Il Gores come di consueto ha trasmesso la scheda relativa alle progressioni e agli esiti delle indagini di laboratorio delle ultime 24 ore. I tamponi risultati positivi al Covid-19 sono 10 sui 1012 analizzati: 8 nella provincia di Pesaro Urbino, 0 ad Ancona, 1 a Macerata, 0 a Fermo, 1 ad Ascoli Piceno.
I nuovi casi portano il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche a 6543 su un totale di 50206 campioni testati. Scende l'incidenza giornaliera del numero dei positivi rispetto alla giornata di ieri. Il rapporto totale tra tamponi effettuati ed il numero di positivi continua a scendere, oggi si attesta intorno al 13, 3%.
Il numero complessivo dei pazienti dimessi e guariti è aumentato (2.352), e allo stesso tempo diminuiscono i contagiati ancora in isolamento domiciliare: ieri erano 2.937, mentre oggi 2.922.
Diminuisce anche il numero dei pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie regionali (dai 314 di ieri ai 305 di oggi) e altresì - rispetto il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (dai 30 di ieri ai 28 di oggi): 6 di loro sono ospitati nelle strutture sanitarie maceratesi (2 a Civitanova Marche, 4 a Camerino).
“L’ UDC maceratese – dice il nuovo Coordinatore Paolo Cotognini – prende favorevolmente atto del dibattito politico in corso sulle prospettive e sull’atteggiamento che l’Amministrazione cittadina dovrebbe avere in questo momento difficile, che rispondono alle medesime istanze delle quali anche l’UDC si è fatto carico e si farà carico nei mesi a venire”.
“Destinare risorse, prima che altrove, al sostegno primario di chi, oggi, attraversa una crisi finanziaria e sociale per la quale la risposta non può essere rinviata a domani. È percezione comune che alcune fasce della popolazione e alcune specifiche realtà artigianali e commerciali stiano sostenendo in modo superiore ad altre il peso delle chiusure e delle prescrizioni: lo sforzo del Comune, che è indubbiamente il primo presidio sociale sul fronte della pandemia, dovrà sostenere chi, famiglie e piccoli commercianti e artigiani costretti alla temporanea chiusura prima di tutto, rappresenta una parte essenziale del tessuto sano della nostra società e che altrimenti resterebbe danneggiato in modo sproporzionato da una pandemia che aggredisce economicamente in modo disomogeneo, devastando alcune categorie e lasciandone quasi indenni altre”.
"In questo senso un fondo di soccorso – spiega Cotognini - alimentato anche attingendo da altre risorse comunali per le quali sia possibile una diversa transitoria e emergenziale destinazione, appare uno strumento adeguato e pronto, tenuto conto del fatto che anche la tempestività di intervento in questo caso è esigenza primaria. Naturalmente l’importo e la consistenza dello stesso dovrà essere parametrata sia al bisogno effettivo, con funzione sussidiaria e non assistenzialistica, sia alle reali capacità di spesa del Comune, evitando disequilibri che necessiterebbero nel medio periodo di ulteriori dolorosi aggiustamenti.
Procedere a riduzioni fiscali e tributarie, ove le stesse saranno normativamente consentite, può essere un buon contributo alla causa, anche in questo caso nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle disponibilità finanziarie visto che un minor gettito significa anche minor spesa sociale disponibile.
L’UDC in questa delicata fase preelettorale rilancia l’idea di un tavolo programmatico tra i cittadini di buona volontà che rivaluti il ruolo delle Frazioni per la città, sia nella prospettiva della grande rivoluzione sanitaria e di mobilità che il Nuovo Ospedale di Primo Livello necessariamente comporterà e che affronti il nodo viabilità anche con riferimento all’accesso al Centro storico, oggi che il problema non è l’eccesso di traffico ma la scarsità di accessi, con gli evidenti riflessi sulle attività del Centro.
Da ultimo l’UDC intende sottolineare e confermare l’importanza della gestione del riavvio dell’anno scolastico: a nessuno sfugge che molto dipenderà dalle scelte ministeriali, ma gli aspetti relativi al trasporto e all’assistenza dei bambini dovranno essere affrontati come priorità. La pandemia ha determinato, tra l’altro, anche la necessità, preso atto del rinvio della scadenza elettorale, che il riavvio sia governato da questa Amministrazione della quale l’UDC fa diligentemente parte in modo razionale, responsabile e, perché no, ‘coraggioso’. Ricordando, con il conforto di Papa Francesco, che non ci si salva da soli e che si riparte, sempre, dalle tutele e dalle attenzioni agli ultimi che, questa volta, possiamo identificare nei bambini e negli anziani, per i quali il Partito sta preparando un piano organico di intervento che prevede una gestione in co-governance con tutti gli operatori e con le associazioni che conoscono il settore e possono dare l’apporto fondamentale al buon esito del progetto”, conclude il coordinatore Udc.
Mettere al centro di ogni riflessione politica sulla città i bambini e i ragazzi.
Ascoltare le esigenze dei bambini e degli adolescenti per progettare gli interventi di carattere culturale, sociale ed educativo-formativo. Istituire al più presto un Consiglio Comunale dei bambini e una Consulta degli adolescenti. Sono le richieste all’ordine del giorno, che il gruppo Macerata Insieme farà nel prossimo Consiglio Comunale. Il consigliere David Miliozzi chiederà all’amministrazione comunale di “ripensare la città coinvolgendo attivamente i bambini e i ragazzi per consentire loro di riappropriarsi degli spazi pubblici in sicurezza e in autonomia”.
“Predisporre una segnaletica in città che sia a misura di bambino cominciando dalla sostituzione dei cartelli di divieto di utilizzo dei giochi nei giardini e nei pubblici con messaggi e disegni realizzati dai bambini stessi per spiegare la necessità di tenere ancora quegli spazi chiusi. “Coordinare tutte le energie e le risorse del settore pubblico e privato, del terzo settore e dell’Università per mettere in moto un sistema di servizi culturali, educativi e sociali che possano dare slancio a una Macerata rinnovata, “città sostenibile e amica dei bambini e degli adolescenti”. Confrontarsi con tutte le realtà che si occupano di cultura, di sociale, di educazione e di formazione nella città per pianificare, progettare e realizzare insieme iniziative e servizi che tengano conto delle reali necessita dei bambini e degli adolescenti. Progettare, con obiettivi a lungo termine, e realizzare azioni di mobilità sostenibile, di riqualificazione urbanistica e di sostenibilità ambientale per il benessere di tutti i cittadini e, in particolare, di bambini e adolescenti”.
Aveva 59 anni e ieri pomeriggio, alle 18.30, all’Ospedale Torrette di Ancona, a causa delle complicanze connesse al covid-19, è morto Federico La Rotonda, addetto alla Stazione Carabinieri di Macerata.
Nato a Genova e cresciuto a Santa Margherita Ligure (GE), Federico era figlio d’Arma: infatti, il papà Emilio – che è venuto a mancare a settembre del 2019 – era Appuntato dei Carabinieri. Federico segue le orme del papà e a 22 anni si arruola nell’Arma, precisamente il 7 giugno 1983.
Dopo aver frequentato il 70° corso presso la Scuola Allievi Carabinieri di Campobasso, il successivo 22 ottobre viene destinato alla Stazione CC di Torino Mirafiori dove presta servizio per circa 1 anno e mezzo. Dopo aver lavorato in provincia di Torino tra il 1985 e il 1987, successivamente e fino al 1993 presta servizio presso la Stazione Carabinieri presso l’Arsenale della Marina Militare di La Spezia, dove viene promosso al grado di Carabiniere Scelto.
Dal 30 maggio 1993 viene trasferito in provincia di Macerata, alla Stazione Carabinieri di Apiro dove vi rimane per 3 anni. Dal 28 maggio 1996 al novembre 2009 lavora presso il Nucleo Carabinieri Banca d’Italia di Macerata.
Nel frattempo, nel giugno 1997 si sposa con la Signora Sabrina e il 29 giugno del 1999 nasce Mirko, loro figlio unico. Sempre nel 1999 Federico indossa il grado di Appuntato Scelto.
Il 9 novembre 2009 viene trasferito alla Stazione CC di Montecassiano dove vi lavora per 3 anni, prima di giungere alla Stazione Carabinieri di Macerata esattamente il 15 ottobre 2012, fino al 17 aprile scorso. Proprio da quel giorno Federico si è ammalato, dapprima è stato ricoverato all’Ospedale di Macerata. Le sue condizioni si sono aggravate tanto da essere trasferito all’ospedale di Camerino in terapia intensiva e in prognosi riservata. Dalla sera del 7 maggio le cose purtroppo sono peggiorate e il giorno seguente è stato trasferito presso l’ospedale “Torrette” di Ancona, dove si è spento nella serata di ieri.
Unanime il cordoglio di tutta l’Arma dei Carabinieri. Una vita, quella di Federico, dedicata al dovere, all'Istituzione e ai cittadini. Il 9 gennaio prossimo avrebbe compiuto 60 anni e si sarebbe congedato. Lo ricordano tutti come un Carabiniere dalle straordinarie qualità umane, sempre disponibile, generoso verso i colleghi e animato da un elevatissimo senso del dovere.
Federico lascia la moglie Sabrina, il figlio Mirko e l’anziana mamma di 91 anni, che vive in provincia di Teramo.
Il Colonnello Michele Roberti, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Macerata lo ricorda così: “Marito e padre devoto, un esemplare servitore dello Stato che sapeva svolgere il suo lavoro con grande umiltà e fermezza, ma senza mai perdere la capacità di dialogare con tutti. Uno di noi che se ne va e ci lascia con un vuoto angosciante. Il nostro commosso abbraccio va alla moglie Sabrina e al figlio Mirko”.
Dopo il periodo di stop forzato all’attività agonistica e socio-ricreativa a causa della pandemia legata al Covid-19, è iniziata la “Fase 2” anche al Centro Universitario Sportivo. Nella sede di via Salvatore Valerio sono stati riaperti gli uffici e da qualche giorno è tornata a pieno regime la sezione dell’atletica.
L’ultima ad entrare nella polisportiva cussina è dunque la prima a ricominciare sotto gli allenamenti del responsabile di sezione Diego Cacchiarelli.
In virtù delle nuove disposizioni che consentono la ripresa agli atleti di interesse nazionale, il Cus ha ottenuto il via libera per 3 dei suoi 9 ragazzi: Giulia Miconi, Alessandro Tanoni e Anastasia Giulioni. Tutti marciatori che si stanno preparando allo stadio Helvia Recina, ma anche in parchi e sul fondo tipico della loro difficile disciplina, quello della strada.
Una bella notizia per il trio, per Cacchiarelli e per tutta la sezione. L’atletica peraltro potrebbe presto essere affiancata dal tennis. Il Cus infatti attende disposizioni da parte della Fit per ridare i campi alla squadra maschile e la possibilità di divertirsi agli appassionati. Del resto, lo sport è assolutamente uno dei meno a rischio contagio da virus.
Infine, il presidente dell’Ente, Antonio de Introna, ha espresso l’intenzione di organizzare il tradizionale centro estivo per bambini e ragazzi. Si stanno studiando le formule migliori e il protocollo con le opportune misure igienico-sanitarie a garanzia della massima sicurezza per i partecipanti.
"Emergenza Covid-19 - APM a sostegno delle famiglie in difficoltà", questo è il titolo del comunicato a firmato dal Presidente Giorgio Piergiacomi che da qualche giorno è stato affisso sulla bacheca dei dipendenti dell'APM, Azienda Pluriservizi Macerata spa.
La nota dell’azienda è un invito a tutti i dipendenti ad autorizzare la trattenuta di un importo della retribuzione inerente al prossimo mese di giugno per poi devolvere la somma raccolta per l'acquisto di prodotti per l'infanzia e beni di prima necessità con buoni spendibili nelle tre farmacie comunali che sono sempre tra l’altro sotto l’egida dell'APM group.
Non si è fatta attendere molto la risposta dei dipendenti e non è stata certo delle più serene, come si può chiaramente evincere dalla parola "Vergogna" scritta in fondo al comunicato. Una risposta forte che certifica il malcontento dei lavoratori del servizio di trasporto pubblico maceratese a cui dall'inizio dell'epidemia sono state ridotte drasticamente le ore di lavoro mensili, con un conseguente perdita in termini di retribuzione che in questo periodo diventa un pesante macigno da sopportare.
Stando alle segnalazioni fatte da parte dei dipendenti dell’APM arrivate alla nostra redazione, sembra che l'iniziativa non abbia riscosso molto successo. Tant'è che quasi nessuno di loro ha aderito alla decurtazione volontaria del compenso per fini benefici, in quanto in totale dissonanza con la politica dell'azienda che ad inizio dell'emergenza sanitaria aveva ridotto i servizi del 75%,quindi ben più di quanto aveva disposto la Regione Marche (50%).
La beneficenza e la solidarietà sono senza dubbio due strade nobili da perseguire, soprattutto in una fase così drammatica della nostra storia recente, ma in un caso come quello che vede coinvolti i collaboratori dell'APM, sarebbe buona cosa anche essere messi in condizione di aderire, ed è ovvio, che con stipendi già tagliati per via delle politiche aziendali, diventa quasi assurdo "invitarli" a fare donazioni.
Forse il buon esempio potrebbe venire dall' "alto": con un impegno diretto da parte dei singoli (come ad esempio il direttore generale Stefano Cudini, il quale percepisce un compenso di circa 150 mila euro annui) considerando le diverse possibilità, non solamente limitandosi a raddoppiare le cifre donate dai lavoratori che è quantomeno la via più semplice, ma dai vertici dell'APM tutto tace. Gli unici sacrifici sono chiesti proprio ai loro dipendenti, ignorando del tutto il fatto che già da mesi li stanno affrontando con una invidiabile dignità.
AGGIORNAMENTO: LA REPLICA DEI DIPENDENTI DELL'APM CHE HANNO ADERITO ALL'INIZIATIVA
"Ci vediamo costretti ad intervenire per precisare che quanto pubblicato sul quotidiano locale online PICCHIO NEWS nella giornata del 10/05/2020 , non rappresenta in alcun modo la realtà ed il sentimento dei lavoratori del settore trasporti dell’APM Spa.
Probabilmente qualche collega ha espresso quelle considerazioni al giornalista , ma da questo ,a generalizzare ed estendere a tutti o alla gran parte dei lavoratori questi argomenti e considerazioni, ce ne corre.
La beneficienza è un azione individuale libera e spontanea che rafforza il senso di comunità, esattamente come la solidarietà, che sono valori positivi ,di cui in queste settimane, per fortuna, sono piene le cronache.
Non è la prima volta che APM ed i suoi dipendenti decidono azioni di beneficienza anzi, in questa occasione ,alcuni di noi avevano sentito li bisogno di sollecitare la Società a farsi promotrice e partecipe.
E’ vero che per alcuni mesi il nostro stipendio subirà una decurtazione salariale, anche significativa, ma questo non ci può far dimenticare i molti che vivono situazioni ben più gravi.
La solidarietà di chi, come molti di noi del gruppo settore trasporti, ha un valore aggiuntivo che compensa ampiamente la misura. In ogni caso nessuno è costretto! La sottoscrizione alla solidarietà è libera e volontaria"
AGGIORNAMENTO: LA REPLICA DEI DIPENDENTI DELL'APM CHE HANNO ADERITO ALL'INIZIATIVA
"Ci vediamo costretti ad intervenire per precisare che quanto pubblicato sul quotidiano locale online PICCHIO NEWS nella giornata del 10/05/2020 , non rappresenta in alcun modo la realtà ed il sentimento dei lavoratori del settore trasporti dell’APM Spa.
Probabilmente qualche collega ha espresso quelle considerazioni al giornalista , ma da questo ,a generalizzare ed estendere a tutti o alla gran parte dei lavoratori questi argomenti e considerazioni, ce ne corre.
La beneficienza è un azione individuale libera e spontanea che rafforza il senso di comunità, esattamente come la solidarietà, che sono valori positivi ,di cui in queste settimane, per fortuna, sono piene le cronache.
Non è la prima volta che APM ed i suoi dipendenti decidono azioni di beneficienza anzi, in questa occasione ,alcuni di noi avevano sentito li bisogno di sollecitare la Società a farsi promotrice e partecipe.
E’ vero che per alcuni mesi il nostro stipendio subirà una decurtazione salariale, anche significativa, ma questo non ci può far dimenticare i molti che vivono situazioni ben più gravi.
La solidarietà di chi, come molti di noi del gruppo settore trasporti, ha un valore aggiuntivo che compensa ampiamente la misura. In ogni caso nessuno è costretto! La sottoscrizione alla solidarietà è libera e volontaria"
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riguardante i rapporti tra condomini ai tempi del Coronavirus e nello specifico i comportamenti eccedenti che si tramutano in rumori molesti. Ecco la risposta dell’avvocato Oberdan Pantana, alla domanda posta da un lettore di Civitanova Marche che chiede: “In tempo di isolamento da Covid-19 sono diventati popolari i flash mob sul terrazzino di casa per cantare, applaudire, conversare a distanza e che possono essere anche fonte di disturbo per i vicini. Nonostante l'emergenza, queste condotte sono lecite?
L'emergenza da Coronavirus ha modificato le abitudini di vita degli italiani, ora costretti a rimanere il più possibile all'interno delle mura domestiche per arginare la diffusione del virus. L'impossibilità di spostarsi da casa, se non per determinate ragioni di necessità, ha inevitabilmente ridotto i rapporti tra le persone, ora limitati alle conversazioni virtuali con gli amici e i parenti e agli occasionali incroci “a distanza” tra vicini di casa. Nonostante tali premesse, alla luce dell'attuale scenario di emergenza nazionale, ad oggi, non esistono disposizioni che hanno considerato lecite le “attività fonte di disturbo e rumore per i vicini del condominio”. Pertanto, nel caso in cui l'attività disturbante arrechi solo fastidio e immissioni intollerabili a danno di singoli condomini (si pensi ad esempio alla musica ad alto volume che danneggi solo i condomini confinanti con lo stabile in cui e non determini rumori fastidiosi all'interno dell'atrio condominiale), sono solo loro ad essere legittimati ad agire ed in questo caso civilmente, diversamente integra reato penale, ai sensi dell’art. 659 c.p., le urla e i rumori di un condomino le cui emissioni sonore siano potenzialmente idonee a disturbare un numero indiscriminato di persone secondo il parametro della normale tollerabilità, indipendentemente da quanti se ne possano in concreto lamentare (Cass. Pen., sez. II,1 marzo 2018, n. 9361). La pronuncia in esame ha avuto origine dal fatto che il Giudice, nel ritenere il singolo condomino responsabile del reato di cui all'art. 659 c.p. per avere mediante rumori, urla e schiamazzi durante l'orario notturno all'interno di un edificio condominiale disturbato il riposo dei condomini, desumendo dalla diffusività del rumore, percepibile al di fuori dell'edificio da cui proveniva, la sua la capacità di propagarsi all'interno dell'intero stabile condominiale, arrecando così potenziale disturbo ad un numero indeterminato di persone, costituite dai condomini residenti e da chiunque altro si trovasse in quel frangente nell'immobile, e non soltanto agli occupanti degli appartamenti ubicati in prossimità del luogo in cui il prevenuto stava dando sfogo ai suoi impeti iracondi.
Pertanto, in risposta alla domanda del nostro lettore, si può affermare che il lockdown forzato non deve essere motivo di gestire la quarantena violando i principi generali di legge in tema di rumori, art. 844 c.c. e art. 659 c.p., altrimenti si rischia di andare incontro a delle responsabilità civili e/o penali.
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Lutto nell’Arma dei carabinieri maceratese. L’appuntato scelto Federico La Rotonda ha perso oggi la vita a causa del Coronavirus. L’uomo, 59enne, si è spento all’ospedale Torrette di Ancona, dove era stato ricoverato. Era originario della Liguria, ma da circa trent’anni era in servizio nella provincia di Macerata.
“L’Arma dei Carabinieri piange un altro figlio il cui respiro è stato portato via oggi dal COVID19” – viene scritto sulla pagina facebook dell’Arma. L’Appuntato Scelto Federico La Rotonda aveva 59 anni ed era effettivo alla Stazione dei Carabinieri di Macerata, dove ogni giorno ha dedicato senza risparmio il suo servizio alla sicurezza dei cittadini. Tutti i Carabinieri si stringono in questo momento attorno alla moglie e al figlio, a cui non mancherà la nostra vicinanza”. Grande dolore per la famiglia e tra i militari per la scomparsa del collega.
Nuova e bella iniziativa dell’Avis Comunale Macerata in questo periodo delicato a livello sanitario. Una delegazione dell’associazione guidata dalla presidente Elisabetta Marcolini, il presidente onorario Gianni Ornelli e Francesca Cesaretti, si è recata alla Casa di Riposo di Villa Cozza consegnando 3 tablet di ultima generazione alla struttura residenziale per anziani, rappresentata per l’occasione dal direttore generale Francesco Prioglio e dalla responsabile Eleonora Morelli. Una donazione che consentirà ai familiari di restare più in contatto e accorciare le distanze imposte per poter fronteggiare la pandemia di covid-19.
L'Azienda Ircr Macerata gestisce, oltre a Villa Cozza, altre 5 strutture in provincia e sin dall'inizio dell'emergenza ha attivato procedure precauzionali per limitare rischio di contagi, già dai primi di marzo limitando ad esempio gli accessi. Grazie a prevenzione, attenzione ed efficienza, ad oggi non si registrano casi positivi (su una popolazione anziana di oltre 250 unità) ma naturalmente la concentrazione di tutto il personale rimane alta.
Intanto, grazie alla donazione dell’Avis è stato ampliato il numero di tablet e smartphone, cosicché figli o nipoti possano non solo sentire ma anche vedere, attraverso uno schermo e le applicazioni video, i loro amati genitori o nonni. L’Avis all’inizio della pandemia aveva concretizzato un’altra iniziativa. Nel periodo in cui le mascherine erano introvabili, ne aveva date 250 al Dipartimento Immuno-Trasfusionale dell’ospedale di Macerata.
“In questo periodo l’Avis sta attivandosi anche in modalità diverse dalla donazione del sangue -spiega Elisabetta Marcolini- e abbiamo pensato a questa azione di aiuto e sollievo sempre legati al concetto di cercare e fare il bene comune. A proposito del sangue, dopo il tipico calo dei primi mesi del nuovo anno, le donazioni sono tornate alte. Tutto del resto viene fatto nella massima sicurezza. Anche il plasma è importante. Non solo perché sembra la nuova frontiera contro il virus, ma perché, voglio ricordare, serve sempre, per i farmaci o altre terapie”.
Tornano in piazza le Mascherine Tricolori a distanza di sicurezza ma ancora più determinate a sfidare il lockdown per chiedere con forza misure concrete a sostegno di lavoratori e famiglie.
“Dopo l'azione che ci ha visti protagonisti in più di settanta piazze italiane – si legge nel comunicato diffuso dal movimento – siamo tornati in piazza contro chi evidentemente vuole milioni di disoccupati, di imprenditori falliti e di famiglie alla fame”.
“La situazione è drammatica – continua il comunicato – e non intendiamo rimanere in silenzio a vedere fallire le nostre attività o vedere sfrattate le nostre famiglie. Siamo lavoratori, imprenditori, madri, padri, partite IVA: tutte persone che stanno ancora aspettando le misure di aiuto promesse da più di due mesi dal Governo Conte”.
“Non abbiamo paura delle multe, stare in piazza è un diritto: non saranno repressioni e divieti a fermare la nostra voce”.
“Il nostro obiettivo – conclude il comunicato - è uno: combattere per difendere il futuro dell’Italia e delle nostre famiglie. Le mascherine che portiamo non sono un bavaglio ma un atto di accusa contro chi ha deciso colpevolmente di far fallire un’intera Nazione
Ieri sera i Carabinieri della Stazione di Appignano, durante il servizio di perlustrazione, sono stati inviati in contrada Campolongo di Montecassiano dalla Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Macerata, a seguito della segnalazione di un assembramento di giovani.
Giunti sul posto, hanno trovato nascosti 4 ragazzi del luogo, di età compresa tra i 19 ed i 21 anni - nascosti in mezzo agli arbusti - trovati in possesso di due involucri di cellophane contenenti 24 grammi complessivi di marijuana.
I ragazzi sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per la detenzione di sostanza stupefacente, nonché multati per l’inosservanza del divieto di movimento senza giustificato motivo.
La manifestazione di protesta degli imprenditori, prevista per domenica 10 maggio (leggi qui) a Civitanova Marche, è stata sospesa.
A dare l'annuncio è Roberto Buratti, imprenditore e uno dei fondatori del movimento "Art.1", che riunisce altri imprenditori ed esercenti che si battono contro l'inedia delle istituzioni e il rischio di collasso dei piccoli e medi imprenditori.
"Abbiamo raggiunto un accordo con le forze dell'ordine" annuncia Buratti in un video "per poterci mettere seduti con il Signor Prefetto, il Questore e con gli organi regionali competenti per portar loro le nostre proposte. L'incontro, che era il vero obiettivo della nostra manifestazione, è in programma per la prossima settimana".
Una situazione ottimale anche se ci tiene a precisare che "non siamo scesi a compromessi con nessuno, abbiamo ottenuto quello che volevamo ottenere con la manifestazione"
"Siamo in attesa di essere ascoltati, se non succederà passeremo alla fase 3" continua Buratti "e se dovremo andare in piazza per portare avanti i nostri diritti e farci rispettare, io ci sarò" dichiara deciso. "Spero che tutti quelli che ora commentano, saranno vicino a me e ai miei collaboratori perchè vorrà dire che saremo tanti e ci faremo rispettare".
Arrivano anche dalla Sardegna, dalla Sicilia e dalla Toscana le prime adesioni agli Open Day online dell’Università di Macerata: una serie di iniziative virtuali per conoscere meglio l’Ateneo e il suo campus, anche in questi tempi difficili a causa del coronavirus.
Per quattro settimane, dal 13 maggio al 3 giugno, sarà possibile assistere alle presentazioni in diretta dei corsi di laurea e della Scuola di studi superiori Giacomo Leopardi, interagendo con i docenti tramite i social network, dialogare con consulenti di orientamento e tutor e accedere a materiale informativo per scoprire l’offerta formativa 2020/2021.
In preparazione, anche un catalogo di lezioni liberamente fruibili. Saranno attivati anche due laboratori gratuiti per riflettere su attitudini, competenze e desideri in relazione al percorso formativo e professionale nonché ottenere informazioni sui servizi per persone con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento, che vedono Unimc coinvolta nel progetto di punta “Inclusione 3.0”. Per informazioni e prenotazioni: clicca qui.
“Nonostante la stagione difficile, l’Università di Macerata non arresta il suo cammino – ribadisce il rettore Francesco Adornato -, anzi rafforza la sua offerta formativa, che si basa sull’umanesimo che innova. Proprio da questa crisi emerge il profilo della centralità della persona umana, della sua dignità, della solidarietà. Tutti temi che, nel corso di oltre sette secoli, l’Ateneo di Macerata ha reso centrali e distintivi della sua offerta didattica. L’altra caratteristica di Unimc è il suo essere inserita in uno spazio urbano medievale, che fa del nostro ateneo un campus internazionale, con corsi di laurea in inglese o a titolo multiplo con università straniere, rapporti internazionali con atenei della Cina, della Federazione russa, del nord e sud America, dell’Europa occidentale e orientale. Siamo un’università che sperimenta il futuro”.
Il primo appuntamento è per mercoledì 13 maggio con il Dipartimento di Giurisprudenza, in diretta streaming sui principali social network ufficiali di Unimc: alle 16, presentazione della laurea a ciclo unico in giuriprudenza; alle 17 sarà la volta dei corsi triennali in scienze giuridiche applicate e teorie, culture e tecniche per il servizio sociale; alle 18, i loro corrispettivi corsi magistrali.
Nelle settimane successive, sarà la volta dei Dipartimenti di Scienze della formazione, beni culturali e turismo (20 maggio), di Economia e diritto (22 maggio), di Scienze politiche, della comunicazione e relazioni internazionali (27 maggio), di Studi Umanistici – lingue, mediazione, storia, lettere e filosofia (3 giugno).
"L’IRAP è una tassa odiosa, contro la quale da sempre tutti gli industriali combattono, sia a livello nazionale che locale. Non possiamo dunque, come sistema industriale delle Marche, che apprezzare e condividere le dichiarazioni rilasciate dal presidente designato di Confindustria durante il suo intervento ieri sera alla trasmissione di La7 Piazza Pulita”. Così Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche esprime condivisione per la recente presa di posizione di Carlo Bonomi sul tema dell’IRAP.
“Aggiungo che è ora che il Governo si fidi di noi e del senso di responsabilità delle nostre aziende – aggiunge il presidente di Confindustria Marche - non chiediamo la luna, ma solo provvedimenti reali ed efficaci da subito. Le risorse economiche promesse non sono arrivate e l'effetto sull'economia delle tante manovre è inesistente. Il taglio dell’Irap è una richiesta semplice e facile da applicare, ma è solo il primo di una serie di strumenti che potrebbero essere messi in atto. Pensiamo ad esempio ai pagamenti dei debiti alle imprese da parte della PA, all’aumento delle compensazioni fiscali o allo sblocco delle infrastrutture già dotate di copertura finanziaria. Ci sono 35 miliardi a disposizione, attiviamoli subito!”.
“Invece di fare proposte inaccettabili come quella di ridurre l’orario a parità di salario, o di promettere liquidità che invece non arriva - conclude Schiavoni - perché il governo non ascolta chi come noi non solo è disponibile a impegnarsi e a collaborare, ma ha ben chiaro di cosa ha bisogno il sistema industriale di questo paese per ripartire?”.
Trecentomila euro per il Liceo Scientifico “G. Galilei” di Macerata. La Provincia di Macerata ha approvato il progetto esecutivo relativo ai lavori di miglioramento sismico per l’istituto che si trova in via Manzoni, a Macerata.
L’edificio, costruito negli anni Sessanta, si sviluppa su tre piani, oltre ad uno seminterrato. Data la sua costituzione in più corpi, distinti per forme planimetriche, altezze e tipologie strutturali differenti, l’intervento richiede dei lavori diversi su ogni settore.
Tutte le opere si configurano come interventi locali e sono mirati a ridurre il rischio sismico della scuola. Come nella maggior parte dei progetti eseguiti dalla Provincia per l’edilizia scolastica, le risorse non riguardano il finanziamento legato al terremoto, ma la capacità della struttura di partecipare a bandi.
In questo caso il bando era stato emesso dalla Regione Marche per interventi strutturali su edifici strategici o di rilevante importanza.
“Pochi giorni fa abbiamo annunciato la ripartenza dei cantieri edili - afferma il Presidente Antonio Pettinari - e oggi abbiamo un’altra buona notizia per il territorio. Questi lavori di miglioramento sismico per il Liceo Scientifico di Macerata sono l’ulteriore conferma di come la Provincia lavori sull’edilizia scolastica con impegno e costanza per garantire la sicurezza ai nostri ragazzi”.
Docenti e ricercatori potranno gradualmente tornare nei loro uffici, riapriranno le sale di consultazione per laureandi e dottorandi e sarà riattivato il servizio di prestito bibliotecario. L’accesso del personale docente sarà gestito autonomamente dai Dipartimenti nel rispetto delle norme di sicurezza e limitatamente al martedì e al giovedì, gli attuali giorni di apertura delle sedi, che rimangono comunque chiuse al pubblico.
Sono le prime novità che saranno adottate dall’Università di Macerata a partire dal prossimo 12 maggio in relazione alla fase 2 dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Almeno fino ad agosto, invece, esami di profitto e sedute di laurea continueranno a svolgersi a distanza.
“Ci siamo presi tempo per elaborare un piano coordinato e complessivo che coinvolga tutti gli attori e le strutture dell’Ateneo, mantenendo alta l’attenzione e l’impegno per tenere vivo il senso di università e di comunità, anche nel suo legame profondo con la città. Dobbiamo affrontare insieme un periodo delicato e non privo di incertezze, valutando quanto già realizzato a marzo e aprile per consolidare i punti di forza e risolvere le criticità emerse”, sottolinea il rettore Francesco Adornato.
Come spiegano il prorettore Claudio Ortenzi e il direttore generale Mauro Giustozzi, per quanto riguarda la programmazione delle modalità di erogazione dell’offerta formativa nella fase 3, da settembre a gennaio 2021, l’Ateneo sta valutando ogni possibile opzione che possa permettere la piena ripresa della didattica in presenza, o in alternativa, in modalità blended.
A questo riguardo, sono in corso le analisi tecniche e ambientali necessarie per conciliare le esigenze didattiche con le disposizioni normative in materia di sicurezza sanitaria e distanziamento sociale. Dal 12 maggio riparte, quindi, il servizio di prestito esterno in tutte le biblioteche nei giorni di martedì e giovedì, dalle 8.30 alla 13, dietro prenotazione. Il ritiro e il deposito dei volumi sarà effettuato in totale sicurezza attraverso appositi spazi.
Negli stessi giorni della settimana, docenti, ricercatori, dottorandi e laureandi potranno accedere alla sala consultazione della Biblioteca didattica, previo appuntamento e nel rispetto delle norme di sicurezza.
Le altre sale di consultazione, a partire dalla biblioteca giuridica, saranno riaperte con gradualità a partire dalla settimana del 18 maggio, al fine di poter garantire le condizioni di sicurezza richieste.
Si estendono al pomeriggio gli orari di comunicazione per chat e videochiamate, dal lunedì al venerdì. Lunedì 11 maggio partono anche gli incontri a distanza di informazione bibliografica BibliOrienta Online.
La nuova sezione del sito biblioteche.unimc.it/it, denominata “Emergenza coronavirus”, si arricchisce ogni giorno di novità, risorse e contenuti aggiuntivi a cui fare riferimento per mitigare il mancato accesso ad alcuni servizi in presenza.
Parchi aperti dal 4 maggio scorso, ad accezione di quello di Villa Cozza, e personale formato per controllare e dare informazioni, a quanti accedono quotidianamente nelle aree verdi pubbliche di Macerata, nel rispetto dell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile scorso che ha dettato le regole per la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Covid-19.
A vestire i panni dei “controllori” sono i cuochi delle mense scolastiche che, non potendo svolgere il consueto lavoro a causa della chiusura delle scuole, sono stati appositamente formati, insieme ad alcuni giovani del Servizio civile, dal personale dell’ufficio Ambiente per poter affrontare adeguatamente il nuovo ruolo.
I cuochi e i ragazzi, circa una quarantina, riconoscibili da pettorine gialle e logo del Comune, sono stati divisi in due gruppi e provvedono ogni giorno a far sì che le norme vengano rigorosamente rispettate dai fruitori ovvero l’uso della mascherina a partire dai 6 anni, la distanza interpersonale di un metro, che l’attività sportiva o motoria individuale o con accompagnatore solo nel caso di minori o di persone non completamente autosufficienti venga praticata nel rispetto delle distanze di sicurezza stabilite dal decreto ministeriale (almeno due metri per attività sportiva e un metro per attività motoria) e che i bambini non accedano alle aree attrezzate per il gioco e che non venga svolta attività ricreativa o ludica.
Si ricorda che per il parco di Villa Lauri è prevista la sola entrata da viale Indipendenza e la sola uscita in via Fosse Ardeatine mentre ai Giardini Diaz è consentito l’ingresso solo dal cancello principale (lato rotonda) e l’uscita dalla parte opposta.
Le piscine sono purtroppo chiuse e non si sa quando riapriranno, ma il mondo dell’attività natatoria non si ferma e anzi, in periodo di lockdown, aguzza l’ingegno. Così il Centro Salvamento Marche ha messo a punto una bella e soprattutto utile iniziativa.
La scuola di formazione coordinata da Franco Pallocchini, allenatore Nuoto e Salvamento della FIN, team manager del Centro Nuoto Macerata, ha deciso di rendere gratuito l’accesso ad una serie di appuntamenti in videoconferenza centrati sui temi della sicurezza, del primo soccorso e salvataggio. In sostanza una formazione gratuita online per diventare Assistenti Bagnanti sulle nostre spiagge.
Una volta completato il ciclo di lezioni infatti, e quando le condizioni sanitarie lo permetteranno, tutti i partecipanti potranno decidere (senza obbligo) di completare la formazione integrando il corso con le poche lezioni della parte pratica.
Ci si può collegare anche solamente per cultura personale e l’iniziativa è stata subito molto apprezzata da giovani e non, arrivando a toccare punte di oltre 80 persone in collegamento dalle province di Macerata, Fermo e Ascoli. Franco Pallocchini del Centro Nuoto Macerata si avvale della collaborazione di uno staff di allenatori di salvamento che operano in altre piscine del territorio: Giacomo Marinozzi sempre del CN Macerata, Matteo Colli della Blu Gallery San Severino, Giada Giannessi del MassClub di Massignano, Patrizia Piattella del Nuoto Tolentino e Pietro Trobbiani dell’Energy H2O Montecassiano.
Il corso come detto affronta tematiche importanti come la sicurezza in acqua e il primo soccorso, anche mediante il racconto di esperienze dirette: “L’Assistente Bagnanti –dice Pallocchini - ha il fondamentale ruolo di primo anello della catena dei soccorsi e non bisogna dimenticare che l’annegamento è la terza causa al mondo tra gli incidenti mortali dopo quelli stradali e le cadute. Per questo è sicuramente utile saper riconoscere un’emergenza e agire con immediatezza nella maniera corretta. Non bisogna improvvisarsi soccorritori e, soprattutto, bisogna ricordare che la prima regola da rispettare nel soccorso è quella di non mettere mai in pericolo se stessi.”
Ulteriori info sulla pagina Facebook del Centro Salvamento Marche.
"Una settimana fa tutti ci chiamavano eroi, ma basta poco per tornare a essere quelli bistrattati, insultati e vessati, come è sempre stato. I vecchi problemi purtroppo non sono andati in soffitta, nonostante il coronavirus. Si parlava di violenza agli operatori sanitari già dalla fine dello scorso anno, e ora ci troviamo a registrare due nuovi episodi nell'arco di poche ore di distanza l'uno dall'altro". Così Sandro Di Tuccio, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Macerata, interviene riguardo la preoccupante escalation che si è registrata negli ultimi tre giorni al pronto soccorso dell'ospedale di Macerata.
"Comprendiamo l'esasperazione della gente e il post-trauma da isolamento dovuto al coronavirus, però chi lavora in pronto soccorso e da mesi subisce turni massacranti, deve essere protetto" chiarisce Di Tuccio.
L'Ordine degli Infermieri della provincia di Macerata ha segnalato quanto avvenuto al pronto soccorso di Macerarata nelle ultime 48 ore alla Federazione Nazionale (la Fnopi) e richiesto la collaborazione del direttore dell'Area Vasta 3 Alessandro Maccioni per mettere in campo le migliori soluzioni volte a prevenire altre aggressioni.
In queste ore l'Area Vasta si è già mossa mettendo in pronto soccorso un nuovo vigilante. "Sarà in servizio dalla mattina alle 8:00 sino alla sera alle 20:00 - ci anticipa il dottor Di Tuccio -. Il direttore Maccioni è stato rapidissimo nel prendere in mano la situazione. Dopodiché bisognerà dispensare una serie di azioni future per cercare di gestire il problema, divenuto cronico".
Il primo aspetto è quello della formazione del personale: "Gli operatori devono essere in grado di captare i primi segnali di pericolo e cercare di gestirli al meglio - sottolinea Di Tuccio -. In secondo luogo, bisognerebbe predisporre percorsi specifici per i pazienti ritenuti border-line o pericolosi. Infine sperare che, nella cultura sociale, le persone comprendano l'importanza dell'operatore sanitario".
"La situazione è difficile per tutti - prosegue -. La gente è ricolma di frustrazione, per via dei problemi sociali ed economici che il virus sta portando con sé, e si scatena sull'operatore sanitario, già fortemente stressato. Tutto il sistema rischia l'implosione".
Il disegno di legge contro la violenza sugli operatori sanitari era al vaglio in Senato alla fine dello scorso anno, ma tutto è rimasto bloccato a seguito dell'emergenza coronavirus. "Mi auguro che il Governo, oltre che definirci eroi, emani il decreto che faccia diventare l'aggressione al personale sanitario un reato penalmente perseguibile, in modo tale che i protagonisti di questi episodi violenti vengano puniti in maniera seria e si possa avere un deterrente sanzionatorio".
"L'invito che faccio ai miei colleghi è quello di segnalare le aggressioni verbali o fisiche subite al Ministero della Salute - conclude Di Tuccio -. Non si deve aver paura di segnalare, altrimenti il problema rischia di non venire mai a galla. Non è giusto da un punto di vista etico e professionale che una persona non possa lavorare tranquillamente".
Seconda aggressione nel giro di 24 ore nei confronti degli infermieri al pronto soccorso dell'ospedale di Macerata. Ieri si è registrato, infatti, un ulteriore e inquietante episodio di violenza immotivata verso coloro ogni giorno lottano per salvare vite umane sottoponendosi - da oltre due mesi - a turni di lavoro estenuanti.
Dopo il caso di due giorni fa (leggi qui), ieri pomeriggio un uomo di 63 anni ha aggredito, ubriaco, il personale sanitario.
Il 63enne era stato trasportato all'ospedale di Macerata intorno alle 12:00 della mattinata di ieri dai volontari del 118, che l'avevano caricato in ambulanza dopo che qualcuno - allarmato - aveva chiamato i soccorsi vedendolo riverso a terra sul marciapiede del lungomare Piermanni, a Civitanova Marche. Era in evidente stato di ebbrezza.
Una volta portato in pronto soccorso, l'uomo è stato sottoposto agli accertamenti di rito. Il caos scoppia attorno alle 15:30, quando l'uomo ha un improvviso scatto d'ira: colpisce una infermiera a una spalla, sferra un calcio a un infermiere e spintona una terza infermiera. Sul posto sono immediatamente sopraggiunti gli agenti della Polizia che hanno bloccato l'uomo, che ora rischia la denuncia.
L'episodio arriva soltanto un giorno dopo la folle aggressione di cui si è reso protagonista un anziano di Treia, che - con un pugno al torace - ha fratturato lo sterno di una infermiera e procurato una profonda ferita a un infermiere con un morso (leggi la storia completa).