Assaltato il bancomat della filiale Carifermo, in via Santa Croce a Recanati.
E' accaduto stanotte, intorno alle 2.30, quando dei malviventi hanno prima rubato un camion parcheggiato nei pressi della filiale e, utilizzandolo come ariete, hanno poi sfondato la vetrina del bancomat asportandone, grazie all'ausilio di alcune corde, il dispositivo. I ladri sono poi fuggiti, stando al racconto di alcuni testimoni, a bordo di un furgone e di un'Audi.
Il bottino risale a diverse decine di migliaia di euro che si vanno a sommare ai danni della struttura.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Civitanova che stanno indagando sull'accaduto per risalire, anche attraverso l'aiuto di telecamere posizionate sul territorio, ai colpevoli.
Potrebbe non essere finita, è quanto ritiene la commissione Grandi Rischi, che si è riunita per fare il punto della situazione dopo le scosse di terremoto che hanno nuovamente colpito il Centro Italia. "Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica (unica dal 24 agosto scorso) sia in esaurimento".
La Commissione ha identificato tre aree vicine alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e, si legge in una nota, "hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7)". Questi segmenti - localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L'Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 - "rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti".
Sempre la Commissione Grandi Rischi in intesa con il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio avverte: i terremoti che dal 24 agosto scorso si sono succeduti nell'Appennino centrale hanno prodotto "importanti episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche, quali le grandi dighe".
Un'unica sequenza sismica, che non dà segni di esaurirsi, che ha colpito su una lunghezza complessiva di oltre 70 km ed ha avuto sino ad ora quattro momenti principali di rilascio sismico: il 24 agosto, con l'evento di M6 di Amatrice; il 26 ottobre, con due eventi principali di M5.4 e M5.9 che hanno esteso la sismicità verso nord; il 30 ottobre, con l'evento di M6.5 che ha ribattuto la zona a cavallo degli eventi precedenti; il 18 gennaio, con 4 eventi ravvicinati di magnitudo da 5.0 a 5.5, su una lunghezza di circa 10 km nella parte meridionale della sequenza, nell'area di Montereale, che si ricongiungono alla sismicità aquilana del 2009.
Nella mattinata di ieri, durante il normale servizio di controllo del territorio, in piazza Pizzarello a Macerata, nei pressi del terminal degli autobus, gli agenti della “Volante” hanno controllato un giovane appena 18enne che alla vista dell’auto di servizio aveva tentato di defilarsi.
Addosso al ragazzo gli agenti hanno rinvenuto alcuni grammi di marijuana, motivo per cui la perquisizione è stata estesa anche all’abitazione situata nella zona di Loro Piceno. Durante le operazioni sono stati trovati alcuni ulteriori grammi della stessa sostanza stupefacente, un bilancino di precisione e alcune centinaia di euro in contanti per il cui possesso il giovane non forniva giustificazioni plausibili. Tutto è stato sottoposto a sequestro, mentre il ragazzo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Un video del sindaco di Ussita Marco Rinaldi documenta la presenza di quattro lupi nella frazione di Capovallazza.
Non una circostanza inaspettata, ma dovuta ad una serie di cause precise. Così ci spiega il vice sindaco Massimo Valentini: "Non solo lupi, ma anche cinghiali, volpi e caprioli sono scesi a valle ed è perfettamente comprensibile. A causa dello spopolamento a seguito del terremoto gli animali non sentono più la presenza dell'uomo. Inoltre a seguito dell'eccezionale nevicata anche per loro è difficile trovare cibo ad alta quota. Altra fattore che agevola la discesa a valle è la praticabilità delle strade, perchè altrimenti gli stessi gli animali selvatici incontrano difficoltà a camminare sopra ad un metro e mezzo di neve. Infine sentono odore del cibo che viene preparato dalla protezione civile per i pochi abitanti rimasti in paese".
Quindi assenza dell'uomo, neve alta, strade praticabili e odore di cibo sono le ragioni per cui si vedono animali selvatici a valle, laddove di solito non si trovano.
"Anche un cucciolo di cinghiale è sceso in paese e si è nascosto sotto ad un siepe. Un piccolo di capriolo invece è stato soccorso dalla polizia e dai vigili del fuoco ma credo che il suo cuoricino non abbia retto allo spavento".
Aggiunge così il vice sindaco. "Tornando ai lupi comunque non ritengo la loro presenza in questi termini preoccupante, in quanto ne sono scesi soltanto quattro, non un branco di cento. Certamente se ci fossero cavalli feriti o puledri questi sarebbero facili prede. Quattro lupi possono saziarsi però anche con un unico cinghiale che dovessero cacciare".
Dunque tutto rientra nella legge di natura. Niente di straordinario considerata l'eccezionalità della situazione che ha investito le zone terremotate.
La notizia che tutti aspettavano: Domenico Di Michelangelo e la moglie Marina Serraiocco 'sono vivi', come il piccolo Samuel, 7 anni, estratto dalle macerie dell'Hotel Rigopiano e ora ricoverato in ospedale. Poi, con il passare delle ore, l'angoscia che cresce: il poliziotto abruzzese in servizio al Commissariato di Osimo e Marina non sono nella lista dei superstiti.La notizia del salvataggio della famiglia (il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni l'aveva postata sul suo profilo Facebook), era stata data ai familiari da un amico presente sul posto, sembra il testimone di nozze di Domenico. Il sindaco ha pubblicato un post di scuse a nome dell'amministrazione comunale. ''Scusandoci con la città e con i famigliari di Marina e Domenico per l'increscioso equivoco, generato probabilmente dalla concitazione e dalla forte emozione del momento, la nostra comunità continua a pregare senza perdere la speranza''.I genitori e il fratello, Alessandro Di Michelangelo, agente della Digos di Chieti, avevano infatti creduto al miracolo, che invece almeno finora, riguarda solo Samuel."Ciao zio..." sono state le prime parole che il bambino ha detto allo zio. ''Samuel - racconta Alessandro - ha trascorso la notte nell'ospedale di Pescara accanto alla nonna materna, sedato, e sotto la stretta tutela degli psicologi. I medici ci hanno detto come comportarci: non dobbiamo fare alcun riferimento specifico alla tragedia, ma lasciare che sia il bambino a raccontare i fatti''. Non a caso, dice l'agente all'ANSA, ieri al piccolo "ho chiesto: 'Vengono mamma e papà?' E lui ha fatto sì con la testa. Ma gli psicologi mi hanno subito bloccato, e spiegato che i bambini sotto choc possono annullare uno spazio temporale nella loro memoria".''Mio fratello e mia cognata - aggiunge lo zio Alessandro - non compaiono nella lista dei superstiti, ma so che i soccorritori continuano a scavare, e voglio continuare a sperare: Domenico e la moglie erano, sono, molto apprensivi con il figlio, 'non andare lì, stai attento, non ti muovere', spero che anche in quei momenti fossero vicini al bambino''.
Salvato un istrice rimasto intrappolato nella neve a Ussita (Macerata). L'animale, in stato di ipotermia, è stato prelevato da oltre un metro di neve e portato sulla strada dal personale del Comune e dai volontari, che stanno operando in questi giorni sul territorio per fronteggiare la doppia emergenza: terremoto e neve. L'istrice è stato adagiato sul fieno per farlo scaldare e gli è stato dato un pezzo di pane per rifocillarlo. Nei giorni scorsi sono stati salvati anche altri animali, tra cui caprioli e cerbiatti. Si teme, comunque, che molti animali possano essere morti. (Foto e fonte Ansa)
Dopo l'appello di ieri sul nostro portale ci arrivano ancora brutte notizie dall'azienda agricola Lai di Gualdo. Infatti stamattina ancora non è arrivato nessun aiuto e nel frattempo sono gli stessi gestori a spalare, senza nessun aiuto, per far fronte all'emergenza.
Non sono ancora disponibile nemmeno i mezzi per sollevare le capriate.
Una situazione estremamente difficile in cui i gestori sono lasciati a se stessi con animali vivi e le carcasse di quelli morti.
Un tema che è stato oggetto anche di interrogazioni in consiglio comunale da parte di qualche consigliere nei mesi scorsi e che in parte è stato anche affrontato e risolto ma evidentemente non del tutto, dato quello che ancora è presente.Nei pressi di Piazza Nassiriya, nell'area intorno all'ex Civita Center, ci sono punti in cui il degrado la fa da padrone. Uno dei peggiori è quello accanto alla cabina dell'Enel dove ci sono sacchi pieni di immondizia ed un cumulo di abiti fradici.Anche nella zona dei parcheggi, poco più avanti, è presente un discreto e vario campionario di rifiuti. Si va da grossi sacchi neri dal contenuto ignoto a cartoni pieni di volantini, cartacce e plastica ma la ciliegina sulla torta sono due sedili appoggiati ad un lampione. Completano l'esposizione qualche borchia di auto, vetri infranti ed una lanterna cinese a ricordare forse la nuova gestione del complesso commerciale. Molto numerose anche lattine e bottiglie, sia in vetro (quasi tutte in frantumi) che in plastica.Lo stato della piccola rotonda poi, non è dei migliori. A parte la vegetazione in stato pietoso, anche li non mancano sacchetti della spazzatura, bottiglie e cartacce.Per concludere, una nota anche su Via Giovanni Gronchi, nel tratto iniziale venendo da Via Molino che sopra il marciapiede, nascosti ma non troppo dalla vegetazione, ci sono un bel po' di rifiuti, sia a terra che appesi perfino alle piante.
Tentato furto nella filiale di Piediripa del Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano. Nella notte appena trascorsa ignoti, dopo essersi introdotti all'interno dellan banca, hanno cercato di aprire la piccola cassaforte che si trova nella postazione degli impiegati.
Fortunatamente l'allarme e il tempestivo arrivo dei Carabinieri che erano nelle vicinanze hanno messo in fuga i malviventi.
Sul posto per i rilievi il personale del nucleo investigativo provinciale. Sono in corso gli accertamenti.
Non ce l’hanno fatta gli animali intrappolati sotto i capannoni di un'azienda crollati a causa della neve.
L'azienda agricola LAI ss di Gualdo, con punto vendita a San Ginesio, vantava circa 1500 capi, in prevalenza pecore e 30 mucche.
Gli animali sono rimasti per quattro giorni sotto le lamiere della struttura che è crollata con il peso della neve.
I soccorritori ormai stanno estraendo i cadaveri in putrefazione delle povere bestiole, morte per il freddo e le lesioni causate dalle lamiere.
Finora sono stati estratte le carcasse di 25 esemplari, ma se ne contano circa 50 sotto il capannone.
La proprietaria dell'azienda fa sapere che ad oggi hanno bisogno di paglia e fieno in quanto le scorte che avevano si sono bagnate con la neve e sono quindi inutilizzabili.
Le strade sono però impraticabili e quindi è impossibile persino muoversi.
Si confida in un altro intervento salvifico pari a quello degli “angeli” di san Ginesio, ma stavolta con trattori e camion per portare le rotoballe di fieno.
L’azienda si trova in Contrada Morichella n. 19 e il contatto telefonico è 338 355 1139.
La neve ed il terremoto non fanno altro che aggravare la grave situazione che stanno passando gli allevatori pievetorinesi. La stalla dell'azienda agricola "La Collina" di Pieve Torina, di proprietà di Roberto Micheli, aveva già subito gravi danni per causa del terremoto ed ora per causa del peso eccessivo della neve è crollata la tettoia. Sono rimasti intrappolati 150 suinetti che hanno due mesi di vita e purtroppo per causa del freddo cinque di questi sono morti.
Roberto Micheli ha detto: "io ed i miei dipendenti stiamo facendo di tutto per liberare i maialini e se non ci dovessimo riuscire da soli chiederò aiuto all'Esercito. Per causa di queste forti nevicate il camion che di solito mi porta il mangime per i maiali non riusciva a risalire la strada che porta alla mia stalla ed in quell'occasione ho dovuto chiedere aiuto all'Esercito. La situazione si sta facendo sempre più grave, da troppo tempo io ed altri allevatori siamo in attesa di aiuti e non possiamo più andare avanti così".
AGGIORNAMENTO - Sono salvi tre dei dispersi marchigiani che si trovavano nell'Hotel Rigopiano. Sono Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo (Ancona), la moglie Marina Serraiocco, 37 anni, di Popoli, e il loro bambino di 7 anni. Lo conferma il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni, che cita fonti "dei familiari e delle forze di polizia".
'La città intera sta esultando, perchè sono persone super'. Cosi' il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni che ha dato all'ANSA la notizia dei suoi 'concittadini' - in realtà originari di Chieti - Domenico Di Michelangelo, 41 anni, la moglie Marina Serraiocco, titolare del negozio 'La bomboniera di Marina' nel centro di Osimo, molto noto in città e il loro bambino di 7 anni, salvati dalle maceriee dalla neve dell'Hotel Rigopiano. Pugnaloni ha anche postato la notizia su Facebook, raccogliendo in pochi minuti quasi 600 mi piace e oltre 300 condivisioni. 'Li aspettiamo a braccia aperte', dice. Andrà a trovarli? 'Se me lo permettono, se il protocollo lo prevede sicuramente sì', risponde Pugnaloni.
Dopo una notte di ricerche in condizioni estreme sono stati tutti estratti vivi nella tarda mattinata di oggi gli otto superstiti ritrovati dai soccorritori sotto le macerie dell'Hotel Rigopiano. Sono tutti in buone condizioni, ha riferito Marco Bini della Guardia di Finanza, tra loro ci sono due bimbi. Il recupero è avvenuto in due momenti con due interventi: nel primo sono state estratte 6 persone, tre uomini, una donna e due bambini. Nel secondo altre due persone, che devono ancora essere identificate. Alcuni di loro sono già all'ospedale di Pescara. I soccorritori confidano di trovare altre persone vive
I soccorritori hanno lavorato per tutta la notte, in condizioni estreme, alla ricerca della trentina di dispersi. Con le temperature ampiamente sotto lo zero, i soccorritori hanno lavorato grazie all'ausilio delle fotocellule ma a ritmi ridotti: non ci sono infatti le condizioni di sicurezza necessarie per operare in maniera massiccia e, dunque, si è preferito ridurre il numero degli uomini impegnati. Nel corso della notte le turbine e le ruspe hanno proseguito inoltre il lavoro per liberare la strada che sale all'hotel e consentire una migliore circolazione dei mezzi di soccorso. Da ieri sono stati estratti due corpi dalle macerie.
AGGIORNAMENTO - Dalle ultime notizie, i superstiti sarebbero otto, fra loro due bambine
Sono state trovate vive 8 persone all'Hotel "Rigopiano" a Farindola sul Gran Sasso, spazzato via da una slavina di immense proporzioni. Tra i sopravvissuti ci sono due bambini. Dalle macerie sono state estratte una donna e la figlia. Entrambe sembrerebbero in condizioni discrete e sono state già avviate in ospedale con un elicottero. Al momento i superstiti sono ancora sotto le macerie - si trovano sotto ad un solaio - e i vigili del fuoco hanno più volte parlato con loro.
Ritrovate vive 6 persone all'Hotel "Rigopiano" a Farindola sul Gran Sasso, spazzato via da una slavina di immense proporzioni. I vigili del fuoco sono in contatto con i sei con i quali hanno più volte parlato. Al momento i superstiti sono ancora sotto le macerie.
I soccorritori hanno lavorato per tutta la notte, in condizioni estreme, alla ricerca della trentina di dispersi che ancora mancano all'appello. Con le temperature ampiamente sotto lo zero, i soccorritori hanno lavorato grazie all'ausilio delle fotocellule ma a ritmi ridotti: non ci sono infatti le condizioni di sicurezza necessarie per operare in maniera massiccia e, dunque, si è preferito ridurre il numero degli uomini impegnati. Nel corso della notte le turbine e le ruspe hanno proseguito inoltre il lavoro per liberare la strada che sale all'hotel e consentire una migliore circolazione dei mezzi di soccorso. Da ieri sono stati estratti due corpi dalle macerie. La Procura ha aperto un'indagine per omicidio colposo. (Ansa)
C'è un'allerta 4 per rischio valanghe a Bolognola, nell'entroterra maceratese, dove già nei giorni scorsi sono state evacuate diverse persone, anche quelle che vivevano in roulotte, che sono trasferite perlopiù negli alberghi della costa o sistemate altrove. "Se non ci fossero le scosse di terremoto - dice la sindaca Cristina Gentili - sarei più che tranquilla. Non è la prima volta che abbiamo tutta questa neve, ma con le scosse di terremoto è diverso. Oggi c'è il sole e ha smesso di nevicare, speriamo di poter revocare al più presto l'ordinanza di sgombero per il rischio valanghe. Aspettiamo giorno per giorno". "L'area a rischio - spiega il sindaco - è proprio all'inizio del paese, ma non incombe sull'abitato. Ci sono i paravalanghe, che sono stati messi nel 2005 dopo una situazione analoga, ma un pezzo resta ancora scoperto. Noi siamo tranquilli - ripete Gentili - ma c'è l'incognita scosse, e in ogni caso l'area va monitorata". (Ansa)
Il geologo Emanuele Tondi anche stavolta aveva descritto in anticipo quello che si sta verificando in Abruzzo.
La considerazione che prevedere i terremoti non sia possibile comincia così a starci un po’ stretta, nel momento in cui si conoscono le faglie dormienti e i tempi di ritorno.
A conferma di questo infatti depone l’ennesima valutazione precisa e scientificamente fondata del responsabile della Sezione di Geologia dell’Università di Camerino.
Per le precedenti si riportano i link delle nostre interviste al professore:
https://picchionews.it/cronaca/il-geologo-tondi-intervista-choc-sapevamo-dal-2009-che-il-terremoto-avrebbe-colpito-in-quel-punto
https://picchionews.it/cronaca/il-geologo-tondi-ha-pochi-dubbi-la-zona-piu-a-rischio-quella-a-nord-di-amatrice
E in diverse altre interviste anche in tv, sia ad agosto scorso che dopo le scosse di ottobre 2016, Tondi affermava con certezza che fosse assolutamente plausibile la riattivazione di altre faglie.
E spiegava che come peraltro si è già verificato in altri terremoti e, nel momento in cui una faglia si risveglia e dunque si attiva, tutta una zona diventa instabile ed altre faglie vicino potrebbero riattivarsi. Ne è esempio il terremoto dell’Aquila in cui si sono attivate sia la faglia a sud che quella a nord, fino al lago di Campotosto.
Il geologo dunque non escludeva il contagio per la faglia di Campotosto. In tal caso la sequenza sismica ricomincia e si conclude con il mainshock.
Il 29 novembre, il professor Tondi scriveva" "A sinistra trovate un’immagine presente nel “SECONDO RAPPORTO DI SINTESI SUL TERREMOTO DI AMATRICE ML 6.0 DEL 24 AGOSTO 2016 (ITALIA CENTRALE)” pubblicato da INGV il 19 Settembre scorso. Sono rappresentate le faglie con i rispettivi nomi e l’effetto che l’attivazione della faglia che ha generato il terremoto del 24 Agosto (colorata in rosso e verde) ha indotto in quelle vicine, in particolare quelle a nord e a sud (con i valori del CFF positivi). Sono gli effetti di interazione di cui si parlava in un post precedente e che possono “caricare” le faglie vicine a quella che ha generato un terremoto. Queste simulazioni indicano esclusivamente quali faglie sono sottoposte a “stress” aggiuntivi rispetto ad altre e non il fatto che si attivino sicuramente, in quanto bisognerebbe sapere (e non lo si può sapere) a che punto stanno della "carica“. Tuttavia, poi ci sono stati i terremoti del 26 e 30 Ottobre generati dalla Faglia del Monte Vettore-Monte Bove con epicentro tra Norcia-Preci e Visso.
A sud, come potete vedere, ci sono le faglie del Gorzano e di Capitignano. Se in futuro un altro terremoto di una certa magnitudo si verificherà lungo questa zona, è chiaro che le candidate più probabili sono loro.
Che l’evento di magnitudo 4,4 sia un foreshock che precede un evento importante generato dalla faglia del Gorzano o di Capitignano non è dato saperlo. Osservando la mappa dei terremoti avvenuti negli ultimi 90 giorni (immagine a destra), l’evento di questa sera sembra, anche se nell’estremità sud, rientrare nella zona di instabilità che sta generando aftershocks dal 24 Agosto. Voglio sperare che sia così, non è obbligatorio che si attivino in così poco tempo tutte le faglie presenti nell’area. Comunque, come ripeto da mesi, in quella zona è necessario verificare la vulnerabilità sismica degli edifici, chiamando per un sopralluogo un ingegnere affiancato da un geologo. Se l’edificio è a norma, non c’è nulla da temere, in caso contrario è necessario prendere provvedimenti. Si può convivere con la pericolosità sismica ma non con il rischio!".
Quanto sopra deve però sollecitare un’ulteriore riflessione: laddove esiste una carta di pericolosità sismica contenente l’indicazione delle zone a rischio, appare inescusabile la mancanza di predisposizione di misure di messa in sicurezza pre emergenza delle stesse.
Ciò vuol dire che non si deve e non si può aspettare che il sisma si verifichi e produca dei danni per poi fare prevenzione attraverso la ricostruzione successiva.
La carta di pericolosità sismica è uno strumento fondamentale per poter intervenire in anticipo laddove si sa che in base ad un determinato tempo di ritorno si verificherà un sisma.
I danni del terremoto dell’Emilia Romagna ad esempio si sarebbero potuti evitare se si fosse tenuto conto del tempo di ritorno della faglia di Mirandola, in una zona certo a bassa pericolosità sismica, ma comunque in cui era dormiente da 300 anni una faglia che si sarebbe riattivata.
La stessa situazione nella Regione Marche, come ci dice Tondi, riguarda la zona del pesarese, dove si potrebbe già intervenire con dei progetti di messa in sicurezza pre sisma.
La mappa di pericolosità sismica è però datata ed è necessario rivederla ed aggiornarla. E gli strumenti esistono. Ed è già pronto un progetto per realizzarla a cui necessita però il finanziamento necessario, tra l’altro non rilevante – 100 mila euro (!!!) che il Professore sta cercando di reperire.
100 mila euro a fronte dei 15 milioni di euro di cui ha parlato in una trasmissione televisiva il sismologo Alessandro Amato, necessari per acquistare strumenti di perforazione del terreno che permettono di studiare con precisione le faglie e attualmente in uso solo in Giappone e in California. Comunque deprimente ascoltare le parole di uno studioso che dichiara che in Italia non ci sono soldi per la ricerca...
A quanto pare però la Regione Marche sembra non essere interessata a finanziare il progetto di aggiornamento delle mappe di pericolosità sismica, dato che allo stato attuale al riguardo tutto tace.
A ciò si aggiunga un'altra circostanza, già segnalata (https://picchionews.it/cronaca/nominato-il-comitato-tecnico-scientifico-per-la-ricostruzione-non-c-e-la-geologia ), a nostro avviso singolare se non addirittura grave: nella compagine di esperti facenti parte del Comitato Tecnico Scientifico nominati di recente dal commissario Errani c’è un solo professore dell’Università di Camerino, esperto di urbanistica e architettura.
E c’è un solo geologo.
E soprattutto non c’è il professor Tondi, la persona che maggiormente conosce il territorio della Regione Marche in termini di faglie attivabili.
A tale riguardo un dubbio è dunque lecito: che si voglia davvero fare prevenzione nella ricostruzione?
Si vogliono mettere le persone giuste al posto giusto?
Da quanto sopra non sembra sia così.
In Italia la terra torna a tremare. E la Russia offre nuova assistenza. Il Ministero russo delle Situazioni di Emergenza ha messo a disposizione il proprio aiuto per far fronte alle conseguenze delle ultime terribili scosse che hanno colpito il Centro Italia. Lo ha riferito il ministro, Vladimir Puchkov, così come riporta l’agenzia Tass.
“Abbiamo comunicato la nostra proposta ai colleghi italiani – ha detto Puchkov -. Stanno portando avanti un’operazione di salvataggio di alto livello e, nel caso lo richiedano, siamo disposti a inviare soccorritori e specialisti”.
Il ministro ha quindi ricordato che già durante il terremoto dell’estate scorsa Mosca aveva inviato i propri uomini nelle zone colpite dalla catastrofe, collaborando alla ricerca di soluzioni per la ricostruzione delle scuole e di altri edifici pubblici, tra cui, ha spiegato Puchkov, un ponte “che era stato costruito oltre 500 anni fa”.
Il 18 gennaio diverse scosse di terremoto hanno nuovamente fatto tremare il Centro Italia, causando una slavina a Farindola, in provincia di Pescara, alle pendici del Gran Sasso, che ha travolto un hotel. Al momento della valanga all'interno della struttura si trovavano trenta persone, fra cui dei bambini. Il maltempo sta complicando l’intervento dei soccorritori, che al momento hanno recuperato tre morti.
Le forti nevicate che hanno interessato tutta la Regione ed in particolar modo le località ed i borghi dell'epicentro del sisma di fine ottobre hanno creato particolari disagi alle popolazioni già duramente provate dagli effetti del terremoto. Gli interventi più frequenti dei carabinieri della Compagnia di Camerino hanno sicuramente riguardato la viabilità; numerosi infatti sono stati quelli di assistenza agli automobilisti rimasti in panne con i propri mezzi, tra i quali anche diversi mezzi pesanti giunti nella zona per consegnare container o casette di legno da destinare agli sfollati. Non sono mancate le contestazioni per coloro che, incuranti dell’obbligo imposto dal Codice della Strada (fuori dai centri abitati sulle principali vie di comunicazione) e dalle varie ordinanze comunali (nei centri abitati), si sono posti in viaggio senza i prescritti equipaggiamenti: a questi veicoli veniva inibita la circolazione per evitare sia eventuali blocchi alla viabilità sia possibili incidenti, visto il manto stradale reso viscido dalla neve e dal ghiaccio, nonostante i continui passaggi di mezzi spazzaneve e spargisale.
Diversi i casi di persone, soprattutto le più anziane, rimaste bloccate dalle copiose nevicate e soccorse dai Carabinieri che in molte circostanze hanno materialmente aiutato anche a montare le catene da neve. È stato anche organizzato un monitoraggio per cercare di individuare possibili abitazioni isolate o persone in difficoltà, prestando soccorso ad alcuni malati che, rimasti bloccati nelle loro abitazioni, non potevano raggiungere il centro dove sistematicamente dovevano sottoporsi a necessarie cure, o perché necessitavano di medicinali, in taluni casi anche salva-vita.
Questi solo alcuni dei numerosi interventi effettuati dai militari:
nella serata di ieri, in Fiuminata, i Carabinieri della locale Stazione sono intervenuti in località Laverino dove hanno aiutato del personale paramedico, che non riusciva a raggiungere con il mezzo l’abitazione di un’anziana, a consegnare una bombola essenziale per la ossigenoterapia cui è sottoposta la donna malata.
Nel pomeriggio di ieri, sempre nel territorio di Fiuminata, i Carabinieri della locale Stazione e del BTG Puglia hanno soccorso una famiglia, tra cui una bambina di 5 anni, che a causa della neve era uscita di strada finendo con l’auto nella vicina scarpata. Legato il veicolo al fuoristrada dell’Arma riuscivano a riportarlo sulla carreggiata permettendo al nucleo famigliare di poter riprendere il viaggio.
Nella serata di ieri, i Carabinieri di Pieve Torina e di Ussita sono intervenuti in assistenza ad alcuni allevatori locali per aiutarli a raggiungere i propri animali al freddo e senza cibo da ormai due giorni.
Nel corso della notte i Carabinieri della Stazione di Serravalle di Chienti, del Nucleo Radiomobile e dei Battaglioni Piemonte, Veneto e Puglia, hanno lavorato incessantemente per soccorrere diversi mezzi pesanti che hanno bloccato la SS.77 nel tratto Camerino-Sfercia-Colfiorito collaborando con il personale ANAS e della Provincia di Macerata per mettere in sicurezza la situazione.
Nella giornata di ieri, a Muccia, i Carabinieri di Serravalle di Chienti e della cucina da campo del BTG Puglia sono intervenuti a sostegno di alcune famiglie di sfollati, rimaste senza corrente elettrica per diverse ore, portando loro viveri e bevande calde.
Nella serata di ieri i Carabinieri della Stazione di Serravalle hanno fornito aiuto ausilio ai mezzi provinciali per raggiungere un’abitazione isolata nella frazione Civitella e permettere il recupero di un’anziana 98enne defunta per cause naturali.
Nella giornata odierna, la motoslitta dei Carabinieri della stazione di Ussita è intervenuta nella zona di Frontignano per il recupero di circa 30 capi equini dispersi tra la neve.
Continuano i disagi legati al maltempo nei comuni dell'entroterra maceratese. Le forti nevicate hanno aggravato una situazione già resa critica dai recenti eventi legati al sisma.
Crolli di tensostrutture si sono verificati a Pievebovigliana (Valfornace).
"Durante la notte - racconta Sandro Luciani, ex sindaco di Pievebovigliana - , a causa del peso della neve, è crollata la tensostruttura della CRI adibita a cucina e mensa, posizionata proprio accanto al palazzetto, nella parte adibita a mensa. Ora i pasti verranno serviti all'interno del palazzetto. Un altro crollo riguarda la tensostruttura dell'azienda agricola Aureli Maccari, all'interno della quale stazionava un camper di proprietà della famiglia e utilizzato dalle figlie, che durante il crollo si trovavano fuori, per dormire, diversi attrezzi agricoli e circa 800 quintali di cereali per gli animali. Purtroppo la neve, cadendo, ha bagnato i cereali e il crollo ha danneggiato fortemente anche il camper. Al momento sono ancora in corso le manovre per il recupero degli attrezzi non danneggiati".
"Inoltre - continua Luciani - abbiamo ancora due frazioni, San Giusto e Frontillo, che non sono state raggiunte dalla corrente elettrica. Probabilmente anche il ripetitore ha subito danni perché siamo da alcuni giorni senza televisione".
Resterà aperto anche la prossima notte il Centro di accoglienza allestito dal Comune di San Severino Marche nella vecchia palestra dell’Istituto comprensivo “Padre Tacchi Venturi” per ospitare la popolazione dopo il susseguirsi delle nuove scosse di terremoto.
La struttura sarà aperta alle 20,30. Al suo interno Protezione Civile e Croce Rossa Italiana hanno già allestito brandine con lenzuola e coperte. I volontari garantiranno anche la necessaria assistenza alla popolazione.
C’è anche un ragazzo di 32 anni, di Pioraco, Emanuele Bonifazi, tra i dispersi dell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) che è stato travolto da una valanga.
Il ragazzo è uno dei dipendenti dell'hotel, da circa quattro anni.
I genitori, appena appresa la notizia, sono immediatamente partiti per l’Abruzzo. Il ragazzo era molto conosciuto a Pioraco, così come il padre Egidio, coordinatore della protezione civile.
Tra i dispersi anche Marco Tanda, 25 anni, residente a Macerata.
(servizio in aggiornamento)
La sequenza sismica continua con un numero complessivo di scosse superiore alle 47.000 dal 24 agosto 2016. Alle ore 11.00 di oggi, 19 gennaio, sono circa 960 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, 57 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 9 quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5, localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Nella mappa sotto l’evoluzione della sequenza dal 24 agosto 2016 ad oggi. I terremoti delle ultime 72 ore sono evidenziati con un colore diverso dal blu.
Da ieri, 18 gennaio, la sequenza è molto attiva tra le province dell’Aquila (Montereale, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Cagnano Amiterno) e Rieti (Amatrice) e in quella zona l’INGV ha localizzato complessivamente circa 500 eventi sismici: circa 55 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, 7 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 4 quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5.
L’area della sequenza in Italia centrale che si è attivata ieri con i quattro eventi di magnitudo maggiore di 5.0 (le stelle bianche) tra Montereale, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Cagnano Amiterno e Amatrice.