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"Nessun movente razziale, mi sono solo difeso". E una testimone conferma la versione di Mancini

"Nessun movente razziale, mi sono solo difeso". E una testimone conferma la versione di Mancini

''Amedeo Mancini è distrutto dal dolore. Non voleva uccidere, e esprime la sua vicinanza a chi piange Emmanuel''. Lo dice all'Ansa l'avv. Francesco De Minicis, difensore dell'uomo fermato per l'omicidio del richiedente asilo. ''Il mio assistito - continua - non si aspettava che il pugno sferrato al migrante avesse questo effetto, e colloca l'episodio in un contesto difensivo''. Secondo le previsioni De Minicis, l'autopsia sulla vittima ''avrà un ruolo non secondario'' a sostegno di questa tesi. Amedeo Mancini si dichiara addoloratissimo, respinge il movente razziale e parla di un equivoco degenerato nella rissa mortale: l’ultrà avrebbe avuto l’impressione che Emmanuel e la moglie stessero guardando all'interno delle auto parcheggiate nella via per cercare di rubarne una. Per evitare il furto sarebbe intervenuto insultando il nigeriano, che a quel punto avrebbe reagito. Lui si sarebbe semplicemente difeso. E avrebbe causato la morte del nigeriano soltanto con un pugno.

Questa versione sarebbe confermata dalla testimonianza di Pisana Bacchetti, una signora di Fermo che ha assistito a quanto successo in via Veneto. Nella testimonianza raccolta da Fabio Castori per Il Resto del Carlino, la signora Bacchetti dichiara "Purtroppo ho assistito alla scena ed ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare il pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con il palo di un segnale stradale.

Ero presente -aggiunge la donna che ha raccontato quanto accaduto anche agli inquirenti- e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra per un pugno subito, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano. Per quattro o cinque minuti è stato attaccato simultaneamente dal giovane di colore e da sua moglie. Lui (Emmanuel ndr) addirittura lo ha colpito con un segnale stradale facendolo cadere a terra e poi ha continuato a picchiarlo. Quando ho visto quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore. Casualmente sono giunti sul posto gli agenti della polizia municipale, perché nel frattempo, la moglie di Emmanuel aveva fatto una telefonata ed erano arrivati una quindicina di nigeriani pronti ad entrare in azione".

Intanto la moglie di Emmanuel, Chinyery ''sta male, è sconvolta, completamente sotto choc e inconsolabile per la perdita di Emmanuel''. Lo dice chi assiste la giovane nigeriana che ha visto cadere il compagno sotto i colpi di un aggressore italiano, è stata trasferita dal seminario vescovile di Fermo, dove era ospite con lui, in un'altra struttura di accoglienza. ''E' seguita dai medici, e da alcune suore. Cerchiamo di farle coraggio, ma in Italia ormai è completamente sola, non ha parenti, nessuno''. A trovarla sono andati alcuni amici conosciuti nel seminario di Fermo. (Ansa)

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