Ricostruzione, lo sfogo del sindaco di Visso: "Manca il coraggio di prendersi le responsabilità. La Valnerina doveva essere riaperta subito"
E' sempre stato uno dei sindaci maggiormente in prima linea e ha spesso fatto sentire la sua voce, talvolta anche critica nella gestione post terremoto. Giuliano Pazzaglini, primo cittadino di Visso, ha cercato e cerca di tenere l'attenzione alta sulla questione della ricostruzione e sui tanti, troppi ostacoli che la stessa sta trovando.
Pazzaglini, nel giorno di Pasquetta, ha affidato le sue riflessioni a un post sulla sua pagina facebook dove sottolinea come per ripartire veramente manchi il coraggio. In Tante situazioni.
"Terremoto: spesso mi chiedono cosa manca a questa ricostruzione. Secondo me manca il coraggio...
Il coraggio di fare la cosa giusta... La priorità" dice Pazzaglini "non è aiutare le persone... la priorità è la legalità (come se fosse stato un problema nelle nostre zone)... quindi non conta fare le stalle, le case, i negozi, le messe in sicurezza in tempi brevi... conta solo seguire le procedure corrette...
Il coraggio di prendere atto degli errori e se serve ricominciare... visto lo scenario creatosi dopo le scosse di ottobre bisognava resettare tutto e cambiare radicalmente impostazione... non provare a riadattare un modello troppo macchinoso per lo scenario di devastazione a cui doveva rimediare...
Il coraggio di prendersi le responsabilità... non si può bocciare un'area SAE perché il progetto che ha realizzato la diga che metteva in sicurezza l'area dopo l'alluvione del 2003 si chiama "ripristino"... il nome è dato dall'intervento prevalente ma non significa che non si sia fatto altro... e non significa che l'evento si possa ripetere perché il progetto è di ripristino...
Il coraggio di gettare il cuore oltre l'ostacolo...La Valnerina, le altre strade, le nostre montagne, dovevano essere riaperte subito...
Il coraggio di dire come stanno le cose... Per partito preso, per interesse, per campanilismo, e per altri motivi...
Il coraggio di farsi aiutare... Non si sarebbe trattato di una bocciatura, anzi, consentire di portare un contributo a chi in condizione di farlo sarebbe stato un risultato di cui andare fieri, non un'ammissione di inadeguatezza... nessuno può uscire da una crisi devastante come l'attuale facendo tutto da solo quindi consentire a tutti di aiutare significherebbe dimostrarsi all'altezza del compito... perché come c'è sempre chi fa da zavorra anche in situazioni del genere c'è anche chi vuole aiutare... paradossale è che chi vuole aiutare spesso è di fuori e chi frena è delle nostre zone (fortuna che sono pochi), ma è e sarà sempre così quindi arrivo all'ultimo coraggio...
Il coraggio di andare avanti, con la consapevolezza che molto non sarà uguale al passato ma che ne varrà ugualmente la pena... per quanto sarà faticoso...
Grazie a tutti quelli che questo coraggio lo hanno già o che lo troveranno a breve...".
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