Confindustria, lo sfogo di Domenico Guzzini: "La situazione in A14 è drammatica, ribelliamoci"
"Le Marche sono una regione dimenticata. Viviamo in un territorio che da sempre ha carenze di infrastrutture, ma è il momento di dire basta e ribellarci". Così il presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini si è espresso in un incontro con i giornalisti convocato nella sede della 'Fratelli Guzzini spa', per esprimere tutto il suo profondo rammarico riguardo i disagi che stanno interessando, da due anni a questa parte, il tratto della A14 che va da Porto Sant'Elpidio a Pescara.
"Sono arrabbiato come cittadino marchigiano e maceratese - tuona Guzzini -, andare in autostrada, anche solo sino a San Benedetto del Tronto, è drammatico. E bisogna pagare anche il pedaggio: una vera follia. Chi si assume la responsabilità di tutto ciò? Non capisco perché il presidente Ceriscioli non prenda alcuna posizione. La stessa autorità giudiziaria deve farsi carico delle conseguenze che ha portato il sequestro dei ponti in A14. Nessuna parla, nessuno fa nulla".
"Che lavori in corso ci sono? Io non ho mai visto nessuno lavorare - si chiede il presidente di Confindustria Macerata - Per diventare un Paese moderno, abbiamo bisogno di infrastrutture veloci. Da Ancona a Roma, servono ancora 3 ore e mezzo di treno. Per non parlare della situazione dell'aeroporto. Alla politica dico: è facile fare promesse, attendiamo i fatti. In vista delle prossime elezioni siamo disposti ad ascoltare i programmi di chiunque ma non prenderemo posizioni, siamo con tutti e con nessuno. Vogliamo soltanto il bene del nostro territorio".
Un accenno viene fatto soltanto a Sandro Parcaroli, visto che Guzzini ne annuncia le dimissioni dal ruolo di vice-presidente di Confindustria Macerata, a seguito della scelta di correre come sindaco di Macerata alle prossime amministrative (leggi qui).
Lo sfogo del presidente di Confindustria investe anche la ricostruzione post-sisma ("Siamo ancora fermi al palo dopo 4 anni, le nostre aree interne rischiano lo spopolamento") e le problematiche che hanno riguardato l'emergenza coronavirus ("Un nostro dipendente è tornato soltanto oggi al lavoro, dopo oltre due mesi in cui attendeva un tampone. Abbiamo dovuto pagarglielo noi come azienda, oltre ad aver anticipato anche la cassa integrazione a tutti i nostri lavoratori").
Una ferita aperta è anche quella del trasferimento del prefetto Iolanda Rolli: "Hanno deciso di darle una nuova destinazione dopo soli 2 anni. Di solito nelle aziende, quando si nomina un nuovo manager, lo si lascia lavorare almeno 3-4 anni. Avevamo iniziato da poco ad avere un dialogo col Prefetto, peraltro molto disponibile. Ora bisognerà ricominciare da capo". La mancanza di una presenza forte da parte dello Stato si avverte prepotentemente nelle parole di Guzzini. "Non si può scaricare tutto su aziende e dipendenti" dice.
Il pensiero finale torna alla A14: "La magistratura disponga i dissequestri oppure si scelga di controllare la velocità con degli autovelox, ma si faccia qualcosa per far tornare il traffico scorrevole. Non si può continuare così".
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