Perde il controllo del mezzo ed il furgone si cappotta un paio di volte. Diversi traumi per la donna alla guida, ma non è in pericolo di vita.Questa mattina, poco dopo le 7, lungo la strada provinciale all'altezza del comune di Montefano, una donna - O.M. 49enne residente a Montefano vecchio - era alla guida di un furgoncino che, per cause ancora in fase di accertamento, si è capottato un paio di volte, finendo fuori dalla sede stradale. Sul posto, allertati da alcuni automobilisti in transito, si sono precipitati i carabinieri della locale stazione, un'ambulanza del 118 dell'ospedale provinciale di Macerata ed una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento provinciale. La donna è stata estratta dal mezzo dai pompieri. Ed i sanitari l'hanno stabilizzata sul posto e, quindi, trasportata in direzione del presidio ospedaliero maceratese. La 49enne, sempre cosciente, una volta giunta in Pronto soccorso, è stata sottoposta a tutti gli accertamenti strumentali del caso. Diversi traumi agli arti inferiori ed al torace, questa la diagnosi effettuata. La donna è stata, quindi, ricoverata. Non è in pericolo di vita.Disagi e rallentamenti si sono registrati lungo la strada provinciale, nel tratto interessato dall'incidente, per circa un'ora. Il tempo necessario, cioè, a liberare la sede stradale dal mezzo incidentato.
Un maresciallo dei carabinieri di Civitanova Marche, fuori servizio (Macerata), è stato colpito con un casco da un egiziano mentre cercava di sedare una lite per una mancata precedenza. Il militare stava passando in auto con la sua famiglia nella zona di Fontespina quando ha visto un giovane che, sceso dal suo ciclomotore, aveva inscenato una violenta lite con un automobilista. Entrambi stavano per passare alle vie di fatto quando il maresciallo, raggiunti i due, ha cercato di calmare gli animi, ma è stato aggredito dall'uomo in motorino, identificato poi per un egiziano, che lo ha colpito con il casco provocandogli lesioni giudicate guaribili in una decina di giorni. Nel frattempo era giunta sul posto una volante della che ha bloccato il giovane e denunciato per violenza a pubblico ufficiale. (Ansa)
Arrestato dopo essere stato colto in flagranza di reato mentre sta svaligiando la casa del cognato del capogruppo del Partito Democratico di Tolentino, Bruno Prugni.A dare l'allarme e a chiamare i carabinieri è stato lo stesso Prugni che in quel momento stava cenando a casa della suocera al primo piano della casa in via Corridoni che il malvivente solitario aveva preso di mira. Al piano terra abitano il cognato e la sua famiglia, in questi giorni in ferie fuori Tolentino.Intorno alle 21, Prugni e la sua famiglia stavano mangiando, quando improvvisamente hanno sentito un forte rumore di vetri rotti provenire dall'esterno. Il capogruppo del Pd si è affacciato e un vicino dalla finestra gli ha detto che qualcuno si era introdotto furtivamente al piano terra. Subito Prugni ha chiesto l'intervento dei militari della Stazione di Tolentino i quali, nell'arco di pochissimi minuti, hanno raggiunto via Corridoni. Il ladro era ancora dentro la casa e aveva fatto razzia di quanto era possibile rubare, ma quando si è accorto dell'arrivo dei carabinieri ha cercato di darsi alla fuga, seminando in giro per la casa e per il giardino la refurtiva. Ma la fuga è durata pochi metri: il malvivente è stato riacciuffato e arrestato. La persona arrestata è Silvi Gjoncari, 22 anni.Domani in tribunale a Macerata dovrebbe tenersi il processo per direttissima.
Era pronto a colpire al centro commerciale La Rancia di Tolentino, ma l'attività di prevenzione contro i furti messa in piedi dai carabinieri del comando compagnia di Tolentino, ha evitato che il proposito criminale potesse andare a buon fine. Denunciato un cittadino bulgaro 44enne, senza fissa dimora.Ieri sera, sabato 23 luglio, intorno alle 21, una pattuglia dei carabinieri ha notato la presenza di una persona che tentava di nascondersi fra la vegetazione vicina al centro commerciale. I militari sono riusciti a bloccarlo prima che potesse scappare. Nel luogo in cui ha tentato di nascondersi, il 44enne aveva un grimaldello, funi, scale, cacciaviti, frullini. Insomma, tutto il necessario per poter commettere un furto.Il cittadino bulgaro è stato denunciato, a piede libero, per tentato furto e possesso di arnesi da scasso. Quest'ultimi sono stati prontamente recuperati e sequestrati dai carabinieri. Secondo gli investigatori, l'uomo non avrebbe agito da solo. Poco prima che i militari riuscissero a fermarlo, infatti, il 44enne ha avvisato i potenziali complici che si sono allontanati dalla zona a bordo di un'automobile. Le indagini proseguono per cercare di individuarli a breve.
Residuati bellici ritrovati questo pomeriggio, 24 luglio, a Sant'Angelo in Pontano. Sono state scoperte due bombe a mano ed alcune munizioni risalenti all'ultima Guerra mondiale all'interno di un'abitazione oggetto di ristrutturazione in una nicchia ricavata in un muro. Una volta individuati i residuati bellici, sono stati allertati i carabinieri del comando compagnia di Tolentino che sono prontamente giunti sul posto. Presente, anche, una squadre dei vigili del fuoco del distaccamento provinciale di MacerataAllertata la Prefettura, i militari hanno fatto intervenire i colleghi artificieri. Una bomba a mano è stata portata fuori dal centro abitato e fatta brillare intorno alle 18:30 di oggi pomeriggio. Per l'altra, invece, si è reso necessario istituire un'area di sicurezza. Alcune persone sono state fatte allontanate da casa per qualche ora. Il tempo necessario per far brillare l'altro ordigno nei pressi del luogo del ritrovamento, intorno alle 19:30 di oggi. Un disagio contenuto, ma necessario.(SERVIZIO AGGIORNATO ALLE 19:38)
"Ciao Peppino, ci mancherai". Così in una nota pubblicata sul sito web del Matelica Calcio si esprime il presidente Mauro Canil e la S.S.Matelica, per unirsi, con profonda commozione al cordoglio per la scomparsa dello storico dirigente Giuseppe Scuriatti. Peppino, come tutti lo chiamavano, si è spento oggi pomeriggio all'età di 70 anni, all’ospedale regionale Torrette di Ancona dove era ricoverato da qualche settimana.E' stato una colonna storica della società biancorossa, per la quale si è speso per oltre 45 anni con passione, grinta e dedizione. “E’ con grande dolore che viene a mancare una figura importante per noi – ha detto il presidente Mauro Canil – Non si è mai tirato indietro dal dare il suo contributo alla società e con grande entusiasmo cercava di partecipare a ogni attività. E’ stato uno delle anime della S.S.Matelica e in un momento come questo, in cui stiamo per ricominciare una nuova stagione, è ancora più doloroso non poter condividere anche con lui l’inizio di una nuova avventura. Viene a mancare non solo un dirigenti, ma uno dei componenti della nostra grande famiglia”. Tutta la S.S.Matelica e tutti gli sportivi biancorossi commossi si stringono con affetto alla famiglia Scuriatti.Ciao Peppino, ci mancherai!
Paura questo pomeriggio nella frazione di Casette di Cesi di Serravalle del Chienti. Una ragazzina di 13 anni è stata investita da un auto mentre stava attraversando la strada in sella alla sua bicicletta. Le sue condizioni, per fortuna non sono gravi. Trasportata, in via precauzionale, all'ospedale Torrette di Ancona.Oggi pomeriggio, poco dopo le 18, una 13enne di Serravalle si apprestava ad attraversare la strada con la sua bici, quando è stata parzialmente centrata da un'utilitaria, guidata da una donna di circa 40 anni, anche lei residente a Serravalle. L'episodio è avvenuto nella frazione di Casette di Cesi. Sul posto sono prontamente intervenuti i soccorsi: un'ambulanza medicalizzata dell'ospedale di Camerino e i carabinieri della locale stazione. La ragazzina, sempre cosciente, è stata stabilizzata sul posto. Per maggiore sicurezza è stato, comunque, disposto il trasporto della minorenne - tramite l'ausilio di Icaro2 di base a Fabriano - all'ospedale regionale Torrette di Ancona. Una volta giunta al Pronto soccorso del presidio ospedaliero regionale, la ragazzina è stata sottoposta a tutti gli accertamenti strumentali del caso. La sue condizioni non sono gravi ed è probabile che possa essere dimessa entro breve tempo.I militari della stazione di Camerino hanno effettuato tutti i rilievi del caso al fine di ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto.
Ciclista di 20 anni perde il controllo della bicicletta e cade pesantemente in terra all'altezza della rotatoria di Villa Potenza, a Macerata, all'incrocio con via Dei Velini, in un tratto in leggera discesa. Sul posto è intervenuta l'ambulanza del 118. I sanitari, una volta stabilizzato il ragazzo, hanno chiesto l'ausilio di Icaro che è prontamente atterrato nelle vicinanze.La dinamica dell'accaduto è ancora al vaglio dei soccorritori. Da una prima sommaria ricostruzione, pare però che il giovane ciclista, residente a Montecassiano, si sia sbilanciato da solo, senza cioè che alcun altro mezzo lo abbia urtato. Il 20enne è stato trasportato, in codice rosso, all'ospedale regionale Torrette di Ancona. I sanitari del presidio ospedaliero del capoluogo dorico lo hanno sottoposto, immediatamente, a tutti gli esami strumentali del caso. Le sue condizioni appaiono gravi, ma in miglioramento.
Minorenne sparisce da casa per giorni e viene trovata in possesso di un telefono cellulare rubato. I carabinieri della compagnia di Macerata, agli ordini del maggiore Luigi Ingrosso, rintracciano la 16enne a casa di un'amica."Aiutatemi, non ho notizie di mia figlia minorenne da alcuni giorni", questa la denuncia che i carabinieri maceratesi si sono sentiti dire da un padre disperato che si è rivolto al comando stazione della Compagnia di Macerata nel pomeriggio di ieri 22 luglio. I militari, una volta raccolta la segnalazione, si sono immediatamente messi in cerca della 16enne. Attraverso le informazioni raccolte negli ambienti giovanili, i carabinieri del Nucleo radiomobile e del comando - nella tarda serata di ieri - hanno rintracciato la minore a Macerata, nell’abitazione di una coetanea. La 16enne aveva con sé un apparecchio cellulare che, da immediate verifiche, è risultato rubato ad un giovane della provincia maceratese che ne aveva sporto denuncia qualche giorno fa. Ora la giovane dovrà spiegare il possesso del cellulare alla magistratura minorile.
Truffa aggravata in concorso. Sottratti con l'inganno oltre 130mila euro ad una 70enne della provincia di Macerata.Quesi i risultati dell'operazione "Circe" illustrati, questa mattina, dal maggiore del comando provinciale dei Carabinieri, Luigi Ingrosso, nel corso di una conferenza stampa Denunciate due donne, una di 63 anni e una di 56 anni, residenti nella provincia di Macerata.A fine dicembre, una donna di 70 anni è stata avvicinata dalla truffatrice più anziana, quest’ultima si è proposta come “guida spirituale”, “guru”, in grado di poter salvaguardare la sua vita e quella dei suoi cari da malattie funeste, drammi e malocchi vari. Pagando, la donna avrebbe goduto dei servigi della complice, la 56enne che era stata indicata quale la vera santona e che la vittima, effettivamente, non ha mai visto di persona. A sentire tutti questi discorsi, la 70enne, magari per fiducia innata o per un carattere ansioso e insicuro, è caduta nella trappola.Per scacciare ogni tipo di cattivo auspicio, le 63enne faceva riti e preghiere rivolti a invocare la Madonna, grazie ai quali avrebbe ricevuto la grazia per la 70enne. Così facendo la “sciamana” ha scucito all’anziana signora 133.500,00 euro in diverse tranches. Inoltre, ha incastrato gli altri componenti della famiglia che in un primo momento hanno creduto alla magia poi, fortunatamente uno di loro, all’ennesima richiesta di contante ha deciso di rivolgersi al comando dei carabinieri di Pollenza.I militari hanno così iniziato ad indagare e il 15 luglio scorso hanno fatto scattare l’operazione. Nel giorno in cui la santona e le sue vittime, come da accordi, si sarebbero viste per la consegna di ulteriori 3mila euro in contanti per pagare l’ennesima benevolenza spirituale.I carabinieri hanno atteso che il contante passasse di mano, hanno quindi seguito la 63enne, che viaggiava a bordo di una golf verde, e - fermatala - hanno recuperato la busta con i soldi. La truffatrice, sentendosi con le spalle al muro ha permesso ai carabinieri di recuperare tutti i soldi che aveva estorto, per un ammontare di 130.500,00 euro, coinvolgendo anche la "collega" 56enne.Al di là del caso in sé, il maggiore Ingrosso ha tenuto a ribadire che dare evidenza a questi fatti può essere il tramite giusto per portare alla luce altri casi del genere. Molte persone che sono state raggirate non denunciano i fatti perché se ne vergognano, invece è importante rivolgersi ai carabinieri per fare in modo che chi truffa venga punito e che altre persone non finiscano nelle loro mani.https://youtu.be/9Io5XwM6r8I(Foto Si.Sa.)
"Con questa persecuzione, le attività imprenditoriali di Giuseppe Cerolini rischiano di chiudere, lasciando a spasso 280 persone. Sono certo che la vicenda si chiarirà in tempi brevissimi": a parlare è l'avvocato Domenico Basile, difensore dell'imprenditore civitanovese Giuseppe Cerolini, all'indomani della misura cautelare degli arresti domiciliari disposta a carico del suo assistito dalla Procura di Macerata.L'avvocato Basile "rileva la gravità del provvedimento giudiziario in quanto il suo assistito, nel respingere tutte le accuse infondate e ingiuste, fa presente che da oltre 10 anni è sottoposto a perquisizioni continue da parte della Guardia di Finanza e dagli organi inquirenti, sono stati effettuati sequestri su beni ma poi tutte le accuse in sede processuale e dipartimentale si sono rilevate infondate ed è stata acclarata e dichiarata la regolarità e la correttezza dell'operato del signor Cerolini. Le ipotesi di reato sono tutte da verificare; ma trattandosi delle medesime accuse di operazioni fittizie ed inesistenti, all'uopo basta citare la sentenza della Suprema Corte di Cassazione che in un procedimento per le stesse ipotesi di reato ha stabilito che il signor Cerolini ha operato con regolarità, trasparenza e correttezza nella sua attività imprenditoriale. Tale sentenza è stata riportata dal Sole 24 Ore. Il signor Cerolini esprime preoccupazione per il prosieguo di tutte le attività che fino al 21 gennaio 2016 erano attive e floride ed occupavano oltre 280 dipendenti. Le stesse, ora a causa di questa continua persecuzione rischiano la chiusura ed il fallimento per la mancanza di capacità imprenditoriale e gestionale disposto dalla Procura a mezzo di terzi. Sicuro che la verità verrà accertata e proclamata nelle sedi opportune, da persona per bene, da imprenditore che ha dato lustro ed ha dato molto alla città di Civitanova Marche, attende serenamente che la vicenda si chiarirà in tempi brevissimi. Il signor Cerolini si sente tranquillo anzi, tranquillissimo per la vicenda giudiziale mentre è preoccupato per la sorte delle attività produttive, perché sembra che si stia facendo di tutto per la chiusura delle suddette attività, anche se formalmente i responsabili dicono il contrario. Nei prossimi giorni" dice ancora l'avvocato Basile "metterò a disposizione documentazione e tutto il materiale probatorio in una apposita conferenza stampa".Anche per quanto riguarda l'altra persona sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari, Giovanni Mellino, l'avvocato Basile "è sicuro che la vicenda verrà chiarita in sede giudiziale e la verità sarà acclarata e dichiarata. Il signor Mellino, anche se in passato ha avuto problemi, ha pagato il conto con la giustizia. Lavora con onestà e professionalità e non frequenta consorterie criminali. Il riferimento al “calabrese” o ai “calabresi” è gravemente offensivo e lesivo nei confronti di una regione e di una popolazione. Nell'istruttoria dibattimentale il signor Mellino dimostrerà documentalmente, per tabulas la regolarità e correttezza del suo operato. Mellino ribadisce che ha lavorato con professionalità ed onestà, che non ha fatto richieste illecite, estorsive o antigiuridiche ma quando ha richiesto un suo legittimo diritto lo ha fatto sempre con modi e metodi corretti. Pertanto respinge tutte le accuse infondate ed ingiuste ed aspetta con fiducia che la giustizia, fatto il suo iter, dichiari la sua innocenza ed estraneità dei fatti".
Con l'auricolare bluetooth innestato all'interno dell'orecchio, riceve le informazioni per superare l'esame per conseguire la patente, ma viene scoperto dalla Polizia Stradale. L'auricolare gli sarà poi estratto dai sanitari del pronto soccorso.E' successo tutto ieri, quando la Sezione di Polizia Stradale di Macerata, diretta dal Vice Questore Aggiunto Stefania Minervino, in collaborazione con la Motorizzazione Civile di Macerata, ha sventato il tentativo di un candidato di nazionalità marocchina, A.M., classe 1989, che aveva superato l’esame di teoria per il conseguimento della patente di guida di categoria B, mettendo in atto una clamorosa quanto sofisticata truffa.Infatti, durante la seduta di esame, il personale interno della Motorizzazione addetto alla vigilanza, ha notato un comportamento anomalo del marocchino chiedendo l’immediato intervento della Polizia Stradale.Sul posto è arrivata una pattuglia del Distaccamento di Polizia Stradale di Porto Recanati, che, in collaborazione con la squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione di Macerata, ha trovato sotto la maglietta dal candidato uno smartphone che svolgeva le funzioni di telecamera. Inoltre, è stato scoperto un sofisticato impianto, costituito da un trasmettitore fissato alla sua schiena con nastro adesivo, a sua volta collegato ad un modem posizionato, sempre con adesivo, sul davanti all’altezza dello sterno, a sua volta collegato allo smartphone-telecamera. Il marocchino aveva inoltre all’interno del condotto uditivo un minuscolo auricolare del tipo Bluetooth.Tutto il marchingegno serviva a ricevere e trasmettere informazioni a distanza e a trasmettere immagini all’esterno. Questo collegamento audiovisivo gli permetteva di conoscere le risposte esatte a tutti i quiz assegnati per l’esame di teoria superandolo con 40 risposte esatte su 40.Per far rimuovere l’auricolare in miniatura dal condotto uditivo, l’indagato è stato condotto presso il locale Pronto Soccorso, dove il personale sanitario ha provveduto ad estrarlo.Sono già in corso da parte della Polizia Stradale di Macerata indagini per riuscire a risalire ed identificare gli ideatori e realizzatori dell’illecito sistema di superamento degli esami, ai quali ogni candidato promosso, tramite questa ingegnosa truffa, frutterebbe all’incirca 1000 euro.
Drammatico incidente questa mattina intorno alle 10 nella contrada Piani Rossi di Corridonia. Una donna di 74 anni, Giuseppina Zamponi di Petriolo, al volante di una Opel Corsa, per cause ancora da accertare, è finita con l'auto contro un mezzo pesante.Immediatamente soccorsa, le sue condizioni sono apparse subito gravissime, tanto che si è reso necessario l'intervento dell'eliambulanza, viste le condizioni disperate della donna i soccorsi hanno tentato di stabilizzarla sul luogo prima di trasportarla all'Ospedale Regionale di Torrette ma la signora Zamponi non ce l'ha fatta, malgrado tutti i tentativi.(Foto Valentino)
Drammatico incidente questa mattina intorno alle 10.00 a Piani Rossi di Corridonia. Una donna, Giuseppina Zamponi di Petriolo, al volante di una Opel Corsa, per cause ancora da accertare, è finita con l'auto contro un mezzo pesante.Immediatamente soccorsa, le sue condizioni sono apparse subito gravissime, tanto che si è reso necessario l'intervento dell'eliambulanza. Nell'impatto l'auto è andata completamente distrutta.(SERVIZIO IN AGGIORNAMENTO)
Il pm di Milano Elio Ramondini ha chiesto una perizia per accertare se Giuseppe Pellicanò, ora in carcere per strage, fosse capace di intendere e volere quando ha svitato il tubo del gas nell'appartamento in via Brioschi dove viveva con le figlie e la ex compagna, poi morta con altri due ragazzi vicini di casa per l'esplosione provocata.L'istanza, che si è resa necessaria dopo il deposito da parte della difesa di una serie di certificati medici che attesterebbero problemi psicologici e psichici del pubblicitario, è stata avanzata oggi al gip che deciderà nei prossimi giorni se disporre o meno la perizia con la formula dell'incidente probatorio.Pellicanò, finito in cella il primo luglio scorso, ha confessato di aver svitato il tubo del gas. Nello scoppio, avvenuto il 12 giugno, hanno perso la vita oltre alla sua ex compagna Micaela Masella, dalla quale era oramai separato, i fidanzati marchigiani Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, mentre le due figliolette sono rimaste gravemente ustionate. (Ansa)
Una folla commossa si è stretta a Senigallia attorno alla bara di Max Fanelli, morto a causa della Sla contro cui combatteva e che aveva fatto della sua malattia un manifesto per ottenere dal Parlamento la calendarizzazione di una legge sul fine vita. Il teatro La Fenice era stracolmo di persone (almeno un migliaio) giunte per dare l'ultimo saluto al 56enne che fino all'ultimo ha lottato per il diritto a una morte dignitosa e alla libera determinazione di ogni uomo.Ad aprire il rito laico la moglie di Max, Monica Olioso, che ha ripercorso brevemente alcune delle tappe della vita del compagno: dal matrimonio alla battaglia contro una malattia che pian piano lo ha imprigionato. Per un saluto o per un ricordo sono poi saliti sul palco il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, visibilmente commosso, il presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche Antonio Mastrovincenzo, i deputati Beatrice Brignone, Pippo Civati e Lara Ricciatti, e gli amici del comitato #iostoconMax. (Ansa)
Ancora una truffa ai danni di un'anziana. Nel pomeriggio di oggi, in una abitazione nelle campagne di Treia, si è presentato un uomo che si è spacciato per un tecnico del gas.All'anziana che gli ha aperto la porta, ha paventato la possibilità di perdite nelle tubature, inducendo la donna, in quel momento da sola in casa, a mettere tutti gli oggetti d'oro nel frigorifero per evitare possibili contaminazioni. Il truffatore, poi, abilmente, si è appropriato del sacchetto contenente l'oro ed è scappato.L'anziana si è accorta quasi subito della truffa subita e ha avvertito i carabinieri i quali hanno iniziato una cercare il malvivente che, da quanto gli inquirenti sono riusciti ad apprendere, si muove si una vettura di grossa cilindrata. Le ricerche, al momento, non hanno dato esito positivo. Il bottino ammonta a qualche migliaio di euro. Proseguono le indagini da parte dei militari di Treia in collaborazione con i colleghi del Nucleo Operativo.
Clamorosa svolta nell'ambito dell'inchiesta per una presunta maxi frode fiscale, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Macerata.Questa mattina, sono state emesse due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Macerata, su richiesta della Procura della Repubblica Maceratese, a carico dell'imprenditore civitanovese Giuseppe Cerolini di 49 anni e di un suo stretto collaboratore, Giovanni Mellino di 66 anni.Dopo l'esecuzione nei mesi scorsi di due provvedimenti che hanno portato al sequestro di beni mobili e immobili per circa 22 milioni di euro nei confronti di dieci indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, il Gip Domenico Potetti, su richiesta del pubblico ministero, ha emesso le due ordinanze di custodia cautelare.L'esigenza cautelare è scaturita ed attuale pericolo di reiterazione dei reati, in considerazione della personalità delle persone sottoposte alla misura dei domiciliari, della pluralità di violazioni poste in essere ininterrottamente e in modo frenetico da almeno cinque anni, dell'estrema lucidità con cui hanno pianificato, organizzato e portato a termine sistematiche frodi all'Erario, procurandosi cospicui profitti illeciti.Alle prime ore dell'alba, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ai provvedimenti restrittivi della libertà personale nei confronti dei due indagati.L'inchiesta, partita alcuni anni fa con una verifica fiscale nei confronti di una società operante nel commercio all'ingrosso di calzature e accessori, ha visto al centro degli affari illeciti l'imprenditore civitanovese Giuseppe Cerolini, risultato il dominus assoluto di tutta l'organizzazione, cioè colui che ha progettato, organizzato, coordinato ed eseguito, anche per il tramite dei suoi più stretti sodali, ogni operazione illecita. E' a lui che sono risultate far capo, direttamente o indirettamente attraverso "prestanome", tutte le società coinvolte nella frode fiscale.Le investigazioni di polizia giudiziaria, allargatesi sino ad interessare l’intero “Gruppo Cerolini”, basate anche sull’esecuzione di intercettazioni telefoniche, hanno permesso di disvelare il sistema di frode utilizzato e di delineare compiutamente il quadro complessivo delle responsabilità di ciascun compartecipe al sodalizio criminale, risultato operante sia in ambito nazionale che internazionale.Determinante, ai fini della ricostruzione del sistema di frode utilizzato, si è rivelata la particolare attenzione rivolta dai finanzieri ai metodi di pagamento utilizzati. Si è accertato, infatti, che il tipico flusso finanziario, di norma necessario per regolarizzare le posizioni debitorie derivanti dalla ricezione di fatture di acquisto, veniva di fatto annullato attraverso cessioni “pro-soluto” di crediti precostituiti con fatture false.In effetti, attraverso il massiccio ricorso all’emissione e/o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, venivano costituiti falsi crediti, che venivano poi utilizzati sia per ottenere dei rimborsi sia per effettuare illegittime compensazioni con debiti di imposta, permettendo di ottenere illeciti risparmi fiscali di rilevante entità.Complessivamente, è stata accertata un’evasione di oltre 131 milioni di euro ai fini delle imposte sui redditi e di oltre 48 milioni di euro ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. Deferiti all’Autorità Giudiziaria 15 persone per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale.I sequestri operati nei mesi precedenti hanno riguardato, nel dettaglio, 21 quote societarie, 9 società di capitali e 1 ditta individuale (con le relative unità locali operative in diversi settori: 5 distributori stradali, 6 ristoranti, 5 bar, 1 negozio di calzature, 1 macelleria, 1 pizzeria, 1 centro estetico), 11 beni immobili (8 fabbricati e 3 terreni), 20 autovetture, 3 motoveicoli e disponibilità finanziarie sui conti correnti degli indagati.La lotta all’evasione fiscale e soprattutto alle grandi frodi costituisce un obiettivo prioritario per la Guardia di Finanza, teso a tutelare non solo le entrate per i bilanci dello Stato e degli Enti locali, ma anche imprese e professionisti che operano nella piena e completa osservanza delle leggi.(Foto Si. Sa.)
Un tragico incidente si è verificato questa mattina, poco prima delle 9, lungo la strada che da Corridonia porta a Monte San Giusto, nella zona di via Fosso Ronne, al confine fra i due comuni.Un uomo di 51 anni, Alvaro Tiberi di Corridonia, che viaggiava a bordo di uno scooter è morto dopo che il suo mezzo si è scontrato con un trattore. I soccorsi sono scattati subito, ma per la persona che guidava lo scooter non c'è stato nulla da fare. Inutile anche l'intervento dell'eliambulanza. Sul posto, per i rilievi di rito e accertare eventuali responsabilità, sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Corridonia.
Un durissimo colpo al mercato della droga è stato inferto dai carabinieri della Compagnia di Macerata che hanno sequestrato oltre tre etti e mezzo di eroina e messo in manette due spacciatori.L'operazione è stata messa a segno ieri sera. I militari del Nucleo Operativo, durante un servizio di controllo, nella prima periferia del capoluogo hanno notato il ripetuto andirivieni di un’autovettura con a bordo due soggetti stranieri, uno dei quali noto come “molto vicino” al mondo degli stupefacenti.La macchina con dentro i due soggetti, ogni tanto rallentava e si fermava, come se fosse in attesa di ricevere “avvicinamenti” di possibili clienti.I movimenti dei due sono stati tenuti d’occhio dai militari i quali, alla fine, per vederci chiaro, hanno deciso, con l’ausilio di una pattuglia del Nucleo Radiomobile, di procedere al controllo della coppia.I sospetti si sono concretizzati quando, alla perquisizione dell'auto, sono saltati fuori, accuratamente occultati, tre involucri cellophanati contenenti 120 grammi di eroina.Inevitabile, a quel punto, la successiva perquisizione domiciliare nell'abitazione maceratese dei due. E anche qui i carabinieri hanno trovato altri 26 involucri, sempre ben confezionati, contenenti oltre 240 grammi sempre di eroina. Per i due, di origini pakistane, di 34 e 29 anni, quest’ultimo già noto alle forze del’ordine, sono inevitabilmente scattate le manette per possesso di stupefacenti.Ora sono rinchiusi nel carcere di Camerino a disposizione della magistratura maceratese.