"Vitelli morti, mucche che hanno abortito, altre prigioniere del fango": il dramma di un'azienda di Aschio - FOTO
Sembra senza fine la tragedia degli allevatori nei paesi colpiti dal terremoto, isolati dalla neve ed ora immersi nel fango.
Mentre molti di loro attendono ancora l’arrivo dei moduli per le stalle richiesti dopo le scosse di ottobre, gli animali cercano di sopravvivere immersi nella melma, si muovono a stento, malnutriti e con l’aria di chi ha rinunciato a combattere.
A raccontare l’esperienza dell’azienda di famiglia è Roberta Sbardellati di Aschio (frazione di Visso), i suoi genitori hanno circa 110 capi di bestiame e hanno solo una piccola struttura di legno dove ci tengono le mucche da latte, le altre sono costrette a restare fuori perché la stalla è rimasta lesionata dopo la scossa del 26 ottobre e nonostante la richiesta fatta alla Regione non è arrivato nessun aiuto “Ci sentiamo trascurati, gli unici aiuti che abbiamo avuto sono arrivati da privati. A noi personalmente dal nord Italia. Dopo aver pubblicato delle foto di due vitelli morti per la neve” racconta Roberta “un’associazione mi ha contattato e mi ha chiesto di cosa avevamo bisogno. Hanno portato fieno, mangime e due parole di conforto, che in certe situazioni fanno veramente piacere”.
Con la neve alcuni vitelli sono morti, altre mucche hanno abortito ed ora non riescono a muoversi per il fango. Neanche il tempo è clemente con queste persone, il tempo è sempre cupo e il sole non riesce ad asciugare il terreno. È difficile sopravvivere a tutto questo. “Gli animali non ce la fanno più” ci dice ancora Roberta “sembrano implorare pietà. Non hanno neanche la forza di ribellarsi, sono più che docili e rasseganti alla sofferenza. Non è facile per mio padre vedere i suoi capi di bestiame in queste condizioni. Lui ha sempre fatto l’allevatore, ha sempre vissuto con le sue mucche, da quando aveva quindici anni, ora vederle in queste condizioni è psicologicamente straziante. I problemi sono tanti e speriamo che si risolvano presto”.
La storia della famiglia di Roberta è una delle tante storie che purtroppo ancora oggi stiamo a raccontare: purtroppo è trascorso quasi tutto l’inverno e di soluzioni per questi allevatori e per i loro animali ancora non se ne vedono. Una tragedia non solo dal punto di vista economico ma anche umano e ambientalista.
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