Omicidio di Pamela Mastropietro, domani l’udienza dell’Appello bis. La mamma: “Chiediamo giustizia"
Ha avuto inizio il 25 gennaio scorso il processo d’Appello bis nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva per l’omicidio della diciottenne Pamela Mastropietro, avvenuto a Macerata il 30 gennaio 2018. La Cassazione aveva inviato gli atti alla Corte d’Appello di Perugia per la decisione sulla sussistenza o meno dell’aggravante della violenza sessuale; contestazione che invece, per la procura generale, "può dirsi certa”.
All'udienza del 25 gennaio dovevano essere sentiti come testimoni due uomini che Pamela aveva incontrato la sera in cui è stata barbaramente uccisa, ma i testi non si sono presentati: di qui il rinvio dell’udienza a domani, 22 febbraio. Per uno dei due testi è stato disposto l’accompagnamento coattivo in quanto la sua assenza non è risultata giustificata.
Sempre all’udienza del 25 gennaio era stato chiesto all’imputato Oseghale, presente in aula, se volesse essere presente all’udienza del 22 febbraio. L’imputato ha chiesto di non essere presente alla prossima udienze.
"Perché dopo 5 anni ancora bisogna discutere se dare un ergastolo a una persona che ha fatto quello che ha fatto su mia figlia?" aveva detto Alessandra Verni ai giornalisti , "Ci rendiamo conto? E gli si viene pure a chiedere all’imputato se vuole venire la prossima volta oppure no?".
"Che altro avrebbe dovuto farle per avere la condanna?". Si chiede con dolore straziante la mamma di Pamela, riferendosi al possibile sconto di pena che sarebbe riconosciuto a Oseghale, qualora non venisse ritenuta sussistente l’aggravante della violenza sessuale.
"Non dobbiamo mai scordare quello che è successo a Pamela, uccisa a coltellate, divisa in parti, decapitata, scuoiata, esanguata, scarnificata, asportata di tutti i suoi organi interni, lavata con la candeggina con particolare cura addirittura dentro la cervice uterina, per cosa, se non per nascondere la violenza sessuale?" aveva dichiarato lo zio di Pamela, legale della famiglia, Marco Valerio Verni, ai giornalisti.
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