In una logica di mobilità sostenibile, allo scopo di un contenimento dei costi e di una buona efficienza del servizio, i Comuni di Recanati, Montecassiano e Montelupone rinnovano l'accordo di gestione in forma congiunta del servizio di trasporto scolastico integrato con il trasporto urbano.
Soddisfazione viene espressa dall'Assessore ai Trasporti Pubblici di Recanati Rita Soccio che dichiara: "In vista dell'imminente avvio dell'anno scolastico e in attesa della gara per l'affidamento dei trasporti pubblici da parte della Regione Marche, abbiamo deciso di rinnovare il Contratto per i servizi di Tpl locale e scolastici con il Contram di Camerino, che prevede Recanati come Comune capofila di una convenzione con i Comuni di Montecassiano e Montelupone per una gestione in forma unitaria. Quest'anno anche il Comune di Montefano ha aderito alla convenzione, aumentando di fatto la possibilità di autonomia e di miglioramento della mobilità che rimane un punto nevralgico per lo sviluppo del nostro territorio. Il passo successivo a cui stiamo lavorando con il Contram è il potenziamento del servizio e cercare soluzioni che possano rispondere ai bisogni dei cittadini ma anche ad un turismo in continua crescita".
Il Contratto integrato e rimodulato per il periodo scolastico è così strutturato: nel territorio del Comune di Recanati 197.595 km, per il Comune di Montecassiano 65.504 Km, per il Comune di Montelupone 47.335 km e per il Comune di Montefano 44.913 km. Il corrispettivo annuo per ogni comune ammonta a € 383.835,42 per il Comune di Recanati, € 87.000,00 per il Comune di Montecassiano, € 89.936,50 il Comune di Montelupone e € 75.000,00 per il Comune di Montefano. Nel corrispettivo sono compresi i viaggi d'istruzione scolastica nell’ambito del territorio locale e provinciale con una tolleranza variabile.
"Sono stati senza dubbio anni sfortunati per l’amministrazione Carancini, che lascerà come unico ricordo una serie di insuccessi che è quasi inutile ri-elencare, per il doveroso rispetto nei confronti di chi ha sicuramente messo impegno raccogliendo quasi nulla". Così i rappresentanti del Movimento 5 Stelle di Macerata fotografano i dieci anni da sindaco di Macerata di Romano Carancini, annunciando la volontà di scendere in campo per le elezioni 2020 e di contribuire ad una svolta politica e sociale nella città capoluogo di provincia.
LE SPACCATURE NELLA MAGGIORANZA - Attraverso un comunicato stampa Roberto Cherubini, Carla Messi e Andrea Boccia ripercorrono tutto quanto non ha funzionato durante i due mandati del primo cittadino uscente: "Ormai siamo in fase di “asfalti-elettorali” e di lucette messe ovunque per tentare di conquistare quelle persone superficiali che non hanno notato la clamorosa perdita di coesione sociale che hanno generato 2 amministrazioni Carancini, assolutamente verticistiche e lontanissime dalla partecipazione più volte nominata. I consiglieri di maggioranza, seppur spesso silenti, sono quelli che hanno subito più di tutti questa assenza di condivisione e lo stanno timidamente evidenziando con atti di mini-coraggio che descrivono esattamente la situazione: 2 o 3 persone che decidono e le altre che alzano le mani e approvano".
"Di questi giorni l’ennesimo litigio di Carancini con chi rappresenta associazioni o cittadini attivi (circolo tennis), ma questa non è una notizia, lo sarebbe un dialogo costruttivo e pacifico per ora inesistente con tutti gli attori della città. La maggioranza tenta in Consiglio comunale di evidenziare le cose fatte bene producendo una relazione di fine mandato che costerà una cifra talmente folle (49mila euro) da destare stupore in tutti, escluso il podestà".
CAPITOLO SCUOLE - "Qualche cosa piacevole, nel disastro totale di 10 anni, si è vista in città ma il fatto che il Sindaco raccolga i meriti delle scuole alle Casermette è imbarazzante guardando i fatti. Per anni, infatti, abbiamo evidenziato e raccolto firme in città perché la stragrande maggioranza delle scuole non aveva e non ha l’agibilità e la totalità non ha ancora oggi la verifica di vulnerabilità sismica entrambe le cose obbligatorie per legge".
"Noi combattevano e combattiamo con forza per ottenere queste garanzie di sicurezza per i nostri ragazzi, ma chi ci amministra é sempre sordo. Le nuove Scuole, con l'evidente neo di un supermercato che starà lì avanti, sono venute alla luce solo “grazie” ad un terremoto devastante per le nostre comunità e al sostanzioso contributo di uno stato estero . In assenza della tragedia del 2016 le nostre scuole sarebbero nelle medesime condizioni del 2015. Dobbiamo dircelo, crediamo sia giusto dirlo. Sembra inoltre, chi lo dice è proprio Carancini, che non saranno completate per l’apertura dell’anno scolastico 2019/2020 e crediamo che coloro che hanno sentito con i propri orecchi che le scuole sarebbero state inaugurate per l’apertura dell’anno scolastico 2018/2019 non potranno che osservare che le promesse caranciniane sono spesso vane".
RICREARE LA COMUNITA' - "La nostra speranza è che in futuro si lavori per ristabilire una coesione sociale ormai scomparsa che deve essere per primo agevolata da chi governa, cercando l’incontro e non il continuo scontro con chiunque. Siamo diventati “individui” e cerchiamo il successo personale più che la condivisione. Chi amministrerà in futuro dovrà avere idee semplici, ma efficaci per far incontrare le persone, per rendere attraenti tanti punti meravigliosi della città affinchè i maceratesi preferiscano uscire ed incontrarsi piuttosto che restare davanti alla tv, ad un pc o ad un telefonino. Non servono ricette miracolose ma è essenziale far sì che tanti angoli cittadini siano piacevoli da frequentare. Per farlo è sufficiente rubare le idee a città italiane ed europee che hanno reso accogliente il camminare per la città".
CAMBIO AL VERTICE - "Il cambiamento orientato alla coesione sociale, alla cura delle città ed alla creazione di opportunità per i nostri giovani non potrà essere certo offerto da questi “sepolcri imbiancati” rappresentati plasticamente da un “quaraquaqua” che non perde l’occasione di insultare Giuseppe Bommarito per dimostrare la propria presunta superiorità intellettuale. Sono soggetti ormai da decenni altamente nocivi per la città. Sono personaggi che hanno l’atteggiamento del Marchese del Grillo nel film di Sordi per cui “.. io so io e voi non siete un cazzo”.
"Credono di essere l’intelligentia maceratese, ma il realtà hanno atteggiamenti da frustrati in continua ricerca di potere. Le persone di cultura maceratese non sono certo quelle che scrivono articoli offensivi su un misero giornalino di partito, ma le tante persone modeste che hanno costruito la cultura maceratese senza voler mai mettersi in primo piano (Torresi, Paci, De Angelis..). Le chiare offese a Giuseppe Bommarito danno lo spessore di questi “quaraquaqua” (Totò non li avrebbe messi né tra gli uomini né tra gli ometti) che forse stanno cercando una collocazione utile solo a sé stessi per le prossime elezioni comunali".
ELEZIONI 2020 - "Ci teniamo a sottolineare che questi “signori” hanno anche paventato 2 schieramenti che si opporranno alle prossime elezioni, escludendo di fatto la possibilità che ci sia anche il M5stelle a dire la sua. In alternativa ci dicano almeno a quale dei due schieramenti dovremmo partecipare (!!), visto che a Macerata da decenni decidono tutto loro. E’ molto probabile che ci saremo anche noi, con forza, per contrapporci alla supponenza del centro sinistra ma anche alla rabbia del centro destra. La città ha sicuramente bisogno di sicurezza, ma la sicurezza si otterrà solo con la coesione sociale e creando occasioni di incontro. La nostra speranza è che ci sia, anche in Consiglio Comunale, un decisivo cambiamento orientato alla condivisione di idee diverse ed al dialogo tra i cittadini, senza che nessuno ostenti continuamente l’aurea di superiorità. Che la passione prenda il posto del mestiere e dei mestieranti della politica che hanno fatto di questa città un luogo sotto vari aspetti molto arretrato".
MESTIORE E PASSIONE - "Speriamo che i maceratesi tra mestiere e passione inizino a scegliere la passione perchè il mestiere porta progetti a breve gittata mentre la passione genera visioni importanti per il futuro. Speriamo che si possano mettere al centro argomenti essenziali come la sostenibilità ambientale, la ruralità, il turismo moderno, la mobilità sostenibile, la qualità della vita dei cittadini, la città viva in ogni angolo, passando per scelte non imposte, ma convenienti per i cittadini. Sogniamo una città che in pochi anni possa offrire tante opportunità ai nostri ragazzi, magari con una stretta collaborazione con l’ Università e le rappresentanze locali. Che in futuro la politica la smetta di fare scelte per i cittadini ed inizi a fare scelte con i cittadini".
(In foto, da sinistra: Roberto Cherubini, Carla Messi e Andrea Boccia)
Nel cuore di Potenza Picena ci sono delle ferite ancora aperte, come Vicolo Scipioni. La sua genesi nasce a seguito di una segnalazione fatta all’Ufficio Tecnico Comunale relativa ad un edificio privato, sito nel Vicolo stesso. A seguito di un sopralluogo dello stesso UTC che verifica la pericolosità dell’immobile, il Sindaco aveva emesso un’Ordinanza per pubblica e privata incolumità determinando la chiusura del Vicolo e il divieto d’uso dell’immobile.
” Nonostante i ripetuti solleciti la proprietà dell’immobile non ha effettuato alcun intervento. Inoltre, i passaggi burocratici sono stati innumerevoli. Siamo oggi costretti a dover sostenere come Comune ulteriori spese legali ed aspettare ulteriormente per ottenere dal Giudice il permesso di intervenire su proprietà privata al fine di realizzare le opere di messa in sicurezza, con diritto di rivalsa, nei confronti dei proprietari inadempienti”. Ad affermarlo in una nota è l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Potenza Picena Luisa Isidori.
L’Amministrazione Comunale e la Città – precisa l’assessore - sono rimaste vittime sia delle lungaggini burocratiche che, e soprattutto, della totale mancanza di interesse da parte della proprietà a voler risolvere la questione. L’importo per eseguire i lavori di messa in sicurezza dell’edificio che consentirebbero la riapertura di Vicolo Scipioni, è sempre stato in bilancio ma i tempi tecnico-burocratici non hanno consentito di poter eseguire i lavori da parte dell’Ente sostituendosi ai privati. A questa situazione si è aggiunta anche la messa in sicurezza del Pincio a causa della problematica legata al tetto della Chiesa di San Francesco, causata da eventi climatici eccezionali, dove non possiamo al momento intervenire direttamente essendo proprietà del Fondo Edifici di Culto. L’impegno è massimo per risolvere questa delicata questione all’interno del nostro centro storico. Consapevoli dei disagi che si sono creati ma vittime delle procedure lunghe e farraginose. Procedure che impediscono interventi diretti e rapidi da parte del Comune – conclude la Isidori - proprio perché non ne ha la proprietà. Tutte le procedure necessarie sono state messe in campo ma i tempi, purtroppo, sono dettati dalla legge”.
"L'attuale amministrazione ha sempre proclamato progetti faraonici, costosi per tutta la cittadinanza e irrealizzabili, dislocando la scuola fuori dal centro abitato senza un progetto specifico ed ha sempre osteggiato per "partito preso" le scelte già fatte dall'amministrazione Delpriori senza mai proporre qualcosa di concreto". Così il gruppo consiliare di minoranza "Per Matelica", guidato dall'ex sindaco Alessandro Delpriori, torna sulla questione legata alla nuova Scuola primaria “Mario Lodi”.
" A seguito degli sismici del 2016 - sottolineano i consiglieri di "Per Matelica" - si è subito cercata una soluzione plausibile e realizzabile che si è concretizzata con il concorso di idee per la nuova scuola, che nascerà in via Spontini con un finanziamento già approvato di 5 milioni e 400 mila euro".
"Malgrado l'amministrazione Baldini abbia provato in tutti i modi ad ostacolare il progetto già avviato, domani 22 agosto alle ore 10 si terrà la seduta pubblica in cui la Commissione Giudicatrice darà conto delle proposte progettuali presentate, che si terrà presso l’Ufficio Tecnico comunale, al piano primo, in Via Spontini, 4 a Matelica" prosegue il gruppo consiliare.
"Invitiamo tutti i cittadini a partecipare alla seduta per poter visionare i progetti in nome della trasparenza istituzionale che merita il tema, lo facciamo noi di “Per Matelica” visto il totale silenzio dell'amministrazione comunale attuale".
Sarà Giuseppe Fraticelli il nuovo commissario prefettizio al Comune di Ussita, in seguito alle dimissioni dell’ormai ex sindaco Vincenzo Marini Marini.
Fraticelli, nel 2018, ha avuto già un’esperienza come vice commissario al Comune di Montefano.
Una vicenda travagliata ,dunque, per il piccolo comune montano duramente colpito dal sisma del 2016, che si trova nel giro di pochi anni commissariato per la seconda volta. Già nel 2017, infatti, l’allora sindaco Marco Rinaldi aveva rassegnato le proprie dimissioni.
L’arrivo del commissario comporterà il decadimento del Consiglio comunale. Sul ritorno al voto ci sono diverse ipotesi in atto, come primavera o estate prossime, ma è ancora prematuro stabilire con certezza una data.
“Testa alta e petto in fuori. È così che la Lega e il centrodestra intendono affrontare la sfida lanciata da una (ancora ipotetica) coalizione formata da Pd, M5s e un indefinito numero di liste civiche in vista delle regionali 2020”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo regionale del Carroccio Sandro Zaffiri esprimendosi in merito alle varie alleanze che potrebbero formarsi, in vista delle prossime elezioni regionali previste per il 2020.
“Sgombriamo subito il campo da ogni possibile equivoco – dice Zaffiri – lo scenario che si sta delineando dall’altra parte della barricata non ci spaventa nemmeno un po’. Anzitutto, perché siamo certi (e lo siamo da tempo) della bontà della nostra proposta politica e dello spessore della classe dirigente che riusciremo ad esprimere e che saprà affrontare con capacità e determinazione, una volta al governo di questa Regione, le questioni che la Giunta Ceriscioli ha tramutato in problemi. In secondo luogo, perché crediamo lampante l’incompatibilità di fondo che esiste tra sensibilità così diverse e non ci convince (ma crediamo non possa far breccia neppure nei cuori dei marchigiani) l’idea di una coalizione “contro qualcuno”, anziché “a favore di qualcosa”…su che basi? Su quale programma?”
“Le piroette del M5S hanno dell’incredibile, una sorta di sceneggiata riso e lacrime delle migliori commedie napoletane – incalza Zaffiri – quattro anni di dura opposizione alla Giunta Ceriscioli, per scoprire all’improvviso che se togliamo l’involucro, il contenuto non è poi così male…e allora gli ospedali, come quello di Fabriano, si possono anche chiudere, il sistema imprese ha enormi prospettive di sviluppo, così come l’occupazione, gli episodi di corruzione sono cosucce irrilevanti, le popolazioni terremotate possono anche rimanere a vita in container e casette, gli scandali come quelli di Banca Marche non sono mai esistiti…”
“Pare ovvio – rileva Zaffiri – che il M5S sia attratto da qualcosa di ben diverso che continuare a battagliare contro l’inettitudine della Giunta Ceriscioli e questo qualcosa si chiama poltrone. Invitiamo i nostri vecchi alleati di opposizione a riflettere accuratamente su una scelta che ha molti tratti in comune con quella che fu dell’ex presidente Spacca e che si rivelò fallimentare perché non supportata da un progetto serio di governo di questa Regione”.
"Apprendiamo che il Sindaco Antonio Bravi ha effettuato le nomine dei posti spettanti all'Amministrazione comunale nei vari enti e società partecipate dalla Città. Non possiamo fare a meno di sorridere tenendo conto di diversi aspetti, ma procediamo con ordine." A intervenire sulla questione sono i rappresentanti di Fratelli d'Italia.
"Innanzitutto notiamo che ben tre nominati sono persone che hanno rifiutato il posto di Consigliere comunale, dando all'epoca motivazioni tra le più disparate. Sul profilo Facebook di uno di questi si legge chiaramente: “I miei impegni non mi lasciano il tempo necessario per prepararmi a dovere nel ruolo che avrei rivestito… c’è chi di politica ci vive e mangia e c’è chi cerca solo il bene della propria città”. Ora, avendo piazzato questi tre nominativi – tra l’altro tutti e tre candidati con la lista Vivere Recanati Fiordomo – in tre società diverse (Astea, DEA e Centro Marche Acqua) ci chiediamo se quelle dimissioni al tempo siano state rassegnate per “impegni inderogabili” o perché si era già certi di incarichi di rilievo come quelli che gli sono stati riservati - prosegue il gruppo di minoranza -. Senza contare che il Comitato di Vigilanza della DEA non ci sembra proprio una passeggiata di salute né meno gravoso dell’incarico di consigliere comunale.""Sempre sulle nomine Ircer, ci sorprende la nomina di Cristina Brunelli, candidata alle scorse elezioni comunali con il Movimento 5 Stelle. A un occhio disattento potrebbe sembrare un’apertura alle opposizioni, cosa che le avrebbe fatto ulteriormente onore. Invece per bocca di una delle voci forti del Movimento 5 Stelle cittadino, l’ex-consigliera comunale Susanna Ortolani, scopriamo tutt'altro scenario. “Mi è stato rinfacciato di non avere partecipato a una campagna elettorale a mio avviso piatta… che non mi è piaciuta affatto ma che evidentemente è piaciuta molto al sindaco Bravi che ha pensato bene di ringraziare l’attuale portavoce del Movimento 5 Stelle recanatese, Stefano Gurini, concedendogli un posto nel CdA dell’Ircer. E quest’ultimo ha deciso di cedere il posto a Cristina Brunelli. Siamo diventati i ‘rappresentanti di Bravi’? No, grazie. Veramente pensate che Bravi metterebbe dentro qualcuno che potrebbe anche solo minimamente rompergli le uova nel paniere?” scrive l'ex consigliera comunale sul suo profilo Facebook. Sembra quasi che Recanati, con questo novello asse Sinistra-M5S, rappresenti un vero laboratorio per i prossimi scenari nazionali. Il cambiamento continua, non c’è che dire" concludono i rappresentanti di Fratelli d'Italia.
Dopo alcuni gravi fatti di cronaca e il dichiarato pericolo di infiltrazioni criminali nel tessuto socioeconomico della Regione o nella ricostruzione post sisma, la capogruppo di Fratelli d'Italia presenta una iniziativa legislativa per il contrasto alla mafia.
“Sono partita dalla legge regionale numero 27 del 2017, di cui condivido lo spirito volto alla introduzione di una cultura seria della legalità – esordisce Elena Leonardi – e mi sono accorta che essa si occupa solo di prevenzione e di sostegno a vittime di usura e attività mafiose non prevedendo però alcun tipo di azione volta al contrasto. Occorre preoccuparsi ed agire "nel mentre", ho così inteso – prosegue Leonardi – modificare questa legge regionale per attualizzare e contestualizzare una situazione che negli ultimissimi anni anche nelle Marche sta purtroppo degenerando e necessita di un maggior impegno da parte di tutte le istituzioni, Regione Marche compresa, in maniera più concreta e fattiva".
La proposta di legge a firma Leonardi difatti agisce su più fronti, dando più operatività alla Consulta regionale per la legalità ed istituendo un Tavolo Tecnico che deve coordinarsi, gioco-forza con essa. La Consulta, con la modifica apportata dovrà predisporre un rapporto periodico con cadenza annuale sulla situazione del crimine organizzato e mafioso e sui fenomeni corruttivi nelle Marche, sulla base del monitoraggio dei fenomeni che concorrono o che favoriscono lo sviluppo sul territorio regionale e del monitoraggio di aree critiche del territorio regionale maggiormente esposte alle infiltrazioni mafiose e a fenomeni di criminalità mafiosa e corruzione. Il Tavolo Tecnico deve invece avere funzione di confronto fra esponenti della società marchigiana sui temi del fenomeno delle infiltrazioni mafiose e del contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa.
“Un'altra modifica che intendo apportare è una più stringente attività della Giunta Regionale, sulla costituzione in giudizio dell'Ente in procedimenti penali per reati legati alla presenza della criminalità organizzata e mafiosa sul territorio marchigiano, al fine della tutela dei diritti e gli interessi lesi della comunità regionale marchigiana. Difatti – continua Leonardi – la Regione dovrà valutare la costituzione in giudizio, in tutti quei procedimenti penali, relativi a fatti commessi nel territorio della regione, in cui, nella richiesta di rinvio a giudizio, siano contestate imputazioni per il delitto di associazione mafiosa e altre fattispecie legate agli 416 bis e 416 ter del Codice penale.
Dopo la presentazione e l'approvazione in Consiglio Regionale di varie mozioni sul contrasto alle mafie e alla richiesta al Governo di una sezione della DIA nelle Marche, la presente proposta di legge – conclude Elena Leonardi – deve diventare concretamente uno strumento operativo che si cala nella realtà produttiva e sociale marchigiana con funzioni di confronto tra vari esponenti rappresentati proprio di quelle realtà produttive che fanno gola alla criminalità prevedendo, tra gli altri, le associazioni di artigiani, commercianti, agricoltori, le camere di commercio, enti locali, associazioni impegnate in azioni a favore della legalità”.
“La vicenda Pasqualetti-Bommarito designa ancora una volta Macerata come simbolo della deriva politica e morale del PD, partito capace di sacrificare sull’altare delle poltrone e delle lobby persino l’onore e la dignità umani".
Il senatore Paolo Arrigoni, responsabile della Lega Marche e di quella maceratese, denuncia l’evolversi dell'affair mediatico in cui è incappato il PD cittadino e provinciale di fronte all’evidente passo falso del vice segretario cittadino Renato Pasqualetti.
“Viene in mente Celentano che canta ‘grazie, prego, scusi, tornerò’. Un tormentone doppiamente calzante perché evoca quegli anni ’60 in cui ha preso piede la politica di cui Macerata è ostaggio, fatta di cinismo di fondo e formalismo di facciata – spiega Arrigoni – L’invettiva di Pasqualetti contro Bommarito rappresenta un cortocircuito frutto del delirio di onnipotenza e del nervo scoperto di una classe dirigente allo stremo che non esita a colpire negli affetti più cari un cittadino perché critica l’amministrazione Carancini. Come spiegare altrimenti le scuse di circostanza espressione dei ras piddini e le bacchettate date con lo stuzzicadenti al denigratore Pasqualetti prima di riaccoglierlo a braccia aperte nel gotha del partito di Renzi? La verità è che il PD maceratese ha scelto la cinica volontà di autoconservazione riportandoci con la mente ad una stagione terribile della storia italiana in cui anche le efferatezze peggiori venivano giustificate come azioni di compagni che sbagliano”.
Un’accusa durissima a cui fa eco il consigliere comunale leghista Andrea Marchiori. “Pasqualetti agisce da grande vecchio del PD cercando di sollevare dal petto di una classe politica allo sfascio il macigno scagliato dalla tracotanza della fallimentare gestione Carancini – dice Marchiori – Ha sempre cercato di accreditare improbabili teorie screditando ogni voce critica, ma stavolta ha fatto male i suoi conti. Macerata è stufa di essere un feudo del PD che si muove da padrone in barba al pluralismo democratico delle idee.”
Tre azioni fondamentali sono le coordinate della delibera di indirizzo approvata dalla Giunta comunale nell'ultima seduta, nell'ambito del contenzioso tra Comune di Macerata e Nuova Via Trento, dopo la decisione del Collegio Arbitrale del 24 luglio.
Impugnazione del Lodo Arbitrale, avvio del procedimento amministrativo nei confronti della NVT al fine di attuare iniziative dirette alla regolarizzazione dell'edificio "Palazzina C", come pure indicato nella stessa decisione degli arbitri ed infine, espletato quest'ultimo iter, la ricognizione tecnico - giuridica dello stato di attuazione del Piano di Recupero del comparto di via Trento.
"Nel rigoroso rispetto dei principi di legalità e trasparenza - dichiara il sindaco di Macerata Romano Carancini - la delibera assunta è il segno della volontà dell'Amministrazione di collaborare alla soluzione amministrativa del contenzioso con NVT nell'interesse prioritario della città e di conseguenza anche del privato attuatore del Piano di Recupero. Mettiamo a disposizione della NVT, in coerenza con i motivi del lodo, la legittima opportunità di regolarizzare la Palazzina C di via Trento cosi da renderla immediatamente commerciabile e, allo stesso tempo, far venir meno la condanna del Comune di Macerata al pagamento della somma di 2.184.633,90 euro. E subito dopo, la verifica dello stato di attuazione di quella riqualificazione urbana che ad oggi poco ha restituito alla città in termini di beneficio pubblico".
Ora l'attuazione degli indirizzi, in stretto coordinamento con l'amministrazione comunale, spetta alla responsabilità del servizio ufficio Tecnico del Comune di Macerata che avrà il compito di definizione della vicenda.
Simone Simonacci, capogruppo di minoranza di "Iustissima Civitas", solleva la questione relativa alla concessione del Palazzetto dello Sport PalaBaldinelli. Il consigliere, difatti, si domanda per quale ragione l'impianto debba tornare in possesso del Comune di Osimo dopo che il Comune di Recanati ne stia difatto "pagando il mutuo".
Simonacci ripercorre le fasi di realizzazione del Palabaldinelli, costato circa 5 milioni di euro: "All'epoca si mosse la Geosport Srl, partecipata dalla Omac Srl (società che ha materialmente costruito il Palazzetto) per il 20%, per il 33% da Auxmedia (società partecipata al 100% dal Comune di Osimo) e per il 47% da Astea. Chiunque potrebbe pensare che la quota di Recanati sia relativa esclusivamente a una parte di quel 47%, corrispondente alla sua quota di capitale in Astea. Sbagliato: infatti nel 2007 la Auxmedia venne chiusa a causa di una perdita consistente e la Omac Srl si è ritirata per cui Geosport ad oggi è partecipata al 100% da Astea, con Recanati coinvolta pesantemente. Infatti, le perdite di Geosport si attestano in media tra i 200 e i 250.000€ annui, con un picco nel 2018 di quasi 500.000€, ripianati anche dai recanatesi attraverso le bollette".
"Oltre al danno, la molteplice beffa" prosegue Simonacci "Per Osimo infatti la Robur Basket, dopo anni di peripezie, non è riuscita ad ottenere l'affiliazione ai campionati nazionali; per Recanati prima si è vissuta l'onta di dover andare a giocare - a pagamento per la società - le partite di Serie A2 ad Ancona, non essendo regolamentare il PalaCingolani, oggi ci troviamo a dover mandare la nostra squadra di Basket a Osimo pagando oltretutto l'affitto per gli allenamenti e le partite, quando invece Recanati avrebbe titolo e diritto di reclamare in qualche modo la "proprietà" dell'immobile".
"Le domande che mi faccio sono due - conclude Simonacci -: perché il Comune di Recanati non ha minimamente alzato un dito per far disputare ad Osimo la stagione 2016-2017 del campionato di A2, invece di andare ad Ancona, Comune che si è dimostrato poi particolarmente "attento" in campagna elettorale tanto che il Sindaco del capoluogo è giunto fin qui per tirare la volata all'amministrazione uscente?; perché il Comune di Recanati, ultimamente così ligio all'austerity, non ha pensato di chiedere di usufruire del PalaBaldinelli per questa stagione sportiva senza pagare canoni di affitto?".
LA REPLICA DELL'AMMINISTRAZIONE - Attraverso una nota stampa, la Giunta del Comune di Recanati ha replicato ai dubbi della minoranza, sottolineando come l'accordo tra le parti firmato da una precedente Amministrazione prevedesse - al termine del periodo di concessione - il ritorno in possesso dell'impianto al Comune di Osimo: "La società Geosport, detenuta al 100% da Astea SPA, è concessionaria del Palazzetto dello Sport PalaBaldinelli e ne gestisce anche le attività. Rileviamo che quest'accordo non è stato fatto dalla nostra Amministrazione e nasce nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2008 per accordi raggiunti tra amministratori e soci di Astea. La concessione in atto scade nel primo semestre del 2021. Già da ora la società ASTEA su indicazione dei soci pubblici si sta attivando affinché al termine della concessione la società venga sciolta e il PalaBaldinelli rientri nel pieno possesso del Comune di Osimo, come da contratto".
"Siamo sensibili e vicini alle squadre sportive della nostra città. Per questo nei giorni scorsi c'è stato un incontro tra la dirigenza della A.D. Pallacanestro Recanati e la società Geosport in cui è stata concessa la disponibilità del Palazzetto per le partite di campionato e per gli allenamenti in modo da aiutare la società a risolvere il contingente problema del PalaCingolani, non utilizzabile fino alla fine dell’anno, in quanto sono in corso i lavori di ampliamento delle gradinate. La tariffa, fissata con regolamento dal Comune di Osimo, è in assoluto la più bassa della Provincia e quindi favorevole rispetto a quelle delle altre strutture sportive. Tariffa che si applica a tutte le società che vogliono usufruire del PalaBaldinelli".
"Per Salvini gli interessi di partito vengono prima di quelli del Paese: scappa dal fallimento prima che a cambiare siano i sondaggi. In realtà fugge dalle responsabilità della prossima legge di bilancio, perché in poco più di un anno Lega e M5S hanno messo in ginocchio l’Italia”. Sono le parole del segretario regionale Pd, Giovanni Gostoli, sulla crisi che si è aperta in queste ore del governo “gialloverde”.
“È stato il governo dello zero: crescita zero, zero investimenti, mandato zero e anche zero interesse e zero provvedimenti concreti per le Marche colpite dal terremoto” ha aggiunto Gostoli richiamando le parole del Presidente di Regione, Luca Ceriscioli.
“È irresponsabile aprire una crisi, a ridosso del ferragosto, senza prima mettere in sicurezza la legge di stabilità - continua il segretario dem - “L’aumento dell’Iva al 25% sarebbe devastante per l’economia marchigiana. In media 541 euro in più a famiglia secondo il Sole24Ore. In autunno avremo un conto salatissimo. A rimetterci saranno sempre i più deboli. A pagare l’instabilità e la poca credibilità di chi governa saranno sempre le imprese, i lavoratori e le famiglie. Per fortuna questa lunga notte sta per finire. Occorre voltare pagina per amore dell’Italia e delle Marche”.
“Nel Pd nazionale serve anzitutto calma e gesso. È un momento storico per il Paese. C’è in gioco non il destino di qualche parlamentare, ma qualcosa di più importante: il futuro dell’Italia. La prima cosa che vuole il nostro popolo è l’unità. Nei confronti dei cittadini abbiamo il dovere della concretezza. Solo con unità e concretezza, senza alchimie politiche, possiamo prendiamoci cura del futuro dell’Italia e delle Marche, afferma il segretario regionale Pd Gostoli.
E conclude: “Per discutere ci sono tempi, modi e luoghi. Basta tifoserie, serve un partito meno ostile e con più stile. Nei prossimi giorni si aprirà la crisi in parlamento. Spero si voti prima la sfiducia al Ministro dell’Interno, proposta dal Pd, perché Salvini è il principale responsabile del disastro di questo governo. Solo dopo discuteremo la strada da intraprendere nell’interesse del Paese ascoltando le parole del Presidente della Repubblica Mattarella. Invito tutti alla responsabilità perché questa crisi di governo e come usciremo da questa situazione condizionerà anche il cammino in vista delle prossime elezioni regionali”.
In data odierna il Presidente del Consiglio comunale di Macerata Luciano Pantanetti ha dato comunicazione delle dimissioni dei Consigliere Comunali del gruppo delle file della maggioranza "A sinistra per Macerata - Macerata Bene Comune" Enzo Valentini, capogruppo della lista, e Gabriella Ciarlantini.
"[...] in data odierna hanno presentato personalmente all’ufficio della Segreteria del Consiglio comunale le proprie dimissioni i Consiglieri comunali Enzo Valentini e Gabriella Ciarlantini, indirizzate al sottoscritto quale Presidente del Consiglio comunale, ai sensi dell’articolo 54, comma 1, del Regolamento del Consiglio comunale, e che le stesse sono state immediatamente assunte ai seguenti numeri di protocollo dell’ente, nell’ordine temporale di presentazione, ai sensi dell’art. 38, comma 8, del D.Lgs. 267/2000" la comunicazione del Presidente Pantanetti.
Si attendono ora gli sviluppi sui due nuovi consiglieri che prenderanno il posto di Valentini e Ciarlantini.
“Un anno di impegni disattesi a partire dall’assegnazione di ulteriore personale a lavoro sulla ricostruzione. La crisi di governo poco cambierà per la ricostruzione post-sisma”.
Sono decisi i toni di Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci Regionali. “Le promesse fatte dal governo e dal Commissario sono state puntualmente disattese e, riguardo alla ricostruzione post sisma, la crisi di governo almeno eviterà a qualcuno di continuare a prendere in giro i cittadini e gli amministratori del centro Italia.
“L’Anci si è battuta per mantenere il tema della ricostruzione in cima all’agenda politica ricevendo vane promesse” – spiega Mangialardi. “Attendevamo l’assegnazione di ulteriori 120 unità di personale da aggiungersi ai professionisti già a lavoro e che vantano crediti significativi considerando che i lavoratori vengono liquidati solo a consuntivo e senza alcun tipo di anticipazione ma la centralizzazione imposta dal Governo ha prodotto un immobilismo inaccettabile”. “Ci era stata assicurata un’accelerazione nella ricostruzione e invece, a tre anni dal sisma, continuiamo a raccogliere un innumerevole quantitativo di appelli di amministratori e cittadini ma troviamo solo interlocutori sordi e ciechi ai nostri appelli e alle nostre soluzioni” – insiste Mangialardi in costante contatto con i colleghi delle altre Anci regionali.
“Chissà che la crisi di governo non porti ad un esecutivo in tempi brevi che finalmente si faccia carico del problema e rispetti gli impegni. Andare aventi così significa attendere decenni per la ricostruzione e il Centro Italia ha già pagato un prezzo fin troppo alto” – ha concluso Mangialardi -.
“Il 5 agosto sotto gli occhi di consiglieri di minoranza, dipendenti comunali e cittadini si è registrato l’ennesimo atto di tracotanza da parte di una maggioranza che, pervicacemente, diserta le regole stabilite dalla legge e dalla correttezza. Tutti fuori dell’aula del consiglio comunale in attesa che il sindaco sospeso Capponi terminasse una riunione sui consorzi stradali delegato dal facente funzioni Buschittari. Pur laureato in legge, evidentemente Buschittari della legge se ne infischia consentendo al suo mentore Capponi di essere sindaco di fatto in barba alla sospensione per la Legge Severino”. Non usa giri di parole Vittorio Sampaolo, capogruppo di Prima Treia, sul commentare quanto avvenuto nell'ultima seduta del consiglio comunale della città.
Durissima la denuncia di Prima Treia i cui consiglieri sono "indignati davanti alla sfrontatezza di una giunta che arriva ad agire palesemente fuori legge nonostante sia oggetto di ricorso al TAR per illegittimità. Se ne discuterà in udienza il prossimo 2 ottobre: in un analogo ricorso, proprio nei giorni scorsi, il TAR Lombardia ha riconosciuto fondate le eccezioni dell’opposizione."
“In tanti abbiamo constatato di persona la morte di Treia come Comune. È una signoria in cui il sospeso Capponi, che non solo non può fare il sindaco, ma non può assumere alcun incarico pubblico perché condannato in primo grado per peculato, viene addirittura delegato ufficialmente a rappresentare il sindaco. È lo stesso facente funzioni Buschittari a confermarlo consegnando agli atti un perentorio ‘l’ho delegato io’ che non gli fa onore – spiega il capogruppo di Prima Treia –. Si amministra palesemente contro la legge ed i treiesi dovrebbero continuare a tenersi una giunta che è priva non solo dei crismi istituzionali, ma di correttezza e del minimo senso del pudore?”
Prima Treia continua stigmatizzando "il tentativo puerile e scorretto di far incorrere la minoranza in una assenza ingiustificata convocando un consiglio comunale farsa a soli 12 giorni di distanza dal precedente e in pieno periodo di ferie. Un’intenzione dimostrata da un ordine del giorno con argomenti non certo urgenti come il benessere degli animali domestici, alberi per ogni nuovo nato, eliminazione della plastica usa e getta. Una strumentalizzazione bella e buona del consiglio comunale: i Capponi boys sono dovuti ricorrere persino ad una mozione sulla doppia preferenza di genere in vista delle elezioni regionali per rimpinguare gli argomenti in discussione – continua Sampaolo –. Nonostante fosse palese la provocazione, abbiamo partecipato e consegnato nuovamente la dichiarazione di illegittimità della giunta in attesa che la giustizia amministrativa e quella civile e penale facciano il loro corso”.
Oltre al ricorso al Tar, infatti, sono stati presentati in Procura due esposti e il terzo seguirà a brevissimo con le testimonianze sui fatti del consiglio.
“Come i treiesi siamo amareggiati per una condotta che ci offende da cittadini e sta portando Treia a vivere un medioevo istituzionale. Capponi e i suoi vassalli possono continuare la farsa convocandoci anche tutti i giorni, ma non ci faranno desistere dalla lotta per affrancare i treiesi da questo servaggio”.
Il gruppo di minoranza comunale “Il Futuro per Caldarola”, in una nota, espone le proprie perplessità riguardo la delibera emanata dalla Giunta il 6 agosto scorso, relativa all’attività di controllo del C.A.S da effettuare in maniera generale.
«A seguito della delibera di giunta, affermano in una nota, ci teniamo a specificare che tale obbligo era già dovuto dal 09 settembre 2016, secondo quanto stabilito dalla Circolare del Capo Dipartimento avente titolo “indicazioni operative e attuative sul Contributo per l’autonoma sistemazione”, il cui testo riporta: “ i sindaci sono tenuti a controllare, anche a campione, la veridicità delle autocertificazioni rese e ad erogare i contributi, salva la ripetizione di quanto pagato, all’esito degli accertamenti di competenza, da reiterare con cadenza periodica, per verificare la permanenza in capo ai percipienti dei requisiti per la corresponsione del contributo in parola” ».
«Il controllo effettuato su tutte le richieste, oppure eseguito a campione, sarebbe stato auspicabile sin dall’inizio, al fine di individuare i “mai caldarolesi” ovvero la storica problematica delle false residenze.
Un ulteriore accertamento importante sarebbe stato anche quello relativo alla verifica dei reali vitti ed alloggi fruiti nelle strutture ricettive convenzionate per l’accoglienza e pagati dagli enti» – concludono gli esponenti del gruppo comunale- .
“Voglio rassicurare tutti i cittadini e la popolazione dei territori di riferimento, sulla piena funzionalità del PPI (Punto di Primo Intervento) dell’Ospedale di Tolentino. Infatti il pronto soccorso eroga tutti i servizi previsti h24 con la presenza di medici e infermieri”. A tornare sul tema è il primo cittadino di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, anche in seguito alle dichiarazioni dell'associazione “Città in Comune” (Leggi qui).
“Nel corso della giornata di venerdì 9 agosto ho avuto diversi colloqui con il Direttore dell’Asur Area Vasta n. 3 Alessandro Maccioni – prosegue il sindaco in una nota - per risolvere quella che era evidentemente una mancanza venutasi a creare a seguito, probabilmente, di una semplice dimenticanza. Infatti nella nuova app, facilmente scaricabile sul proprio smartphone, messa a disposizione dei cittadini per informare sui servizi, anche con l’intento di ridurre le file di attesa, non figurava il PPI di Tolentino”.
“Immediatamente, insieme al direttore Maccioni, che ringrazio per la consueta collaborazione, ci siamo attivati per risolvere il problema che, nel giro di poche ore è stato risolto, inserendo all’interno dello sportello informatico anche il pronto soccorso tolentinate.
Come abbiamo ampiamente dimostrato, su temi come sanità, lavoro, servizi sociali e terremoto, solo per citarne alcuni, tutti ritenuti da questa Amministrazione di vitale importanza, non abbassiamo mai la guardia, anzi al contrario, lavoriamo quotidianamente per dare risposte certe ai cittadini.
Ringraziamo anche chi, insieme a noi si è accorto di questa questione ma invitiamo a non confondere il virtuale con il reale… nessun “giallo”. Seppur assente nella app, il Punto di Primo Intervento era e continuerà ad essere operativo 24 ore su 24, a servizio della Comunità. Grazie alle nostre “battaglie” siamo riusciti, di concerto con la Direzione dell’Asur, a mantenere funzionante il pronto soccorso e altri servizi, assicurando a Tolentino e a tutti i Comuni limitrofi, la ricostruzione dello stabile dell’ospedale e quindi il mantenimento di una serie di prestazioni sanitarie molto importanti. Basti ricordare che in questo periodo, anche con la collaborazione di Assm, abbiamo messo a disposizione dell’Asur diversi locali che, essendo venuti a mancare gli spazi dell’ospedale danneggiato dal sisma, sono stati molto utili per l’erogazione di vari servizi sanitari”.
“Quindi attenzione continua e soprattutto interazione costruttiva con Regione Marche e vertici Asur -conclude Pezzanesi - per la difesa e il mantenimento di tutti quei presidi, a partire dal pronto soccorso, indispensabili per la sanità”.
"Il voto espresso dall’assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale Aato3 è un voto di tutto il territorio delle tre Unioni montane. Ci congratuliamo, pertanto, con il neo eletto presidente, Stefano Montemarano, ma cogliamo anche l’occasione per ringraziare per la disponibilità data il nuovo vice presidente, Paolo Stella, assessore al Comune di Fiuminata. E’ passato il concetto di alternanza alla guida dell’Ambito ma anche, e soprattutto, il senso di responsabilità che dimostra la compattezza di una montagna che, unita, vuole superare inutili divisioni e distinguo”.
Così il presidente dell’Unione Montana Potenza Esino Musone di San Severino Marche, Matteo Cicconi, dopo il rinnovo dei vertici dell’ente che gestisce le risorse idriche anche per la provincia di Macerata. “Voto che ha sollevato polemiche politiche sterili e prive di significato vero - aggiunge Cicconi, che spiega - La convergenza dei voti sulla figura di un vice presidente come Paolo Stella, sollecitata da una mia mozione, alla fine ha messo d’accordo la maggioranza. Adesso dobbiamo solo lavorare per arrivare al gestore unico della risorsa idrica nel più breve tempo possibile".
“Nell’ambito degli interventi programmati dall’Amministrazione comunale finalizzati al ripristino delle pavimentazioni stradali in stato di degrado in Città, la Giunta comunale nella seduta del 6 agosto ha approvato una serie d’interventi atti a ristabilire maggiori condizioni di sicurezza delle strade e un miglioramento complessivo del decoro urbano”. Così Ermanno Carassai, Assessore ai Lavori Pubblici di Civitanova Marche.
“In particolare è stato approvato un elaborato progettuale che prevede l’asfaltatura della sede stradale dall’incrocio con Via Ugo Betti e una porzione di Via Pirelli (Zona industriale A, Santa Maria Apparente). Allo stato attuale la sede stradale presenta uno stato di degrado del piano viario determinato dal deterioramento del conglomerato bituminoso realizzato molto tempo fa, anche a causa dell’elevato transito di mezzi sia leggeri che pesanti. Si è prevista, pertanto, per la riqualificazione, la fresatura del manto stradale per una superficie di circa 5.500 metri quadrati, l’asportazione del sottofondo nelle zone che presentano avvallamenti, la messa in quota dei chiusini, il recupero puntuale e la risagomatura della sezione stradale, la realizzazione del tappetino e il ripristino della segnaletica orizzontale e verticale”.
“Il progetto – ha concluso Carassai - è stato redatto dall’Ufficio Tecnico comunale per un importo complessivo di euro 150Mila e la procedura relativa alla gara di appalto inizierà nel mese di settembre”.
“Piovono critiche a non finire sulla giunta regionale marchigiana? Basta dire Governo ladro e passa la paura! Incapace di giustificarsi altrimenti il presidente Ceriscioli ricorre ai giochetti grafici con l’unico numero che gli è congegnale: zero. Fossi in lui metterei da parte il falso vittimismo per adottare l’unico atteggiamento che ignora: la vergogna”.
Così il senatore Paolo Arrigoni, responsabile della Lega Marche, risponde alle critiche mosse al Governo dal presidente delle Marche che ha parlato di zero risultati e zero risposte nella ricostruzione.
“A pochi mesi dalla scadenza di mandato e alle prese con la fronda interna al PD marchigiano, Ceriscioli, senza una che sia una carta buona, invece di prepararsi a passare dignitosamente la mano rilancia cambiando quattro carte con altrettante insulse slides – spiega Arrigoni – Prima che vengano divulgati i dati reali ed impietosi sulla ricostruzione nelle Marche, decide che la formula giusta per sottrarsi alla progressiva frana di consensi anche nelle aree terremotate sia quella di mettere nero su bianco la cantilena “signori non c’ero, se c’ero dormivo. Non attribuitemi un fallimento evidente a cui mi ha costretto un governo brutto e cattivo”. Uno scaricabarile infantile e indegno di un amministratore pubblico, il frutto di una pessima gestione del terremoto fatta di inerzia, di ritardi e priva di una visione strategica che rilanciasse i territori colpiti da un punto di vista economico”.
Arrigoni aggiunge che Ceriscioli non solo non ammette l’evidenza di un Governo che ha adottato tempestivametne una quantità di provvedimenti straordinari per recuperare il tempo perduto dietro all’impianto normativo messo in piedi dal PD, ma non ha nemmeno il buon gusto di rispettare un conterraneo come l’attuale commissario alla ricostruzione.
“Ceriscioli è affetto da mutismo selettivo – ironizza il senatore leghista - Durante i governi Renzi e Gentiloni il presidente marchigiano si è distinto per un assordante mutismo accettando di buon grado, per logiche tutte interne al PD, di sedere nella sala dei bottoni come vassallo di due commissari emiliani. Ora che ce n’è uno marchigiano recupera la parola per lanciare accuse false nei confronti di un Governo che si è ritrovato a dover correggere pure nelle virgole errori, inefficienze e inadempienze di una giunta regionale in ritardo su tutto. Perché non ci spiega invece come è potuto succedere il pasticciaccio delle SAE (a partire dalla fornitura per arrivare emersi poche settimane dopo la loro realizzazione), perché ci sono ritardi biblici nella rimozione delle macerie, come mai il settore agricolo lamenta stalle volate alla prima folata di vento montano ed il mancato sostegno economico e logistico durante l'emergenza? Si sono persino dimenticati di inserire una fattoria lesionata di loro proprietà tra gli interventi da effettuare lasciando per anni due povere donne in un container per poter star vicino ai loro 200 capi di bestiame”.
Arrigoni non manca di sottolineare che, a dar man forte al presidente, ci si è messo pure il suo direttore dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Cesare Spuri dichiarando che ci vorranno 20 anni per ricostruire in primis perché manca il personale.
“Dicano piuttosto che sono andati in affanno per una gestione tutt’altro che sistematica del processo nonostante sia stato presentato solo il 10% circa delle pratiche attese – conclude Arrigoni – Se queste seguissero il corso ‘tecnico’ anziché quello ad personam o pro sindaco amico la musica sarebbe diversa e i marchigiani lo sanno. Per questo non vedono l’ora di mandare tutti a casa”