Gorgia Meloni aprirà la campagna elettorale nazionale, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, ad Ancona. Lo rende noto la consigliera, Elena Leonardi, coordinatrice regionale di FdI.
“Una grande soddisfazione per la nostra Regione e la federazione regionale di Fratelli d'Italia, tenuta in forte considerazione dalla leader nazionale del partito - e candidata alla guida del Paese - dopo la vittoria di Francesco Acquaroli due anni fa che ha reso possibile la nascita del modello Marche, afferma Leonardi.
“L'apertura della campagna elettorale si terrà martedì 23 agosto, alle ore 18.00, a Piazza Roma. Interverrà, oltre a Giorgia Meloni, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. Saranno presenti i candidati al Parlamento di Fratelli d'Italia e dirigenti locali e regionali del partito”.
"Il titolo della campagna è 'Pronti a risollevare l'Italia' e Fratelli d'Italia Marche è pronta a fare la sua parte dopo aver risollevato questa straordinaria regione. Accoglieremo Giorgia Meloni con il calore e l'entusiasmo che ci condurranno sino alla vittoria delle elezioni politiche", conclude la coordinatrice di Fdi.
"La premessa è la stessa, e quindi sono comprensibili delusioni e mal di pancia. Io stesso sono rimasto scandalizzato da come si sia buttato fango assurdo e ingiustificato su una figura autorevole come quella di Valerio Lucciarini che ha dimostrato, ancora una volta, di essere un grande dirigente politico". Così il sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci dem Matteo Ricci sulle candidature del partito nelle Marche per le prossime elezioni politiche del 25 settembre.
Ricci esprime comunque "soddisfazione. Complessivamente è venuto fuori un discreto lavoro. Con una lista rappresentativa di tutti i territori, tra proporzionale certi o possibili e collegi maggioritari contendibili. Inoltre, in molte regioni le candidature che vengono da fuori sono state tante, nelle Marche c'è solo quella di Alberto Losacco, che però è commissario e quindi il rappresentante del Partito marchigiano".
"Inoltre, nel maggioritario Senato nord avremo una candidatura come quella di Marco Bentivogli a rafforzare il profilo riformista della nostra coalizione. Quindi in bocca al lupo a Losacco, Irene Manzi e Augusto Curti - scrive Ricci - che guideranno le liste proporzionali e agli altri che daranno una mano in posizioni più di servizio".
"A maggior ragione dovremo essere al fianco di chi combatterà nei collegi maggioritari: per la Camera Alessia Morani, Mastrovincenzo, Esposito, Mari Marziali; - prosegue il sindaco di Pesaro - per il senato Bentivogli e Mirella Gattari". L'invito è "a mettercela tutta, la partita contro la destra è aperta e dobbiamo puntare a fare del Pd il primo partito, anche nelle Marche".
Un ultimo invito Ricci lo fa poi alla conterranea e deputata dem Alessia Morani che non ha gradito il proprio posizionamento nelle liste: "ho letto la sua dichiarazione di rinuncia. Spero ci ripensi e sia protagonista della partita. Anche perché nella nostra provincia dobbiamo vincere, sarò in prima linea come sempre a sostegno dei candidati".
(Foto Ansa)
Con 3 voti contrari e 5 astenuti la direzione nazionale del Pd, riunita al Nazareno, ha approvato nella notte di Ferragosto le liste per le candidature in vista delle prossime elezioni. La riunione, convocata e slittata più volte nel corso della giornata, si è conclusa intorno alle 00.45. Gli esponenti della corrente di Base riformista, una ventina circa, non hanno partecipato al voto. Quindi non sono conteggiati né tra i 3 voti contrari né tra i 5 astenuti sulle liste.
Per quanto riguarda la regione Marche i due candidati scelti come capolista al proporzionale, rispettivamente per Camera e Senato, saranno l'ex deputata e vicesindaco di Macerata Irene Manzi e il commissario regionale Alberto Losacco, di origini pugliesi.
Nel dettaglio, alla Camera, nel proporzionale sono candidati anche l'ex sindaco di Force Augusto Curti (al secondo posto), l'ex deputata Alessia Morani (al terzo posto) e Antonio Gitto del Partito Socialista (al quarto posto). Al Senato, dietro Losacco, candidato il pesarese Daniele Vimini.
Per quanto riguarda il collegio uninominale Marche Sud (Macerata, Fermo e Ascoli) al Senato la scelta ricade sulla maceratese Mirella Gattari, ex presidente regionale della Confederazione italiana dell'agricoltura (Cia).
I collegi uninominali della Camera, ripartiti per provincia, vanno invece all'ex rettore dell'università di Camerino Fulvio Esposito per Macerata, a Meri Marziali per Ascoli/Fermo, al consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo per Ancona e all'ex deputata Alessia Morani per Pesaro.
Scelta che ha comportato l'immediata reazione dell'ex deputata Morani: "È stata una lunga notte e finalmente sono state decise le liste dei candidati del Partito democratico per le prossime elezioni politiche - afferma -. Ho saputo quale fosse la mia posizione in lista solo al momento della lettura da parte di Marco Meloni dell’elenco dei candidati".
"Nei posti eleggibili per le Marche sono stati designati Alberto Losacco, commissario del Pd Marche, Irene Manzi e Augusto Curti - aggiunge Morani -. A mia insaputa, il mio partito ha deciso di assegnarmi il collegio uninominale di Pesaro e un terzo posto nel proporzionale". "Ho comunicato al mio partito - annuncia - che non intendo accettare queste candidature. Avrò modo in seguito di spiegare le motivazioni che mi hanno convinta della bontà di questa scelta" conclude Morani.
"Nei giorni scorsi ho presentato la mia autocandidatura alla Camera dei Deputati, in continuità con questi quattro anni e mezzo passati a battagliare proprio alla Camera dove attualmente sono l’unica rappresentante del Movimento del Centro Marche in Parlamento". Ad annunciarlo tramite un video pubblicato sulla propria pagina social è Mirella Emiliozzi,
Ora la parola passerà agli iscritti del Movimento 5 Stelle che quest'oggi, dalle 10 alle 22, potranno partecipare alle consultazioni ed esprimersi sulle proposte di autocandidatura. "Il lavoro negli ultimi 4 anni è stato tantissimo, incessante ed ha portato a risultati straordinari e a volte insperati - spiega Emiliozzi -. Penso ai 24 milioni per l’edilizia scolastica marchigiana e 400mila euro per i laboratori di sostenibilità, orti e giardini didattici, allo sblocco della Quadrilatero, che porterà nuove fondamentali infrastrutture per la costa e per l’entroterra marchigiano migliorando finalmente le vie di comunicazione di un territorio che da sempre soffre proprio a causa di collegamenti inadeguati".
Emiliozzi fa anche riferimento all’area di crisi industriale complessa del distretto fermano-maceratese "bloccata da anni e per la quale ho lottato molto", "i fondi per combattere il dissesto idrogeologico, la riforma del microcredito che è stata inserita nel decreto Ristori, lo stanziamento di risorse per 122 milioni di euro per favorire l’Export marchigiano e per 1 milione e 800mila euro dedicate ai servizi sociali dei comuni marchigiani".
"Questi sono alcuni esempi degli impegni portati a termine a livello locale e che si aggiungono al mio lavoro in commissione Esteri, dove comunque mi sono molto occupata delle questioni legate alla formazione e al riconoscimento Unesco, riportando anche diversi successi, e per alcune delle quali spero ci siano a breve sviluppi importanti" conclude Emiliozzi.
Il Letta che non ti aspetti, lo spilungone che passa con leggerezza dallo stile british al 'misogino per caso'. La Meloni che si dichiara pronta a governare ma chiede il lasciapassare agli scettici d’Oltralpe, a quegli euro-raccomandati che sobbalzano sulle loro poltrone ad ogni ombra di novità all’orizzonte.
Campagna elettorale italiana che facciamo fatica a capire noi italiani, figuriamoci gli altri. Eppure qualche vecchio vizio italico emerge e non dovrebbe stupirci. Partiamo da Letta.
Alzi la mano chi tra gli ex Dc e gli ex Pci s’identifica con la linea politica di questo eccellente “maestro d’accordi”, come possono testimoniare il Renzi dell’Enricostaisereno prima e Calenda sbaciucchione voltagabbana poi.
Inutili e ridicoli i suoi atteggiamenti belligeranti, consumati troppo presto nello scomposto “Meloni si sta incipriando”, che non appartengono al suo stile passivo, remissivo e accomodante, ma ad un rozzo appassionato di battute da bar sport con a fianco una cariatide cambia-giacchetta come Emma Bonino.
Le donne di sinistra, Bonino in primis, non hanno pensato nemmeno un istante a scendere in piazza contro una scivolata misogina di uno che dovrebbe essere leader progressista, ma che ambisce a collezionare sconfitte e figuracce dal peggior conservatore che si possa immaginare.
Eppure a parti invertite, anzi a morali invertite, avremmo assistito a ben altro che a qualche timido botta e risposta su giornali e tv. Nelle Marche, chi, come il PD, vorrebbe candidare a Roma un ex pugile-Sindaco, tale Valerio Lucciarini di Offida, che prese a schiaffi una donna durante una manifestazione pubblica, non può ostentare, a piacimento e fedele alla doppia morale di cui sopra, la sempre più esile foglia di fico della parità di genere o della lotta contro la violenza sulle donne.
Dalla cipria alla fiamma la musica non cambia.I 'soloni' della sinistra chiedono l’inginocchiamento simbolico della probabile futura premier Giorgia Meloni, invitandola a cancellare dal simbolo del suo partito la Fiamma di "destronze" memorie. Siamo nella patologia politica più seria che si possa pensare.
Già il leader carismatico Almirante decise di sostituire gli scomodi simboli fascisti con la fiamma, per garantire quella discontinuità con il passato recentissimo, ma che ancora alla DC di allora faceva molto comodo nel pieno delle Guerra Fredda. Poi qualcuno gli fece notare che il trapezio alla base della fiamma poteva rappresentare la bara di Mussolini e far intendere che il Duce fosse immortale, come appunto la fiamma ardente.
Adesso c’è chi, come l’intoccabile senatrice a vita Segre, chiede di disfarsi della fiamma, quasi fosse un’esperta di simbologia politica, salvo poi accoppiarsi con la signorina del 'www' Chiara Ferragni per chissà quale sciatta operazione di marketing populista e straccione. Di questo passo si chiederà di disfarsi anche della Meloni?
Un segno evidente del degrado che imperversa sul dibattito politico tra perdenti di successo (Pd e loro macchiette di contorno) e vincenti dell’ultima ora (della serie “scusate se ho vinto per merito vostro, ma devo governare una Nazione in ginocchio”).
Questa doppia morale targata Pd infastidisce e grida vendetta, ma il centro destra non può cadere nella trappola dell’inginocchiamento ad oltranza. Chi attacca l’avversario politico utilizzando, ingenuamente o no, frasi misogine.
Chi attacca l’avversario elevandosi a professore con la cattedra di etica, chiedendo non solo l’abiura ma anche la cancellazione di simboli "equivoci". Chi s’appella ancora all’assenza di verginità morale, nonostante avesse fino a pochi anni fa l’impronta della falce e martello sulla pelle, e sulla coscienza 22 milioni di morti che, brandendo quella sinistra simbologia, il loro mito Stalin causò nel più completo silenzio dei benpensanti, oggi panciuti professionisti che vivono in appartamenti ai Parioli e dintorni.
Chi è tutto (o parte) di questo, non può continuare a fare la morale a chi è già proiettato verso una dimensione post-ideologica, quel centro-destra che è l’anima e il cuore pulsante dell’Italia progressista che vuole ridurre le diseguaglianze sociali, tifa per il merito, lotta per il futuro dei giovani e il benessere di quelle classi medio basse che la sinistra di Prodi e compagni ha indebolito e reso schiava di banche e debiti verso uno Stato che tutela solo privilegi e protetti.
Per questo centro destra sarà più facile vincere il 25 settembre che vincere l’eterna sfida contro i falsi progressisti, contro quelli che ancora credono alla taumaturgia dei simboli, alle alleanze spartitorie da primissima Repubblica, ai vitalizi dopo qualche annetto passato a schiacciare pulsanti in Parlamento. Quelli che credono molto meno all’Italia e al futuro degli italiani, soprattutto di quelli che ancora s’illudono di rappresentare ma che li hanno abbandonato da tempo immemore.
Converrebbe spegnere i riflettori su tutto ciò. Perché, si sa, come dicevano gli antichi poeti "sublata lucerna nullum discrimen inter mulieres", tradotto "a luce spenta tutte le donne sono uguali". Ma i politici?
"La nostra comunità e molti simpatizzanti hanno espresso rallegramenti, anche a Roma, per ben due nomi 'camerti' che il partito provinciale ha inviato al nazionale insieme agli altri individuati". A dichiararlo è il segretario del circolo del Partito Democratico di Camerino, Marco Belardinelli, nel commentare la segnalazione dei profili di Leonardo Lorenzetti, avvocato e membro del partito, e Fulvio Esposito, professore e già rettore Unicam come possibili candidature a parlamentari in vista delle elezioni del 25 settembre.
"Due nomi di peso, di indubbia professionalità e serietà, doti sempre più rare in alcuni ambienti - afferma Belardinelli -. L’avvocato Lorenzetti è da molto un rilevante nome politico del Partito Democratico, conosciuto anche negli ambienti romani per i suoi contributi politici e libero professionista di riconosciuto livello. Il professor Esposito è espressione della società civile, docente alla scuola di scienze Unicam, di cui è stato rettore, e in seguito capo della segreteria tecnica del Miur oltre ad avere altri incarichi anche in Europa".
Nomi che "possono essere presi in considerazione dal segretario Letta e dalla Direzione nazionale per dei posti nei collegi maceratesi o del sud delle Marche - spiega il segretario del circolo camerte del Pd -. Sicuramente sono molti i nomi di peso soprattutto tra donne, amministratori locali e anche un consigliere regionale come Romano Carancini. Il nostro circolo e il partito sosterrà con convinzione chiunque sarà scelto come candidato, considerando che i nomi potrebbero arrivare già tra oggi e domani, visti i tempi stretti di questa campagna estiva. Ovviamente, però, esprimiamo la nostra felicità per questi due personaggi che bene rappresentano il territorio dell’appennino camerte oltre che la provincia e la regione tutta".
"Dalla ricostruzione post sisma, ai danni economici di pandemia e guerra in Ucraina, dalla tematica centrale dei cambiamenti ambientali e della transizione ecologica, fino ai giovani e al lavoro. Molte sono le sfide che la prossima legislatura dovrà affrontare" prosegue Belardinelli. "Questi candidati - conclude - sono la soluzione, l’argine, ad un'Italia trasformata, con i cittadini che potrebbero arrivare a lottare per la loro stessa sopravvivenza in quanto alcuni capi politici da sempre mettono in dubbio i diritti civili e sociali di alcune categorie (eutanasia legale o legge contro i crimini d’odio) o continuano a discriminare tra chi ha di più e chi ha di meno (Flat tax)".
Sono state pubblicate le graduatorie relative al finanziamento per creare ambienti didattici innovativi nella scuola dell'infanzia. Per le Marche arrivano oltre 8,5 milioni di euro (8.550.000). Sono 114 le scuole dell’infanzia marchigiane beneficiarie: 39 nella provincia di Ancona, 30 in quella di Pesaro, 27 nella provincia di Macerata (a cui sono destinati 2 milioni), 18 nelle province di Ascoli e Fermo. Il bando prevede un finanziamento di 75 mila euro per ciascun istituto. Soddisfazione da parte dell'assessore regionale all'Istruzione, Giorgia Latini.
"Prosegue a pieno ritmo tutto il percorso del 'laboratorio d'innovazione' già avviato tempo fa con il finanziamento di 750 mila euro per cinque progetti sperimentali e innovativi di didattica orientativa nelle province marchigiane - afferma l'assessore -. Si tratta di un intervento fondamentale per consentire una didattica laboratoriale che metta al centro i ragazzi che non vanno più considerati come un numero".
"Vogliamo sostenere il loro progetto formativo e contrastare fenomeni come l'abbandono e la dispersione scolastica - aggiunge Latini -. Siamo sicuri che puntare su innovazione e didattica digitale sia la direzione da seguire: si innalza il sistema formativo, si valorizzano le attitudini e le potenzialità di ogni studente".
L’obiettivo è innovare la didattica anche nella scuola dell’infanzia, tramite la creazione di ambienti che consentano, già dalla fascia di età 3-6 anni, l’acquisizione, da parte delle bambine e dei bambini, delle prime abilità nel pensiero critico, nel problem solving, nel pensiero computazionale, nella collaborazione, nella comunicazione, nella creatività, nell’alfabetizzazione tecnologica, nelle STEM (le discipline scientifiche - Science, Technology, Engineering and Mathematics).
Gli interventi riguardano l’allestimento e/o l’adeguamento di arredi (nella percentuale massima del 60%), attrezzature digitali e attrezzature didattico-educative e dovranno essere realizzati tempestivamente.
"Sarà un ferragosto all'insegna dei liquami". Così il Comitato per la sicurezza dell'Hotel House, rappresentato da Luca Davide critica, in una nota, l'amministratrice condominiale e il comune di Porto Recanati "per il disinteresse che sta dimostrando nei confronti dei residenti del condominio".
"A poco più di 24 ore dall'ennesimo episodio di sversamento di liquami avvenuto all'Hotel House siamo a denunciare la totale indifferenza da parte degli organi preposti al controllo e alla tutela della salute pubblica del condominio. Eppure non è potuto passare inosservato l'intervento dei vigili del fuoco di giovedì" puntualizza Davide.
"Sia l'amministratrice condominiale che l'amministrazione comunale sono stati ripetutamente informati del grave stato di degrado in cui si trova il condominio. Sanno ma fanno finta di non sapere - prosegue il rappresentante del comitato -. Entrambi sono al corrente dei continui versamenti di liquami e di tutte le relative conseguenze in ordine di salute pubblica derivanti, ancor più in questo periodo di caldo".
"Cosa non da poco è il rischio per numerose famiglie con minori a carico di trovarsi per strada a causa dell'inagibilità degli immobili abitati. All'Hotel House non si è presentato nessuno né è stato eseguito alcun intervento risolutorio. Il nostro condominio serve solo come baluardo per riempirsi la bocca con la parola integrazione facendosi all'occorrenza qualche foto con i nostri piccoli residenti per poi postarla sui social. Noi a tutto questo diciamo no e denunciamo pubblicamente a tutta la cittadinanza il comportamento inadeguato di chi invece dovrebbe impegnarsi per risolvere una questione che coinvolge l'intera città" si conclude nella nota.
Non si è fatta, però, attendere la replica del Comune di Porto Recanati."In relazione dichiarazioni di Luca Davide attinenti alle criticità sul sistema fognario del condominio Hotel House - si legge in una nota del sindaco Michelini - l'Amministrazione comunale specifica e puntualizza che ha provveduto mediante suoi funzionari ad effettuare un sopralluogo nel palazzone appurando che il danno è relativo a immobili di proprietà privata sui quali un ente pubblico non può intervenire.
"Rispedite, dunque. al mittente le accuse di inerzia che il coordinatore locale della Lega, presidente del quartiere Santa Maria in Potenza e abitante del palazzone muove in senso strumentale e politico".
"Come Amministrazione comunale non intendiamo entrare in polemiche che riguardano la battaglia in atto per la guida presente e futura dell’amministrazione condominiale del palazzo che vede Luca Davide protagonista ma, nel contempo, non possiamo rimanere silenti al cospetto di pesanti accuse che lo stesso muove pretendendo interventi da effettuarsi con risorse pubbliche su strutture private", conclude il sindaco.
La Giunta regionale delle Marche, su proposta dell’assessore all’urbanistica Stefano Aguzzi, ha approvato le procedure per l'utilizzo nel 2022 dei fondi statali per l'eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati (in attuazione della Legge 13 del 1989).
"Vengono finanziati interventi privati per circa 3 milioni di euro che garantiscono di soddisfare la totale copertura del fabbisogno stimato. Si tratta di una norma che ha la finalità di agevolare le condizioni di vita di tanti marchigiani" spiega l'assessore Aguzzi.
"Le risorse sono ripartite sulla base delle domande presentate entro il 1 marzo 2020 da cittadini residenti in quasi 130 comuni marchigiani, quantificate in circa 2,9 milioni di euro. In caso di opere non eseguite, le istruttorie effettuate dai comuni prevedono, ai fini della liquidazione del contributo, che le stesse abbiano inizio entro 8 mesi dalla richiesta di documentazione da parte del comune - conclude Aguzzi -. Le risorse non utilizzate verranno ripartite tra i comuni unitamente alle prossime risorse statali assegnate alla Regione Marche".
In arrivo importanti risorse economiche per il comune di Matelica sul fronte della digitalizzazione degli uffici. Negli scorsi mesi l’ente ha partecipato a quattro avvisi pubblici per ottenere dei finanziamenti nell’ambito delle risorse del Pnrr (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) dedicate alla trasformazione digitale di alcuni servizi comunali.
La risposta è stata positiva per tutte e quattro le domande e ora il comune riceverà oltre 160mila euro per implementare le sue attività e fornire prestazioni più efficienti al cittadino. Nello specifico Matelica riceverà: 23.996 euro per la misura "Pago PA"; 3.430 euro per la misura "App Io"; 14.000 euro per la misura "Spid Cie" e 121.992 euro per l’investimento "Abilitazione al Cloud".
Grande la soddisfazione dell’assessore con delega all’innovazione tecnologica Maria Boccaccini che ha curato e seguito le varie fasi dei bandi: "Si tratta di un risultato importante giunto al termine di un ottimo lavoro degli uffici comunali - spiega - queste risorse sono fondamentali per la digitalizzazione del Comune di Matelica, un passaggio tanto atteso quanto necessario per velocizzare e semplificare diverse operazioni. A settembre inizieremo subito a lavorare per adeguare passo dopo passo il comune alle disposizioni dettate dai bandi in modo tale da rispettare i tempi di completamento delle varie attività".
“I parlamentari eletti nel collegio di Macerata siano viva espressione del territorio". A dirlo è Federico Maccari, Ceo di Entroterra Spa in riferimento alla designazione da parte dei partiti e delle coalizioni dei candidati allo scranno alla Camera e al Senato alle elezioni del prossimo 25 settembre.
"La partita si gioca in queste ore - aggiunge Maccari - e l'auspicio è che i leader di partito tengano conto che qui nel nostro entroterra, alle difficoltà congiunturali che si vivono ovunque, si aggiungono il fatto che noi paghiamo un gap infrastrutturale a cui si sta provando a mettere mano con interventi che richiedono tempi medio-lunghi, e la questione della ricostruzione post sisma che è partita grazie alla sinergia di tutti gli attori istituzionali ma che è ben lontano dall'essere conclusa".
Per l'imprenditore di Camerino, la cui azienda ha recentemente inaugurato un ulteriore ampliamento dello stabilimento produttivo con la prospettiva di assumere altro personale tutto residente in questi comuni, "occorrono voci provenienti dal territorio e non solo eletti in questo collegio. La differenza è avere parlamentari presenti e consapevoli delle necessità che vanno rappresentate, e sensibili a comprendere le priorità".
"Diversamente si rischierebbe che un territorio già storicamente penalizzato torni ad essere dimenticato demotivando coloro che hanno a cuore questa zona montana e vi investono per darle futuro, lavoro e opportunità". “Inoltre dare continuità all’azione già avviata nella precedente legislatura sarebbe sicuramente un vantaggio per il territorio” – conclude Maccari - .
Il presidente della provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, ha firmato la nomina del consigliere Luca Buldorini come nuovo vicepresidente, al posto di Claudio Morresi che ha dovuto lasciare l’incarico dopo essere stato nominato assessore al comune di Civitanova.
"Sono onorato della fiducia che mi è stata rinnovata dal presidente Parcaroli e dagli altri consiglieri di maggioranza – ha commentato Buldorini -. Sono pronto a portare avanti il programma di governo come abbiamo già iniziato a fare in questi mesi per la crescita dell’intero territorio, con l’appoggio di tutto il consiglio provinciale con cui, fin dal primo momento, c’è sempre stato un confronto costruttivo e leale".
"Insieme porteremo a termine gli impegni presi” conclude il consigliere Buldorini, che ha firmato questa mattina l’atto di nomina e nella prima seduta dopo le ferie, l’atto sarà comunicato ufficialmente anche al consiglio provinciale.
“Giorgia Meloni sta cercando di incipriarsi”, il commento durante un’intervista occorsa mercoledì mattina del segretario Pd Enrico Letta, in riferimento alla ’nuova’ condotta della leader di FdI sulla politica estera. “Meloni sta cercando di cambiare immagine, ma a me sembra una posizione molto delicata, se i punti di riferimento sono Orban e il decalogo di Vox. Suggerirei che non si faccia un discorso in Spagna per il pubblico spagnolo e uno in Italia per gli italiani: ognuno di noi ha una faccia sola”.
Un’osservazione senz’altro rilevante quella del coordinatore dem, penalizzata ‘ahinoi’ da quell’uscita infelice che Meloni non ha perso tempo – come servita su un piatto d’argento – a bollare come 'misogina'. E aggiungendo - rivolta all’intero comparto del PD - “le vostre contraddizioni non le coprite neanche con lo stucco”.
Uno a uno, palla al centro. Nulla di strano in realtà: normali bisticci da campagna elettorale per dimostrare chi ha meno o maggiore credibilità rispetto all’avversario. Fintanto che non si cominci a parlare dei rispettivi programmi in termini comprensibili: non solo per quanto riguarda ovviamente le emergenze economico-energetiche dell’Italia, ma anche – se non soprattutto – in merito alle problematiche sociali che pongono inevitabilmente sotto i riflettori il tema dei diritti civili.
Se per l’aspirante presidente del Consiglio i valori della famiglia vengono prima di ogni cosa, diventa doveroso per i cittadini italiani tener presente una serie di aspetti pratici - oltre che morali ed etici - che riducono sensibilmente il confine tra onestà e ipocrisia della stessa. “Diventare genitori è aprirsi al futuro”, il che significa, innanzitutto, tener conto di quel 73% di donne occupate senza figli e di quel 53,9% con progenie al di sotto dei 6 anni (dati Istat).
La proposta di FdI qui richiama ad “asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici, con un sistema di apertura a rotazione nel periodo estivo per le madri lavoratrici”. Spunto lodevole, ma che richiederebbe un incremento del numero di strutture, e al momento l’Italia è ferma al 26,9% (al Sud e Isole circa il 15%). Non solo: i criteri di selezione delle domande da parte dei vari comuni per accedere agli asili pubblici tendono già di per sé a favorire le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori (sacrificando dunque le madri e i single).
Inoltre, FdI promette di coprire l’80% del congedo parentale, ma che a fronte delle disparità di stipendio fra uomini e donne rischia di penalizzare ulteriormente le seconde, per le quali la quota di abbandono della professione dopo la nascita dei figli ha già raggiunto il 25%. Bisogna capire se gli incentivi alle aziende per assunzione di neomamme e le varie deducibilità – come quella del costo ed eliminazione dell’IVA sui prodotti per la prima infanzia – sono in grado di fare sufficientemente da ammortizzatori.
Difficile poi non considerare un altro dato. L’immagine della famiglia tradizionale promossa da Meloni e soci che non risponde più a quella che è la realtà effettiva, considerando che le coppie con figli e le famiglie composte da una sola persona nel nostro paese si equivalgono, in termini numerici: 33% (dati Istat).
In ultimo, il “sostegno alla vita e alla famigia naturale” che avanza la leader di FdI fa capo alla difesa della prima parte della legge 194 (in favore unicamente delle madri che non vogliono abortire), della libertà educativa a dispetto della cosidetta ‘teoria gender’, e alla battaglia strenua contro l’utero in affitto (velocizzando le adozioni).
Una serie di provvedimenti che nel programma sono rintracciabili sotto la voce - più volte ripetuta - 'libertà'. Ma ovviamente, con delle eccezioni. Della serie “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri” (G. Orwell, La fattoria degli animali, 1945).
Pari opportunità, diritti civili: la battaglia per le politiche del 25 settembre rischia di mettere in seria discussione il ruolo della donna all’interno della società italiana. Il PD di Enrico Letta questo lo sa bene, e stavolta per convincere la platea di elettori che il centrosinistra non è un bluff servirà uno sforzo diverso, che non sia semplicemente quello trito di contrastare l’avanzata delle destre a colpi di talk e tweet. Gli argomenti, del resto, sono sempre gli stessi, ma a mancare sono ancora concretezza e lungimiranza.
Compiti sotto l’ombrellone: studiare gli “Appunti per un programma conservatore” (FdI) e sottolineare tutti quei passaggi che, secondo il proprio grado di consapevolezza, sottendono pericolosi passi indietro in termini di evoluzione sociale. Sul fronte opposto, tenere sotto controllo i movimenti convulsi di PD e coalizione tutta, allo scopo di rintracciare un nostalgico senso di credibilità.
Infine, provare a capire se - una volta tanto - i cittadini italiani non saranno chiamati alle urne ancora una volta guidati dalla pura e semplice logica del 'meno peggio'. Pena per la politica: l’astensionismo.
Lega Fermo al lavoro a tutto campo . Si è tenuto con sullo sfondo del litorale sangiorgese l’incontro programmatico organizzato giovedì 11 agosto dal segretario provinciale Alan Petrini con il commissario regionale della Lega Riccardo Augusto Marchetti.
Con il contributo operativo dell’onorevole Mauro Lucentini, del consigliere regionale Marco Marinangeli e dei consiglieri comunali di Fermo Lorenzo Giacobbi, Gianluca Tulli e Luciano Romanella, gli esponenti del Carroccio hanno fatto il punto sugli importanti traguardi raggiunti dal partito a livello regionale, riforma sanitaria in primis.
Un tema quest’ultimo particolarmente attenzionato dai leghisti fermani che si stanno impegnando da tempo per il ripristino e l’attivazione di servizi fondamentali come l’emodinamica, indispensabile per un ospedale come quello Fermano che polarizza la domanda dell’intera provincia.
Lo stesso Lucentini ha dato la notizia in queste ore della pubblicazione dell’avviso di manifestazione d’interesse da parte dell’Area Vasta per reperire il personale. Nell’ambito della programmazione elettorale, che entrerà in fase calda con la presentazione il 12 agosto prossimo dei simboli delle coalizioni e delle liste, è stata fissata per il 10 settembre prossimo a Lido di Fermo la data della festa provinciale della Lega Fermo.
Una scelta che non risponde solo ai requisiti logistici, come sottolinea il segretario provinciale: “La costa fermana ha eccellenze indiscusse quanto enormi potenzialità – chiosa Alan Petrini - Lido di Fermo con la sua centralità è rappresentativo di una provincia in cui le risorse e le prospettive territoriali sono il frutto di una programmazione ricca di visione e concretezza. In questo scenario la Lega nel suo complesso svolge un ruolo determinante che avremo modo di sottolineare e ribadire nel corso dell’evento del 10 settembre prossimo”.
Mercoledì 10 agosto, il sindaco Mauro Sclavi, l’assessore Fabiano Gobbi, il presidente del Consiglio comunale Alessandro Massi Gentiloni Silverj e in rappresentanza della Giunta il vicesindaco Alessia Pupo e l’assessore Diego Aloisi hanno ricevuto il ministro del Lavoro e della Casa del Ghana Francis Asenso-Boakye. L’incontro è stato favorito anche grazie all’interessamento di Salvatore Piscitelli, già senatore della Repubblica.
Il politico ghanese è in questi giorni in visita privata nelle Marche ed era accompagnato da Riccardo Strano della ESIS, società che sta favorendo rapporti commerciali e partnership con il Ghana e dal Consigliere regionale Mirko Bilò, che per conto della Regione Marche ha avviato una serie di scambi a più livelli.
Dopo un primo incontro conoscitivo tra l’Amministrazione comunale, il ministro Francis Asenso-Boakye che era accompagnato dalla moglie e dai figli, ha incontrato i rappresentanti di alcune associazioni di categoria di imprenditori e artigiani tra cui Enzo Mengani presidente interprovinciale di Confartigianato, Fabio Mazzocchetti presidente di Confartigianato Imprese di Tolentino, Riccardo Golota responsabile sviluppo servizi di Confartigianato Macerata, Maurilio Tritarelli presidente Cna Macerata e Doriano Marchetti presidente e Ceo di Moncaro.
"Con questo incontro – ha sottolineato il sindaco Mauro Scalvi – abbiamo gettato un ponte fra noi e un mondo molto lontano che è in crescita che sicuramente può apprezzare la nostra produzione sia manifatturiera che enogastronomica. Abbiamo fatto scoprire al ministro la nostra Tolentino, dalla Basilica di San Nicola al Teatro Nicola Vaccaj e gli abbiamo fatto degustare le prelibatezze che noi produciamo su questo territorio è che sono il nostro miglior biglietto da visita, anche perché assaggiare le nostre tipicità trasferisce immediatamente quelle sensazioni e quelle conoscenze che verbalmente non rendono così bene come una sincera stretta di mano e l’assaggio di un bicchiere di vino di una cantina tolentinate".
"Ci auguriamo che questo primo incontro possa sfociare in qualche accordo che coinvolga tramite le agenzie deputate in concreti scambi commerciali con i nostri artigiani e le nostre imprese. Al ministro Francis Asenso-Boakye sono state donate alcune pubblicazioni riguardanti l’arte e la storia di Tolentino e alcuni prodotti di aziende locali oltre del maglia del Tolentino Calcio".
Francis Assenso-Boakye è un politico e uomo d'affari ghanese. È un membro del Nuovo Partito Patriottico. È membro del parlamento del collegio elettorale di Bantama nella regione Ashanti del Ghana. Era il vice capo di stato maggiore e assistente politico di Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, presidente della Repubblica del Ghana. Attualmente è ministro del Lavoro e della Casa.
Il capogruppo di maggioranza del Consiglio comunale di Appignano e segretario provinciale di Italia al Centro, Rolando Vitali, risonde a quanto dichiarato ieri dal capogruppo consiliare Luca Buldorini (leggi qui):
"In qualità di capogruppo di maggioranza - spiega Vitali - è mio dovere dare una risposta all’articolo apparso a nome del capogruppo consiliare Luca Buldorini, il quale mi accusa di aver virato a destra. Per dovere di cronaca devo ricordare all’attuale segretario provinciale della Lega che alle ultime elezioni politiche del 4 marzo 2018, io sono stato l’unico rappresentante di lista per la Lega nei seggi di Appignano. Quindi semmai dovremmo parlare di virata al centro, in quanto da poco tempo sono stato nominato coordinatore provinciale di Italia al Centro. Toti ha più volte affermato di essere il centro del centrodestra, la gamba moderata della coalizione, a differenza di Buldorini che preferisce le entrate a gamba tesa".
"In questo momento la Lega e Italia al Centro fanno parte della stessa coalizione che si presenterà alle elezioni del 25 settembre, pertanto mi sembra politicamente assurdo ed insensato che il segretario provinciale della Lega vada all’attacco del segretario provinciale di Italia al Centro - continua Vitali -. Spero che da Roma gli vengano dati i nominativi dei partiti avversari nel più breve tempo possibile".
"Per quanto riguarda l’operato dell’Amministrazione Comunale devo dire che rimango sconcertato dall’esternazioni del capogruppo Buldorini, in quanto riporta notizie completamente diverse da quanto detto e verbalizzato nell’ultimo Consiglio Comunale del 14 luglio scorso.
"Relativamente all’immobile di via IV Novembre va precisato che deve farsi riferimento ad un contesto condominiale, questo vuol dire che più soggetti sono proprietari. Inoltre l'intervento di bonifica è stato posto in essere a seguito di un'ordinanza, verso l'intero condominio, in quanto non ottemperata da parte dei proprietari".
"Questo, qualora il consigliere ancora non lo avesse capito, nonostante sia stato ampiamente dibattuto in tanti consigli comunali, vuol dire che il Comune ha agito in danno: ossia ha eseguito l'intervento a scopo di tutelare la salute dei cittadini, ma non a carico degli stessi".
"Infatti, la spesa della bonifica verrà recuperata tramite un'azione coattiva nei confronti dei proprietari che, peraltro, rispondono in solido nei confronti del Comune stesso come del resto già comunicato in corso dell’ultimo consiglio comunale del 14 luglio nel quale era presente lo stesso consigliere Buldorini. Peraltro la procedura è già iniziata; ma forse sempre lo stesso consigliere Buldorini è dimentico anche di questo aspetto".
"Questo è stato possibile proprio perché il Comune ha agito seguendo scrupolosamente quanto indicato da tutti gli organi amministrativi, sanitari e tecnici coinvolti nella questione". "Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza - prosegue il capogruppo - è stata bocciata la mozione del consigliere Buldorini in quanto l’Amministrazione Comunale aveva già avviato la procedura con l’Ambito Territoriale per l’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza".
"Con la referente d’ambito sono stati definiti i progetti ed individuati i soggetti, entro fine mese verranno formalizzati e portati in giunta ad inizio settembre. Buldorini avrebbe voluto attribuirsi meriti che non ha, cosa che gli piace fare spesso, dimenticando che, in questo momento, il sindaco è Mariano Calamita e lui è un consigliere di opposizione".
“Le parole di Mirella Paglialunga sono davvero stucchevoli. Certo parlare è gratis, nei social ancora di più. Al suo intervento davvero poco costruttivo mancava solo il riferimento alla famosa frase 'piove governo ladro'. Lei, bocciata pesantemente alle urne, evidentemente sta cercando visibilità ma le recenti vicende non possono essere liquidate con parole dal chiaro intento speculativo”.
Ad affermarlo è la lista civica di centrodestra, Civitanova Unica, in seguito alle parole della consigliera del Pd sul problema sicurezza nella città rivierasca, dopo i recenti fatti di sangue. “Quello che è accaduto - continua - ci deve mettere in guardia e farci prendere decisioni importanti e serie. Le decisioni non si esplicitano con un intervento parlamentare come quello della senatrice Emiliozzi che nulla portano sul tavolo della questioni, anzi rischiano di peggiorare il senso degli accadimenti e a sicuro danno della nostra città”.
“Il sindaco Ciarapica ha tenuto in questi frangenti un comportamento da vero primo cittadino, prima con il dialogo intrapreso con gli amici e familiari di Alika poi con il diretto e stretto contatto con gli organismi sovracomunali”. “La nostra città da sempre e da tutti è riconosciuta come accogliente e ben organizzata e questo non può essere cancellato da fatti, vorremo dire concomitanti e occasionali. Certo occorre mettere in campo azioni che stronchino sul nascere questo tipo di vicende e l’amministrazione attuale ha le capacità ma soprattutto l’intento di farlo”.
“Non si può far passare Civitanova da razzista come purtroppo hanno inneggiato durante la manifestazione di sabato. L’amministrazione comunale sta mettendo e metterà in campo azioni degne del problema e delle quali puntualmente sarà edotta la cittadinanza tutta”.
“Occorre che i civitanovesi si ribellino a ogni tipo di strumentalizzazione e che non ci stiano a passare per quelli che non sono, vale la pena ricordare che ogni volta da terremoti ad alluvioni da Civitanova sono sempre partiti aiuti per i più sfortunati”.
“Il nostro è un appello a far sì che i commenti partitici siano tenuti fuori da ogni tipo di ingerenza sull’operato del sindaco, della giunta, del consiglio e dei cittadini tutti. Occorre senza dubbio una più consistente azione di controllo e prevenzione per questo ci si sta adoperando affinché le forze dell’ordine e i vigili urbani si attivino in tal senso”.
“Parlare poi della soluzione, ormai sotto gli occhi di tutti dell’abusivismo commerciale e degli accampamenti Rom effettuata da Ciarapica come una operazione di facciata è davvero menzognero, sottolineano i componenti della lista, in questo caso bisogna invece parlare di problemi risolti ed essere, cara Paglialunga, più obbiettivi e presentarsi anche se non eletti sindaci in consiglio comunale per il ruolo per il quale si è eletti ovvero semplice consigliere”, concludono.
“Il tentativo del sindaco Ciarapica di salvare l'immagine di Civitanova come di una città accogliente e sicura è fallito miseramente nonostante la politica tutta gli abbia dato una mano in questo processo comunicativo e mediatico: ennesimo fatto di sangue e di violenza a Civitanova Marche. Il secondo morto in meno di 10 giorni. E poi risse violente in strada, furti, episodi d'intolleranza verbale nei diversi mezzi di comunicazione”. La consigliera di minoranza, Mirella Paglialunga, attacca il sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, dopo l’ennesimo fatto di cronaca cha ha coinvolto la città rivierasca.
“Siamo tutti spaventati e preoccupati perché episodi violenti avvengono a tutte le ore del giorno e della notte e coinvolgono come soggetti attivi chiunque: civitanovesi, turisti, passanti, giovanissimi o adulti”, scrive Paglialunga in una nota. “Non è importante di che colore sia la loro pelle o la loro residenza: sono uomini e donne che rendono Civitanova ad una città non più sicura, che sta perdendo la sua identità e le sue caratteristiche con preoccupante assimilazione alle fenomenologie sociali delle metropoli e dei luoghi senza identità”.
“Ora, al di là delle differenze politiche o ideologiche che sembrano condizionare il buon senso e la dialettica sociale e politica, ritengo che Ciarapica debba prendere atto e denunciare egli stesso una situazione che sembra inasprirsi ed aggravarsi ogni giorno di più”. “Non basteranno i grandi eventi a salvare l'immagine e l'economia cittadina. Non basteranno operazioni scaltre di comunicazione mediatica unilaterale che mistificano provvedimenti banali per grandi operazioni di sicurezza. Chi amministra oggi Civitanova Marche non può solo preoccuparsi dell'immagine e della facciata di perbenismo ma deve innanzitutto riconoscere che Civitanova non è più una città sicura e ciò che sta accadendo ormai da anni, sistematicamente si acuisce in occasione dell'estate anche e soprattutto in conseguenza di scelte o non scelte politiche ed amministrative”.
“A Civitanova la politica degli ultimi anni ha privilegiata la vita notturna, la movida, il facile proliferare di esercizi che regolano loro scelte a discapito della convivenza civile, della cultura, dell'integrazione, del rispetto delle regole e quindi della vera sicurezza ed integrazione. La vita notturna e la movida hanno portato con sé droga, criminalità, gioco d'azzardo. Chi detta le regole a Civitanova? Sicuramente non è più il bene comune”.
“Il sindaco non è preoccupato per i suoi cittadini, per i giovani? – domanda Paglialunga - . Non lo è nemmeno per i figli e per i nipoti? In campagna elettorale ci ha fatto credere che per stare sicuri bastava mandare via gli ambulanti che esponevano le loro merci lungo i marciapiedi del lungomare sud mandando messaggi limitanti, strumentali e di comodo. Ci ha fatto credere che l'unico male civitanovese fossero i rom.
“Oggi che tutto il lungomare di Civitanova Marche di notte e di giorno è in presenza della delinquenza e dello spaccio non c'è alcuna presa di posizione da parte dei nostri amministratori? Cosa stanno facendo? Quali sono i provvedimenti che intende prendere la giunta per tutelare noi civitanovesi a breve e a lungo termine? Hanno fatto campagna elettorale vantandosi di aver mandato via venditori ambulanti. I fatti tragicamente ci dicono che la sicurezza non dipende solo da questo, come una certa destra vuole continuamente far credere. Additare come problematici i più deboli è facile e consente di non fare autocritica, di non metterci in discussione e consente di lasciare spazio agli interessi criminali”.
“Vogliamo parlare di uno dei problemi principali? A Civitanova la droga è molto diffusa ed è causa di violenza e pericolo. I due episodi mortali direttamente o indirettamente sembrano confermarlo. È arrivato il momento che il sindaco renda chiare ed esplicite le sue politiche di lotta alla droga e le sue scelte perché l'amministrazione sia da supporto alla prevenzione ed al recupero. Cosa fa questa amministrazione al riguardo? Cosa intende fare? Non c'è alcuna presa di posizione. Ed intanto si lasciano proliferare i fenomeni più pericolosi. E non si dica che è una questione che riguarda prevalentemente altri soggetti istituzionali e che ad essi si delega ogni iniziativa, anche con esborso di somme per tacitare la coscienza e l'azione politica”
“Si continua ad ignorare che la cocaina scorre a fiumi a Civitanova e che sarà un problema ancora più grande nei futuri anni perchè i ragazzini hanno facile accesso, proprio perchè estremamente diffusa. La cocaina è la droga maggiormente presente ed è una sostanza che facilita aggressività, discontrollo comportamentale e paranoia.
“Bisognerebbe chiedersi - prosegue l'ex candidata sindaca del centrosinistra - perchè la cocaina stia attecchendo a Civitanova, non è casuale, ma ciò è collegato ad uno stile di vita sempre più spregiudicato, aggressivo, ambizioso, interessato ed individualista. È uno stile di vita, è un processo culturale a cui va posto un freno proprio dalle istituzioni ed in primis dalle politiche locali”.
“E siccome la politica non va in vacanza in questi frangenti, il sindaco, l'assessore alla sicurezza, l'assessore alle Politiche Giovanili, l'assessore ai Servizi Sociali diano conto immediatamente ai cittadini ed al consiglio comunale delle politiche a breve e a medio termine che intendono attivare fin da subito”.
“Una riunione urgente del consiglio comunale in cui si attendono chiarimenti nel merito delle questioni sollevate. Questa testimonianza di impegno farebbe venir meno circa l'opportunità delle loro dimissioni per manifesta incapacità di controllo e governo del territorio”, conclude Mirella Paglialunga.
“Civitanova è al centro della cronaca a causa di episodi di violenza che però non hanno mai evidenziato alcun coinvolgimento dei civitanovesi. L’unica loro colpa? Aver reso la loro città una delle più attrattive, sia commercialmente che turisticamente, dell’intera riviera Adriatica". Così Giorgio Pollastrelli, capogruppo della Lega e vicepresidente del consiglio comunale di Civitanova, ribadisce il ruolo proattivo dell’amministrazione civitanovese nel campo della sicurezza urbana: "Non vogliamo nascondere il problema, ma non possiamo neppure permettere che la città diventi simbolo di un degrado che, nella sostanza, non ci appartiene. L’amministrazione comunale di Civitanova, con il nostro assessore della Lega Giuseppe Cognigni sempre in prima linea, lavora da tempo in tema di sicurezza in sinergia con istituzioni e forze dell’ordine, sia sul contrasto che sulla prevenzione”.
“Gli amministratori comunali possono fare molto, ma non hanno le competenze né i mezzi di un prefetto o di un ministro. Possono, come di fatto accade, cogliere ogni opportunità di intervento - prosegue il capogruppo della Lega Pollastrelli - ed è proprio ciò che sta facendo a Civitanova l’assessore alla sicurezza Giuseppe Cognigni che ha realizzato un sistema di sorveglianza finanziato grazie ai progetti di sicurezza urbana fortemente voluti da Matteo Salvini - ricorda - Ministro dell’interno di cui si sente fortemente la mancanza. Oltre a rappresentare un elemento di deterrenza quotidiano, l’apporto delle telecamere in caso di indagini è fondamentale - spiega il capogruppo della Lega civitanovese - il colpevole dell’omicidio per regolamento di conti avvenuto sul lungomare nella tarda serata di lunedì 8 agosto è stato individuato proprio grazie agli occhi elettronici voluti dalla Lega. Fondamentale il lavoro fatto dall’assessore e dalle forze di polizia locali per la lotta all’abusivismo, il contrasto al nomadismo e alla microcriminalità, e la costante implementazione dei sistemi di controllo territoriali. Un controllo totale, però, è pressoché impossibile nonostante gli sforzi fatti anche come Comune di Civitanova con l’assunzione di ulteriori agenti di polizia locale per il periodo estivo. Siamo certi che - conclude -, con il ritorno della Lega al governo si metterà finalmente un freno all’immigrazione clandestina, che fornisce alla malavita una quantità ingente di manodopera a basso costo e alto tasso di disperazione, e si potenzieranno ulteriormente gli organici delle forze dell’ordine che ora fanno quello che possono, e anche di più”.
“L''Amministrazione comunale di Appignano versione arcobaleno, sempre meno civica e sempre più schierata politicamente con casacche di qualsiasi colore, basta che ci sia una poltrona in ballo”.
“Vira sul centrodestra con il capogruppo di maggioranza Rolando Vitali, segretario provinciale di Italia al Centro, il partito di Toti. Gravita ovunque con il sindaco Calamita, da cui aspettiamo di sapere da che parte della sinistra lo porti la divisa politica di Azione recentemente indossata dopo l’avvicinamento ad Italia Viva per tentare la scalata alla Provincia”.
“Di sicuro c’è solo il risultato di queste manovre: rottura del patto di fiducia con i cittadini e cortocircuito nelle scelte amministrative locali”. Lo dichiara Luca Buldorini, commissario della Lega provincia di Macerata e capogruppo d’opposizione in consiglio comunale ad Appignano.
“I cittadini di Appignano che hanno votato una civica come garanzia di attenzione alla città fuori dalle logiche di partito si ritrovano una manica di amministratori che pensano solo a sé stessi – prosegue Buldorini - .
“Due esempi su tutti: il caso amianto dei capannoni di via IV Novembre e l’impiego dei percettori di reddito di cittadinanza in lavori utili da me proposto nel corso dell’ultimo consiglio comunale. I capannoni, che sono di proprietà del suocero del sindaco, risultano essere l’unico sito privato di Appignano bonificato con soldi pubblici”.
“Per quanto riguarda l’impiego dei percettori di reddito di cittadinanza per 8-16 ore settimanali in lavori utili, il segretario-capogruppo Vitali non solo ha opposto il no della maggioranza, ma con quel no ha disconosciuto una battaglia del centrodestra nazionale a cui appartiene”.
“Appignano non merita un teatrino della politica così squallido – conclude Buldorini – Come filiera di governo provinciale e regionale continueremo a fare la nostra parte per risolvere il problema dell’Inrca, effettuare le manutenzioni di strade ed immobili di competenza della Provincia, intercettare finanziamenti per progetti di sostegno e rilancio della città ed ogni altra azione necessaria. E lo faremo con tutto l’impegno di cittadini con la passione della politica convinti che le città sono come i figli: non devono subire le ricadute delle colpe dei padri”.