Crisi Governo - Carancini, bordate ad Acquaroli: "Non pensa con la sua testa, è 'piccolo uomo' di Meloni"
"Della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ormai non ci stupiamo più. Che con il suo livore politico sia arrivata addirittura a definire i sindaci del nostro Paese, i sindaci di ogni colore, burattini nella mani di esperti manovratori la dice lunga su quanto lei, che ha sempre urlato e mai amministrato, non possa assolutamente sapere nulla dell’impegno, del valore, del senso di responsabilità che ogni santo giorno gli amministratori mettono in campo, non per il loro ego, né per la loro rabbia, ma per il bene delle comunità". A dichiararlo, in una nota, è il consigliere regionale Romano Carancini.
Sindaci che, aggiunge Carancini, "mettendoci come sempre la faccia e ragionando al plurale, oltre ogni logica di appartenenza, tentano di scongiurare le dimissioni di Draghi che determinerebbero per l'Italia una deleteria e insanabile instabilità in un momento storico di fortissime criticità".
"Desta sgomento che proprio Giorgia Meloni, in sfregio al valore delle istituzioni, potrebbe assumere il ruolo di Presidente del Consiglio. E chiaramente lo farebbe tenendo per mano i suoi fedeli 'piccoli uomini' che non vogliono crescere, o non possono crescere, tra cui il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli" attacca Carancini.
Il consigliere dem è sferzante nei confronti di Acquaroli: "Predilige gli interessi di partito a quelli dei marchigiani, non pensando con la propria testa, non interpretando le reali necessità della nostra regione, non assumendo con forza e voce chiara il ruolo di governatore, non opponendosi alle dinamiche politiche di servilismo e alle imposizioni che arrivano dall’alto".
"Il Presidente della nostra Regione preferisce dimostrare tutta la sua inconsistenza politico-amministrativa, la sua mancanza di visione e di capacità, il suo disinteresse per il futuro dei cittadini, facendosi tenere la mano da 'mamma Giorgia' la quale, senza alcun rispetto, sminuisce il valore dei sindaci italiani, offende la loro personale intelligenza e il loro senso del dovere e, soprattutto, butta fango sulle istituzioni, quelle stesse che il Presidente della Regione Marche dovrebbe difendere a testa alta, invece di abbassarla nel timore che la mamma lo sgridi" conclude Carancini.
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