Centrosinistra, punto e a capo. E stavolta - questa è l’impressione - prima di tutto per necessità, seguite poi dagli obbiettivi di rilancio del Paese sulle questioni sociali, ambientali ed economiche. Del resto, lo stesso Enrico Letta lo ha dichiarato sabato 6 agosto in conferenza stampa, dopo aver siglato l'accordo fra PD, Sinistra Italiana, Verdi, Impegno Civico e, di conseguenza, il divorzio da Azione/+Europa: al di là delle differenze politiche che separano i vari partiti, “l’accordo è stato raggiunto per senso di responsabilità” e, non ultimo, per “emergenza democratica”, riferendosi al timore che l’alleanza di centrodestra (Fdi-Lega-FI) possa ottenere una maggioranza parlamentare tale da poter modificare la Costituzione.
Rotta l’alleanza dopo appena una settimana, Carlo Calenda è tornato a puntare sull’Italia Viva di Matteo Renzi, nella speranza di mettere insieme una compagine centrista capace di presentarsi e fare significativamente la differenza alle prossime elezioni politiche. Deputando al segretario dem ogni responsabilità per l’eventuale successo di Meloni e soci. “Per me è stata una decisione sofferta – ha dichiarato nelle ultime ore sui propri canali social il leader di Azione – ma la coalizione che si è andata a costruire è davvero una coalizione per perdere e perdere male”.
In vista, dunque, dell’imminente campagna elettorale che accompegnerà gli italiani fino alle urne del 25 settembre, si cercano di riordinare le idee anche nelle Marche. Lo sanno bene il consigliere regionale PD Maurizio Mangialardi e il consigliere comunale di Ancona nonché segretario regionale di Azione Tommaso Fagioli, che nella doppia intervista che segue provano a fare chiarezza anche su quelli che saranno gli step successivi dei loro rispettivi partiti.
Qual è stato il suo primo pensiero a caldo dopo rottura fra PD e Azione, e chi secondo lei non ha rispettato l'accordo?
M. Mangialardi. Penso che la decisione di Carlo Calenda sia un fatto molto grave: quello sottoscritto con +Europa non era un semplice accordo elettorale ma un patto programmatico, fondato su punti e progetti ben precisi, le cui ragioni e motivazioni non sono mutate in questi giorni. Voglio ricordare le parole che aprivano quel patto “Le prossime elezioni sono una scelta di campo tra un’Italia tra i grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell’Europa”.
T. Fagioli. La rottura del patto è stata causata dalla presenza in coalizione di chi non voleva l'agenda Draghi, votando a quest'ultimo la sfiducia e avrebbe demolito l'area liberale dell'alleanza con conseguente fine di Azione.
Quali tattiche pensate di adottare adesso?
M. M. Come ha ricordato due sere fa il segretario nazionale Enrico Letta, il Partito Democratico è determinato ad andare avanti con ancora maggior convinzione con la coalizione costruita e con le proprie proposte. Le elezioni del 25 settembre rappresentano un appuntamento importante in cui i cittadini saranno chiamati a scegliere se essere governati, se da Meloni e dalle destre oppure da noi.
T. F. Cercheremo di spiegare alle persone nei territori quello che vogliamo fare per l' Italia dai termovalorizzatori, ai rigassificatori, aiuti alle imprese che non possono essere più considerate nemiche dei lavoratori.
Cosa serve per convincere gli elettori a darvi fiducia in vista delle elezioni?
M. M. Ambiente, lavoro, giovani, scuola, pensioni sono le nostre parole d’ordine. Le faccio un esempio concreto che tocca da vicino tutti i cittadini: l’attuale aumento del costo della vita che, in un anno, rischia di sottrarre ai lavoratori quasi un mese di stipendio. Il PD propone di restituire questo mese di stipendio agli italiani con un taglio delle tasse sul lavoro, in particolare i contributi previdenziali. In questo modo si alzano gli stipendi, dei lavoratori e, allo stesso tempo, si aiutano le imprese ad assumere e fare investimenti con maggiore serenità, portando avanti un progetto di società più equa e giusta di cui c’è urgente necessità.
T. F. Il nostro intento è quello di attuare una campagna patriottica con i tanti giovani iscritti ad Azione, provando rsipondere a ciò che la gente chiede alla politica da anni. Siamo favorevoli al salario minimo, poiché chi lavora ha diritto ad uno stipendio dignitoso.
Quali sono gli argomenti principali che utilizzerete per evitare che Giorgia Meloni vinca?
M. M. Le cito un dato: Fratelli d’Italia ha votato per ben 5 volte contro il PNRR al Parlamento europeo e in quello italiano. Stiamo parlando di quel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che rappresenta un’opportunità unica ed insostituibile, in termini di programmi e risorse, per cambiare il nostro Paese. Se fosse dipeso dal voto di Fratelli d’Italia il più grande piano di investimenti e modernizzazione dell’Italia non sarebbe esistito.
T. F. Per non far vincere Giorgia Meloni serve raccontare al Paese come si risolvono i problemi e far capire che il populismo da bar alla lunga non paga. Noi proponiamo soluzioni realistiche che aiutano i cittadini in questo momento storico critico.
Qualora il centrosinistra dovesse vincere, esiste già un programma reale per salvare l'agenda Draghi e rilanciare concretamente il paese?
M. M. Il governo Draghi ci consegna l’impegno ad attuare gli obiettivi del PNRR, a realizzare le riforme ambiziose sottoscritte con le istituzioni europee, e con tempistiche ed obiettivi ben precisi correlati ad ingenti finanziamenti. PD e centro sinistra vogliono portare avanti quel programma di riforme e, allo stesso tempo, imporre sulla scena politica temi e proposte che riguardano: i giovani, il riconoscimento del diritto alla casa a chi vive in condizione di fragilità economica, la parità salariale tra donne e uomini, il salario minimo, la lotta alla precarietà e al lavoro nero, la piena realizzazione di diritti sociali e civili.
T. F. Se il centrosinistra dovesse vincere, l' unico modo per attuare l'agenda Draghi, è quella di prendere il programma di Azione e attuarlo.
Cosa si sente di criticare oggi al suo partito e, in seconda battuta, al centrodestra?
M. M. Se c’è una critica che mi sento di fare a noi è proprio questa: dobbiamo imparare dagli esempi del passato e ritornare ad una dimensione collettiva che lasci da parte i personalismi. A destra vedo una coalizione meno compatta di quanto sembri all’esterno, in cui gli alleati sono impegnati a guardarsi le spalle a vicenda e a rincorrersi per strappare il traguardo del primo partito. Ma soprattutto della destra critico l’ambiguità di fondo: è europeista o anti europeista? Come vuole porsi rispetto agli impegni presi dal Governo Draghi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Come si pone rispetto alle posizioni di Orban e degli altri paesi di Visegrad che vogliono svuotare la forza ed il peso delle istituzioni europee?
T. F. Della destra critico il modo di fare politica anni ‘90, dove Berlusconi promette l'ennesimo nuovo miracolo italiano, per non parlare della Meloni e Salvini che propongono investimenti irrealizzabili. La critica che invece muovo al mio partito - e quindi anche a me stesso - è di non aver sempre preso coscienza della forza e dello slancio che Azione ha nei confronti dell'elettore. In queste ore sto ricevendo decine di telefonate di cittadini pronti a dare una mano al progetto. Abbiamo bisogno di tutti. Siamo l'unica vera novità di questa campagna elettorale. Adesso la palla passa ai cittadini che sono gli unici a poter fare la differenza.
“San Benedetto sta diventato tristemente famosa per episodi di violenza sconcertanti. Nell’ultimo weekend, ennesimi fenomeni di violenza che coinvolgono a vario titolo dei teenagers. Non basta tirare in ballo il degrado culturale frutto dell’assenza di senso civico e ideali: la preoccupazione dei sambenedettesi per la mancanza di sicurezza cresce di ora in ora”. Lo dichiara il coordinamento della Lega San Benedetto del Tronto a commento degli episodi di cronaca circa una ragazza trovata in stato confusionale e ferita nella pineta di via Buozzi e un commerciante finito in ospedale col naso rotto per aver chiesto ad un padre di intervenire sul figlio molesto.
“La frequenza di episodi di violenza che mai si erano verificati in città dimostra che non possiamo ignorare quanto fotografato nei rapporti delle Forze dell’Ordine: abuso di alcool tra i giovanissimi e baby gang stanno diventando un problema sociale – spiega la coordinatrice leghista Laura Gorini – Fa bene Matteo Salvini ad occuparsi del fenomeno della violenza minorile elaborando alcune importanti proposte per arginare il fenomeno delle baby gang tra cui quella di non consentire ai giovani che si macchino di violenze di conseguire la patente a 18 anni".
"Alcool e violenza stanno distruggendo i nostri adolescenti, le istituzioni non possono più stare a guardare. Invitiamo quindi il Sindaco Spazzafumo e la sua amministrazione a focalizzarsi su questo grave e dilagante problema e a mettere in atto tutte le azioni in suo potere per arginarlo. Le notti sambenedettesi non possono essere sempre scenari di continue violenze, la situazione sta evidentemente sfuggendo di mano e l’amministrazione deve dare risposte immediate”.
Mercoledì 10 agosto il sindaco Mauro Sclavi, l’assessore Fabiano Gobbi, il presidente del Consiglio comunale Alessandro Massi Gentiloni Silverj e la Giunta riceveranno il ministro del lavoro del Ghana Francis Asenso-Boakye. Il politico ghanese è in visita privata nelle Marche e sarà ricevuto in Comune per il tradizionale scambio dei doni.
“Sarà l’occasione – ha sottolineato l’assessore Gobbi – per valutare la possibilità di eventuali scambi o partnership commerciali con le nostre aziende. A tal proposito abbiamo coinvolto i rappresentanti locali delle più importanti associazioni degli industriali e degli artigiani”.
Francis Assenso-Boakye è un politico e uomo d'affari ghanese. È un membro del Nuovo Partito Patriottico. È membro del parlamento del collegio elettorale di Bantama nella regione Ashanti del Ghana. Era il vice capo di stato maggiore e assistente politico di Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, presidente della Repubblica del Ghana. Attualmente è ministro del lavoro.
Esprimiamo forte preoccupazione per le pesanti ricadute economiche che graveranno sui cittadini del nostro territorio nei prossimi mesi a seguito dell'assoluta immobilità dell'amministrazione provinciale e regionale. Così la direzione provinciale del Pd maceratese a proposito del problema dei rifiuti.
“Nulla infatti ad oggi è dato sapere sull'individuazione della nuova discarica di appoggio, in sostituzione di quella di Cingoli in fase di esaurimento, nulla, a due anni del suo insediamento ha prodotto l'assessore regionale all'ambiente Stefano Aguzzi per approvare il nuovo piano regionale dei rifiuti e di conseguenza i piani provinciali”, affermano gli esponenti dem in una nota.
“Nel frattempo i cittadini hanno però capito sulla propria pelle che la Tari è aumentata e si stanno drammaticamente accorgendo che sul tema ambientale non c'è la pur minima idea di cosa si vorrebbe fare per il futuro”.
“Siamo fermi ai titoli ad effetto come quelli della realizzazione di un termovalorizzatore che non si potrebbe neanche alimentare per mancanza di materia prima in una provincia come la nostra di poco più di trecentomila abitanti o in una regione che non arriva al milione e mezzo di cittadini e che ha una raccolta differenziata (tra le prime d'Italia) che supera il 72% nelle Marche e il 75% nella nostra provincia”.
“Non si è voluto fino ad oggi neanche prendere in considerazione la proposta fatta dal Pd di ragionare in termini interprovinciali per la realizzazione di impianti (biodigestore, discarica, ecc.) dal costo di milioni di euro che comunque alla fine ricadranno sulla testa dei cittadini”. A tutto ciò, si aggiunge la recente delibera dell'Anac, nella quale viene esposto il procedimento di inconferibilità dell’incarico di presidente del Consiglio Cosmari a Giuseppe Pezzanesi.
“Il Pd ne prende atto, fa appello al senso di responsabilità del presidente Giuseppe Pezzanesi e lo invita a rassegnare le dimissioni, continuano nella nota i dem. Ad onor del vero, già un anno fa, in occasione del rinnovo del Cda, avevamo messo in guardia tutti sui rischi relativi all'elezione (per la prima volta dopo decenni) di un sindaco alla presidenza del Cosmari; purtroppo non venimmo ascoltati e alla fine, per senso di responsabilità, i nostri sindaci votarono Pezzanesi proposto dal centro destra per non interrompere quel metodo di lavoro che ha visto da sempre gli amministratori di centro sinistra e quelli di centro destra collaborare insieme nella gestione del consorzio”.
“Siamo contrari quindi ad un paventato ricorso al Tar anche se è superfluo sottolineare che sta nella legittima facoltà del presidente decidere se presentarlo o meno, ma per il nostro partito la delibera dell'autorità nazionale anticorruzione non può essere lasciata cadere nel vuoto”.
“A.A.A cercasi iscritto o simpatizzante del PD per incarico comunale lautamente pagato”. E’ l’ironico commento del coordinamento della Lega Jesi, guidato da Angela Console, riguardo la pubblicazione del bando per due posti di categoria D appena uscito sul sito del comune.
“Non appena insediata la giunta comunale di centrosinistra ha già messo in moto la collaudata macchina clientelare del PD – commenta la coordinatrice leghista – Per i due posti, un tempo pieno ed un part-time da inquadrare come “supporto agli organi di governo”, è stato aperto un bando lasciando intendere che si tratta di una selezione per competenza, invece è il solito paracadute per giustificare scelte arbitrarie”.
“Poiché si parla di incarico su base fiduciaria, sarà il sindaco a dire l’ultima parola e il vissuto della sinistra jesina rende difficile credere che Fiordelmondo valorizzi titoli e referenze piuttosto che l’appartenenza – conclude Console - Insomma, il solito magheggio di Ferragosto per imbucare qualche predestinato, pagato pure con soldi pubblici”.
C'è chi rispolvera vecchi slogan elettorali, chi va in cerca di alleanze arrabattate, chi vorrebbe accaparrarsi i voti di scontenti e sfiduciati, chi fa il trasformista, e chi la propria, reale natura riesce ancora a nasconderla sotto la superficie di quel pantano melmoso che è diventata la politica italiana. Ciascuno si riservi il diritto (se vuole, anche il divertimento) di distribuire a proprio piacimento tutte queste etichette: a destra, sinistra o al centro. Quel che sappiamo per certo è che, a meno di 60 giorni dalle prossime elezioni politiche, ha preso il via l’ennesima campagna elettorale che decreterà la formazione del nuovo governo post Draghi.
Il PD di Enrico Letta ci prova a stipulare alleanze che non si risolvano in una tragicomica 'Armata Brancaleone', mentre i pentastellati di Giuseppe Conte tentano la nuova identità di 'terzo polo, quello giusto' (alla stregua di Matteo Renzi con la sua Italia Viva). Luigi Di Maio e Bruno Tabacci studiano le possibilità di una colazione tendente a sinistra; il centrodestra calibra i propri passi in sincronia con quelli di Giorgia Meloni.
Se alla leader di Fratelli d'Italia tornano utili certe 'macchine del fango' per emergere in tutta la propria forza e genuinità, alla Lega di Matteo Salvini la condivisione di certi valori (insieme al vecchio Forza Italia di Silvio Berlusconi) è tornato ad essere gran cavallo di battaglia assieme a tutti i punti programmatici dell'aspirante nuovo governo targato proprio centrodestra. Presupponendo , ovviamente, che ci si allinei a quegli "Appunti per un programma conservatore" stilati dagli stessi Meloni, Guido Crosetto e compagnia cantante.
Per Luca Buldorini (commissario provinciale della Lega Marche) non ci sono dubbi, come si evince nell’intervista che segue. “Sono certo che torneremo a governare, e in questo modo potremo finalmente adempiere a tutte le promesse fatte ai nostri elettori: dall’abolizione delle cartelle esattoriali alla modifica del reddito di cittadinanza, fino alla flat tax al 15% e lo stop agli sbarchi”.
Quali sono le caratteristiche del vostro candidato ideale? Esperienza nell’amministrazione, l’aver mantenuto rapporti continuativi con le realtà territoriali, essere stato vicino agli imprenditori nei momenti difficili come fu per il lockdown del 2020. Al tempo, quando le industrie rischiavano di chiudere la produzione, la Lega è riuscita a captare il problema e ad evitare che ciò avvenisse nell’arco di un mese - fermo restando le misure anti Covid.
Dunque il vostro miglior candidato sarà un imprenditore. Senz’altro: a differenza della sinistra, non abbiamo intenzione di fare una politica che porti alla chiusura delle aziende e poi a correre in sostegno dei dipendenti per rivendicare il diritto alla cassa integrazione. Bisogna investire a monte su chi fa impresa perché in automatico si garantiscono posti di lavoro e tutela degli stessi. Oltre a valorizzare la produzione dentro e fuori il Paese.
Quindi, lei cosa critica di preciso alla sinistra? L’essersi fissata troppo su una politica di assistenzialismo. L’Italia - e quindi le Marche e la Provincia di Macerata - è fatta di lavoratori e risparmiatori. Ma bisogna dare l’opportunità e il diritto di lavorare: con l’assistenzialismo - cito il reddito di cittadinanza, misura completamente sballata - non si tutela nessuno e non si creano imprese, Pil e futuro. E si svaluta il made in Italy.
Lo stesso Mario Draghi, però, ha detto che il reddito di cittadinanza è uno strumento ottimo, se ben utilizzato. Si tratta di una misura da concedere ai meno fortunati: a chi non ha l’opportunità di lavorare o di realizzarsi in maniera autonoma. Ma chi è in grado deve andare a lavorare. Le vecchie generazioni hanno fatto sacrifici, eppure oggi non riescono a garantire un minimo di sostegno ai propri figli. Questo è inammissibile.
Ci sono molti imprenditori però che, sfruttando lo strumento dell’evasione fiscale, hanno contribuito alla svalutazione del lavoro e della produzione in Italia. Contribuendo peraltro ad allargare la frattura fra ricchi e poveri. Io il problema lo individuo alla base, cioè nella mancata attenzione e priorità rispetto a chi fa impresa. Gli industriali italiani non sono più o meno evasori di altri in tutto il mondo. Io sono convinto che un’anomalia come l’evasione fiscale scaturisca o si accentui quando c’è una tassazione fuori controllo e oltre il limite delle possibilità dell’imprenditore.
Il fatto di fare squadra per queste elezioni 'a sostegno di Giorgia Meloni', a voi è costato qualche valore in meno o siete d’accordo su tutto? Oggi, con il sacrificio che tutti i partiti hanno fatto nel tempo, siamo in grado di condividere un progetto in toto. Per noi della Lega, l’aver fatto parte del governo (in opposizione anche a Fratelli d’Italia) è stato un dovere atto a portare avanti le istanze dei cittadini che all’epoca ci avevano dato fiducia. Aaltrimenti ci saremmo beccati la patrimoniale, lo ius scholae, lo ius soli ecc. Abbiamo dimostrato a tutti di saper governare. E, non ultimo, bloccato gli sbarchi di immigrati.
Dunque, per voi, la soluzione rimane quella di un’Europa conservatrice. Noi vogliamo un’Unione Europea responsabile: l’Italia non può essere declassata a 'ostello del Vecchio Continente'. Questo non vuol dire essere razzisti: piuttosto assicurare i servizi essenziali prima ai nostri concittadini, poi a chiunque venga nel nostro paese. Noi accogliamo tutti, ma ci vuole buon senso.
Però gli argomenti e i toni utilizzati dalla stessa Giorgia Meloni – soprattutto quando va a visitare Orban in Ungheria, Vox in Spagna o i conservatori in America – sono difficili da svincolare da una certa matrice fascista. Il buon amministratore deve avere rapporti con tutti, nel rispetto del proprio paese. Le foto con Putin o con Orban se le sono fatte tutti: solo che quando si tratta di Salvini e Meloni diventa solo facile strumentalizzazione. A me sembra che chi a volte lede il diritto alla democrazia, al voto o di esprimere la propria idea, non sono certo i nostri leader di centrodestra: piuttosto, sono coloro che si fanno paladini della democrazia solo in certe circostanze o momenti dell’anno, mistificando argomenti come il fascismo e il razzismo.
Allude piu al centrosinistra o al Movimento Cinque Stelle? Più al centrosinistra. Ricordo che, sempre durante il lockdown, l’ANPI e il PD andavano in giro a manifestare, mentre gli italiani erano costretti in casa, spesso senza la possibilità di fare visita ai propri cari. Spero che, in questa nuova tornata elettorale, i cittadini facciano attenzione e guardino ai fatti, piuttosto che alle chiacchiere: noi della Lega lo abbiamo dimostrato, azzerando gli sbarchi quando eravamo al governo. Il che, certamente, non voleva dire lasciar morire gli immigrati in mare…
Però è successo. Si, ma con numeri nettamente minori rispetto ad oggi. Fermare i barconi serviva a scatenare la reazione dell’Europea, per regolamentare e ridistribuire il traffico di immigrati. Tutti si lamentano di cose come le liste d’attesa infinite agli ospedali, o dell’aumento della produzione di rifiuti: e poi arrivano i governi di centrosinistra che dicono 'no' a iniziative come i termovalorizzatori, oppure ‘sì' all’accoglienza senza controllo. I servizi essenziali - sanità, lavoro, studio - devono essere garantiti in primis agli italiani, che pagano le tasse. Inoltre, risparmieremmo denaro, da poter reinvestire anche per assicurare questo tipo di assistenza agli immigrati, ma direttamente nel loro paese.
La polizia locale di Matelica rafforza la propria presenza in tutti i quartieri cittadini attraverso il controllo del vicinato. I vigili urbani matelicesi nei prossimi mesi saranno impegnati in servizi specifici nei vari quartieri della città per un maggiore controllo e dialogo con la popolazione, con perlustrazioni a piedi in zone centrali e periferiche.
"Lo scopo sarà quello di dare, da una parte, una maggiore sensazione di sicurezza e dall'altra un migliore controllo di tutti quei fenomeni di degrado urbano". Lo sottolinea l'assessore alla sicurezza Denis Cingolani, che ha fortemente voluto questa misura, con il supporto e il coordinamento del comandante della polizia locale Giuseppe Corfeo.
"Controllare un territorio vuol dire conoscere, monitorare, prevenire e talvolta reprimere e sanzionare le condotte illecite dei cittadini – commenta il vicesindaco Cingolani -. Oggi più che mai, la società presenta forti tensioni e talvolta il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione è basato più sulla diffidenza che sulla solidarietà reciproca".
"È di tutta evidenza che l'attività della polizia locale, negli ultimi anni, ha subito una forte tendenza alla digitalizzazione dei controlli delle violazioni dovuta in parte ad obblighi di legge e in parte anche a un necessario svecchiamento della figura del vigile urbano - aggiunge l'assessore -. Importanti passi sono stati compiuti nella direzione del miglioramento di questo servizio; basti pensare solo al fatto che nella nostra città sono presenti più di 50 telecamere".
"Riteniamo però che è giusto non dimenticare le radici di questa figura e soprattutto stabilire un giusto bilanciamento tra l'esigenza di modernità e la conferma dell'importanza del controllo di prossimità - conclude Cingolani -. Una vigilanza del territorio non può non passare per la presenza degli operatori di polizia municipale nei quartieri e nelle frazioni. È un compito non facile per un'istituzione locale e per un ufficio di vigilanza cittadina, ma siamo ben consapevoli che anche attraverso la costruttiva collaborazione con le forze dell'ordine dello stato e le altre istituzioni pubbliche, possiamo mantenere quel livello di qualità della vita che rende la nostra città uno dei posti più piacevoli dell'Italia centrale".
“Abbiamo segnato un passo decisivo per creare le condizioni indispensabili a migliorare la sanità delle Marche. Il nuovo modello organizzativo previsto dalla legge 128 appena approvata in consiglio regionale determinerà un riequilibrio delle risorse, scelte più puntuali e più vicine alle esigenze dei cittadini, più efficacia e velocità nella risposta sanitaria. Siamo consapevoli del tempo necessario per un cambiamento che definirei epocale, ma anche sicuri di aver imboccato la strada giusta verso la sanità per tutti, quella che non fa distinzioni tra chi può o non può pagare”.
Dopo tre giorni di maratona d’Aula per approvare la legge che dà l’avvio alla rivoluzione sanitaria, Marco Marinangeli, consigliere regionale della Lega, esprime tutta la soddifazione di chi raggiunge un grande traguardo.
"Avevamo promesso ai marchigiani una nuova sanità e abbiamo mantenuto la promessa. Con l'approvazione della riforma dell'organizzazione regionale sanitaria facciamo il primo, storico passo verso la risoluzione concreta dei problemi ereditati dalle giunte di sinistra: intasamento dei pronto soccorso delle liste di attesa, telemedicina e digitalizzazione ferme all’anno zero, mobilità passiva e crescita della spesa in sanità privata" spiega Marinangeli
"La soppressione dell’Asur unica è il simbolo stesso del fallimento della sanità accentrata. La legge approvata - prosegue - è frutto dell’ascolto e dei suggerimenti del personale sanitario, degli enti locali, dei sindaci, proprio perché la nuova sanità camminerà sulle gambe degli operatori sanitari, dei territori e dei cittadini. Le 5 Aziende Sanitarie Territoriali che saranno attivate a partire dal gennaio 2023 sintetizzano la nostra visione di quell’autonomia gestionale, amministrativa e, soprattutto, finanziaria che consente di stabilire chiaramente ruoli e responsabilità e di semplificare la filiera dei servizi.".
“Non c’era modo di difendere il sistema esistente che ha impoverito la sanità territoriale privandola di servizi essenziali, eppure il Pd ha provato a farlo per tre giorni, incapace di andare oltre se stesso ed un'opposizione pregiudiziale fatta di ostruzionismo poiché priva di idee e prospettive per il futuro - puntualizza Marinangeli - In pochi mesi con il nostro assessore alla Sanità Saltamartini e la maggioranza di centrodestra abbiamo ribaltato questa logica e liberato le risorse pubbliche per i nuovi ospedali di Pesaro e di Macerata e calibrato le risorse PNRR per creare una sanità diffusa capace di attuare una presa in carico del paziente in modo equo su tutto il territorio regionale".
"I territori, infatti, saranno i veri protagonisti di questo cambiamento che, già nei prossimi mesi, si completerà con l'approvazione di un nuovo piano sociosanitario. Resta la carenza di medici – conclude il consigliere leghista – che è generalizzata in Italia perché frutto di mancata programmazione del ricambio generazionale. Non sarà di facile risoluzione, ma, per quanto in nostro potere, abbiamo già creato le prime condizioni per invertire la rotta investendo 6,6 milioni di euro nelle borse di studio per i giovani laureati".
A Potenza Picena si sono ritrovate oltre 450 persone per la cena provinciale di Fratelli d'Italia. Presenti sindaci, amministratori locali, tesserati e simpatizzanti del partito, per riunirsi e fare il punto sulla situazione provinciale, regionale e nazionale.
"Una cifra considerevole che testimonia ancora una volta la capacità del gruppo provinciale di Macerata di organizzare questi grandi appuntamenti di comunità, coinvolgendo sempre di più gli esponenti di partito e autorevoli espressioni della società civile" sottolinea la coordinatrice regionale del partito Elena Leonardi.
Ospite d’eccezione della serata è stato il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli, che nel suo lungo intervento ha presentato una panoramica sulle iniziative promosse dalla regione nei primi due anni di governo, evidenziando i principali risultati per la provincia di Macerata.
Riguardo il tema delle infrastrutture, si è parlato in particolare del casello autostradale della Val Potenza, dell’intervalliva San Severino-Tolentino e della difesa dei comuni costieri nell’ambito del progetto di ammodernamento della linea ferroviaria. Sul turismo Acquaroli ha ricordato le iniziative per il rilancio dei borghi, cuore pulsante delle Marche e del Maceratese, senza dimenticare la ricostruzione post-sisma.
Il tema principale, però, è stato quello sanitario: la cena provinciale è infatti stata indetta nel giorno della definitiva approvazione della riforma sanitaria, che assicurerà maggior vicinanza ai territori e all’entroterra prevedendo anche la realizzazione di un nuovo ospedale e un piano di intervento che va dalla formazione delle aziende sanitarie territoriali al finanziamento di borse di studio di medicina per favorire la formazione di nuovi medici.
L’incontro è stato anche l’occasione per dare il via alla campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Insieme ad Acquaroli, sono intervenuti le onorevoli Lucia Albano e Rachele Silvestri, il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi, i consiglieri regionali Pierpaolo Borroni e Carlo Ciccioli e il coordinatore provinciale Massimo Belvederesi.
In previsione della ripresa dell’anno scolastico 2022/23, sono stati finanziati i progetti ‘Scuole sicure’ per il contrasto allo spaccio di stupefacenti nei pressi degli istituti scolastici di Tolentino, Corridonia e San Severino Marche.
"Grazie al lavoro di Matteo Salvini e del sottosegretario Nicola Molteni arrivano alle Marche 154 mila euro, l’ennesima promessa mantenuta che conferma la serietà e l’efficienza della Lega al Governo – spiegano per la Lega Marche il commissario Riccardo Augusto Marchetti e il consiglieri regionali Anna Menghi e Renzo Marinelli - Il nostro impegno in tema di sicurezza non è mai mancato e siamo felici di questo risultato raggiunto".
“Avevamo promesso ai marchigiani una nuova sanità e abbiamo mantenuto la promessa. Con l'approvazione della riforma dell'organizzazione regionale sanitaria facciamo il primo, storico passo verso la risoluzione concreta dei problemi ereditati dalle giunte di sinistra: centralizzazione delle decisioni, aumento della mobilità passiva, programmazione approssimata e totalmente lontana dalle reali necessità del territorio".
"Un ringraziamento all'assessore Filippo Saltamartini che, con professionalità, pazienza e con il supporto in primis del vicepresidente Carloni e dell’assessore Latini, ha lavorato a una vera e propria cura per la sanità delle Marche. Prova ne è che il Pd ha esercitato in aula solo un'opposizione pregiudiziale fatta di ostruzionismo poiché priva di idee e prospettive per il futuro”.
Dopo tre giorni di maratona d’aula per approvare la legge che dà l’avvio alla riforma sanitaria, la Lega esprime la propria soddisfazione attraverso le dichiarazioni del commissario Riccardo Augusto Marchetti e dei consiglieri regionali Renzo Marinelli, Mirko Bilò, Andrea Maria Antonini, Chiara Biondi, Giorgio Cancellieri, Anna Menghi, Marco Marinangeli e Luca Serfilippi.
“Avviciniamo la sanità al territorio a partire dalla creazione delle aziende sanitarie territoriali che serviranno a sviluppare reale sinergia tra la rete ospedaliera e i servizi – spiegano i consiglieri - In un ventennio sono emerse crepe e disfunzioni del servizio sanitario regionale a cui, un passo alla volta, in pochi mesi, abbiamo dato risposte”.
“I marchigiani hanno bisogno di una sanità di prossimità, contro le vecchie idee degli ospedali unici e dell’accentramento: i territori saranno i veri protagonisti di questo cambiamento che, già nei prossimi mesi, si completerà con l'approvazione di un nuovo piano sociosanitario”.“La legge approvata è frutto dell’ascolto e dei suggerimenti del personale sanitario, degli enti locali, dei sindaci, proprio perché la nuova sanità camminerà sulle gambe degli operatori sanitari, dei territori e dei cittadini – aggiunge il gruppo consiliare Lega – Non c’era modo di difendere il sistema esistente che ha impoverito la sanità territoriale privandola di servizi essenziali, eppure il PD ha provato a farlo per tre giorni, incapace di andare oltre se stesso”.
“In pochi mesi abbiamo ribaltato questa logica e liberato le risorse pubbliche per i nuovi ospedali di Pesaro e di Macerata e calibrato le risorse PNRR per creare una sanità diffusa capace di attuare una presa in carico del paziente in modo equo su tutto il territorio regionale”.“Per sopperire alla carenza di medici abbiamo portato a 150 le borse di specializzazione (110 per medici di medicina generale e 42 contratti di specializzazione), i corsi di laurea magistrale a ciclo unico sono passati dai 212 del 2020 ai 355 del 2022/23, i corsi triennali per le professioni sanitarie passati da 535 a 750 con un investimento di oltre 6,6 milioni di euro”.
“Come sempre accade quando si scrivono pagine di storia e si dà vita a cambiamenti epocali, ci saranno tante sfide da affrontare non prive di insidie, di difficoltà e di scelte che dovremo compiere nei prossimi mesi” – conclude in sintesi il commissario della Lega Marche Riccardo Augusto Marchetti - .“Siamo convinti che il cambio di passo che ci hanno chiesto i marchigiani deve essere il nostro obiettivo e la nostra forza. Procediamo fieri e orgogliosi di aver rispettato uno dei principali impegni assunti in campagna elettorale: i marchigiani toccheranno con mano la qualità del lavoro fin qui svolto”.
“Una sanità a misura di territorio, a filiera corta nelle decisioni non più centralizzate e che salvaguarda le peculiarità di ciascuna provincia delle Marche. Questa la riforma degli enti della sanità marchigiana fortemente voluta da tutta la maggioranza di centrodestra, a partire dal presidente Francesco Acquaroli, che nasce per andare incontro alle reali esigenze dei marchigiani a prescindere da dove risiedano”.
È il commento di Elena Leonardi, consigliere di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, presidente della IV Commissione consiliare Permanente Sanità, del capogruppo Fdi Carlo Ciccioli e del consigliere regionale, nonché componente della commissione Sanità Nicola Baiocchi, sull’approvazione a maggioranza della Legge regionale 128 che riforma degli enti sanitari regionali.
“Siamo stati coerenti nei confronti dei nostri elettori, della maggioranza dei marchigiani che ha appoggiato la nostra piattaforma programmatica portandoci alla guida della Regione. Una nuova filosofia in campo sanitario rispetto al passato che – il commento di Elena Leonardi - si è rivelato fallimentare anche alla luce della crisi sanitaria dovuta al Covid.
“Si elimina l’Asur in favore di 5 Aziende Sanitarie Territoriali che sapranno meglio intercettare i reali e concreti bisogni dei cittadini. La campagna di ascolto effettuata prima della stesura della Legge e durante le audizioni in Commissione ci ha consentito di poter migliorare la stessa. È il primo pilastro che, nei prossimi mesi, sarà affiancato dal secondo pilastro: il nuovo Piano Socio Sanitario”.
“Il binomio territorio-sanità rappresenta la stella polare di questa riforma. La velocità nelle decisioni – ha dichiarato Carlo Ciccioli garantirà una risposta rapida non burocratica, con maggiore sinergia tra ospedali e strutture, distretti e medici sui territori. Su queste basi andremo ad affrontare i tre argomenti ancora aperti: l’emergenza-urgenza sanitaria per la quale ancora non c’è una risposta sufficiente; gli atti aziendali; piano socio-sanitario per redigere il quale abbiamo affidato, per la prima volta, all’Università di Ancona un Piano di fabbisogno. Infine, si avrà una nuova governance, dove non tutto il vecchio è da buttare via, ma avere un rinnovamento con apporti anche da fuori regione può rappresentare una solida base sulla quale ripartire”.
“Accentrare in ospedali unici, spogliando di servizi costituzionalmente garantiti larga parte di territori, ha determinato una progressiva perdita di prestazioni e un’eccessiva mobilità passiva, soprattutto nel pesarese. I fatti – ha concluso il consigliere Nicola Baiocchi - imponevano un cambiamento di rotta verso una sanità capillare, con centri di eccellenza e strutture che facciano da filtro agli affollamenti dei pronto Soccorso.
“ Inoltre, gli interventi avviati dalla Giunta per sopperire alle problematiche nazionali di carenza di medici e personale sanitario rappresentano un unicum a livello di Regioni italiane: stanziati 1.750.000 euro per almeno 110 borse di specializzazione per medici di Medicina Generale; incrementati da 5 a 42, i contratti di formazione per medici specialisti”.
“Siamo molto soddisfatti dell’approvazione di questa Legge Regionale che pone le basi per la prossima implementazione del Piano Socio Sanitario per una sanità vicina a tutti i marchigiani”, concludono i consiglieri regionale di Fdi: Andrea Assenti, Marco Ausili, Pierpaolo Borroni e Andrea Putzu.
Una nuova isola ecologica in allestimento nel centro cittadino. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Porto Recanati Andrea Michelini nel sottolineare come l’opera sarà video sorvegliata e, a decorrere dal prossimo autunno, sarà "esclusivamente destinata al conferimento dei rifiuti dei titolari delle attività commerciali, che verranno muniti delle chiavi per accedervi in via esclusiva”.
La collocazione è prevista nel piazzale all'intersezione tra Via Veneto e Via Campanella. "In considerazione di questa importante novità, i cittadini il cui conferimento rifiuti è relativo ad utenze private non commerciali, dovranno fin da ora abituarsi, come il resto della popolazione, al servizio del ritiro porta a porta che prevede per le giornate del lunedì il giallo, per la giornata del martedì la carta, per le giornate di mercoledì e sabato i sacchetti blu della plastica", precisa il primo cittadino.
"L’intento dell’amministrazione comunale è quello di mettere in atto ogni azione possibile al fine di migliorare le percentuali di raccolta differenziata nella nostra città, educando il cittadino utente ad adeguarsi alla raccolta porta a porta in vigore nel nostro Comune da ormai 12 anni", aggiunge Michelini "Lo faremo gradualmente togliendo nelle varie vie, dove presenti, i cassonetti per il giallo, il blu e la carta, lasciando ovviamente solo quelli per l’umido, per il vetro e per i pannolini, rifiuti che sarà possibile conferire alla bisogna".
Il primo cittadino invita la cittadinanza a "un maggiore senso civico" al fine di "migliorare sensibilmente il sistema di raccolta porta a porta estendendolo a tutti i quartieri anche al fine di evitare che ci siano cittadini ligi al dovere e altri che, avendo i cassonetti a portata di mano, non hanno mai rispettato le direttive del conferimento rifiuti nelle giornate previste".
"È una questione di equità e di educazione quella che ci ha spinto ad assumere queste decisioni, con l’importante finalità di migliorare dal punto di vista ambientale e civico questo fondamentale aspetto della vita cittadina" conclude Michelini.
“Riteniamo che prima di creare una seconda Pro Loco, sarebbe stato opportuno fare tutti i tentativi possibili per poter strutturare in meglio quella già esistente come detto nel programma”. Lo affermano gli esponenti della lista Civico 22 - che alle scorse elezioni faceva parte della coalizione "Tolentino città aperta” per Massimo D’Este sindaco – in seguito all’assemblea pubblica convocata nei giorni scorsi per la creazione di una Pro loco 2.0 in città.
“Il cambio di amministrazione, a nostro avviso, poteva giocare a favore dell’instaurazione di un dialogo costruttivo per fare in modo di restituire alla città una Pro Loco degna di tale nome, spiegano Paolo Dignani (coordinatore di Civico 22 ) e Nicola Serrani (membro direttivo).
"Infatti, sebbene come affermato anche dal comitato promotore possano coesistere due Pro Loco nei comuni superiori a 15.000 abitanti, nel comune di Tolentino, che ricordiamo ora ne conta circa 19.000, averne 2 ci sembra francamente una frammentazione poco utile e anzi, controproducente soprattutto per quanto riguarda l’erogazione dei finanziamenti da parte del Comune e/o altre istituzioni”.
“Abbiamo inoltre notato il mancato coinvolgimento della fitta rete di associazioni di cui si compone la città in queste prime riunioni che hanno preceduto l’annuncio della creazione della Pro Loco 2.0 e ci sembra un’occasione non colta di realizzare la famosa ‘rete’ di cittadini e associazioni che tutti vorremmo vedere a Tolentino”.
“Convocare un’assemblea pubblica soltanto dopo aver preso la decisione di creare una nuova Pro Loco, ci sembra più coerente con il modus operandi della vecchia, piuttosto che con l’idea di come dovrebbe essere la nuova. Crediamo che questi presupposti vadano in contrasto con la natura statutaria di questa associazione storica”.
“Nel corso della presentazione, inoltre, è stato comunicato ai cittadini che sono già stati avviati contatti con la nuova amministrazione per una sede e che non vi è alcuna pregiudiziale rispetto alla Pro Loco storica. Siamo fermamente convinti che debba esserci un chiaro regolamento per l’assegnazione di finanziamenti e di sedi alle tante associazioni locali,tuttavia questo contatto vis à vis per la richiesta di una sede è, ancora una volta, più coerente al modus operandi della vecchia”.
“Inutile sottolineare – dichiarano Dignani e Serrani - che ci sembra poco veritiero sostenere che non ci siano pregiudiziali nei confronti della vecchia Pro Loco, dato che molti dei promotori sono coloro che guidarono poco tempo fa la lodevole iniziativa di una richiesta di tesseramento di massa, non concessa, nonché gli stessi che hanno legittimamente fatto notare che c’è una chiusura e che gli organismi dirigenti sono gli stessi da troppi anni”.
“Ancora una volta, ribadiamo che se fosse stato davvero così, sarebbe stato più coerente fare un tentativo di riforma della vecchia Pro Loco piuttosto che crearne una da capo".
"Continueremo di certo a seguire con interesse gli sviluppi relativi alla nascita della Pro Loco 2.0, tuttavia ribadiamo con fermezza quanto abbiamo scritto mesi fa nel nostro programma: nello spirito di coesione, ascolto e partecipazione che ci contraddistingue, vorremmo lavorare sulla restituzione alla città della Pro Loco originaria, piuttosto che creare un’ulteriore sovrastruttura che, a conti fatti, moltiplica i costi e genera frammentazione”.
“Intervenire invece sulla struttura e sul modo di operare della Pro Loco originale, in sinergia con le tante associazioni che compongono la nostra città per fare in modo che le iniziative portate in campo, siano davvero condivise da tutti, ci sembra la strada giusta da percorrere”, concludono gli esponenti di Civico 22 .
Anche per l'anno 2022, così come stabilito per i due anni precedenti, l’amministrazione comunale di San Severino Marche continuerà a sostenere le attività economiche e le famiglie disagiate attraverso la riduzione della Tassa sui rifiuti, la Tari.
La decisione è stata ratificata nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale dopo l’approvazione, a maggio, delle tariffe Tari per l’anno 2022. Così come previsto da apposita legge, infatti, i Comuni possono prevedere riduzioni della tassa utilizzando, ai fini della copertura delle conseguenti minori entrate, gli eventuali avanzi vincolati derivanti dal mancato utilizzo dei fondi emergenziali erogati nel biennio 2020-2021.
In sostanza si riconosce ai comuni la possibilità di utilizzare le economie dei fondi Covid per concedere anche nel 2022 agevolazioni sulla Tari. Tra le quote vincolate del rendiconto dell’esercizio 2021, approvato dal consiglio comunale con delibera numero 31 del 29 aprile 2022, risulta la somma di 53.409,42 euro quale disponibilità residua del fondo previsto dall’articolo 6 del decreto-legge 73/2021, finalizzato alla concessione di agevolazioni Tari nell’esercizio 2021 per le utenze non domestiche.
Il fondo risulta già iscritto nel bilancio di previsione e consente di riconoscere a favore delle utenze non domestiche la riduzione dell’importo dovuto nella misura del 10%. La riduzione sarà applicata automaticamente dall’ufficio Tributi nella predisposizione del ruolo che è stata appositamente ritardata per consentire l’inserimento dell’agevolazione senza dover effettuare diverse centinaia di rimborsi e conguagli.
Relativamente alle utenze domestiche viene riconosciuta, nella misura del 33,33%, la riduzione della Tari 2022 dovuta dalle utenze domestiche economicamente svantaggiate in possesso delle condizioni per l’ammissione al bonus sociale per disagio economico per la fornitura dei servizi di energia elettrica, gas e idrico, limitatamente all’abitazione di residenza e relative pertinenze, da applicarsi previa apposita richiesta, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre 2022.
L’applicazione delle riduzioni Tari ha comportato specifica autorizzazione di spesa, decisa dall’ultimo consiglio, che è stata quantificata in 53.409,42 euro per le utenze non domestiche e 5mila euro per le utenze domestiche, da finanziare mediante l’utilizzo delle somme vincolate del rendiconto 2021 quali disponibilità residue dei fondi assegnati nel biennio precedente in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19.
L’indifferenza di Civitanova, la componente razzista prontamente sgonfiata, le prossime elezioni alzate subito a vessillo di un furbo silenzio "per evitare strumentalizzazioni". Comunque la si giri, Destra e Sinistra italiana sono ugualmente coinvolte nell’ultimo dramma consumatosi il 29 luglio (leggi qui) dove Alika Ogorchukwu ha perso la vita. E, come a fare da èco, anche nella tragedia sfiorata di Recanati la stessa notte (leggi qui) e nel più tragicomico episodio di sabato 30 luglio (leggi qui).
Che lo si voglia ammettere o meno, "la paura dell’uomo nero", dello straniero che sbarca a Lampedusa o arriva dall'Est, si prende il lavoro che spetterebbe ad altri, e approfitta dove può della libertà concessagli dallo Stato (magari soverchiandone le leggi), continuano ad essere argomenti (se non disfunzioni ataviche) ben radicati nel background culturale di questa nostra società. Conseguenza, inutile negarlo, di certuni discorsi di piazza, oggi sicuramente ridimensionati, ma comunque figli di una mentalità rimasta ferma al secolo scorso.
Il che, ovviamente, non fa che alimentare quelle ideologie che, come semi di pianta, trovano sempre terreno fertile laddove ignoranza e sofferto disagio predispongono al maggese in vista della futura mietitura. I frutti della rabbia e dell’insofferenza, buoni in ogni stagione, diventano presto cavalli di battaglia per il nostro teatro politico, che di utile e costruttivo non riesce più a offire nulla se non del mediocre intrattenimento da prima serata. L’importante, questa è l’impressione che traspare, è avere sempre “il diverso” a cui imputare ogni colpa, assieme alla compagine politica che lo difende sbandierando con poca convinzione il gonfalone dei diritti umani e civili. Una modus operandi ormai fin troppo prevedibile, ma che rispecchia fedelmente la democrazia rappresentativa di cui facciamo parte.
Il tutto, alla luce del fatto che il cosiddetto “razzismo” rimane di per sé un concetto privo di ogni valenza scientifica, che pretende di basarsi sullle variabilità fenotipiche della specie umana per giustificare l'esistenza di una sorta di gerarchia sociale, dove una certa comunità di individui è da considerarsi superiore rispetto a un’altra. Lo stesso motivo per cui, oggi, queste presunte "razze inferiori", le chiamiamo più semplicemente “minoranze”. Almeno così si scongiura il rischio di facili fascismi.
Ecco che allora lo sforzo da compiere, anzitutto, dovrebbe essere quello tornare ad indagare con ossequiosa umiltà sulle radici di quell’odio malcelato (di razza, pensiero, colore della pelle o religione che sia) di cui rischiamo di riconoscerci - prima o poi - tutti portatori “sani”. E che silente come lava vulcanica rimane in attesa di eruttare con tutte le sue disastrose conseguenze.
Altrimenti, tanto vale prepararsi a nuove, scioccanti scene riprese col cellulare, a fare i conti con l’insensibilità strutturale che ormai ci appartiene rispetto a certe immagini, e ai filtri da pellicola cinematografica con i quali tendiamo puntualmente a descrivere eventi di straordinaria realtà. Questo, almeno, per come siamo abituati a intenderla qui nel ricco occidente; altrove, la violenza è persino all’ordine del giorno.
Può darsi che Filippo Ferlazzo abbia asserito il vero quando, nel giustificare il suo insensato quanto definitivo gesto, ha confessato che non vi fosse alla base alcuna “motivazione razziale”. Ma la psicologia, in questi casi, insegna a volgere la lente d’ingrandimento lì, dove termina la giurisdizione della coscienza e inizia quella del subconscio (fatto di altri linguaggi e forme di espressione, spesso prodotti di somatizzazioni, rielaborazioni o rigetti della razionalità stessa). Il che, magari, potrà aiutare noialtri a comprendere come, dopo almeno 5 minuti di blackout mentale, abbia fatto seguito alla feroce e inconsapevole violenza, la fredda lucidità di portare via (per non dire rubare) il cellulare del povero Alika.
Nel frattempo, l’attuale politica italiana (guidata da Partito Democratico, Lega e Fratelli d’Italia, e appresso tutte le liste e i mini gruppi) rischia di perdere un’altra occasione per farsi un serio esame di coscienza. Preferendo, nel proprio immobilismo morale ed etico, dar vita ancora una volta a nuove forme di meschinità e ipocrisie di una società divisa fra ricchi e poveri, inautentica, convenzionale, sdoppiata falsamente da ciò che ciascuno pensa, e immersa in un clima di costante menzogna. Un po’ come “gli indifferenti” borghesi di Alberto Moravia.
Noi cittadini, nell’attesa che qualcosa cambi, possiamo pure continuare a manifestare come meglio crediamo il nostro dissenso, a scendere in piazza, a provare ad alzare la voce ogni volta che lo riteniamo opportuno, a metterci una pezza sopra, a dire che ‘non dimenticheremo’. E, infine, a domandarci: “se Alika Ogorchukwu fosse stato italiano o di qualsiasi altra nazionalità, sarebbe morto lo stesso o avremmo assistito a un finale diverso?”
"Sabato notte si è verificato l’ennesimo episodio di violenza a danno di un minorenne fuori uno dei locali di divertimento della città. Non c’è un fine settimana durante il quale non si registri tra le vie del centro una rissa o un atto di vandalismo. Anche lo scorso week end, a seguito di un parapiglia tra giovani su corso Matteotti, la vetrina di un negozio è stata danneggiata. Non è questa l’immagine che Porto Recanati merita, eppure i nostri amministratori sembra siano impassibili e poco interessati alla questione sicurezza in città".
A dichiararlo è il coordinatore della Lega Porto Recanati, Luca Davide nel commentare l'ennesima rissa avvenuta a Porto Recanati nel fine settimana, costata il ricovero in pronto soccorso di un 16enne di Ancona.
"Ci chiediamo se l’amministrazione comunale abbia chiesto un tavolo provinciale sulla sicurezza e ordine pubblico o se stia comunicando con la Prefettura a riguardo - aggiunge l'esponente leghista -. Non poco più di un mese fa lo stesso sindaco Andrea Michelini aveva garantito l’arrivo di maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine e tolleranza zero in materia di sicurezza. Ci chiediamo: l’amministrazione comunale quest’anno si è adoperata per chiedere un implemento delle forze dell’ordine durante il periodo estivo?".
"Il sindaco può cortesemente informare i cittadini su cosa sta facendo per contrastare i numerosi episodi di violenza che si stanno verificando in città?" si chiede ancora Davide, che sottolinea: "Michelini si è semplicemente limitato ad emettere un’ordinanza nella quale si vieta la vendita di alcolici in vetro dopo le 22. Non è di certo questo il rimedio a quanto sta accadendo".
"I nostri amministratori dovrebbero essere a conoscenza che i giovani spesso acquistano ingenti quantitativi di alcolici nei supermercati da consumare la sera e che il più delle volte arrivano nei locali di svago già ubriachi. I nostri amministratori dovrebbero essere a conoscenza dell’immane lavoro che le forze dell’ordine locali già svolgono durante il periodo estivo e che necessiterebbe, in una città che passa da 12 mila abitanti a 60 mila, un implemento di personale" precisa il coordinatore cittadino della Lega.
"I nostri amministratori dovrebbero essere a conoscenza che episodi di violenza non possono far altro che ledere l’immagine di una città. Non si può rimanere indifferenti a così tanta violenza. E chi amministra ha il dovere di intervenire concretamente. Non ci bastano più le parole, vogliamo i fatti" conclude Davide.
"Le tante lacune della ricostruzione scolastica post sisma 2016 innescano ancora una volta dubbi e proteste a Treia dopo sei anni di proclami: Capponi si fermi, informi e ascolti finalmente la cittadinanza". Questa la richiesta del gruppo consiliare d’opposizione Prima Treia per voce del capogruppo Vittorio Sampaolo e dei consiglieri Andrea Mozzoni e Gianluca Gagliardini.
"La contrarietà del gruppo consiliare Prima Treia verso il programma di ricostruzione scolastica modello anni Ottanta propinato dalle ultime due Amministrazioni targate Capponi è un fatto noto, ribadito tre anni fa in campagna elettorale e poi nelle sedi istituzionali", si legge in una nota del gruppo di opposizione. "Fatta salva la presenza di nidi e materne come fondamentali servizi di vicinato, tutti vorremmo ogni scuola sull’uscio di casa, ma, come evidenziato dagli indici demografici, la volontà di realizzare due strutture distinte a Treia e a Passo di Treia è purtroppo anacronistica e controproducente rispetto al continuo calo della popolazione scolastica. Non secondario è il fatto che questa programmazione comporterà una maggiore spesa complessiva per il contribuente - con importi stimati per circa 25 milioni di euro -, a fronte di un numero minore di servizi offerti, riportando indietro la città di 40 anni".
Va ricordato come già il gruppo consiliare d’opposizione Uniti per Treia (di cui facevano parte anche gli attuali consiglieri di Prima Treia Andrea Mozzoni e Gianluca Gagliardini) aveva condotto nel 2018 una campagna informativa in città per illustrare le tante criticità dei due progetti, invitando la cittadinanza a essere parte attiva di un processo che segnerà la storia comunale per i prossimi decenni e invocando la progettazione, disattesa, visti i numeri alla mano, di un moderno campus scolastico, all’insegna di una pari offerta didattica per tutti i giovani treiesi.
Prima Treia è tornata sul tema non più tardi di alcuni mesi fa, presentando ben tre interrogazioni alla luce della prossima demolizione del consorzio agrario, delle case popolari, della scuola media e della palestra polivalente a Passo di Treia. Risposte evasive su tempi e modi sono però arrivate su tutti e tre i temi.
"Se da un lato, infatti, alcune famiglie ancora non hanno avuto modo di conoscere quale futuro avrà l’educazione scolastica dei propri figli, dall’altro il trasferimento dei cittadini delle abitazioni Erap è avvenuto con una comunicazione tardiva da parte dell’Amministrazione comunale e, in alcune situazioni, con strascichi ancora presenti", prosegue l'opposizione.
"Infine, nonostante i proclami, a un mese dalla prossima stagione sportiva, nessuna soluzione alternativa è ancora nota per quanto riguarda il prosieguo delle varie attività nella palestra polivalente, così come non è chiaro cosa verrà realmente ricostruito al suo posto, di quali dimensioni e in quali tempi, dopo che ci si è intestarditi a voler demolire per prima una struttura fondamentale per la frazione e non solo, invece di adattare il progetto alle legittime esigenze della cittadinanza".
"Per non parlare, inoltre, delle conseguenze sulla viabilità locale e la commistione tra strade, parcheggi e spazi per i giovani che emergono dai progetti. Pur consapevole che non sarà ascoltato ancora una volta, con senso di responsabilità il gruppo Prima Treia torna nonostante tutto a chiedere all’amministrazione Capponi di guardare oltre le differenti posizioni e di inserire presto nella sua agenda una serie di appuntamenti su tutto il territorio per spiegare dettagliatamente e ascoltare - senza intimidire il dissenso - quali saranno le ripercussioni concrete dei progetti avviati di ricostruzione scolastica sulla vita delle famiglie treiesi".
"La famiglia di Alika non è sola. Ci prenderemo cura di sua moglie e di suo figlio. Chiedo con fermezza che venga fatta giustizia quanto prima, per la famiglia di Alika e per una intera città che non può che essere sgomenta per quanto accaduto". A ribadirlo è il sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica nel sottolineare come l'abbraccio con la moglie di Alika, Charity, abbia sentito "tutto il suo dolore, la sua disperazione. Ho promesso a lei e a tutta la comunità nigeriana che non sarebbe rimasta sola".
"Abbiamo istituito un fondo di 15mila euro a sostegno della famiglia per consentirle di gestire nell'immediato il sostentamento e le spese per il funerale; collaboreremo in sinergia con il comune di San Severino, città di residenza della famiglia di Alika, affinché possa essere garantito un aiuto e un sostegno prolungato nel tempo - ha annunciato Ciarapica -. Sono già in contatto con il sindaco Piermattei per attuare le misure di sussidio."
"Sarà aperto un conto corrente dedicato dove chiunque potrà inviare le proprie offerte per sostenere la famiglia - ha aggiunto il primo cittadino -. E infine ci costituiremo parte civile contro l'aggressore a tutela dell'immagine e dei valori di Civitanova che è sempre stata una città civile, accogliente, generosa, pacifica e solidale e che è sgomenta e addolorata per una vicenda estranea al suo carattere e alla sua anima".
Il legale della famiglia, l'avvocato Francesco Mantella, ha divulgato le coordinate bancarie per le donazioni: IT 85 N 02008 69201 000106469918 intestato a Oriakhi Charity, la banca è la UniCredit di Tolentino.
"Questo è momento di agire e dare risposte concrete alla cittadinanza - conclude il sindaco -. Sia sul fronte della sicurezza, e lo stiamo già facendo con la Prefettura e le autorità competenti, sia sul fronte umano con gli aiuti, già stanziati per la famiglia di Alika. La mia città, Civitanova, è una comunità coesa e altruista pronta a tendere sempre la mano a chi ha bisogno. E’ a lei e a tutti coloro che vorranno continuare a sostenere la famiglia di Alika che va la mia più profonda gratitudine".
Tiene ancora banco nelle discussioni politiche, l’uccisione del 39enne ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu in pieno corso a Civitanova Marche. Questa volta ad intervenire sulla questione è la deputata del Movimento 5 Stelle, Mirella Emiliozzi, la quale si rivolge direttamente al sindaco della città rivierasca, Fabrizio Ciarapica, attraverso una lettera aperta.
“È con grande dolore – scrive Emiliozzi - che mi trovo a dover constatare come la città stia diventando, incredibilmente, sempre di più teatro di violenza, con gravi episodi di aggressione che si verificano addirittura nel centro cittadino e sul lungomare. Tutto ciò desta in me, nei cittadini e, sono convinta anche in lei, profonda preoccupazione".
“È chiaro che, nel caso di specie, parliamo di un problema non solo di violenza ma anche, con ogni probabilità, culturale. Noi siamo purtroppo di fronte all’esplosione di una cultura xenofoba e intollerante, che non è mai appartenuta al popolo italiano, ma che purtroppo da diversi anni viene alimentata, ahimè, anche da certa politica e che invece andrebbe combattuta con ogni nostra forza”.
“La nostra città ha però anche un generalizzato problema di sicurezza che di certo non si addice alla nostra Civitanova, così dinamica, innovativa, viva e vocata al turismo. Credo non sia più tollerabile dover leggere dalle pagine di cronaca dei continui episodi di aggressione che ultimamente sono avvenuti in pieno centro”. Io stessa ho fermato un pestaggio avvenuto in via Nave, via parallela al corso principale”.
“Occorre che la politica lavori coordinandosi con le forze dell’ordine per una maggior opera preventiva e sono colpita dalle parole del sindacato della Polizia Siulp secondo cui sarebbero mesi che le forze dell’ordine chiedono che le telecamere di video sorveglianza cittadina siano collegate al commissariato. Mi chiedo perché mai siano stati installati tanti apparecchi, se poi non si mettono le forze dell’ordine in condizione di lavorare efficacemente per la nostra sicurezza.
Infine, Le chiedo di unirsi a me nella ferma condanna per tutti coloro i quali, nell’assistere all’efferato crimine, si sono limitati a filmare l’evento, senza fare nulla per intervenire e salvare una vita, conclude l'onorevole Emiliozzi”.