"La delusione è grande perché grande è stato l’impegno per risollevare una situazione difficile”. Sono le parole del segretario regionale Giovanni Gostoli, alla guida del Pd da soli 20 mesi, all’indomani dell’esito elettorale, che seppur nella sconfitta ha confermato il Partito democratico primo partito delle Marche.“Sapevamo che la strada sarebbe stata in salita - continua Gostoli - Partivamo da meno 22 punti delle elezioni europee, un vento contrario nell’opinione pubblica sul lavoro svolto in questi anni in Regione e l’occasione mancata dell’accordo con il M5S. Ci siamo impegnati per dare il massimo, unire il Pd per unire il centrosinistra, ascoltare i bisogni e speranze, anche le critiche, per aprire una fase nuova, a cominciare dai programmi e dalle cose concrete da fare per le Marche. Abbiamo giocato una partita che sembrava impossibile fino a qualche tempo prima, ma non è stato sufficiente: siamo stati travolti da una voglia di cambiamento che viene da lontano. In politica le battaglie si possono vincere o perdere, ma sono orgoglioso che il Partito democratico l’abbia combattuta fino in fondo, senza mai arrendersi”, dice Gostoli.“Desidero fare gli auguri di buon lavoro al neo Presidente Francesco Acquaroli - aggiunge Gostoli - Il Pd farà un’opposizione non ideologica, ma propositiva, costruttiva e concreta per le Marche. Vigileremo affinché non vengano perse le grandi opportunità offerte dal Recovery Fund e dall’Europa”. “È una sconfitta che impone di aprire una riflessione profonda. Ogni valutazione la faremo dopo gli eventuali ballottaggi delle città, ora il Pd deve essere impegnato con responsabilità a dare una mano nella vittoria di città importanti per le Marche - aggiunge Gostoli - Successivamente ognuno farà le proprie riflessioni a cominciare da me, valutazioni politiche ma anche personali. Nel frattempo desidero ringraziare chi in questi 20 mesi alla segreteria regionale ha condiviso con me una responsabilità enorme e si è impegnato in questa tornata elettorale. Grazie di cuore per l’impegno, la passione e l’umanità ai tanti volontari, donne e uomini, dei circoli del Partito democratico. Alla squadra delle candidate e dei candidati che ha combattuto con tenacia e a testa alta. A tutti coloro i quali anziché puntare il dito hanno dato una mano. A chi, nonostante tutto, non si è mai arreso e ha combattuto a viso aperto. Un ringraziamento speciale a tutti gli alleati, alle forze politiche e civiche con le quali abbiamo condiviso questa strada cercando sempre di costruire l’unità. Un grazie speciale a Maurizio Mangialardi che ha lottato come un leone per le Marche e non per altro, per l’entusiasmo che è riuscito a trasmettere a ciascuno di noi”, sostiene Gostoli.“C’è chi sostiene che il nuovo corso del Pd Marche abbia avuto poco tempo per esprimersi al meglio e che forse sarebbe dovuto iniziare prima - conclude Gostoli - Mi è stato insegnato a fare politica al servizio della comunità, senza dare colpe ad altri e assumendomi tutte le responsabilità: è per questa ragione che oltre ai ringraziamento desidero chiedere scusa perché non sono riuscito a portare il Pd alla vittoria, ma credetemi ho provato e abbiamo provato a fare tutto il possibile. Da questa esperienza ho imparato che il problema più grande del centrosinistra è che talvolta perdiamo più tempo a combattere tra di noi che ad ascoltare e costruire un dialogo con le persone”.
3370 preferenze incoronano Elena Leonardi come regina di Fratelli d’Italia e la proietta di fatto verso la Regione, nel gruppo dei quattro candidati maceratesi che comporranno la nuova maggioranza.
"E’ una giornata storica per le Marche – ha esordito la Leonardi dopo ver appreso i risultati delle urne – abbiamo ottenuto un risultato importante che certifica la voglia di cambiamento dei marchigiani che hanno risposto la loro fiducia non solo in Francesco Acquaroli ma in tutto il progetto del centrodestra. Credo che questa fiducia l’abbiamo conquistata grazie alla serietà con cui abbiamo approcciato a questa campagna elettorale ma che ora dobbiamo confermare con il nostro lavoro”.
Numeri importanti per tutto il centrodestra, ma anche per la stessa Elena Leonardi: “Ovvio che sono soddisfatta del mio risultato – ha spiegato –ringrazio di cuore tutti quelli che hanno creduto in me perché hanno reso possibile questo risultato”.
Sguardo ora proiettato al futuro con lo sviluppo dei temi del programma elettorale elencati durante la campagna: “Sarà importate il rilancio generale della nostra Regione – ha dichiarato Leonardi – ci sono tante cose che non vanno e tutte meritano la medesima attenzione. Dobbiamo rivalutare l’intero territorio a livello turistico e tramite tutto ciò che è rimasto indietro riguardo al tema ricostruzione – ed ha chiosato – per questo è necessaria una forte voce a livello nazionale e poi dobbiamo assolutamente essere capaci di invertire la rotta in merito al tema sanità dove la sinistra in questi anni ha tolto molti in tanti territori”.
"Per me è un'emozione pazzesca, ma aspettiamo sino all'ultimo". È un Sandro Parcaroli felice, ma attendista, quello che rilascia le prime dichiarazioni in piazza Cesare Battisti, a Macerata. Le prime proiezioni lo danno in netto vantaggio sullo sfidante Narciso Ricotta, che sembra aver alzato bandiera bianca abbandonando la sua sede elettorale in corso Cairoli.
A circondarlo sono gli amici, la famiglia e gli alleati di coalizione Riccardo Sacchi (felice anche per il risultato ottenuto da Gianluca Pasqui alle Regionali) e Maurizio Mosca.
In un angolo della piazza si segnala la folta presenza delle "quote rosa" appartenenti sia alla lista personale del candidato sindaco che a quelle della coalizione del centrodestra, in fibrillazione per il cambiamento politico a cui Macerata sembra avviata.
"Ho notato nella mia campagna tante persone che dicevano 'speriamo' - sottolinea Parcaroli -, dai giovani alle persone più anziane. Mi hanno dato forza".
A suggellare il trionfo arriva anche il candidato del Movimento 5 Stelle Roberto Cherubini, che stringe la mano al suo avversario concedendo l'onore delle armi.
E’ andato tutto secondo copione nella Regione Marche, per lo meno secondo quello scritto negli ultimi mesi dalla coalizione del centrodestra che, con il punteros Francesco Acquaroli, è riuscita letteralmente a far cambiar colore a tutto il territorio marchigiano dopo 25 anni.
Una sconfitta senza appello quella invece maturata dal centro sinistra come si evince anche dalle parole pronunciate a fine corsa da Maurizio Mangialardi che ha provato a spiegarne la genesi: “Alcuni temi, quali sanità, terremoto, crisi economica e il rilancio che ci sarebbe stato con i fondi provenienti dell'Europa andavano spiegati bene”. Il premio di consolazione arriva dal 25,10% ottenuto dal PD che si aggiudica la medaglia di latta di partito più votato delle Marche. Una buffa sliding doors ,se si pensa che la coalizione in cui era inserito aveva una “X” come logo all’interno di una cornice arancione; senza poi contare il ruolo quasi nullo di Italia Viva, uscito da questa tornata elettorale con un inconsistente 3,17%. Quasi una lista “civetta” se si pensa alla intenzioni pre elezioni degli uomini partito guidato da Matteo Renzi.
Ieri sera a fare la sua entrata trionfale a Palazzo Raffello è stato quindi Acquaroli, forte dei 360.853 voti conseguiti; un dato che tradotto starebbe a significare: un nuovo consiglio che avrà 19 eletti nel centrodestra e solo 11 nel centrosinistra, visto che la coalizione ha superato il 43% (49,13% totale).
Decisiva la Lega con il 22,38% (miglior risultato a livello nazionale) che però non conferma l’oltre 37% ottenuto appena un anno fa in occasione delle elezioni europee del 2019. Numeri alla mano al Carroccio marchigiano forse poteva andare un “po’ meglio” ma chi invece fa festa grande è senza dubbio Fratelli d’Italia.
Il duo Giorgia Meloni – Francesco Acquaroli assesta un colpo che vale 18,56%; un exploit esaltante che certifica la crescita del gruppo in ogni parte della regione e che fa da contraltare al risultato della Lega.
Crollo verticale per il Movimento 5 Stelle del candidato governatore Gian Mario Mercorelli che si aggiudica la terza piazza del podio con l'8,62%. Una percentuale che registra la perpetua emorrargia per i pentastellati, che erano statoiil primo partito alle politiche del 2018: passato al 18,43% alle europee (141.239 voti) e con una coseguente perdita anche rispetto a 6 anni fa: quando aveva avuto 194.927 voti, pari al 24,51%.
Matteo Santinelli è ufficialmente il nuovo sindaco di Petriolo. Il risultato dello spoglio conclusosi alle 11:50 ha decretato la sua vittoria con il 57,63% delle preferenze (714 voti, 7 seggi).
Beffato il sindaco uscente Domenico Luciani, che correva con la lista civica "Petriolo Domani", fermo al 42,37% delle preferenze (525 voti, 3 seggi).
Con 169 voti, corrispondenti al 64,26% delle preferenze, è Silvia Bernardini il nuovo sindaco di Ussita. È il risultato dello spoglio conclusasi alle 11. Battuti nettamente gli altri due candidati Monica Pierdomenico (49, 18,63% 2 seggi) e Guido Rossi (45 voti, pari al 17,11% 1 seggio).
Bernardini succede a un anno di commissariamento del Comune con Giuseppe Fraticelli.
(servizio in aggiornamento)
Sandro Parcaroli, candidato della coalizione di centrodestra, è stato eletto al primo turno sindaco di Macerata con 12.113 voti (52,78%) contro i 7.489 dell’avversario Narciso Ricotta, centrosinistra (32,63 %).
Parcaroli è il 42^ sindaco di Macerata, il secondo, dal dopoguerra, a capo di una coalizione di centrodestra dopo Anna Menghi che governò la città dal 1997 al 1999.
Parcaroli, 64 anni, imprenditore, sposato con Emanuela e padre di due figli, è stato eletto con l’appoggio di 7 liste: Sandro Parcaroli sindaco, UDC, Nuovo CDU Cristiani Democratici Uniti, Lega Salvini, Civici per il popolo della famiglia, Forza Italia Berlusconi per Parcaroli e Fratelli d’Italia.
Questi i risultati degli altri candidati in lizza: Roberto Cherubini 2,167 (9,44%) appoggiato dalle liste MaceratAmica, Macerata per l’Ambiente, Movimento 5 stelle, Alberto Cicarè 1.020 (4,44%) liste Potere al Popolo, Strada Comune e Gabriele Micarelli 159 (0,69%) lista Macerata Lavora.
Alle comunali hanno votato 23.616 maceratesi, il 63,35% dell’elettorato. Il nuovo sindaco entrerà nelle sue funzioni immediatamente dopo la sua proclamazione da parte dell’ufficio elettorale centrale, prevista nei prossimi giorni. Entro dieci giorni dovrà poi convocare la prima seduta del Consiglio comunale, da tenersi in uno dei successivi dieci giorni. (lb)
È Filippo Saltamartini il candidato consigliere più votato in provincia di Macerata. Il vicesindaco di Cingoli, che ha corso sotto il simbolo della Lega, ha ottenuto ben 3.817 preferenze di cui 1.854 nel suo comune dove ha portato il partito di Salvini al 52,58%. Secondo posto per Elena Leonardi, confermata in Consiglio regionale con Fratelli d'Italia grazie alle sue 3.737 preferenze raccolte in gran parte nei paesi che si affacciano sulla costa.
Sul gradino più basso del podio troviamo un altro esponente della Lega (che in provincia è stato il primo partito con una percentuale pari al 25,56%) come Renzo Marinelli, sindaco di Castelraimondo (3.710 voti).
Nel "Carroccio" ottimo risultato pure per Anna Menghi, premiata con 2.507 preferenze. Da segnalare anche i 2.224 voti ottenuti dall'assessore civitanovese Pierpaolo Borroni.
Nella coalizione di centro-destra il partito che esce peggio dalla tornata elettorale è Forza Italia, sebbene in provincia limiti i danni rispetto al dato regionale (7.33% contro il 5,89%). Flop clamoroso quello di Fabrizio Ciarapica che, dopo aver corso sino all'ultimo con Francesco Acquaroli per essere il candidato unitario del centro-destra alle Regionali, ha ottenuto soltanto 1.773 voti, dietro all'ex sindaco di Camerino Gianluca Pasqui che ha sfondato quota 2000 preferenze (2.203) e ambisce con concretezza ad un posto in Consiglio regionale.
Nell'Udc Luca Marconi arriva ad ottenere 1.185 preferenze.
Buon risultato anche per il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi che ha corso sotto le insegne dei Civitas Civici (lista che ottenuto soltanto il 2,8% a livello regionale, penultima nella coalizione), ottenendo 2.059 preferenze di cui 1.227 soltanto a Tolentino dove si è imposto nettamente come il candidato più votato.
Nel Partito Democratico la lotta interna si risolve a favore di Francesco Micucci (2.353 preferenze), che ha battuto il fotofinish di soli 6 voti il sindaco uscente di Macerata Romano Carancini (2.347).
Exploit, nella lista di Italia Viva, per Francesco Fiordomo che ha ottenuto 2.245 preferenze. Buoni numeri, nello stesso partito, per Flavio Corradini (1.718).
Nel Movimento Cinque Stelle il più votato è Gian Mario Mercorelli (845 preferenze), superato anche da Giancarlo Giulianelli (860), in corsa con la lista "Movimento per le Marche" in appoggio a Francesco Acquaroli.
Infine Venanzo Ronchetti, ex sindaco di Serravalle del Chienti, è il più votato nella lista RinasciMarche che sosteneva Maurizio Mangialardi (591 preferenze).
"Non siamo riusciti a narrare il cambiamento". Così, il candidato presidente del centrosinistra Maurizio Mangialardi nel commentare a caldo la sconfitta.
"Alcuni temi andavano quali sanità, terremoto, crisi economica e il rilancio che ci sarebbe stato con i fondi provenienti dell'Europa andavano spiegati bene, ha continuato Mangialardi. Non è andata così, il centrosinistra è comunque restato compatto ed io ho avuto un risultato personale più importante delle liste, ciò significa che vi è stata fiducia nei miei confronti da parte dei cittadini, che sarà ricambiata con un'opposizione molto ferma, competente e puntuale.
Poi frecciata al Movimento 5 Stelle: "Il mancato accordo per narcisismo e protagonismo anche personale del Movimento 5 stelle hanno segnato nello spirito collettivo il risultato, se avessimo fatto quel tipo di percorso, oggi avremo scritto un altra pagina". Freddi i complimenti al vincitore Francesco Acquaroli: "Finora non l’ho visto, ho visto solo il menù di Salvini, ora spero che lo vedremo all’opera. Certo questo voto è un segnale forte di discontinuità ma noi avevamo un progetto vero e approfondito. Acquaroli avrà un’opposizione sicuramente competente. Saremo vigili. Arrivano le risorse del Recovery Fund e del Mes".
“E’ stata indubbiamente una grandissima soddisfazione – ha sentenziato il coordinatore regionale della Lega Riccardo Augusto Marchetti che, dall’Hotel Cosmopolitan di Civitanova Marche, ha seguito l’evoluzione di queste vittoriose elezioni regionali - quello delle Marche è il miglior risultato della Lega a livello nazionale quindi per noi è motivo di grande orgoglio ma anche per tutti coloro che si sono spesi in questa campagna – ed ha aggiunto - ne approfitto per ringraziare tutti gli elettori e militanti che hanno creduto in questo storico risultato”.
“Il lavoro vero per noi parte domani quando dovremmo iniziare a dare quelle risposte importanti che questo territorio ha atteso per troppo tempo – ha sottolineato Marchetti - l’ha chiesto ad una sinistra che con il tempo è diventata autoreferenziale ed ha pensato soltanto a coltivare il proprio orticello invece di un territorio straordinario che io ho definito a più riprese una Ferrari col freno a mano tirato. Finalmente ha deciso di sganciarlo e ora spetta noi il compito di dare quelle risposte che questo territorio straordinario merita”
Uno sguardo poi è andato sull’immediato futuro dove ci sarà da dare una fisionomia al nuovo governo della Regione Marche: “Siamo stati i protagonisti assoluti di questa campagna elettorale – ed ha spiegato - vediamo chi verrà eletto e poi valuteremo i curriculum. Faremo delle scelte che rispetteranno la volontà degli elettori e terremo sicuramente conto di quelle figure che avranno preso maggiori preferenze e che di conseguenza incarnano rappresentatività territoriale – Marchetti ha poi precisato - abbiamo sempre detto che ci interessa mettere le figure migliori nei posti adatti e le figure migliori le decideremo in base ai voti e alle competenze personali, professionali e politiche”.
Una vittoria quella del centrodestra marchigiano che oltre a far voltare pagina politicamente alla Regione ha simboleggiato anche un chiaro segnale verso l’attuale Governo: “Dopo l'Umbria anche le Marche finalmente hanno voltato pagina e questo per noi è motivo di grandissima soddisfazione perché se fino a ieri a chiedere infrastrutture e lavoro c'era soltanto nel centro-Italia Donatella Tesei; oggi anche questa regione aumenterà il proprio peso specifico nella conferenza stato-regioni e nei ministeri – ha dichiarato un sorridente Marchetti – si potranno iniziare a creare quelle grandi infrastrutture che da troppo tempo sono rimaste solo su carta e nei messaggi di campagna elettorale del PD senza mai trovare compimento – ed infine ha commentato la vittoria del fronte del “Si” al Referendum Costituzionale – il Governo sta rivendicando la vittoria del Sì ma ricordiamo che il referendum era la posizione politica non solo del PD ma anche di Lega e delle altre forze di centro-destra – ha chiosato Marchetti - quindi è nei fatti che è una vittoria complessiva non soltanto la loro ma visto che gli restano poco da festeggiare a livello governativo è comprensibile che si attacchino anche a cose di poco rilievo”.
"È la vittoria della disponibilità e della capacità di dare una nuova opportunità alla Regione. Ci metteremo al servizio di tutti. C'è tanta emozione e tanta stanchezza. Da domani mattina sapremo fare subito squadra e dare le risposte che i nostri cittadini attendono. Rispetto a 5 anni fa c'è stata grande adesione al voto, abbiamo risvegliato la volontà di partecipazione dei cittadini". È quanto dichiara Francesco Acquaroli, neo-presidente della Regione Marche commentando a caldo il trionfo elettorale sul candidato del centro-sinistra Maurizio Mangialardi, nella sua sede elettorale di Ancona con accanto la leader nazionale di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Su di lei Acquaroli dice: "Ha creduto in noi , si è sempre spesa nei nostri confronti". Arrivano anche i ringraziamenti "a tutti gli alleati, abbiamo fatto una campagna elettorale inclusiva".
In sala stampa si leva alto il coro "Francesco, Francesco, Francesco!", a suggellare il trionfo.
"Una straordinaria vittoria, espugnata un'altra roccaforte del centrosinistra con la guida di Fratelli d'Italia - commenta la Meloni -. Abbiamo affrontato una campagna elettorale parlando dei problemi reali che vivono i marchigiani e siamo stati ripagati".
"Sono molto contenta per i risultati di Fratelli d'Italia, è l'unico partito che cresce sul territorio italiano da Nord a Sud - continua -. Le elezioni dicono che si rafforza la coalizione del centrodestra, mentre il Governo esce indebolito. Si viaggia verso il ritorno a un sano bipolarismo".
"Non va sottovalutato il risultato del referendum, noi siamo sempre stati per il sì - conclude Meloni -. Non si tratta di una vittoria del Movimento 5 Stelle, anzi, è il crescere dei no che va letto come dato politico, non la vittoria dei sì. In una Nazione normale domani si tornerebbe al voto".
Netto successo dei Sì al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. A più di 50mila sezioni scrutinate i favorevoli sfiorano il 70%. Un successo che fa esultare i leader della maggioranza e che si abbina ai risultati delle tornate elettorali nelle Regioni.
"Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il Movimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo". Lo scrive su Fb il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Esulta per l'esito del referendum sul taglio dei parlamentari Luigi Di Maio: "Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo".
Soddisfatto anche Nicola Zingaretti che invita a seguire la strada delle riforme. "Sul referendum siamo molto soddisfatti: si conferma che il Pd è la forza del cambiamento, garante anche in questa legislatura di un percorso di innovazione e modernizzazione delle istituzioni di cui da sempre sentiamo il bisogno. Con la vittoria del Sì si apre ora una stagione di riforme: lo vogliamo e con gli alleati faremo di tutto perché vada avanti spedita". E sulle Regionali, pur attendendo l'esito finale evidenzia "siamo molto soddisfatti da quanto emerge, in una situazione molto difficile e frammentata c'è la conferma di quelle che erano le nostre aspettative".
Per quanto riguarda la Regione Marche il dato è in linea con quello nazionale: 69,17% il sì, 30,83% il no.
È iniziato lo scrutinio dei voti per eleggere il presidente e i 30 consiglieri dell’undicesima legislatura della Regione Marche. Alle urne erano chiamati 1.310.843 marchigiani (637.290 uomini e 673.553 donne) che potevano esprimere il voto nei 1.576 seggi (di cui 15 sezioni ospedaliere), distribuiti nei 227 Comuni marchigiani.Le Regionali 2020 vedono otto candidati governatori (cinque uomini e tre donne) e diciotto liste ai nastri di partenza. Maurizio Mangialardi (Insieme Marche) corre per il centrosinistra e Francesco Acquaroli (RicostruiAmo le Marche), per il centrodestra. Entrambi sono sorretti da sei liste.
Per Mangialardi: Pd, Marche Coraggiose, Le nostre Marche e il Centro, Mangialardi Presidente, Italia Viva-Psi-Demos-Civici Marche, Rinasci Marche.
Per Acquaroli: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia - Civici per le Marche, Udc-Popolari Marche, Movimento per le Marche e Civitas-Civici per Acquaroli. I restanti sei candidati a governatore, sono invece tutti appoggiati da una sola lista, a partire da Gian Mario Mercorelli, l’aspirante presidente per il Movimento 5 Stelle. Gli altri candidati alla carica di presidente della Regione Marche sono: Roberto Mancini (Dipende da Noi), Fabio Pasquinelli (Lista Comunista! Per le Marche), Sabrina Paola Banzato (Vox Italia-Marche), Anna Rita Iannetti per il "Movimento 3V Libertà di scelta, Alessandra Contigiani, con Riconquistare l’Italia – Fronte Sovranista Italiano.
Dopo lo scrutinio di 1.119 sezioni elettorali marchigiane su un totale di 1.576 , queste le percentuali dei voti assegnati ai candidati presidenti, rilevate dall’Ufficio elettorale della Regione Marche.Francesco Acquaroli (RicostruiAmo le Marche): 49,01%Maurizio Mangialardi (Insieme Marche): 37,22%Gian Mario Mercorelli (Movimento 5 Stelle): 8,69%Roberto Mancini (Dipende da Noi): 2,39%Fabio Pasquinelli (Lista Comunista! Per le Marche): 1,42%Sabrina Paola Banzato (Vox Italia-Marche): 0,56%Anna Rita Iannetti (Movimento 3V Libertà di scelta): 0,55%Alessandra Contigiani (Riconquistare l’Italia): 0,16%
Arrivano i dati definitivi sull'affluenza alle urne delle ore 15:00. Nelle Marche si è votato per i membri del Consiglio regionale e, nel caso della provincia maceratese, per Sindaco e Giunta di 3 comuni (Macerata, Petriolo, Ussita ndr). Si è votato anche per il Referendum consultivo nazionale sul taglio dei Parlamentari.
In provincia di Macerata l'affluenza è stata del 56,60% degli aventi diritto: il dato più basso della Regione Marche dove l'affluenza media si è del 59,74%. Nel capoluogo, dove si è votato anche per le amministrative, si sono presentati alle urne il 65,54% degli aventi diritto: cifra superiore di 10 punti percentuali rispetto al dato provinciale e maggiore anche alla tornata elettorale di 5 anni fa (attestata al 51,01%).
Negli altri due comuni in cui si svolgono le Amministrative l'affluenza è la seguente: Petriolo 66,72% - Ussita 81,73%.
Sempre secondo i dati diffusi dall'Ufficio Elettorale della Regione, sulla totalità delle 1.567 sezioni, la provincia dove l'afflusso alle urne è stato più alto è quella di Pesaro-Urbino (62,27%), davanti a Fermo (61,17%) Ancona (60,50%). Ascoli Piceno si piazza al penultimo posto con il 57,67% degli aventi diritto al voto che si sono recati alle urne.
(Foto Ansa)
Pronti, via Francesco Acquaroli. Negli exti poll della RAI, ore 15.00; un secondo dopo la chiusura dei seggi, è schizzato via con una percentuale di vantaggio che conferma, per di più' maggiorato l'insight poll di ieri sera (ore 19). Con una 'forchetta' tra il 47 e il 51%, in questo particolarissimo, iniziale sondaggio, il candidato governatore delle Marche per il centrodestra, in quota Fratelli d'Italia, si lascia alle sue spalle il competitore Maurizio Mangialardi (centrosinistra) cui l'intenzione poll attribuisce un range tra il 34 e il 38% e, terzo, Gian Mario Mercorelli (7-9%).
Un sorpasso in stile Umbria che assegnerebbe una regione tradizionalmente di centrosinistra all'opposizione. Se così fosse, un successo pure di Riccardo Augusto Marchetti, da Umbertide (PG) reduce dal ribaltone nella propria regione, da rossa a leghista, che Salvini ha inviato ad Ancona qualche mese. E giusta si rivelerebbe l'indicazione di Acquaroli, che sta attendendo i risultati di quasta prima parte delle spoglio, insieme alla sua famiglia a Potenza Picena, fortissimamente voluta da Giorgia Meloni.
Tuttavia la 'battaglia" per Ancona è appena iniziata, ma lo sguardo non può non soffermarsi anche su Macerata dove in lizza sono in cinque (tre residenti fuori città: Narciso Ricotta a Tolentino, Sandro Parcaroli a Castelraimondo,Gabriele Micarelli a Pollenza).
Il candidato sindaco del centrodestra, Sandro Parcaroli ci ha dichiarato: "In questi due giorni ho passato del tempo a casa prendendomi una pausa, fiducioso dell'esito di queste votazioni e pronto per ricaricarmi ed affrontare al meglio questa avventura. Inoltre ho approfittato di questo tempo per sistemare le ultime cose da fare in azienda e gli ultimi passaggi di consegna, per poi avere il giusto tempo che serve a Macerata".
Anche per Narciso Ricotta una lunga vigilia elettorale nel buen retiro della propria abitazione nel segno della famiglia. Il candidato sindaco del centrosinistra, che ha contato sul sostegno venerdì scorso del segretario nazionale del PD, Nicola Zingaretti, ne ha approfittato per mettere in ordine online tutte le numerosissime carte della sua lunga campagna elettorale, iniziata ben prima dell'emergenza Covid. Ci ha detto: "Nessuna ansia, ho coscienza di aver svolto fino in fondo il mio lavoro. Ed attendo sereno il giudizio degli elettori".
"Sono andato a Villa Cozza a fare yoga della risata - ha raccontato così la sua vigilia elettorale il candidato primo cittadino del M5S Roberto Cherubini - una tecnica yoga che aiuta mente e corpo. !!! Nulla di particolare se non un rilassamento che non avevo da mesi".
"Ho trascorso il sabato e la domenica con la famiglia - ha invece dichiarato Gabriele Micarelli - Sabato sera al mio locale di Macerata e la domenica a Civitanova. Ovviamente, penso come tutti gli altri Candidati, con un po' di ansia. Sono consapevole che sarà difficilissimo raggiungere il fatidico 3%".
"Viviamo questa attesa con la consapevolezza di aver fatto uno sforzo enorme - queste le parole di Alberto Cicaré -, dato il divario di mezzi e di organizzazione, e con la tranquillità di non aver niente da perdere, se non l’occasione di portare un forte segnale di cambiamento alla città. Non sappiamo “quanto” otterremo alla fine dello spoglio, ma il “come” abbiamo condotto la nostra campagna elettorale, parlando di problemi e di soluzioni, ci fa essere fieri di quello che abbiamo fatto. La nostra ansia rispetto al risultato è forte perché sentiamo la necessità di riprendere la nostra attività e a portarla dentro l’istituzione".
Secondo i primi Exit Poll rilasciati dal Tg La 7 e Rai 1 la partita nelle Marche sarebbe chiusa ancor prima di cominciare. Entrambe le emittenti televisive riportano un netto vantaggio di Francesco Acquaroli, candidato del centro-destra, su Maurizio Mangialardi, candidato del centro-sinistra.
Il Tg1 assegna ad Acquaroli una forchetta che va dal 47% al 51%, mentre al candidato del centro-sinistra una forchetta che va dal 34% al 38%. Ancora più netta l'opinione del direttore Enrico Mentana: "Nelle Marche possiamo già proclamare il vincitore".
Nelle tendenze espresse dal Tg La7 il titolo della scheda riguardante le Marche è il seguente: "Acquaroli è molto avanti, irragiungibile per Mangialardi".
Si sono regolarmente costituiti, oggi alle 16:00, i 1.576 seggi elettorali (di cui 15 sezioni ospedaliere) distribuiti nei 227 Comuni delle Marche, impegnati domenica 20 settembre e lunedì 21 settembre nelle operazioni di voto per le Elezioni Regionali 2020.
Lo ha comunicato l’Ufficio Elettorale della Regione Marche che coordina le operazioni di raccolta e di diffusione dei dati elettorali.
I seggi hanno trasmesso ai Comuni la notifica di avvenuto insediamento e a loro volta i Comuni alla Regione per via telematica. La stessa procedura verrà utilizzata per inviare i risultati dei voti scrutinati.
Il centro di raccolta dell’Ufficio Elettorale è stato allestito presso l’Aula Verde di Palazzo Leopardi, sede della Giunta regionale. L’edificio ospiterà anche la Sala Stampa e diverse sale Leopardi e Europa) adibite a postazioni per i giornalisti per seguire in diretta le operazioni di scrutinio a partire dalle ore 15.00 di lunedì 21 settembre, orario di chiusura dei seggi.
I presidenti di seggio procederanno allo scrutinio partendo da quello per il Referendum consultivo nazionale sul taglio dei Parlamentari, a cui seguirà lo spoglio per le consultazioni elettorali regionali e infine quello delle amministrative.
Sono chiamati alle urne 1.310.843 marchigiani (rilevazione Ufficio Elettorale Regione Marche) di cui 637.290 uomini e 673.553 donne, con una percentuale quindi rispettivamente del 49% e del 51% del corpo elettorale.
I diciottenni che andranno a votare per la prima volta nelle Marche sono 7.322 ( Fonte Ministero dell’Interno al 30 giugno 2020) corrispondente allo 0,6% degli elettori totali.
Un numero complessivo degli elettori che comprende anche quelli all’Estero (133.016 nelle Marche secondo la fonte del Ministero dell’Interno al 30 giugno 2020) che per il Referendum nazionale possono votare presso le Ambasciate e i Consolati nelle nazioni di residenza, mentre per le elezioni regionali è prevista solo la presenza fisica alla sezione elettorale del Comune marchigiano in cui sono iscritti per poter esercitare il diritto di voto.
Gli elettori dovranno recarsi ai propri seggi muniti della tessera elettorale e di un documento di riconoscimento. Chi non ha la tessera elettorale o l’ha smarrita, deve richiederla all’Ufficio elettorale del Comune di residenza.
Ai Comuni è demandato in questa tornata elettorale, caratterizzata dalle misure di prevenzione anti Covid 19, anche l’adempimento per l’organizzazione di seggi speciali per la raccolta del voto a domicilio, su richiesta dell’elettore, in caso di isolamento a causa della positività alla malattia.
Il voto disgiunto (cioè espresso a favore di una lista provinciale e di un candidato a presidente non collegato alla lista stessa) non è valido.
Gli elettori eleggeranno 30 consiglieri regionali e il Presidente della Giunta tra gli 8 candidati a Presidente, per andare a formare l’Assemblea Legislativa della undicesima legislatura 2020-2025. La circoscrizione di Ancona eleggerà 9 consiglieri, quella di Pesaro 7, Macerata 6, Fermo 4, Ascoli Piceno 4, secondo quanto previsto dalla legge elettorale delle Marche.
"Le Marche si meritavano che chiudessimo qui, per dare il segnale che vogliamo combattere. In democrazia le vittorie non si aspettano, ma si conquistano giorno per giorno. C'è in gioco il futuro di quello che amiamo. Dobbiamo guardare negli occhi le persone: mai più una politica elitaria". È in una piazza Vittorio Veneto piena, a Macerata, che il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti arringa i suoi in vista del rush finale delle elezioni regionali e comunali del prossimo 20 e 21 settembre. Il leader democratico è giunto direttamente da Roma per dare il suo sostengo a Narciso Ricotta (candidato sindaco del centrosinistra a Macerata) e Maurizio Mangialardi (candidato governatore delle Marche per il centrosinistra).
"Se non ci fosse il Covid vi abbraccerei uno per uno" dice Zingaretti. Tra la folla si scorgono i volti della maggior parte degli aspiranti consiglieri del centrosinistra, sia a livello comunale che regionale. L'intento della serata è chiaro: la sinistra marchigiana vuol mostrarsi unita per riconquistare il proprio elettorato, in molti casi apparso sfiduciato nel recente passato, e conquistare gli indecisi.
La scelta di Zingaretti di chiudere proprio a Macerata la sua campagna elettorale lascia trasparire un ottimismo di fondo: il partito crede che qui si possa rimontare, su entrambi i fronti. "Nessuno si fermi, è il tempo di combattere una battaglia politica fino a lunedì alle ore 15:00" avverte.
Rispetto ai leader maximi della destra (Meloni e Salvini), Zingaretti e il Pd scelgono una piazza meno capiente (dove poco prima aveva chiuso la sua campagna elettorale anche Parcaroli), sopratutto per rispettare le norme anti-contagio alle quali il partito si era attenuto fedelmente anche in occasione dell'arrivo di Bonaccini a Civitanova (leggi qui).
Il discorso del segretario del Pd si concentra sui problemi quotidiani connessi al Covid. Si rivolge al commerciante, all'imprenditore, al giovane e dice: "Tutti hanno paura e timore del futuro in questa fase. Noi dobbiamo capire e risolvere queste paure. La destra è forte soltanto perché le sfrutta: non propone mai soluzioni, ma cerca sempre capri espiatori. Noi siamo quelli che dicono no all'odio e sì alla speranza di potercela fare".
Poi arriva l'endorsement a Mangialardi e Ricotta: "Non sono figli della spartizione dei partiti politici di Roma, ma sono stati scelti dai marchigiani e dai maceratesi. Sono uomini liberi, non risponderanno mai a me, ma a voi. Non hanno padrini nè padroni come i candidati del centrodestra".
Quindi un attacco ad Acquaroli, non prima di ricordare le origini marchigiane dei suoi nonni: "Tanti ragazzi hanno dato la vita e sono stati ammazzati dai nazi-fascisti per consegnarci la democrazia. Nessuno ce l'ha regalata. Le Marche non possono essere governate da un candidato che ha partecipato a una cena fascista. Si è superato il limite della decenza e nessuno da Roma ha mai chiesto scusa per questo".
Sul palco, assieme a Zingaretti, ci sono Narciso Ricotta, l'ex deputata Irene Manzi, Maurizio Mangialardi (arrivato in leggero ritardo dopo un incontro tenuto a Muccia) e il segretario Pd di Macerata, Stefano Di Pietro.
"Il mio avversario parla soltanto al singolare e delle sue imprese, io invece parlo del noi, inteso come comunità - ha detto Ricotta -. Il programma elettorale di Parcaroli è stato pensato all'ultimo e si comprende come non sia stato scritto di proprio pugno ma dai suoi 'saggi'. Ha rifiutato sempre il confronto che è un principio base della democrazia perché tutti gli elettori hanno il diritto di sentir parlare tra di loro i sindaci. Nei pochi a cui ha preso parte, ha dimostrato di non conoscere nulla di Macerata".
"Il centro-destra negli ultimi 20 anni ha governato una sola volta per 18 mesi, con Anna Menghi. E sappiamo tutti com'è andata a finire: il Comune è stato commissariato e tutta la Giunta si è sgretolata. Ora gli stessi politici protagonisti di quel periodo si ripresentano in appoggio a Parcaroli: dov'è il cambiamento che tanto decantano?" aggiunge.
Sulla stessa lunghezza d'onda di quanto già affermato nell'evento di chiusura della sua campagna elettorale assieme al governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini a Civitanova, Mangialardi si è nuovamente appellato agli indecisi citando il caso Spacca di 5 anni fa: "Non credete ai sondaggi, lui era dato 10 punti avanti rispetto al centrosinistra ed invece non ha nemmeno ottenuto un posto in Consiglio Regionale".
Sono da poco passare le 23:00 quando i leader politici salutano la folla e si concedono ai fotografi per gli ultimi scatti della campagna elettorale. C'è poi spazio per la festa con la musica dei Folkorati, con la speranza del Pd di ripeterla fra 3 giorni.
Gran finale in piazza Vittorio Veneto a Macerata, per la chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco del centrodestra Sandro Parcaroli. Presenti, sul palco, tutti gli esponenti delle liste a sostegno del candidato primo cittadino e l'aspirante governatore regionale Francesco Acquaroli.
"In campagna elettorale si è sempre parlato di progetti ma subito dopo questi sparivano - ha esordito Acquaroli - . In 30 anni siamo rimasti isolati a 360° di fatto e questo isolamento denota un ritardo, un’incapacità di sostenere quello che noi siamo veramente e quello a cui possiamo ambire".
"Vorremo riportare una visione che sappia restituire equilibrio ai territori, che sappia essere inclusiva e rendere protagonista, riportare la regione Marche ad essere un punto di riferimento anche e soprattutto con la ricostruzione. Mancano poche ore, non guardiamo i sondaggi perché non fanno punteggio, non guardiamo l’entusiasmo perché si ci serve ma noi dobbiamo rimanere concentrati sull’obiettivo, l’obiettivo è d convincere gli indecisi. La politica può diventare il giusto strumento per costruire un futuro degno e ridare forza ai territori e soprattutto per dare una speranza a chi verrà dopo di noi" - ha concluso il candidato governatore del centrodestra - .
Successivamente hanno preso la parola i vari esponenti delle liste a sostegno del candidato sindaco del centrodestra
il primo ad intervenire è stato Andrea Marchiori in rappresentanza della Lega:
"Questa è la piazza dei maceratesi, sia i partiti che le liste civiche hanno compiuto una cosa straordinaria per questa città, abbiamo costruito una coalizione di maceratesi e lo abbiamo fatto senza un ingegnere, senza uno specialista ma con i maceratesi perché nasce in modo naturale. Abbiamo scritto un programma concreto per far tornare grande la città".
Successivamente è intervenuto Paolo Renna, in rappresentanza di Fratelli D'Italia: "Ho la fortuna di stare in una squadra unita e orgogliosa, che non si nasconde dietro liste, la sinistra parla di famiglia e sicurezza, ma sono temi mai affrontati dal centro sinistra che ha governato in questi anni".
Riccardo Sacchi di Forza Italia, ha sottolineato il desiderio di far cambiare pagina alla città, dopo anni di "disastrosa amministrazione da parte della sinistra". Sulla stessa lunghezza d'onda i discorsi di Mattia Orioli per il nuovo Cdu, Paolo Cotognigni dell'Udc, Deborah Pantana per i Civici con il Popolo della Famiglia e Gianluca Micucci Cecchi, nel presentare la lista a Civica a sostegno Parcaroli.
Il rush finale è spettato al candidato sindaco del centrodestra: "Vedere questa piazza piena mi riempie di gioia - ha affermato Parcaroli - guardandovi ne sono convinto, voglio essere il sindaco. Vengo da un altro mondo, non parlo il politichese, ma voglio far tornare Macerata sul tetto d'Europa, sento il desiderio di cambiamento nell'aria .Lavorerò in sinergia con Acquaroli in Regione, quello che non ha fatto mai Carancini per Macerata. Lavorerò con traparenza, il mio sarà un Comune aperto ai cittadini. Infine i saluti finale di Patassini e un pensiero di Parcaroli alla famiglia : "Ho ricevuto un grande aiuto da loro, grazie".
Ieri mattina il candidato sindaco del centrodestra Sandro Parcaroli, insieme al candidato consigliere di Fratelli d’Italia Marco Bravi, ha avuto modo di incontrare a Loreto, nella sede dell’azienda Rainbow, l’imprenditore Iginio Straffi, fondatore delle Winx.
«Iginio Straffi è un maceratese come me e inseguendo i suoi sogni ha dato vita a una grande azienda marchigiana – ha detto Parcaroli -. In lui mi sono subito ritrovato proprio per la nostra stessa visione del futuro, la nostra capacità imprenditoriale e perché entrami abbiamo la mente proiettata verso il mondo senza però dimenticare mai dove siamo nati e il valore del nostro territorio».
«Macerata ha bisogno di imprenditori come lui che però non devono rappresentare solo dei semplici finanziatori pronti a mettere mano al portafoglio ma persone con le quali condividere insieme un progetto di città a misura di giovani, famiglie, persone fragili e lavoratori – ha continuato il candidato sindaco -. Insieme a Straffi abbiamo analizzato alcuni progetti che sono dei punti fondamentali del mio programma e di quello della coalizione di centrodestra come quello della realizzazione di una scuola di alta formazione a Macerata grazie alla quale potremmo riscoprire mestieri antichi ma anche moderni – penso a esempio a una scuola di fumetto o di cartoni animati – e quello che riguarda l’industria dell’informazione che vedrà la luce a Valleverde. Lì costruiremo un polo dell’informazione e della creatività e chi meglio di un’azienda come la Rainbow può avere know how ed esperienza da investire in questo settore; una realtà che ha fatto della creazione e dei contenuti digitali il suo valore aggiunto».
«E poi le risorse umane e il valore delle persone senza i quali non saremmo nessuno – ha aggiunto Parcaroli -; collaboratori che sono una seconda famiglia e sui quali investiamo giorno dopo giorno con servizi dedicati. Infine i rapporti con l’estero e soprattutto con l’Oriente così legato alla città di Macerata: una vocazione che parte da Padre Matteo Ricci e arriva fino all’Istituto Confucio passando per le tante personalità maceratesi che hanno lavorato in Oriente».
«Con Straffi abbiamo lo stesso desiderio di volare alto e di far tornare Macerata, che ormai per troppo tempo si è mossa nella mediocrità, a essere un’eccellenza e un punto di forza di tutto il territorio – ha concluso Parcaroli -. Ringrazio il patron della Rainbow per l’apprezzamento che ha mostrato verso i progetti che abbiamo pensato con la coalizione e l’augurio è ovviamente che lui, ma anche molti altri imprenditori, tornino a vedere in Macerata un modello non solo regionale ma anche nazionale e internazionale sul quale investire. Il lavoro che inizierà subito dopo le elezioni sarà indirizzato proprio a questo e la nostra città potrà finalmente respirare l’aria del rinnovamento e del cambiamento guardando al futuro e dimenticando la decadenza nella quale è stata portata da chi non è riuscito a guardare oltre il proprio naso».