di Parcaroli, sono poco politici, un po'; come Draghi, pensano che la politica sia il male estremo mentre a Leombruni piace fare politica …”, è bene chiarire che la nostra lista civica ha sempre rispettato e rispetta tutti i Partiti che la Costituzione Repubblicana riconosce come un diritto dei cittadini e come pilastri della nostra democrazia. Allo stesso modo, crediamo che i Partiti debbano essere rispettosi delle liste civiche (partiti di fatto, costruiti intorno ad un programma amministrativo locale e limitati nel tempo), soprattutto quando queste non sono “liste civetta” dipendenti direttamente da loro.
Male estremo non è certamente la politica ma un certo modo di praticarla. L’ennesimo incomprensibile attacco alla nostra lista ricevuto dal consigliere Castiglioni ne è probabilmente una dimostrazione, segno che il nostro nuovo modo di fare politica, capace di fare la differenza, infastidisce e preoccupa chi pratica la “vecchia” politica. L’impegno preso e portato avanti da consiglieri ed assessori della lista civica è sempre stato quello di mettere a disposizione della cittadinanza le proprie competenze, idee e passione, tutti attributi che in qualche modo sono stati riconosciuti da un largo elettorato, che hanno fatto la differenza alle elezioni e che ancora oggi possono continuare a farla nell’interesse generale della città.
Oggi sentirsi dire da un consigliere di maggioranza, stimato come saggio ed esperto, che i civici non fanno politica o che sono antipolitici, suona non solo offensivo ma anche incomprensibile politicamente, considerato che siamo già in campagna elettorale e, forse, ai capi politici nazionali non piacerà vedere la creazione di fibrillazioni a livello locale dove già si governa.
"Rispetto al dibattito delle ultime settimane, ritengo che sia meglio dare, sei mesi prima, un governo con maggioranza forte al nostro Paese": a dirlo è il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, rispondendo alla domanda dell'Ansa sui possibili effetti della crisi di governo sull'attività delle Regioni e sulla ricostruzione post sisma.
Acquaroli ha partecipato stamani al Forum sulla Montagna organizzato dal Comune di Castelsantangelo sul Nera, nei pressi della Madonna della Cona. Il governatore - a conclusione della mattinata voluta in particolare dal sindaco Mauro Falcucci - ha sottolineato come "non ci sarà rilancio completo delle Marche senza un rilancio della montagna".
Acquaroli, nel suo intervento, ha anche posto l'accento ai "no ideologici" del mondo ambientalista, evidenziando la necessità di realizzare servizi che "senza intaccare questo splendido paesaggio, possano però rispondere alle esigenze di agricoltori, allevatori e in generale delle persone che vivono qui, altrimenti non riusciremo a fermare lo spopolamento che da anni interessa questi territori", ha concluso.
"Ringrazio il presidente del Consiglio Mario Draghi e tutto il Governo per il grande lavoro portato avanti al servizio del Paese". Lo ha detto il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini durante l’incontro a Castelsantangelo sul Nera con i cittadini, il Comune e l’Usr Marche.
“Durante i diciotto mesi del suo mandato, l’esecutivo ha dimostrato grande sensibilità e attenzione alla ricostruzione post sisma e alla ripresa economica e sociale dei territori del Centro Italia" ha affermato Legnini.
"È stato grazie alla forte volontà del presidente e del Governo che abbiamo potuto ottenere importanti risultati - ha aggiunto il commissario -: il fondo complementare al Pnrr, già avviato con il precedente esecutivo, con lo stanziamento di un miliardo e 780 milioni per la rigenerazione e lo sviluppo; lo stanziamento di altri sei miliardi di euro per finanziare la ricostruzione privata; la proroga e la stabilizzazione del Superbonus sisma fino a tutto il 2025, oltre a diverse altre disposizioni necessarie per affrontare e risolvere la gran parte dei problemi che ancora avevamo per la ricostruzione post sisma”.
“Sono state decisioni molto importanti che ci hanno messo in condizione di imprimere e di irrobustire il lavoro finalizzato ad imprimere una svolta molto decisa alla ricostruzione - ha sottolineato Legnini -. È un impegno che come Commissario straordinario di Governo, con tutta la grande squadra della ricostruzione che coinvolge anche i Comuni e le Regioni, porterò avanti con ancor maggior determinazione, e lavorando senza sosta, nei prossimi difficili mesi per consegnare al nuovo esecutivo e ai cittadini una macchina efficiente e procedure veloci che, insieme alle risorse di cui disponiamo, potrà consentirci di portare a termine il prima possibile questa operazione così complessa”, ha concluso Legnini.
“In quanti comuni al mondo si chiudono i parcheggi per rifare la segnaletica in piena estate e nella settimana del festeggiamento del Santo Patrono? La risposta è purtroppo fin troppo semplice: uno solo, Porto Potenza Picena”. A dichiararlo è Stefano Mezzasoma, consigliere comunale del gruppo del Movimento 5 Stelle.
“É questo il modo con cui la Giunta Tartabini pianifica lavori e stagione estiva?” si chiede ancora Mezzasoma, che aggiunge: “E perché non si preoccupano di rifare la segnaletica ben più importante per la sicurezza dei cittadini come stop o altro prima delle strisce blu dei parcheggi a pagamento?”.
“Viene proprio da pensare che alla Giunta Tartabini poco importi della Festa di Sant’Anna – attacca il consigliere pentastellato -, altrimenti perché l’assessore alla cultura e al turismo avrebbe organizzato in concomitanza uno spettacolo gratuito in Piazza Matteotti come quello di questa sera?”
“Ben vengano iniziative sia al Porto sia nel centro storico, meglio ancora se di qualità più che di quantità, ma è mai possibile che un assessore al turismo ed una giunta intera non riescano a fare un calendario evitando di creare antipatiche sovrapposizioni? O si tratta di manifesta incapacità o, forse, anche di peggio” conclude Mezzasoma.
“ ‘Finita la festa, gabbato lo santo!’: sembra questo il motto che ha ispirato il sindaco Ciarapica nei confronti dei balneari civitanovesi”. E’ quanto si legge nelle prime righe della nota stampa diffuda oggi dal segretario Pd di Civitanova Marche Lidia Iezzi.
“Dopo che in campagna elettorale ha portato letteralmente ‘in giro’ i nostri balneari, portandoli a Roma da Gasparri e facendoli incontrare con tutti i vertici di Forza Italia e FdI - giurando e spergiurando che la sua amministrazione avrebbe tutelato i diritti dei nostri balneari -, appena insediata la nuova giunta il sindaco fa approvare nella prima adunanza del 19 luglio la delibera 321 con la quale sancisce la costituzione in giudizio del Comune ‘contro il ricorso’ posto in essere dai balneari contro la Presidenza del Consiglio, la Regione Marche ed altri enti pubblici, a tutela delle loro attività. Costituzione in giudizio immediatamente notificato agli stessi balneari, che dopo tante chiacchiere elettorali scoprono il vero volto del sindaco.
“Ancora una volta Ciarapica racconta una storia, che poi alla prova dei fatti si dimostra una bufala. Non solo nessun sostegno dall'amministrazione comunale – conclude il comunicato - ma la stessa mette a bilancio delle somme per pagare gli avvocati contro i balneari. Non pago di ciò, il Comune chiede addirittura il pagamento delle spese a carico degli stessi...altro che sostegno! Non risultano voti contrari in giunta rispetto alla costituzione in giudizio, neanche degli assessori di FdI, sempre prodighi di consiglio quando sono all'opposizione, ma coperti e allineati quando governano”.
"La caduta del governo potrebbe avere effetti drammatici nella ricostruzione post terremoto, soprattutto per i borghi più piccoli". Lo dice all'Ansa il sindaco dì Castelsantangelo sul Nera, uno dei Comuni devastati dal sisma del Centro Italia, Mauro Falcucci. "Ci sono ancora tanti aspetti normativi da mettere a punto, cosa che non sarà possibile fare senza un governo e questo comporterà inevitabilmente ulteriori rallentamenti", aggiunge il sindaco all'agenzia di stampa.
"Ma conseguenze negative per i territori terremotati si avranno anche per quello che accadrà in generale nel Paese, penso ad esempio all'inflazione che galoppa - dice ancora Falcucci -. Molte famiglie rischiano davvero di non farcela più ad arrivare a fine mese e se si trovano dinanzi alla scelta se mandare i figli a scuola o recuperare la vecchia casa del nonno terremotata, è chiaro che opteranno per la prima opzione".
"Nelle nostre piccole realtà - spiega il sindaco - questi casi si verificheranno di sicuro. Nel nostro borgo molte delle abitazioni distrutte sono seconde case fiscali o affettive e con quello che sta accadendo c'è il rischio reale che non vengano mai più recuperate". Falcucci nell'intervista all'Ansa fa riferimento all'innalzamento dei prezzi dei materiali, sottolineando che "l'adeguamento del prezzario voluto dal commissario straordinario Giovanni Legnini, dopo quanto accaduto oggi, potrebbe essere non più sufficiente, visto anche come stanno reagendo le Borse e l'economia in generale dopo l'addio di Draghi".
Sono 28 i sindaci della provincia di Macerata che hanno sottoscritto il documento con cui si chiede un incontro urgente alla presidente dell’Anci, Valeria Mancinelli, per parlare della nomina del sindaco di Treia, Franco Capponi, a componente della Cabina di coordinamento in rappresentanza dell’Anci Marche.
“Premesso che, tale scelta ha immediatamente suscitato la contrarietà, manifestata più volte e in ogni sede, da parte della quasi totalità dei sindaci del cratere – si legge nel documento -; che appare di tutta evidenza come sarebbe stata più opportuna la scelta del primo cittadino di Arquata del Tronto e che le evidenti difficoltà connesse al tema della ricostruzione possono essere affrontate in maniera più idonea e appropriata da uno dei sindaci dei comuni maggiormente colpiti dal sisma; i sindaci che sottoscrivono il presente documento chiedono un urgente incontro con la presidente Anci Marche per un approfondito confronto sulle questioni sopra sollevate e, nell’attesa, si intende sospesa la loro partecipazione all’organismo associativo dei comuni nella Cabina di coordinamento alla ricostruzione post sisma del 2016”.
A presentare il documento, inviato oggi al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli; all’assessore regionale Guido Castelli; al presidente dell’Anci Antonio Decaro e alla presidente dell’Anci Marche Valeria Mancinelli, sono stati il presidente della Provincia Sandro Parcaroli, il presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino Alessandro Gentilucci e il consigliere provinciale con delega alle aree interne e al sisma Vincenzo Felicioli.
“Non c’è nulla di personale contro il sindaco Franco Capponi, ma non crediamo sia rappresentativo dell’area del cratere, perché il suo Comune si trova ai margini della zona interessata dal sisma del 2016 – ha spiegato il presidente Parcaroli -. Secondo i 28 sindaci del Maceratese che hanno sottoscritto il documento, infatti, sarebbe stato più indicato il sindaco di Arquata del Tronto. La presidente Mancinelli, invece pur nel suo pieno diritto, ha fatto una scelta senza condividerla con i territori, per questo le abbiamo chiesto un incontro urgente, altrimenti saremo pronti a sospendere la nostra partecipazione alla Cabina di coordinamento”.
“Fin dall’inizio abbiamo creduto che il Comune simbolo del terremoto del 2016 fosse Arquata – ha aggiunto il consigliere Felicioli –, ma la presidente Mancinelli ha ritenuto di fare una scelta diversa che non condividiamo, non perché il sindaco Capponi non abbia le capacità, ma perché riteniamo che non possa rappresentare i sindaci del cratere”. Il documento inviato oggi riguarda la provincia di Macerata, ma la stessa operazione si sta facendo anche nelle province di Fermo e di Ascoli Piceno.
“Le problematiche che stiamo vivendo nel cratere ristretto – ha concluso il presidente Gentilucci -, in quei comuni dove tutto è a terra, dove abbiamo avuto il 90-95% di distruzione, non sono le stesse che si vivono ai margini del cratere. E’ come mettere a presidente dell’Autorità portuale il presidente dell’Unione dei Comuni montani. La Cabina di coordinamento sisma per noi è di vitale importanza, perché lì si vanno a discutere tutte le ordinanze. Non ci interessano le battaglie di ordine partitico, ci interessa che il nostro rappresentante al suo interno conosca bene i problemi di cui si sta parlando. Per questo chiediamo un incontro alla presidente Mancinelli, affinché possa rivedere questa scelta e arrivare a un nome che possa rappresentarci. Altrimenti chiederemo, in subordine, alla Regione che ci dia un rappresentante nella Cabina di coordinamento che ci metta a conoscenza di tutti quei provvedimenti che possano garantirci una rappresentanza che oggi non abbiamo”.
“Una crisi creata dai partiti di centrodestra non imputabile in nessun modo al Movimento 5 Stelle. Anzi, quella in cui ci troviamo oggi è una situazione dovuta al un tentativo mal riuscito della destra di far fuori dal governo Draghi proprio i 5Stelle, una forza politica sicuramente scomoda, ma sempre leale nei confronti dell’Italia e degli italiani”. Ad affermarlo Donatella Agostinelli, senatrice Cinquestelle marchigiana che legge così la crisi di governo che porterà a elezioni anticipate.
“Premesso che il Movimento ha sempre considerato le elezioni la sintesi perfetta della democrazia e non un male necessario, quello che ora va chiarito è la ragione per cui siamo arrivati a questa situazione. Noi - afferma la senatrice pentastellata - abbiamo sollevato questioni concrete davanti alle quali il Governo si era chiaramente impantanato, altri, nel frattempo, hanno pensato di prendere la palla al balzo per far far fuori il movimento ma poi la cosa gli è evidentemente sfuggita di mano".
"Il presidente Conte e tutto il Movimento - prosegue Agostinelli - hanno iniziato invece una battaglia politica su temi concreti, pretendendo dal governo risposte per gli italiani. Purtroppo queste risposte non sono arrivate, anzi: le istanze del primo partito d’Italia - salario minimo, contenimento costo della vita, soluzione problemi cessione crediti e superbonus, per citare solo le più importanti - sono state derubricate a cose di poco conto, da ignorare o comunque da relegare all’angolo dell’attività politica”.
“A questo punto - conclude Agostinelli - vedremo cosa uscirà dalle urne, se andremo davvero alle elezioni, ma nessuno potrà dire che sia stato il Movimento 5 Stelle a lasciare l’Italia senza un governo. Semmai, il Movimento ha il merito di aver saputo dire, una volta ancora, che il re era nudo e di far emergere chi sono inaffidabili”.
"Ho avuto facoltà di costituire un gruppo consiliare autonomo unipersonale. Sono molto soddisfatta di questo riconoscimento ufficiale che mi dà la possibilità di meglio rappresentare l’elettorato di centro sinistra che ha espresso consenso alla mia candidatura a sindaco della Città di Civitanova Marche con 6272 voti". Ad annunciarlo è la consigliera Mirella Paglialunga, a seguito della conferma ufficiale pervenuta dal segretario comunale.
"La collocazione in un gruppo autonomo unipersonale, con nuova denominazione, mi darà la possibilità di rappresentare al meglio tutti coloro che intenderanno proseguire l’impegno politico come opposizione forte e determinata. Come gruppo autonomo potrò inoltre eventualmente rappresentare le liste già facenti parte della coalizione di centro sinistra che purtroppo non hanno potuto avere in consiglio comunale l’espressione di un loro consigliere" conclude Paglialunga.
Pertanto i gruppi e i capigruppo della minoranza (con esclusivo riferimento alla coalizione di centro sinistra) saranno cinque:
1/ Mirella Paglialunga per Civitanova Marche - Capogruppo Mirella Paglialunga
2/ Partito Democratico - Capogruppo Francesco Micucci
3/ Dipende da Noi - Capogruppo Roberto Mancini
4/ Ascoltiamo la città - Capogruppo Letizia Murri
5/ La Nuova Città - Capogruppo Piero Gismondi
Un nuovo tassello, l’ennesimo, del curriculum (incostituzionale?) tutto all’italiana. Il tango frenetico fra Mario Draghi e la maggioranza parlamentare è terminata con un franoso casquè del primo, deposto ufficialmente dalla carica di premier dopo i risvolti dell’ultimo voto di fiducia in Senato: 192 presenti, 133 votanti, 95 favorevoli, 38 contrari, 0 astenuti.
Nel giorno più lungo del sessantasettesimo esecutivo, a decretare la fine dell’èra draghiana, alla fine, è stato il convulso gioco di ruolo messo in piedi da M5s, Lega, Forza Italia (e Udc). O meglio: alla luce del documento (con i suoi 9 punti) ri-presentato dal comparto pentastellato nei giorni scorsi – e ancora una volta frenato dallo stesso presidente del Consiglio nel corso dei suoi ultimi interventi in aula –, il centrodestra compatto (titolari anche essi della maggioranza) hanno risposto ‘limitandosi’ alla formula lapidaria: “o noi o loro”.
Risultato: nessun voto, complice la risoluzione Casini poco gradita a Salvini, Berlusconi e soci. In sintesi, “nessun margine di trattativa: le regole di ingaggio sono chiare e chi vuole si tira fuori”. Diversamente, ai senatori del Movimento ('presenti non votanti') non è andata giù l’ennesima porta in faccia di Mario Draghi: “nessuna richiesta di pieni poteri”; “reddito di cittadinanza cosa buona, ma se non funziona è cattiva”; “il problema non è il Superbonus, ma i meccanismi di cessione che sono stati disegnati”.
Dal Quirinale fino a Palazzo Madama, e ritorno: la parabola del banchiere culmina con le nuove dimissioni presentate stamattina al presidente della Reppubblica Sergio Mattarella, il quale - prendendone atto - decreterà nelle prossime ore lo scioglimento delle Camere, in attesa delle prossime votazioni tra circa due mesi (data probabile il 25 settembre). Nel frattempo, il premier dimissionario rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Saluti, dunque, da Palazzo Chigi, epilogo che restituisce un tessuto politico più che mai lacerato: l’Italia rimane scoperta, senza governo (almeno sulla carta), con accordi internazionali e fondi Pnrr a rischio (soprattutto di subire ritardi e/o revisioni), scaricabarile da destra a sinistra (Salvini, uno specialista), smottamenti interni ai partiti vari ed eventuali (Gelmini e Brunetta ‘out’ da Forza Italia). Poco o niente sono valse le parole del segretario Pd Enrico Letta che dal suo account Twitter ha tuonato: “In questo giorno di follia, il Parlamento decide di mettersi contro l'Italia. Noi abbiamo messo tutto l'impegno possibile per evitarlo e sostenere il governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti".
E Giorgia Meloni (FdI) festeggia confondendo le democrazie con i regimi. “Mi ha stupito Mario Draghi, che viene in Aula e dice: 'Io mi volevo dimettere, poi la gente mi ha chiesto di restare e allora io decido di restare perché me lo hanno chiesto gli italiani'. Quando nacque il Conte II noi mettemmo in piazza 20.000 persone e fummo chiamati sovversivi. Loro hanno messo in piazza 100 persone a Torino e c'é stata una mobilitazione popolare. Nelle democrazie occidentali la volontà dei cittadini si manifesta con un voto libero e segreto, le parate le fanno nei regimi".
“Vogliamo ricordare al commissario Losacco che il confronto si deve fare nelle sedi opportune, cioè in Commissione Sanità, dove è in corso l’esame della proposta di legge, e poi in Consiglio Regionale, quando il testo arriverà in aula”. Così Elena Leonardi, consigliere regionale di Fratelli d'Italia nonché presidente della Commissione Sanità replica alle dichiarazioni del commissario del Partito Democratico Alberto Losacco (leggi qui).
"La nostra proposta di riforma altro non è che quanto scelto dai marchigiani il 20 e 21 settembre del 2020 - spiega Leonardi -, quando sono stati chiamati alle urne per scegliere quale modello di sanità volessero per le Marche. Del resto, il modello di sanità accentrata negli ospedali unici che avrebbe finito di spogliare i territori di servizi sociosanitari indispensabili, proposto dal suo Pd, è stato clamorosamente bocciato dai cittadini".
"Lo invitiamo, pertanto, a leggere la proposta di legge perché solo così potrà poi effettivamente parlarne, in maniera consapevole e puntuale - precisa la consigliere di Fratelli d'Italia -. Al contrario oggi lo fa in maniera propagandistica e attraverso degli slogan tanto cari alla sinistra, ma difficilmente supportati da fatti concreti. La notizia, insomma, cari cittadini marchigiani, è che il Pd non ha perso il vizio di fare politica con la sanità e sfrutta l’ambiziosa e storica riforma messa in atto dall’amministrazione Acquaroli per lanciare allarmi infondati ai marchigiani".
"Non possiamo non sottolineare le gravi affermazioni rispetto all’eventuale comportamento del Governo, nel caso in cui la riforma venisse approvata. Losacco ci fa sapere che 'quasi certamente il governo nazionale impugnerà l’atto'. Speriamo che quanto da lui affermato sia solo una svista, una disattenzione, e non invece una minaccia, che sarebbe gravissima e frutto di una prepotenza istituzionale senza precedenti. Insomma, è sempre più chiaro ed evidente che la democrazia, il PD, la porti solo nel nome" conclude Leonardi.
Dopo la prima fase di sperimentazione e un'ulteriore campagna di ascolto, la Ztl diventa definitiva nel comune di Recanati. “La nostra idea resta quella che pedonalizzare il centro storico sia la scelta a cui arrivare, come avviene in quasi tutti i centri storici in Italia e in Europa, ma ci rendiamo anche conto che il nostro ha una serie di peculiarità non facili da gestire contemporaneamente" ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi.
Dopo le prime settimane di sperimentazione e diversi altri momenti di ascolto, la parte più consistente sta nel cambio di viabilità, che torna a una circolazione organizzata su due anelli, come già era stata alcuni anni fa: da Via Calcagni e Via Cavour in Direzione Piazza G. Leopardi l’uscita obbligatoria è a Porta S. Domenico, così come chi entra da Via I luglio e si dirige verso la Piazza, dovrà uscire ugualmente da Porta San Domenico.
Per quanto riguarda gli orari, dal lunedì al venerdì la Ztl è dalle ore 13 alle 15 e dalle 19:30 alle ore 2 in tutte le vie del centro storico, tranne per la zona di Via Roma e Montemorello, in cui la chiusura è anticipata alle ore 11.
Il sabato la Ztl è come sempre dalle ore 6 alle 15, e riprenderà la sera alle 19:30, terminando la domenica, come sempre in tutti i giorni festivi. Sempre nella zona tra via Roma e Montemorello, il sabato la Ztl scatta alle ore 10. La domenica e i festivi la Ztl resta dalle 0,00 alle 24. La nuova viabilità entrerà in vigore dal 25 luglio.
“Non è stato facile mettere insieme tutti i bisogni, ma abbiamo cercato di prendere in considerazione alcune serie richieste, non solo quelle espresse da una parte dei commercianti - ha affermato il vice sindaco Mirco Scorcelli, con delega sia alla viabilità che al commercio - Rileviamo delle differenze nei bisogni delle diverse parti di cui il centro storico si compone e pensiamo di fare una verifica a settembre, per raccogliere i risultati, così da avere una base su cui poter ragionare per il futuro.”
L’assessorato ai Servizi Sociali del comune di Civitanova Marche promuove anche quest’anno il progetto finalizzato a fronteggiare l’emergenza caldo, a particolare tutela degli anziani e delle persone fragili che sono più a rischio durante i periodi caratterizzati da temperature elevate.
Nella seduta di martedì, la Giunta comunale ha rinnovato la collaborazione con il "Centro sociale anziani" di via Carnia, che si occuperà di accogliere anziani e fragili civitanovesi, anche non soci, nei propri locali consentendo loro di trovare ristoro nelle ore più calde in ambienti freschi e favorendo al tempo stesso la socializzazione. L’iniziativa, che ha avuto un riscontro positivo in questi quattro anni di attuazione, durerà fino al 31 agosto.
Il Centro, grazie al contributo del settore Welfare comunale, potrà offrire ai partecipanti anche un servizio bar, distribuendo gelati e bevande. Inoltre, sarà a disposizione di coloro che ne faranno richiesta anche un servizio di trasporto dalla propria residenza alla struttura.
Questa mattina, in occasione del primo giorno di avvio del progetto, l’assessore ai Servizi sociali Barbara Capponi ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale al direttivo, rinnovando il sostegno e la disponibilità ad attuare le misure di protezione necessarie per questa fascia di popolazione.
"L'Assessorato riprende subito concretamente il lavoro a fianco della cittadinanza di tutte le età - ha dichiarato l’assessore Capponi -. Grazie al Centro sociale anziani per la consueta disponibilità che anche stavolta ci consente congiuntamente di promuovere un bel progetto di prevenzione e aggregazione, per proteggersi dal caldo in serenità e compagnia".
In questi giorni è stata anche predisposta una campagna informativa per la cittadinanza con l’indicazione dei numeri utili concordati con il distretto sanitario e le farmacie a cui rivolgersi in caso di necessità. Il Centro Sociale Anziani è sito in via Carnia 3 ed è aperto dal lunedì alla domenica dalle 14 alle 18. Per info: 0733/770639; cellulare 329/4746482.
Il Comune di Morrovalle accelera sulla digitalizzazione dei servizi. Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i bandi per le iscrizioni ai servizi di trasporto scolastico e mensa per l’anno scolastico 2022/2023. Per entrambi la domanda di adesione dovrà essere presentata esclusivamente online accedendo alla nuova piattaforma E-Civis mediante credenziali Spid o Cie. Una rivoluzione rispetto agli anni passati, quando la domanda andava comunque presentata in formato cartaceo.
"Nei mesi scorsi abbiamo iniziato un processo di digitalizzazione che si consolida ulteriormente con questo due nuovi passi in avanti – spiega Chiara Marinacci, consigliera comunale con delega alle politiche della famiglia e dell’infanzia, che ha seguito l’iter da vicino – abbiamo attivato questa piattaforma che si chiama E-Civis che supporta al momento questi due tipi di servizi. Per quanto riguarda la mensa, in particolare, i genitori potranno controllare tramite questa piattaforma lo stato dei pagamenti e dei buoni pasto, senza la necessità di emettere buoni cartacei e doverli affidare ai bambini. Un passo in avanti verso una semplificazione che guarda al futuro".
Per iscriversi al servizio mensa (riservata ai bambini delle scuole dell’infanzia e del nido comunale) c’è tempo fino al 16 agosto, mentre per il trasporto scolastico c’è tempo fino al 25 agosto. La piattaforma E-Civis è raggiungibile al link: http://morrovalle.ecivis.it.
“C’era una volta un avvocato che sfidò un banchiere”. Non è certo la favola da raccontare ai bambini prima della buonanotte: piuttosto, un romanzetto dal finale ancora aperto, e che se restasse tale avrebbe tutt’al più le fattezze di un buon best seller (con riserva dell’attuale crisi dell’editoria, s’intende). Tornando con i piedi per terra, il tutto si riduce alla ‘trepidante’ attesa di conoscere l’esito del prossimo voto di fiducia (prima al Senato e poi alla Camera) che decreterà il governo Draghi bis o ulteriori formule per tenere insieme i cocci dell’Italia fino al 25 settembre.
Nei giorni scorsi, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, aveva declinato a voce i 9 punti di quel documento che, di fronte alla sostanziale indifferenza del premier Mario Draghi, è stato in ultima battuta la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo l’uscita dai ranghi del ministro Luigi Di Maio, serviva ribadire una certa compattezza e (soprattutto) credibilità del comparto pentastellato agli occhi di una politica che ormai lo riteneva prossimo al tramonto.
Il “conto” è servito: reddito di cittadinanza, salario minimo, precariato, famiglie e imprese, transizione ecologica, Superbonus 110%, cashback fiscale, rateizzazione delle cartelle esattoriali e contrasto alla violazione delle prerogative parlamentari. Per alzare la voce e ridefinire il proprio ruolo anche all’interno dell’esecutivo, il M5s ha dovuto ricorrere il 14 luglio scorso alla formula dell’astensionismo rispetto all’ultimo ddl n. 2668 (cd. decreto aiuti), aprendo di fatto alla crisi di governo.
In queste ultime ore, anche all’interno della Regione Marche continua a crescere il dibattito sul futuro dell’esecutivo, eludendo di fatto le conseguenze strettamente materiali che gli italiani si troverebbero comunque a dover fronteggiare. Come se caro vita e crisi energetica non fossero già abbastanza. All’unica parlamentare maceratese dei 5 stelle, Mirella Emiliozzi, abbiamo chiesto un’analisi di questo delicato momento storico, in virtù anche del recente tavolo di confronto fra i vari rappresentanti e il loro leader.
Onorevole, cosa è emerso dall'ultima riunione del Movimento? È stata una riunione fiume, in cui il Presidente Conte ha esortato tutti ad esprimersi con franchezza, e così è stato. Il dato comune è l’estrema preoccupazione espressa da ognuno per le mancate risposte concrete ai problemi urgenti che impattano pesantemente sulla vita dei cittadini e che abbiamo posto nel documento che il Presidente Conte ha consegnato al premier Draghi. Un esempio su tutti: basterebbe una telefonata dello stesso presidente del Consiglio per disincagliare la questione della cessione dei crediti che sta strozzando migliaia di imprese, tecnici e famiglie.
Sul piano nazionale si può pensare che questa sia l'ennesima bagarre fra leader di partito. Ma una crisi adesso cosa comporta sul piano locale? Chiunque abbia letto il documento sui 9 punti presentato a Draghi dal M5S può facilmente rendersi conto che stiamo ponendo questioni concrete e urgenti che riguardano la vita di imprese e famiglie. Niente di più lontano da questioni politiche di lana caprina! E tengo a precisare che quel documento non è affatto un libro dei sogni, ma propone soluzioni molto precise a problemi altrettanto reali: esattamente quello che ci si aspetterebbe da un governo di unità nazionale in uno dei momenti più difficili della nostra storia.
Conte sta osando questo braccio di ferro con Draghi per ridare credibilità al Movimento dopo l'uscita di Di Maio? Sono molto amareggiata da quello che è successo. Credo che se si riuscisse a mettere da parte gli stereotipi e a ragionare nel merito, ci si renderebbe conto che in pochi anni un giovane e poco esperto M5S ha impresso a questo Paese una spinta mai vista prima, pur dovendo di volta in volta negoziare con forze politiche che, nonostante anni di governo, non hanno mostrato di riuscire ad interpretare i bisogni reali delle persone. Mi riferisco alle comunità energetiche e alla possibilità di auto consumare l’energia prodotta dal proprio impianto: se ci avessero ascoltato al tempo, il problema del caro bollette sarebbe molto meno pesante ora! Mi riferisco al Superbonus che permette di riqualificare e ristrutturare il nostro patrimonio immobiliare, di renderlo eco compatibile e, non ultimo, di stoppare la cementificazione, senza considerare l’eccezionale impulso economico che rappresenta. Mi riferisco al cash back che ha incentivato l’uso della moneta elettronica e la cui prosecuzione poteva essere l’inizio della risoluzione dell’annosa questione dell’evasione fiscale. E ancora lo Spazzacorrotti, il Codice Rosso e così via. Sicuramente tutto perfettibile, ma sbaglia chi fa.
Lei è stata subito convinta di seguire la linea di Conte? E perché? Io non ho scelto fra Conte e Di Maio. 14 anni fa mi sono unita a questo progetto iniziato con i meet up e che ho contribuito a realizzare. Credo che abbiamo ancora tanto da dire in termini di ambiente, di riorganizzazione industriale, sociale. Mi guardo intorno e, nonostante tutte le nostre imperfezioni, non vedo ancora nessun’altra forza orientata al futuro come il M5S, anzi, finora ho visto tante resistenze per mantenere lo status quo.
L'alleanza in virtù delle politiche 2023 continua a tendere verso il centrosinistra? Una simile eventualità implicherebbe comunione di intenti, non di convenienze. Anche l’appoggio ai temi che abbiamo messo sul tavolo del Presidente Draghi può essere indicativo. Vedremo.
Temete che certi leader di centrodestra possano sfruttare la situazione per ottenere ulteriore consenso in modo da essere decisivi alle prossime elezioni? Non è un timore, è una realtà. Da una parte è inevitabile che chi sta all’opposizione raccolga il malcontento, ma un conto è incanalare la protesta verso un progetto costruttivo (come ha fatto il M5S), e un altro è soffiare sul fuoco come purtroppo vedo fare pericolosamente dalle destre.
Lei cosa auspica da questa crisi di Governo? Nel mio mondo ideale mi piacerebbe che un uomo come Mario Draghi, che, certamente per capacità personali ha avuto tanto, arrivato alla sua età sentisse il desiderio di restituire altrettanto ai suoi concittadini. Tornando alla realtà, sarebbe sufficiente tracciare una linea, guardare cosa si è fatto, raddrizzare con decisione gli errori e andare avanti con quello che c’è ancora da fare, possibilmente con capacità di visione.
"Non rispondiamo all'appello per chiedere a Draghi di restare a palazzo Chigi, credo che nella filiera istituzionale ognuno ha il suo ruolo e deve rispondere a tutti i cittadini". Così il presidente delle Marche Francesco Acquaroli (Fratelli d'Italia) ha ribadito la sua posizione in merito alle dimissioni del presidente del consiglio alla vigilia delle comunicazioni che Mario Draghi farà in Parlamento sulla crisi di Governo.
"Ritengo fondamentale ci sia rispetto di tutti i livelli - ha osservato Acquaroli - e soprattutto sia lasciato al Parlamento il suo ruolo, quello di decidere come e per chi votare per la nostra nazione. È sempre molto importante rispondere a tutti i cittadini quando si ricopre un ruolo istituzionale, non si dovrebbe scendere nell'agone politico in questa maniera. Io devo rappresentare tutti, poi è chiaro che ho una mia idea ma fare un appello che va ad entrare nelle dinamiche del Parlamento è sbagliato e fuori dal nostro ruolo".
È stato approvato questa mattina dall’Assemblea dei sindaci dell’Area Vasta 3 il documento con le osservazioni, inviate alla Regione Marche, relativamente alla nuova legge di organizzazione del servizio sanitario regionale marchigiano in discussione in queste settimane.
"La nuova legge di organizzazione del servizio sanitario regionale è un’opportunità per migliorare il sistema socio-sanitario della nostra regione e dei nostri territori, riorganizzando gli stessi sulla base dei mutamenti socio-demografici e delle conseguenze dovute all’elevata spinta alla mobilità insita nella globalizzazione - si legge nel documento -. Per tali ragioni la proposta ha bisogno di passaggi istituzionali intensi e del necessario approfondimento con la messa a disposizione di dati aggregati e dati territoriali".
Tre le proposte avanzate dai sindaci c’è la necessità di “stabilire un modello chiaro di relazione e di operatività, che sia il più possibilmente sovrapponibile alle esigenze degli attuali Ambiti che, ad oggi, hanno dato prova di buona funzionalità, visto che attualmente si relazionano molto di più con i dipartimenti che con i distretti”.
Nel testo si chiede anche di “prevedere l’introduzione obbligatoria del fascicolo sanitario e favorire la banda ultra larga, specialmente per collegare tutte le strutture del Servizio socio-sanitario regionale”.
I sindaci, inoltre, hanno chiesto di inserire nella legge la previsione “della nomina di un direttore dell’integrazione socio-sanitaria che dovrà competere agli ambiti sociali nei quali i sindaci potranno indirizzare tutti gli aspetti organizzativi dei servizi di supporto sociosanitari con l’integrazione sociale dei territori. Il direttore socio-sanitario sarà indicato con procedure ad evidenza pubblica dal coordinamento delle Ats delle Aree vaste di competenza. Questo per favorire al meglio l'integrazione dei servizi sociali”.
Nel documento si propone anche la realizzazione di un sistema informativo avanzato e unico per tutta la regione in modo che, soprattutto per le prestazioni diagnostiche, le varie Ast possano interagire per il superamento di determinate criticità dovute a carenze o emergenze epidemiologiche.
"Il sistema informativo delle varie Ast, inoltre, dovrà essere supportato e integrato con un sistema informativo regionale in modo che il controllo di gestione - chiedono i sindaci -, la valutazione comparativa dei costi, dei rendimenti, dei risultati e dell’indice di mobilità passiva, il grado di efficacia e di efficienza raggiunto da queste, siano misurabili e comparabili".
Tra le richieste è stata anche esplicitata quella del Comune di Montefano di essere inserito nel Distretto socio-sanitario di Macerata e non più in quello di Civitanova. "Sono molto soddisfatto perché i sindaci hanno lavorato insieme per definire un documento che potesse andare a delineare ancora meglio alcuni aspetti della legge di riforma del servizio sanitario predisposto dalla Regione - spiega il presidente della Provincia, Sandro Parcaroli -. Lavorare insieme, in sinergia, è l’unico modo per far crescere il nostro territorio, soprattutto in ambito sanitario dopo quanto abbiamo visto negli ultimi due anni di pandemia".
Sono stati svelati sabato 16 luglio i nomi dei nuovi assessori dell'amministrazione di Civitanova (leggi qui): il rieletto sindaco Fabrizio Ciarapica ha pronunciato le deleghe in occasione del primo consiglio comunale, affidando a Mirella Paglialunga, a capo della coalizione "Dipende da noi" - uscita sconfitta dal ballottaggio elettorale del 26 giugno - il ruolo di vicepresidente dell'assemblea consiliare.
"Il movimento 'Dipende da Noi' conferma a quanti lo hanno votato e alla cittadinanza intera che, nella città e in Consiglio comunale - commentano gli esponenti della lista in una nota stampa -, continuerà la sua azione per il rinnovamento della politica e del governo di Civitanova. L’esito elettorale dello scorso 26 giugno non ci ha fatto sparire, sarebbe un incomprensibile voltafaccia verso l’elettorato e verso le molte persone di tutte le liste di centro-sinistra che hanno lavorato per costruire la coalizione. Il programma, il metodo d’azione innovativo e la qualità delle sue persone di riferimento mantengono tutto il loro valore".
"La coalizione andrà avanti e svilupperà la sua azione con le forze politiche e i soggetti sociali sinceramente e attivamente disponibili. Questo è l’impegno che ci siamo presi con la cittadinanza - continua la nota - e che non vogliamo disattendere, sapendo fin dall’inizio che il cammino avviato sarebbe dovuto andare ben oltre la scadenza elettorale. Ringraziamo le persone che ci hanno votato e quanti hanno lavorato e lavoreranno con impegno sincero a questo progetto, a partire proprio da Mirella Paglialunga. La nostra candidata sindaca ha dato prestigio, forza e credibilità al centro-sinistra, aumentando i consensi tra il primo e il secondo turno del voto, ma soprattutto garantendo un vero progetto per Civitanova e un metodo di lavoro partecipativo e trasparente.
"In tale cammino Mirella Paglialunga, che intanto ha avuto la fiducia di oltre 6.272 cittadine/i, potrà rafforzare il suo ruolo di riferimento per una vera svolta anche agli occhi dei molti che non hanno votato il 26 giugno. Il progetto per Civitanova, presentato alle elezioni, è la base di proposte e azioni da sviluppare nei quartieri, con la cittadinanza, ed è anche la base che ispirerà la nostra azione di opposizione, rigorosa e costruttiva, in Consiglio Comunale. Appena possibile questo impegno potrà dare un nuovo governo alla città. Il processo di rinnovamento della politica a Civitanova è stato sì rallentato dall’esito elettorale, ma non è stato vanificato, perché ormai è nata una forte comunità di singoli, associazioni e nuove forze politiche determinata ad andare avanti facendo del proprio meglio per il futuro comune".
"Della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ormai non ci stupiamo più. Che con il suo livore politico sia arrivata addirittura a definire i sindaci del nostro Paese, i sindaci di ogni colore, burattini nella mani di esperti manovratori la dice lunga su quanto lei, che ha sempre urlato e mai amministrato, non possa assolutamente sapere nulla dell’impegno, del valore, del senso di responsabilità che ogni santo giorno gli amministratori mettono in campo, non per il loro ego, né per la loro rabbia, ma per il bene delle comunità". A dichiararlo, in una nota, è il consigliere regionale Romano Carancini.
Sindaci che, aggiunge Carancini, "mettendoci come sempre la faccia e ragionando al plurale, oltre ogni logica di appartenenza, tentano di scongiurare le dimissioni di Draghi che determinerebbero per l'Italia una deleteria e insanabile instabilità in un momento storico di fortissime criticità".
"Desta sgomento che proprio Giorgia Meloni, in sfregio al valore delle istituzioni, potrebbe assumere il ruolo di Presidente del Consiglio. E chiaramente lo farebbe tenendo per mano i suoi fedeli 'piccoli uomini' che non vogliono crescere, o non possono crescere, tra cui il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli" attacca Carancini.
Il consigliere dem è sferzante nei confronti di Acquaroli: "Predilige gli interessi di partito a quelli dei marchigiani, non pensando con la propria testa, non interpretando le reali necessità della nostra regione, non assumendo con forza e voce chiara il ruolo di governatore, non opponendosi alle dinamiche politiche di servilismo e alle imposizioni che arrivano dall’alto".
"Il Presidente della nostra Regione preferisce dimostrare tutta la sua inconsistenza politico-amministrativa, la sua mancanza di visione e di capacità, il suo disinteresse per il futuro dei cittadini, facendosi tenere la mano da 'mamma Giorgia' la quale, senza alcun rispetto, sminuisce il valore dei sindaci italiani, offende la loro personale intelligenza e il loro senso del dovere e, soprattutto, butta fango sulle istituzioni, quelle stesse che il Presidente della Regione Marche dovrebbe difendere a testa alta, invece di abbassarla nel timore che la mamma lo sgridi" conclude Carancini.
Sette i punti all’ordine del giorno nel consiglio comunale di Morrovalle andato in scena venerdì scorso, 15 luglio, all’auditorium Borgo Marconi. Dopo l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, si è entrati nel vivo con il secondo punto, quello relativo alla surroga del consigliere comunale dimissionario Matteo Castignani e la sua sostituzione con Lorenzo Minciacca: surroga votata all’unanimità.
Al punto numero 3 si è discusso dell’approvazione delle linee programmatiche del mandato amministrativo 2021-2026, atto di carattere tecnico richiesto dalle nuove normative di legge che contiene i piani dell’amministrazione comunale per il quinquennio a venire. "Del nostro programma avevamo già parlato ovviamente in campagna elettorale meno di un anno fa e lo avevamo messo più di recente nel Dup – ha rimarcato il sindaco Andrea Staffolani – la nuova riforma ci impone di riportarlo in consiglio con una delibera i cui contenuti li conosciamo di fatto tutti".
Il punto numero 4 ha visto l’ok all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio delle aree che saranno interessate dall’intervento di messa in sicurezza della strada comunale Folgaretti.
"Sono stati contattati tutti i privati proprietari di terreni ricadenti nell’area dell’intervento, prima di procedere alla gara di appalto bisogna effettuare questo passaggio tecnico – ha spiegato Staffolani – questo progetto era contenuto nel nostro programma, lo stiamo portando avanti grazie a 980 mila euro di fondi ministeriali che abbiamo intercettato.
"Già nel 2016 la strada Folgaretti era stata individuata come una di quelle con problematiche importanti a livello idrogeologico, frane e acqua spesso finisco per attraversare la strada durante eventi meteorologici particolarmente intensi - ha ricordato Staffolani -. La strada verrà allargata mediamente di circa un metro, per il resto non ci saranno grandissimi stravolgimenti rispetto al tracciato attuale". La delibera è stata votata all’unanimità.
A seguire, ai punti 5 e 6, la ratifica di due delibere di giunta approvate nelle settimane passate: la prima riguarda una variazione di bilancio legata ai trasferimenti statali in occasione dell’organizzazione degli ultimi referendum (con l’arrivo di 1.973 euro dallo Stato a titolo di rimborso delle spese), la seconda si è resa invece necessaria per introitare un contributo statale di 32 mila euro per la manutenzione straordinaria delle strade comunali.
"Fondi del Ministero che ci assegnano 7 mila euro in più per l’abbattimento delle barriere architettoniche in via Dante Alighieri, intervento atteso da decenni", ha precisato il sindaco Staffolani.
Al settimo e ultimo punto via libera all’assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri per l’esercizio 2022. "Sostanzialmente è un controllo dei conti che fa il Comune durante l’anno - ha approfondito l’assessore al bilancio Alfredo Benedetti - le voci principali riguardano variazioni relative alla Tari, il controllo delle utenze con gli aumenti che ci sono stati negli ultimi periodi e l’applicazione dell’avanzo 2021, una cifra di 300 mila euro che usiamo per vari interventi: 27 mila euro per agevolazioni Tari per le aziende, 3 mila euro per la sistemazione di alcuni loculi cimiteriali, 70 mila euro per la sistemazione di diverse aree verdi pubbliche e i restanti 200 mila euro per manutenzioni straordinarie delle strade comunali. Sempre per le manutenzioni stradali, ma sull’annualità 2023, avremo 98 mila euro in più grazie a un contributo statale che abbiamo ottenuto".