Si è tenuto all'Hotel Claudiani un incontro dibattito promosso dall'associazione Insieme in Sicurezza aperto alla cittadinanza di Macerata.Ad aprire l'incontro la professoressa Barbara Pojaghi, vice presidentessa dell'associazione, la quale ha ribadito come l'obiettivo di "Insieme in Sicurezza" è quello di creare un legame, una rete di supporto che renda la città più sicura, in cui i cittadini si sentono più sicuri, senza però sostituirsi alle autorità competenti, ma facendo da ponte verso di esse.Sono intervenuti nel dibattito iniziale, portando le loro esperienze e le loro motivazioni al perché contribuisco e credono in questa associazione il dottor Giorgio Iacobone, presidente onorario di Insieme in Sicurezza, dottor Giovanni Giorgio, Procuratore della Repubblica di Macerata e il dottor Gianni Giuli, direttore del dipartimento dipendenze patologiche Area vasta 3, a concludere il dottor Romeo Renis presidente dell'associazione. Accorso a salutare i relatori e cittadini anche il sindaco Carancini.La percezione della sicurezza e i dati sulla reale sicurezza non sempre collimano e iniziative come queste servono a far chiarezza sulla realtà in cui i cittadini vivono, essere informati, essere partecipi il primo passo per acquisire fiducia e allo stesso tempo non cadere vittima di truffe. Non siamo in una situazione peggiore rispetto al passato, a livello di criminalità, ma questo non viene percepito, soprattutto, perchè a livello sociale si è avuta un'involuzione del tessuto comunitario, in tempi passati il legame tra i cittadini era saldo, ora bisogna ricostruire una rete di legami che possa far da scudo all'isolamento sempre più sviluppato. Non è un caso, come ha sostenuto il Procuratore con dati alla mano, che ci sia un aumento significativo di suicidi.Insieme in Sicurezza si propone come ONLUS, attraverso incontri- dibattito, attraverso ricerche sul campo, attraverso il contatto con i cittadini di creare una rete di solidarietà, di far crescere il senso civico e di avvicinare uomini e donne alle istituzioni che sono gli unici organi in grado di difenderci e garantire la giustizia.https://www.youtube.com/watch?v=KE0VyBr1l_Y
Non si interrompono le indagini della Guardia di Finanza, finalizzate alla prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, che in questo periodo è stato intensificato proprio nei luoghi ad alta vocazione turistica.La specifica attività repressiva è conseguenza di pregressi sequestri di sostanze stupefacenti operati dalle Fiamme Gialle di Porto Recanati, all’interno ed intorno al complesso condominiale “River Village”.La tempestività delle indagini, con le identificazioni delle persone coinvolte, la localizzazione degli appartamenti utilizzati come basi logistiche dagli spacciatori e le conseguenti perquisizioni hanno permesso di sequestrare, oltre agli stupefacenti, anche i telefoni cellulari utilizzati per contattare gli assuntori.Per diversi mesi, i finanzieri hanno eseguito continui monitoraggi nei pressi del summenzionato condominio, raccogliendo elementi e dati, la cui successiva elaborazione, corroborata da una pregnante attività di intelligence, ha permesso di identificare gli spacciatori che offrivano, all’interno del condominio, rendendo pertanto difficile la loro individuazione, sostanze stupefacenti di vario genere, eroina, hashish e cocaina.Due sono stati i soggetti artefici del giro illegale, entrambi di origine pakistana, i quali, come ricostruito minuziosamente dalle Fiamme Gialle di Porto Recanati, si sono resi responsabili di ben 160 episodi di spaccio di sostanze stupefacenti ad altrettanti giovani consumatori, segnalati alle Prefetture competenti, per circa due etti tra eroina, cocaina ed hashish, intascando proventi illeciti per una decina di migliaia di euro.I due pakistani sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria di Macerata e a carico di uno di essi, tale A.I., di anni 26, già detenuto in carcere per altro reato, è stata emessa un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale, con il divieto di soggiorno nel Comune di Porto Recanati. Jpeg
Brutto incidente domestico intorno alle 12 di oggi a Chiesanuova di Treia. Un uomo di 63 anni, C.S., è rimasto gravemente ferito dopo che il frullino con il quale stava lavorando gli è inavvertitamente sfuggito di mano. La lama gli ha provocato un profondo taglio all'altezza del torace. Subito soccorso, sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che, viste le gravi condizioni in cui versava il 63enne, ne hanno disposto il trasferimento in eliambulanza all'ospedale di Torrette.
''Amedeo Mancini è distrutto dal dolore. Non voleva uccidere, e esprime la sua vicinanza a chi piange Emmanuel''. Lo dice all'Ansa l'avv. Francesco De Minicis, difensore dell'uomo fermato per l'omicidio del richiedente asilo. ''Il mio assistito - continua - non si aspettava che il pugno sferrato al migrante avesse questo effetto, e colloca l'episodio in un contesto difensivo''. Secondo le previsioni De Minicis, l'autopsia sulla vittima ''avrà un ruolo non secondario'' a sostegno di questa tesi. Amedeo Mancini si dichiara addoloratissimo, respinge il movente razziale e parla di un equivoco degenerato nella rissa mortale: l’ultrà avrebbe avuto l’impressione che Emmanuel e la moglie stessero guardando all'interno delle auto parcheggiate nella via per cercare di rubarne una. Per evitare il furto sarebbe intervenuto insultando il nigeriano, che a quel punto avrebbe reagito. Lui si sarebbe semplicemente difeso. E avrebbe causato la morte del nigeriano soltanto con un pugno.Questa versione sarebbe confermata dalla testimonianza di Pisana Bacchetti, una signora di Fermo che ha assistito a quanto successo in via Veneto. Nella testimonianza raccolta da Fabio Castori per Il Resto del Carlino, la signora Bacchetti dichiara "Purtroppo ho assistito alla scena ed ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare il pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con il palo di un segnale stradale.Ero presente -aggiunge la donna che ha raccontato quanto accaduto anche agli inquirenti- e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra per un pugno subito, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano. Per quattro o cinque minuti è stato attaccato simultaneamente dal giovane di colore e da sua moglie. Lui (Emmanuel ndr) addirittura lo ha colpito con un segnale stradale facendolo cadere a terra e poi ha continuato a picchiarlo. Quando ho visto quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore. Casualmente sono giunti sul posto gli agenti della polizia municipale, perché nel frattempo, la moglie di Emmanuel aveva fatto una telefonata ed erano arrivati una quindicina di nigeriani pronti ad entrare in azione".Intanto la moglie di Emmanuel, Chinyery ''sta male, è sconvolta, completamente sotto choc e inconsolabile per la perdita di Emmanuel''. Lo dice chi assiste la giovane nigeriana che ha visto cadere il compagno sotto i colpi di un aggressore italiano, è stata trasferita dal seminario vescovile di Fermo, dove era ospite con lui, in un'altra struttura di accoglienza. ''E' seguita dai medici, e da alcune suore. Cerchiamo di farle coraggio, ma in Italia ormai è completamente sola, non ha parenti, nessuno''. A trovarla sono andati alcuni amici conosciuti nel seminario di Fermo. (Ansa)
Ieri a Porto Recanati, nell’ambito di un servizio coordinato finalizzato al controllo del territorio, i Carabinieri della Compagnia di Civitanova, che ha impiegato 6 pattuglie e quelli del Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Macerata, unitamente a personale del NAS di Ancona e del Nucleo Cinofili CC di Pesaro, hanno eseguito in particolare delle ispezioni presso: un esercizio commerciale, di tipo alimentare, situato all'Hotel House, dove sono state elevate violazione amministrative, per aver impiegato manodopera non regolarmente assunta, con conseguente multa di euro 1.500,00 (millecinquecento) e sospensione dell’attività imprenditoriale. Se i lavoratori non verranno prontamente regolarizzati, la sanzione sarà raddoppiata. Il provvedimento che sospende l'attività potrà essere revocato nei prossimi giorni soltanto a seguito di completa regolarizzazione e con pagamento della ulteriore sanzione prevista di 2000 euro; un altro esercizio commerciale, di tipo alimentari, sempre interno all'Hotel House, il cui titolare è stato deferito in stato di libertà per aver installato un impianto di videosorveglianza interna senza autorizzazione. Inoltre a suo carico sono state elevate violazione amministrative per aver impiegato manodopera non regolarmente assunta, con conseguente multa di 1.500 euro. Se i lavoratori non verranno prontamente regolarizzati, la sanzione sarà raddoppiata; un negozio alimentare etnico, dove è stata accertata la violazione amministrativa, per 2.000 euro, per non aver approntato e registrato le previste schede HACCP (autocontrollo igienico delle preparazioni alimentari).Nel corso del servizio durante i controlli alla circolazione stradale sono stati sanzionati: un cittadino algerino 38enne, residente a Montecosaro, che veniva deferito in stato libertà, per “falsa attestazione o dichiarazione sulla propria identità”, in quanto controllato alla guida di un’autovettura Audi A4 dichiarava delle false generalità. Gli accertamenti svolti permettevano di stabilire sua reale identità e verificare che era privo di patente di guida in quanto mai conseguita, per cui veniva elevata anche la sanzione amministrativa, sensi art. 116 c.d.s., di 5.000 euro nonchè il sequestro del veicolo per mancanza della copertura assicurativa; un cittadino rumeno 30enne, residente a Cassino, che è stato deferito in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza, in quanto controllato alla guida di un’Audi A7 con targa rumena, sottoposto ad accertamenti con l’etilometro, risultava positivo, con 1,05 g/l. La patente gli veniva ritirata.Nel corso del medesimo servizio, nella zona della Pineta, è stata sorpresa una prostituta nigeriana, priva di documenti, che a seguito degli accertamenti dattiloscopici, è risultata in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. E' stata denunciata per non aver esibito un documento d’identità, seppur in possesso.Inoltre sono state elevate altre 6 contravvenzioni al Cds della Strada tra cui una guida senza patente elevata a carico di un cittadino senegalese di 35anni, domiciliato a Porto Recanati, con conseguente fermo amministrativo del mezzo per tre mesi.Gli accertamenti in materia di lavoro proseguiranno nelle prossime settimane al fine di verificare la regolarità e la correttezza di tutti gli adempimenti.
"Sono contento di essere insieme a don Vinicio Albanesi in questo giorno di infinita tristezza, che segna probabilmente un confine invalicabile tra chi ritiene che ci siano dei valori irrinunciabili e chi invece tra i valori inserisce un razzismo che noi disprezziamo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, prima della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica alla Prefettura di Fermo dopo la morte del migrante nigeriano pestato da un ultrà. Il ministro ha anche voluto ringraziare don Vinicio Albanesi, presidente della comunità di Capodarco e della fondazione Caritas in veritate che accoglie i migranti, "per tutto quello che ha fatto, sta facendo e che farà". Le sue azioni "servono più di mille convegni e di mille seminari di studio"."Più che odio, vedo disagio" Lo ha detto don Vinicio Albanesi, parlando del clima che si respira a Fermo nel rapporto tra la popolazione e i migranti, a margine della riunione del Comitato dell'Ordine della sicurezza pubblica presso la prefettura di Fermo dopo la morte di Emmanuel Chidi Namdi pestato da un ultra. "Qui ci sono paesi immobili da centinaia di anni, che non hanno mai visto forestieri - ha aggiunto -, e ora la gente vede i ragazzi di razze diverse che chiedono l'elemosina, commerciano sulle spiagge, girano per la città. Il problema è anche che i migranti restano senza risposte per uno, a volte anche 2 anni. Occorre regolare le loro posizioni da un lato e tranquillizzare la gente del posto dall'altro". Don Vinicio per altro non intende abbandonare i "suoi" migranti. "Farò ogni sforzo per farli integrare e ci sono tutti i presupposti per riuscirci". "Ringrazio il ministro Alfano, è il primo ministro dell'Interno ad essere venuto a Fermo", ha concluso il sacerdote. (Ansa)
E' stato fermato con l'accusa di omicidio preterintenzionale per Amedeo Mancini, l'ultrà della Fermana indagato per l'uccisione di Emmanuel Chidi Namdi, il richiedente asilo nigeriano pestato a morte il 5 luglio a Fermo, mentre difendeva la compagna dagli insulti razzisti di Mancini. L'uomo finora era indagato a piede libero. Nella Prefettura di Fermo sta per cominciare la riunione del Comitato per la sicurezza pubblica, con la presenza del ministro Angelino Alfano. (Ansa)"Suscita sgomento e indignazione la notizia del richiedente asilo nigeriano pestato a morte a Fermo. Un uomo che era venuto via dal suo Paese per scampare alla ferocia dei terroristi di Boko Haram ha perso la vita qui da noi, in Italia, sotto i colpi dell'odio razzista e xenofobo". Così la presidente della Camera Laura Boldrini in una nota. "Mi addolora ancor di più - aggiunge - che questo fatto orribile sia avvenuto nella mia Regione, che è sempre stata terra di solidarietà e di accoglienza. Abbraccio nel modo più affettuoso la giovane compagna dell'uomo ucciso e mi auguro che dal territorio, già investito nei mesi scorsi da episodi inquietanti come gli attentati alle chiese della zona, arrivi la risposta più netta, capace di isolare ed espellere i violenti". (Ansa)
E' morto il migrante finito in coma irreversibile dopo un pestaggio da parte di un ultrà della Fermana, durante una lite a Fermo perché l'italiano aveva insultato sua moglie, dandole della "scimmia africana". Le condizioni di Emmanuel Chidi Nambdi, richiedente asilo ospitato presso il seminario vescovile di Fermo, erano apparse subito disperate. I sanitari hanno chiesto l'autorizzazione all'espianto degli organi."E' stata una provocazione gratuita e a freddo, ritengo che si tratti dello stesso giro delle bombe davanti alle chiese". Così mons. Vinicio Albanesi a proposito dell'aggressione al 36enne richiedente asilo moto dopo essere stato preso a pugni da un ultrà della locale squadra di calcio, che è stato denunciato. Il presidente della Comunità di Capodarco si riferisce agli ordigni piazzati nei mesi scorsi di fronte a edifici di culto di Fermo e annuncia che si costituirà parte civile in quanto presidente della Fondazione Caritas in veritate. Per il 36enne, che aveva reagito a degli insulti rivolti alla compagna, i sanitari hanno chiesto l'espianto degli organi.L'ultrà italiano, che era con un amico, avrebbe dato della "scimmia africana" alla donna. L'episodio è avvenuto in via Veneto, nel centro di Fermo . Le indagini della polizia sono ancora in corso. Emmanule e la sua compagna erano fuggiti in Italia dopo avere perso i familiari in uno degli attentati di Boko Haram ad una chiesa cristiana in Nigeria. (Ansa)"Ora la rabbia cede il passo al dolore. Emmanuel non c'è più. Ha chiuso gli occhi per sempre, ucciso dalla violenza cieca di un odio discriminatorio e folle. Non ci sono parole per descrivere l'assurdità del gesto criminale consumatosi nella città di Fermo che, per mano - assassina - di un italiano ha strappato la vita di un giovane nigeriano arrivato da pochi mesi in Italia in cerca di un futuro migliore. E se invece di speranza gli è stata riservata la morte quella che, a nome mio e dell'intero Pd Marche, avanzo nei confronti di questo atto miserabile è una condanna senza attenuanti. Non è sopportabile né giustificabile, in alcuna benché minima misura, la discriminazione fatta violenza e poi morte. Non è questo il Paese, la regione e le cittadine che vogliamo. I nostri territori devono essere culla di garanzie e tutele per tutti, indipendentemente dalla propria nazionalità. E chi sbaglia, come chi, in questo caso, si è fatto strumento di odio razziale e portatore del male assoluto, deve pagare. Non può rimanere impunito. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e rivolgiamo le nostre condoglianze a Chimiary, compagna di Emmanuel e, anche lei, vittima di questa violenza a cui ha dovuto assistere impotente, fino a dover vedere andarsene per sempre il suo Emanuel". Così il segretario regionale del Pd Marche, Francesco Comi, interviene in merito all'episodio di violenza perpetratosi a Fermo e che ha provocato la morte di un ragazzo nigeriano di trentasei anni.
"E' stata una provocazione gratuita e a freddo, ritengo che si tratti dello stesso giro delle bombe davanti alle chiese". Così mons. Vinicio Albanesi a proposito dell'aggressione ad un migrante nigeriano, di 36 anni, richiedente asilo, ora in coma irreversibile a Fermo dopo essere stato preso a pugni da un ultrà della locale squadra di calcio, che è stato denunciato.Il presidente della Comunità di Capodarco si riferisce agli ordigni piazzati nei mesi scorsi di fronte a edifici di culto di Fermo e annuncia che si costituirà parte civile in quanto presidente della Fondazione Caritas in veritate. Per il 36enne, che aveva reagito a degli insulti rivolti alla compagna, i sanitari hanno chiesto l'espianto degli organi.Il migrante nigeriano di 36 anni, ospite con la moglie del seminario vescovile di Fermo, è stato ricoverato in ospedale, in coma, dopo essere stato aggredito a pugni da un fermano di 35 anni, conosciuto come ultrà della locale squadra di calcio, che avrebbe avvicinato la coppia per strada e avrebbe insultato la donna chiamandola "scimmia". Secondo una prima ricostruzione della polizia, il nigeriano ha reagito agli insulti sradicando un palo della segnaletica stradale e picchiando l'italiano, facendolo cadere a terra. Questi si è rialzato e si è scagliato contro l'africano, riducendolo in fin di vita a forza di botte. L'episodio è avvenuto in via Veneto. Le indagini sono ancora in corso. (Ansa)
E’ una delle più inquietanti truffe a persone anziane che siano state messe a segno negli ultimi tempi, non fosse altro perché questa volta ci si è arrivati a spingere a parlare realmente al telefono con la vittima. Qualcuno, infatti, s’è spacciato per il figlio di una donna, una pensionata maceratese, e dall’altro capo del telefono l’ha rassicurata: “E’ tutto ok, nessun problema, paga tranquillamente”.Di solito, infatti, quando l’impostore che abborda la “preda” afferra il cellulare e chiama qualcuno (più che altro, finge di farlo), non passa il telefonino alla persona che intende raggirare. Il più delle volte parla da solo simulando che dall’altro capo vi sia un parente della vittima.E dunque, oggi, solo in un secondo momento, al cospetto del (vero) figlio e della polizia, l’anziana ci ha ragionato sopra. La voce era simile, ma non del tutto identica. E c’è di più. Quell’uomo che s’è presentato alle 16 di oggi in via della Pace a Macerata, non solo evidentemente conosceva dove risiede la donna, ma anche molti altri particolari relativi al figlio e dettagli precisi del resto della famiglia.Si era preparato molto bene, insomma, prima di rifilare il pacco. Nel vero senso della parola. Perché nella scatola che di lì a poco ha consegnato all'anziana non c’era quanto rappresentato, cioè un personal computer, ma materiale informatico di nessun valore. E gliel’ha rifilato ricavandone la bellezza di 2500 euro: tutti i risparmi che l'anziana teneva in casa. Le indagini si prospettano, come spesso accade in questi casi, piuttosto difficili perchè si basano solo sulla descrizione che l'anziana è riuscita a fare del truffatore.
Continua l’impegno della Questura per debellare gli episodi di microcriminalità: negli ultimi mesi è stato rafforzato il controllo del territorio, grazie a più uomini e mezzi messi in campo, e i risultati sono tangibili.Ieri pomeriggio, è arrivata al 113 la telefonata di una 22enne italiana che, allarmata, chiedeva aiuto per un tentativo di scippo appena subito in via De Amicis. Nonostante la concitazione, la giovane donna, tranquillizzata dall’operatore della sala radio della Questura, ha fornito una descrizione dettagliata del malintenzionato, che pochi minuti dopo è stato intercettato dalla volante in Piazza XXV Aprile: si tratta di un cittadino nigeriano 33enne, residente a Tolentino, con precedenti di polizia, che è stato denunciato a piede libero. Nei suoi confronti verrà successivamente adottato anche un foglio di via obbligatorio dal comune di Macerata.L’esatta dinamica dei fatti è stata ben presto ricostruita dai poliziotti diretti dal Commissario Capo Dott. Sandro Tommasi: il malintenzionato si è inizialmente avvicinato alla parte offesa chiedendole 50 centesimi. A fronte del suo rifiuto, il nigeriano ha concentrato le sue attenzioni sulle due borse che la 22enne reggeva, iniziando a frugare al loro interno e, subito dopo, cercando di tirarne una a sé. Non riuscendovi però, evidentemente grazie alla presa ben salda della sua vittima, non demordeva. Insisteva nell’importunarla, proponendole prima dell’hashish e poi, dopo il netto rifiuto dell’italiana, apostrofandola come una poco di buono. Solo a quel punto il 33enne africano ha desistito e si è allontanato.Purtroppo l’africano in questione non è risultato nuovo ad episodi del genere: già nel gennaio 2015 era stato segnalato all’autorità giudiziaria per aver sottratto il telefono cellulare ad un’anziana a cui in precedenza aveva chiesto l’elemosina.
E' doloso l'incendio che questa mattina ha rischiato di devastare completamente il night club Hollywood a Colbuccaro di Corridonia. (qui)La conferma è arrivata agli inquirenti dopo aver visionato le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso di alcune aziende limitrofe al locale. Nei filmati si vede distintamente una macchina, sembra una Ford, che verso le 4.30 di questa mattina arriva fin quasi di fronte al night club. Dall'auto scende una persona con il volto travisato, pare da un cappuccio, con in mano una tanica e inizia a spargere il liquido sul pergolato esterno del locale notturno per poi dargli fuoco e allontanarsi in tutta fretta. Il pergolato è andato completamente distrutto insieme agli arredi esterni.A quell'ora nel locale non c'era più nessuno e questo lascia pensare che si sia trattato di un gesto intimidatorio. Le indagini dei carabinieri sono ora volte a dare un nome alla persona immortalata dalle telecamere.
Furto in pieno giorno in un'abitazione di Civitanova Marche. È accaduto ieri in tarda mattinata, intorno alle 11.30. Le telecamere di sorveglianza dell'appartamento in località Fontespina hanno ripreso una ragazza che, non curandosi né della telecamera (come si può vedere dal video la donna si era accorta della presenza dell'apparecchio perché si copre il volto) né dell'allarme che aveva iniziato a suonare, si introduce all'interno scassinando la serranda all'interno dell'abitazione. Il video è stato pubblicato sui social dal proprietario di casa con la speranza che qualcuno possa riconoscere la ladra e denunciarla alle autorità competenti. Il proprietario rende noto inoltre che, per mancanza di tempo, poiché l'allarme stava suonando ininterrottamente da alcuni minuti e vista la tempestività di arrivo dell'istituto di vigilanza e del padrone di casa, hanno intimidito la donna che è scappata senza toccare nulla. Tuttavia, rimane un dubbio. Che sia stato un "semplice" sopralluogo" per valutare la fattibilità del colpo e tornare in un futuro prossimo? I cittadini di Civitanova Marche chiedono a gran voce più sicurezza e controlli. [video width="400" height="222" mp4="http://picchionews.it/wp-content/uploads/2016/07/13618346_611559322359194_717895197_n.mp4" autoplay="true"][/video]
Il sorriso di Sara si è spento questa mattina. La studentessa universitaria 22enne di Fabriano, vittima di un tremendo incidente sabato sera intorno alle ore 22,50,un chilometro prima del casello autostradale Loreto-Porto Recanati, in direzione Pescara, è morta questa mattina all'ospedale regionale di Torrette a seguito dei traumi riportato nello scontro. Era stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico nelle ore immediatamente successive all’incidente e poi trasferita nel reparto di Rianimazione del presidio ospedaliero regionale. Ma malgrado tutti i tentativi, Sara Menichelli non ce l'ha fatta.Non è chiaro ancora il motivo che ha portato la Toyota Yaris guidata da un amico a tamponare un autoarticolato e con un testacoda fermarsi nella corsia centrale dell'A14 proprio mentre transitava l'utilitaria con a bordo due coniugi piemontesi di passaggio nelle Marche. Sara studiava all'Università di Macerata.Tutta la comunità di Fabriano si è stretta intorno ai genitori della ragazza, Rita e Giancarlo, e ai fratelli, molto conosciuti nella parrocchia San Venanzio dove lei presta servizio come organista e nell'equipe Pastorale familiare della Diocesi. Come estremo gesto d'amore, la famiglia ha deciso di donare gli organi.
Vigili del fuoco in azione la notte scorsa nel pergolato del night club Hollywood di Colbuccaro di Corridonia.Le fiamme, per cause ancora in corso di accertamento, si sono sviluppate in questa struttura adibita al deposito delle attrezzature ludiche, appena esterna all'ingresso del locale e sono state notate da una persona che ha subito avvertito i vigili del fuoco.Il pronto intervento dei pompieri con due autobotti, intorno alle 4.30, ha evitato che il fuoco si propagasse anche al locale. Da quanto si è appreso, in quel momento il locale era già chiuso. I pompieri sono rientrati alla base dopo oltre due ore di lavoro. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Corridonia. Le cause del rogo sono ancora al vaglio degli inquirenti che non tralasciano nessuna pista.
Ancora in coma, in bilico tra la vita e la morte Sara Menichelli, la studentessa universitaria 22 enne originaria di Fabriano che sabato sera è rimasta coinvolta in un terribile incidente a bordo della Toyota Yaris guidata da un amico F.A., 26enne di Perugia.Le condizioni della giovane sono molto gravi ed è attualmente ricoverata in rianimazione in prognosi riservata.Da chiarire le dinamiche del sinistro accaduto sabato sera intorno alle 23 nei pressi del casello autostradale di Porto Recanati in A14 in direzione Pescara. L'auto ha urtato un tir e il giovane al volante della Yaris ha perso il controllo del mezzo ritrovandosi in testacoda in mezzo alla corsia dell'A14. Coinvolta nell'incidente anche una coppia di coniugi piemontesi alla guida di una Fiat Croma che hanno riportato solo lievi traumi.I due giovani sono stati urgentemente all'ospedale regionale di Torrette.Sono intervenuti gli agenti della polizia stradale di Porto San Giorgio, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco di Ancona che hanno impiegato diverse ore per estrarre la ragazza.Tutta la comunità di Fabriano è vicina ai genitori di Sara, Rita e Giancarlo, molto conosciuti in città. Messaggi di incoraggiamento anche sui social dove tanta gente ha incoraggiato la giovane e la famiglia a non arrendersi e continuare a lottare.
Incendio di un rimessa in un casolare in contrada Ricciola di Recanati. È accaduto questa mattina alle ore 11.15. La prima ad arrivare sul posto è stata la squadra di Osimo che ha prontamente contenuto l'incendio evitando che si propagasse all'abitazione contigua. Subito dopo sono giunti sul posto i vigili di Macerata con un'autopompa e un'autobotte. Le fiamme hanno provocato danni ingenti al garage e ad una tettoia in legno sul retro della struttura. L'incendio ha interessato anche parte del campo di grano appena mietuto confinante con la proprietà coinvolta dall'evento e, per effettuare lo spegnimento, è stato necessario un mezzo 4x4 sempre proveniente da Macerata. Non si segnalano persone coinvolte. In totale sono intervenuti 14 vigili del fuoco e 4 automezzi.
Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario fermato venerdì scorso per strage per l'esplosione della palazzina di via Brioschi di Milano nella quale il 12 giugno scorso sono morti la sua ex compagna Michaela Masella e i giovani fidanzati marchigiani Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, ha reso piena confessione e ha ricordato di aver preso la pinza e svitato il tubo del gas nella cucina del suo appartamento. E' quel che emerge dal provvedimento, depositato stamane, con cui il gip di Milano Giusi Barbara non ha convalidato il fermo non ritenendo sussista un concreto pericolo di fuga dell'uomo ma ha disposto la custodia cautelare in carcere. Pellicanò, a differenza di quel che si era saputo in precedenza, ha ammesso di aver causato l'esplosione, dove peraltro le sue due figlie di 7 e 11 anni sono rimaste gravemente ustionate, anche se aveva aggiunto di non aver mai avuto intenzione di uccidere né la ex compagna né le bambine che si trovavano con lui nell'abitazione."Non ho realizzato quello che poteva accadere - ha aggiunto - altrimenti non lo avrei fatto perché non era mia intenzione uccidere Micaela e le bambine". Il giudice, in base alle dichiarazioni rese ieri da Pellicanò con "freddezza e lucidità", nell'ordinanza ha parlato di "totale assenza di empatia nei confronti delle vittime" e di "azione volontaria e deliberata di usare il gas per porre fine alle sue vicende", alla sua sofferenza di una separazione che non accettava. Il gip ha sottolineato che l'uomo sapeva che in casa c'erano l'ex compagna e figlie, con le quali aveva cenato la sera prima e poi, come sempre, aveva messo a letto le bimbe. Inoltre, emerge dal provvedimento, ha anche avvalorato l'ipotesi del pm Elio Ramondini di una sorta di 'prova generale' effettuata dal pubblicitario due giorni prima, quando, dai contatori è stata rilevata una copiosa fuoriuscita di gas nell'appartamento. Infine, riporta il provvedimento, Micaela, svegliatasi per prima per preparare la colazione, sentendo l'odore di gas, ha chiuso il rubinetto dell'impianto. Un gesto, però, che non è servito a salvarle la vita. Da quanto si è saputo Pellicanò aveva già fatto le prime ammissioni davanti agli agenti della Squadra Mobile. (Ansa)
Dovrebbe trattarsi di uno scontro tra due moto l'incidente avvenuto poco fa (intorno alle 17.30) in Valnerina, in via Molini di Croce nel territorio del Comune di Visso, e che ha richiesto l'intervento dell'eliambulanza da Ancona.Non si conoscono ancora le condizioni dei motociclisti coinvolti che sono stati caricati su Icaro e trasportati d'urgenza a Torrette di Ancona. Sul posto la Polizia Stradale ed i sanitari del 118.(In aggiornamento)Aggiornamento delle 18.35Sul posto la Stradale di Civitanova Marche per i rilievi ed i sanitari del 118 di Visso. I due motociclisti, uno di 28 anni, F.T. di Sant'Elpidio a Mare, e uno di Aprilia, C.O. di 55 anni, si sarebbero scontrati frontalmente ma ancora non è chiara la dinamica dell'incidente. Entrambi sono stati trasportati a Torrette e sono in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.
Undici persone, fra cui sei bambini, sono rimaste ferite in un tamponamento fra una Renault Scenic e Una Fiat Cubo avvenuto lungo il tratto nord dell'A14, fra Ancona sud e Ancona Nord, al km 227. Sul posto sono intervenuti la polizia stradale, ambulanze del 118, vigili del fuoco e personale di Autostrade per l'Italia. Si circola su tre corsie e non ci sono particolari problemi per il traffico.Nessuno dei feriti, fra cui sei minori fra i 6 e i 12 anni, ha riportato gravi lesioni. I bambini sono stati trasportati per accertamenti nell'ospedale pediatrico 'Salesi' di Ancona, gli adulti al pronto soccorso del nosocomio regionale di Torrette. (Ansa)