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Violenza sessuale, un fenomeno culturale: cosa c'è nella mente di uno stupratore

Violenza sessuale, un fenomeno culturale: cosa c'è nella mente di uno stupratore

"Individui dotati di una personalità spiccatamente incline alla commissione di reati con violenza alla persona tale da far desumere un elevato grado di pericolosità sociale". Queste le parole scitte dal giudice Claudio Bonifazi nell’ordinanza di custodia cautelare di due uomini, un docente ed un operaio, oggi rinchiusi nel carcere di Montacuto, accusati di violenza sessuale ai danni di una 35enne anconetana.

La notizia è "datata". Ma la vittima della violenza di cui parliamo è una delle tante vittime per le quali il trascorrere del tempo non significa "dimenticare", ma "convivere" con l'incubo che si rinnova ogni giorno ed ogni notte.

Depressione, ansia, disturbo post traumatico da stress sono le conseguenze psicologiche più diffuse tra le vittime di stupro, che ostentano spesso calma e freddezza solo apparenti, sintomi esse stesse del trauma.

I carnefici che votano a tale condanna le proprie vittime, non appartengono ad uno specifico "identikit" dello stupratore, in quanto non si può fare una generalizzazione.

Comportamenti antisociali o devianti possono essere acquisiti in famiglia da esempi di prevaricazione da parte di un marito maltrattante nei confronti della moglie, a causa di una radicata cultura maschilista che può agevolare tali episodi di abuso.

Oppure la violenza sessuale, che spesso viene consumata da stupratori anche non seriali, spesso  giovanissimi come ci raccontano le cronache, deriva da gravi deficit nella gestione degli impulsi sessuali, spesso motivati da incapacità acquisita a gestire la rabbia e/o da intolleranza alle frustrazioni, stato che spesso è accompagnato/alimentato dall'abitudine ad assumere droghe o alcol.

La violenza insita nell’abuso sessuale rappresenta il bisogno che l’aggressore ha di sentire potere e possesso nelle proprie mani, spesso mettendo la donna in condizioni di minorata difesa con l’uso della forza fisica, dell’alcol o di sostante stupefacenti che ne debilitano la capacità di reazione. Non una patologia ma un fenomeno culturale che coinvolge ogni classe sociale e ceto economico. 

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