È finalizzato alla valorizzazione dei dialetti marchigiani il bando che la Regione ha pubblicato per la concessione di 15 mila euro di contributi per l’annualità 2022. "Salvaguardare i dialetti delle Marche nelle loro espressioni orali e letterarie, popolari e colte - dichiara l’assessore alla Cultura Chiara Biondi - è importante perché la lingua rappresenta una parte integrante della nostra cultura regionale".
"Il dialetto - aggiunge Biondi - racconta ed è la nostra storia, un patrimonio intorno al quale sono nate canzoni, poesie, opere teatrali e detti popolari che vanno conservati e mantenuti. Attraverso questo bando vogliamo promuovere progetti che tutelino le lingue dialettali marchigiane, centrali per il senso di appartenenza delle comunità".
Sono beneficiari del bando i comuni, le Unioni di Comuni e altre forme aggregative tra comuni su specifici progetti, oltre alle università, le organizzazioni e associazioni culturali iscritte ai registri regionali e i soggetti privati senza scopo di lucro orientati alla salvaguardia e valorizzazione dei dialetti. Il cofinanziamento obbligatorio minimo da parte del soggetto proponente dovrà essere almeno del 20%.
La richiesta di contributo va trasmessa al Settore Beni e Attività Culturali, via Gentile da Fabriano n. 9 - 60125 Ancona, esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata al seguente indirizzo: regione.marche.funzionebac@emarche.it
"Esprimo solidarietà e vicinanza al Presidente Giorgia Meloni per le minacce e le intimidazioni ricevute alla sua persona e ai suoi affetti più cari. La dialettica politica e anche le critiche non devono mai travalicare il rispetto personale e il confronto democratico". A dichiararlo è il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli.
Il riferimento è alle minacce social ricevute dalla premier per le sue politiche sul reddito di cittadinanza. Minacce di morte a lei e alla figlia che il partito di Fratelli d'Italia, facendo quadrato attorno a Giorgia Meloni, stigmatizza reputandole "frutto del clima d'odio fomentato in particolare dai 5 stelle e dal loro leader Giuseppe Conte".
"La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome va istituzionalizzata. Il suo ruolo di coordinamento e di mediazione politica tra interessi territoriali e nazionali, ispirato alla leale collaborazione tra organi dello Stato, deve essere riconosciuto ufficialmente".
È quanto chiedono Regioni e Province autonome che hanno firmato l’Intesa per conferire, dopo quarant’anni dalla sua fondazione, una veste giuridica all’organismo. La cerimonia ufficiale si è svolta a Villa Reale di Monza, davanti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’ambito del Festival delle Regioni che si è svolto ieri e oggi tra Milano e Monza.
Il documento, vero atto fondativo di questa nuova veste istituzionale, è stato firmato dai presidenti di tutte le Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Definisce gli obiettivi, i compiti, la composizione, le modalità di lavoro e l’amministrazione della Conferenza stessa.
Nel corso di una audizione al Senato, nell’ambito dell’iter della legge di bilancio per il 2022, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome aveva espresso l’esigenza di una normativa che regolasse il proprio funzionamento e stabilisse le proprie prerogative.
"La Conferenza ha dimostrato, nel corso di quaranta anni di storia, di saper interpretare il ruolo delicatissimo di composizione e mediazione istituzionale - ha detto Acquaroli -. Chiediamo un riconoscimento costituzionale e legislativo della Conferenza quale organo della Repubblica essenziale per valorizzare il decentramento e il protagonismo delle Regioni e delle Province autonome, salvaguardando le autonomie speciali previste dai rispettivi statuti e consolidando, anche attraverso il rafforzamento delle autonomie, la capacità amministrativa e di interlocuzione con il Governo centrale".
Acquaroli ha poi evidenziato come sia importante che un rapporto, quello tra le Regioni, "che da tanti anni contraddistingue il dibattito politico e istituzionale nel nostro Paese, possa acquisire una forma compiuta. Credo che sia anche importante oggi innescare un processo di riforma dello Stato che possa consentire ai territori di espletare al meglio le loro capacità di competitività e la loro vocazione allo sviluppo, mantenendo però ferma e unita la visione integrale della nostra Nazione. È necessario uno Stato forte che riesca a dare maggiori risposte ai territori e contraddistinto da maggiore capacità di mettere in condizione questi territori di svilupparsi".
Commentando le due giornate del festival delle Regioni, di Milano e Monza, Acquaroli ha sottolineato che si è trattato di “un’occasione importante che ci ha consentito di fare il punto della situazione e di guardare a questa fase come a una fase piena di opportunità, non solo per il Pnrr e la nuova programmazione europea, ma anche per questo dibattito sulle Regioni che può produrre novità finalmente anche dal punto di vista istituzionale".
"Le Regioni, come riconosciuto dal Presidente della Repubblica nel suo intervento qui a Monza, hanno dato un grande contributo nella fase della pandemia e non solo - spiega il governatore marchigiano -. Stanno riscoprendo una centralità anche perché riescono a fare una sintesi che molto spesso, in questi anni, non è avvenuta. Spero veramente che, con il nuovo governo nazionale, si possa dare un impulso a questa fase di costruzione di una nuova visione dello Stato, dove lo Stato possa assecondare, fino in fondo, per il tramite della semplificazione e della filiera istituzionale, la sfida del rilancio dell’Italia, che ha bisogno, sotto tanti punti di vista, infrastrutturale, sociale ed economico, di risposte concrete".
L’intesa firmata dai presidenti, ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione (ripartizione della competenza legislativa tra Stato e Regioni), disciplina finalità e composizione della Conferenza, gli organi previsti, l’organizzazione e il funzionamento, conferendo le attività di segreteria al Cinsedo (Centro interregionale studi e documentazione), già finanziato dalla Regioni e dalla Province autonome.
Valorizzare la ricchezza dei territori e condividere la piattaforma per il nuovo regionalismo. Sono i temi posti al centro del primo Festival delle Regioni, in corso di svolgimento a Milano, presso la sede della Regione di Palazzo Lombardia.
Un appuntamento voluto dalle Regioni perché "l'autonomia è oggi un obiettivo prioritario in un quadro di assoluta unità nazionale", ha affermato il presidente delle Marche Francesco Acquaroli arrivando alla convention.
Le Marche sono state chiamate a coordinare il tavolo tematico di lavoro numero 4 del Festival, dedicato al territorio e alle politiche ambientali, con la partecipazione del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Sebastiano Musumeci e il capo dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio.
"Stiamo subendo le conseguenze del cambiamento climatico con il susseguirsi di dissesti idrogeologici sempre più devastanti - ha rimarcato Acquaroli - Il contrasto di questi fenomeni deve rappresentare una priorità non solo per le Regioni ma per tutto il governo nazionale".
Questioni che saranno affrontate dal tavolo, portando al centro dei lavori anche i temi legati al territorio, all’agricoltura, al turismo e alla sostenibilità ambientale. A Milano le Regioni si confrontano in questi due giorni, organizzati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, condividendo analisi e proposte con le istituzioni sociali, politiche ed economiche intervenute.
Nella prima parte plenaria della giornata ha portato il proprio saluto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in presenza anche i ministri Calderoli, Fitto, Musumeci. "Abbiamo vissuto un periodo complicato contraddistinto dal Covid, durante il quale le Regioni si sono confrontate spesso da remoto - ha sottolineato il presidente Acquaroli - Oggi ci rivediamo in presenza, all’interno di una giornata che prelude a un obiettivo importante, qual è quello dell’istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni e di un rapporto proficuo tra Stato e Regioni".
"Dopo tanti anni, era ora che si arrivasse a questo obiettivo, anche perché il contributo che possono dare le Regioni, a livello istituzionale, è un contributo determinante per le sfide della competitività, per la gestione del territorio, la sanità, che sono tutti obiettivi che oggi rappresentano traguardi fondamentali per il nostro Paese", ha aggiunto Acquaroli.
Nel tardo pomeriggio, al termine dei lavori a Palazzo Lombardia, i presidenti delle Regioni si recheranno alla Fiera di Milano-Rho per visitare la manifestazione internazionale "Artigiano in Fiera" e promuovere le eccellenze locali.
Martedì 6 dicembre, a Villa Reale di Monza, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella, la seconda giornata del festival "L'Italia delle Regioni" proseguirà con la cerimonia della firma dell’Intesa, sottoscritta tra tutti i presidenti, per il riconoscimento della Conferenza delle Regioni quale organo comune delle Regioni e delle Province autonome.
Una “due giorni” dedicata alla valorizzazione dei territori e al nuovo regionalismo. Andrà in scena lunedì 5 dicembre, a Milano, con l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e martedì 6 dicembre, a Monza, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il contesto sarà quello de “L’Italia delle Regioni”, il primo festival delle Regioni e delle Province autonome.
Parteciperanno i presidenti di tutte le Regioni, insieme ai ministri Calderoli, Fitto, Musumeci e ai vicepresidenti del Consiglio Antonio Tajani e Matteo Salvini. L’evento è organizzato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il filo conduttore delle due giornate coinvolgerà le questioni legate alle reti infrastrutturali, energetiche, sociali, sanitarie e digitali che devono vedere le Regioni ricoprire un ruolo strategico rispetto alle politiche del futuro. La prima edizione della manifestazione è organizzata in collaborazione con la regione Lombardia che ospiterà, all’interno della propria sede di Palazzo Lombardia, a Milano, la prima giornata dei lavori.
Nel tardo pomeriggio i presidenti delle regioni si sposteranno alla Fiera di Milano-Rho per visitare la manifestazione internazionale “Artigiano in Fiera” e promuovere le eccellenze dei propri territori.
Martedì 6 dicembre, a Villa Reale di Monza, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella, la seconda giornata del festival proseguirà con la cerimonia della firma dell’Intesa, sottoscritta tra tutti i presidenti, per il riconoscimento della Conferenza delle Regioni quale organo comune delle Regioni e delle Province autonome.
Sì ai comitati di quartiere, ma senza elezioni: a selezionare i membri è la giunta comunale. Risale allo scorso anno la decisione dell’Amministrazione di Macerata di reintegrare nel tessuto politico cittadino i sopracitati comitati di quartiere. La proposta del consigliere leghista Andrea Blarasin, approvata dalla maggioranza e dai 5S nel novembre 2021 con l’astensione dell’opposizione, torna a suscitare perplessità sulla natura democratica e partecipativa dell’iniziativa.
Se tali organi avevano in precedenza una natura elettiva, per cui i membri dei consigli di quartiere erano nominati dai cittadini e rappresentavano una forma di associazione politica ‘dal basso’, la nuova formula prevede la designazione diretta dei 15 consiglieri: 8 individuati dalla maggioranza, 4 dalla minoranza e i restanti 3 estratti a sorte. Una scelta dettata dalla fretta, stando alle dichiarazioni iniziali di Blarasin, il quale al tempo aveva detto che i comitati sarebbero tornati a far affidamento al processo elettorale qualora fossero aumentati i fondi.
Ad intervenire in merito alla questione è David Miliozzi, consigliere della lista civica ‘Macerata Insieme’: “Questi consigli di quartiere, i cui componenti sono nominati dai partiti in una poco legittima spartizione del potere, mortificano questo strumento e la partecipazione stessa. Senza neanche rendersene conto hanno messo in piedi una manovra da regime comunista bolscevico, con la politica che arriva ad amministrare i più piccoli spazi di libertà popolare”.
“L'invadenza e la prepotenza dei partiti sono diventati in questi due anni una sciagura per Macerata - commenta Miliozzi -. Adesso Lega e Fratelli d'Italia hanno imposto i loro consigli di quartiere, di fatto distruggendone il senso e minando la libertà di pensiero. Vi immaginate? 4 consiglieri a te e 8 a me... 8 consiglieri nominati da Lega e fratelli d'Italia che ubbidiscono ai partiti, per cui tutto va sempre bene, e quelli di minoranza per cui nulla va bene. L’ennesima presa in giro alla città”.
“La partecipazione è la forma più alta di democrazia. Senza reale coinvolgimento della comunità - conclude -, a cominciare dalle periferie, non esiste alcuna partecipazione, come nel caso dell'antenna all'Oasi, messa lì senza alcun confronto con i cittadini. Noi di Macerata Insieme siamo per la vera partecipazione, che nasce sempre dal basso, e mai da una nomina politica”.
Il gruppo consiliare "Prima Treia" chiede il ritiro dell’ordinanza n. 41 firmata dal sindaco Franco Capponi che ha disposto sul territorio comunale lo spegnimento dell’illuminazione pubblica, anche nei centri abitati, per gran parte delle ore della notte, dalle 2 alle 6 del mattino.
Un provvedimento che palesa molteplici criticità, con particolare riferimento alla sicurezza dei cittadini, seppur condivisibile il presupposto del risparmio energetico: "L’amministrazione ha calcolato un risparmio di 10mila euro al mese, da novembre a marzo, una cifra che non potrà sopperire all’aumento comunicato di 400mila euro sulla bolletta comunale, così come irrisolti rimangono diversi interrogativi sullo stesso atto"- hanno dichiarato i consiglieri d’opposizione Vittorio Sampaolo, Andrea Mozzoni e Gianluca Gagliardini.
I tre consiglieri hanno perciò depositato lo scorso 26 novembre una mozione per il ritiro dell’atto e la richiesta della convocazione della Commissione bilancio: "Non è possibile continuare a spendere denaro pubblico o pianificare l’acquisto di altri immobili, mantenendo però la città al buio in nome del risparmio. Non ci sottraiamo al confronto per cercare di risolvere il problema, ragionando però su scelte davvero strategiche e incisive sul caro bollette, facendolo nelle sedi istituzionali".
"Altri comuni sono già tornati indietro, non è una eresia. Crediamo sia lecito interrogarsi sull’opportunità dell’atto e sul rispetto del codice della strada. C’è il rischio di mostrare il fianco a contenziosi e, non secondario, a malintenzionati.- continuano i consiglieri- È per noi comprensibile la paura di chi si ritrova a spostarsi da solo al buio. Ci chiediamo anche chi poi pagherà se dovessero malauguratamente verificarsi danni a persone o a cose?"
"Prima Treia" ha evidenziato ulteriori problematiche da chiarire, in particolare la società che si è occupata della riprogrammazione degli impianti ha chiesto e ottenuto di essere esonerata da ogni responsabilità durante le ore previste di mancata illuminazione.
Infine i tre consiglieri pongono un quesito: "In un territorio sismico come quello maceratese, come può questa ordinanza essere conforme al piano di protezione civile? In una situazione di emergenza, le persone si ritroverebbero al buio totale."
La Giunta comunale di Macerata ha espresso parere favorevole alla fattibilità della proposta di partenariato pubblico-privato, presentata dalla Koinonia Plus Cooperativa Sociale, per l’affidamento in concessione della gestione dei servizi cimiteriali del comune di Macerata volta al recupero edilizio dei loculi cimiteriali, all’adeguamento dell’impianto elettrico con relativo piano energetico, all’adeguamento e ammodernamento dei locali della camera mortuaria con successiva realizzazione di una sala autoptica e altre opere di manutenzione straordinaria delle strutture.
Dopo che la delibera sarà presentata, per l’approvazione, al prossimo Consiglio comunale, si procederà con l’apertura della gara pubblica per consentire a tutte le società di settore la possibilità di partecipare all’affidamento del servizio.
"Obiettivo del partenariato è di migliorare sensibilmente il servizio - spiega il sindaco Sandro Parcaroli -, rigenerare le strutture cimiteriali che hanno evidente necessità di manutenzione nonché, contestualmente, effettuare il recupero edilizio dei loculi cimiteriali in scadenza di concessione offrendo alla cittadinanza l’opportunità di ricongiungere i propri cari defunti senza sostenere spese".
Le opere individuate nel progetto riguardano anzitutto il completo ammodernamento dell’impianto elettrico, la sostituzione di tutte le lampade votive, l’implementazione dell’illuminazione sia nei viali in cui ci sono le cappelline che in quelli pedonali delle tombe a terra, nonché la realizzazione di un impianto di produzione di energia da fotovoltaico per abbattere i costi di gestione.
Un secondo intervento riguarderà la ristrutturazione della camera mortuaria, attualmente in stato di forte degrado, con la realizzazione anche di una sala autoptica con tecnologia di ultima generazione BLS3.
Altro intervento riguarderà il piano di recupero dei loculi con la ricollocazione delle salme inconsunte a scadenza della concessione e la ristrutturazione di tutte le facciate in cui verranno effettuate le operazioni di estumulazione così da restituire un’immagine anche esteticamente dignitosa al complesso monumentale.
Quanto alle strutture in cattivo stato manutentivo, saranno effettuati il risanamento e la tinteggiatura della struttura a colombari nella parte vecchia, nonché il risanamento dei corrimano, della pavimentazione e delle copertine dei muretti.
"Il progetto tecnico concerne anche il risanamento delle tegole sulle mura perimetrali con ripristino anche delle pareti. Un importante intervento di ristrutturazione riguarderà il risanamento delle colonne in cemento armato in cui sono ubicati i loculi multipiano" spiega Parcaroli.
Si procederà, inoltre, al ripristino dell’asfaltatura dei vialetti nelle parti ammalorate in tutte le zone del cimitero e al ripristino e restauro del monumento nella zona centrale dei campi di inumazione in cui ha sede l’ossario. Infine, verrà rigenerata la palazzina d’ingresso in cui sarà allestito l’ufficio front office per l’accoglienza dei visitatori.
Oltre alle opere strutturali, il progetto prevede una particolare attenzione alla cura e manutenzione ordinaria della struttura: pulizia quotidiana dei camminamenti, delle fontane e delle vetrate, mantenimento a raso di tutti i tappeti erbosi, potatura di siepi e, in generale, maggiore attenzione al decoro.
"I tempi cambiano ma la retorica e le bugie del consigliere Micucci e di alcuni suoi compagni del Pd, purtroppo restano, nonostante i vari esiti elettorali alquanto sconfortanti. Continuare a prendere in giro i cittadini con falsità o mezze verità al fine di ottenere consensi, è un metodo ormai superato e un comportamento deprecabile". È quanto afferma l'assessore ai lavori pubblici del comune di Civitanova Marche, Ermanno Carassai, replicando alle dichiarazioni degli esponenti del Pd cittadino in merito alla tassa sul cappotto termico (leggi qui).
"In merito all'atto deliberativo della giunta, tengo in primo luogo a precisare che lo stesso è finalizzato a disciplinare l'occupazione del suolo pubblico nell'eventuale posizionamento di strutture stabili, alterne agli edifici, aggettanti direttamente su spazi pubblici, fissando, altresì, delle condizioni generali per l'ammissibilità di tali interventi e nel contempo garantire la fruibilità dei marciapiedi pubblici - spiega Carassai -. Atto deliberativo, questo, resosi necessario per la mancanza di una disciplina di legge in tal senso e la volontà di consentire ai cittadini la possibilità di fruire delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica".
"Nel caso specifico, sulla realizzazione di un cappotto termico su spazi pubblici, ricorrono anche gli aspetti di tipo tributario - dichiara l'assessore -. Il consigliere Micucci ancora una volta ha la memoria labile: la tariffa per l'occupazione del suolo pubblico è in vigore ormai da decenni, contrariamente a quanto da lui affermato sulla stampa, e quindi non entra in vigore dalla data dell'atto deliberativo".
"Lo stesso Micucci, disconosce per convenienza, l'atto deliberativo 67 del 22/02/2013 avente per oggetto: 'Occupazione suolo pubblico cappotto coibentazione termica edificio in via de Pinedo'. All'epoca, in qualità di assessore, votò favorevolmente all'applicazione di una tassa di euro 50/mq. Tengo a precisare - conclude l'assessore Carassai - che l'attuale giunta municipale non vuol colpire nessuno, ma questa tassa sul cappotto termico rappresenta una questione di equità nei confronti di tutti i cittadini".
Via libera unanime del Consiglio regionale delle Marche, con 27 voti favorevoli, alla proroga dei termini previsti dal "Piano casa" fino al 31 dicembre 2024. La protrazione degli effetti della legge regionale numero 14/2021 si è resa opportuna in funzione della necessità di incentivare, per un arco temporale più lungo, gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, e la sua sostituzione con l'introduzione di moderni standard costruttivi ingegneristici, architettonici.
Interventi che hanno costituito e stanno ancora costituendo un volano di ripresa economica e un'occasione di riqualificazione edilizia ed urbana. Il termine indicato nella legge, prima della disposta proroga, era il 31 dicembre 2022.
I relatori del provvedimento sono stati Andrea Assenti (Fratelli d'Italia), per la maggioranza, e Anna Casini (Pd) per la minoranza. La votazione è stata preceduta dalle dichiarazioni di voto favorevoli di tutti i gruppi consiliari.
"E' un importante traguardo rispetto ad una battaglia che conduciamo da tempo - ha commentato il presidente dell'Assemblea Dino Latini - cioè dalla verifica degli effetti positivi prodotti dalla normativa in termini di incentivazione degli interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, evitando nuovo consumo di suolo".
"Questo lasso temporale più lungo - ha aggiunto - consentirà al settore edilizio di avvalersi di questo fondamentale volano normativo, per una ripresa economica ancora da consolidare, e, inoltre, ai privati di riqualificare il patrimonio edilizio mediante nuovi e più moderni standard che potranno avere anche una generale ricaduta positiva sulla riqualificazione urbana".
“La giunta di destra del sindaco Ciarapica mette la tassa sul cappotto termico, un’altra picconata a una delle promesse elettorali con cui ci sono fatti eleggere (abbasseremo le tasse) e un colpo anche a quella filosofia della transizione ecologica che vorrebbe un ente pubblico sostenere tutti i progetti che, anche grazie agli incentivi statali, producono risparmio energetico”. A dirlo sono i consiglieri del Partito Democratico civitanovese Francesco Micucci, Lidia Iezzi e Yuri Rosati.
“A ben vedere, la nuova tassa – aggiungono - colpisce non solo i cittadini ma anche una strategia ambientale che vede tutto il mondo andare verso comportamenti e provvedimenti che favoriscano nuove politiche energetiche”.
“Invece il provvedimento della giunta è vecchio perché mira a lucrare anche sull’innovazione ambientale e su chi mette a nudo i vuoti slogan che gli amministratori civitanovesi pronunciano su tasse e ambiente salvo poi fare l’unica cosa in cui eccellono: mettere le mani nelle tasche della gente, addirittura facendo versare subito l’intero importo della tassa di occupazione del suolo pubblico dovuta per tutto il periodo autorizzato, 29 anni, per incamerare un gruzzolo che utilizzeranno per spendere e spandere su giochi e cotillon”.
“ La nostra proposta è annullare questa delibera e fare quello che altri comuni hanno deciso di fare: rendere gratuita l’occupazione del suolo pubblico derivante dalla realizzazione dei cappotti termici. Il bilancio del Comune di Civitanova – concludono - a può sicuramente sopportare un mancato introito derivante da questa nuova tassa”.
"La Provincia dovrebbe acquisire un immobile che non è di sua proprietà con una spesa ingente a carico dell’Ente in un momento in cui le entrate sono in costante calo. Per di più l’investimento sarebbe attinente a funzioni che non sono più di competenza della Provincia".
Il presidente Sandro Parcaroli replica agli esponenti del Pd relativamente alla partecipazione dell'ente al bando del Fondo completare sisma per l’acquisto dell’ex albergo di Cingoli. "Come è stato spiegato anche in consiglio provinciale rispondendo alla mozione, trasformata poi dallo stesso presentatore (il consigliere Narciso Ricotta) in ordine del giorno - continua Parcaroli -, il progetto riguarda l’acquisto dell’immobile Balcone delle Marche che non è di proprietà della Provincia, mentre le misure contenute nel bando emanato dall’ufficio Ricostruzione prevedono la valorizzazione del patrimonio pubblico".
"Per di più si fa riferimento agli ambiti del turismo, cultura, sport e inclusione che non sono più di competenza provinciale a seguito della legge Delrio del 2014 - spiega il presidente provinciale -. Le finalità previste dal bando, infatti, attengono al recupero e alla valorizzazione del patrimonio pubblico, per scopi culturali, sociali, turistici e ricreativi, mediante collaborazioni tra amministrazioni pubbliche e operatori economici privati".
"Al contrario di quanto è stato detto dagli esponenti del Pd, inoltre, non è vero che non ci sarebbero costi per la Provincia, e quindi per i cittadini perché, qualora fosse possibile intervenire su un bene non ancora in proprietà, l’immobile Balcone delle Marche dovrebbe essere acquisito dalla Provincia partecipando a un’asta fallimentare (con accollo, nella migliore ipotesi, del 90% della spesa, poiché il bando consente acquisti immobiliari a corredo per un massimo del 10% del contributo)", prosegue Parcaroli.
"La Provincia, inoltre, dovrebbe provvedere alla ristrutturazione dell’immobile (con ulteriori spese a carico dell’Ente) per destinarlo, secondo quanto previsto dall’ordine del giorno, alla finalità didattica e gestionale dell’Istituto Alberghiero. Giova pure ricordare - conclude Parcaroli - che le competenze didattiche afferiscono interamente alle scuole, non agli enti locali, e non è neppure ipotizzabile definire un progetto di valenza almeno quinquennale di gestione imprenditoriale che coinvolga un’istituzione scolastica".
L'utilizzo dei fondi europei "Next-Appennino" è stata al centro della conferenza tenutasi, questa mattina, allo chalet Arena delle Luci di Cingoli. A darsi appuntamento sono stati gli esponenti del Pd Raffaele Consalvi, capogruppo comunale del partito nonché componente della segreteria provinciale, l’avvocato Narcisio Ricotta, capogruppo dem in Provincia e al comune di Macerata, e il segretario provinciale Angelo Sciapichetti.
Tema dell’incontro la possibilità di usufruire del bando area sisma "Valorizzazione del patrimonio pubblico", che mette a disposizione degli enti locali complessivamente 80 milioni di euro a fondo perduto e 2,5 milioni di euro per progetto. Risorse che permetterebbe l'acquisto dell'hotel "Balcone delle Marche".
Consalvi come il bando in questione "si ritagliava perfettamente sulla realtà cingolana in modo da completare il Balcone delle Marche, restituirlo ai turisti e alla città e darlo in gestione all’Istituto Alberghiero".
L’avvocato Ricotta ha ripercorso l’iter di una mozione a sua firma, rilevando al contempo "l’assoluta inadeguatezza - ha dichiarato - della politica provinciale che a parole si riempie la bocca, ma nei fatti dimostra l’incapacità nell’affrontare i temi importanti. Sono completamente impreparati, tanto da trasformare una mozione che impegnava fortemente la Provincia, in semplice ordine del giorno che non si nega a nessuno".
Il segretario Angelo Sciapichetti ha esortato Comune e Provincia ad "aprire un tavolo di confronto con il Commissario Legnini affinché non si perda i fondi del bando. Un'occasione irripetibile - spiega - Fino a qualche mese fa ci dicevano che le colpe erano di quelli di prima, oggi - a due anni mezzo di governo - anche i cittadini cominciano a vedere l’inconcludenza di questa classe politica".
"Sull’acqua si doveva andare verso un gestore unico provinciale, ad oggi non trovano l’accordo nemmeno sul presidente con il rischio che la risorsa idrica possa andare in futuro a qualche soggetto privato, sui rifiuti ancora nulla e alla fine andranno ad ampliare la discarica qui a Cingoli - conclude Sciapichetti -. In merito alla sanità, serviva riaprire gli ospedali di periferia e abbattere le liste d’attesa. Ad oggi non si è riaperto nulla, mentre per le visite e gli esami non c’è più nemmeno l’agenda".
Destinati 935 mila euro per le politiche della famiglia, di cui 795 mila di risorse statali e 140 mila regionali. La giunta, nella sua seduta settimanale, ha dato il via libera ai criteri e alla modalità di utilizzo del Fondo statale per le politiche della famiglia 2022 per interventi di sostegno per la nascita o per l'adozione di figli, per il superamento di situazioni di disagio sociale, economico ed abitativo e per il rafforzamento del ruolo genitoriale.
"Gli interventi proposti dalla Regione - ha sottolineato Saltamartini - si pongono in linea di continuità rispetto al precedente Fondo Famiglia 2021, attraverso il sostegno per la nascita o per l'adozione di figli, in special modo finalizzati alla prevenzione dell'interruzione di gravidanza, alla solidarietà alle ragazze madri e al supporto alle famiglie che hanno adottato un bambino".
"A questi si aggiungono interventi per il superamento di situazioni di disagio sociale, economico ed abitativo per famiglie e genitori separati, per famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro, per famiglie con figli minori di età rimasti orfani di uno o entrambi i genitori, per nuclei familiari multiproblematici, con figli minori, già in carico ai servizi. Inoltre – ha concluso l’assessore – la delibera stabilisce il rafforzamento dei Centri per la famiglia e scuole per genitori per la realizzazione di attività di mediazione familiare e servizi informativi finalizzati a rendere effettivo l'esercizio del ruolo genitoriale".
I criteri di riparto delle risorse stabiliscono il 30% della somma da suddividere in egual misura tra tutti gli Ambiti Territoriali Sociali (Ats), il 30% da suddividere in maniera proporzionale al numero di donne in età fertile (15-49 anni) residenti nei territori di competenza, il 30 % da suddividere in maniera proporzionale al numero dei minori in fascia di età 0-17 anni e il restante 10% da suddividere in maniera proporzionale all’estensione territoriale degli Ats.
Le somme destinate verranno erogate con queste modalità: metà a titolo di acconto entro l’anno corrente affinché gli Ats possano intraprendere le azioni attuative degli interventi deliberati: in particolare pubblicare i bandi e gli avvisi per i contributi. Il saldo, invece, sarà erogato ad avvenuta rendicontazione, che avverrà entro il mese di luglio 2023. L’incidenza temporale del finanziamento va dal primo luglio 2022 al 30 giugno 2023.
La presidente del consiglio delle donne del Comune di Macerata, Sabrina de Padova, ha presentato in consiglio comunale un ordine del giorno per invitare il nuovo governo Meloni ad inasprire la normativa sul codice rosso. Dopo la prima presentazione dell'o.d.g. in data 7 novembre, ha riproposto l'iniziativa nell'incontro odierno, presentando una petizione firmata da diversi consiglieri.
"In questi due anni ho promosso tantissime iniziative per sensibilizzare la cittadinanza contro la discriminazione di genere, intervenendo anche nelle scuole - specifica De Padova in nota stampa -. L'inasperimento del codice rosso adeguerebbe l'Italia ad altri Paesi che hanno quasi annullato il fenomeno del femminicidio. Il sistema prevede, in caso di denunce per violenza, l’applicazione dei braccialetti alle vittime, su base volontaria nel rispetto della privacy, e ai denunciati".
"In questi giorni, proprio in occasione dalla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, anche i nostri deputati hanno evidenziato la mia stessa sensibilità, approvando la mozione in modo unanime - conclude -. Il documento impegna l'esecutivo «a proseguire nelle politiche di contrasto alla violenza nei confronti delle donne e alla violenza domestica quali prioritarie nell'azione di governo». Se dovessero considerare il principio del mio o.d.g. potrebbero inasprirlo ulteriormente, prevedendo l’applicazione dei braccialetti sia per il denunciante, su base volontaria nel rispetto della privacy, che per il denunciato. Speriamo di essere stimolo di cambiamenti!".
Il leader nazionale di Azione Carlo Calenda venerdì 2 dicembre alle ore 18 sarà al Ridotto del Teatro delle Muse, ad Ancona, per la presentazione del suo libro "La libertà che non libera".
"Per noi è un appuntamento importante - dichiara il segretario regionale di Azione, Tommaso Fagioli - perché segna il ritorno del nostro segretario nazionale nelle Marche dopo diversi mesi. Nelle Marche Azione sta crescendo e gli attivisti del movimento sono felici di accoglierlo ad Ancona".
La conferenza stampa tenutasi questa mattina presso l'Ospedale di Civitanova (leggi qui) si è trasformata rapidamente in un dibattito politico e sociale che poco aveva a che fare con il tema dell’incontro, coinvolgendo principalmente il patron dell'Eurosuole Germano Ercoli e il vicepresidente della Regione Marche Filippo Saltamartini.
Dopo i convenevoli di rito della subcommissaria di Area Vasta 3 Daniela Corsi e del primario del reparto di Ostetricia Di Prospero, la discussione è virata su argomenti quali la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la nuova legge di bilancio e le numerose, annose, questioni che da oltre due anni minano la stabilità dell'Italia e gettano un’ombra preoccupante sul futuro.
Ercoli, visibilmente coinvolto e preoccupato per le questioni di cui sopra, ha colto l’occasione per rivolgere direttamente le proprie impressioni all'assessore Saltamartini e all'onorevole Leonardi. In prima battuta, auspicando una risoluzione pacifica dell’aggressione russa (definendo Zelensky “un eroe a tutti i costi”); successivamente, esponendo tutti quei fattori che secondo lui segneranno la prossima recessione nel 2023 (caro bollette, crisi sanitaria, stipendi bassi, crisi dei consumi e delle aziende).
“La questione più urgente che questo governo avrebbe dovuto affrontare subito era quella del costo dell’energia - ha sottolineato Ercoli -. Non si può continuare a rimanere proni all’Europa, accettando un tetto al prezzo del gas appena inferiore alla già altissima soglia raggiunta a causa delle speculazioni. Sono entrato in contatto con i vertici dell’Enel grazie al ministro dell’Interno Crosetto e posso dire per esperienza diretta che se lo scorso anno eravamo arrivati a pagare 1,3 milioni di euro per le bollette, a partire dal gennaio 2023 i costi schizzeranno fino a 5 milioni”.
“Dopo 46 anni di attività onesta, oggi rischio come tanti altri di dover chiudere. Per quanto riguarda l’ultima finanziaria, trovo un presa in giro gli 11 euro in più al mese garantiti in busta paga dal governo Meloni. È dal 2007 che lotto per un aumento concreto negli stipendi dei dipendenti: dovrebbe essere di almeno 500/600 euro perché i consumi ritornino a crescere. Il reddito di cittadinanza, nonostante le palesi mancanze dimostrate, ha aiutato i quasi 12 milioni di Italiani sotto o immediatamente prossimi alla soglia di povertà”.
Breve riepilogo: il governo Meloni con la finanziaria ha scelto di tagliare il cuneo contributivo (quindi il costo del lavoro) a favore dei lavoratori dipendenti. La manovra è la stessa già prevista dal governo presieduto da Mario Draghi, con garanzia agli 8 milioni di lavoratori fino a 200 euro lordi in più nel 2023, 144 euro netti: 11 euro puliti al mese extra, tredicesima compresa. Nel frattempo, il Reddito di Cittadinanza veniva depotenziato e condannato a sparire entro il 2024.
Poche le risposte da parte dell’onorevole Elena Leonardi, che ha scelto di declinare ogni responsabilità dando la colpa ai governi precedenti e al poco tempo a disposizione per il neonato esecutivo: “La tutela delle imprese è una priorità assoluta del governo Meloni. Ma in soli 35 giorni questo è quello che siamo riusciti finora a fare”.
A rispondere più profusamente è stato il vicepresidente della Regione Marche Filippo Saltamartini fra una citazione di Tocqueville, una considerazione sulle donne in quanto “le macchine più complesse e indispensabili per la specie umana”, e un aneddoto sulla proprietà privata. "Stamattina al bar ho incontrato una dottoressa dichiaratamente di sinistra col suo bambino, il quale stava giocando con tre macchinine. Quando gli ho chiesto di darmene una mi ha risposto «No, è mia». Allora mi sono girato verso la dottoressa e le ho detto «Vede che la proprietà privata è un diritto naturale?». Una presa di posizione netta, che in termini filosofici merita un accostamento alle argomentazioni di Rousseau nel "Discorso sull'origine e i fondamenti delle disuguaglianze tra gli uomini", da cui la celebre frase “Quando il primo uomo ha recintato una terra ed ha detto «questo è mio», dà lì sono nate le diseguaglianze".
Saltamartini ha preso posizione anche sullo svilimento di un sistema sanitario in ginocchio dalla pandemia: “La situazione che ci siamo trovati ad affrontare era talmente compromessa che ora è difficile uscirne. Solo fra due anni si vedranno gli effetti delle nostre manovre (come l’aumento delle borse di specializzazione per i medici, salite dalle 5 del 2019 a 160 ndr). Ma ora dobbiamo continuare a navigare in questa palude finchè non torneranno medici di base e operatori di pronto soccorso”.
Fra le soluzioni proposte dall’ex sindaco di Cingoli ci sono la tipizzazione degli ospedali pubblici, l’istituzione di più CUP provinciali in sostituzione dell’unico regionale ora attivo e l’aumento dei salari per il personale sanitario. “Concordo con ogni critica mossa da Ercoli – ha aggiunto Saltamartini –. Se un dipendente guadagna 1300 euro al mese, al datore di lavoro può arrivare a costare anche 3000 euro per via della tassazione. I consumi rimangono fermi e la tassazione grava troppo sulle piccole e medie imprese, cuore pulsante dell'Italia”.
Sul tema della crisi energetica, l'assessore alla Sanità ha puntato il dito contro l’Ue e nello specifico contro la Francia che avrebbe minato l’indipendenza dell’Italia già all’epoca dell’affare Gheddafi, quando Saltamartini stesso sedeva a Palazzo Madama (2009-2013). “Avevamo sviluppato degli accordi con la Libia per garantire al Paese un approvvigionamento di risorse costante e sicuro ma questi saltarono quando Sarkozy decise di bombardare Tripoli".
"Siamo andati a vedere l’area destinata alla costruzione dell’ospedale nuovo per il maceratese e non abbiamo trovato niente. Se, come noi, chiunque si prendesse la briga di andare sul posto, lungo la Carrareccia, più o meno di fronte al capannone Cioci Opel, verificherebbe che non ve n’è traccia". A dichiararlo è Ninfa Contigiani, segretaria del circolo del Partito Democratico cittadino.
"Nonostante le favole raccontate dal sindaco, che si doveva incatenare se non si faceva l’ospedale insieme a quelle dell’assessore regionale Saltamartini che ossessivamente ripete sui giornali che per farlo ha 70 milioni di euro, nell’area individuata non si è messo un palo, né tracciata una riga - prosegue Contigiani -. Chiunque lo può andare a vedere di persona. D’altronde non c’è neppure nessun atto amministrativo fatto".
"Continuare a dire parole al vento prendendo in giro i maceratesi su un argomento sensibile come la sanità pubblica è davvero intollerabile" attacca la segretaria dem, che spiega: "Per fare l'ospedale, ma solo per la costruzione dell’edificio, lo stesso assessore disse che ci sarebbero voluti almeno 140 milioni di euro. Ad oggi, nel bilancio regionale, ce ne sono solo 60 dedicati, ma è certo che neppure i 140 milioni previsti saranno sufficienti perché va di sicuro rivisto il capitolato di spesa per i rincari delle materie prime che sono in atto da mesi e che hanno già creato tanti problemi".
Saltamartini "fa finta di non sapere che altri 90 milioni servirebbero poi per l’impiantistica e i macchinari sanitari, prevedendo anche contratti di manutenzione", aggiunge Contigiani, nell'osservare come sia "ormai evidente che l'ospedale non si farà né per il 2023 come promise in passate frettolose dichiarazioni, né per il 2025 perché non c’è ad oggi neppure un minimo progetto di fattibilità e il fine mandato è proprio dietro l’angolo".
Il protocollo Zeus, siglato stamattina dal questore di Macerata Vincenzo Trombadore e dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli in qualità di presidente dell’Ambito territoriale sociale 15, quale capo maglia per l’intera regione Marche delle strutture per maltrattanti, alla presenza del prefetto di Macerata Flavio Ferdani e dall’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, è il primo patto che una questura marchigiana si impegna a firmare e che rappresenta la necessità di responsabilizzare gli autori di violenza di genere.
Un impegno importante perché significa riconoscere l’importanza di responsabilizzare l’autore soggetto di violenza e invitarlo ad avvicinarsi alle strutture che hanno il compito di far invertire la rotta, comprendere il disvalore di quello che si è fatto e cambiare.
Da oggi infatti, nell’ambito del potere discrezionale del questore, potere esclusivo perché si parla di misure di prevenzione, il questore nell’ammonimento che viene fatto ai soggetti ritenuti pericolosi per atti persecutori o violenza domestica, indicherà quali sono le strutture ove il soggetto ammonito può rivolgersi per iniziare un percorso su base volontaria e completamente gratuito per trattare la rabbia e tutti quei segnali che lo hanno portato ad agire in maniera violenta.
Con Macerata, sono 55 le questure italiane che si sono dotate di questo protocollo, e i risultati positivi si vedono: se nel 2020 il 20% dei soggetti ammoniti è tornato ad essere violento (e quindi denunciati all’Autorità Giudiziaria), nonostante questi trattamenti, nel 2021 il numero è sceso al 9%, segno evidente che dopo un primo periodo di messa a punto, la responsabilizzazione e trattamento di questi soggetti è fondamentale per evitare la recidiva.
“Voglio ricordare – ha affermat l'assessore regionale Saltamartini– che l’11 novembre a Macerata è stato inaugurato il primo Centro Uomini Autori di Violenza-(CUAV) nelle Marche, un centro a cui si accede attraverso programmi di reinserimento e recupero di soggetti condannati per reati sessuali o per maltrattamento nei confronti del partner. La nostra regione conta 5 Centri Anti-Violenza (Cav), uno per ogni provincia – ha concluso il vicepresidente della giunta regionale - più alcuni sportelli dislocati sul territorio.
"Ci sono poi 8 case rifugio. A gestire le strutture sono i comuni, che affidano il servizio ad enti o associazioni e vi lavorano operatrici con una formazione specifica: psicologhe, avvocatesse, mediatrici culturali e linguistiche, volontarie formate"
Anche nelle Marche , tra le prime regioni a dotarsi di una legge contro la violenza di genere, la n° 32 del 2008, il fenomeno non è in calo , tutt’altro. Solo nel 2022 sono stati commessi tre femminicidi, di cui l’ultimo a Fano di una donna ucraina, Anastasija, che era fuggita dalla guerra per trovare una morte orribile per mano molto presumibilmente del suo compagno e lasciando un bambino di tre anni. Prima di lei Ilaria a Osimo a ottobre e Maria Teresa a luglio a San Benedetto. In 5 anni i femminicidi sono stati 13.
L’identikit della donna che nella nostra regione ha subito violenze ha un’età a cavallo tra i 40 e i 49 anni e nella maggior parte dei casi è coniugata (40%), circostanza che evidenzia come il fenomeno della violenza domestica emerga tra i dati di costante allarme nel rapporto che ogni anno la giunta regionale commissiona alle Università di Urbino e Macerata e che verrà presentato il 29 novembre in una seduta dedicata del Consiglio regionale.
Lo scorso anno 663 utenti si sono rivolte ai Cav delle Marche, l’anno prima erano 483, ben 180 in più . Un fattore probabilmente imputabile a due aspetti: non solo un aumento delle violenze, certo aumentate anche a causa della pandemia, ma anche ad una maggiore informazione e consapevolezza delle donne sulle attività delle strutture pubbliche dedicate.
Nel 91% dei casi si tratta di nuovi accessi. Emerge una netta prevalenza di donne italiane, 489 su 663 totali e dunque il 73,8% con una crescita rispetto all’anno precedente del 6,5% (da 67,3% a 73,8%). Le donne che nel 2021 si sono rivolte al pronto soccorso sono state 205, di cui 10 minorenni ( 217 nel 2020 e 309 nel 2019).
“Non si può passare da essere gli eroi del Covid a persone da mandare a casa con una pacca sulle spalle”. Il Pd della provincia di Macerata è impegnato nel sostenere la vertenza aperta da tutte le sigle sindacali del comparto sanità per la proroga dei contratti del personale sanitario in scadenza entro al 31 dicembre.
“Una battaglia giusta, di civiltà nell’interesse dei lavoratori, ma soprattutto dei tanti cittadini che si rivolgono quotidianamente alle strutture sanitarie della nostra provincia e regione già al collasso per la cronica carenza di personale”. Così in una nota il segretario dem provinciale Angelo Sciapichetti e Raffaele Consalvi responsabile dei circoli provinciali.
“Durante l’emergenza covid – affermano - il Governo prima e il Parlamento poi hanno varato diversi provvedimenti in materia per il reclutamento del personale“.
“Successivamente per dare continuità ai servizi e non disperdere professionalità già formate, il Parlamento con la legge di bilancio 2022 ha posto le condizioni per una loro messa in ruolo, mentre per chi non rientra nella norma è stata prorogata la cosiddetta legge Madia fino al 31 dicembre 2024 affinché ci sia una stabilizzazione successiva”.
“Partendo da queste considerazioni e tenendo conto anche dagli orientamenti legislativi, la stragrande maggioranza delle Regioni (pur avendo sul tema, ancora un quadro finanziario incerto) hanno iniziato le procedure di stabilizzazione per chi già possiede i requisiti, mentre per gli altri precari in scadenza di contratto al 31 dicembre si va verso una proroga che scavalli al 2023 in quanto il tema è già sul tavolo di confronto Stato/Regioni”.
“Le Marche purtroppo per il momento sono una delle poche Regioni che non si è attivata in tal senso, questo significa che alcune centinaia di operatori sanitari a dicembre vedranno scemare le giuste e sacrosante aspettative, lasciando il posto di lavoro e allo stesso tempo diversi servizi e molti reparti ospedalieri si ritroveranno in affanno senza questo personale, in un quadro complessivo già critico da molto tempo”. “Chiediamo alla Regione che si faccia carico di queste esigenze e giuste rivendicazioni", concludono.