Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del consigliere regionale delle Marche Marzia Malaigia, Lega Nord:
"Il consigliere regionale della Lega Nord Marzia Malaigia, di nuovo presente in questi giorni sui luoghi del sisma, ora flagellati dalle intense e più che annunciate nevicate, interviene sulla situazione degli allevamenti di bestiame distrutti dagli eventi catastrofici.
Capisco perfettamente e mi immedesimo empaticamente nel senso di impotenza e di frustrazione di allevatori, come quelli che ho visitato a Gualdo, Sarnano e paesi limitrofi – afferma la Malaigia - quando assisto all’arrivo di personale che chiede loro di compilare per l'ennesima volta moduli su moduli per avere dati già più volte forniti nell’arco di questi mesi. Il ritardo delle strutture mobili è l’unico vero problema da risolvere: dal terremoto di agosto solo tante parole, ma gli animali sono rimasti al freddo in strutture pericolanti o del tutto crollate.
Gli uomini del soccorso, di protezione civile, pompieri, forestali, ecc. sono encomiabili; quello che lascia a dir poco sbigottiti è il fatto che le strutture di ricovero per animali, le famose 370 stalle di cui si parlava fin dall'inizio, sono miraggi lontani. E quello che ancora non è chiaro è questo dietrofront sibillino della Regione, che indirizza le aziende a rivolgersi direttamente alle ditte specializzate, ma sempre facendone richiesta: ovvio, quindi altri castelli di carta!
Quello che infatti mi viene comunicato dagli allevatori è che arriveranno di nuovo tecnici regionali per far compilare nuovi moduli e riverificare i danni. Quindi un ulteriore aggravio di spesa per le casse dei cittadini marchigiani e ancora prezioso tempo perso, in condizioni che richiedevano innanzi tutto l'urgenza: se ci sono situazioni nuove non discuto, ma se i sopralluoghi sono stati più volte fatti, perché tornare a riscrivere di nuovo e di nuovo ancora? Basta riaprire la tempistica ed accelerare le procedure o, meglio ancora, semplificarle al massimo.
Gli allevatori devono anche far fronte all’emergenza che ha colpito le loro famiglie oltre che la loro attività, con anziani e bambini in case rimaste per giorni senza corrente elettrica e riscaldamento. Così non li si aiuta, si complica loro la vita. Alla faccia dello snellimento della burocrazia!
Che la Regione, per quanto di sua competenza, dia e diffonda informazioni chiare e si comporti in maniera snella ed univoca, oltre che rapida: chi sta al gelo non vive più, e la morte di centinaia di capi di bestiame, ne è la macabra rappresentanza".
A Visso è allerta alluvione. A lanciarlo è il sindaco Giuliano Pazzaglini con un post pubblicato sul proprio profilo Facebook. Il timore di Pazzaglini è che lo scioglimento della neve possa ingrossare il corso dei fiumi, in particolare il torrente Ussita che confluisce proprio a Visso nel Nera. Sulla pagina social, il sindaco ripercorre la problematica idrogeologica che da sempre affligge il territorio.
"Probabilmente - si legge su fb - a questo punto tutti conoscete il rischio. Nei giorni scorsi più volte ho evidenziato il possibile problema creando evidentemente un allarme diffuso. Questo è un dilemma su cui riflettere, dire tutto per trasparenza e correttezza come ho sempre fatto o meglio che certi argomenti non siano resi noti per evitare allarmismi? Grazie a chi mi aiuterà a capire... Passando però alla situazione attuale è bene fare un po' di chiarezza. Il problema a Visso c'è sempre stato ed è a me noto fin dal primo mandato. Ho letto che per qualcuno non è stato fatto nulla ma è tutt'altro che vero.Già 15 anni fa infatti abbiamo fatto i primi lavori sui fiumi all'interno del centro abitato. 10 anni fa invece sono stati fatti lavori importanti sul vallopa e a cardosa, grazie ad un finanziamento del ministero dell'ambiente riuscimmo a mettere in sicurezza quell'area fino ad arrivare al laghetto. I vissani, a prescindere che lo siano perché proprietari di una prima o di una seconda casa, probabilmente conoscono questi lavori per le polemiche che generarono... considerati superflui portarono a diversi articoli sull'eco del nera di cui immagino molti abbiamo il ricordo. Quasi 2 anni fa invece invece presentammo un progetto per la messa in sicurezza del fosso delle ruote al "click day", fummo i primi in tutte le marche ma il ministero equiparò le domande presentate i primi due secondi e diventammo decimi per l'importo non venendo finanziati. Ora quel progetto verrà realizzato, a brevissimo, e segue una analoga realizzazione nella zona del piano già realizzata nei giorni scorsi. Sono partito da lontano per far capire qual'è la situazione. Secondo me il rischio è concreto e l'ho evidenziato, dato però che di cose ne sono state fatte molte (sia in questi giorni che nel recente passato) per i tecnici intervenuti ieri al gruppo di lavoro dedicato in realtà è meno concreto di quello che temo io. Per loro non è previsto uno scioglimento repentino delle nevi (che io invece consideravo probabile) e la situazione a monte di Visso non è tale da preoccupare. Questo è il quadro generale. Come ho detto in un altro intervento la mia conoscenza del problema è empirica, basata sull'esperienza personale e non su studi specifici quindi non sono in grado di confutare le conclusioni dei tecnici. Non voglio ignorare questa esperienza però quindi ho chiesto ai vigili del fuoco un drone per monitorare la situazione di fiumi e fossi in tempo reale. Ho chiesto a vvf e esercito di tenere a disposizione mezzi con cui intervenire rapidamente se servisse rimuovere ostacoli in alveo (alberi, rami, massi, ponti ecc...). Ho chiesto a vvf, esercito e protezione civile sacchetti di sabbia con cui controllare eventuali fuoriuscite e posizionarli al bisogno e ho chiesto idrovore per intervenire nel caso di allagamento di scantinati. Visto che a Visso l'acqua fuoriesce anche dal sottosuolo quest'ultima evenienza la considero inevitabile e per questo non potremmo fare nulla per scongiurarla. Non so quello che succederà, siamo pronti per fronteggiare molti scenari, l'incolumità delle persone mi dicono non essere assolutamente a rischio (cosa più importante in assoluto), ho chiesto un'organizzazione che eviti anche ulteriori danni alle proprietà. Nonostante tutto spero lo stesso abbiano ragione loro nel dire che non sia necessario".
"Siamo appena usciti dall'emergenza neve e mi sto già preoccupando già per la prossima emergenza che è quella dell'acqua" ha detto il sindaco Pazzaglini al nostro mucrofono.
"Già ora il livello è tra il doppio e il triplo di quello normale - continua - a causa della rotture delle sacche sotterranee che hanno rilasciato una quantità tale di acqua che hanno portato il livello già ai limiti degli argini e per questo ho chiesto alla protezione civile di studiare un piano. Il mio obiettivo è quello di reimettere l'acqua nell'alveo prima che attraversi il centro abitato. Non c'è però un reale pericolo per l'incolumità delle persone, voglio comunque farmi trovare pronto".
Bloccati dalla neve per tre giorni. Ad Aschio, frazione di Visso, la neve ha interrotto i collegamenti con il resto del mondo per circa 72 ore. Una situazione drammatica che si è sbloccata solo ieri mattina quando alcuni volontari provenienti da Rimini, grazie all'ausilio di una turbina, hanno finalmente liberato le vie di accesso alla frazione.
Ad attenderci, al nostro arrivo, cumoli di neve e uno scenario di desolazione composto da quelli che erano stati i danni provocati dal terremoto ora completamente innevati.
Tredici abitanti nella frazione tra i quali Francesco, detto Checco, Benedetti, di 91 anni, allevatore da una vita che rivolge il suo sfogo verso le istituzione che mancano di: "Generosità verso di noi, verso i cittadini. Basterebbe un piccolo sforzo, minimo, da parte loro per risolvere la situazione di molti di noi che, pur vivendo con dignità, hanno deciso di restare vicini ai loro animali, dove sono nati e cresciuti".
A lavorare con zelo, davanti ai container all'interno del quale gli abitanti di Aschio vivono dal '97, alcuni operatori della protezione civile, provenienti dalla Lombardia, accolti con entusiasmo dagli abitanti di Aschio.
"A questi ragazzi - continua Checco - abbiamo offerto tutto quello che abbiamo. A noi non manca nulla e vogliamo condividere quello che abbiamo con chi ci viene ad aiutare".
Tre giorni difficilissimi anche per gli animali e per chi si occupa del loro benessere. Riki, guardiano di circa cento mucche, ci racconta qual è la situazione del bestiame.
"Io mi occupo di circa cento mucche - racconta - che in questo momento vivono all'aperto. Proprio ieri è morto un vitello: eravamo riusciti a metterlo in un luogo riparato, ma il ristoro non è bastato. Alle mucche assicuriamo cibo grazie ad un trattore con il quale portiamo il fieno, ma le condizioni sono estreme. L'acqua non arriva perché ghiacciata e per tre giorni siamo rimasti isolati. Io, che fino a poco meno di un mese fa dormivo in tenda, ora sto in una roulotte e mi lavo all'aperto. Non ci lamentiamo, ma il freddo si fa sentire, eccome".
Da martedì, 17 gennaio, la Svila srl (140 dipendenti), mega-impianto che produce pizze surgelate a Visso, è chiusa temporaneamente "per neve". "L'unica strada che porta a Visso - spiega il direttore di produzione Mauro Parretti -, è in condizioni disastrose". Ci sono difficoltà a far arrivare alla fabbrica i pullman navetta che trasportano i lavoratori sfollati lungo la cosa o in altre località.
"Ma soprattutto - sottolinea Parretti - non riescono a venire qui i camion che debbono ritirare la merce. Abbiamo stoccato il prodotto nelle celle frigorifere, poi abbiamo dovuto interrompere la produzione. E pensare che con questa settimana, se avessimo lavorato, avremmo recuperato le tre settimane perse con il terremoto di fine ottobre". Le scosse di ieri non hanno danneggiato il sito, ma i rappresentanti della Svila, che fa parte di un gruppo americano, chiedono, come tanti cittadini, tempi celeri per la ricostruzione e l'arrivo delle casette: "non vogliamo essere una cattedrale nel deserto". (Ansa)
''Siamo riusciti a raggiungere tutte le frazioni che ieri erano rimaste isolate, salvo Cupi e Macereto, ma abbiamo ancora moltissime difficoltà nel portare cibo agli animali nelle stalle, dove manca anche l'acqua''. Il sindaco di Visso (Macerata) Giuliano Pazzaglini sta guidando l'auto fra i mezzi della colonna mobile della Lombardia, inviata in soccorso del comune montano dalla Protezione civile nazionale.
''Il manto di neve ha raggiunto un metro e mezzo, ma nelle frazioni ci sono cumulate di tre, quattro metri, ed è indispensabile avere una turbina. Ho parlato poco fa con il presidente della Regione Luca Ceriscioli - dice Pazzaglini all'ANSA - e mi ha assicurato che una turbina arriverà qui a breve''. Visso è raggiungibile solo attraverso la Sp 209, dove si circola con estrema difficoltà a causa della neve e del ghiaccio. Il maltempo e le scosse di ieri hanno rappresentato un'ulteriore battuta d'arresto per le aziende e alle attività commerciali che stavano faticosamente tentando di ripartire.
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in contatto continuo con la Protezione Civile e il Commissario Errani, ha chiesto al Ministro Pinotti un ulteriore, rafforzato impegno dell'esercito - assieme alla strutture operative già presenti - per garantire la massima presenza e prossimità dello Stato nei luoghi già colpiti dal sisma e oggi interessati dalle nuove scosse.
(Fonte: Ansa)
La Protezione civile delle Marche lancia un appello affinché tutti i mezzi diretti nelle zone interessate dall'emergenza neve e dal terremoto si dotino anche di catene oltre che di gomme termiche. Sulle strade dell'Ascolano, del Maceratese e del Fermano, ancora ricoperte da una spessa coltre di neve, il problema è rappresentato infatti dalle auto e altri mezzi che si pongono di traverso, e le operazioni di rimozione fanno perdere molto tempo. Da qui, l'appello della Protezione civile (ANSA).
La neve che sta dando tregua a Macerata continua a scendere copiosa nelle zone montane, proprio nei piccoli centri già devastati dal sisma.
Tanti i problemi per questa abbondante nevicata sia a causa della precaria situazione degli abitanti sia per la sua portata. Gli allevatori sono disperati e cercano soluzioni sopra le loro forze, perchè si sentono lasciati soli e bloccati da una burocrazia senza fine. Anche il segretario regionale del PD, Francesco Comi, prende posizione su Facebook e sottolinea "i troppi problemi burocratici e la poca informazione" a cui queste persone, già di per sè in condizioni di emergenza, si sono trovati di fronte, quando invece dovevano essere aiutati.
L'ultimo allarme è stato lanciato dall' Azienda Agricola Scolastica, un'azienda biologica che si occupa di allevamento di ovini con la produzione e la vendita diretta di prodotti caseari certificati ICEA. Su Facebook, questa mattina raccontano la loro drammatica situazione:
"In tanti ci avete chiesto un aggiornamento riguardo la situazione, purtroppo è peggiorata e ha nevicato tutta la notte, anche stamattina c'è una bufera fortissima. L'altezza della neve è intorno a al metro e ottanta ma ci sono cumuli alti anche quattro metri. Siamo usciti a fatica da casa e non riusciamo a raggiungere le stalle neanche a piedi. Le strade provinciali sono interrotte da ieri sera e tutte le frazioni sono isolate. Stanotte sono crollate due stalle con mucche e p...ecore all'interno, una a Gualdo e una a Belforte. Non sappiamo in che condizioni siano i nostri animali e dalle sei di questa mattina stiamo contattando tutte le forze dell'ordine per richiedere un intervento.. sembra non ci siano abbastanza mezzi e comunque squadre mal equipaggiate. Speriamo che in giornata intervenga l'esercito perché gli animali sono senza cibo né acqua da ieri."
Altra storia, non meno difficile, quella di un allevatore di Sarnano che nonostante un metro e mezzo di neve ieri pomeriggio ha cercato di salvare le sue 34 mucche dal freddo e dalla coltre bianca, senza l'aiuto di nessuno e senza avere la sua stalla, crollata con il sisma.
Purtroppo questi sono solo due esempi, tanti son o gli allevatori che oggi versano in uno stato di emergenza che non vede fine e che sta tragicamente dimezzando il loro bestiame. Lasciare sole queste persone con i loro animali è un danno non solo economico ma anche umano e civile.
Cento stand e un grande palco per cantare all'ombra del santuario di Macereto, nel comune di Visso. E' qui che l'associazione 'Un aiuto concreto per Castelsantangelo sul Nera' dà appuntamento all'evento 'Tutti agibili per un giorno', in programma il 24 giugno "a cui sono invitati tutti gli imprenditori, commercianti, allevatori e in generale a tutte le partite Iva di Castelsantangelo, Visso e Ussita perché questo possa diventare un giorno che segni la rinascita economica delle nostre terre".
A dirlo è la vicepresidente della neo associazione, Federica Pedanesi, intenta assieme a tutto il gruppo a risollevare "le sorti dei nostri borghi distrutti dal sisma, ma noi non ci arrendiamo e vogliamo essere protagonisti del nostro futuro". L'evento, a cui hanno già aderito le amministrazioni comunali dei tre centri, "non nasce per raccogliere fondi - spiega Pedanesi - ma vuole essere una grande occasione per far sapere che qui c'è voglia di ricominciare e lo vogliamo fare attraverso il lavoro". (Ansa)
A partire dal 24 agosto 2016, oltre alle tante perdite di vite umane e ai danni sul patrimonio edilizio, il sisma ha prodotto delle modificazioni permanenti sulla superficie terrestre in un’area ampia migliaia di chilometri quadrati che si estende da Amatrice fino a Muccia, per spingersi anche, con modesti risentimenti ma comunque significativi per l’economia regionale, anche in aree prossime alla costa. Tali modificazioni sono costituite soprattutto da grandi frane e da instabilità delle pareti rocciose verticali che vanno ad interessare soprattutto la viabilità comunale fino a quella regionale.
E’ il caso della Strada Provinciale n. 209 Valnerina che, alcuni chilometri dopo l’abitato di Visso, è stata interessata da una frana che ha ostruito il corso del fiume Nera. A quattro mesi dall’evento ancora non è stato fatto nulla. In più le condizioni meteo che si stanno verificando, con piogge e neve e gelo, fanno temere l’evoluzione di molti dei fenomeni franosi prodotti soprattutto quelli che interessano i versanti calcarei, particolarmente fratturati anche per effetto della sequenza sismica.
Spiega infatti il prof. Farabollini, della Sezione di Geologia dell’Università degli studi di Camerino che “la pioggia infiltrandosi all’interno delle fratture prodotte dal terremoto, sia sui versanti rocciosi che anche sulle infrastrutture viarie, gelando potrebbero innescare importanti fenomeni franosi con il collasso anche di importanti porzioni di versante. Situazioni simili sono state riscontrate in tantissime località (Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Casali, Gualdo di Castelsantangelo e molte altre), senza ovviamente dimenticare il crollo già avvenuto nella Valnerina e che potrebbe continuare ad evolvere se non si corre ai ripari”. “Proprio per questo motivo - continua il dott. Scalella, della Regione Marche che ha effettuato sopralluoghi sulla Valnerina e sulle infrastrutture viarie comunali sopra menzionate - insieme al collega Farabollini, abbiamo presentato un progetto per il ripristino della viabilità utilizzando il materiale proveniente dalla frana della Valnerina e dagli altri materiali calcarei derivanti dalle numerose frane di crollo che si sono prodotte durante il terremoto, ma volendo anche utilizzando tutto il materiale prodotto e contenuto nelle reti paramassi in molti casi non vuotate da oltre 10 anni!!. Questi materiali, che possono essere stimati in circa 800.000 metri cubi infatti verrebbero utilizzati innanzitutto per rispristinare la viabilità di una arteria molto importante sia dal punto di vista del collegamento con l’Umbria ma anche dal punto di vista degli scambi economico-commerciali, e sarebbero anche “riutilizzati” per il ripristino della funzionalità delle arterie stradali sia provinciali che comunali dell’intera area coinvolta dal recente sisma e pertanto possono essere considerati come cave temporanee di prestito che quindi andrebbero assoggettate alla normativa vigente. I materiali recuperati da tali “cave di prestito temporanee” possono essere posizionati in “aree temporanee di abbancamento” che ogni comune o raggruppamenti di comuni potranno mettere a disposizione sul loro territorio facilitando quindi anche il successivo iter tecnico-amministrativo di gestione dell’attività estrattiva e della successiva attuazione del piano di ripristino della viabilità.”
“L’indotto economico che ne deriverebbe, soprattutto per queste aree montane particolarmente colpite dal sisma, - continua Farabollini - potrebbe essere esteso ad un piano decennale che preveda pertanto la possibilità della gestione del materiale litoide, della sua lavorazione per la realizzazione di inerti opportunamente classati per le esigenze specifiche e l’utilizzo fino al completamento del ciclo che potrebbe chiudersi una volta ripristinate le funzionalità della viabilità. Tale proposta, presentata alla Regione Marche agli assessorati competenti già a metà dicembre, ancora non ha avuto risposta. Chissà... la rete infrastrutturale compromessa dal sisma probabilmente avrà reso impraticabile anche la rete internet!”
La viabilità nelle zone terremotate di Visso e Ussita, dove è nevicato tutta la nove e continua a nevicare, "va un pò meglio" secondo il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, che ieri aveva denunciato il rischio che interi paesi potessero rimanere isolati perché "l'unica strada che collega Visso alla Val di Chienti è completamente ricoperta di neve ed è difficoltoso percorrerla", chiedendo all'Anas un servizio "puntuale".
Ma - attacca - "le strade sono ancora sporche, a dimostrazione del fatto che l'emergenza viabilità non è stata gestita in modo adeguato". Critico anche il sindaco di Ussita Marco Rinaldi: "fino a Visso si viaggia - dice -, ma da Visso a Ussita la situazione è difficile per il mancato spargimento di sale". Gli abitanti di Ussita sono sfollati lungo la costa, ma alcuni vengono nella zona tutti i giorni per andare al lavoro. Situazione critica anche nelle aree terremotate dell'Ascolano: ad Arquata del Tronto ci sono 40 cm di neve e la strada Salaria è stata chiusa ai mezzi pesanti. (Ansa)
Forte nevicata sull'Appennino marchigiano e sulle zone terremotate. Visso, Ussita e gli altri borghi dell'epicentro del sisma di fine ottobre sono imbiancati e iniziano i primi disagi alla circolazione. "Ancora una volta l'unica strada che collega Visso alla Val di Chienti è completamente ricoperta di neve ed è difficoltoso percorrerla, rischiamo di rimanere isolati". A dirlo il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, intento proprio a raggiungere Muccia dopo essere partito dal paese che amministra. Il tratto di strada in questione è la ex statale 209, più nota come "Valnerina". "L'Anas ci deve garantire un servizio puntuale in queste circostanze, è impensabile che i nostri paesi restino isolati dal mondo con tutto quello che stanno vivendo nel post terremoto" sottolinea Pazzaglini. Le precipitazioni nevose in atto sono destinate a proseguire anche nella notte e nella giornata di domani, stando alle previsioni meteo emesse dai centri funzionali di Protezione civile.
Non solo le zone terremotate del Maceratese sono colpite da un'ondata di gelo, già annunciata dalla Protezione civile: nevica in tutto l'entroterra delle Marche, da un'altitudine di 400 metri in su. In provincia di Pesaro Urbino si sta formando ghiaccio sul manto stradale ai valichi. A Serravalle, nei pressi della seggiovia del Monte Nerone, i vigili del fuoco sono intervenuti per prestare soccorso ad una quindicina di auto che non riescono a scendere a valle a causa del ghiaccio. Un'altra auto è bloccata nei pressi dell'eremo di Carpegna. In provincia di Ancona, una fitta nevicata ha provato disagi alla circolazione lungo la SS76 a Fabriano. Disagi anche ad Arcevia, dove le strade sono completamente imbiancate. Nel Maceratese, oltre alle zone terremotate (Visso, Muccia, Castelsantagelo sul Nera, Ussita) ci sono disagi alla circolazione anche sul versante del Monte San Vicino verso Apiro e Esanatoglia, dove ci sono piccoli incidenti Piove invece lungo la costa. (Ansa)
Parte da Facebook il commento laconico del sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini sulle operazioni che il colosso Eataly ha intrapreso nei confronti dei territori del Centro Italia duramente colpiti dal sisma degli scorsi mesi.
Le parole del sindaco fanno capire che i territori marchigiani, ancora una volta, sono stati tagliati fuori da quella che è la vetrina mediatica dal momento che non ci sono carni della nostra regione tra quelle mappate da Eataly.
"Eataly - si legge nel commento -, conferenza stampa insieme a Preci e Norcia per raccolta fondi e promozione del territorio... mi imbatto nella mappa delle grandi carni italiane... nessuna nelle Marche o in Umbria, una nel Lazio... la ovina "sopravvissana"... è evidente che abbiamo molto fa imparare sulla promozione e valorizzazione del territorio..."
"Inutile girarci intorno: per riaprire la Valnerina occorrerà ancora diverso tempo": così l'assessore regionale Angelo Sciapichetti, in un intervento nel quale spiega la difficile situazione dell'arteria che funge da collegamento determinante per i paesi devastati dal sisma.
"Oggi la Valnerina purtroppo non è una strada attraversata da un fiume, ma come si vede dalle immagini si è staccata una parte consistente della montagna dando vita ad una enorme frana che ha formato un grande lago laddove c’era la carreggiata.
Speriamo che lo sciogliersi delle nevi nei prossimi giorni non aumenti il pericolo. Tutti vorremmo riaprire la Valnerina il prima possibile, ma ci rendiamo conto di fronte a queste drammatiche immagini di quello che è successo? Non credo possa sfuggire a nessuno la gravità della situazione e il rischio per l’incolumità della persone che eventualmente dovrebbero andarci a lavorare. Sono pertanto necessari studi accurati da parte di geologi e di gruppi di esperti altamente specializzati (studi già avviati) per appurare prima di tutto il grado di sicurezza e quali e quante opere occorrerà realizzare. Ecco perché se non vogliamo prenderci in giro, dobbiamo dirci realisticamente parlando come stanno le cose: per la riapertura, ci vorranno purtroppo tempi molto più lunghi di quanto ognuno di noi possa immaginare".
Di notte il termometro segna anche -10 gradi sui Monti Sibillini coperti di neve, e ''nei territori colpiti dal sisma la situazione degli animali è drammatica. Gli allevatori non sanno dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti a stare fuori al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti''.
E' l'allarme lanciato da Acquasanta Terme (Ascoli Piceno) dal presidente della Coldiretti di Ascoli Fermo Paolo Mazzoni, che ha incontrato agricoltori e allevatori nella tradizionale Giornata del Ringraziamento. La notte scorsa a Bolognola e Ussita la colonnina di mercurio è scesa a -8 gradi. "Dobbiamo recuperare i ritardi nella consegna delle stalle mobili e salvare gli animali che rischiano di morire per il freddo, con le temperature scese ampiamente sotto lo zero" ha detto. L'iter burocratico per l'accertamento degli allevatori che hanno diritto diritto alle strutture mobili e i ritardi nella posa di quelle già approvate stanno causando gravi disagi (ANSA).
A Visso, vicino al campo sportivo, nell'area del laghetto, vivono una trentina di sfollati, restati in quelle zone dopo che i tragici eventi sismici dello scorso agosto e del 30 ottobre hanno reso inagibili le loro abitazioni. Vivono in delle roulotte e stanno cercando di fronteggiare l'inverno e le temperature precipitate, negli scorsi giorni, sotto lo zero.
Una difficoltà notevole per chi è già provato dai lunghi mesi passati in alloggi provvisori. Difficoltà che possono facilmente sfociare in proteste che partono anche dal web. Su Facebook si legge, infatti, tra i tanti racconti di disagi legati al maltempo, un appello verso i politici: un invito a passare loro, in prima persona, una notte nelle condizioni precarie e avverse che gli sfollati si trovano a fronteggiare.
"Vorrei invitare - si legge - il Presidente del Consiglio Gentiloni e il Presidente della Regione Marche Ceriscioli a passare una notte in campeggio a Visso, in uno di questi comodissimi alloggi. Vedrai come il giorno dopo montano la casetta di legno che stanno negando ai terremotati".
Vedremo se questo appello verrà ascoltato.
Speravamo tutti che l’arrivo della prima neve fosse uno sfoggio di celerità ed efficienza. Una medaglia al merito da appuntare sul petto da ostentare in ogni dove a dimostrazione delle capacità organizzative della locale classe politica. Gelo e neve erano annunciati da lungo tempo. Prevedibili ed infatti previsti da tutti i meteorologi dell’orbe, sono puntualmente arrivati. Immaginavamo spazzaneve già revisionati che scalpitavano e pronti per la partenza. Depositi di sacchi di sale sparpagliati per tutto il territorio. I mezzi del soccorso alpino, con al seguito troupe televisive, pronte a documentare il trasporto di foraggio in stalle provvisorie per alimentare il bestiame degli allevatori, messo al sicuro in ricoveri di fortuna. Fatti e non parole, pensavo fosse pure lo slogan di tanta operosità.
Invece niente. È stata la solita debacle. Una Caporetto politica prima che organizzativa. Gli spazzaneve dell’ANAS (almeno dalle mie parti) non sono passati. O se sono passati lo hanno fatto veramente male. Non ricordo a mia memoria una performance peggiore. Eppure stavamo parlando di zone terremotate. Dell’epicentro o a due passi da esso. Quello che in televisione e sui giornali chiamano il “cratere”.
Quando c’era la Provincia da Pettinari assessore ai lavori pubblici (praticamente preistoria) a Pettinari presidente (l’altro ieri) se c’era un ritardo di anche solo un’ora, partivano telefonate a raffica anche in piena notte, per lamentarsi direttamente col presidente di turno. Poi però, in giro per le strade, c’erano più spazzaneve che automobili. E di notte viaggiavano camion con sale e breccia.
Il risultato del passaggio all’ANAS è sotto gli occhi di tutti. Un condensato di ritardi, inefficienze, lavori svolti male, oppure neanche fatti. In un territorio, lo ripeto, che avrebbe dovuto essere particolarmente tenuto in considerazione in questo post terremoto.
Ringraziamo il ministro Del Rio e la sua riforma - aborto. Se non fosse stato per lui e quelli che gli sono andati appresso, oggi avremmo strade pulite e una viabilità normale e non da terzo mondo come ci hanno ampiamente dimostrato.
Nelle zone di montagna il sisma ha fatto i suoi gravi danni sin dal 24 agosto. Quattro mesi. Ebbene in centotrenta giorni, questi governanti qui – tra commissari straordinari, vice, capi della protezione civile, sono una dozzina di persone - non sono stati capaci di portare sui pascoli e sugli alpeggi una cinquantina di stalle prefabbricate. Dieci, venti pannelli per stalla da caricare su di un camion e da far montare ai militari. Oppure un semplice tendone, ma che oggi chiamano pomposamente tensostruttura. Invece niente. Bastava un mese lavorandoci con tutta calma. In quattro mesi non hanno combinato niente. Non hanno messo in piedi nemmeno una capanna.
Eppure i sindaci sono mesi e mesi che si sgolano a chiederle. Il freddo e la prima neve in montagna era caduta già a metà novembre. Non hanno letteralmente mosso una paglia. Ed oggi il bestiame, grazie alla loro incapacità, sta a due cifre sottozero.
La verità è che sono solo capaci di produrre burocrazia: ordinanze, decreti, regolamenti, prezziari, tabelle. O al massimo nominare dirigenti i loro compagni e sodali. I quali a loro volta dovrebbero essere quelli che risolvono concretamente i problemi. Ma siccome pure loro non ne sono all’altezza eccoci qui con questo risultato: un assoluto disastro su tutti i fronti.
Sarebbe bastato prendere a modello il sisma del ’97 e valorizzare gli uomini che governavano allora. Invece che rottamarli sdegnosamente manco fossero indegni. Per fare un Mario Conti (il segretario generale delle giunte D’Ambrosio e Spacca) non basta tutto il battaglione di dirigenti della Regione Marche messi assieme.
In questo squallido e penoso quadro chi ci rimette in ultima istanza è il cittadino. Dopo aver avuto contro le forze della natura, oggi si trova pure contro chi, viceversa, dovrebbe sostenerlo ed aiutarlo, per dovere istituzionale.
Guardate che così non funziona. Non si va da nessuna parte. Il presidente della Repubblica, Mattarella, sul terremoto ci ha messo la propria faccia. Piuttosto che lodarlo ad ogni parola che dice, sarebbe meglio per tutti che ciascuno facesse il proprio mestiere. Possibilmente bene, o almeno facendo ogni sforzo possibile.
Tra l’altro i politici, per arrivare al governo e dare prova di efficienza, hanno sgomitato parecchio. E non glielo ha ordinato il medico.
E soprattutto non pensino di poter sfruttare l’occasione del terremoto solo per poter appaltare i lavori più facili e redditizi alle cooperative pesaresi o ravennati e lasciare quelli più improbi e difficili alle ditte locali.
A buon intenditor poche parole...
Alle 4.30 Fabio e Lina Cerri sono già in auto. Lasciano gli altri terremotati del residence 'La Risacca' di Porto Sant'Elpidio e risalgono la montagna innevata fino a Visso, ''in tempo per le 6. A quell'ora ''le paste messe a lievitare la sera prima sono quasi pronte - spiega Fabio - e alle 6.15 possiamo aprire il negozio. I primi clienti sono i carabinieri e i poliziotti, poi i volontari, e gli abitanti rimasti''.
Prima delle scosse del 26 e 30 ottobre Fabio e la moglie Lina gestivano la pasticceria e il panificio L'Albero del Pane. 7 dipendenti, l'agenda degli ordinativi fitta di ''rinfreschi per battesimi, comunioni e matrimoni''. In meno di tre mesi è cambiato tutto. ''Ci siamo dovuti riconvertire: il panificio è in zona rossa, qui prepariamo colazioni veloci, piadine, ma le nostre paste e le torte alla ricotta non mancano mai''. Il capannone prefabbricato del nuovo forno è già in costruzione (foto). ''La bufera di neve ci ha rallentato, ma dovremmo riuscire a mettere la copertura entro fine gennaio''. (Ansa)
Anche il volontariato nell’ambito del Servizio Civile Nazionale riguarderà le zone colpite dal terremoto 2016. Il Bando “Avviso agli Enti: Presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale per 1599 volontari da impiegare nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria” pubblicato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale prevede l’impiego di 1.599 volontari nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
I progetti dovranno essere trasmessi dagli enti esclusivamente alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria entro le ore 14,00 del 10 marzo 2017.
Il bando si riferisce alla presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale finalizzati alla ripresa della vita civile delle comunità colpite dagli eventi sismici ed a favorire il ritorno delle popolazioni alla normalità.
I destinatari del bando sono:
gli enti iscritti all’Albo nazionale ed agli Albi delle Regioni e delle Province autonome, aventi sedi
di attuazione progetto nei comuni colpiti dal sisma 2016, di cui all’Allegato 1 del Bando
e nei Comuni costieri che ospitano temporaneamente i terremotati.
I volontari saranno così ripartiti:
Abruzzo 207 volontari;
Lazio 453 volontari;
Marche 617 volontari;
Umbria 322 volontari.
Le Regioni interessate, una volta sentite le strutture del Commissario straordinario per le zone terremotate, coordinano i progetti per ciascun settore/ambito di intervento individuati dal bando, promuovendo la cooprogettazione degli stessi tra i diversi enti presenti sul territorio.
Ciò può avvenire anche attraverso appositi incontri con i Sindaci dei comuni colpiti e con i responsabili degli enti, in modo da redigere uno, al massimo due progetti per ogni settore/ambito di intervento individuato.
Per ogni raggruppamento di enti, che darà luogo alla cooprogettazione, dovrà essere individuato un ente capofila avente una capacità organizzativa sufficiente a supportare la complessità degli interventi proposti.
La cooprogettazione è possibile tra enti appartenenti allo stesso Albo, ovvero tra enti iscritti all’Albo nazionale e ad uno degli Albi regionale e delle Province autonome.
I progetti dovranno realizzarsi esclusivamente in una singola Regione e nei seguenti settori/aree di intervento:
a) Assistenza, con particolare riguardo alle fasce deboli
b) Protezione Civile
c) Patrimonio Artistico e Culturale
d) Educazione e Promozione culturale, con particolare riferimento al supporto alle Amministrazioni Locali impegnate nei processi di ricostruzione e di ritorno alla normalità.
I progetti devono essere redatti secondo il modello di cui all’allegato 1 del Prontuario (parag. 3.3 e 4.6 del “Prontuario contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la valutazione degli stessi” approvato con D.M. 5 maggio 2016) , concernente i progetti da realizzarsi in Italia, essere firmati digitalmente dal legale rappresentante dell’ente capofila o dal responsabile del servizio civile nazionale del predetto ente indicati in sede di accreditamento e devono essere presentati esclusivamente in modalità online.
Ogni progetto deve indicare un capofila, essere redatto per uno solo dei settori/aree intervento innanzi indicati e per una singola Regione.
Tutti i progetti presentati saranno esaminati dalle Regioni competenti e sottoposti ad una valutazione di idoneità riguardante la conformità degli stessi alle finalità stabilite dall’art. 1 della Legge 6 marzo 2001, n. 64, nonché alle modalità di redazione degli stessi previste dal Prontuario.
I progetti risultati idonei sono pubblicati in appositi bandi regionali per la selezione dei volontari.
Questo il link a cui trovare il bando: http://www.serviziocivile.gov.it/menusx/bandi/progetti-scn/2016_bandoprogsisma/
Il 5 gennaio presso il palazzetto dello sport di Porto Sant'Elpidio si è esibita la Joys Band compagnia teatrale composta da dilettanti allo sbaraglio, ragazzi di Pieve Torina e Visso vogliosi di divertirsi e divertire. Prima dell'inizio dello spettacolo ha parlato il rappresentante dell'associazione "Contro il cancro con amore", sostenendo che questo terremoto ha davvero sconvolto i nostri animi ma questo non ci deve impedire di vivere le nostre vite perché solo in questo modo i nostri paesi lesionati dal sisma potranno risorgere.
È stato ringraziato il sindaco di Porto Sant'Elpidio Nazzareno Franchellucci che è sempre presente per questo tipo di iniziative, il direttore dell'Hotel Holiday Daniele Gatti per il suo lavoro e la sua sensibilità verso i terremotati ospiti della struttura alberghiera, l'Assessorato al Turismo e la squadra di basket di Porto Sant'Elpidio per aver concesso il palazzetto dello sport. Appena finiti i ringraziamenti i ragazzi della Joys Band hanno mostrato un video commovente composto da foto dei nostri paesi gravemente lesionati dal terremoto.Dopo la fine del video è cominciato lo spettacolo e per una sera i ragazzi della Joys Band sono stati i "principi della risata", riuscendo a far dimenticare agli spettatori le tristi conseguenze del terremoto. Una risata permette di andare avanti nella vita e di sconfiggere la paura del terremoto e proprio per questo lo spettacolo della Joys Band era intitolato "terremotu te pijasse un gorbu" (#terremotutepijasseungorbu) .Tra uno sketch e l'altro venivano lette delle poesie e dei pensieri dedicati ai valori della vita e ai sentimenti che provano gli sfollati per causa del terremoto inoltre la lettura delle poesie e dei pensieri era accompagnata dalla musica della chitarra di Carlos. Le offerte raccolte durante lo spettacolo teatrale saranno destinate alla realizzazione di un piccolo parco giochi per i bambini della tendopoli di Pieve Torina proposto dal medico pediatria del capoluogo Dott. Salvatore Stasolla