"Questo è un ultimatum al governo: o entro una settimana incontreremo a un tavolo il governo, i capigruppo di Camera e Senato e il commissario Vasco Errani oppure bloccheremo l'Italia: basta parole, vogliamo dei fatti". E' il messaggio lanciato nel corso di un presidio davanti a Montecitorio dai comitati delle zone terremotate del centro Italia, tra cui 'Quelli che il terremoto' e 'La terra trema noi no'. Arrivati con fischietti e striscioni, dicono, dalle 4 regioni colpite in rappresentanza di 131 comuni, i portavoce del presidio lamentano scarsa concretezza nella macchina della ricostruzione: "Ci manca una casa, ci manca una prospettiva, non c'è informazione. Nulla è operativo, i decreti non sono attuativi - spiegano - manca la volontà. In sette mesi hanno portato 25 container travestiti da casette, e hanno fatto pure la sfilata. Non ci sono gli aiuti alle imprese. La scorsa settimana Gentiloni ha parlato di cose che non esistono: il miliardo l'anno nel decreto non c'è. Siamo stanchi di parole: se non otterremo risultati concreti bloccheremo il Paese".
La manifestazione (dal titolo 'La ri-scossa dei terremotati'), riferiscono i portavoce, si è svolta in contemporanea in 10 Comuni del cratere: "Tutta Italia è solidale con noi, vogliamo un cronoprogramma ufficiale - dicono ancora al microfono - Non ci dite che non ci stanno i soldi, perché per le banche i miliardi sono stati trovati in una notte. Hanno assunto 30 persone alla presidenza del Consiglio. Queste persone non meritano più rispetto, noi non vi amiamo, vi vogliamo mandare a casa, ridateci i nostri soldi". Tra le felpe di Amatrice e Accumoli e le magliette 'Daje Marche', c'erano striscioni contro la rivista Charlie Hebdo (che pubblicò una discussa vignetta sul terremoto), o 'Abbandonati da 37 mesi senza casa, lavoro e soldi'. In piazza anche dei figuranti in abiti dell'Antica Roma: "Noi - si legge nel loro cartello, abbiamo costruito il Pantheon in 330 giorni: voi in 7 mesi che avete fatto?".
I manifestanti hanno bloccato la SS 'Salaria' a Trisungo, frazione di Arquata del Tronto, dove c'erano circa 200 persone. Oltre ai terremotati del luogo e di Acquasanta Terme erano presenti delegazioni di Castelluccio, Cascia, Samugheo. Rispettate il nostro dolore e le vostre promesse", "Non molliamo", "Arquata vive", "Arquata non muore" le scritte su striscioni e cartelli. I manifestanti hanno portato un trattore, ma qualcuno ha collocato lungo la strada anche un tavolo con delle sedie. Sul luogo polizia, carabinieri e polizia municipale.
"Sono solidale con la protesta in corso in queste ore nei luoghi del cratere sismico". Lo dice all'ANSA il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci -. Una protesta che condivido, contro un'eccessiva burocratizzazione del sistema che è alla ricerca di una procedura perfetta e, intanto, la mia terra muore". Una protesta - aggiunge - "contro la miriade di procedure per i moduli commerciali, che non possono essere evase. Contro l'enormità degli atti necessari per procedere alle demolizioni". In qualità di presidente dell'Unione Montana Marca di Camerino (Comuni di Fiastra, Serravalle del Chienti, Muccia, Pieve Torina e Camerino), Gentilucci intanto ha scritto al prefetto di Macerata Roberta Preziotti per evitare l'ulteriore spostamento degli sfollati dai camping e hotel della costa.
Intanto, proprio stamattina è iniziata la demolizione della scuola di Pieve Torina, dove si si comincia a pensare alla ricostruzione. "C'è speranza che la nuova scuola possa essere pronta per il 12 settembre, ospiterà 120 ragazzini - dice il sindaco Alessandro Gentilucci -. Intanto stiamo lavorando per il primo step della nuova sede. Abbiamo anche iniziato a ridurre la zona rossa".
"Invito i colleghi sindaci dei Comuni veramente terremotati della provincia di Macerata a restituire insieme a me le fasce tricolori al prefetto perché è impossibile pagare le ditte che hanno eseguito per le amministrazioni comunali lavori anche importanti". E' l'appello di Luca Giuseppetti, primo cittadino di Caldarola (Macerata), il cui territorio "è zona rossa al 60%, di cui il 90% pesantemente danneggiato". "Ci siamo sobbarcati i problemi dei cittadini e anche delle imprese - si sfoga con l'ANSA nel giorno della protesta dei comitati dei terremotati -. Qui ci sono delle aziende locali che hanno fatto lavori importanti per la preparazione delle aree per le casette". "Il Comune ha fatto delle anticipazioni di cassa, ma le nostre risorse sono limitate - spiega -, avremo dato sì e no il 10% delle somme dovute. Se lo Stato non interviene, queste ditte andranno 'a zampe all'aria. Finora ci sono stati soldi solo il Cas e per l'ospitalità degli sfollati".
Tutto pronto domani per la "Ri-scossa dei terremotati", la manifestazione a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma organizzata dai comitati 'Quelli che il terremoto' e 'La terra trema noi no'. L'appuntamento è per le 10 a Roma in piazza Montecitorio e nei diversi punti di ritrovo predisposti nel cratere.
I cittadini di Rieti, Torrita, Grisciano,Trisungo, Visso, Pieve Torina, Salvalagli di Gagliole, Tolentino, Porto Sant'Elpidio e L'Aquila, saranno presenti nei diversi stalli per dare vita "a una protesta pacifica, ma determinata nel richiedere un cambio di passo nella gestione del post sisma - spiegano gli organizzatori - E non si è fatta attendere la risposta degli italiani che in poche ore hanno affollato la pagina ufficiale dell'evento, 'Terremoto centro Italia', con le immagini del logo e striscioni dell'evento comparsi un po' ovunque. Da registrare anche gli endorsement politici di Di Maio, Meloni e Lega che su Fb hanno condiviso il video di presentazione della manifestazione, facendo schizzare le visualizzazioni a 200mila, raggiungendo quasi 700mila persone".
Sabato primo aprile il Comitato Spontaneo "Quelli che il Terremoto" e il Comitato "La Terra Trema noi no" scenderanno uniti in piazza a Roma ed in altri stalli lungo il cratere "per denunciare i ritardi, le lacune, l'assenza di una gestione puntuale ed efficace che negli ultimi 7 mesi ha aggravato la ferita invece di sanarla".
Per dare ulteriore voce alla protesta, e anche per sensibilizzare i cittadini a partecipare alla manifestazione, è stato realizzato anche un breve video.
"Dateci una mano, condividete questo video, #insiemejelafamo #laterratremanoinonoi non ci stiamo a venire dopo, ad essere sacrificabili, ad abbandonare le nostre terre. Questa lentezza, la burocrazia, stanno soffocando ogni speranza di rinascita.Sabato 1 aprile i comitati spontanei “quelli che il terremoto” e “la terra trema, noi no” manifesteranno a Roma: l’appuntamento è davanti a piazza Montecitorio, alle 10. Saremo presenti anche in 10 punti di raccolta lungo il cratere per denunciare la situazione vergognosa del centro italia.Ci Hanno detto non vi lasceremo soli, ma lo hanno fatto: nella maniera peggiore. Aiutateci a ad amplificare la nostra voce, condividete questo video, andate punti di raccolta più vicini a voi esponete gli striscioni di sostegno in ogni città e paese d’italia. Il cuore dell’italia vuole tornare a battere".
La manifestazione si svolgerà a partire dalle 10 a Montecitorio e nei 10 stalli individuati (Amatrice, Pieve Torina, Trisungo, Grisciano, Norcia, L’Aquila, Visso, Salvalagli di Gagliole, Tolentino e Porto Sant’Elpidio), dove le popolazioni si raccoglieranno per dar voce a questa protesta, pacifica, ma determinata al fine di chiedere un netto cambio di marcia nella gestione del post-sisma.
In numerose città italiane verranno esposti – in segno di solidarietà – gli striscioni dell’evento.
Dai Monti Sibillini al Conero, passando per Loreto. E' l'avventura dei ragazzi della scuola media di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera che a causa del sisma hanno trovato ospitalità presso una struttura della città mariana per poter concludere l'anno scolastico.
Si tratta di un'esperienza didattica integrata nel progetto "Respiro di un territorio" per far conoscere le peculiarità del nuovo contesto. Una trentina di ragazzi accompagnati dai docenti hanno esplorato la natura del Conero. "Dopo un primo assaggio presso il centro visita del Parco - racconta il presidente Gilberto Stacchiotti -, il gruppo è stato accompagnato lungo un percorso ad anello che da San Pietro li ha portati ad ammirare il panorama dal belvedere nord e a conoscere i segreti delle incisioni rupestri. Una breve sosta ai Piani di Raggetti è stata occasione per dare uno sguardo verso gli Appennini e cercare di ritrovare i Sibillini dove è situata la loro scuola. "Il Conero per un giorno è stato la loro aula nel verde". (Ansa)
"A cinque mesi dal terremoto la forma prevale ancora sulla sostanza" così il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini commenta amareggiato ed arrabbiato la situazione in atto nel suo Comune che ha l'80% della popolazione sfollata.
E chiarisce quanto scritto nel dettaglio in un post facebook in merito ai molteplici problemi che si trova a dover affrontare a distanza di mesi dal sisma che ha devastato il suo comune. Innanzitutto riguardo alla collocazione delle casette per i privati: "purtroppo nonostante siamo stati il primo comune per cui la Regione Marche ha inoltrato l'ordine, le notizie non sono molto positive. Delle quattro aree originariamente individuate ne sono state bocciate tre, poi parzialmente recuperate grazie all'impegno di mettere in sicurezza dei fiumi ma il vantaggio che avevamo è stato parzialmente eroso, se non annullato. Ad oggi siamo riusciti ad approvare solo 3 layout per 120 casette complessive, tempo massimo da contratto per la consegna 25 luglio (riporto a memoria ma sono piuttosto sicuro di ricordare bene). Le rimanenti 100 verranno ripartite su 3 ulteriori aree che a breve esauriranno l'iper di approvazione con tempi di consegna ipotizzabili per agosto".
Specifica sul punto che la burocrazia prevale sulla realtà sostanziale in quanto il diniego - tra l'altro ancora non comunicato formalmente ma del quale la notizia è stata quasi "estorta" per disperazione dal primo cittadino per conoscere la sorte dei propri cittadini sparsi qua e là negli alberghi - parrebbe essere giustificato dalla circostanza che anni fa, all'epoca di un'alluvione nella zona, al sindaco era stato richiesto un intervento di ripristino dei luoghi e non di messa in sicurezza, anche se in realtà si era provveduto a porre in atto questo secondo intervento. Quindi non si corre alcun rischio. La Regione dovrebbe soltanto accertarsi che il sindaco (o eventualmente il Consorzio di Bonifica) si occupi della manutenzione dell'alveo del fiume.
E sulla situazione degli alberghi afferma che "Qui tocchiamo il punto più basso (fino ad ora) della gestione post terremoto. Nonostante una richiesta formale da me avanzata di non spostare nessuno fino a quando non avessimo organizzato i servizi (scuolabus, navette ecc...) si sono spinte le persone a decisioni affrettate, disattendendo le richieste dei comuni e addirittura scavalcandoli nella comunicazione. Si è arrivati ad andare nelle strutture senza che i sindaci (io e altri di cui so per certo) siano stati messi nelle condizioni di partecipare (salvo l'annullamento di appuntamenti fissati giorni prima che non sarebbe stato possibile recuperare in tempi ragionevoli)".
Parla di una vera e propria "deportazione" che non permette agli amministratori di organizzare nemmeno il servizio di trasporto, soprattutto per i bambini che devono frequentare la scuola e che se raggruppati in un'unica struttura potrebbero partire tutti alla stessa ora senza costringerli ad alzatacce e i bus a giri assurdi.
Ci sono infatti tutti i problemi legati alla viabilità che "sono sostanzialmente di due generi, strade interrotte e strade danneggiate. Nel primo gruppo rientrano la Valnerina ma anche la provinciale per Castelluccio, nel secondo quasi tutte le altre. Per quanto riguarda la Valnerina oggi c'è stato un incontro con Anas, Regione e Provincia. Incontro che si ripeterà giovedì prossimo per verificare la fattibilità di quanto proposto oggi: una variazione alle modalità di realizzazione del progetto prospettate precedentemente. Io sono sicuro della soluzione che ho proposto ma fino al prossimo incontro preferisco non sbilanciarmi. Riguardo le altre strade le notizie sono positive, abbiamo raggiunto un accordo con autostrade per intervenire sulla strada per Aschio, la provincia ha fatto la gara per la strada Forcella".
Anche riguardo alle attività produttive dichiara che le notizie purtroppo sono negative: "Dopo l'imperdonabile ritardo della normativa (che ad oggi ancora non è completa) bisogna registrare che nessun aiuto è ancora stato dato a commercianti e professionisti. oltre a ciò nonostante sia passato quasi un mese nessuno (Commissario, Regione e gli altri a cui avevo scritto) ha risposto alla lettera con cui proponevo una soluzione fattibile e soddisfacente. In estrema sintesi la mia proposta prendeva una parte dell'ordinanza 408, della 9 e in parte innovava. non pretendevo fosse accettata, lo speravo visto che sarebbe stata una soluzione utile non solo per Visso ma anche per tutti gli altri comuni ma la triste realtà e che non ho avuto risposte. Ho pensato ad una soluzione che prevede la sostituzione del comune nell'acquisto dell'area, spero di sapere a breve se potrò contare sulla copertura finanziaria che ho ipotizzato. in attesa di ciò venerdì incontrerò i commercianti per proporgli una soluzione di emergenza che credo li potrebbe aiutare".
Riguardo alla ricostruzione interviene sui sopralluoghi, caratterizzati dalla " pessima gestione dei tecnici da parte della Regione. Nonostante la richiesta di avere i tecnici con preavviso per consentire ai proprietari di fuori di venire a Visso non siamo riusciti nemmeno a fargli capire che non si trattava di disorganizzazione nostra ma di effettiva lontananza dei proprietari. Come molti sanno se le case hanno strutture in comune si tratta di aggregati che dovranno essere gestiti insieme e che dovranno essere viste alla presenza di tutti i proprietari. Bene ha fatto un tecnico comunale ad urlare al telefono quanto fosse incapace la persona (non so quale mansione abbia) che negava questa realtà. in questa bolgia siamo riusciti ad arrivare quasi alla metà dei sopralluoghi".
Sulla ricostruzione leggera racconta che "sono state presentate poche pratiche presentate da parte dei privati. risultato scontato per due fattori, sia perché da noi i danni spesso sono consistenti sia perché il tetto agli incarichi previsto di fatto bloccava l'assunzione degli incarichi da parte dei tecnici privati. Senza considerare il problema della copertura finanziaria". Mentre in tema di ricostruzione pesante "La situazione è ancora peggiore, la bozza proposta è pessima, per l'aspetto economico, per tempi e modalità ma soprattutto per assurdità per cui il centro storico di visso non potrebbe essere ricostruito. ho presentato una serie di osservazioni, sono in attesa di risposte".
La rimozione delle macerie è invece iniziata oggi. "Non posso di certo ritenermi soddisfatto. Purtroppo anche in questo caso nulla avremmo potuto fare per operare in autonomia".
Unico aspetto positivo di tutto: "abbiamo ricevuto solidarietà da parte di amici di tutta Italia. con donazioni in soldi, in beni di prima necessità (foraggio, alimenti, ecc...). abbiamo instaurato rapporti con altri comuni, associazioni e migliaia di privati che hanno dimostrato il meglio di un'Italia decisamente deludente a livello istituzionale. Ci sono poi molti progetti in essere, ma riguardano il futuro mentre questo è un aggiornamento su situazioni maturate, li comunicherò in apposito post".
Infine quantifica in "numeri" l'impegno di questi mesi che lo stesso dichiara "Mai avrei immaginato di dover sostenere e che non avrei mai augurato a nessuno. 7 su 7 giorni lavorati dalle scosse di ottobre (in realtà sarebbe poco meno visti i 4 giorni di riposo presi ma la media è quella); 13 ore lavorate/guidate ogni giorno; 8/10 appuntamenti fissati ogni giorno, altrettante visite non concordate ricevute in media; 11000 km circa percorsi ogni mese per le attività istituzionali o di raccolta fondi; 150 telefonate inviate/ricevute ogni giorno; visto che le tre ore (circa) necessarie non riesco più a trovarle praticamente parlo al telefono quasi esclusivamente quando guido; 400/500 messaggi/mail ricevuti ogni giorno. quasi la metà persi per cui chiedo scusa".
E conclude con i doverosi ringraziamenti "a mia moglie, le mie figlie, i miei genitori e i miei amici per la comprensione dimostrata in questi mesi di mia assenza, anche e soprattutto da loro".
"Dobbiamo anticipare tutto di tasca nostra per ricomprare arredi e scaffali e non sappiamo quando lo Stato ci rimborserà. Aiutateci a ripartire e vi ripagheremo, oltre che con la nostra gratitudine, con i nostri prodotti da forno": nasce così la campagna di crowdfounding "per fare un albero ci vuole il pane! Ricostruiamo L’Albero del Pane di Visso".
Prima delle scosse di terremoto del 26 e 30 ottobre, Fabio Cerri e la moglie Lina gestivano dal 2005 a Visso la pasticceria e il panificio L'Albero del Pane. Sette dipendenti, l'agenda degli ordinativi fitta di ''rinfreschi per battesimi, comunioni e matrimoni''. Dopo il terremoto è cambiato tutto. ''Ci siamo dovuti riconvertire: il panificio è in zona rossa".
Ma la volontà di ripartire proprio da Visso è un punto fermo per Fabio e Lina che, così, hanno pensato al crowdfounding, una raccolta fondi sul web che consenta loro di tornare a vivere, per quanto possibile, la loro vita. L'obiettivo è raggiungere la cifra di 18mila euro.
"Nel corso degli anni" racconta Fabio "abbiamo pian piano fatto crescere la varietà dei nostri prodotti e le persone di staff. Siamo partiti dal pane per poi aggiungere pizza e dolci da forno. Abbiamo iniziato in due e siamo arrivati a sette persone compreso nostro figlio. Eravamo una squadra perfetta, tanto lavoro ma anche tante soddisfazioni. I nostri dolci venivano acquistati da molti ristoranti e b&b della zona, così come il pane. Stava andando bene, la scorsa estate ci sono stati tanti turisti e abbiamo lavorato molto.
Poi è arrivato il 24 agosto e la furia del terremoto ha fatto fuggire i tanti turisti presenti, ha insinuato in noi la paura e ha cominciato a far crollare pezzi della nostra Visso ma anche di Castelsantangelo sul Nera e Ussita, fino ad arrivare alla distruzione totale con le scosse del 26 e 30 ottobre. La nostra vita e il nostro lavoro si sono fermati al 30 ottobre.
Dopo qualche giorno di smarrimento abbiamo fatto il punto della situazione. Negozio e laboratorio inagibili. Diversi macchinari e arredi distrutti dalle macerie. Ma altri si potevano salvare…
Ripartiamo? Certo che ripartiamo..!
… ma abbiamo bisogno di voi e del vostro aiuto, del vostro sostegno. Abbiamo già avviato la burocrazia ma nonostante tutto siamo riusciti ad avere un nostro container che riuscirà ad ospitare laboratorio e negozio. Dobbiamo ancora recuperare qualche macchina, il lavoro di recupero è faticoso, pericoloso e fatto da ditte specializzate. Dobbiamo ricomprare l’arredo del negozio e gli scaffali… Stiamo anticipando tutto di tasca nostra e lo stato ci rimborserà, non sappiamo ancora bene quanto e quando, ma vogliamo e dobbiamo ripartire! Vogliamo far rinascere l’Albero del pane e con lui una parte dell’economia e del tessuto sociale dei nostri Borghi feriti. Sostienici, avrai in cambio buoni sconto e tanti nostri prodotti come la pizza al metro o i nostri pani speciali".
Per fare un albero ci vuole il pane. Ricostruiamo insieme l’Albero del Pane di Visso! (https://www.produzionidalbasso.com/project/per-fare-un-albero-ci-vuole-il-pane-ricostruiamo-lalbero-del-pane-di-visso/)
Sottoscritto oggi un protocollo d'intesa tra i sindaci dei Comuni di Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari, e Autostrade per l'Italia, in base al quale la società realizzerà, a proprio carico, interventi di ripristino della viabilità ordinaria per oltre 30 chilometri di strade locali rese inagibili dal terremoto.
"Con questa iniziativa - ha detto l'ad di Atlantia e Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci - vogliamo fornire il nostro contributo alle popolazioni colpite dal sisma e non abbandonare un territorio che è patrimonio di tutto il Paese". Autostrade per l'Italia, provvederà alla progettazione ed esecuzione di lavori per la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità locale per circa 13 chilometri lungo la Sp 130 nel Comune di Ussita, per quasi 15 chilometri sulla Sp 136 a Castelsantangelo sul Nera e per circa un chilometro lungo le arterie comunali intorno a Visso (ANSA).
Dopo il terremoto gli alunni della Scuola Media di Visso si sono dovuti trasferire a Villa Scalabrini di Loreto, le insegnanti Maura Antonini, Marzia Farroni e Angela Moretti hanno predisposto per loro un progetto denominato “Il respiro del territorio”, un insieme di laboratori espressivi per riequilibrare emozioni, sensazioni e conoscenze dei ragazzi, così provati dall’evento estremo che ha interessato il loro contesto vitale. Il progetto prevede una serie di interventi di esperti esterni programmata dal 21 marzo al 5 giugno. Per l’inaugurazione ci saranno due incontri laboratoriali con Maurizio Boldrini, direttore della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro, che in anni precedenti effettuò con la scuola di Visso un’esperienza memorabile, in cui le poesie create dagli alunni si espansero in corpo e in voce per tutto il paese di Visso. In questo caso Boldrini, sotto il titolo “Dal terremoto alla primavera - La parola comunicata”, terrà due incontri con i ragazzi, il primo finalizzato alla composizione poetica delle parole riguardanti le loro emozioni, il secondo alla traduzione teatrale delle loro composizioni poetiche.
Alcune domande a Boldrini.
Quale sarà la particolarità del suo laboratorio?
Sono nato a Muccia e tutto il territorio, fino a Visso, è il mio luogo-radice dove sono nate anche le mie sensazioni. Ora è tutta una zona fantasma che richiama la nostra precarietà, ma è anche il luogo in cui la primavera, la fioritura, la rinascita sono prorompenti. Con i ragazzi tenterò attraverso la parola un viaggio di riappropriazione della lesa vitalità.
E la forma usata?
È la forma opposta alla lentezza burocratica, è l’alchimia rapida della poesia che edifica il primo luogo da cui parte tutto il resto: l’essere.
Qual è il timbro distintivo delle persone dell’alto maceratese?
Quando parlano sospendono il tono, concludono in “levare”, trattengono nei loro corpi una capacità di leggerezza opposta alla fatica atavica del nostro mondo contadino. Con i ragazzi di Visso annaffieremo le nostre radici perché possano fruttificare ancora nei luoghi sottratti.
Il comune di Tavullia e il fans club di Valentino Rossi si sono mobilitati per le aree terremotate.
Infatti una delegazione formata dal sindaco e da assessori e consiglieri comunali, accompagnata da presidente e vice presidente del fans club, ha visitato i Comuni Visso, Amandola e Acquasanta Terme.
Oltre 9.000 euro, tratti dal proprio bilancio, sono stati poi donati dal comune: un euro per cittadino, come previsto da un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale, più piccole somme derivanti da tagli a indennità e a gettoni di presenza.
"E' stata una giornata significativa, i 9.000 euro serviranno ai Comuni per finanziare tre progetti" commenta il sindaco di Tavullia Francesca Paolucci, sottolineando "l'assoluta trasversalità dell'iniziativa, sostenuta da maggioranza e opposizione. Ringrazio anche il fans club di Valentino che ha regalato una giornata speciale ai bambini delle scuole di Amandola, Visso e Acquasanta, che hanno ricevuto gadget e piccoli doni".
(FONTE ANSA)
Una scossa di terremoto è stata avvertita alle 16.57. L'evento ha avuto magnitudo 3.5 e profondità 9 chilometri con epicentro nella zona di Castesantangelo sul Nera, Ussita e Visso.
La scossa è stata distintamente sentita dalla popolazione.
"Chiediamo di poter rimanere qui e di avorare qua". Queste le parole del sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini ai microfoni del Tg5 in un servizio andato in onda ieri, sulle condizioni della città a circa 6 mesi dal sisma.
"Bisogna ricostruire le case, dare la concreta possibilità di lavorare - continua - e per farlo bisogna investire in infrastrutture".
Di seguito il servizio completo.
Ammettetelo, ci volete prendere per stanchezza... Non tornavo a Visso da mesi, tanti mesi. Da quando il terremoto ha devastato il paese, rendendolo una sorta di città fantasma, come tutto l'entroterra maceratese. E mai avrei pensato che tutto fosse rimasto come allora. In cinque mesi non è cambiato assolutamente nulla, a parte il ponte realizzato dai vigili del fuoco per l'accesso alla zona rossa e inaugurato stamattina.
Non solo ancora non c'è neanche una parvenza di ricostruzione, ma addirittura le macerie sono tutte esattamente nello stesso posto in cui si trovavano cinque mesi fa, dopo essere crollate dagli edifici. Nella zona rossa di Visso (ma come a Visso in tutti gli altri Comuni devastati dal sisma), il tempo si è fermato ad ottobre. Da allora non è successo più niente. Niente. Quando sono entrato stamattina in centro, attraversando quel breve tunnel costruito dagli encomiabili e infaticabili vigili del fuoco, non ho saputo trattenere un moto di rabbia, una profonda incazzatura che mi ha portato a filmare tutto e a trasmetterlo in diretta. Qui non solo non si parla di ricostruzione, ma non si è stati capaci neanche di togliere le macerie, di dare almeno una parvenza di voler far tornare questi posti meravigliosi com'erano un tempo.
Scrive un amico su Facebook: "Ottobre 2001 / maggio 2002, 7 mesi per portar via le macerie delle torri gemelle, circa 5 milioni di tonnellate dal centro di New York. Qui da noi ancora devono portare via tutto. Con queste premesse mettiamoci l'anima in pace, non ce la faremo mai". Parole sante.
All'indomani del sisma, scrissi che niente sarebbe stato più come prima. Ma intendevo che le nostre vite sarebbero state segnate indelebilmente dal terremoto. Ora invece quelle parole assumono un valore diverso, purtroppo quasi di profezia: niente sarà più come prima, perchè queste meravigliose perle incastonate nei Sibillini rischiano di restare solo un ricordo da tramandare nei libri di storia. Avete presente Pompei? Ecco, un qualcosa del genere. Di questo passo, fra cinquant'anni arriveranno (allora sì) frotte di turisti a farsi la foto ricordo sulle macerie di Visso, Ussita, Castelsantangelo, Pieve Torina e via dicendo. "Qui un tempo c'erano dei bellissimi paesi che nell'ottobre del 2016 vennero distrutti da un forte terremoto. La gente fu costretta ad andarsene e non tornò più": voi che comandate, voi che prendete le decisioni, voi che scegliete il nostro futuro, sì dico a voi. Noi non vogliamo fare questa fine. La gente vuole tornare nelle proprie case, vuole tornare alla propria vita, alle proprie abitudini, alla propria quotidianità.
In cinque mesi (quasi sette, se partiamo dal sisma di agosto), non si sta neanche ipotizzando una bozza di ricostruzione, mentre si spendono vagonate di soldi per tenere le persone negli alberghi e in autonoma sistemazione Vagonate: oltre trenta milioni di euro da quando è iniziata l'emergenza. Vogliamo dire che con trenta milioni non si poteva almeno iniziare la ricostruzione leggera e riportare a casa migliaia e migliaia di sfollati? Invece no. Qui non arrivano neanche le casette di legno. Pare che si speri (pare e speri... verbi da cui già traspare la certezza in cui ci si sta muovendo, ndr) di averle prima del prossimo inverno. No vabbè, dai, state scherzando, no? Ma sì, perchè poi vediamo che a Norcia le casette (per quanto assegnate col tribale metodo dell'estrazione a sorte) sono arrivate. L'ex premier a Porta a Porta afferma "È fondamentale far ripartire il turismo perché Norcia se non riparte il turismo è morta. Io vorrei che si facesse tutti quanti insieme, senza far polemica su questi argomenti". Ma certo. Per par condicio bisogna aggiungere che ha anche detto "Io vorrei fare un appello: quest’anno andiamo in vacanza nelle Marche, in Umbria, in Abruzzo, andiamo in quei territori che sono stati colpiti dal terremoto". E qui, francamente, come marchigiano terremotato, mi sento decisamente preso per il culo. Signor Renzi, dove dovrebbero andare a fare turismo le persone a Visso, a Ussita, a Camerino, a Pieve Torina, a Muccia? Dove? In quali strutture ricettive, visto che sono tutte crollate o, quando è andata bene, inagibili?
La sensazione che noi marchigiani (del sud della regione, per essere precisi) siamo visti come cittadini di serie B, arriva anche dalla bozza di ordinanza che il commissario Errani ha presentato ai sindaci terremotati, con tariffe per la ricostruzione che non consentiranno neanche di coprire i costi di riparazione delle abitazioni. Pare che ci sia stato un intervento dei parlamentari marchigiani per far rientrare la vergognosa bozza preparata. Ma resta il fatto che qualcuno l'aveva pensata così. Magari immaginando che nelle Marche avessimo ancora l'anello al naso. No. Fatevene una ragione. "Qui non tornerà più nessuno. Ti fanno andare via anche la voglia di ricostruire" mi diceva stamattina un sindaco, mentre raggiungevamo la zona rossa di Visso. E un altro sindaco terremotato, di un piccolo Comune, faceva presente all'assessore Sciapichetti "ho fatto anticipazioni di cassa per 480mila euro. Se non arrivano i soldi, non riusciremo più neanche a pagare i dipendenti". Capite in quale situazione ci stiamo muovendo? Capite che con le vagonate di soldi che si spendono ogni mese per l'emergenza (non per la ricostruzione!) non si andrà molto lontano, perchè si tratta di cifre talmente ingenti che difficilmente potranno essere coperte ancora per molto tempo dallo Stato? E i sindaci, poveri cristi, devono metterci la faccia tutti i giorni di fronte ai loro cittadini. A cui non sanno e non possono dare risposte.
A questo punto, non ci si può più nascondere. È ora di giocare a carte scoperte. Dietro questa lentezza disarmante, capace di portare la gente allo sfinimento fisico e morale, c'è una volontà politica di portare via la gente da un entroterra che non rappresenta un bacino elettorale particolarmente allettante? Si è deciso che la gente dovrà spostarsi tutta verso la costa? In tanti questa decisione, sotto certi aspetti inevitabile, l'hanno già presa. Soprattutto le famiglie più giovani. E ogni giorno che passa, quest'idea sale nella testa di un numero sempre maggiore di persone. Se, perchè a questo punto il dubitativo è d'obbligo, dovesse iniziare la famigerata ricostruzione, quanti anni durerà? Cinque? Sei? Dieci? Venti? E a quel punto saranno ricostruiti dei bei paeselli nuovi di zecca, fatti di tutte seconde e terze case di chi in quei posti andrà a passarci qualche giorno di ferie. Mentre la popolazione indigena non esisterà più. Vogliamo questo? I marchigiani, testardi e incazzosi, vogliono lasciarsi fare questo o hanno intenzione di reagire in qualche modo? Purtroppo vediamo rassegnazione, scoramento, anche qualche figlio di buona donna che cerca di approfittare della situazione. Sì, per carità, ci staranno anche questi. Ma la stragrande maggioranza vorrebbe solo tornare a casa. Una semplice, banale, ovvia richiesta che, di fronte a una gestione dell'emergenza come quella che stiamo vivendo, si sta trasformando in una montagna insormontabile. È necessario reagire. Adesso o mai più.
E' stato inaugurato questa mattina a Visso il Campo Base dei Vigili del Fuoco. Il Campo costituirà la nuova struttura della C.M.R. Marche e sarà destinato alle esigenze logistiche del personale operativo dei Vigili del Fuoco inviato in missione da altri Comandi, al fine di garantire un idoneo dispositivo di soccorso per la cittadinanza del Comprensorio Vissano (Ussita, Pievetorina, Castelsantangelo sul Nera, Montecavallo,Valfornace) duramente colpita dagli eventi sismici.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, oltre al sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, il sottosegretario Giampiero Bocci, gli onorevoli Irene Manzi e Emanuele Lodolini, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti, il prefetto di Macerata Roberta Preziotti, il questore di Macerata Giancarlo Pallini, i comandanti provinciali dei Carabinieri, col. Stefano Di Iulio, della Guardia di Finanza, col. Amedeo Gravina, e dei Vigili del Fuoco, ing. Achille Cipriani, e diversi sindaci dei paesi vicini.
Dopo il taglio del nastro e la visita al campo base, ci si è spostati verso la zona rossa di Visso, dove è stato inaugurato il tunnel di accesso alle zone più martoriate del paese, anche questo realizzato dai vigili del fuoco.
La bozza di ordinanza per la ricostruzione cosiddetta pesante (vale a dire per gli edifici gravemente danneggiati) consegnata ai sindaci del cratere dal Commissario Errani e anticipata da Sibilla on line (qui), segna di nuovo un distinguo tra il trattamento riservato ai territori del Centro Italia colpiti dal recente sisma e quello invece previsto ed applicato nel 2012 nelle zone terremotate dell’Emilia Romagna.
Infatti i costi parametrici degli interventi di ricostruzione sono molto più bassi oggi di quelli previsti ben cinque anni fa in Emilia fino ad arrivare a un rapporto pari quasi alla metà.
Risultano poi maggiormente penalizzati gli interventi di rafforzamento locale dove si scende addirittura al di sotto della metà concessa nel 2012. Ridotto rispetto all’Emilia è anche il contributo per gli edifici di valore storico e culturale.
Complessivamente si tratta di costi datati e fuori mercato che non corrispondono alle reali esigenze ricostruttive locali e che potrebbero scoraggiare gli interventi con il rischio di un ulteriore abbandono dei territori.
Sia per il tempo trascorso, che per l’estensione notevole dell’area colpita dal sisma che infine per la cattiva gestione con gli enormi ritardi che ha portato ad uno spopolamento dei paesi terremotati, ci saremmo aspettati una virata consistente del Commissario nella direzione non di tagli ma di incrementi significativi del costi parametrici ai fini di una vera e propria partenza di una ricostruzione che ad oggi ancora è un fantasma.
Si ricorda che nel 1997 la gestione della fase post sisma è avvenuta completamente a livello locale tra Regione Marche, provincia e amministrazioni locali. E dall’esito positivo di quella esperienza se ne deduce che il Commissario per la Ricostruzione deve essere il Presidente della Regione colpita dal terremoto: su questo ormai non dovrebbero più esserci dubbi. Oltre alla conoscenza del territorio e delle sue esigenze ciò che fa la differenza è infatti l’amore per una terra dilaniata ma ricca che deve ripartire.
Ci spieghi ora Errani i motivi di un tale discrimine rispetto a un sisma di molto più piccolo quanto a danni ed estensione.
Il Comando dei vigili del fuoco di Macerata, in collaborazione con il Comune di Visso, organizza per domani, 11 marzo 2017, alle ore 10.30 la cerimonia di inaugurazione del Campo Base W.F. di Visso (MC).
Il Campo costituirà la nuova struttura della C.M.R. Marche e sarà destinata alle esigenze logistiche del personale operativo VV.F. inviato in missione da altri Comandi, al fine di garantire un idoneo dispositivo di soccorso per la cittadinanza del Comprensorio Vissano (Ussita, Pievetorina, Castelsantangelo sul Nera, Montecavallo,Valfornace) duramente colpita dagli eventi sismici.
La cerimonia inaugurale avrà il seguente programma:
Ore 10.30 Benvenuto alle Autorità da parte del Sig. Sindaco, del Comandante Cratere Marche e del Comandante C.D.A. Macerata.
Ore 10.45 Benedizione del G.B. VV.F.di Visso da parte del Vicario Generale Mons. Nello Tranzocchi
Ore 11.00 Saluti delle Autorità.
Ore 11.30 Cerimonia di Inaugurazione con taglio del nastro e visita della struttura del Campo Base.
Ore 12.00 Vin d'honneur.
Ore 12.30 Visita guidata nel Centro Storico di Visso con inaugurazione del Tunnel di accesso.
La Regione Marche ha messo a disposizione nel proprio sito i dati relativi ai contributi di autonoma sistemazione erogati fino al mese di gennaio/febbraio 2017 sotto la rubrica “Contributi autonoma sistemazione - Nuclei familiari soggetti a ordinanza di sgombero di prima unità abitativa dichiarata inagibile a seguito degli eventi sismici Agosto Ottobre 2016 (O.C.D.P.C. 388/2016) - pagati al Comune fino all'ultimo rendiconto”.
Questa la situazione che emerge da un’analisi delle informazioni relative ai comuni della provincia di Macerata maggiormente colpiti dal terremoto: Camerino vanta il numero più alto di persone “sfollate”, ben 4059 e 2336 nuclei familiari nel mese di gennaio 2017 che si sono ridotte a 3908 individui e 2258 nuclei a febbraio e per un importo complessivo che da euro 1.355.516,09 è sceso a euro 1.338.675,01.
Il secondo comune con più persone fuori dalle proprie abitazioni ed in autonoma sistemazione è Tolentino: 3248 persone a gennaio e 3206 a febbraio per una cifra che si aggira intorno a un milione di euro. Quindi non c’è stata alcuna diminuzione significativa.
Nel comune di San Severino non è ancora stato rendicontato il mese di febbraio e a gennaio le persone fuori casa erano 2454 ed il contributo erogato è stato di euro 757.174,19 mentre Caldarola a gennaio ha ricevuto 192.316,13 euro per 640 individui.
A Macerata invece a febbraio il comune ha ricevuto 118.864,29 euro, cifra pressoché analoga a quella conferita nel mese di gennaio, per i 185 sfollati presenti .
A Pieve Torina, San Ginesio, Visso e Muccia ancora non è stato liquidato il contributo di febbraio e a gennaio risultavano, rispettivamente, 791, 488, 442 e 413 persone senza casa.
Infine il piccolo comune di Ussita conta ben 95 persone che usufruiscono del Cas per un contributo nel mese di febbraio di circa 30 mila euro.
Complessivamente, quindi, la cifra che ogni mese viene erogata per i contributi di autonoma sistemazione in provincia di Macerata, si aggira sui sei milioni di euro. Fatti due conti, e moltiplicata questa cifra per i mesi già trascorsi e per quelli che trascorreranno prima che gli sfollati possano far rientro nelle proprie abitazioni, ci si rende conto dell'enormità della mole di denaro necessaria a gestire il post sisma. E i ritardi, alla luce di questo, sono ancora più inammissibili, visto che ogni giorno lasciato trascorrere senza fare qualcosa per riportare la gente a casa, significa un fiume di soldi pubblici da spendere.
(In calce la tabella con i Cas erogati da ogni singolo Comune)
L’ex calciatore Roberto Baggio idolo degli anni ’90, fenomeno di Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna e Brescia, nonché numero 10 della nazionale di calcio, continua a scaldare i cuori degli italiani. Il goleador ha mandato un messaggio ai terremotati con due giovani, Francesco e Renzo, amici del calciatore e residenti a Pieve Torina.
Nel video, il pallone d’oro del ’93 ha espresso la sua solidarietà agli sfollati, cercando di inviare un messaggio di speranza per le popolazioni marchigiane duramente colpite dal terremoto.
Baggio ha visitato le zone martoriate dal sisma e ha voluto augurare ai terremotati di “riprendersi, tornare a fare la vita che facevano prima, anzi, avere più di quello che avevate prima di questa tragedia, ribaltando la situazione”, l’augurio di un futuro pieno di gioia e felicità da un uomo che continua dimostrarsi un campione dentro e fuori dal campo.
Approvate oggi in Consiglio regionale tre mozioni sul tema della carenza di personale e delle Caserme da ristrutturare dei Vigili del Fuoco. La Lega Nord Marche ha presentato questi atti, evidenziando una cronica carenza di mezzi, attrezzature, dotazioni strumentali e risorse umane.
Marzia Malaigia nel suo intervento ha evidenziato l'obsolescenza dei veicoli antincendio e di unità ad essi collegate. Ha ricordato che tali autoarticolati, per legge non devono essere più vecchi di 10 anni, pertanto quelli che risalgono a prima del 2006 sono considerati "vetusti". La triste e pericolosa realtà sta nel fatto che la maggior parte del parco-macchine o mezzi di ausilio nei soccorsi, è molto più vecchia. La Malaigia ha portato degli esempi fra tutti: alcune autoscale sono addirittura degli anni '90! (1997) e altre strumentazioni addirittura risalgono al 1989.
Inoltre nel periodo estivo vi è una notevole carenza di personale da affiancare ai carabinieri forestalinelle attività di prevenzione degli incendi.
La consigliera della Lega ha inoltre ricordato la Circolare del Ministero dell'Interno che, in data 21 febbraio 2017, ha stabilito un incremento di circa 400 unità nel territorio nazionale ma, come sappiamo, la Regione Marche oggi ha bisogno, di concretezze maggiori. Difatti tenere classificati dei distaccamenti come "SD3" quando la realtà invoca una classificazione più adeguata (SD4), significa che a questi Comandi ubicati in varie zone delle Marche, non arriverà personale sufficiente ed adeguato alla vera situazione del territorio.
Durante la discussione la Malaigia stessa ha attualizzato le sue mozioni, alla luce della Circolare stessa, chiedendo un impegno in sede nazionale per il passaggio di categoria dei Comandi di Civitanova Marche e di Jesi, da SD3 alla categoria superiore SD4.
Oltre alla situazione di Arcevia, la Vicepresidente ha ricordato quello che sta succedendo ad esempio a Macerata, con un progetto lasciato ad 1/3 dei lavori di ampliamento e recupero e all'emblematica situazione del Comando di Fermo che ha una sede finita ed addirittura inaugurata un anno fa, ma ancora non utilizzabile.
Piena soddisfazione della Consigliera per i 20 voti favorevoli, con totale unanimità dell'Aula, in merito a questa mozione ed alle altre due che interessano i Comandi di Visso e di Camerino.
Per Visso si è ottenuto il voto favorevole per una dotazione strumentale e di mezzi per un soccorso rapido ed efficace in zona montana, mozione firmata e presentata anche dalla consigliera Leonardi di Fratelli d'Italia. Per Camerino, invece, un impegno a far sì che si sblocchi l'arrivo dei moduli che possano ospitare i vigili del fuoco che hanno, essi stessi, una Caserma terremotata.
Sull'attuazione degli impegni la Malagia promette piena vigilanza e monitoraggio sull'evolversi della situazione certa anche della collaborazione di tutti i soggetti coinvolti.
Domenica 5 marzo, l’Associazione Movimento Tellurico nell'ambito della "Festa dell'altra neve” di Federtrek, organizza una camminata solidale nel cuore del Parco dei Monti Sibillini,per esprimere solidarietà alle popolazioni che sono state duramente messe alla prova dai terremoti dello scorso autunno.
L’iniziativa si svolgerà nella località di Macereto a cavallo tra i comuni di Visso e Ussita, in provincia di Macerata, con ritrovoalle ore 9.45 presso il caseificio Scolastici: un’azienda che rappresenta un’eccellenza gastronomica del territorio (Presidio Slow Food) e che nonostante le difficoltà continua ad andare avanti con la produzione. Marco Scolastici, con i suoi 28 anni, ci racconterà la sua storia di imprenditore che nella tragedia ha trovato la forza, e la fortuna, di poter continuare la sua attività.
La camminata si svolgerà lungo uno splendido itinerario adatto a tutti, con uno spettacolare affaccio sul Monte Bove innevato e sul Santuario di Macereto. Con noi cammineranno alcuni abitanti del territorio che insieme a Marco non hanno voluto abbandonare la loro terre in questi mesi invernali.
Al termine della camminata è previsto un pranzo presso il Ristorante La Mezza Luna di Ussita, che ha riaperto la sua attività da qualche settimana.
Menù 15 euro: un primo, due contorni, formaggio di Scolastici,vino, acqua e caffè.
N.B. Per accedere a Ussita è necessario comunicarci preventivamente nominativo del conducente e la targa dell’automobile, in modo da poter ottenere i permessi per accedere.
INFORMAZIONI:
Punto di incontro: ore 9.45 presso Tenuta Scolastici: https://goo.gl/maps/t7X9V6Fa8772
Durata: 3h – Lunghezza: 9 km
Difficoltà: adatta a tutti
Spese: Evento gratuito, eventuale affitto ciaspole in caso ci fosse neve (5€)
COME ARRIVARE:
Partenza in macchina o bus (da Roma) in relazione al numero di partecipanti.
Per chi viene da Roma (o dall’Umbria) consigliamo di prendere la SS77 che da Foligno- Civitanova Marche, uscire a Muccia e percorre la SP 209 in direzione Visso sino al 70 km in cui sulla sinistra troverete le indicazioni per il Santuario di Macereto - Cupi.
L’Istituzione Culturale della Repubblica che si batte per la salvaguardia del patrimonio culturale gastronomico italiano consegna ad Amatrice i contributi raccolti per un valore di circa 100.000 € a 20 aziende selezionate che hanno subito gravi danni a causa del sisma e nuovi macchinari del valore di 10.000 € al Centro Formazione Professionale Alberghiero di Amatrice. Paolo Petroni (Presidente di Accademia Italiana della Cucina): “Si tratta di un piccolo aiuto per infondere coraggio e dare sostegno economico ai produttori locali che hanno deciso di non abbandonare questi territori e le proprie attività. Vogliamo aiutarli a ripristinare il flusso produttivo e ridare loro la forza per ripartire”.
23 febbraio 2017 Amatrice – Ripartire dalla terra e dal patrimonio gastronomico locale aiutando i giovani agricoltori, i ristoratori e i piccoli allevatori e produttori del Centro Italia, messi in ginocchio dal terremoto e dall’ondata di maltempo che negli ultimi mesi ha colpito incessantemente le zone del sisma. Questo lo spirito che ha mosso la raccolta fondi promossa da Accademia Italiana della Cucina che consegna oggi ad Amatrice nella Chiesa della Comunità Sant'Agostino alle 11.30 i contributi raccolti e il Premio Orio Vergani del valore di 10.000 € agli studenti del Centro Formazione Professionale Alberghiero di Amatrice.
L’Istituzione della Repubblica fondata nel 1953 da Orio Vergani, col compito di salvaguardare, insieme alle tradizioni della cucina italiana, la cultura della civiltà della tavola, ha espresso fin da subito la sua vicinanza e solidarietà alle popolazioni e al territorio duramente colpiti dal terremoto e nei mesi scorsi la Presidenza aveva promosso l’iniziativa benefica dedicando la consueta cena ecumenica annuale alla cucina di Amatrice.
“La cucina e la gastronomia per noi sono fondamentali manifestazioni della cultura, con tutto il loro bagaglio di storia, di tradizione, di forte incisività sulla struttura sociale – spiega Paolo Petroni, Presidente di Accademia Italiana della Cucina – L’Accademia, in quanto protagonista di questo processo di recupero culturale, vuole fornire un sostegno immediato a quelle piccole realtà imprenditoriali in difficoltà che, nonostante i danni e le condizioni meteorologiche avverse, hanno scelto di non abbandonare il territorio e lottare per la ripresa. Il nostro intervento, per quanto modesto rispetto all’immane catastrofe, ha lo scopo di aiutare concretamente e psicologicamente alcuni di loro.”
Istituito per ricordare la memoria del Fondatore dell’Accademia, il Premio Orio Vergani viene conferito agli studenti del Centro Formazione Professionale Alberghiero di Amatrice, perché continuino a coltivare ed onorare con i loro studi la cultura gastronomica di Amatrice e la Civiltà della Tavola italiana. Il premio, del valore di 10.000€, consiste nel Trittico Star Tronic da Banco per Gelato destinato alle cucine dell’Istituto, momentaneamente trasferito a Rieti.
Il Giardino delle Farfalle è una delle 20 strutture che beneficeranno dell’assegno di Accademia Italiana della Cucina. Fabiana Tassoni e Patrizio Guglini sono i fondatori di questa struttura situata nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a Cessapalombo, comune di Macerata, dove la coppia organizzava laboratori con i bambini con lo scopo di far conoscere il ciclo vitale che le farfalle devono compiere per diventare tali, e degustazioni di prodotti tipici per promuovere la gastronomia locale. Una piccola attività in uno spazio di natura incontaminata che proprio adesso cominciava a registrare 4500 presenze, e dopo cinque anni di sacrifici dei proprietari, ha purtroppo subito una dura battuta d’arresto.
“La storia del Giardino delle Farfalle ci ha molto colpiti, il loro coraggio e la loro missione rappresentano un simbolo per la rinascita di queste terre” - afferma Paolo Petroni - “Il patrimonio gastronomico e culturale del territorio è il principale volano del nostro Paese. Per questo è importante che nel processo di ricostruzione e di ritorno alla normalità, si riparta anche da questo prezioso settore. Un ringraziamento va a tutte quelle persone, che stanno sostenendo e contribuendo con le loro donazioni alla nuova vita di questa regione”.
Gli assegnatari:
Azienda agricola Casale Nibbi di Amelia Nibbi - Produzione orto frutta, stalle, produzione lattiero casearia – Casale Nibbi (Amatrice)
Azienda Agricola Biologica Aureli - Allevamento ovini, produzione formaggi (Pinaco di Amatrice)
Azienda Agricola di Santa Santolini Trenta - allevamento ovini e bovini marchigiani (Arquata del Tronto)
Azienda agricola di Antonio di Marco - Allevamento Bovini e ovini, produzione formaggi (Rocchetta di Amatrice)
Ristorante Da Cavallo di Massimiliano Firmani (Arquata del Tronto)
Ristorante Il Tiglio di Enrico Mazzaroni (Montemonaco)
Ristorante Da Giovannino di Roberto Crisceri (Amatrice)
Ristorante La Lanterna di Alessio Serafini (Amatrice)
Ristorante La Campagnola Loreto Digiammarco (Amatrice)
Ristorante e azienda agricola La Conca di Elisabetta Perini (Amatrice)
Ristorante Matru di Daniele Bonanni (Amatrice)
Ristorante Il Castagneto di Luigi Bucci (Amatrice)
Osteria del Castello di Cristina Diacono e Salvatore Bracciani (Arquata del Tronto)
Forno Cappelli Stefano e Corrado Cappelli (Arquata del Tronto)
Rifugio Sottovento di Alessandro Tuccini - rifugio escursionistico (Colle di di Montegallo)
Macelleria Petrucci di Enzo Emanuele e Alessandro Petrucci (Arquata del Tronto)
Calabrò Carni di Giorgio Calabrò - Produzione salumi tipici (Visso)
Panificio Fronzi di Daniele Pascoli - Produzione dolci e pane (Pieve Torina)
Il Giardino delle farfalle di Fabiana Tassoni e Patrizio Guglini - Corsi degustazione prodotti tipici e laboratori per bambini (Montalto di Cessapalombo)
Ristorante Vecchio Molino di Silvia Fronzi (Pieve Torina)