Marco Tanda, il pilota 25enne della Ryanair originario di Gagliole (Macerata) e la fidanzata Jessica Tinari, di Lanciano, sono fra le vittime della slavina di Rigopiano. Il corpo di Marco è stato riconosciuto ieri sera dal fratello Gianluca: ''ora che Marco non c'è più - le sue uniche parole - è il momento del silenzio''. I due fidanzati sono stati ritrovati senza vita nella sala tv dell'albergo distrutto. Tanda era cresciuto a Castelraimondo, ma si era poi trasferito a Roma con la famiglia.
Oggi il sindaco Renzo Marinelli dà voce al dolore della comunità di Castelraimondo: ''una notizia terribile, che ha lasciato tutti sgomenti. Marco era un ragazzo perbene, aveva quasi l'età di mia figlia, si era costruito un bell'avvenire, che è stato stroncato. Eravamo già stati duramente colpiti dal terremoto, questo evento ci ha sconvolti''. I funerali del pilota dovrebbero tenersi a Roma, dove vive la madre Elma. (Ansa)
Scoppia la polemica sul cibo servito ai terremotati ospiti dello Spazio Cristoforo Colombo, l'area dove sono stati posizionati i container che da qualche giorno a Tolentino accolgono diverse famiglie di sfollati.
"Le pietanze preparate per la mensa del villaggio container non contengono maiale": così, avverte un cartello predisposto dalla ditta che fornisce i pasti. E, inevitabilmente, sono partite le proteste da parte di chi vede in questa scelta una discriminazione verso chi, invece, il maiale vorrebbe mangiarlo e vorrebbe fosse inserito nel menù. "La percentuale di persone che non mangiano maiale è molto bassa rispetto a chi invece non ha di questi problemi" dicono alcuni sfollati "e francamente a sentirci discriminati siamo noi. Non ne possiamo veramente più di mangiare solo il tacchino in tutte le salse". "Quando ho chiesto di avere un po' di sugo in più mi è stato risposto di andare al ristorante" aggiunge un'altra ragazza ospite del villaggio container, sottolineando come la situazione sarà inevitabilmente destinata a peggiorare quando nel villaggio arriveranno tutte le altre persone che ancora si trovano ospiti delle strutture ricettive lungo la costa.
Ma non basta. Ad accendere ulteriormente gli animi c'è il regolamento per le visite di familiari e amici a chi risiede nel villaggio. "I parenti devono registrarsi in segreteria. Tempo massimo di visita, 40 minuti dalla consegna dei documenti". Una modalità che somiglia molto a quelle "carcerarie" e che non risulta gradita a chi vorrebbe trascorrere del tempo con parenti e amici, senza vincoli così stringenti.
Ora è tutto tragicamente ufficiale: tra le macerie dell'hotel Rigopiano non c'è più nessuno da salvare. Anche Emanuele Bonifazi, il 31enne di Pioraco, è nell'elenco delle persone decedute. Il bilancio è definitivo: 29 morti e 11 sopravvissuti.
La maggior parte dei corpi usciti da quell'inferno poche ore prima, erano incastrati tra pilastri, pezzi di cemento, neve e tronchi. Ed erano tutti in un unico ambiente: quello dove, prima che sul Rigopiano si abbattessero centinaia di tonnellate di neve, era il bar.
Concluse le verifiche nelle cucine, gli Usar, gli specialisti delle ricerche tra le macerie, sono passati al bar. Un'ampia zona tra la sala del camino, dove c'erano alcuni dei sopravvissuti, e l'area ricreativa, dove sono stati estratti vivi i tre bambini. Ma li' dentro la situazione era molto peggio: un unico groviglio di macerie e neve. I morti sono quindi 29, quindici uomini e quattordici donne, che, insieme agli 11 sopravvissuti, fanno il totale delle quaranta persone che quel maledetto mercoledì si trovavano nell'albergo.
Da ieri sera le ricerche sono state sospese, ma potrebbero già riprendere questa mattina per bonificare l'area e verificare ulteriormente che non ci fossero altre persone non incluse negli elenchi ufficiali.
Venti delle ventinove vittime sono state identificate, nove donne e undici uomini: Rosa Barbara Nobilio e suo marito Piero di Pietro, Nadia Acconciamessa e il marito Sebastiano di Carlo, l'estetista dell'hotel Linda Salzetta, Paola Tommasini, Ilaria De Biase, Luana Biferi, Jessica Tinari, Sara Angelozzi, Marinella Colangeli, il maitre dell'hotel Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D'Angelo, Stefano Feniello, Marco Vagnarelli, l'amministratore dell'hotel Roberto Del Rosso, il receptionist Alessandro Riccetti, il rifugiato senegale Faye Dame, Claudio Baldini e, appunto, Emanuele Bonifazi. Il papà ieri pomeriggio aveva lasciato chiaramente intendere come le speranze di ritrovare vivo il figlio si fossero definitivamente spente. La tragica conferma è arrivata poche ore dopo.
Trentuno anni, originario di Pioraco (Macerata), il ragazzo è stato identificato dai familiari. Il padre Egidio, responsabile della Protezione civile comunale di Pioraco, la mamma Paola Ferretti, insegnante, e il fratello Enrico erano accorsi in Abruzzo appena avuta notizia della slavina. ''In questo momento tanto doloroso - ha detto l'ex sindaco di Pioraco Giovanni Miliani - tutta la popolazione si stringe attorno alla famiglia, così duramente colpita nei suoi affetti più cari. Persone stimatissime, benvolute da tutti, che non meritavano un lutto così grave''. Giovedì i cittadini di Pioraco si erano riuniti in una veglia di preghiera. Egidio Bonifazi è molto conosciuto non solo nella città della carta (è dipendente delle cartiere, ora chiuse per il sisma) ma anche in tutta l'area montana, ora colpita dal sisma.
Sembrerebbero perse tutte le speranze per quel che riguarda le sorti di Emanuele Bonifazi, il ragazzo di Pioraco di 31 anni che si trovava all'interno dell'hotel Rigopiano prima che la slavina si abbattesse sulla struttura, anche se non c'è l'ufficialità della notizia.
Il papà Egidio Bonifazi infatti, che è all'ospedale di Pescara da ieri sera in attesa di notizie che riguardino il figlio, ha scritto su Facebook, proprio pochi minuti fa: "È finita" facendo presagire il peggio.
Anche se tutto ormai sembra perduto, resta accesa una piccola fiammella di speranza e la madre di Emanuele continua a credere e a sperare nel miracolo.
I vigili del fuoco hanno già avvisato i familiari che non ci sono speranze anche se ufficialmente ancora si sa nulla.
Si avvicina la polizia per un controllo e un gruppetto di ragazzi si allontana in fretta e furia, ma uno viene fermato e trovato in possesso di droga. E' successo oggi ai Giardini Diaz di Macerata, quando gli agenti della Volante, durante un servizio di controllo del territorio, hanno svolto l'intervento. La pattuglia è stata allertata dal comportamento sospetto di un gruppo di giovani che, alla vista dell'auto della Polizia, si è dileguato rapidamente. Il pronto intervento degli agenti ha consentito comunque di fermare un soggetto che deteneva sostanza stupefacente. Anche grazie ad altri elementi, emersi nel corso dell'intervento, il giovane è stato denunciato alla competente magistratura per spaccio di sostanza stupefacente. Questi interventi, finalizzati a salvaguardare la pubblica sicurezza e la tranquillità dei cittadini maceratesi, rientrano nella più ampia azione di contrasto alla microcriminalità della Questura di Macerata.
Inoltre, nelle prime ore del mattino, la Squadra Volante di Macerata, su ordine della competente Procura della Repubblica, ha effettuato un importante perquisizione domiciliare a carico di una persona con specifici precedenti per reati contro il patrimonio. Dopo alcune denunce per furto, commessi all’interno di esercizi commerciali, le "Pantere" della Polizia di Stato, coordinate dal Commissario Capo Gabriele Di Giuseppe, hanno proceduto a perquisire l’appartamento dell'uomo. Qui hanno rinvenuto arnesi da scasso e altri oggetti pertinenti il reato, tutti sottoposti a sequestro. L'uomo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per furto aggravato continuato.
Tutti con la fascia tricolore per sostenere i propri sindaci e per rappresentare simbolicamente ognuno la propria comunità. Sit-in di protesta in piazza Santi Apostoli questa mattina a Roma di un nutrito gruppo di terremotati del Centro Italia riuniti nel comitato spontaneo di cittadini apartitici "Quelli che il terremoto..." nato in difesa delle popolazioni colpite.
Tra gli striscioni esposti in piazza alcuni recitano: "Montanari sì, fessi no" e "Ad Amatrice la scossa, a Roma datevi una mossa". "Siamo qui per manifestare la nostra amarezza - dice Peppe Mariani, imprenditore marchigiano di Roccafluvione, tra gli organizzatori della manifestazione - per come è stata gestita tutta questa emergenza. Siamo molto arrabbiati e per tanti motivi. Che fine hanno i soldi versati per solidarietà dagli italiani? Dove sono le casette e i moduli abitativi che ci avevano promesso? Non possiamo più aspettare chiacchiere e parole, vogliamo finalmente i fatti". (Ansa)
Furto in abitazione nel tardo pomeriggio di ieri a Macerata. I malviventi hanno colpito in una casa di via Cincinelli. Dopo aver forzato una finestra, si sono introdotti nell'appartamento da dove hanno rubato denaro contante e gioielli per diverse migliaia di euro. Il bottino è comunque ancora in fase di stima.
Nella casa non erano presenti telecamere nè sistemi di allarme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Macerata che hanno dato avvio alle indagini.
Denunciato a piede libero un civitanovese di quarantadue anni per furto.
I fatti risalgono alla settimana scorsa, quando l'uomo, nei pressi della stazione ferroviaria, ha rubato dalle mani di una signora di quarantuno anni il telefono cellulare, per un valore di circa centodieci euro. Il ladro è fuggito a piedi, ma grazie alla descrizione della donna e alle indagini dei carabinieri di Civitanova l'uomo è stato identificato e denunciato.
Non ci sarebbero sopravvissuti nell'incidente dell'elicottero del 118 è precipitato nell’Aquilano, tra il capoluogo e Campo Felice. A bordo c'erano sei persone: il pilota, il copilota, un medico, 2 membri del Soccorso alpino, e lo sciatore che stavano trasportando all’ospedale dell’Aquila.
Lʼapparecchio è caduto da 600 metri in fase di recupero di un ferito su un campo da sci nei pressi del Gran Sasso. Aperta un'inchiesta sulla tragedia.
Dopo diversi anni giunge alla fine la storia dell'uomo che lasciava bigliettini ingiuriosi contro un magistrato per tutto il centro Italia (leggi qui).
In molti si sono ritrovati nella cassetta delle lettere un biglietto giallo o l'hanno visto appeso sui pali della luce lungo la strada: nessuna pubblicità, ma un'accusa feroce contro un magistrato scritta in caratteri stampati su cartoncino: "Attenzione! Importante! Il magistrato vi paga milioni per finire in galera il più tardi possibile. Per false denunce pagherete con quello che avevate prima del suo arrivo. Il magistrato confessa: che era consapevole di fregarvi 'per salvarsi lui' ha pagato e rovinato voi. Non vi basterà la vita per pagare i danni causati dalla carogna. Il balordo ringrazia per la beffa!!! ".
Ieri pomeriggio, durante il giro di pattuglia del territorio, i carabinieri della compagnia di Civitanova hanno fermato un uomo, proprio mentre lasciava i suoi volantini gialli nelle cassette delle lettere a Montecosaro. Si tratta di una persona residente a Terni, denunciata per diffusione di notizie false: sembra che abbia vissuto una brutta storia giudiziaria finita male, ma sono ancora in corso tutte le indagini per comprendere cosa lo abbia spinto per anni e anni a diffondere in giro per l'italia qui volantini.
Un grido di dolore straziante. Una famiglia divisa, un padre che non vede il figlio di 15 mesi da due settimane, un'azienda che rischia di morire insieme al bestiame. E nessuno sembra far niente per porre rimedio a una situazione che sembra assurda per quanto gravissima. A parlare è Marianna Paris (nella foto il fratello Giovanni).
"L’azienda agricola di mio padre, Costantino Paris, di pura razza marchigiana, una delle più grandi delle Marche comprende 120 capi tra madri e figli, una trentina di pecore e una ventina di capre.
Siamo l’unica azienda di Ussita ad essere con gli animali fuori: le altre hanno tutti i capi al coperto, anche se insistono a chiedere tenso strutture. Rientriamo nel sisma che ci ha colpito ad agosto e già allora la nostra stalla era considerata inagibile. A quel tempo si parlava di puntellatura da fare, ma nessuno ha mai provveduto a farlo. Abbiamo richiesto la tenso struttura ma ad oggi ancora non sono state montate per motivi che ancora ignoriamo.
Sta di fatto che con il terremoto di ottobre la struttura non ha retto e sono crollate due pareti. Allo stato attuale ci troviamo con tutti gli animali all’aperto con temperature che variano dai -15 ai -20.
Io con la mia famiglia" dice Marianna "siamo stati evacuati ad ottobre e ci troviamo un un villaggio a Porto Sant’Elpidio.
Mio fratello con mio marito vivono a Vallestretta di Ussita in un container singolo frutto di una donazione, arrivato a Vallestretta e allacciato solo a fine dicembre dopo ripetuti solleciti.
Io non so di chi è la colpa di tutto questo: so solamente che noi non facciamo i politici e non facciamo i dirigenti, eppure ci stiamo prendendo responsabilità e danni che loro non si vogliono prendere.
Ora i nostri animali sono in mezzo a due metri di neve, mio fratello e mio marito stanno cercando di portargli il foraggio necessario considerando che fino a ieri nessuno aveva raggiunto la frazione per liberare le strade e consentire di arrivare agli animali, per cui loro con i nostri mezzi agricoli hanno dovuto impiegare le loro braccia e la loro forza per portare il fieno alle bestie.
Per non far morire il bestiame stiamo cercando di farle mangiare di più ma non è semplice, abbiamo i vitelli di fuori e si avvicinano i primi parti.
Abbiamo richiesto l’esercito, fermo a Pieve Torina ma non si è visto nessuno. Siamo abbandonati a noi stessi. E’ ora che qualcuno incominci a muoversi non solo attraverso le parole: la protezione civile le istituzioni cosa stanno facendo? Dove sono?
Capisco che ora ci sono nuove emergenze, ma le emergenze devono essere affrontate con cognizione di causa e in maniera concreta, non all’insegna dell’incapacità, della lungaggine e del lassimo.
Ci hanno fatto la proposta di portare i nostri animali in strutture messe a disposizione nell’entroterra marchigiano. Beh, io a questo rispondo che queste persone non sanno cosa dicono e non conscono minimamente la realtà per affermare ciò.
I nostri animali sono allo stato brado: è da maggio che sono fuori è già difficle per noi avvicinarli, figuriamoci portarli in altre strutture. E poi la nostra vita è a Ussita. Hanno spopolato i paesi portandoci nella costa con la forza: non permetteremo che ciò avvenga per i nostri animali e il nostro futuro.
Ad oggi quello che più mi spaventa è che le ammistrazioni e i politici ci hanno tolto le nostre libertà e il nostro futuro, hanno diviso le nostre famiglie (mio marito sono 15 giorni che non vede il nostro bambino di 15 mesi). Sta a loro decidere se dobbiamo vivere o morire. Siamo in attesa di una loro burocratica decisione, non senza lottare fino in fondo, ci sentiamo come se stessimo in guerra ma noi siamo pronti a combattere".
E a queste parole, francamente, è ben difficile aggiungere altro...
Gianluca Pasqui alza la voce. E chiede chiarezza. "Voglio sapere dal Governo come tutelare i miei concittadini": parole dure, ma sintomatiche di un Sindaco allarmato dai comunicati diffusi negli ultimi giorni.
"Lavoriamo sodo e lavoriamo ogni giorno per tornare alla normalità. Quotidianamente" spiega il sindaco di Camerino "mi assumo la responsabilitá di tutti i Vigili del Fuoco che stanno effettuando puntellamenti, messe in sicurezza e sopralluoghi nel centro storico, così come la responsabilitá dei tecnici che verificano gli edifici inagibili e delle persone che effettuano il recupero dei beni.
Va bene che i sindaci hanno le spalle grosse e sono abituati a sostenere il peso di chi gioca alla scaricabarile, ma alla luce delle affermazioni della Commissione Grandi Rischi pretendo di sapere dal Governo come devo comportarmi e cosa devo fare a tutela dei miei concittadini e di tutte quelle persone che sono impegnate in questi giorni di emergenza nelle zone più a rischio della mia cittá".
Così come Pasqui, anche i sindaci di Ascoli e Fabriano hanno chiesto cosa fare al Governo. "Mi assumo la responsabilità di riaprire domani le scuole di Ascoli Piceno perché sono nelle condizioni in cui erano prima del terremoto del 24 agosto. Alla luce dell'allarme della Commissione Grandi Rischi, ho però scritto al presidente del consiglio Gentiloni, al ministro Fedeli, a Errani e Curcio chiedendo loro di dirmi se la mia decisione è amministrativamente corretta o se, in assenza dei certificati di vulnerabilità che non abbiamo per nessun edificio scolastico, come del resto praticamente in tutta Italia, devo tenerle chiuse e dichiarare finito anche l'anno scolastico" ha affermato il sindaco di Ascoli Guido Castelli. ''Scaricare sui sindaci responsabilità che è impossibile sostenere è il sintomo di un Paese malato'' ha detto invece il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola. ''Ho fatto quello che posso fare: ho disposto che in tutte le scuole di ogni ordine e grado e in tutti gli uffici pubblici si effettuino prove di evacuazione ogni settimana. Non posso certo rafforzare le strutture''.
Spara dall'auto alle tortore e finisce nei guai. I fatti si sono verificati a Macerata sabato pomeriggio, quando la “Volante” della Polizia è intervenuta nella zona della Stazione Ferroviaria dove era stata segnalata la presenza di una persona che aveva appena esploso un colpo di fucile dall’interno della propria autovettura.
Sul posto gli agenti hanno raccolto le dichiarazioni di un testimone dell’accaduto apprendendo che poco prima un anziano, giunto nei pressi della propria abitazione a bordo di un’autovettura di piccola cilindrata, rimanendo al posto di guida, e senza scendere quindi dal mezzo, aveva esploso un colpo di fucile contro alcune tortore che si erano posate vicino a casa sua.
Il testimone aveva subito urlato all’indirizzo dell’uomo il quale, dopo aver riposto l’arma all’interno dell’abitacolo, si era allontanato alla svelta a bordo della sua auto.
Gli accertamenti espletati dagli agenti, hanno consentito di rintracciare l’uomo, 85enne, il quale ha ammesso tutto. L'anziano è risultato essere titolare di licenza da caccia scaduta, motivo per cui è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di porto abusivo di armi oltre che per incauta custodia di armi. All’atto del controllo infatti, l’uomo anzichè in luogo idoneo e sicuro, deteneva i propri due fucili ancora all’interno dell’autovettura. Allo stesso sono state anche contestate altre violazioni della normativa sulla caccia avendo sparato nei pressi di abitazioni e dall’interno di un veicolo. Le armi e il relativo munizionamento sono stati sequestrati.
C'è inevitabilmente e comprensibilmente apprensione nella popolazione, dopo il comunicato stampa della Commissione Grandi Rischi dove (qui) non viene esclusa la possibilità di nuovi eventi sismici fino a magnitudo 7. Sul web c'è un tourbillon di articoli dove si conferma o si smentisce questa comunicazione che, al di là di tutto, ha contribuito a ingenerare ulteriore paura in gente che ha già dovuto sopportare il peso di uno sciame sismico che appare infinito.
Resta comunque un dato di fatto: viviamo in una zona sismica e potenzialmente sempre a rischio. A questo proposito, esiste una mappa (qui) che mostra come è stato classificato dalla Protezione Civile il territorio del nostro Paese in base alla probabilità che in quell’area possa verificarsi un sisma di forte intensità. La scala nazionale, su cui si basa la colorazione della mappa, va da 1 (maggiore pericolo) a 4 (minore pericolo). L'obiettivo è ridurre gli effetti dei terremoti attraverso la prevenzione.
Denunciati due ragazzi residenti nella provincia di Fermo, nati rispettivamente nel ’93 e nel ’96, fermati questa notte dai Carabinieri della Compagnia di Civitanova mentre erano a bordo di una Clio.
All’alt dei militari il passeggero è sceso dalla macchina e fuggito, mentre il conducente è stato fermato poiché sono stati trovati degli attrezzi atti allo scasso nell’auto, oltre alla chiave di una Mercedes che potrebbe essere quella di una macchina rubata pochi giorni fa.
I due giovani, di cui uno a piede libero ma noto alle autorità, sono stati denunciati per il ritrovamento ingiustificato degli attrezzi, ma potrebbero anche essere aggiunti, come capi di accusa, il furto e la ricettazione.
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Macerata hanno denunciato un cittadino senegalese di 30 anni residente a Tolentino per vendita di capi di abbigliamento contraffatti.
I militari, durante un servizio specifico di concerto col personale della polizia municipale, hanno controllato il giovane che vendeva a Macerata capi di abbigliamento “griffati” ma che di griffato non avevano nulla.
Sono stati sequestrati sette giubbotti invernali e il 30enne è stato denunciato alla Procura, oltre che multato per vendita ambulante senza licenza.
Allarme rientrato pochi minuti prima della mezzanotte. La donna di cui non si avevano più notizie (qui) dalla prima serata di domenica, è stata ritrovata dai vigili del fuoco non distante dal capannone da dove si era allontanata dopo, sembra, un litigio con i familiari.
La donna, 34 anni, sta bene ma è stata accompagnata in ospedale per gli accertamenti di rito in situazioni come queste. Scongiurato quindi il peggio: i vigili del fuoco, insieme a polizia e carabinieri, per oltre tre ore avevano ispezionato tutta la zona, specialmente quella a ridosso del fiume Potenza. Non veniva, infatti, esclusa l'ipotesi di un gesto estremo. Poi, poco prima della mezzanotte, gli sforzi da parte di tutti coloro che si sono adoperati nelle ricerche sono stati premiati: il ritrovamento da parte dei vigili del fuoco ha fatto tirare un grosso sospiro di sollievo a familiari e amici della donna.
Momenti di forte apprensione quelli che si stanno vivendo in queste ore nella zona di Passo di Treia. Da quanto si è appreso, e le notizie sono ancora estremamente frammentarie, si sarebbero perse le tracce di una donna di circa 35 anni che questa sera, dopo aver litigato con i genitori, si è allontanata senza dare più notizie.
In questo momento sul posto, un capannone lungo la strada che porta a San Severino, ci sono vigili del fuoco, carabinieri e polizia.
Il capannone si trova esattamente al confine fra i Comuni di San Severino e Treia, fra località Berta e contrada Vallonica.
Le ricerche in questo momento si stanno concentrando soprattutto lungo il fiume Potenza. Sul posto sono arrivati i sommozzatori dei vigili del fuoco che stanno decidendo come operare. Illuminata con le cellule fotoelettriche in particolare l'area di una chiusa.
IN AGGIORNAMENTO
AGGIORNAMENTO DEFINITIVO - RITROVATA LA DONNA SCOMPARSA (qui)
C'è preoccupazione per le condizioni in cui versa un pilone che sostiene un cavalcavia della superstrada 77, direzione monti - mare, all'altezza di Campolarzo, frazione del Comune di Camerino. A seguito delle scosse di terremoto di agosto e ottobre, la struttura, già piuttosto usurata, appare lesionata in diversi punti e la situazione è stata segnalata all'Anas, ente che si occupa della manutenzione della superstrada.
Il pilone, però, come dimostrano le immagini, appare piuttosto mal messo e arrivano da più parti sollecitazioni affinchè ci siano controlli approfonditi che rassicurino sulla sua tenuta.
"Nella zona di Campotosto c'è il secondo bacino più grande d'Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è 'l'effetto Vajont'". Lo ha detto al Tg3 Sergio Bertolucci, presidente della Commissione Grandi Rischi, aggiungendo che "se si avverte un aumento del rischio, bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione".
"Sarebbe - ha aggiunto l'esperto - pericolosissimo abbassare la guardia, soprattutto per scuole, ospedali e, appunto, le dighe". Nella riunione dell'altro ieri la Commissione Grandi rischi aveva messo in guardia dalla possibilità di nuove scosse, anche fino a magnitudo 6-7, nelle zone contigue all'ultimo terremoto. (Ansa)