E' sempre stato uno dei sindaci maggiormente in prima linea e ha spesso fatto sentire la sua voce, talvolta anche critica nella gestione post terremoto. Giuliano Pazzaglini, primo cittadino di Visso, ha cercato e cerca di tenere l'attenzione alta sulla questione della ricostruzione e sui tanti, troppi ostacoli che la stessa sta trovando.
Pazzaglini, nel giorno di Pasquetta, ha affidato le sue riflessioni a un post sulla sua pagina facebook dove sottolinea come per ripartire veramente manchi il coraggio. In Tante situazioni.
"Terremoto: spesso mi chiedono cosa manca a questa ricostruzione. Secondo me manca il coraggio...
Il coraggio di fare la cosa giusta... La priorità" dice Pazzaglini "non è aiutare le persone... la priorità è la legalità (come se fosse stato un problema nelle nostre zone)... quindi non conta fare le stalle, le case, i negozi, le messe in sicurezza in tempi brevi... conta solo seguire le procedure corrette...
Il coraggio di prendere atto degli errori e se serve ricominciare... visto lo scenario creatosi dopo le scosse di ottobre bisognava resettare tutto e cambiare radicalmente impostazione... non provare a riadattare un modello troppo macchinoso per lo scenario di devastazione a cui doveva rimediare...
Il coraggio di prendersi le responsabilità... non si può bocciare un'area SAE perché il progetto che ha realizzato la diga che metteva in sicurezza l'area dopo l'alluvione del 2003 si chiama "ripristino"... il nome è dato dall'intervento prevalente ma non significa che non si sia fatto altro... e non significa che l'evento si possa ripetere perché il progetto è di ripristino...
Il coraggio di gettare il cuore oltre l'ostacolo...La Valnerina, le altre strade, le nostre montagne, dovevano essere riaperte subito...
Il coraggio di dire come stanno le cose... Per partito preso, per interesse, per campanilismo, e per altri motivi...
Il coraggio di farsi aiutare... Non si sarebbe trattato di una bocciatura, anzi, consentire di portare un contributo a chi in condizione di farlo sarebbe stato un risultato di cui andare fieri, non un'ammissione di inadeguatezza... nessuno può uscire da una crisi devastante come l'attuale facendo tutto da solo quindi consentire a tutti di aiutare significherebbe dimostrarsi all'altezza del compito... perché come c'è sempre chi fa da zavorra anche in situazioni del genere c'è anche chi vuole aiutare... paradossale è che chi vuole aiutare spesso è di fuori e chi frena è delle nostre zone (fortuna che sono pochi), ma è e sarà sempre così quindi arrivo all'ultimo coraggio...
Il coraggio di andare avanti, con la consapevolezza che molto non sarà uguale al passato ma che ne varrà ugualmente la pena... per quanto sarà faticoso...
Grazie a tutti quelli che questo coraggio lo hanno già o che lo troveranno a breve...".
I paesi del Centro Italia feriti dal terremoto rivivono nelle uova di Pasqua artigianali realizzate da pasticceri di Visso e Tolentino.
La strada principale di Amatrice sormontata dal campanile, la Rocca di Arquata del Tronto, Castelluccio di Norcia con sotto la fioritura, il castello di Caldarola, Tolentino, Visso e San Severino: alcuni scorci non esistono più, ma sono dipinti, belli come prima, su un uovo alto 1,20 metri, esposto nella pasticceria 'Mimosa' di Tolentino e creato dal titolare Roberto Cantolacqua, l'unico appartenente nella provincia di Macerata all'Accademia dei Maestri Pasticceri d'Italia. L'uovo è stato dipinto con colori alimentari da Marisa Rocci. E' invece un uovo-scultura dedicato a Visso quello creato da due giovani pasticceri Francesco Flammini e Stefano Rullo. E' stato realizzato a Tolentino, ma su iniziativa di un imprenditore è è ora esposto nella gioielleria Vhernier a Milano (ANSA).
La Svila continua la sua resistenza sul territorio di Visso. Tra terremoto e neve, negli ultimi mesi è stato difficile portare avanti la produzione di pizze surgelate nonostante la volontà di dirigenti e dipendenti di lavorare
L’azienda multinazionale dopo il sisma del 30 ottobre aveva chiuso le porte per circa tre settimane per sistemare la linea dei macchinari (leggi qui). La rapida ripartenza ha rappresentato la voglia di non arrendersi e di dare stabilità ai tanti terremotati che lavorano nello stabilimento di Visso. I molti sfollati hanno potuto raggiungere il luogo di lavoro grazie a dei pullman messi a disposizione dalla Svila.
Purtroppo l’inverno, soprattutto la neve, ha dato un altro duro colpo all’azienda di Alexander Palermo (leggi qui). Martedì 17 gennaio lo stabilimento ha dovuto fermare di nuovo la produzione e mandare tutti a casa a causa dell’isolamento causato dalla coltre bianca caduta incessantemente sulla strada. Inoltre le scosse di gennaio hanno causato altri danni nei laboratori.
Nonostante questa odissea produttiva, la Svila non ha smesso di progettare il suo futuro a Visso, nel cuore del sisma. Ieri alla presenza di operai, dirigenti, autorità civili e religiose è stato posto il primo mattone per l’ampliamento dello stabilimento con una mensa per gli operai e per continuare a rendere viva questa terra, renderla produttiva. Un gesto forte che dona speranza.
Ricominciare dandosi subito da fare con forze proprie, è quanto stanno facendo tantissime persone nel nostro territorio dopo gli eventi drammatici del sisma e questo è anche il “diktat” informale che accomuna le imprese che hanno subito danni.
E’ quanto ha fatto anche la Vissana Salumi di Visso, una delle aziende del territorio più colpite, con coraggio e grande spirito di iniziativa (elementi fondanti del modello imprenditoriale marchigiano) non solo ha ripreso l’attività produttiva ma ha apertolo scorso sabato 8 aprile un nuovo punto vendita in via Velluti 42 a Piediripa, in cui è possibile acquistare i prodotti tipici alimentari che da sempre contraddistinguono e sono l’espressione di valore del nostro territorio.
Un messaggio proposito che dà speranza e ci invita a “trasformare” l’inevitabile sconforto in energia per guardare avanti e continuare a pensare al futuro partendo dalle nostre tradizioni.
Una sequenza sismica che arriva dopo un periodo di calma apparente sta riportando forte apprensione nel cratere. Oltre dodici eventi di magnitudo superiore a 2 in meno di tre ore, tra le tutti con epicentro nella zona di Fiastra e Fiordimonte, con eventi chiaramente avvertiti dalla popolazione come quello delle 16.35 di magnitudo 3.6, delle 16.45 di magnitudo 3.4, delle 17.02 di magnitudo 3.1, un altro 3.6 alle 19.04, hanno creato inevitabile preoccupazione. E inevitabilmente, si cerca di saperne di più dagli esperti. Tante le domande rivolte al geologo Emanuele Tondi e al sismologo Alessandro Amato, forse i due maggiori esperti in Italia di terremoto, che hanno spiegato all'unisono il loro punto di vista su quanto sta accadendo.
Il professor Tondi ha detto di "leggere con attenzione quanto ha scritto Alessandro Amato dell'INGV per la zona di Barrete (Aq) due giorni fa, perché vale anche per Visso e Fiastra. La zona è sempre quella destabilizzata dai forti eventi di fine ottobre 2016, quindi sono da considerarsi aftershocks. La sequenza nel suo complesso è in diminuzione e piccole, temporanee riprese sono possibili. L´importante è che siano piccole e temporanee, perché non se ne può più...".
Alessandro Amato, infatti, il 9 aprile aveva affermato "c'è stata una piccola (fisiologica) ripresa di attività nell'aquilano, intorno a Barete, con un evento di magnitudo 3.5 (alle 3:52) e altri minori. L'area interessata rientra in quella più ampia attiva da agosto 2016, in particolare nel settore meridionale, quello che ha avuto i quattro eventi di M5-5.5 il 18 gennaio. Si tratta quindi tecnicamente di "aftershocks", in uno dei picchi di attività che ci sono sempre in queste lunghe sequenze. Come detto in altre occasioni, la sequenza è ancora in corso e durerà a lungo, con un andamento generale di diminuzione del numero degli eventi e oscillazioni in più e in meno. La probabilità di altri eventi forti diminuisce ma non sarà mai zero, neanche tra dieci anni quando la sequenza sarà finita".
Quindi, niente panico perchè la sequenza rientra nella normalità, ma sempre attenzione perchè la sequenza stessa sembra ben lontana dall'essere terminata.
I consiglieri nazionali del Psi delle Marche hanno presentato al consiglio nazionale del partito un ordine del giorno, approvato all'unanimità, sul terremoto. Nel documento si impegna il segretario e vice ministro Riccardo Nencini a intervenire in particolare sul Governo per "sollecitare i commissari a riscrivere decreti e ordinanze più chiare e di semplice lettura e superare le difficoltà burocratiche causate anche da ordinanze complicate e di difficile interpretazione", rendere "più rapidi i provvedimenti e superare gli attuali ritardi per istallare le circa 2.500 casette e le 1.400 stalle programmate" e "emanare subito provvedimenti in favore delle finanze comunali per non fare andare i Comuni in dissesto finanziario causa il mancato introito di tributi sospesi per il terremoto". L'odg, presentato tra gli altri dall'assessore regionale al Turismo e Cultura Moreno Pieroni e dal segretario regionale del partito Maurizio Cionfrini, è stato illustrato da Dario Conti, ex sindaco di Camerino (ANSA).
''Ricominciare dandosi subito da fare con forze proprie è quanto stanno facendo tantissime persone nel nostro territorio dopo gli eventi drammatici del sisma e questo è anche il 'diktat' informale che accomuna le imprese che hanno subito danni''. Lo dice la Confindustria di Macerata, che annuncia che una ''una delle aziende più colpite dal terremoto, la Vissana Salumi di Visso, con coraggio e grande spirito di iniziativa non solo ha ripreso l'attività produttiva ma aprirà sabato 8 aprile un nuovo punto vendita a Piediripa''.
Sarà possibile acquistare i prodotti tipici alimentari, come il Ciauscolo di Visso a marchio Igp, ''che da sempre contraddistinguono e sono l'espressione di valore del nostro territorio. Un messaggio che dà speranza e ci invita a 'trasformare' l'inevitabile sconforto in energia per guardare avanti partendo dalle nostre tradizioni''.
Soltanto pochi giorni fa la notizia della visita di Carlo e Camilla di Inghilterra in Italia lasciava sperare in un aiuto (leggi qui) per tutti i territori gravemente colpiti dal sisma. Ma in sette mesi si è radicata una regola che anche questa volta ha dettato legge: il territorio maceratese non è protagonista del terremoto. Così anche in questo caso, sebbene i reali d’Inghilterra abbiano degustato i nostri prodotti e promesso aiuti, la notizia di oggi è che Carlo donerà 3 milioni ad Amatrice.
Sembra che il territorio maceratese soffra di invisibilità. Come se la situazione nei paesini dell’alto maceratese sia migliore di altri posti, dimenticando che l’epicentro del 6.5 del 30 ottobre è stato a Castelsantangelo sul Nera. Insito, probabilmente, nel DNA di queste persone che abitano la zona dei Monti Sibillini è l'evitare polemiche per passare invece subito ai fatti.
Così, il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, ha dato un segnale concreto proprio di questa mentalità, dello spirito di chi non molla nonostante l’indifferenza dei media e di chi ha potere; poche ore fa il primo cittadino di Visso ha pubblicato su Facebook un post per annunciare la collaborazione tra il suo Comune e quelli di Castelsantangelo, Ussita e Preci nata ieri, con un incontro proprio nella cittadina umbra, una piccola galanteria visto che gli altri tre sono marchigiani.
La motivazione di questa unione sta nel fatto che “per poter sostenere le proprie ragioni occorre mettere insieme più realtà... in questo caso poi parliamo di realtà che hanno in comune molto di più dei danni del terremoto visto che si tratta di un territorio omogeneo per conformazione, densità abitativa, storia, prodotti e ambiente” come dichiara Pazzaglini. “Il primo passo è stato quello di inviare una lettera al Ministero dell’Ambiente per chiedere un incontro. Parliamo una sola lingua, con una sola voce in modo tale da avere più forza”. L’obiettivo è quello di avere una ricostruzione condivisa e il rilancio di questo territorio: i danni subiti in questi Comuni non sono di un livello inferiore rispetto agli altri. "Abbiamo visto raccolte importanti per Norcia e Amatrice e l’essere sempre esclusi da questi benefici non aiuta, anzi, potrebbero far morire le nostre realtà".
Quattro sindaci, oltre a Pazzaglini anche Falcucci, Rinaldi e Bellini, che “ancora una volta hanno dimostrato di non rassegnarsi al destino (e forse anche al disegno di qualcuno) avverso” e che faranno di tutto per ridare nuova vita a queste terre".
"Alla base di tutto ciò c'è un errore" spiega Pazzaglini: “Hanno nominato un commissario per la ricostruzione sei mesi fa in una fase di emergenza ancora alta e prima delle scosse del 26 e del 30 ottobre. Lo scenario è cambiato il sistema no e quindi c’è stato un intasamento, si è creato un circolo vizioso dal quale lo Stato non riesce ad uscire. Anche se a volte c’è la sensazione che ci sia la volontà di lasciarci morire, io voglio essere ancora ottimista, voglio credere che sia il problema a monte di una cattiva gestione ad avere creato tutto questo caos. Non ci sono arrivate le stalle, non abbiamo le casette ma ancora macerie”.
Così la ricostruzione sembra lontana nel tempo e la cosa migliore, secondo il sindaco di Visso, è fare in modo che questa venga gestita dai Comuni e che la Regione e lo Stato vigilino, come in teoria sarebbe più logico che funzionasse.
Non è un’unione per gridare cosa non va, ma voler mettere insieme forze diverse per fare proposte concrete: “Non serve lamentarci, è necessario agire per fronteggiare la mole di lavoro che abbiamo di fronte”.
Gli studenti dell'Ipsia "Ercoli" di Camerino (sezione del Pocognoni di Matelica) grazie al progetto "La Biodiversità degli Appennini" curato dal Professore Augusto Vagnoni, docente di Matematica e grande appassionato delle nostre montagne e dalla Guida AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) e Biologo Simone Gatto del "Camoscio dei Sibillini - Escursioni e Trekking" di Ussita, nonché ex loro docente di Scienze, sono potuti finalmente tornare ad assaporare il sapore delle cime deglii Appennini dopo gli eventi sismici.
Anche se molti di loro provengono da Comuni fortemente colpiti dal sisma come Camerino, Pieve Torina, Fiastra, Bolognola, Visso, Ussita, l'amore che hanno per queste montagne e il valore personale che gli danno non è cambiato.
Gli studenti, complice anche il tempo clemente, hanno passato una splendida giornata scoprendo le vette e le foreste secolari della Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e Canfaito.
La storia inizia con Fabio Cerri e la moglie Lina che nel 2005 a Visso hanno aperto la pasticceria - panificio L'Albero del Pane. Un’attività che piano piano ha dato i suoi frutti fino a diventare una solida realtà del tessuto economico con sette dipendenti e l’agenda piena di consegne da effettuare.
Con le scosse del 26 e del 30 ottobre tutto è crollato, tranne l’amore per questo lavoro, per il proprio paese e la voglia di ricominciare. L’albero del Pane è rimasto confinato nella zona rossa, tutto inagibile con arredo e macchinari rimasti sotto le macerie, solo poco si è potuto salvare, quel poco che basta per non perdere le speranze.
Gli aiuti statali sono sempre stati un miraggio più che una realtà, come tutti anche Fabio e Lina hanno dovuto arrangiarsi per ricostruire il proprio futuro, per dar nuova linfa al loro Albero del Pane; così hanno chiesto aiuto al mondo con il crowdfounding, donazioni in cambio di buoni per pizza e pane, aiuti per riaprire la pasticceria panificio e dare un piccolo ma grande segnale che a Visso la vita non è finita, che è possibili rinascere da quel cumolo di macerie che è ancora lì a ricordare a tutti quanto male ha fatto il sisma e quanto male fa l’inesistenza dello Stato.
Il mondo ha risposto. L’Albero del Pane riapre lunedì 10 aprile; l’inaugurazione sarà alle 15.30 nel locale in via Cesare Battisti. Una festa per tornare ad assaporare la freschezza ogni mattina, un profumo familiare che tornerà a percorrere le vie del piccolo borgo di Visso.
Il crowdfounding è ancora aperto e chi volesse può fare la donazione attraverso questo link.
"Questo è un ultimatum al governo: o entro una settimana incontreremo a un tavolo il governo, i capigruppo di Camera e Senato e il commissario Vasco Errani oppure bloccheremo l'Italia: basta parole, vogliamo dei fatti". E' il messaggio lanciato nel corso di un presidio davanti a Montecitorio dai comitati delle zone terremotate del centro Italia, tra cui 'Quelli che il terremoto' e 'La terra trema noi no'. Arrivati con fischietti e striscioni, dicono, dalle 4 regioni colpite in rappresentanza di 131 comuni, i portavoce del presidio lamentano scarsa concretezza nella macchina della ricostruzione: "Ci manca una casa, ci manca una prospettiva, non c'è informazione. Nulla è operativo, i decreti non sono attuativi - spiegano - manca la volontà. In sette mesi hanno portato 25 container travestiti da casette, e hanno fatto pure la sfilata. Non ci sono gli aiuti alle imprese. La scorsa settimana Gentiloni ha parlato di cose che non esistono: il miliardo l'anno nel decreto non c'è. Siamo stanchi di parole: se non otterremo risultati concreti bloccheremo il Paese".
La manifestazione (dal titolo 'La ri-scossa dei terremotati'), riferiscono i portavoce, si è svolta in contemporanea in 10 Comuni del cratere: "Tutta Italia è solidale con noi, vogliamo un cronoprogramma ufficiale - dicono ancora al microfono - Non ci dite che non ci stanno i soldi, perché per le banche i miliardi sono stati trovati in una notte. Hanno assunto 30 persone alla presidenza del Consiglio. Queste persone non meritano più rispetto, noi non vi amiamo, vi vogliamo mandare a casa, ridateci i nostri soldi". Tra le felpe di Amatrice e Accumoli e le magliette 'Daje Marche', c'erano striscioni contro la rivista Charlie Hebdo (che pubblicò una discussa vignetta sul terremoto), o 'Abbandonati da 37 mesi senza casa, lavoro e soldi'. In piazza anche dei figuranti in abiti dell'Antica Roma: "Noi - si legge nel loro cartello, abbiamo costruito il Pantheon in 330 giorni: voi in 7 mesi che avete fatto?".
I manifestanti hanno bloccato la SS 'Salaria' a Trisungo, frazione di Arquata del Tronto, dove c'erano circa 200 persone. Oltre ai terremotati del luogo e di Acquasanta Terme erano presenti delegazioni di Castelluccio, Cascia, Samugheo. Rispettate il nostro dolore e le vostre promesse", "Non molliamo", "Arquata vive", "Arquata non muore" le scritte su striscioni e cartelli. I manifestanti hanno portato un trattore, ma qualcuno ha collocato lungo la strada anche un tavolo con delle sedie. Sul luogo polizia, carabinieri e polizia municipale.
"Sono solidale con la protesta in corso in queste ore nei luoghi del cratere sismico". Lo dice all'ANSA il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci -. Una protesta che condivido, contro un'eccessiva burocratizzazione del sistema che è alla ricerca di una procedura perfetta e, intanto, la mia terra muore". Una protesta - aggiunge - "contro la miriade di procedure per i moduli commerciali, che non possono essere evase. Contro l'enormità degli atti necessari per procedere alle demolizioni". In qualità di presidente dell'Unione Montana Marca di Camerino (Comuni di Fiastra, Serravalle del Chienti, Muccia, Pieve Torina e Camerino), Gentilucci intanto ha scritto al prefetto di Macerata Roberta Preziotti per evitare l'ulteriore spostamento degli sfollati dai camping e hotel della costa.
Intanto, proprio stamattina è iniziata la demolizione della scuola di Pieve Torina, dove si si comincia a pensare alla ricostruzione. "C'è speranza che la nuova scuola possa essere pronta per il 12 settembre, ospiterà 120 ragazzini - dice il sindaco Alessandro Gentilucci -. Intanto stiamo lavorando per il primo step della nuova sede. Abbiamo anche iniziato a ridurre la zona rossa".
"Invito i colleghi sindaci dei Comuni veramente terremotati della provincia di Macerata a restituire insieme a me le fasce tricolori al prefetto perché è impossibile pagare le ditte che hanno eseguito per le amministrazioni comunali lavori anche importanti". E' l'appello di Luca Giuseppetti, primo cittadino di Caldarola (Macerata), il cui territorio "è zona rossa al 60%, di cui il 90% pesantemente danneggiato". "Ci siamo sobbarcati i problemi dei cittadini e anche delle imprese - si sfoga con l'ANSA nel giorno della protesta dei comitati dei terremotati -. Qui ci sono delle aziende locali che hanno fatto lavori importanti per la preparazione delle aree per le casette". "Il Comune ha fatto delle anticipazioni di cassa, ma le nostre risorse sono limitate - spiega -, avremo dato sì e no il 10% delle somme dovute. Se lo Stato non interviene, queste ditte andranno 'a zampe all'aria. Finora ci sono stati soldi solo il Cas e per l'ospitalità degli sfollati".
Tutto pronto domani per la "Ri-scossa dei terremotati", la manifestazione a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma organizzata dai comitati 'Quelli che il terremoto' e 'La terra trema noi no'. L'appuntamento è per le 10 a Roma in piazza Montecitorio e nei diversi punti di ritrovo predisposti nel cratere.
I cittadini di Rieti, Torrita, Grisciano,Trisungo, Visso, Pieve Torina, Salvalagli di Gagliole, Tolentino, Porto Sant'Elpidio e L'Aquila, saranno presenti nei diversi stalli per dare vita "a una protesta pacifica, ma determinata nel richiedere un cambio di passo nella gestione del post sisma - spiegano gli organizzatori - E non si è fatta attendere la risposta degli italiani che in poche ore hanno affollato la pagina ufficiale dell'evento, 'Terremoto centro Italia', con le immagini del logo e striscioni dell'evento comparsi un po' ovunque. Da registrare anche gli endorsement politici di Di Maio, Meloni e Lega che su Fb hanno condiviso il video di presentazione della manifestazione, facendo schizzare le visualizzazioni a 200mila, raggiungendo quasi 700mila persone".
Sabato primo aprile il Comitato Spontaneo "Quelli che il Terremoto" e il Comitato "La Terra Trema noi no" scenderanno uniti in piazza a Roma ed in altri stalli lungo il cratere "per denunciare i ritardi, le lacune, l'assenza di una gestione puntuale ed efficace che negli ultimi 7 mesi ha aggravato la ferita invece di sanarla".
Per dare ulteriore voce alla protesta, e anche per sensibilizzare i cittadini a partecipare alla manifestazione, è stato realizzato anche un breve video.
"Dateci una mano, condividete questo video, #insiemejelafamo #laterratremanoinonoi non ci stiamo a venire dopo, ad essere sacrificabili, ad abbandonare le nostre terre. Questa lentezza, la burocrazia, stanno soffocando ogni speranza di rinascita.Sabato 1 aprile i comitati spontanei “quelli che il terremoto” e “la terra trema, noi no” manifesteranno a Roma: l’appuntamento è davanti a piazza Montecitorio, alle 10. Saremo presenti anche in 10 punti di raccolta lungo il cratere per denunciare la situazione vergognosa del centro italia.Ci Hanno detto non vi lasceremo soli, ma lo hanno fatto: nella maniera peggiore. Aiutateci a ad amplificare la nostra voce, condividete questo video, andate punti di raccolta più vicini a voi esponete gli striscioni di sostegno in ogni città e paese d’italia. Il cuore dell’italia vuole tornare a battere".
La manifestazione si svolgerà a partire dalle 10 a Montecitorio e nei 10 stalli individuati (Amatrice, Pieve Torina, Trisungo, Grisciano, Norcia, L’Aquila, Visso, Salvalagli di Gagliole, Tolentino e Porto Sant’Elpidio), dove le popolazioni si raccoglieranno per dar voce a questa protesta, pacifica, ma determinata al fine di chiedere un netto cambio di marcia nella gestione del post-sisma.
In numerose città italiane verranno esposti – in segno di solidarietà – gli striscioni dell’evento.
Dai Monti Sibillini al Conero, passando per Loreto. E' l'avventura dei ragazzi della scuola media di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera che a causa del sisma hanno trovato ospitalità presso una struttura della città mariana per poter concludere l'anno scolastico.
Si tratta di un'esperienza didattica integrata nel progetto "Respiro di un territorio" per far conoscere le peculiarità del nuovo contesto. Una trentina di ragazzi accompagnati dai docenti hanno esplorato la natura del Conero. "Dopo un primo assaggio presso il centro visita del Parco - racconta il presidente Gilberto Stacchiotti -, il gruppo è stato accompagnato lungo un percorso ad anello che da San Pietro li ha portati ad ammirare il panorama dal belvedere nord e a conoscere i segreti delle incisioni rupestri. Una breve sosta ai Piani di Raggetti è stata occasione per dare uno sguardo verso gli Appennini e cercare di ritrovare i Sibillini dove è situata la loro scuola. "Il Conero per un giorno è stato la loro aula nel verde". (Ansa)
"A cinque mesi dal terremoto la forma prevale ancora sulla sostanza" così il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini commenta amareggiato ed arrabbiato la situazione in atto nel suo Comune che ha l'80% della popolazione sfollata.
E chiarisce quanto scritto nel dettaglio in un post facebook in merito ai molteplici problemi che si trova a dover affrontare a distanza di mesi dal sisma che ha devastato il suo comune. Innanzitutto riguardo alla collocazione delle casette per i privati: "purtroppo nonostante siamo stati il primo comune per cui la Regione Marche ha inoltrato l'ordine, le notizie non sono molto positive. Delle quattro aree originariamente individuate ne sono state bocciate tre, poi parzialmente recuperate grazie all'impegno di mettere in sicurezza dei fiumi ma il vantaggio che avevamo è stato parzialmente eroso, se non annullato. Ad oggi siamo riusciti ad approvare solo 3 layout per 120 casette complessive, tempo massimo da contratto per la consegna 25 luglio (riporto a memoria ma sono piuttosto sicuro di ricordare bene). Le rimanenti 100 verranno ripartite su 3 ulteriori aree che a breve esauriranno l'iper di approvazione con tempi di consegna ipotizzabili per agosto".
Specifica sul punto che la burocrazia prevale sulla realtà sostanziale in quanto il diniego - tra l'altro ancora non comunicato formalmente ma del quale la notizia è stata quasi "estorta" per disperazione dal primo cittadino per conoscere la sorte dei propri cittadini sparsi qua e là negli alberghi - parrebbe essere giustificato dalla circostanza che anni fa, all'epoca di un'alluvione nella zona, al sindaco era stato richiesto un intervento di ripristino dei luoghi e non di messa in sicurezza, anche se in realtà si era provveduto a porre in atto questo secondo intervento. Quindi non si corre alcun rischio. La Regione dovrebbe soltanto accertarsi che il sindaco (o eventualmente il Consorzio di Bonifica) si occupi della manutenzione dell'alveo del fiume.
E sulla situazione degli alberghi afferma che "Qui tocchiamo il punto più basso (fino ad ora) della gestione post terremoto. Nonostante una richiesta formale da me avanzata di non spostare nessuno fino a quando non avessimo organizzato i servizi (scuolabus, navette ecc...) si sono spinte le persone a decisioni affrettate, disattendendo le richieste dei comuni e addirittura scavalcandoli nella comunicazione. Si è arrivati ad andare nelle strutture senza che i sindaci (io e altri di cui so per certo) siano stati messi nelle condizioni di partecipare (salvo l'annullamento di appuntamenti fissati giorni prima che non sarebbe stato possibile recuperare in tempi ragionevoli)".
Parla di una vera e propria "deportazione" che non permette agli amministratori di organizzare nemmeno il servizio di trasporto, soprattutto per i bambini che devono frequentare la scuola e che se raggruppati in un'unica struttura potrebbero partire tutti alla stessa ora senza costringerli ad alzatacce e i bus a giri assurdi.
Ci sono infatti tutti i problemi legati alla viabilità che "sono sostanzialmente di due generi, strade interrotte e strade danneggiate. Nel primo gruppo rientrano la Valnerina ma anche la provinciale per Castelluccio, nel secondo quasi tutte le altre. Per quanto riguarda la Valnerina oggi c'è stato un incontro con Anas, Regione e Provincia. Incontro che si ripeterà giovedì prossimo per verificare la fattibilità di quanto proposto oggi: una variazione alle modalità di realizzazione del progetto prospettate precedentemente. Io sono sicuro della soluzione che ho proposto ma fino al prossimo incontro preferisco non sbilanciarmi. Riguardo le altre strade le notizie sono positive, abbiamo raggiunto un accordo con autostrade per intervenire sulla strada per Aschio, la provincia ha fatto la gara per la strada Forcella".
Anche riguardo alle attività produttive dichiara che le notizie purtroppo sono negative: "Dopo l'imperdonabile ritardo della normativa (che ad oggi ancora non è completa) bisogna registrare che nessun aiuto è ancora stato dato a commercianti e professionisti. oltre a ciò nonostante sia passato quasi un mese nessuno (Commissario, Regione e gli altri a cui avevo scritto) ha risposto alla lettera con cui proponevo una soluzione fattibile e soddisfacente. In estrema sintesi la mia proposta prendeva una parte dell'ordinanza 408, della 9 e in parte innovava. non pretendevo fosse accettata, lo speravo visto che sarebbe stata una soluzione utile non solo per Visso ma anche per tutti gli altri comuni ma la triste realtà e che non ho avuto risposte. Ho pensato ad una soluzione che prevede la sostituzione del comune nell'acquisto dell'area, spero di sapere a breve se potrò contare sulla copertura finanziaria che ho ipotizzato. in attesa di ciò venerdì incontrerò i commercianti per proporgli una soluzione di emergenza che credo li potrebbe aiutare".
Riguardo alla ricostruzione interviene sui sopralluoghi, caratterizzati dalla " pessima gestione dei tecnici da parte della Regione. Nonostante la richiesta di avere i tecnici con preavviso per consentire ai proprietari di fuori di venire a Visso non siamo riusciti nemmeno a fargli capire che non si trattava di disorganizzazione nostra ma di effettiva lontananza dei proprietari. Come molti sanno se le case hanno strutture in comune si tratta di aggregati che dovranno essere gestiti insieme e che dovranno essere viste alla presenza di tutti i proprietari. Bene ha fatto un tecnico comunale ad urlare al telefono quanto fosse incapace la persona (non so quale mansione abbia) che negava questa realtà. in questa bolgia siamo riusciti ad arrivare quasi alla metà dei sopralluoghi".
Sulla ricostruzione leggera racconta che "sono state presentate poche pratiche presentate da parte dei privati. risultato scontato per due fattori, sia perché da noi i danni spesso sono consistenti sia perché il tetto agli incarichi previsto di fatto bloccava l'assunzione degli incarichi da parte dei tecnici privati. Senza considerare il problema della copertura finanziaria". Mentre in tema di ricostruzione pesante "La situazione è ancora peggiore, la bozza proposta è pessima, per l'aspetto economico, per tempi e modalità ma soprattutto per assurdità per cui il centro storico di visso non potrebbe essere ricostruito. ho presentato una serie di osservazioni, sono in attesa di risposte".
La rimozione delle macerie è invece iniziata oggi. "Non posso di certo ritenermi soddisfatto. Purtroppo anche in questo caso nulla avremmo potuto fare per operare in autonomia".
Unico aspetto positivo di tutto: "abbiamo ricevuto solidarietà da parte di amici di tutta Italia. con donazioni in soldi, in beni di prima necessità (foraggio, alimenti, ecc...). abbiamo instaurato rapporti con altri comuni, associazioni e migliaia di privati che hanno dimostrato il meglio di un'Italia decisamente deludente a livello istituzionale. Ci sono poi molti progetti in essere, ma riguardano il futuro mentre questo è un aggiornamento su situazioni maturate, li comunicherò in apposito post".
Infine quantifica in "numeri" l'impegno di questi mesi che lo stesso dichiara "Mai avrei immaginato di dover sostenere e che non avrei mai augurato a nessuno. 7 su 7 giorni lavorati dalle scosse di ottobre (in realtà sarebbe poco meno visti i 4 giorni di riposo presi ma la media è quella); 13 ore lavorate/guidate ogni giorno; 8/10 appuntamenti fissati ogni giorno, altrettante visite non concordate ricevute in media; 11000 km circa percorsi ogni mese per le attività istituzionali o di raccolta fondi; 150 telefonate inviate/ricevute ogni giorno; visto che le tre ore (circa) necessarie non riesco più a trovarle praticamente parlo al telefono quasi esclusivamente quando guido; 400/500 messaggi/mail ricevuti ogni giorno. quasi la metà persi per cui chiedo scusa".
E conclude con i doverosi ringraziamenti "a mia moglie, le mie figlie, i miei genitori e i miei amici per la comprensione dimostrata in questi mesi di mia assenza, anche e soprattutto da loro".
"Dobbiamo anticipare tutto di tasca nostra per ricomprare arredi e scaffali e non sappiamo quando lo Stato ci rimborserà. Aiutateci a ripartire e vi ripagheremo, oltre che con la nostra gratitudine, con i nostri prodotti da forno": nasce così la campagna di crowdfounding "per fare un albero ci vuole il pane! Ricostruiamo L’Albero del Pane di Visso".
Prima delle scosse di terremoto del 26 e 30 ottobre, Fabio Cerri e la moglie Lina gestivano dal 2005 a Visso la pasticceria e il panificio L'Albero del Pane. Sette dipendenti, l'agenda degli ordinativi fitta di ''rinfreschi per battesimi, comunioni e matrimoni''. Dopo il terremoto è cambiato tutto. ''Ci siamo dovuti riconvertire: il panificio è in zona rossa".
Ma la volontà di ripartire proprio da Visso è un punto fermo per Fabio e Lina che, così, hanno pensato al crowdfounding, una raccolta fondi sul web che consenta loro di tornare a vivere, per quanto possibile, la loro vita. L'obiettivo è raggiungere la cifra di 18mila euro.
"Nel corso degli anni" racconta Fabio "abbiamo pian piano fatto crescere la varietà dei nostri prodotti e le persone di staff. Siamo partiti dal pane per poi aggiungere pizza e dolci da forno. Abbiamo iniziato in due e siamo arrivati a sette persone compreso nostro figlio. Eravamo una squadra perfetta, tanto lavoro ma anche tante soddisfazioni. I nostri dolci venivano acquistati da molti ristoranti e b&b della zona, così come il pane. Stava andando bene, la scorsa estate ci sono stati tanti turisti e abbiamo lavorato molto.
Poi è arrivato il 24 agosto e la furia del terremoto ha fatto fuggire i tanti turisti presenti, ha insinuato in noi la paura e ha cominciato a far crollare pezzi della nostra Visso ma anche di Castelsantangelo sul Nera e Ussita, fino ad arrivare alla distruzione totale con le scosse del 26 e 30 ottobre. La nostra vita e il nostro lavoro si sono fermati al 30 ottobre.
Dopo qualche giorno di smarrimento abbiamo fatto il punto della situazione. Negozio e laboratorio inagibili. Diversi macchinari e arredi distrutti dalle macerie. Ma altri si potevano salvare…
Ripartiamo? Certo che ripartiamo..!
… ma abbiamo bisogno di voi e del vostro aiuto, del vostro sostegno. Abbiamo già avviato la burocrazia ma nonostante tutto siamo riusciti ad avere un nostro container che riuscirà ad ospitare laboratorio e negozio. Dobbiamo ancora recuperare qualche macchina, il lavoro di recupero è faticoso, pericoloso e fatto da ditte specializzate. Dobbiamo ricomprare l’arredo del negozio e gli scaffali… Stiamo anticipando tutto di tasca nostra e lo stato ci rimborserà, non sappiamo ancora bene quanto e quando, ma vogliamo e dobbiamo ripartire! Vogliamo far rinascere l’Albero del pane e con lui una parte dell’economia e del tessuto sociale dei nostri Borghi feriti. Sostienici, avrai in cambio buoni sconto e tanti nostri prodotti come la pizza al metro o i nostri pani speciali".
Per fare un albero ci vuole il pane. Ricostruiamo insieme l’Albero del Pane di Visso! (https://www.produzionidalbasso.com/project/per-fare-un-albero-ci-vuole-il-pane-ricostruiamo-lalbero-del-pane-di-visso/)
Sottoscritto oggi un protocollo d'intesa tra i sindaci dei Comuni di Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari, e Autostrade per l'Italia, in base al quale la società realizzerà, a proprio carico, interventi di ripristino della viabilità ordinaria per oltre 30 chilometri di strade locali rese inagibili dal terremoto.
"Con questa iniziativa - ha detto l'ad di Atlantia e Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci - vogliamo fornire il nostro contributo alle popolazioni colpite dal sisma e non abbandonare un territorio che è patrimonio di tutto il Paese". Autostrade per l'Italia, provvederà alla progettazione ed esecuzione di lavori per la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità locale per circa 13 chilometri lungo la Sp 130 nel Comune di Ussita, per quasi 15 chilometri sulla Sp 136 a Castelsantangelo sul Nera e per circa un chilometro lungo le arterie comunali intorno a Visso (ANSA).
Dopo il terremoto gli alunni della Scuola Media di Visso si sono dovuti trasferire a Villa Scalabrini di Loreto, le insegnanti Maura Antonini, Marzia Farroni e Angela Moretti hanno predisposto per loro un progetto denominato “Il respiro del territorio”, un insieme di laboratori espressivi per riequilibrare emozioni, sensazioni e conoscenze dei ragazzi, così provati dall’evento estremo che ha interessato il loro contesto vitale. Il progetto prevede una serie di interventi di esperti esterni programmata dal 21 marzo al 5 giugno. Per l’inaugurazione ci saranno due incontri laboratoriali con Maurizio Boldrini, direttore della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro, che in anni precedenti effettuò con la scuola di Visso un’esperienza memorabile, in cui le poesie create dagli alunni si espansero in corpo e in voce per tutto il paese di Visso. In questo caso Boldrini, sotto il titolo “Dal terremoto alla primavera - La parola comunicata”, terrà due incontri con i ragazzi, il primo finalizzato alla composizione poetica delle parole riguardanti le loro emozioni, il secondo alla traduzione teatrale delle loro composizioni poetiche.
Alcune domande a Boldrini.
Quale sarà la particolarità del suo laboratorio?
Sono nato a Muccia e tutto il territorio, fino a Visso, è il mio luogo-radice dove sono nate anche le mie sensazioni. Ora è tutta una zona fantasma che richiama la nostra precarietà, ma è anche il luogo in cui la primavera, la fioritura, la rinascita sono prorompenti. Con i ragazzi tenterò attraverso la parola un viaggio di riappropriazione della lesa vitalità.
E la forma usata?
È la forma opposta alla lentezza burocratica, è l’alchimia rapida della poesia che edifica il primo luogo da cui parte tutto il resto: l’essere.
Qual è il timbro distintivo delle persone dell’alto maceratese?
Quando parlano sospendono il tono, concludono in “levare”, trattengono nei loro corpi una capacità di leggerezza opposta alla fatica atavica del nostro mondo contadino. Con i ragazzi di Visso annaffieremo le nostre radici perché possano fruttificare ancora nei luoghi sottratti.
Il comune di Tavullia e il fans club di Valentino Rossi si sono mobilitati per le aree terremotate.
Infatti una delegazione formata dal sindaco e da assessori e consiglieri comunali, accompagnata da presidente e vice presidente del fans club, ha visitato i Comuni Visso, Amandola e Acquasanta Terme.
Oltre 9.000 euro, tratti dal proprio bilancio, sono stati poi donati dal comune: un euro per cittadino, come previsto da un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale, più piccole somme derivanti da tagli a indennità e a gettoni di presenza.
"E' stata una giornata significativa, i 9.000 euro serviranno ai Comuni per finanziare tre progetti" commenta il sindaco di Tavullia Francesca Paolucci, sottolineando "l'assoluta trasversalità dell'iniziativa, sostenuta da maggioranza e opposizione. Ringrazio anche il fans club di Valentino che ha regalato una giornata speciale ai bambini delle scuole di Amandola, Visso e Acquasanta, che hanno ricevuto gadget e piccoli doni".
(FONTE ANSA)
Una scossa di terremoto è stata avvertita alle 16.57. L'evento ha avuto magnitudo 3.5 e profondità 9 chilometri con epicentro nella zona di Castesantangelo sul Nera, Ussita e Visso.
La scossa è stata distintamente sentita dalla popolazione.