Dall'ex presidente del consiglio comunale di Tolentino, Mauro Sclavi, arriva una proposta destinata a sollevare inevitabili discussioni.Sclavi, infatti, ha scritto una lettera aperta al ministro dell'Interno Angelino Alfano, al prefetto di Macerata Roberta Preziotti e al sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, nella quale invita le istituzioni a spostare lungo la costa i migranti alloggiati in abitazioni agibili delle zone colpite dal sisma, per lasciare le case alla gente del posto rimasta senza casa e consentirle di raggiungere più agevolmente i luoghi di lavoro."Dopo le prime fasi dell’emergenza" scrive Sclavi "sarà necessario prestare attenzione alle famiglie ed ai lavoratori sfollati, perché l’attuale sconvolgimento dovuto al sisma sta mettendo a dura prova la nostra proverbiale forza e laboriosità.Considerando che molti concittadini sono stati costretti a mettersi in salvo sulla costa ed in altri luoghi molto lontani dalle abitazioni e dal posto di lavoro, ". Spostando i rifugiati sulla costa, le strutture da loro occupate, che risulteranno agibili potrebbero essere destinate a coloro che garantiscono una normale attività lavorativa e che al momento compiono centinaia di chilometri. Le nostre aziende vivono del lavoro degli operai che se pur spauriti e senza casa continuano a lavorare con la caparbietà e l’abnegazione che caratterizza da sempre la gente delle Marche".
Un’altra operazione per salvare i tesori di Visso. Ieri l’Esercito ha operato nei locali dell’archivio storico, fortemente danneggiato dal sisma, per recuperare libri e documenti.Le operazioni sono state seguite da Mario Squadroni, Soprintendente dei beni archivistici delle Marche-Umbria e un rappresentante dell' istituto centrale del restauro della patologia del libro, per la tutela del materiale d'interesse artistico lì conservato. All’opera dieci uomini e donne in divisa per la delicata estrazione. Libri e documenti sono stati posi trasportati nell’archivio di Stato di Ancona.Secondo i dati della Difesa sono oltre 1300 i militari, uomini e donne, impegnati nell’aiuto alle amministrazioni e alle popolazioni colpite dal sisma.
"A me più che moduli sembrano dei bunker”. Li ha definiti così gli alloggi provvisori per i suoi cittadini il sindaco di Bolognola Cristina Gentili.Il progetto della Protezione Civile prevede moduli da tre posti con servizi in comune, quindi bagni, docce, lavanderia e cucina. Il modulo standard ospita 48 persone, di dimensione 46 per 26 metri, oppure da 96 con una metratura più ampia.Sarebbe una sistemazione provvisoria in attesa delle casette di legno , ma chi può eviterà questa soluzione cercando opzioni alternative, come utilizzare le seconde case o quelle dichiarate agibili con la procedura denominata Fast, cioè la prima ricognizione rapida effettuata in fase di emergenza.Il progetto container è stato illustrato ieri ai sindaci dei comuni maceratesi che rientrano nel cratere sismico, ma non sembra aver convinto molto gli amministratori presenti alla riunione.
Prende avvio, nelle Marche, la campagna di vaccinazione antinfluenzale per la stagione 2016-2017. Nel corso della settimana i vaccini antinfluenzali, inizieranno a essere somministrati dai medici di Medicina generale e dai Servizi vaccinali dell'Asur.La Regione Marche garantirà l'offerta gratuita della vaccinazione antinfluenzale a tutti coloro che si trovano nelle strutture di accoglienza e quanti altri, nelle zone terremotate, ne faranno richiesta, rivolgendosi agli operatori sanitari presenti sul posto.A seguito degli ultimi eventi sismici, il sistema sanitario regionale ha ulteriormente potenziato l'assistenza sanitaria per raggiungere, in modo capillare, tutta la popolazione ospitata nelle strutture alberghiere del litorale e nelle strutture emergenziali allestite localmente dai Comuni.Molti medici volontari si sono già resi disponibili per agevolare la vaccinazione dei cittadini anche nel caso si trovino al di fuori del comune di provenienza.(ANSA)
Si è svolto oggi presso il Multiplex di Piediripa l’incontro tra i rappresentanti de la protezione Civile regionale e nazionale ed i Sindaci dei comuni della Regione Marche per l'illustrazione della scheda "Sisma Fast".
Si tratta della scheda tecnica per il rilevamento sui fabbricati per l’agibilità sintetica post-terremoto. "Fast" sta infatti per "Fabbricati per l’Agibilità Sintetica post-Terremoto".
In merito alla richiesta dei moduli abitativi per i piccoli comuni è stata evidenziata l'esigenza di procedere al censimento dei fabbricati danneggiati nel minor tempo possibile e d'ausilio è appunto la scheda Fast.
Legata alla compilazione della scheda è la relativa procedura che è stata attivata in conseguenza della pubblicazione del documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento di protezione Civile del 4 novembre 2016 (prot. n. CENS/TERAG 16/0059235) e che si concretizza in una rapida ricognizione o su singoli edifici o indifferentemente su tutti i fabbricati che si trovano in aree perimetrate che sono preventivamente indicate dai Sindaci.
Erano presenti il Capo della Protezione civile Regionale di Cesare Spuri e l''ingegnere Dolce del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.
E' stato innanzitutto chiarito che la compilazione della scheda FAST non sostituisce la scheda Aedes. Anzi, laddove l'edificio
La scheda FAST (nella versione 01/2016) ha un’unica facciata che ricalca la prima facciata della scheda Aedes ed in cui vanno inserite le seguenti informazioni sull'edificio che si è verificato:
Identificativo dell’edificio Mappa dell’aggregato strutturale Caratteristiche geometriche Destinazione d’uso Struttura portante Giudizio/Esito FAST
In quest ultimo caso le opzioni possibili sono:
◦ AGIBILE ◦ NON UTILIZZABILE ◦ NON UTILIZZABILE SOLO PER RISCHIO ESTERNO ◦ SOPRALLUOGO NON ESEGUITO, in questo caso occorre specificare il motivo per cui non è stato possibile condurre il sopralluogo.
La scheda non serve nel caso in cui i sindaci abbiano già provveduto al censimento ed alla dichiarazione di inagibilità a mezzo ordinanze.
Di seguito il link per scaricare la scheda
http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Scheda_FAST.pdf
Questa mattina la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e la Soprintendenza Beni Culturali sono riusciti nell'operazione di salvataggio dei beni artistici di Visso.Molte le opere tratte in salvo che erano nel Museo Diocesano, tra cui i dipinti delle Dodici Sibille e alcune sculture lignee.
Fermateli! Subito. Con pene esemplari.In questo momento di emergenza totale, dove migliaia di persone non hanno più casa e cercano una sistemazione che, purtroppo, molto probabilmente si protrarrà per mesi e mesi, ci troviamo di fronte a uno scenario condito da un continuo pericolo di sciacallaggio e proprietari di immobili che vorrebbero affittare o vendere ad un prezzo molto superiore al canone di mercato, approfittando dell’esigenza abitativa di migliaia di persone.L’allarme sciacallaggio arriva anche dal sindaco di Belforte, Roberto Paoloni, che scrive "Considero sciacalli anche chi chiede cifre indecenti per affittare casa a chi ha perso la propria ed è in mezzo la strada".Si vocifera di rincari consistenti, percentuali importanti. In un momento come questo, invece, sarebbe opportuno mantenere un livello normale di prezzo per non mettere in difficoltà chi soffre per un disagio grave come il terremoto. Ci sarebbe addirittura chi, per liberarsi degli inquilini e rimettere sul mercato gli immobili a prezzi più alti, ha “stracciato” contratti di locazione regolari. Fortunatamente, accanto al rialzo dei prezzi, ci sono anche proprietari che si sono messi una mano sul cuore e hanno addirittura abbassato il canone richiesto. Segnalazioni arrivano anche per rialzi improvvisi del prezzo di noleggio di camper e roulottes.Insomma, dopo gli enormi danni all’economia locale causati dal sisma, il mattone è diventato inevitabilmente il bene più pregiato. Per chi ha pensato di speculare sui drammi anche dei suoi stessi concittadini il sindaco di Belforte non trova altra definizione che “sciacalli”.
Ora siamo di fronte a una scelta di campo. Assodato che (con tutto il doveroso rispetto) due morti per una tromba d'aria a Roma occupano più spazio nei media di 30mila persone sfollate, dobbiamo decidere se piangerci addosso e commiserarci con le vite da ricostruire o se capire una volta per tutte che viviamo in un territorio dove il terremoto è di casa e può manifestarsi in qualsiasi momento e imparare a conviverci. Che significa provare anche ad esorcizzare la paura, comprensibile ed umana, ma spesso alimentata da link, articoli, post sui social che non fanno altro che aumentare l'ansia in una popolazione colpita come non mai nella storia da un evento, comunque, naturale.Dall'inizio della sequenza sismica, dal 24 agosto, si sono susseguite qualcosa come 24mila scosse di terremoto. E dal 24 agosto sono tornati in auge "santoni" e "veggenti" che ogni giorno, in piena sequenza, pontificano: "Presto sicuramente ci sarà una scossa...". Ma va? Veramente? Roba da non credere. Così come è roba da non credere che ad ogni scossa superiore allo spostamento di un divano da parte dell'inquilino del piano superiore, parta la corsa all'articoletto acchiappaclick che solitamente finisce con "... torna la paura". No, la paura non torna. La paura c'è ed è il sentimento più naturale e umano che si possa avere in queste situazioni. Però dobbiamo evitare di tornare al medioevo e alla superstizione. Siamo piombati in una situazione dove si crea allarme se si sentono due cani abbaiare o se le temperature sono sopra la media stagionale. Ogni tuono durante un temporale diventa un allarme catastrofe. E' ora di finirla: e qui anche noi media dobbiamo giocare la nostra parte, per quanto ci è possibile. A noi spetta il compito di amplificare la nostra richiesta di aiuto alle istituzioni, di non spegnere i riflettori sul dramma che stiamo passando, di metterci a disposizione tutte le risorse che saranno necessarie per (provare a) ripartire. Non forniamo aiuto a nessuno scrivendo due righe su "nuova scossa 3.5 a Preci". Anzi, continuando a scrivere queste cose, rischiamo di allontanare ancora di più le persone che invece dobbiamo tornare ad attrarre con le nostre bellezze storico-architettoniche (le poche che si sono salvate, dopo i colpevoli ritardi seguiti alla scossa del 24 agosto), con i nostri paesaggi unici e con le specialità eno-gastronomiche che ci hanno resi famosi nel mondo. La scossetta l'abbiamo sentita tutti qui e più o meno tutti abbiamo l'app che ci dice in tempo quasi reale magnitudo ed epicentro. Non amplifichiamola.La crisi sismica che stiamo attraversando è la più importante dal 1703: è evidente che si è trattato di qualcosa di epocale. Ma proprio per questo dobbiamo renderci conto che le scosse che si stanno susseguendo rientrano nella normalità. Non sono ovviamente un tecnico, ma ho acquisito in questi giorni dialogando a lungo con studiosi decisamente ferrati in materia, elementi sufficienti per poter affermare che dopo un evento talmente forte come quello di domenica scorsa, le repliche, i cosiddetti aftershocks, si manifesteranno anche con magnitudo superiore al 4 di questa sera e potranno farlo per diverse settimane, forse mesi. Nel 1997 la crisi sisma durò quasi un anno. Si tratta di eventi che rientrano nella assoluta normalità dopo quanto si è verificato. Nessuna faglia nuova si è attivata, niente cavalieri dell'apocalisse in arrivo. Non possiamo conoscere ovviamente l'imponderabile ma dobbiamo affidarci alla scienza e a chi questi fenomeni li studia per mestiere da anni. Gli stessi che dopo L'Aquila ci avevano avvertito con precisione millimetrica che il terremoto avrebbe colpito poi a Norcia - Preci. Ci sono studi precisi (dei quali disponiamo e sui quali sta lavorando Francesca Testella) che pubblicheremo nelle prossime ore e che indicano come l'allerta era stata data con ampio preavviso. Sono studi scientifici. Non allarmismi probabilistici che chiunque di noi oggi come oggi potrebbe lanciare. Chiunque può scrivere un bel post su facebook "siamo convinti che nell'arco di 24-48 ore ci sarà un evento di magnitudo superiore a 3" e poi dire di averlo previsto. Viviamo in zona sismica e vi ripropongo la mappa completa della classificazione sismica dei Comuni marchigiani.Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo.Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 – “Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti Zona 2 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti Zona 3 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari Dei Comuni in provincia di Macerata, sei sono stati inseriti in fascia 1: Castelsantangelo sul Nera, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti e Visso. Tutti gli altri risultano inseriti nella zona 2.E' chiaro e evidente che con questa "bestia" dobbiamo imparare a convivere: viviamo in una zona altamente sismica. Che si "balli" spesso è non solo normale ma anche probabile. La paura è naturale ma per provare a tornare alla normalità dobbiamo esorcizzarla. E soprattutto dobbiamo pretendere che le nostre case siano ricostruite con severi criteri antisismici ed evitare che il sisma possa diventare una scusa per spogliare il territorio di servizi essenziali. Basta col terrorismo mediatico, non continuiamo a farci del male.P.S.: firmato uno sfollato
Visso si gemella con Recanati, nel nome di Giacomo Leopardi, che dal Colle dell'Infinito vedeva la montagna ora devastata dal terremoto. Presente il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo e il primo cittadino di Visso Giuliano Pazzaglini hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per progetti culturali e turistici tra le due realtà. A Visso fra l'altro sono conservati un centinaio di manoscritti leopardiani, fra cui gli autografi dell'Infinito e Alla Luna. "Viviamo giorni difficili, nei quali i marchigiani sanno dare il meglio di sé - ha detto Ceriscioli -. Ho trovato sindaci di grande forza di fronte all'emergenza e città come Recanati che hanno subito offerto aiuto''. L'idea del gemellaggio è sostenuta dall'azienda IGuzzini e da Adolfo Guzzini. A Natale, ha annunciato, ''porteremo qui la luce della speranza: una luce pulsante che dalla piazza principale del paese si leverà al cielo per far veder che a Visso ci sono vita, cuore e anima''.
Dopo Diego della Valle e la Tod's, anche Adolfo Guzzini e la sua azienda scendono in campo a sostegno della comunità marchigiana ferita dal terremoto. Guzzini ha annunciato oggi a Visso una donazione pari a 100.000 euro al comune, e altre azioni a supporto dell'economia locale.IGuzzini, impresa leader mondiale nel settore dell'illuminotecnica, sostituirà i tradizionali regali natalizi con prodotti alimentari della tradizione maceratese. In una fase più avanzata della ricostruzione, iGuzzini installerà nel centro della piazza di Visso una luce pulsante diretta verso il cielo, ''simbolo di un cuore vitale che continua a battere, e illuminerà la piazza e la Collegiata di Santa Maria''. (Ansa)
Difficile capire quanto possa tenere quel poco che è rimasto in piedi, ancor più difficile immaginare come verrà fatta la ricostruzione: ripartendo da zero o salvando il salvabile? Oltre al colpo d’occhio desolante, passeggiando per le vie del centro di Visso si rimane impressionati dal silenzio, rotto soltanto dal transito lento dei mezzi di soccorso e delle poche automobili a cui Vigili del Fuoco e Polizia concedono il passaggio. In larga parte sono persone che devono raggiungere Ussita ma anche chi vorrebbe controllare lo stato della propria abitazione.Lungo via Cesare Battisti troviamo una famiglia che qui aveva una seconda casa. Il sisma l’ha aperta sul davanti come se qualcuno l’avesse cannoneggiata. Due Vigili del Fuoco hanno provato ad entrare ma è stato impossibile tirar su le serrande “troppo pericoloso forzarle – ci dice uno di loro – e anche la porta è bloccata dal peso sovrastante, c’è il rischio che venga giù tutto”.Alcuni degli edifici rimasti in piedi, ma comunque seriamente lesionati, sono quelli che erano stati ricostruiti dopo il sisma del 1997. Dai tetti delle case file di tegole si sporgono pericolosamente nel vuoto, simbolo dell’equilibrio instabile che aleggia su quel poco che è rimasto del bellissimo borgo medievale.Luigi Bisesto, il poliziotto che ci scorta, ci dice di camminare al centro perché quassù lo sciame sismico si fa sentire con regolarità e “la notte scorsa una scossa ha fatto gelare il sangue a tutti”.A destra e sinistra una teoria di macerie e di antichi palazzi sulle cui facciate corrono fenditure profondissime. E’ così fino all’incrocio con Largo Filippo Corridoni, qui c’era un distributore, ora un intero edificio è crollato sopra le pompe di carburante e il risultato è uno scorcio quasi surreale.Impossibile addentrarsi oltre, via Giuseppe Rosi è transennata, e subito dopo l’arco medievale si scorgono detriti e massi: il cuore del borgo ferito a morte.Alle nostre spalle c’è un bar, entriamo nel pergolato, sedie e tavoli impolverati. Solo un pacchetto di sigarette e una bottiglia a testimoniare il passaggio dell’uomo.“Guardate qui - il poliziotto indica la vetrata - io li toglierei ma non ne ho il coraggio” sono due fantocci di pezza che sembra che se la ridano. Come dargli torto, mettono inquietudine, l’unica parvenza umana rimasta a Visso è impagliata ed esibisce un sorriso che sa di beffa. Non tocchiamo niente, ce ne andiamo con l’anima pesante.
Intorno alle ore 7:30 di questa mattina, le 19 persone appartenenti alle organizzazioni della Croce Bianca, Croce Rossa, Bacini montani e Corpo permanente dei vigili del fuoco, partite in serata da Bolzano, sono giunte nelle destinazioni di Visso, Fiastra e Tolentino.Queste località in provincia di Macerata, duramente colpite dal sisma, sono quelle individuate dalla precedentemente inviata squadra di ricognizione dell'Agenzia per la Protezione civile provinciale. Con questo viaggio, come spiega una nota dei vigili del fuoco, sono stati forniti i primi 10 container richiesti come aiuto. Attualmente il personale é impegnato nelle operazioni di scarico e montaggio dei container inviati (ANSA).
Il nuovo decreto sulla ricostruzione delle aree terremotate è stato finalmente approvato, salvo intese, questa mattina dal Consiglio dei Ministri, ma la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista per lunedì prossimo.
A quanto appreso i punti principali riguarderebbero innanzitutto la delimitazione del c.d. cratere del sisma e l’indicazione dei nuovi comuni ivi ricompresi, da aggiungere ai 62 già precedentemente inseriti nell’elenco.
Per quanto riguarda la popolazione dei luoghi terremotati invece, dovrebbero essere introdotte procedure semplificate per edifici con danni lievi per permettere il rapido rientro nelle abitazioni. Per chi non potrà tornare nella propria casa, in vista dell’avvicinarsi dell’inverno, il decreto prevederebbe che il Dipartimento della protezione civile acquisisca ed installi rapidamente i container in accordo con i Comuni circa le aree dove collocarli.
Per il patrimonio storico e culturale, i Comuni potranno procedere direttamente alla messa in sicurezza previa comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Introdotta la possibilità per i Comuni di assumere a tempo determinato personale di tipo tecnico ed amministrativo per il disbrigo dei procedimenti ed anche la Protezione civile e la struttura del Commissario straordinario alla ricostruzione saranno potenziate e rafforzate.
Quanto invece al ripristino della viabilità delle infrastrutture il compito di provvedervi spetta all’Anas. Il provvedimento dovrebbe intervenire anche sulla scuola disponendo misure urgenti per la prosecuzione delle attività didattiche.
Infine, sempre a quanto appreso, sarebbero stati stanziati circa 11 milioni di euro per la ripresa delle attività zootecniche.
"Ripartire al più presto con scuola e attività produttive per far tornare quanto prima possibile questi territori alla normalità. L'impegno della Regione Marche prosegue in costante confronto con le popolazioni colpite dal terremoto per affrontare l'emergenza e trovare insieme le migliori soluzioni per il territorio.Questo momento deve vederci tutti uniti, istituzioni e cittadini insieme, per ricostruire e tornare a vivere". Così il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, che ha accompagnato oggi nel maceratese la Presidente della Camera, Laura Boldrini. Presenti l'assessore alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti, Roberto Oreficini della Protezione civile nazionale, il consigliere regionale Francesco Micucci, il prefetto di Macerata Roberta Preziotti. (ANSA).
La presidente della Camera Laura Boldrini è arrivata stamattina nei luoghi colpiti dal sisma, prima a Ussita, luogo dove la presidente è solita passare le sue estati, a Visso e infine a Castelsantangelo sul Nera, luoghi duramente provati dagli eventi sismici degli ultimi giorni.''Questa è una scommessa che il Paese fa: questi paesi devono tornare a vivere, ma ci sono dei tempi. L'inverno qui è duro, arriveranno i container, ma ci sono dei tempi''. Così Laura Boldrini, parlando a Visso a quanto si apprende dall'ANSA. ''Si cercherà di venire incontro alle istanze delle persone, e una cosa deve essere chiara: nessuno vuole disattendere la volontà delle persone''.''Ho incontrato delle mamme, mi hanno detto 'cosa dobbiamo fare con la scuola', c'è preoccupazione su questo. So che c'è un team del Miur al lavoro per le verifiche di sicurezza, si cercherà di venire incontro alle esigenze delle persone, di continuare la normalità ma la scuola 'è' la normalità''. Questa la risposta della Boldrini, si legge ancora sull'ANSA, dopo aver parlato con le madri di alcuni dei 100 alunni di Visso, sfollati negli hotel della costa con le famiglie. La scuola è agibile, ma il paese è zona rossa."La politica non si divida. Ora al Senato c'è il Decreto per le scosse del 24 agosto, poi se ne dovrà fare un altro, perchè questo è un nuovo terremoto''. Ha detto la presidente della Camera durante la visita sui luoghi devastati dal sisma di domenica scorsa.Intanto, sempre da Visso, arriva l'annuncio che il 7 novembre, lunedì prossimo, a Montecitorio ci saranno 650 sindaci italiani, tra i quali quelli del cratere del terremoto, per parlare dei loro problemi e provare a dare delle risposte. ''Siamo in fase di approvazione della legge di Bilancio, è giusto sentire anche i sindaci'', ha detto la Boldrini.
Sono passati pochissimi giorni da quando due violente scosse di terremoto hanno cambiato per sempre la provincia di Macerata. Eppure, c'è la sensazione condivisa che i riflettori su quella che è senza ombra di dubbio una tragedia immane, si stiano già spegnendo. Forse si sono già spenti. Eppure, qui niente sarà più come prima.Il giorno dopo il terremoto di agosto, abbiamo mangiato amatriciane solidali anche per colazione, in ogni posto d'Italia. Dopo L'Aquila tutti i grandi artisti italiani hanno inciso anche una canzone. Oggi i fari sono accesi solo su Norcia e Cascia. Abbiamo visto decine e decine di volte le immagini delle suore che vengono accompagnate fuori. Non abbiamo visto un fotogramma su una Muccia devastata, su una Pieve Torina fantasma, su una San Severino a pezzi. Qualcuno vi ha detto che a Cessapalombo ci sono state intere frazioni isolate per giorni? Niente di tutto questo. E non cominciamo col solito buonismo e con le frasi di circostanza per cui "adesso non è il momento di fare polemiche" e "ora bisogna stare tutti uniti". Sì, tutti uniti ci stiamo. Noi cittadini e solo noi. Perchè altre attenzioni non ne vediamo. Certamente, non vogliamo pensare che Acquacanina o Muccia siano un bacino elettorale troppo esiguo, non sia mai. Francamente, delle visite "private" (che poi che senso abbia definire privata una visita di un capo di Stato) ce ne facciamo poco. Molto poco.E non dimentichiamoci che solo poche settimane fa, questi stessi territori avevano subito un altro durissimo colpo con l'apertura della superstrada fino a Foligno per via della quale paesi interi venivano tagliati fuori dal traffico veicolare, con le comprensibili conseguenze ricadute negative su un tessuto economico già fragile. Però, vuoi mettere... arrivare a Foligno e metterci un quarto d'ora di meno... Oggi la stragrande maggioranza di questi paesi non esiste più.Tutti i media aprono con "una forte scossa di terremoto è stata avvertita a Roma"... quasi che vien voglia di scusarsi coi romani se il terremoto ci ha devastato e si è avvertito anche nella capitale... Sentiamo dire troppo spesso "Meno male, non ci sono stati morti", quasi fosse una sorta di appagamento, una excusatio non petita, di fronte a un dramma che invece coinvolge migliaia di persone. E più calano le luci dei media, più cresce il numero della gente che per colpa di questo sisma ha perso la casa, la cosa più cara e a cui tutti siamo più legati nella vita. No, non ci sono stati morti. Ma c'è una provincia in ginocchio, devastata nel suo cuore più bello, distrutta non solo nelle macerie dei crolli ma anche nell'anima. Chi scrive è sufficientemente vecchio per ricordarne diversi di terremoti forti, ma, anche questa sensazione comune, come quello di mercoledì sera alle 21.18 non si era mai sentito prima. Siamo provati tutti, dagli anziani ai bambini che hanno visto cadersi addosso qualsiasi cosa nelle loro case: sono cicatrici indelebili nell'anima che non si potranno mai cancellare.E poi, inutile girarci intorno, c'è un entroterra che rischia molto concretamente l'estinzione. Il tempo che sarà necessario per ricostruire quanto è stato devastato, potrebbe essere letale per paesi dove l'età media è alta e di lavoro ce n'è sempre meno. Non solo Castelsantangelo, Ussita e Visso, ma Camerino, Muccia, San Ginesio, Ripe San Ginesio, Pieve Torina, Pievebovigliana, Treia, Serravalle, Matelica, Castelraimondo, Gagliole, Colmurano, Caldarola, Serrapetrona, Loro Piceno, Pollenza, Cessapalombo, Camporotondo, Belforte, Cingoli, Sarnano, Gualdo, Fiastra, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Pioraco, Sefro, Fiuminata, Monte Cavallo, Acquacanina, Bolognola, le stesse Tolentino e San Severino dove centinaia e centinaia di persone non hanno più una casa. E poi quella splendida Camerino, profondamente provata e ferita dal terremoto del 1997, capace di rialzarsi e ripartire, di creare un polo universitario di eccellenza in tutta Italia e nel mondo. E' quasi commovente lo sforzo immane del rettore Flavio Corradini nel cercare di diffondere tranquillità agli studenti e alle loro famiglie. Corradini, un rettore dinamico e "mediatico" è stato sempre attentissimo a fornire l'immagine più bella di Camerino e della sua Università, riuscendo sotto il suo rettorato a raggiungere probabilmente i migliori picchi di sempre per l'ateneo camerte, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo. Il rettore è persona profondamente intelligente e colta e sa che questo colpo sarà durissimo da assorbire per quella che è una fabbrica di cultura, ma anche un volano fondamentale e determinante per l'economia di tutto l'entroterra.L'Università di Camerino deve diventare il simbolo della forza della nostra gente, della capacità di rimboccarsi le maniche e di saper offrire qualcosa che non si trova da nessun'altra parte nel nostro Paese. Anche la cultura e la preparazione che offre Unicam non si trovano in nessun'altra Università: lo dicono dati nazionali, non certo noi giornalisti di provincia. E che nessuno pensi di strappare l'Università a Camerino: lì nasce tanti secoli fa e lì deve rimanere, sotto la guida illuminata di Flavio Corradini. Questa è una battaglia che porteremo avanti senza soluzione di continuità, perchè la provincia di Macerata deve continuare ad avere i suoi due poli di eccellenza universitaria, ognuno con le sue specializzazioni, ognuno con le sue peculiarità. La storia non si cancella: neanche un sisma devastante può cancellarla. E da quella storia oggi si deve ripartire, facendo dell'Università di Camerino il traino di una rinascita difficile, ma non impossibile per gente come noi.Stringe il cuore vedere tanti sindaci che lontani dalle luci della ribalta ma con le mani sporche e i capelli impolverati, si affannano per dare una mano ai loro concittadini, per infondere speranza, per provare a dare un pizzico di tranquillità. Sono veri "eroi", costretti ad affrontare un'emergenza imprevista e imprevedibile, senza più un ufficio, senza più nessuna certezza sul futuro della loro terra. Vicino non hanno avuto e non hanno nessuno. Devono combattere contro una burocrazia soffocante, contro un dramma sociale ed economico senza pari. Se dovessimo essere più realisti del re, non possiamo nasconderci dietro le frasi di circostanza e i meme sui social dove "ce la faremo" "ci riprenderemo" "non molliamo". Stavolta rialzarsi sarà dura: da Tolentino in poi c'è il rischio concreto dello spopolamento definitivo, dell'estinzione di perle rare e dal valore inestimabile. Un patrimonio immenso è stato perso per sempre, è sotto gli occhi di tutti. Già dopo le scosse di agosto, superando la burocrazia si sarebbe potuto salvare tanto. Non è stato fatto nulla e oggi non si può più tornare indietro. Per non parlare di edifici pubblici inaugurati non più di tre-quattro anni fa e oggi inagibili: quando saranno aperte le inchieste dalle procure per trovare i responsabili di certi scempi?Oggi dobbiamo urlarlo tutti insieme: nel cratere sismico siano inserite tutte, tutte le città e i paesi colpiti. Si faccia in fretta, si faccia subito. La nostra gente non chiede soldi. Chiede una parvenza di normalità. Siamo marchigiani, maceratesi, tignosi, ignoranti, ma fiaccati nell'anima e nel corpo. Non ci abbandonate.
“Al freddo ci siamo abituati, quando arriverà sapremo affrontarlo ma l’importante adesso è non andarsene da Visso” parla a ruota Alessandro Morani, 42 anni, il terremoto gli ha portato via la casa e il negozio di telefonia ma di spostarsi sulla costa non ne vuol sapere.Lui è tra quelli che Visso non la lasceranno mai, gli appelli a spostarsi tutti sulle strutture ricettive della costa sono stati inutili “la transumanza delle persone è finita - ci dice convinto - ora ci siamo adattati all’interno di alcune roulotte quasi senza servizi, quindi chi di dovere si sbrighi a portar su prima i container e poi le casette di legno”.Sono in tutto non più di 15 quelli che hanno declinato “l’invito obbligato del Governo” a trasferirsi al mare, la montagna ce l’hanno dentro, il rapporto con questa terra è fisico, rimangono quassù giorno e notte perché “c’è tantissimo da fare, nessuno come noi conosce queste zone, né i Vigili del Fuoco né l’Esercito. Poi non deve passare il messaggio che da qui vogliamo soltanto andarcene tutti e non tornare, un atteggiamento rinunciatario che rischia di far dilatare i tempi della ricostruzione, perché se tra dieci anni staremo ancora nelle casette di legno questa classe dirigente dovrà vergognarsi”.Per entrare a Visso anche solo per vedere se una casa è ancora in piedi occorre prima registrarsi dai Vigili del Fuoco. Al massimo entrano cinque persone per volta, ad aspettare c’è anche Fabio Cerri il titolare della pasticceria Vissana. Alloggia in una struttura ricettiva a Civitanova, fino a sabato tutte le mattine alle 6:30 tornava quassù per riaprire e dare un minimo di assistenza ai ragazzi rimasti e ai volontari. “Dopo la scossa di domenica mattina , ci dice con rammarico - devo tenere chiuso, non ci voleva. Il bar era diventato quasi un punto di aggregazione per tutti, avevamo come la sensazione che il paese fosse ancora vivo nonostante tutto. Ora non c’è più niente”Anche Fabio Cerri vorrebbe un container per riaprire l’attività e soprattutto per ridare un minimo di servizio alle tante persone che stanno lavorando tra le macerie di Visso.In fila ad attendere per entrare nel borgo c’è Mirko Loretoni e la sua mamma. “Vengo su tutti i giorni – ci dice - mi hanno portato sulla costa ma la mia terra è questa. Io sono un non vedente, qui io avevo la mia mobilità e la mia autonomia perché col bastone bianco giravo Visso da capo a piedi. Sulla costa mi sento come carcerato. E’ inutile, è questa la mia terra”.E’ l’ora di pranzo, i montanari si danno da fare. Un ragazzo prende sulle spalle due tavoli, un altro le sedie. L’acqua sta bollendo sopra ad un falò acceso dentro ad un barile. La resistenza passa anche attraverso le abitudini culinarie, tagliatelle oggi “al pesce noi preferiamo il tartufo, poi ovviamente ciauscolo, i prodotti della nostra terra”.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, sarà domani nelle Marche e in Umbria per visitare alcuni dei centri più gravemente colpiti dalle nuove scosse dei giorni scorsi.Accompagnata dal capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, Boldrini giungerà alle 10 a Uscita in elicottero, dove troverà ad attenderla il commissario Vasco Errani. Si dirigerà poi in macchina verso Visso prima e Castelsantangelo sul Nera, poi.Si sposterà poi in territorio umbro.In ognuno dei Comuni la presidente della Camera incontrerà la cittadinanza, i sindaci e le autorità locali, il personale della Protezione Civile e degli altri corpi dello Stato, insieme alle volontarie e ai volontari impegnati nell'opera di soccorso.
L’AEEGSI, a seguito degli eventi sismici del 26 e 30 di ottobre del 2016 che hanno colpito tutto il maceratese, ha disposto la sospensione del pagamento delle bollette per la fornitura di energia elettrica, gas e quelle relative al servizio idrico integrato.“Mi preme ringraziare tecnici e operai – dice il Presidente dell’AAto 3 Francesco Fiordomo – che in questi giorni drammatici stanno lavorando incessantemente per garantire il servizio idrico. Le aziende di gestione operanti nel territorio montano (ASSEM di San Severino Marche e ASSM di Tolentino), in stretto coordinamento con le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la Protezione Civile si sono prontamente attivate per garantire un adeguato livello dei servizi idrici, non solo nei comuni direttamente gestiti ma in tutte le realtà duramente colpite dal terremoto”.Dal 31 ottobre è stato messo fuori servizio l’Acquedotto del Nera per un eccessivo intorbidimento delle acque, in attesa che l’acqua torni limpida. Tra oggi e domani l’Acquedotto verrà ripristinato. Questa è la situazione nei vari comuni I Comuni di Tolentino, Caldarola, Camporotondo, Cessapalombo e Serrapetrona non rilevano problemi di approvvigionamento idrico né sono state emesse ordinanze di non potabilità dell’acqua.Non si riscontrano criticità di approvvigionamento idrico né di non potabilità nei Comuni di Montecavallo e Fiordimonte e Serravalle del Chienti.Nei Comuni di Castelsantangelo sul Nera ed Ussita è stato chiuso l’acquedotto pubblico ma i Comuni risultano totalmente evacuati.Nel Centro storico del Comune di Camerino (comunque totalmente evacuato), per ordine del COC (centro operativo comunale) è stata sospesa la distribuzione idrica al fine di evitare rotture ed allagamenti. Non si rilevano ulteriori criticità negli altri quartieri del Comune.Per i Comuni di Belforte del Chienti e Pievetorina si riscontrano criticità nell’approvvigionamento a causa di perdite che ancora non sono state identificate e quindi non è stato possibile ripararle. I serbatoi sono vuoti (per Pievetorina n. 3 serbatoi risultano anche lesionati) e nelle prossime ore potranno presentarsi casi di assenza di acqua nelle abitazioni. Attualmente la risorsa idrica è assicurata alla popolazione tramite la fornitura di acqua imbustata e bottiglie di acqua minerale.Nel Comune di Visso è stata emessa un’ordinanza di non potabilità. L’acqua è garantita nel campo di accoglienza da n. 2 autobotti e da una fornitura di acqua imbustata e bottiglie di acqua minerale.Nei Comuni di Fiastra, Pievebovigliana e Sefro non si riscontrano criticità di approvvigionamento ma si riscontrano problemi di qualità dell’acqua. La distribuzione è assicurata dalla fornitura di acqua imbustata e bottigliette di acqua minerale.Nei comuni di San Severino Marche, Castelraimondo, Fiuminata, Gagliole e Pioraco non si riscontrano problemi di approvvigionamento. Si evidenzia un intorbidimento dell’acqua proveniente dalla sorgente San Chiodo che tuttavia, a seguito delle analisi del 31.10, non ha compromesso la potabilità dell’acqua.
''Qui sta crollando tutto, e quello che non crolla è pericolante: il paese sembra raso al suolo. Per fortuna l'ultima famiglia, che aveva la casa agibile, e l'ultimo albergatore si sono convinti ieri ad andare via: restano 5 allevatori, che non possono allontanarsi dal bestiame''. Così il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci dopo la scossa 4.7 di oggi. ''Servono con urgenza tensostrutture per le stalle, e un container per il Municipio: ora siamo in tenda a 2 gradi sotto zero''.''La scossa di stamani è stata fortissima, il maresciallo dei carabinieri mi dice che ci sono stati altri crolli in paese, e si vede del fumo''. Così all'ANSA il sindaco di Ussita (Macerata) Marco Rinaldi, dopo il sisma registrato poco prima delle 9. ''E' un calvario, non finisce mai'', aggiunge. ''Ieri sera sono sceso a Porto Recanati per incontrare i miei sfollati negli alberghi: la scossa me l'ha raccontata in diretta al telefono un allevatore. Ora cerco di andare su, ma le strade sono un disastro". Crolli anche a Visso.