Un'agonia lunga quattordici anni quella di Ramiro Ezequiel Simboli, un giovane di Porto Recanati di 33 anni che nella serata del 29 marzo è venuto a mancare all'Hospice di Loreto "Abitare il tempo".Nel 2002 Ramiro in seguito ad un drammatico incidente stradale entrò in un stato vegetativo persistente. All'epoca dei fatti aveva 19 anni. Il ragazzo dopo una giornata al mare si era fatto dare un passaggio da un conoscente per tornare a Recanati, città in cui nel 2002 abitava. Tragico l'epilogo: il conducente sbagliando traiettoria della curva finì brutalmente contro un altro mezzo. Il frontale è stato fatale soltanto per il giovane. L'amico è ora indagato per omicidio colposo.Quattordici lunghi anni di cure e di speranze, che hanno costretto il giovane a letto. Ma purtroppo non c'è stato nulla da fare. La salma è stata trasportata all'ospedale regionale di Torrette dove sarà disposta un'autopsia.
Il lungo weekend di Pasqua e Pasquetta a Porto Recanati è molto importante: con la riapertura di alcuni chalet e ristoranti lungomare si dà inizio alla bella stagione e si fanno le prime previsioni per l’estate 2016. Abbiamo chiesto, quindi, come si è aperta la stagione ad alcuni ristoratori del luogo.“E’ andata molto bene”, sono le prime parole che dice Giorgio Sbaffo, titolare dell’omonima gelateria in Piazza Brancondi, “Si sono riviste molte famiglie che di solito passano l’estate qui a Porto Recanati perché hanno una casa qui e costituiscono lo zoccolo duro del turismo portorecanatese, insieme a loro molte facce nuove, più o meno giovani, da diverse parti d’Italia, Roma, Milano, Napoli e Verona e anche qualche turista straniero che hanno potuto godere di un tempo clemente”. Poi si sofferma sui giovani: “Con loro lavoriamo molto bene, il sabato sera vengono qui in centinaia e questo fine settimana con il Mia Clubbing aperto sono stati ancora più numerosi”. Infine una piccola previsione per il futuro “Speriamo che le presenze fatte registrare in questo lungo fine settimana siano solo il preludio di un’estate 2016 fantastica”. Spostandoci su un altro lato della piazza abbiamo potuto scambiare due parole con Marcello Selandari, chef e titolare della rosticceria “La Torre” che ci conferma il grande afflusso di gente a Porto Recanati in questo fine settimana. “Questi giorni abbiamo lavorato molto bene, sia con i clienti abituali che con i turisti, naturalmente a Pasqua il movimento è stato maggiore ma Pasquetta non è stata da meno. Tutto questo mi fa sperare bene per i prossimi mesi soprattutto perché ho in programma per il mio locale una piccola rivoluzione, oltre a fare servizio di rosticceria d’asporto e di ristorante classico farò una piccola rivoluzione nel locale e cercherò di puntare sullo street food, proporremo dei piatti tipici locali a buon prezzo in modo da valorizzarli al meglio come meritano per poi proporli a turisti e a tutti coloro che li vogliono provare, sto andando avanti col progetto insieme ad un altro amico chef e saremo operativi presto”.Ci siamo poi spostati sul lungomare e abbiamo fatto due chiacchiere con Roberto Paoletti, chef del Balneare Antonio: “Quando c’è il tempo buono si lavora sempre meglio, abbiamo riaperto da poco e da allora si lavora bene sia a pranzo che a cena”, e continua “molti sono stati i turisti che sono venuti in questi giorni, non solo dall’entroterra marchigiano ma anche fuori regione e alcuni di loro si sono fermati anche dopo Pasquetta”. Infine uno sguardo verso il futuro: “A giugno inizierà anche la stagione balneare e potremo mettere in spiaggia i vari ombrelloni e lettini, in modo da accogliere non solo i clienti del ristorante ma tutti coloro che desiderano passare una giornata di relax al mare, insomma i presupposti per fare bene ci sono tutti, noi siamo pronti”.A nord, sul lungomare Scossicci, abbiamo parlato con Roberto Cappella titolare del Bahari Cafè “Sono soddisfatto di come sono andate le cose in questi giorni, numerose le presenze, molti i turisti provenienti dalle altre regioni d’Italia, veneti e lombardi senza dimenticare gli amici della vicina Emilia Romagna, ancora pochi i turisti stranieri ma loro di solito si muovono più tardi”. Un fine settimana positivo quindi per la cittadina rivierasca che, come dicono due signore a passeggio per il lungomare: “Nonostante tutto, rimane sempre carina” .
Sul nuovo sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza alle attività riconducibili a Giuseppe Cerolini, interviene lo stesso Cerolini affermando che "In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa, precisiamo che tutti i locali del Gruppo Cerolini sono regolarmente aperti e stanno lavorando normalmente, in quanto nessun sigillo è stato apposto.In merito al nuovo sequestro, secondo me, è copia incolla di quello del 21 gennaio 2016, praticamente sono state sequestrate attività già precedentemente sottoposte a decreto di sequestro.Sono sicuro, alla luce dei fatti , che avanti al magistrato" continua ancora Giuseppe Cerolini "la vicenda si chiarirà positivamente per il sottoscritto: quando sarà celebrato il processo ne vedremo delle belle.Ho il massimo rispetto per la magistratura , e per esperienza personale, vista l'indagine sono sicuro di stravincere. Auguro Buona Pasqua a tutti i miei dipendenti, a tutti quelli che ne hanno bisogno, alla Guardia di Finanza, al Dott. Riccioni, nella mia vita ho avuto sempre il massimo rispetto per chi mi vuole bene e chi mi vuole male".
La squadra della Guardia di Finanza di Macerata ha effettuato un maxi sequestro dei beni riconducibili alle aziende del gruppo Cerolini per frode fiscale. L’operazione ha visto impegnati congiuntamente il Nucleo di Polizia Tributaria di Macerata e la Compagnia di Civitanova Marche che, su disposizione del gip del Tribunale di Macerata, il dott. Potetti ed a seguito della richiesta della Procura della Repubblica di Macerata, hanno sottoposto a sequestro beni mobili ed immobili, tra cui un noto bar di Macerata, distributori stradali di carburanti, quote societarie, nonché locali commerciali e disponibilità bancarie. Il tutto per un valore complessivo delle imposte evase di 8 milioni e 300 mila euro nei confronti degli indagati Cerolini Giuseppe e Moldovan Cornel.Le indagini di polizia giudiziaria affiancate da parallela attività di polizia tributaria, svolte in sinergia dal Nucleo di Polizia Tributaria di Macerata e dalla Compagnia di Civitanova Marche, hanno consentito di giungere alla segnalazione di fatti costituenti reato alla Procura della Repubblica di Macerata nei confronti di 10 persone per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e in particolare all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, alla dichiarazione dei redditi fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti falsi , alla omessa dichiarazione, all’occultamento o distruzione di scritture contabili, all’indebita compensazione.A cadere sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle sono state le imprese riconducibili a Cerolini Giuseppe, tra cui in particolare la EFFEMME Srl, società al cui interno si annoverano svariate attività commerciali: dalla gestione di punti di distribuzione di carburante alla gestione di noti locali bar e ristoranti. Tuttavia va precisato che questi ultimi proseguirnno regolarmente la loro attività con la sola differenza che la gestione sarà amministrata da un soggetto esterno nominato dal tribunale. Al momento quindi, non dovrebbero esserci ripercussioni particolari sulle decine di dipendenti del gruppo Cerolini.In precedenza, il 21 gennaio scorso, i Finanzieri del Comando Provinciale di Macerata avevano eseguito un primo decreto di sequestro per equivalente emesso dal GIP dott. Pannaggi, del Tribunale di Macerata, poi confermato dal locale Tribunale per il riesame, relativo ad altre e similari imputazioni per reati di emissione, utilizzazione di f.o.i., dichiarazione fraudolenta, per tributi evasi per oltre 13 milioni di euro.In quel caso le attività erano scaturite da verifiche fiscali avviate nei confronti di una società operante nel commercio all’ingrosso di calzature e accessori (MANGUSTA Srl amministrata da Cardinali Antonio) ed erano proseguite nei confronti di altre società operanti nei settori del pellame, della plastica, della distribuzione di carburanti e di locali nel settore ristorazione (RAF 28 Srl amministrata da Cardinali Antonio, MAT.P. Srl amministrata da Guerra Raffaele, D.P.R. di Secchiari Roberta), che si erano concluse con la constatazione di numerose violazioni fiscali e penali tributarie e addebito di tributi evasi di svariate decine di milioni di euro.Le indagini di polizia giudiziaria e le pertinenti verifiche fiscali, da cui scaturiscono entrambi i decreti di sequestri emessi dal GIP del Tribunale di Macerata, (di cui il primo, come detto, già confermato dal Tribunale per il riesame di Macerata) hanno supportato la tesi accusatoria, fatta propria dalla Procura della Repubblica – allo stato ritenuta fondata su adeguati indizi di reità da parte dei giudici delle indagini preliminari – secondo cui sarebbe stato architettato un sistema organizzato di società, aventi lo scopo di frodare il fisco, attraverso l’ uso illecito di fatture per operazioni commerciali inesistenti e rispetto a cui Cerolini Giuseppe ricoprirebbe un ruolo primario, quale effettivo amministratore di molte delle società controllate.Il lavoro investigativo delle Fiamme Gialle, pur ostacolato dalla frammentarietà della documentazione contabile distrutta o occultata, sinora reperita presso le aziende ispezionate, ha consentito di ricostruire sia l’impianto contabile che i reali volumi d’affari conseguiti, con l’individuazione dei i soggetti, che si reputa abbiano emesso e/o ricevuto le contestate fatture false.Risolutiva, per l’esatta ricostruzione del sistema di frode utilizzato, si è dimostrata la particolare attenzione rivolta dai verificatori ai mezzi di pagamento. È stato, così, appurato che il tipico flusso finanziario, necessario per regolarizzare le posizioni debitorie derivanti dalla ricezione delle fatture di acquisto, veniva sistematicamente di fatto annullato attraverso cessioni “pro-soluto” di crediti precostituiti con fatture false.Sulla base di quanto sinora accertato, detto modus operandi, basato essenzialmente sul massiccio ricorso all’emissione e/o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con costituzione di falsi crediti IVA, ha consentito agli indagati di operare soprattutto illegittime compensazioni (sia verticali che orizzontali) con debiti d’imposta, permettendo così di ottenere illecitamente, di fatto per il Cerolini, in via primari, risparmi fiscali di rilevante entità. Come ulteriore conseguenza, tale pratica illecita ha determinato anche, per le aziende coinvolte, la possibilità di realizzare politiche commerciali, basate su transazioni a prezzi indebitamente concorrenziali.Le indagini svolte hanno consentito di segnalare alla Procura della Repubblica di Macerata complessivamente 10 persone - ritenute responsabili, a vario titolo, di reati tributari -, nonché, soprattutto, di ottenere il sequestro preventivo, anche per equivalente, di somme di danaro, beni mobili ed immobili e quote societarie, fino alla concorrenza delle imposte evase, allo stato di rilevantissimo importo ed in vista della confisca delle stesse, a beneficio dell’Erario.Di conseguenza, il GIP del Tribunale di Macerata, accogliendo la richiesta formulata dal competente sostituto procuratore con l’assenso del Procuratore della Repubblica, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, ai fini della confisca per equivalente della somma evasa, sino alla concorrenza di un controvalore complessivo pari ad oltre 8.300.000 euro, costituito da beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati.L’esecuzione del provvedimento, ha portato al sequestro di: disponibilità finanziarie, 11 beni immobili (8 fabbricati e 3 terreni), 9 società di capitali e 1 ditta individuale comprensive delle seguenti unità locali: 1 negozi di calzature, 1 macelleria, 1 pizzeria, 6 ristoranti, 5 bar, 4 distributori stradali, 1 centro estetico, 16 veicoli. Tra i beni sequestrati, si annoverano società riconducibili all’indagato Cerolini Giuseppe che sono state raggiunte dal vincolo cautelare secondo il principio del sequestro per equivalente.In particolare, sono state coinvolte nella procedura di sequestro le seguenti imprese: Cerolini S.r.l., con sede in Roma, esercente l’attività di ristorazione con somministrazione; Cerolini Gestione e Commercio S.r.l., con sede in Civitanova Marche (MC), esercente l’attività di ristorazione con somministrazione; E.G. S.r.l., con sede in Civitanova Marche (MC), esercente ‘attività di commercio all’ingrosso di altre macchine e attrezzature; Sole S.r.l., con sede in Montemurlo (PO,) esercente l’attività di commercio all’ingrosso di calzature e accessori; Verardo Group S.r.l., con sede in Monte San Giusto (MC), esercente l’attività di commercio all’ingrosso di cuoio e pelli.Rientrano nella gestione delle aziende sequestrate anche una caffetteria sita nel centro storico di Macerata e vari locali (ristoranti e bar), presenti sulla costa nonché le società (MEG Srl e Cerolini Srl) che detengono la proprietà della società di calcio dilettantistica della Civitanovese.Le attività di sequestro hanno interessato le province di Macerata, Ancona, Fermo, Foggia, Firenze, Prato, Crotone, Roma, Terni, Ravenna e Chieti.Ancora una volta, il sequestro per equivalente si dimostra uno degli strumenti più efficaci per il contrasto all’evasione fiscale.A Macerata, la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica hanno da tempo condiviso-d’intesa con la competente Agenzia delle Entrate - un collaudato modello investigativo che, in presenza di reati tributari, porta a chiedere alla competente autorità giudiziaria del Tribunale l’adozione di sequestri preventivi di danaro e di beni, in misura equivalente all’evasione fiscale perpetrata ed in vista della acquisizione all’Erario – in caso di sentenza di condanna – di tutto il profitto illecito , conseguito a seguito delle frodi fiscali contestate.Sinora sono stati posti in essere provvedimenti di sequestro preventivo, correlati a reati tributari, per importi rilevantissimi.
Le luci della ribalta spettano indiscutibilmente a loro che dopo un percorso netto ed un solo set perso in tutta la fase provinciale conquistano un titolo voluto cercato e meritatamente raggiunto. Una finale mai in discussione malgrado l'avversario di turno, la Futura Tolentino, fosse squadra quadrata, di buone doti fisiche e dalle ottime impostazioni tecniche. Se pur terminata 3 a 0 con parziali netti, la partita non era affatto scontata e anche le ragazze di Tolentino si faranno sicuramente valere nella fase regionale a cui comunque hanno accesso, malgrado la sconfitta. Un titolo giovanile frutto di un lavoro tecnico eccelso da parte del nostro coach Concetti ma anche di una bella sinergia nata tra la Volley Torresi, la Pallavolo Montegranaro e la Don Celso Fermo che hanno contribuito alla formazione di un gruppo meraviglioso.Vale la pena sottolineare che la squadra campione provinciale é uno di tre gruppi che partecipano al campionato under 16 con la maglia Volley Torresi e questa vittoria appartiene a tutte le 30 atlete che lavorano quotidianamente in palestra e che si intercambiano negli allenamenti sotto la guida dei tecnici porto potentini. Ed è una vittoria da dedicare a chi quotidianamente lavora dietro le quinte permettendo a tecnici ed atlete di svolgere l'attività nella migliore delle condizioni.La vittoria dà accesso alla fase regionale. Realizzatore della partita Opposta Benedetti Arianna con 28 punti realizzati. La più giovane in campo Salvucci Beatrice anno 2001, tutte le altre sono classe 2000.
“E’necessario riclassificare Il distaccamento di Civitanova Marche in SD4! Solo con aumento di organico e l’assegnazione di alcune unità operative in più si potranno superare le attuali difficoltà e garantire un adeguato dispositivo di soccorso ai cittadini su un territorio in cui insistono diversi comuni”A lanciare l’allarme è Michele Cicarilli, segretario provinciale CONAPO (Sindacato Autonomo Dei Vigili Del Fuoco): “Quotidianamente facciamo i conti con le carenze di personale e di risorse sulle sedi del territorio maceratese, risultato di tagli indiscriminati che si ripercuotono inevitabilmente sul servizio di soccorso, sulla formazione e sugli automezzi”.Ma è soprattutto la carenza di uomini che preoccupa il CONAPO. In particolare il disagio viene vissuto dal distaccamento di Civitanova Marche, per il quale teoricamente sono previste 7 unità, di cui 5 utilizzate per formare una squadra ordinaria e 2 per comporre un mezzo di supporto. A causa di molteplici fattori legati alla formazione, al mantenimento delle abilitazioni professionali, ai continui rimpiazzi tra le varie sedi, il distaccamento di Civitanova Marche non riesce a garantire la sufficiente operatività: ci si trova spesso a fare servizio solamente in 5 unità e per eventuali rinforzi si fa ricorso all’ausilio della Sede Centrale di Macerata, con inevitabili ritardi che potrebbero nuocere tanto ai cittadini, quanto ai vigili stessi, costretti ad accollarsi un carico di lavoro superiore alle loro possibilità, andando incontro a rischi maggiori.Questa situazione, purtroppo, sottolinea Cicarilli, non è legata a fattori temporanei ma è una condizione cronica dettata dalla scarsa disponibilità di risorse umane: conseguenza di un discutibile piano di Riordino delle Sedi Territoriali del CNVVF che ha classificato come SD3 il Distaccamento di Civitanova Marche, impoverendo di fatto l’organico operativo dei Vigili del Fuoco.Per queste ragioni – prosegue - il CONAPO ha rappresentato la situazione all’attenzione del Dipartimento VVF, rivolgendosi direttamente al Capo del Corpo, per chiedere di rivalutare tutti i criteri che hanno portato a decretare una categoria sottodimensionata per il distaccamento in questione. Contestualmente, ha chiesto di provvedere presto a riclassificarlo in SD4, scelta indispensabile e non più rimandabile per consentire di superare le difficoltà locali!Su questo problema chiediamo l’attenzione anche delle autorità locali: il Prefetto e i Sindaci dei Comuni di Civitanova Marche, Potenza Picena, Morrovalle, Porto Recanati e Montecosaro che fanno parte del territorio di competenza del distaccamento, affinché anche attraverso un loro intervento si possa raggiungere l’obiettivo di potenziare il dispositivo di soccorso sull’intero territorio. Solo così – conclude Cicarilli – saremo in grado di garantire ai cittadini gli adeguati livelli di sicurezza che si aspettano dai Vigili del fuoco.
Con l'illusione di non pagare le tasse investendo in un "paradiso fiscale", ora rischiano di vedere sfumare il loro capitale.Le Fiamme Gialle di Porto Recanati hanno smascherato un’organizzazione di carattere transnazionale priva delle necessarie autorizzazioni dell’Autorità di Vigilanza. Evasi circa 6 milioni di euro e denunciata una persona. Coinvolti decine di risparmiatori.La Guardia di Finanza di Porto Recanati ha eseguito una mirata attività di intelligence ed articolate investigazioni nel campo della sicurezza economico-finanziaria, volte al contrasto dei fenomeni di abusivismo nell’esercizio di attività finanziarie nonché di gestione e raccolta del risparmio, da parte di soggetti non provvisti delle prescritte autorizzazioni dell’Autorità di Vigilanza.Il monitoraggio dei flussi finanziari e le analisi di rischio, basate anche sull’incrocio delle informazioni presenti nelle molteplici banche dati disponibili, hanno consentito ai finanzieri di portare alla luce una rete di soggetti, operanti su tutto il territorio nazionale, che proponevano investimenti vantaggiosi e redditizi, da eseguire mediante bonifici diretti a Singapore, noto “paradiso fiscale”.Ma le operazioni finanziarie ed i flussi di denaro non seguivano vie regolari e all’insegna della trasparenza, infatti le transazioni di denaro avvenivano per il tramite di una società con sede a Londra, per poi approdare nel “paradiso fiscale”.Le indagini, che hanno avuto anche una proiezione transnazionale, hanno consentito agli investigatori di individuare e seguire le tracce dei reati che generano profitti illeciti, anche in presenza di sofisticate tecniche fraudolente, nonché gli effettivi mittenti e beneficiari delle somme movimentate.La complementare attività fiscale ha permesso di recuperare a tassazione circa sei milioni di euro, con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di una persona.Decine, i risparmiatori privati coinvolti, per i quali, oltre a scattare pesanti sanzioni amministrative, conseguenti al mancato rispetto degli obblighi dichiarativi per gli investimenti e le attività di natura finanziaria detenute all’estero, c’è anche il rischio non solo di non ricevere gli attesi guadagni ma addirittura la perdita dei capitali investiti, per essersi rivolti, anziché a banche e intermediari abilitati, ad operatori privi dei requisiti di onorabilità e professionalità.
da Simone Livi, segretario politico di Azione in Movimento, riceviamo:Alcuni giorni fa siamo venuti a conoscenza dell’ennesimo taglio perpetrato dall’Asur a discapito di un servizio sanitario fondamentale.Sembrerebbe ormai certa la chiusura della Guardia Medica che opera nei Comuni di Potenza Picena, Porto Recanati e Montelupone.Tale decisione scellerata andrebbe a cancellare una prestazione assistenziale molto importante e di conseguenza a danneggiare pesantemente migliaia di Cittadini, soprattutto i più deboli, di questo territorio mettendo inoltre a repentaglio la loro salute.Sull’argomento è anche intervenuto “il Tribunale della Salute” che con la sua responsabile Giovannella Maggini Mazzarella ha pesantemente criticato la scelta dell’Asur definendola una vera e propria vergogna."Azione in Movimento" ha anche partecipato ad un incontro organizzato dallo stesso Tribunale della Salute, ribadendo la propria solidarietà rispetto a questa iniziativa e chiede ai vertici sanitari regionali di fare un passo indietro rispetto alla decisione presa.Noi crediamo che sia indispensabile l’intervento di tutti per scongiurare la chiusura della Guardia Medica in questione.Istituzioni, Forze Politiche, Personale sanitario, Associazioni e Cittadini si uniscano in questa battaglia affinché si faccia tutto il possibile per non perdere un servizio così importante per la nostra salute e perché si metta una volta per tutte un freno ai continui tagli decisi dalla politica a discapito delle famiglie che sono sempre di più tartassate da una pressione fiscale enorme ricevendo in cambio sempre meno prestazioni.A parer nostro i soldi da risparmiare vanno presi altrove.
Cifre spaventose in partenza dall'Italia e dirette verso paesi esteri, senza alcun controllo nè fiscale nè sulla provenienza. In base agli ultimi dati provenienti dalla Western Union, dall'Hotel House di Porto Recanati vengono trasferiti online circa 450mila euro al mese, qualcosa come cinque milioni di euro all'anno. Certamente, ed è evidente, un flusso di denaro così cospicuo non deriva dal semplice lavoro dei circa duemila residenti (in larghissima parte stranieri e che diventano oltre quattromila nei mesi estivi) nel condominio multietnico, che, in molti casi, come più volte apparso sulle cronache non pagano nemmeno le utenze base di luce e acqua. I punti di money-transfer dell'Hotel House, oltre a venir utilizzati anche dai non residenti del palazzo, sembra trasferiscano spesso denaro ad un unico soggetto che riceve donazioni di oltre 20mila euro al giorno, con diversi movimenti effettuati nell'arco della giornata a suo favore. Questo giro vertiginoso di denaro potrebbe essere ricondotto in parte ad attività di spaccio di stupefacenti e di mercato nero. I soldi sono inviati prevalentemente in Pakistan, Bangladesh, India e Senegal.
Entrano nella gioielleria mentre sta uscendo un cliente e riescono a mettere a segno una rapina. E' successo poco dopo le 17 a Porto Recanati ai danni della gioielleria Baldoni.Un cliente stava uscendo dal negozio e in quel momento sono sopraggiunti due banditi con il volto travisato che sono riusciti ad entrare, intimando alle due commesse di consegnare loro i gioielli. Un'azione fulminea: i due malviventi sono scappati, ma una delle commesse ha provato ad inseguirli. La donna è caduta, ferendosi a una gamba. Dei due malviventi nessuna traccia.Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Il bottino è ancora in fase di quantificazione.
Operazione contro il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti all’“Hotel House”, dove i finanzieri della Tenenza di Porto Recanati, nel corso della nottata, hanno messo a segno un altro importante colpo, sequestrando circa mezzo chilogrammo di eroina e arrestando tre spacciatori.La struttura, spesso crocevia di traffici illeciti con diramazioni lungo tutta la costa maceratese, viene costantemente monitorata dai finanzieri, i quali operano in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica, per prevenire e reprimere ogni tipo di attività illegale.Infatti, nel corso della notte, a seguito di una preventiva attività di intelligence e controllo del territorio, è scattato il blitz all’interno del complesso edilizio, con l’esecuzione di perquisizioni locali e personali.Dapprima, è stata bloccata una persona che si aggirava nei dintorni dello stabile, la quale, alla vista dei finanzieri, tentava la fuga gettando via un pacchetto, risultato poi contenere dieci involucri di stupefacente.A seguito della perquisizione personale, sono state rinvenute delle chiavi, attraverso le quali i militari sono riusciti ad individuare due appartamenti nel popoloso condominio. L’immediato intervento, ha consentito di bloccare altre due persone: una colta mentre, con un cacciavite, cercava di cambiare la serratura alla porta di ingresso di una delle due abitazioni, l’altra all’interno della seconda.Le perquisizioni dei locali hanno consentito di rinvenire, abilmente occultati nel vano motore di un frigorifero e all’interno di alcuni bastoni per tende, decine di ovuli contenenti eroina.Complessivamente, è stato sequestrato circa mezzo chilogrammo di eroina, oltre a cinque telefoni cellulari, un bilancino di precisione ed utensileria varia per il taglio e confezionamento della droga.Tre le persone arrestate, tutte di origine pakistana. Si tratta di A.K. di anni 30, di A.N. di anni 25 e di A.I. di anni 30, i quali sono stati associati alla Casa Circondariale di Camerino, a disposizione del Pubblico Ministero.
Sconti sul metano per i concessionari di spiaggia. E' questo l'accordo raggiunto da Gas Marca, società partecipata del comune di Civitanova Marche, e Abat, associazione balneari. Un patto salutato con soddisfazione dall'assessore al commercio Francesco Peroni, che sottolinea “il positivo rapporto di collaborazione instaurato tra queste due realtà, che sono convinto possa produrre in futuro anche ulteriori risultati interessanti. Abbiamo dei balneari molto attivi, un rapporto di dialogo e collaborazione con loro è importante e credo che in questi anni abbia prodotto risultati molto positivi e vivacità di proposte ed iniziative per la città”. Si augura che questa collaborazione sia “l'inizio di una lunga serie” il presidente di Gas Marca Flavio Rogani: “Abbiamo proposto ai balneari contratti vantaggiosi sulla fornitura del gas, è il primo passo di un rapporto che vogliamo proseguire anche per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. Mi piacerebbe anche prevedere a fine anno un bonus extra ai balneari che hanno aderito a questa convenzione, in cambio della possibilità per l'azienda di utilizzare piccoli spazi promozionali e locandine”. “Gas Marca si è mossa molto bene con i nostri associati – commenta il presidente di Abat Claudio Pini – Ha offerto un servizio a tariffe vantaggiose ed ha garantito presenza e dialogo con gli operatori. A Civitanova Marche hanno aderito una trentina di stabilimenti balneari, quindi un'ottima percentuale, a Potenza Picena uno solo, perché è l'unico concessionario di spiaggio provvisto di metano, a Porto Recanati si lavorerà più avanti per le convenzioni, dato che quasi tutti apriranno tra aprile e maggio. Oltre che come referente Abat, parlo anche da presidente della Cooperativa Adriatica, che conta 900 associati tra Marche ed Abruzzo, e ritengo che anche con loro potrà presto essere sottoscritto un accordo. L'apertura di uno sportello Gas Marca a Grottammare, in questo senso, è stato un passo in avanti importante”. In chiusura è Omar Rossi, per l'azienda partecipata del comune di Civitanova, ad illustrare le caratteristiche della convenzione: “Gas Marca ha offerto uno sconto del 6-8%, che varia a seconda dell'utilizzo da parte dei balneari di metano, rispetto al prezzo del mercato tutelato. Le condizioni sono trasparenti ed è previsto un tacito rinnovo, senza applicazione di nessuna clausola o componente aggiuntiva. La nostra consulenza è rivolta a tutti, anche a chi non sceglie i nostri servizi. L'offerta di questa promozione è servita anche per incontrare i concessionari di spiaggia del territorio e verificare la loro soddisfazione sui servizi erogati”. Al termine dell'incontro, Pini, vista l'imminente apertura, da domani, di diversi stabilimenti, ha anticipato alcuni progetti: “In queste settimane una ventina di chalet civitanovesi apriranno. Speriamo in una stagione positiva, abbiamo già calendarizzato diversi appuntamenti, come Il mare in fiore, ad aprile; per il 1 maggio quest'anno insieme all'assessorato al turismo ci siamo mossi per tempo e credo che verrà un evento molto riuscito. Con il sindaco e gli assessori al turismo e commercio Silenzi e Peroni ci siamo incontrati diverse volte per organizzare iniziative con un format innovativo e diverso dal solito, verrà fuori qualcosa di interessante”.
Presentata nei giorni scorsi dal capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi la mozione a tutela del presidio di guardia medica di Porto Recanati avente ad oggetto " Guardia Medica di Porto Recanati. Mantenimento di questo importante presidio nell'arco dell'anno e non solo nel periodo estivo. Modifica Determina Direttore Generale Asur n. 915 del 24.12.2015".La Vicepresidente Commissione Sanità ringrazia il direttore dell'Area Vasta 3 per l'impegno e le rassicurazioni ma intende far mettere nero su bianco dall'assessore alla sanità Ceriscioli, il fatto che la Guardia Medica sia mantenuta per tutto l'arco dell'anno considerata l'importanza della città di Porto Recanati anche nei periodi non estivi.Per Leonardi Porto Recanati, oltre ai suoi 12.550 abitanti, registra un dato di presenze turistiche pari ad oltre 700.000 soggetti, che sono quelle ufficialmente censite; inoltre molte persone hanno la residenza nell'entroterra ed usufruiscono delle loro abitazioni spesso nei week end anche d'inverno. La presenza della Guardia Medica è indispensabile per tutto l'arco dell'anno ed è un dato incontrovertibile l'accesso o le chiamate per questo importante servizio.La riorganizzazione della Continuità Assistenziale in questo caso non può basarsi su parametri territoriali e su un numero fisso di residenti. Per la Leonardi è oggettivo il fatto che ambedue i parametri falsano notevolmente la realtà: la distanza con Recanati ed il tempo di percorrenza per arrivare a Porto Recanati non permetterebbero di garantire il servizio poiché non si tiene conto della vasta estensione territoriale del comune di Recanati. Una chiamata nell'area di Fontenoce o Sambucheto o nell'area nord del comune di Recanati e una successiva chiamata verso Porto Recanati metterebbe in difficoltà l'operatore costretto a percorrenze notevoli con una dilatazione elevata dei tempi di visita.La capogruppo di Fratelli d'Italia chiede che sia garantita la presenza per tutto l'anno della Guardia Medica: questo significa evitare pericolose lacune e mantenere in una città importante come Porto Recanati un servizio attivo che sopperisce allo smantellamento dei servizi dell'Ospedale di Recanati e al depotenziamento di quello di Loreto.Nella mozione si chiede di mantenere per tutto l'anno questo indispensabile servizio e di tenere nella giusta considerazione l'effettiva necessità e i numeri legati alle presenze annue lungo la costa portorecanatese nonché la vastità del territorio del comune di Recanati che sarebbe esso stesso penalizzato. Infine si chiede di far modificare la Determina Asur numero 915/ASUDG del 24 dicembre 2015 nella direzione del mantenimento annuo della Guardia Medica a Porto Recanati.
Allarme bomba lungo la statale Adriatica all'altezza di Porto Potenza di fronte all'Istituto Santo Stefano.Un'automobilista ha notato una macchina, una vecchia Fiat Panda verde, ferma in un distributore di benzina con dei fili strani che uscivano dal serbatoio e subito ha lanciato l'allarme.Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri che hanno fermato il traffico per tutti i controlli di rito.
Sono state ben quindici le patenti ritirante nella notte fra sabato e domenica dalla Polizia Stradale di Macerata che ha svolto servizi di controllo in particolare nella zona di Civitanova.Fra le quindici persone nei guai, ci sono cinque donne e quattro neopatentati. In un caso, la persona al volante non aveva neanche conseguito la patente.I controlli serrati della Polizia Stradale si inseriscono all'interno dei controlli per prevenire le cosiddette stragi del sabato sera.
Allerta meteo della Protezione Civile delle Marche per vento forte e possibili mareggiate.L'allerta è valida dalle 6 di domenica mattina alla mezzanotte. L'avvicinarsi di una perturbazione atlantica determinerà un rafforzo della ventilazione sud-orientale sulle regioni adriatiche, con conseguente aumento del moto ondoso e possibilità di mareggiate.Lungo tutta la fascia costiera e nelle zone basso-collinari i venti saranno sud-orientali con velocità media di vento moderato o teso e raffiche fino a burrasca forte, le intensità maggiori si registreranno nel pomeriggio di domenica; nelle zone interne la velocità media sarà di vento moderato e la raffica raggiungerà i valori di burrasca. Mare da molto mosso ad agitato nel pomeriggio con onda proveniente da sud-estNella seconda parte di domenica l'evento raggiungerà la sua massima intensità e si avrà la possibilità di mareggiate lungo le coste.
Ci sono "novità in arrivo" per la sicurezza delle Marche. Lo ha detto il presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) Giacomo Stucchi, spiegando che "se il Governo decide di potenziare la dotazione di forze dell'ordine di un territorio, si vede che un motivo c'è".Del potenziamento nelle Marche aveva parlato anche il sottosegretario all'Interno Manzione, rispondendo a un' interrogazione dei parlamentari di M5s. "Sono poche le regioni che ottengono un aumento di agenti - ha spiegato Stucchi -, se lo ottengono è perché dietro c'è un'esigenza reale, come è successo a Milano per Expo o come sta succedendo a Roma per il Giubileo". Esigenza reale, che secondo il presidente del Copasir potrebbe essere legata al rischio di uno spostamento della rotta dei migranti dai Balcani all'Adriatico. "Il porto di Ancona - ha aggiunto - è uno degli elementi che impongono una riflessione, ma il problema riguarda tutta la costa adriatica" e servono controlli preventivi. (Ansa)
Nel pomeriggio di ieri, gli agenti della Squadra mobile hanno tratto in arresto M. R.N., pakistano di 29 anni, domiciliato a Porto Recanati, perché trovato in possesso di otto grammi di eroina destinata allo spaccio.L’uomo è stato rintracciato in un appartamento del complesso residenziale River Village di Porto Recanati. Alla vista dei poliziotti ha lanciato nel vuoto un involucro, contenente le bustine da spacciare, che andava a cadere sul balcone corrispondente del primo piano. Oltre alla droga, è stata sequestrata la somma di 1000 euro e altro materiale utilizzato per il confezionamento delle singole dosi oltre al telefonino che il pakistano utilizzava per essere contattato dai tossicodipendenti. Dopo le formalità di rito, l'arrestato, che risulta sprovvisto del permesso di soggiorno, è stato collocato in regime di arresti domiciliari presso la sua abitazione.Nel contesto della stessa operazione, è stato segnalato alla locale Prefettura anche un altro pakistano, trovato in possesso di una modica quantità di hashish.
Loriana Dichiara si è uccisa. Non ci sono dubbi sulla dinamica di una vicenda che per oltre una settimana ha tenuto con il fiato sospeso familiari, parenti e amici dell'avvocatessa 56enne di Montegiorgio.A suffragare l'ipotesi del suicidio ci sono elementi inconfutabili trovati dai carabinieri nella Fiat Punto della donna, trovata nel parcheggio privato della Pia Casa Hermes a Loreto.Un biglietto e le boccette di medicinali rinvenute all'interno dell'auto spiegano perchè Loriana Dichiara ha deciso di porre fine alla sua vita. Nel biglietto ha scritto chiaramente che non voleva essere salvata, di rifiutare ogni forma di accanimento terapeutico e di essere favorevole alla donazione degli organi. Forse la donna aveva scoperto di essere malata e questo, inserito in un contesto nel quale da qualche tempo soffriva anche di una forma di depressione, può aver scatenato nella sua mente l'idea di farla finita.Anche il luogo dove ha scelto di morire probabilmente non è casuale: da quanto si è appreso, era molto devota alla Madonna di Loreto e proprio a due passi dal Santuario della Santa Casa si è lasciata morire.Ora restano da ricostruire le ultime ore della vita dell'avvocatessa. Il decesso risalirebbe a circa 48 ore prima del ritrovamento. Resta, quindi, un buco nero di almeno quattro giorni nei quali di Loriana Dichiara non si è saputo più nulla, come se fosse scomparsa letteralmente dalla faccia della terra per poi ricomparire drammaticamente questa mattina in un parcheggio di Loreto. Dove è stata Loriana da domenica a venerdì? Nessuno l'ha vista nè sentita? Dove ha mangiato? Insomma, ci sono ancora da risolvere tutta una serie di interrogativi che partono dal famoso prelievo di 50 euro alla Bcc di Civitanova Alta di domenica, al disfarsi del telefonino, a questo punto con il chiaro intento di non essere rintracciata. Ma, malgrado questo, per attuare il suo insano proposito, ha atteso ancora qualche giorno, alimentando un mistero che, forse, Loriana Dichiara ha voluto portare con sè nella tomba.(Foto Si.Sa. & Guido Picchio)
Il corpo senza vita di Loriana Dichiara, l'avvocatessa 56enne di Montegiorgio scomparsa da domenica 14 febbraio, è stato ritrovato questa mattina nel parcheggio privato della casa di cura Pia Casa Hermes a Loreto.Il cadavere era disteso sul sedile posteriore della Fiat Punto della donna, all'interno della quale è stata trovata una bottiglietta d'acqua all'interno della quale sono stati sciolti dei medicinali, sembra psicofarmaci, e un biglietto nel quale la donna spiega i motivi del suo gesto e dove si dice contraria all'accanimento terapeutico, mentre dà il suo consenso alla donazione degli organi.Il biglietto si concluderebbe con un laconico "ciao". Il tenore del messaggio potrebbe lasciar intendere che la donna soffrisse di qualche patologia importante per via della quale avrebbe messo in atto questo estremo gesto.Sul posto stanno intervenendo tutte le autorità, anche se sembra non ci siano dubbi sul fatto che si sia trattato di suicidio.Restano, comunque, ancora tante zone d'ombra su questa vicenda. Se venisse confermata l'ipotesi che il corpo di Loriana Dichiara fosse lì da un paio di giorni, dove è stata prima?Il ritrovamento del corpo probabilmente è solo un primo punto di partenza per cercare di fare luce su una storia dove i lati oscuri restano ancora tanti. Troppi. (La polizia scientifica mentre analizza le boccette trovate nell'auto)