Necessario di nuovo, a distanza di due mesi dal sisma, un chiarimento sui sopralluoghi, non ancora conclusi(!), di agibilità degli edifici nelle zone colpite dal terremoto.
Stavolta interviene il coordinatore della Dicomac, Immacolata Postiglione, con una circolare datata 28 dicembre 2016 recante chiarimenti “sulle attività connesse ai sopralluoghi di agibilità coordinati dalla Dicomac”.
Occorre però fare prima un passo indietro.
Con l’entrata in vigore dell’OCDPC n.422 del 16/12/2016 dal 27 dicembre 2016 il sopralluogo con scheda Fast, da cui scaturisce un esito di “non utilizzabilità”, diventa presupposto indispensabile per l’accesso alla procedura Aedes/GL-Aedes.
Ai sensi dell’articolo 1 comma 5 della predetta ordinanza, la DiComaC continua a provvedere al coordinamento delle attività di rilievo mediante la scheda AeDES, ai sensi dell'art. 3 c. 1 dell'OCDPC 392 del 6 settembre 2016, esclusivamente con riferimento:
a) agli edifici pubblici;
b) al completamento dei rilievi nei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata;
c) agli edifici con scheda FAST con esito "sopralluogo non eseguito" per contestuale richiesta di approfondimento mediante scheda AeDES;
d) ai sopralluoghi ripetuti su richiesta, con perizia asseverata di un tecnico di parte, sia su edifici già classificati con scheda AeDES che su edifici dichiarati agibili a seguito di sopralluogo FAST.
e) ai sopralluoghi da ripetere in relazione all'esito "D" di scheda AeDES rilasciato da tecnici coordinati dalla DiComaC.
Con questa circolare vengono dunque ora date indicazioni sulla gestione ed il prosieguo delle attività relative ai sopralluoghi di agibilità coordinati dalla stessa Dicomac, con particolare riferimento alle modalità di presentazione delle istanze.
Aree 1 e 2
Innanzitutto nel territorio delle Regioni interessate vengono individuate due aree:
un’Area 1, costituita da tutti i Comuni di cui agli allegati 1 e 2 alla legge n.229/2016
un’Area 2, costituita dagli altri Comuni nei quali si sono registrati danni agli immobili in conseguenza degli eventi sismici di cui all’oggetto.
In relazione all’appartenenza ad una delle due aree viene poi indicata una specifica procedura:
Per i Comuni in Area 1
i sopralluoghi di agibilità (sia con scheda Fast, sia - per le fattispecie previste all’articolo 1 comma 5 della citata OCDPC n.422/2016 - con scheda Aedes) vengono autorizzati ed organizzati secondo quattro differenti modalità:
per gli edifici per i quali è già stata presentata un’istanza di sopralluogo alla data del 27/12/2016, giorno di pubblicazione dell’ordinanza 422/2016, ma non è stato effettuato ancora alcun sopralluogo, rimane valida la precedente istanza (sopralluogo Fast, ovvero Aedes/GL-Aedes per i casi di cui all’articolo 1 comma 5, lettere a) e b) dell’OCDPC 422/2016);
per gli edifici per i quali non è stata presentata alcuna istanza alla data del 27/12/2016, giorno di pubblicazione dell’ordinanza 422/2016, può essere presentata un’istanza semplice di sopralluogo da parte del richiedente avente diritto, oppure una richiesta da parte del Sindaco (sopralluogo Fast, ovvero Aedes/Gl-Aedes per i casi di cui all’articolo 1 comma 5, lettere a) e b) dell’OCDPC 422/2016);
per gli edifici già ispezionati prima del 30 ottobre che riportavano esito A (con o senza F), laddove si riscontrino danni che potrebbero compromettere l’agibilità, può essere presentata un’ulteriore istanza semplice di sopralluogo da parte del richiedente avente diritto, ovvero richiesta da parte del Sindaco (sopralluogo Fast);
per gli edifici già ispezionati riportanti esito D il sopralluogo viene effettuato d’ufficio (sopralluogo Aedes/GL-Aedes).
Per i comuni in Area 2
i sopralluoghi di agibilità (sia con scheda Fast, sia - per le fattispecie previste all’articolo 1 comma 5 della citata OCDPC n.422/2016 - con scheda Aedes) vengono autorizzati ed organizzati secondo tre modalità diverse:
per gli edifici per i quali è già stata presentata un’istanza di sopralluogo alla data del 27/12/2016, giorno di pubblicazione dell’ordinanza 422/2016 (fa fede la data di protocollo presso il Comune/COC, 27 dicembre incluso), ma non è stato effettuato ancora alcun sopralluogo, rimane valida la precedente istanza (sopralluogo Fast);
per gli edifici per i quali non è stata presentata alcuna istanza alla data del 27/12/2016, giorno di pubblicazione dell’ordinanza 422/2016, il richiedente avente diritto può presentare un’istanza di sopralluogo corredata da perizia asseverata che comprovi la presenza di danni nell’edificio e il nesso di causalità diretto tra i danni e l’evento oppure da ordinanza sindacale di sgombero, conseguente agli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 (sopralluogo Fast)
per gli edifici già ispezionati riportanti esito D il sopralluogo viene effettuato d’ufficio (sopralluogo Aedes/GL-Aedes).
Revisioni
Richiesta con perizia asseverata
Per i comuni di entrambe le aree, in merito ad una eventuale richiesta di ripetizione del sopralluogo, fatti salvi i casi indicati in precedenza, la revisione dell’esito Fast di edificio agibile o di revisione di un esito Aedes/GL-Aedes già emesso necessitano della presentazione di un’istanza accompagnata da perizia asseverata di un tecnico di parte.
Doveri del Coc
La circolare specifica poi che per tutti i sopralluoghi ripetuti, il Comune/COC deve informare la squadra dell’esito del precedente sopralluogo e deve fornire alla stessa tutta la documentazione disponibile, inclusa la scheda compilata nel precedente sopralluogo
Nuova scheda e sopralluogo ripetuto
Nel caso di un ulteriore sopralluogo autorizzato sullo stesso edificio, la precedente scheda è da ritenersi superata e la nuova scheda la sostituisce completamente, salvo eventuali incongruenze che richiedano approfondimenti da parte del centro di coordinamento sovraordinato.
La squadra deve indicare sulla scheda l’ulteriore sopralluogo in intestazione la dicitura “sopralluogo ripetuto” ed indicherà nelle note il riferimento della precedente scheda, allegandone copia, se disponibile.
Termine
Per tutti i Comuni, sia di Area 1, sia di Area 2, il termine di scadenza per la presentazione delle istanze è fissato inderogabilmente al 16 gennaio 2017 (fa fede la data di protocollo presso il Comune/Coc).
Zone rosse
Fanno eccezione degli edifici ricadenti nelle zone rosse ufficialmente definite e delimitate da ordinanza sindacale.
Dove vanno a finire le schede?
Ma dopo tutte queste verifiche in molti si chiedono dove vanno a finire le schede compilate.
La circolare chiarisce che le squadre di rilevatori consegnano
le schede Fast in originale presso i centri operativi regionali di competenza e ne lasciano copia al Comune/Coc),
le schede Aedes/GL-Aedes in originale si consegnano
presso la Dicomac
oppure presso i centri operativi regionali di competenza (con rilascio del modello riepilogativo GE1 e, se necessario, del modello GP1 al Comune/Coc).
Una verifica di completezza della documentazione presentata e ad una sintetica analisi sulla coerenza dei dati viene effettuata
presso la Dicomac
oppure presso i centri operativi regionali di competenza
Ogni settimana le schede recepite presso i centri operativi regionali devono essere da questi recapitate alla Dicomac, accompagnate da specifico verbale di consegna, per essere informatizzate e scannerizzate.
Doveri dei sindaci
La circolare rammenta poi che è compito dei Sindaci
adottare tutti i necessari provvedimenti in funzione dell’esito dei sopralluoghi eseguiti sia con schede Fast, sia con schede Aedes/GL-Aedes.
E anche nel caso in cui il fabbricato abbia un esito “agibile” (sia con schede Fast, sia con schede Aedes/GL-Aedes), è opportuno che il Sindaco lo comunichi ai cittadini interessati.
Doveri delle Regioni
Infine le Regioni devono
veicolare l’informativa a tutte le proprie strutture interessate ed agli Enti locali
effettuare d’intesa con la Dicomac un efficace monitoraggio ai fini della corretta applicazione della procedura.
E' stata una giornata particolare, sicuramente emozionante. Sono arrivati in tanti e da tutte le zone del centro Italia, colpite dalle forti scosse di terremoto di agosto e ottobre.
Papa Francesco ha ricevuto tutti nell’aula Paolo VI, in Vaticano. "Una parola che è stata usata come un ritornello è ricostruire. Ricostruire i cuori ancor prima delle case": così Bergoglio durante l’udienza con le popolazioni giunte da Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. E poi ha aggiunto: "Il vostro è un dolore grande".
L'udienza straordinaria di Papa Francesco è stata anche l'occasione per consegnargli una copia del calendario 2017 realizzato da Picchio News con le immagini dei luoghi del sisma. E' stato il sindaco di Monte Cavallo, Pietro Cecoli, a regalare al Pontefice il calendario di Picchio News, mostrato al Papa anche dal rettore di Unicam, Flavio Corradini.
Un appello accorato e una petizione lanciata sui social network: riaprite la Valnerina, fateci tornare a vivere! L'accorata richiesta arriva da Sonia Fiorelli che ha lanciato la petizione su change.org (qui) e la sua richiesta è stata subito sottoscritta dal sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini.
Sonia Fiorelli è la titolare della Trattoria del Pescatore che si trova in località Molini di Croce a Visso. "Fortunatamente la struttura della mia attività non è stata danneggiata dal sisma" scrive nella proposta di petizione "ma stiamo subendo danni ben peggiori come conseguenza della chiusura del tratto di strada che ci collega a Visso e al resto delle Marche.
Ho deciso di far sottoscrivere questa petizione non soltanto per il mio interesse personale ma sopratutto per dare la possibilità a tutti di poter continuare a sperare in una ripartenza futura! Sono passati ormai quasi 70 giorni dal sisma del 30 ottobre e di riaprire la Valnerina ancora neanche se ne parla! Capisco che è venuta giù mezza montagna! Capisco che ci vuole tempo, ma che nessuno si prenda la briga di farci sapere come stanno le cose non lo accetto né per me né per gli altri!
Vi chiedo di firmare questa petizione per farci tornare a sperare in una ripartenza, perché senza viabilità aperta non c'è possibilità di ripartire! È inammissibile che il Comune di Visso sia spaccato in due e che nessuno faccia nulla per riunirlo! Noi abitanti delle frazioni di Visso siamo stufi di essere abbandonati a noi stessi e di percorrere 45 /60 km al giorno per raggiungere Visso Comune! Quel tratto di strada va riaperto non solo per noi che ci viviamo e ci lavoriamo, ma anche per tutti i turisti e per coloro che hanno le seconde case da venire a visionare dopo quel maledetto 30 ottobre! Aiutateci a ripartire e a riavere un po di normalità! Questi luoghi così belli non devono essere dimenticati ed abbandonati!".
Concorde il primo cittadino di Visso: "Nonostante la piena disponibilità che ho sempre trovato negli interlocutori istituzionali con cui mi sono confrontato per il problema della strada promuovo anche io questa iniziativa privata perché è ora che si getti il cuore oltre l'ostacolo e si faccia il miracolo... richiesta che ribadirò ufficialmente il 20 quando mi incontrerò con Errani e Curcio per parlarne".
"Ricostruire, ricominciare, ricominciare da capo, ma anche ricominciare senza perdere la capacità di sognare, sognare, avere il coraggio di sognare una volta di più". Lo ha detto il Papa a migliaia di terremotati del centro Italia - dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia, Macerata e Ascoli Piceno, accompagnati dai loro vescovi - ricevuti in aula Paolo VI, dopo aver ascoltato le testimonianze di due di loro.
Bergoglio si è quindi detto orgoglioso dei suoi parroci "che non hanno lasciato la terra, è buono avere pastori che se vedono il lupo non corrono". Ricordando di aver già ringraziato sia autorità che vigili del fuoco che volontari, il Pontefice ha, infine, rivolto un grazie anche a "tutti quelli che si sono immischiati in questo dolore vostro perché quando uno fa la lista sempre si vede chi non ha detto, no, a tutti". (Ansa)
Nota del Comune di Castelraimondo
Il sindaco di Castelraimondo, Renzo Marinelli, accompagnato dall’assessore Elisabetta Torregiani e da una delegazione di cittadini ha partecipato oggi all’udienza speciale per i terremotati di Papa Francesco, che si è svolta questa mattina in Vaticano. Il sindaco ha portato in dono al Pontefice una copia del libro che narra la storia dei 700 anni dalla fondazione di Castelraimondo, consegnato nelle sue mani al momento del saluto. Con grande sorpresa, il Santo Padre ha subito ricordato di aver conosciuto, quando si trovava in Argentina, un padre cappuccino originario proprio di Castelraimondo. Si tratta di Padre Giuseppe Gaggiotti, uomo di chiesa nonché storico della cittadina, autore del primo libro su Castelraimondo la cui prima edizione fu scritta a metà degli anni Settanta. “Una forte emozione – ha affermato il sindaco Marinelli – e una inaspettata sorpresa la lucidità con cui il Santo Padre ha immediatamente ricordato il nostro concittadino, conosciuto quando entrambi si trovavano in Argentina, un incontro che secondo alcune memorie deve essere avvenuto verso la fine degli anni Ottanta”.
Con la neve che è caduta sulle zone terremotate occorre accelerare per garantire l'arrivo dei moduli abitativi e delle stalle a tutte le aziende e gli allevamenti danneggiati. Lo afferma la Coldiretti delle Marche. ''Con le temperature a picco e l'aumentare dei disagi per le aziende è importante l'arrivo e il completamento delle strutture previste dal decreto varato dal Governo, risolvendo anche i problemi dell'allaccio di energia e acqua, così da permettere la continuità dell'attività di allevamento e, con essa, la ripresa dell'economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo'' dice l'associazione in una nota. La neve aggrava la situazione degli animali, che hanno bisogno di ricoveri con le stalle distrutte o inagibili. Intanto continuano le iniziative per dare opportunità di mercato alle aziende terremotate. Fino a domenica 8 gennaio i produttori marchigiani saranno ospitati nel mercato di Campagna Amica in piazza Navona, a Roma. (Ansa)
Non ci sarà una ''spoliazione'' dei beni culturali dai centri terremotati delle Marche a favore di un unico deposito temporaneo in attesa della ricostruzione, ma le opere ''resteranno nei territori, in tre-quattro o forse più depositi, adeguatamente sicuri, in modo che possano essere conservate, restaurate e possibilmente fruite dai residenti e dai turisti''.
E' il punto di mediazione raggiunto oggi in un incontro a Macerata fra i sindaci, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il dirigente generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia, Fabrizio Curcio e il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. La sintesi di quanto emerso da un confronto definito ''schietto, ma anche molto costruttivo'' la fa il sindaco di Macerata Romano Carancini, primo firmatario del 'manifesto' dei primi cittadini contro l'ipotesi che dipinti, sculture, arredi salvati dal sisma nelle chiese e nei palazzi storici delle province più colpite venissero trasferiti tutti ad Ancona.
(Fonte Ansa)
Visita informale, questa mattina, dell'on. Emanuele Lodolini nelle zone colpite dal terremoto. Una promessa che il parlamentare aveva fatto alla fine dell'anno scorso e che ha voluto subito mantenere. Lodolini è stato accompagnato dal Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona, ing. Giovanni Di Iorio.
"Il mio primo pensiero di questo 2017" ha affermato "è andato ai marchigiani e alle popolazioni colpite dal terremoto. Ma ho detto che quello sarebbe stato anche il mio impegno primo. Stamani, in maniera del tutto informale, ho effettuato una ricognizione nelle zone del territorio marchigiano devastate dal sisma.
Siamo stati ad Arquata del Tronto e nelle sue frazioni e nel maceratese a Visso, Ussita e Camerino. Un conto è vedere le immagini di devastazione alla tv, un conto è vederle con i propri occhi per capire ancora più e meglio qual è il contributo che può dare il Parlamento dopo l’approvazione del decreto terremoto e delle norme presenti nella Legge di bilancio. Con l’osservazione delle criticità nell’ambito di interventi che hanno funzionato e attraverso il confronto con i vigili del fuoco e con quanti stanno gestendo questa difficile fase di emergenza, potremo affinare le norme che devono essere calate in realtà particolari come quelle dell’Appennino centrale. Il lavoro in Parlamento è stato buono e i provvedimenti hanno dato respiro ai territori colpiti. Insieme alla presenza, all’ascolto e all’osservazione è necessario continuare con i fatti. Ringrazio i vigili del fuoco che hanno dimostrato come sempre efficienza e tempestività nelle operazioni di soccorso e continuano a dimostrarla anche in questi giorni: occorre ricordare sempre il loro lavoro al servizio dei cittadini, in contesti spesso rischiosi e nelle piccole e grandi emergenze di ogni giorno. A partire dai territori colpiti dal sisma".
Sugli sms solidali, prende posizione il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini. Una posizione anche scomoda, forse, ma certamente interessante e costruttiva. Infatti, il primo cittadino di uno dei Comuni maggiormente colpiti dal terremoto, si domanda se con i soldi raccolti con gli sms solidali non sarebbe meglio fare qualcosa di più utile alla popolazione, visto che le scuole saranno comunque ricostruite dallo Stato."Premessa, sono in conflitto di interessi. Il fatto però" scrive Pazzaglini "che ai tre Comuni più colpiti della provincia di Macerata (Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera) non serva, credo mi consenta di esprimere un parere. Tramite sms si raccolgono soldi per ricostruire le scuole. Iniziativa di grande appeal mediatico ma INUTILE. Ripeto, il fatto che la nostra scuola non necessiti di interventi, fa sì che il mio parere sia interessato. Però voglio lo stesso evidenziare che TUTTE le scuole sarebbero comunque rifatte, perché quindi raccogliere soldi per un intervento che sarebbe finanziato dallo Stato? Per aiutare lo Stato? Non sarebbe meglio allora aiutare la popolazione? Non sarebbe meglio aiutare le attività produttive? Non sarebbe meglio creare lavoro?Spero che questo post venga condiviso da chi crede che io possa avere ragione, non tanto per evitare donazioni ma con la speranza di indirizzarle verso uno scopo più utile e soprattutto a favore delle popolazioni colpite e non dello Stato".
Non bastano le enormi problematiche e le ingenti spese dovute a traslochi improvvisati per chi ha dovuto lasciare la propria abitazione a causa del terremoto. Per chi si è trovato una autonoma sistemazione (e chi ha l'inagibilità da novembre ancora deve vedere arrivare un centesimo del contributo previsto), c'è anche il (costoso) rebus delle utenze. Un mare magnum dove la chiarezza appare una chimera e dove le uniche certezze sembrano gli oneri a carico di chi, non certo per scelta, ha dovuto cambiare casa.Partiamo da un dato di fatto oggettivo. Nelle ordinanze di inagibilità viene chiaramente indicato di procedere "alla chiusura della erogazione delle forniture di acqua e gas". Difficile interpretare l'ordinanza in maniera diversa da quella di provvedere presso i distributori a staccare le utenze. Sarebbe stato sufficiente, invece, chiudere in autonomia i rubinetti? Forse. Di certo, chi ha provveduto presso i singoli gestori a staccare le utenze, nel momento in cui potrà fare rientro nella sua abitazione dovrà pagare nuovamente l'allaccio, per un importo stimato intorno ai 200 euro. La domanda è lecita: era obbligatorio staccare le utenze? Se sì, è normale che poi l'utente debba pagare nuovamente l'allaccio?Non basta. A chi ha staccato l'utenza del gas è arrivata anche un'altra beffa: 30 euro di spese per la chiusura del contatore. Oltre a tutto questo, chi è riuscito a trovare una nuova sistemazione, di certo non poteva pensare di andare ad abitare in una casa senza corrente elettrica. Così, ben prima che sui conti correnti dei terremotati venga accreditato un solo centesimo di contributo autonoma sistemazione, nelle nuove cassette della posta sono arrivate le bollette. Sì. Bollette con una 50ina di euro da pagare per l'allaccio della corrente elettrica (anche se questa è una semplice ipotesi, visto che la voce viene indicata sotto un generico "altri importi"). Curioso anche come venga indicato come periodo di fatturazione il mese di ottobre, quando in realtà i terremotati sono andati ad abitare nei nuovi domicili solo a novembre. Insomma, non bastano le traversie e i disagi per chi ha la casa inagibile. Ci sono anche tutte queste altre peripezie burocratiche da attraversare, con l'unica certezza che a rimetterci è sempre e comunque il cittadino.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di vibrante protesta inviataci da una nostra lettrice, Letizia AnticoIn seguito alla possibilità offerta da Trenitalia agli “sfollati” (così si legge sul sito) di ottenere biglietti gratuiti, e avendo io casa inagibile (rientrando quindi, ahimè, nella categoria “sfollati”), mi sono recata alla Stazione di Macerata per usufruire di questa possibilità e prendermi il biglietto per andare a Milano, dove studio e dove devo tornare per dare gli esami.Si parlava già da giorni di file interminabili alla biglietteria, di lamentele da parte delle persone che dovevano attendere anche sette ore per un biglietto, del fatto che ci fosse un solo operatore attivo, ecc… lamentele più che lecite, certo, se quelle persone avessero avuto una reale necessità di ottenere i biglietti!Infatti, fattami coraggio, una volta arrivata in biglietteria ho iniziato a fare qualche domanda; cosa scopro?Delle trenta persone in coda, solo io e un’altra ragazza avevamo l’abitazione inagibile; il resto stava approfittando della situazione per… prenotarsi le vacanze!! Alla faccia dell’ “emergenza sismica”!Ciò è stato loro possibile, perché Trenitalia ha dichiarato che il biglietto si poteva ottenere “mediante la sola esibizione di un valido documento in cui si attesti la residenza” in uno dei Comuni colpiti, facendo così cadere il requisito di “sfollato”.Il biglietto sarebbe stato da concedere soltanto a chi presentava il documento che attestasse l’inagibilità della propria struttura abitativa, rilasciato dalla Protezione Civile dopo i vari controlli; invece è bastata una semplice carta d’identità. E così, il maceratese medio, fregandosene di chi non ha più una casa e di chi aveva più bisogno di quei biglietti, si è messo in fila alle biglietterie, intasandole.Ora, la maggior parte delle famiglie sfollate ha cose ben più importanti a cui pensare che sprecare sette ore della propria vita in coda a una biglietteria ferroviaria, quindi molti, come me e mio fratello, hanno dovuto rinunciare. Benché sfollati, dopo tutte le noie burocratiche, economiche e “psicologiche” che uno deve subirsi in queste situazioni, nemmeno la soddisfazione di viaggiare almeno una volta gratuitamente per raggiungere la propria sede universitaria o di lavoro, o semplicemente dei familiari; insomma, dopo il danno... la beffa.Trenitalia ha certamente sbagliato; forse si è sbagliato anche a non dare nessun comunicato alle biglietterie ferroviarie affinché si creasse un “ordine di priorità”, permettendo a chi aveva il foglio di inagibilità di saltare la coda. Meno d’accordo con le lamentale sulla “biglietteria unica”, sufficiente per completare le pratiche delle sole famiglie sfollate (di numero certamente più contenuto) quelle per le quali il biglietto gratuito doveva essere elargito e sulle spalle delle quali gli altri hanno vergognosamente mangiato.Infatti se fosse stato dato SOLO agli sfollati, non ci sarebbero state tante persone (ognuna delle quali faceva il biglietto per tutta la famiglia!) e in dieci minuti io avrei ottenuto il mio biglietto.Ho scritto a voi perché nei giorni scorsi si è parlato tanto di disorganizzazione, ma nessuno ha messo l’accento sull’ignominia di certa gente che si è fatta le vacanze sulle spalle dell’ “emergenza sismica”, senza alcun pudore. Perché se il servizio offerto è stato deprecabile, l’umanità delle persone avrebbe potuto far qualcosa per sanare l’errore, invece ne ha approfittato. Altro che solidarietà! “La Marca è la più ignorante ed incolta provincia dell’Italia, qui tutto è insensataggine e stupidità” scriveva Leopardi. E mi viene da pensare che le cose non siano cambiate poi molto da quel “secol superbo e sciocco”.E’ andata così, il biglietto me lo sono pagata, come sempre, dignitosamente. Invece la vostra, di dignità, è rimasta nell’atrio della Stazione di Macerata, in fila alla biglietteria.Letizia Antico
Visita a Visso del ministro dell’Interno, Marco Minniti nell’ambito di una ricognizione nelle zone colpite dal sisma. Insieme a lui Fabrizio Curcio, capo della protezione civile, e Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione.Minniti ha visitato il centro con la divisa dei vigili del fuoco e a loro si è rivolto: “Avete fatto un lavoro straordinario. Apprezzo la vostra grande professionalità ma soprattutto la passione che state mettendo in questo opera indispensabile per far ripartire la vita del paese”.E in merito alla ricostruzione: “La situazione è quella di una macchina che cammina – ha detto – ma la cosa straordinaria è il rapporto che si è creato con la popolazione. Nei giorni scorsi abbiamo firmato un importante protocollo con Anac, il commissario Errani, Invitalia. Ci sarà un’unica anagrafe antimafia per le ditte che lavorano alla ricostruzione, che saranno passate al vaglio. Questo aiuterà molto la ricostruzione: l’obiettivo è fare molto presto e molto bene. La ricostruzione non deve ringraziare né la mafia né le corruzioni. Per il terremoto avremo il più imponente finanziamento pubblico dei prossimi anni.Si sta ripartendo. Naturalmente siamo molto lontani dalla conclusione, perchè per quanto ci riguarda la soddisfazione ci sarà soltanto quando tutto sarà ricostruito. E tuttavia era molto importante che si ripartisse. Dobbiamo tutto questo alle donne e agli uomini dello Stato che stanno in questo momento lavorando con straordinario impegno, passione e professionalità in una zona difficilissima. E lo dobbiamo ai sindaci, che con altrettanto straordinario impegno e dignità, incarnando anche il sentimento della popolazione, sono in campo. La cosa molto bella è aver visto un clima di grande fiducia. Naturalmente il dolore è molto forte, la devastazione drammaticamente evidente e tuttavia c’è una grandissima voglia di ricominciare”.
Continuano le polemiche intorno al contributo di autonoma sistemazione, destinato a tutte quelle persone che, rimaste senza casa a causa dei tragici eventi sismici, si sono trovati costretti a trovare una nuova sistemazione. Per fare chiarezza abbiamo chiesto delucidazioni sull'argomento all'assessore regionale Angelo Sciapichetti, anche a seguito delle recenti esternazioni di alcuni primi cittadini che lamentavano l'assenza della Regione e la mancanza di liquidità."Ci tengo a chiarire - dice Sciapichetti - che da agosto al 20 dicembre la Regione Marche ha liquidato 15.770.332,77 di euro ripartiti tra contributo di autonoma sistemazione (circa 4 milioni) strutture alberghiere e ricettive (oltre 3 milioni), interventi in emergenza, pagamenti agli enti locali per lavori di somma urgenza, pagamenti a ditte private e anticipazioni agli enti locali (circa 7 milioni). Questi soldi sono stati già liquidati a chi ne ha fatto richiesta nella maniera opportuna. Va chiarito infatti che la pubblica amministrazione non può pagare a prescindere e i Comuni che fanno richiesta per quel che riguarda il CAS devono prima rendicontare: se si sono verificati dei ritardi è solo perché la Regione per liquidare deve verificare che tutto sia in regola da parte dell'ente richiedente"."In Regione - continua Sciapichetti - c'è un ufficio preposto che si è occupato finora di ricevere le richieste e, laddove fosse tutto in regola, liquidare i pagamenti. Ci sono delle regole che impediscono alla pubblica amministrazione di pagare quando le pratiche non sono complete o inesatte. Voglio però rassicurare sul fatto che i soldi ci sono e che è nostro preciso impegno continuare a liquidare secondo le necessità". A seguire una tabella con i pagamenti effettuati dalla Regione Marche alla data del 20 dicembre 2016.Euro 15.770.332,77 così ripartiti: - Pagamento Contributo Autonoma Sistemazione (rendicontato dai Comuni da agosto fino al 19 dicembre 2016): EURO 3.900.967,35 -pagamento alberghi,agriturismi,campeggi ecc: EURO 3.125.984,16 - Pagamento agli Enti Locali per lavori di somma urgenza: Euro 978.852,22 - pagamento interventi in emergenza Euro 503.072,03 - pagamento lavori somma urgenza ditte private: Euro 287.388 - Anticipazioni 30% agli Enti Locali per lavori di somma urgenzaEURO 6.907.069.00 TOTALE PAGAMENTI EFFETTUATI FINO AL 20 DICEMRE 2016 EURO 15.770.332,77POPOLAZIONE ASSISTITA - palestre,scuole,palazzetti dello sport, centri sociali,tensostrutture MC 1.160 - FM 168 - AP 212 - AN 0 = Totale 1.540 . autonoma sistemazione CAS MC 11.663 - FM 1.324 -AP 2.676 - AN 533 = Totale 16.196 - alberghi,campeggi,agriturismi ecc MC 5.037 - FM 124 - AP 752 - AN 205 = Totale 4.388 TOTALE POPOLAZIONE ASSISTITA NELLA REGIONE n. 29.304
Recuperati e trasferiti i documenti degli archivi storici di Visso e Ussita, i due centri delle Marche colpiti dal sisma del 30 ottobre scorso. L'intero patrimonio storico-culturale è stato portato nell'Archivio di Stato di Ancona: a dirlo è Mario Squadroni, soprintendente archivistico e bibliografico delle Marche e dell'Umbria."Abbiamo proceduto con la messa in sicurezza degli archivi di Visso e Ussita perché si trovavano in ambienti profondamente lesionati e questo avrebbe messo a repentaglio l'integrità dei documenti - spiega il soprintendente -, ma il lavoro da svolgere negli altri centri colpiti dal terremoto è ancora grande, le città e i borghi che hanno gli archivi danneggiati sono molti e questo richiederà altri interventi di messa in sicurezza".Quella che si annuncia una grande mole di documenti e testi sarà "ospitata in alcuni locali che compongono la caserma Lalli di Fano", specifica Squadroni (ANSA).
"Nei territori di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo colpiti dal terremoto batte forte il cuore dell'Italia e il futuro di queste zone è il futuro dell'Italia. Occorre superare prima possibile la fase dell'emergenza e ricostruire presto e bene, nella legalità e nella trasparenza. Prioritario anche l'obiettivo di sostenere le attività economiche per ripartire con maggiore forza".Lo scrive Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, sul suo profilo facebook. "Siamo pronti come Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici a continuare fare la nostra parte anche nel 2017, valutando le esigenze che si presenteranno. Ritengo molto importate concentrarsi sin d'ora non solo sulla ricostruzione ma anche sulla ripresa del tessuto produttivo. Credo che una delle priorità debba essere un massiccio investimento sulla banda larga. La ripartenza dell'economia nelle zone colpite dal sisma è un elemento fondamentale per il futuro delle comunità" (ANSA).
Grazie alla Copagri l’allevatore Maurizio Sabbatini di Visso, rimasto senza casa dopo le ultime forti scosse, ha potuto trascorrere il Natale in un modulo abitativo. Il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini e di Macerata Andrea Passacantando il giorno della Vigilia hanno consegnato il modulo abitativo all’allevatore ed allo stesso tempo hanno voluto trascorrere l’intera giornata con l’imprenditore agricolo e la famiglia, ma anche con altri sfollati, che vivono i disagi del post sisma."La famiglia Sabbatini, non avendo più una casa – dicono Passacantando e Bernardini – ci ha accolto come se ne avesse una enorme". Lo stesso Sabbatini, l’altra mattina, è intervenuto al convegno “Terremoto non ci fai paura!”, ospitato nel salone dell’Hotel 77 di Tolentino gremito per l’occasione, con una testimonianza diretta sul sisma nella città di Visso, con foto e tanta commozione. Il suo intervento ha fatto ricordare la tragicità del terremoto ed i momenti di paura. Maurizio Sabbatini ha avuto danni alla propria casa, ma anche alle strutture aziendali. Per essere vicino agli animali ha trascorso le notti in roulotte con enormi difficoltà ed ora la situazione è migliorata con l’arrivo del modulo abitativo. La testimonianza dell’allevatore ha colpito tutti i presenti al convegno ed i relatori. Ecco, allora, che Roberto Luciani, dirigente della Competitività e sviluppo dell’impresa agricola della Regione Marche, con il suo discorso si è soffermato ad illustrare la situazione dei danni delle aziende agricole e soprattutto degli allevatori e come verranno installate le strutture di emergenza. Durante l’incontro, aperto dal presidente Andrea Passacantando, sono intervenuti Fabio Fraticelli, ricercatore del Dipartimento management della Facoltà di economia Univpm; Emanuele Tondi, docente della scuola di Scienze della terra della Facoltà di scienze e tecnologie Unicam; Alessio Cavicchi, docente del Dipartimento di Scienze della formazione beni culturali e turismo Unimc. Si sono poi susseguite le esperienze a confronto “Le Marche resistono” con Pierpaolo Angeletti, e-lios Camerino progetto Marca Camerino; Michele Spagnuolo, PlayMarche Macerata del progetto Uniamoci; Cesare Domizi per Daje Marche; Monica Bordoni per I love Sibillini del progetto Make in Marche; Mauro Fumagalli per il progetto Jemo!. Dopo le conclusioni del presidente Bernardini, c’è stato un aperitivo, nonché il pranzo con il brindisi augurale. Grande interesse hanno suscitato i forum organizzati per il pomeriggio sul rilancio del turismo del territorio, sulle agevolazione fiscali ed opportunità in agricoltura post terremoto, sulla rinascita con esperienze a confronto per il futuro delle tipicità marchigiane. Al termine è stata ribadita la necessità di “mettersi in rete” per prolungare e superare l’onda emozionale della solidarietà e promuovere il territorio verso mercati e consumatori sempre più attenti alla qualità.
A Visso, vicino al campo sportivo, nell'area del laghetto, vivono una trentina di sfollati, restati in quelle zone dopo che i tragici eventi sismici dello scorso agosto e del 30 ottobre hanno reso inagibili le loro abitazioni. Vivono in delle roulotte e stanno fronteggiando l'inverno e i vari problemi logistici con uno spirito di gruppo davvero unico."La decisione di restare - racconta il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini - è legata al fatto che molti di loro sono degli allevatori e quindi hanno una vera e propria necessità di vivere quelle zone, per altri è una scelta legata alla decisione di ripartire proprio da dove hanno perso tutto. Quella del campo sportivo era l'unica area possibile da occupare con le roulotte. I servizi, come ad esempio le docce, sono quelli degli spogliatoi che erano già preesistenti e, ora, ci si sta organizzando come si può."Proprio ieri la piccola comunità, che ha festeggiato il giorno di Santo Stefano insieme al sindaco e alla sua famiglia, ha finito di costruire una piccola casetta di legno che, con molta probabilità fungerà da refettorio."Le problematiche sono tante - continua il sindaco - prima fra tutte quella legata alle temperature invernali che sono scese fino a -9° nei giorni scorsi e, si capisce, dormire in roulotte con questo clima non è affatto semplice. Lo spirito, però, è quello di condivisione, ci si aiuta e le famiglie sperano di tornare presto alla normalità, utilizzando le case di legno che si stanno costruendo. La piccola comunità, dopo il Natale, ha deciso che passerà anche il Capodanno in questa area".
Sono 44.598 le verifiche effettuate su edifici privati dalle squadre di tecnici ed esperti abilitati per le verifiche di agibilità con procedura FAST (Fabbricati per l'Agibilità Sintetica post-Terremoto), attivata dopo il terremoto in centro Italia. In base ai dati aggiornati al 23 dicembre - rendo noto il Dipartimento di Protezione civile - i controlli sono stati 20.699 nelle Marche, 14.182 in Umbria, 8.273 in Abruzzo e 1.444 nel Lazio.Gli edifici risultati agibili sono complessivamente 20.030, mentre sono 13.290 gli esiti di "non utilizzabilità" per temporanea, parziale o totale inagibilità, oltre a un 1.252 edifici che, pur non essendo danneggiati, risultano "non utilizzabili" per solo rischio esterno. A questi si aggiungono 10.026 edifici per i quali le squadre non hanno avuto la possibilità di accedere agli immobili e, pertanto, sono necessari ulteriori sopralluoghi. (Ansa)
Trentatremila euro che saranno devoluti al comune di Visso, in provincia di Macerata. È la somma raccolta durante un concerto diretto da Ezio Bosso, tenuto ieri sera al Teatro Comunale di Bologna. A renderlo noto il sindaco del capoluogo emiliano, Virginio Merola."È stata una straordinaria occasione per esprimere solidarietà attraverso la cultura - ha detto il primo cittadino -. Voglio ringraziare il maestro Ezio Bosso, l'Orchestra e il Coro, il Sovrintendente Nicola Sani e tutto il personale del teatro per aver creduto a questo evento" (ANSA).
Caro Babbo Natale, sono ancora io. Ti ricordi di me? Ti avevo scritto un po' di tempo fa per chiederti la stazione di polizia dei Lego per regalo. Te lo giuro: ho fatto ancora il buono e faccio sempre i compiti. Ma devo chiederti un favore grande: non voglio più la stazione di polizia dei Lego. Vorrei tanto un'altra cosa.Lo so che è tardissimo e so anche che forse ti arrabbierai... ma se hai un minuto da dedicarmi posso spiegarti tutto.Non sono un bambino capriccioso, ma invece del gioco che ti avevo chiesto vorrei tanto che tu potessi portare ai miei genitori il Cas (Contributo Autonoma Sistemazione, ndr). Non so cosa sia e spero tanto che non sia una parolaccia, ma te lo chiedo con tutto il cuore... porta il Cas ai miei genitori e lascia stare la stazione di polizia. Sai, dopo che ti avevo scritto la prima letterina, sono cambiate tante cose dentro casa mia. Anzi, dentro quest'altra casa dove mi hanno portato senza neanche chiedermi niente i miei genitori qualche giorno dopo che c'è stato il terremoto. Non stiamo male qui, veramente. Ma mi manca tanto casa mia... E come ti dicevo prima, dopo che siamo arrivati in questa nuova casa sono cambiate tante cose. Io sono piccolo, ma li sento i miei genitori parlare. E vedo anche che sono tanto tristi e preoccupati. Sento papà che dice sempre che ha dovuto spendere un sacco di soldi per venire ad abitare qui e che un po' ha dovuto anche farseli prestare da un amico, perchè la banca non glieli dava... Lui lavora tanto ma non ha uno stipendio fisso e anche quando è stato male non gli hanno riconosciuto neanche un centesimo perchè non ha, come la chiama lui, "la busta paga". E anche la mia mamma prima lavorava un po' di più, ma adesso, con i tempi che corrono la chiamano sempre meno e guadagna pochi soldini.L'altra sera li sentivo mentre parlavano fra di loro e dicevano sempre che aspettano questo Cas per poter respirare un po' di più. Erano sicuri che almeno per Natale qualcuno avrebbe portato loro questo Cas per trascorrere delle festività più tranquille e magari poter fare anche qualche pensiero. Dicevano anche che comunque a me non avrebbero fatto mancare niente, ma erano tanto tristi. Papà diceva anche che qualcuno gli aveva detto che non avrebbe dovuto pagare le bollette per qualche tempo e che invece la mattina stessa erano arrivate in banca e aveva dovuto pagarle... Loro hanno fatto tanti sacrifici per comprarsi la casa dove vivevamo, ma il terremoto ce l'ha rovinata e adesso per stare in quest'altra casa dobbiamo pagare: ti pare giusto Babbo Natale? Perchè non c'è nessuno che regala ai miei genitori il Cas? Ho capito che è una cosa che gli devono dare per forza ma che se non arriva fra poco non sapremo neanche come fare la spesa... Sono anche un po' arrabbiati perchè li ho sentiti che dicevano che a qualcuno qui intorno forse un altro Babbo Natale come te il Cas lo ha portato, ma a noi che siamo fuori casa da fine ottobre non lo porta mai nessuno... Ti prego Babbo Natale, ti prego con tutto il cuore: non mi importa più della stazione di polizia dei Lego, ma porta il Cas a papà e mamma perchè non posso più vederli così tristi. A me penserai l'anno prossimo. Grazie Babbo Natale, ti voglio tanto bene.P.S.: l'anno prossimo non sbagliare casa, mi raccomando! Spero tanto che saremo di nuovo a casetta nostra!
L’ordinanza n. 9 del 14 dicembre 2016 del Commissario per la ricostruzione interviene dopo che la n. 7 e la n. 6 hanno disciplinato il finanziamento della ricostruzione degli edifici e traccia il quadro sulla “Delocalizzazione immediata e temporanea delle attività economiche danneggiate dagli eventi sismici del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016”.
Il provvedimento trae origine dalla “ necessità di impartire ulteriori disposizioni per determinare un quadro generale e complessivo delle misure volte all’immediato avvio degli interventi di delocalizzazione temporanea delle attività produttive, industriali e artigianali aventi sede nei territori colpiti dagli eventi sismici e che erano ubicate in edifici risultati distrutti o gravemente danneggiati per effetto degli eventi medesimi, con danni non riparabili mediante interventi immediati di rafforzamento locale” e “dalla constatazione che analoga necessità si pone per gli edifici di proprietà o in disponibilità dei comuni interessati, adibiti a magazzini, depositi od officine a servizio di attività economiche dei comuni medesimi, i quali del pari siano stati distrutti o abbiano riportato gravi danni, non riparabili mediante interventi immediati di rafforzamento locale”.
Ciò premesso, l’articolo 1 dell’ordinanza delinea innanzitutto l’ “Ambito di applicazione” della disciplina alle “imprese industriali, artigianali o commerciali, di servizi, turistiche ed agrituristiche con sede operativa nei comuni di cui all’articolo 1 del citato decreto legge n. 189 del 2016, nonché nei comuni di cui all’elenco aggiuntivo approvato con l’ordinanza del Commissario straordinario n. 3 del 15 novembre 2016, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 283 del 3 dicembre 2016, emessa ai sensi dell’articolo 1 del decreto legge n. 205 del 2016, nonché attività economiche comunali ubicate in edifici distrutti o che hanno subito danni gravissimi, non riparabili con interventi di rafforzamento locale”.
La delocalizzazione riguarda le attività economiche in essere alla data degli eventi sismici suindicati ubicate in edifici che risultano oggetto di ordinanza di sgombero totale a seguito di verifica di agibilità tramite schede AeDES o GL-AeDES.
E lo spostamento è possibile:
a) in altro edificio agibile sito nello stesso comune;
b) all’interno del lotto di pertinenza dell’insediamento danneggiato o nelle aree immediatamente adiacenti;
c) all’interno di una struttura unitaria all’uopo predisposta in attuazione di quanto previsto dall’articolo 3 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 408 del 15 novembre 2016 ;
d) all’interno di un’area pubblica attrezzata dal Presidente della Regione interessata, in qualità di Vice Commissario.
L’ordinanza chiarisce che la misura della delocalizzazione è soltanto temporanea e che “gli impianti e le strutture temporanee delocalizzati a norma della presente ordinanza sono finalizzati esclusivamente ad assicurare l’immediata ripresa delle attività economiche e la continuità produttiva per il tempo strettamente necessario alla realizzazione dei lavori di ripristino con miglioramento sismico o ricostruzione dell’edificio gravemente danneggiato o distrutto”.
Quanto alle modalità operative:
La delocalizzazione
in altro edificio agibile sito nello stesso comune (lett. a) è attuata tramite l’affitto di altro edificio esistente agibile, non abusivo, equivalente per caratteristiche tipologiche e dimensionali a quello preesistente, ubicato nello stesso comune in area ritenuta idonea ad ospitare l’attività produttiva come attestato con perizia asseverata dal tecnico incaricato. Agli effetti della presente ordinanza, sono considerati equivalenti gli edifici aventi eguale dimensione per pianta ed altezza, con margine di tolleranza del 20%;
all’interno del lotto di pertinenza dell’insediamento danneggiato o nelle aree immediatamente adiacenti (lett. b) avviene tramite la realizzazione, direttamente ad opera del titolare dell’attività economica interessata ed anche in deroga alle disposizioni degli strumenti urbanistici comunali, di una struttura provvisoria realizzata all’interno del lotto di pertinenza o nelle aree immediatamente adiacenti all’insediamento danneggiato, della quale sia dimostrata la disponibilità con apposita perizia asseverata. In caso di documentata impossibilità di delocalizzazione sul lotto di pertinenza o in area immediatamente adiacente determinata dalla presenza di strade o corsi d’acqua, la delocalizzazione può essere autorizzata, acquisito il parere favorevole del comune, su altra area in disponibilità del richiedente purché sita a una distanza non superiore a ml 100 dall’edificio o insediamento distrutto o danneggiato;
Per questi due tipi di delocalizzazione (1 e 2) , i soggetti legittimati possono provvedere alla stipula dei contratti di locazione, al relativo trasloco e/o alla fornitura ed installazione delle strutture provvisorie, previa autorizzazione e percependo il successivo rimborso ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del decreto legge n. 205 del 2016 secondo le modalità e le procedure stabilite dai successivi articoli 8 e 9.
all’interno di una struttura unitaria all’uopo predisposta in attuazione di quanto previsto dall’articolo 3 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 408 del 15 novembre 2016 (lett. c) è attuata come stabilito dall’articolo 3 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 408/2016;
Per tale delocalizzazione temporanea i soggetti legittimati possono provvedere al trasloco presso la struttura predisposta dalla Regione, previa autorizzazione e percependo il successivo rimborso ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del decreto legge n. 205 del 2016 secondo le modalità e le procedure stabilite dai successivi articoli 8 e 9.
all’interno di un’area pubblica attrezzata dal Presidente della Regione interessata, in qualità di Vice Commissario (lett. d) è attuata tramite la predisposizione a cura della Regione di un’area pubblica attrezzata, all’interno della quale i singoli operatori aventi diritto possono realizzare una struttura temporanea.
Per questa forma di delocalizzazione temporanea i soggetti legittimati possono provvedere alla realizzazione a proprie spese della struttura provvisoria ed al relativo trasloco, previa autorizzazione e percependo il successivo rimborso ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del decreto legge n. 205 del 2016 secondo le modalità e le procedure stabilite dai successivi articoli 8 e 9.
In casi eccezionali la delocalizzazione può essere autorizzata su area sita in territorio di comune confinante, sentito il parere anche di quest’ultimo. Questo però soltanto laddove il richiedente documenti che la delocalizzazione della propria attività nell’ambito del medesimo comune è eccessivamente onerosa, in modo da rendere l’intervento oggettivamente antieconomico rispetto alle esigenze di continuità e salvaguardia dell’attività,
I soggetti legittimati (art. 3) agli interventi di delocalizzazione sono:
soggetti privati, persone fisiche o giuridiche, che risultino titolari di imprese industriali, artigianali o commerciali, di servizi, turistiche ed agrituristiche in essere alla data degli eventi sismici di cui all’articolo 1, i quali avessero sede a tale data in edifici, detenuti a qualsiasi titolo, che siano risultati danneggiati o distrutti;
i comuni in relazione a edifici in loro proprietà o disponibilità, adibiti a depositi, magazzini od officine a servizio di attività economiche gestite dall’amministrazione comunale, che si trovino nelle condizioni di cui al precedente comma 1, in modo da rendere necessario il trasferimento di macchinari e attrezzature in essi contenuti in altro immobile sito nello stesso comune.
I titolari di attività economiche site all’interno di edifici ubicati in aree classificate come “zone rosse” dall’autorità di protezione civile e interdette all’accesso, per i quali pertanto non si è proceduto a classificazione AeDES.
soggetti legittimati che abbiano proceduto a delocalizzazione di attività economiche prima dell’entrata in vigore della presente ordinanza.
Gli edifici presi in locazione dai comuni potranno essere impiegati anche per il deposito temporaneo di mobili e suppellettili di soggetti privati sgomberati dalle proprie abitazioni, secondo le modalità e procedure che saranno stabilite con successiva ordinanza del Commissario straordinario.
Quanto alla procedura per l’autorizzazione di delocalizzazione (art. 5) la richiesta è presentata all’Ufficio speciale per la ricostruzione competente entro quindici giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza. La richiesta può essere presentata a condizione che sia stata emessa ordinanza di inagibilità totale, a seguito di verifica con scheda AeDES, integrata da apposita perizia giurata.
Fino all’istituzione dei predetti Uffici speciali, le comunicazioni sono depositate presso gli uffici regionali provvisoriamente individuati dai Presidenti delle Regioni, in qualità di Vice Commissari. La domanda è presentata dai soggetti legittimati ai Presidenti delle Regioni nel termine di trenta giorni decorrenti o dalla stipula del contratto di locazione o nelle altre ipotesi, dalla conclusione degli interventi di delocalizzazione. Alla domanda devono essere allegati l’elenco delle attività svolte con il computo delle eventuali lavorazioni resesi necessarie per la funzionalità del nuovo edificio e delle spese effettivamente sostenute, nonché le fatture, anche non quietanzate, degli acquisti o noleggi di attrezzature nonché dei lavori, delle forniture e delle spese tecniche.
L’Ufficio che riceve la comunicazione a norma del comma 1 ne informa il Comune territorialmente competente.
L’autorizzazione è rilasciata previa sommaria istruttoria dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, sentito il comune, in ordine alla compatibilità urbanistica dell’intervento di delocalizzazione ovvero all’autorizzabilità della deroga eventualmente richiesta agli strumenti urbanistici richiesti, nonché all’autorizzabilità dell’intervento richiesto sotto il profilo ambientale e sanitario. Ottenuta l’autorizzazione si può provvedere immediatamente a svolgere gli adempimenti necessari per la locazione del nuovo edificio e l’acquisto o il noleggio dei macchinari e delle attrezzature indispensabili per la ripresa dell’attività produttiva, secondo le prescrizioni indicate nel medesimo provvedimento autorizzativo.
In termini economici, il rimborso mensile massimo ammissibile per la delocalizzazione, per la durata della locazione fino al ripristino o ricostruzione dell’edificio preesistente, è pari al canone medio di locazione determinato nella perizia asseverata, tenendo conto delle valutazioni di mercato.
Per gli interventi di delocalizzazione di cui all’articolo 2, commi 2 e 4: il rimborso massimo ammissibile per la realizzazione della struttura temporanea sul lotto di pertinenza o nelle aree immediatamente adiacenti ovvero nelle aree attrezzate poste a disposizione dalla Regione è pari al minor importo tra il costo dell’intervento quale ricavabile dal computo metrico estimativo di cui all’articolo 5, comma 4, lettera b), ed il costo convenzionale determinato in misura di euro 280/mq. per una superficie equivalente a quella dell’edificio gravemente danneggiato o distrutto, come indicata nella perizia asseverata.
L’ordinanza pone dei limiti al rimborso, prevedendo che “In tutti i casi di delocalizzazione di cui all’articolo 2, inoltre:
a) per gli interventi su macchinari, attrezzature ed impianti, volti a ripristinare la piena funzionalità dell’impresa, il rimborso è pari all’80% del costo indicato nella perizia asseverata;
b) per il ripristino delle scorte il rimborso è pari al 60% del valore di quelle distrutte o danneggiate, come attestato nella perizia asseverata.
In tutte le ipotesi di delocalizzazione, le spese sostenute per il trasloco di macchinari e attrezzature sono rimborsate nel limite dell’80% dei costi documentati.
Le spese tecniche documentate sono in ogni caso rimborsate nel limite del 5% del costo delle opere eseguite.
Il rimborso è in ogni caso determinato al netto dell’eventuale indennizzo assicurativo già percepito dal richiedente o in corso di determinazione”.
Il rimborso viene successivamente erogato, previa verifica dell’esecuzione degli interventi e della documentazione presentata in conformità all’autorizzazione regionale mediante accredito sul conto corrente indicato nella domanda.