Lieve intensificamento dello sciame sismico negli ultimi sei giorni in provincia di Macerata. Sono state in totale sette le scosse di terremoto avvertite nel nostro territorio negli ultimi sei giorni (da martedì 19 a lunedì 25 marzo 2019, ndr) con magnitudo superiore a 2.0 (soglia minima avvertibile dall'uomo, ndr), come riporta l'Istituto Nazionale di Geofisca e Vulcanologia.
Di queste scosse cinque sono state registrate a Castelsantangelo sul Nera, mentre la più intensa si è verificata a Serravalle di Chienti (2.7) alle 03:33 di questa notte.
Come riporta il sito CentroMeteoItaliano.it, la scossa è stata avvertita in un raggio di 30 chilometri dal punto di massima intensità strumentale. Si tratta dello sciame sismisco più frequente nel breve periodo degli ultimi 90 giorni nella nostra provincia, seppur di lieve intensità.
Il Cosmari sospende la raccolta delle macerie nei Comuni del cratere. La decisione arriva a seguito dell'apertura delle indagini da parte del Tribunale di Macerata sul Direttore generale del Cosmari Giuseppe Giampaoli a seguito della presenza di amianto nelle macerie del terremoto, trattate e riutilizzate anche per le basi delle casette ma anche come massicciata delle strade.
Nel corso di una conferenza stampa, il Presidente Marco Graziano Ciurlanti e lo stesso Direttore generale Giuseppe Giampaoli hanno comunicato di sospendere cautelativamente la gestione dei Siti di Deposito Temporaneo di Tolentino (MC) e Monteprandone (AP), con la richiesta al soggetto attuatore del Sisma e alla Regione Marche, che mediante l’ausilio dei propri organi tecnici, procedano, con la massima urgenza, a verificare la conformità e l’adeguatezza delle procedure di gestione fino ad oggi adottate da Cosmari. Ciò comporta la sospensione di tutte le attività di raccolta, trasporto e selezione di macerie del cratere marchigiano.
L’attività riprenderà solo ed esclusivamente nel momento in cui saranno chiarite le questioni sollevate.
La decisione assunta dal Cosmari pur sofferta, per i disagi che si potranno verificare in questa delicata fase post sisma, era comunque doverosa stante la necessità di acclarare e garantire la corretta operatività della gestione integrata delle macerie.
Secondo Giampaoli la presenza di amanto sarebbe stata nota a tutti sin dall'inizio per via delle moltissime abitazioni che nell'alto maceratese presentano ancora delle componenti di questo materiale: "Nella provincia di Macerata ne abbiamo tolto ben 38 tonnellate - spiega Giampaoli - più di tutte le altre regioni del Centro Italia colpite dal sisma e più delle altre province marchigiane interessate. Ce n’è purtroppo tanto, canne fumarie e serbatoi erano ancora in amianto, specie nelle aree interne”.
Il problema sorge da un problema interpretativo della normativa: la norma 189 sulla ricostruzione e la norma 152 in materia di rifiuti sarebbero confliggenti. Mentre nel primo caso si fa riferimanto ad una selezione visiva delle materie sempre effettuata dal Cosmari (la quantità di amianto trovata nelle macerie risulta modesta, ndr), nel secondo si afferma come la presenza di amianto non debba superare lo 0,1 per cento.
La notizia è stata accolta come un'ulteriore tegola sulle speranze di ricostruzione da parte del sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci: “Capisco che le norme vadano rispettate, sappiamo tutti che l’amianto è delicatissimo, però coloro che scrivono le norme devono affrontare questo problema insieme a tutti gli enti preposti. Questo significa paralizzarci ulteriormente, la norma va assolutamente sistemata perché così è un ulteriore dramma, una mannaia”.
Le dichiarazioni del sottosegretario con delega alla ricostruzione Vito Crimi (leggilo qui), secondo cui la ricostruzione nei comuni del centro Italia devastati dal sisma del 2016 non avverrà secondo la formula 'come era dove era', ha provocato la reazione immediata del sindaco di Castalsantangelo sul Nera.
Il primo cittadino ha definito "allarmante" e "troppo generico" il discorso dell'esponente del Movimento Cinque Stelle: "La gente legge queste cose - dice all'ANSA - e poi si precipita a telefonare a noi".
Falcucci, insieme ai colleghi di Muccia, Arquata e Montegallo, deve ancora risolvere il problema delle perimetrazioni. "Proprio in questi giorni - dice - abbiamo scritto un'altra lettera al commissario, chiedendo un incontro".
Fonte: ANSA Marche
In un'intervista rilasciata ai microfoni di Rai Radio Uno nella trasmissione "In Viva Voce" il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci ha nuovamente segnalato la situazione di stallo nella quale continuano a trovarsi le città colpite dal terribile terremoto che ha squassato il centro Italia nel 2016.
Il problema resta lo stesso, la mancanza di azioni concrete: "Dopo due anni e mezzo siamo immobili. Siamo fermi da quando è stato nominato il nuovo commissario Piero Farabollini per una serie di ragioni che abbiamo evidenziato, non è questo il modo di andare avanti. Ci sono dei decreti e delle ordinanze, non è più il tempo delle attese: bisogna dirsi la verità".
"Le promesse sono rimaste tali. Le risorse non vengono stornate dal 12 di dicembre, quando noi sindaci abbiamo fatto un incontro con il commissario Farabollini: se non ci arrivano le risorse per dare corso alle perimetrazioni per la predisposizione e la stesura di piani attuativi - prosegue Falcucci - non è possibile fare l'atto amministrativo che richiederebbe altro tempo per approfondimenti di carattere idrogeologico".
LE FUTURE GENERAZIONI - "L'Appennino centrale era già un'area disagiata di per sè, dove la desertificazione da tempo era iniziata. La tendenza può essere invertita soltanto con delle certezze future, come l'esenzione del pagamento dell'Iva in questi territori per 20/30 anni. Se noi avessimo delle certezze normative, la speranza verso le future generazioni poggerebbe su basi solide altrimenti il territorio finisce con l'amore di coloro i quali sono in vita".
Ecco il link dal quale poter ascoltare l'intervista: clicca qui
Online il giorno della vigilia di Natale.
È il video girato qualche giorno fa a Castelsantangelo sul Nera, un video semplice, leggero, che esplode nello stomaco di chi lo vede, frutto della collaborazione tra la produzione ed il comune di Castelsantangelo sul Nera.
Vittorio Cogliati Dezza lo ha definito "Bellissimo: suggestivo e massacrante, una dichiarazione poetica del fallimento dell'intero sistema paese".
Nasce da un'idea di Gianfranco Mancini e Anna Marzoli, riprese di Ennio Tiburzi, montaggio di Chiara Tiburzi.
Cavi elettrici ormai a terra, una culla riempita di neve, mura aperte sull'intimità di una casa, le tiare del sacerdote nella sagrestia, un surgelatore sospeso su quel che resta di un pavimento, materassi e reti imbrigliate tra le rovine crollate.
Castelsantangelo si presenta così: intoccata dopo la rovina, come se tutti fossero scappati lasciando per sempre oggetti e passato alle spalle.
Il riverbero di una zampogna risuona spettrale in quell'abbandono e il fantasma di mille esistenze vaga inquieto tra quella desolazione in cerca di un futuro che sembra lontano.
La zampogna (zampogna molisana per la precisione) suona "il canto della montagna rosa", scritta ed eseguita dal conosciutissimo Maurizio Serafini
Dopo il terribile terremoto di due anni fa che ha praticamente raso al suolo Castelsantangelo sul Nera, il sindaco Mauro Falcucci lancia un messaggio di speranza in vista delle festività natalizie. Riprendendo la celebre frase del giornalista Robert Inman "Quando tutto è perduto, tutto è possibile", Falcucci dimostra di guardare al futuro con ottimismo nonostante le difficoltà dovute all'arrivo della prima neve continuino ad essere tante.
''Il dott. Franco Cencetti, oltre che uno stimato professionista della salute, e' stato un punto di riferimento importante per Visso, Castelsantangelo sul Nera e Ussita non solo per i residenti ma anche per i villeggianti.
E dopo il terremoto andava dai suoi pazienti che erano sfollati sulla costa. Una persona splendida, con una umanita' specchiata. Come lui spesso dice, 'questa montagna mi ha dato molto', ma noi diciamo che lui ha superato di molto le vette della montagna, le ha superate con la pazienza, la disponibilita', l'alta professionalita'. ''.
Cosi' Maria Teresa Nori, segretario di Federcontribuenti Marche, sulla situazione creatasi a Visso, Castelsant'Angelo e Ussita senza medico di base dopo il trasferimento di Franco Cencetti a Pieve Torina.
''Si dice che ora ci sono problemi per la mancanza del medico a Visso e Ussita - tiene a precisare Maria Teresa Nori - mentre si sapeva che da un mese il dott. Cencetti era in predicato di un trasferimento. In un mese si poteva porre rimedio consultando gli organi competenti della sanita' marchigiana''.
Lieve sisma avvertito alle ore 20:00 di questa sera nell'entroterra maceratese.
il sisma di 3.1, con epicentro ad un chilometro da Castelsantangelo sul Nera (MC), con una profondità di 14 km, è stato nitidamente avvertito dalla popolazione.
la scossa registrata dalla sala sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, non ha prodotto danni e non si registrano feriti
Gli atti di sciacallaggio ai danni dei terremotati sono iniziati purtroppo fin da subito e con diverse varianti, dalle finte raccolte, alla sottrazione di beni destinati agli sfollati, fino ai classici furti negli edifici abbandonati. Sembra però che in questi giorni, a due anni dalle violenti scosse dell'ottobre 2016, ci sia addirittura recrudescenza del fenomeno.
E' di ieri la scoperta nel quartiere Corneto a Macerata, nel palazzone abbandonato di via Cincinelli, di effrazioni ai danni di una dozzina di appartamenti, con gli sciacalli che si sono introdotti all'interno, portando via quel poco che era rimasto, non di particolare valore economico per fortuna.
Nella serata di ieri anche Striscia la Notizia si è occupata della stesso vile fenomeno, con l'inviato Jimmy Ghione ad Arquata del Tronto, a raccogliere le testimonianze di diversi cittadini che hanno segnalato la scomparsa di oggetti di valore e ricordi dalle case abbandonate a causa del sisma.
"Hanno portato via parte delle macerie - racconta un testimone con il viso coperto e la voce camuffata - e tutti i beni che avevamo dentro casa non li troviamo più". E ancora: "È sparito tutto. Chi ha avuto la casa completamente distrutta pensava di poter comunque ritrovare dei valori (catenine, oro, gioielli e oggetti di famiglia) sotto le macerie", purtroppo però, "niente è stato restituito". Sembra addirittura che un addetto alla rimozione delle macerie sia stato preso con le mani nel sacco, e gli abbiano trovato a casa oggetti di valore provenienti dal cratere (sismico)".
La cosa più triste di questa vicenda è che oltre ai danni subìti, questi cittadini che denunciano devono farlo senza farsi riconoscere, perché dicono che "Lo Stato e le amministrazioni non vogliono che diciamo queste cose perché altrimenti ci potrebbero essere delle ripercussioni". E precisano: "Questa è una piccola comunità, dove ci si conosce tutti e metterci la faccia significa avere delle ritorsioni personali se non addirittura delle vere e proprie vendette".
Un intervento politico, quello fatto ieri dal sindaco di Macerata, Romano Carancini, nel corso dell'incontro che si é svolto a Camerino con i sindaci del cratere ed il nuovo commissario alla ricostruzione, Piero Farabollini. Il primo cittadino di Macerata non ha lesinato critiche al nuovo governo, rimarcando l'assenza di esponenti di Lega e Movimento 5 Stelle all'incontro e ammonendo il commissario sul fatto che i comuni del craere devono essere trattati tutti alla stessa maniera.
Un atteggiamento, quello di Carancini, che ha generato ben più di un mugugno in sala e disappunto anche da parte di alcuni che sedevano al tavolo dei relatori, tanto che lo stesso commissario Farabollini ha voluto fare un appello affinchè la politica, e nello specifico le appartenenze partitiche, restino fuori dai temi della ricostruzione.
Le sue idee le aveva palesate sin dal giorno immediatamente successivo alla sua nomina. E, ora, le ha messe nero su bianco in una lunga intervista rilasciata a Repubblica. Piero Farabollini, successore di paola De Micheli nel ruolo di commissario straordinario per la ricostruzione, usa l'eleganza e un po' di "politichese imparato in fretta" per sottolineare la necessità di cambiare rotta, anche bocciando, se dovesse servire, un modello (quello dell'Emilia Romagna) che a quanto pare non é applicabile al cratere del sisma del 2016.
La strada da seguire, secondo il geologo di Unicam chiamato al difficile compito di avviare concretamente la ricostruzione, appare ben consapevole delle tante difficoltà a cui dovrà andare incontro e sembra aver già scelto "il suo esercito": i sindaci. Il primo nemico da combattere é la burocrazia, ossia tutto quel sistema di norme e carteggi che, di fatto, sta paralizzando un territorio già fin troppo sofferente e seriamente a rischio sotto il profilo dello spopolamento. l'idea appare quella di ricalcare, con le dovute modifiche, l'organizzazione della ricostruzione nelle Marche e nell'Umbria dopo il sisma del 1997. Clicca qui per l'intervista integrale pubblicata da Repubblica.
La lettera del nuovo commissario straordinario alla ricostruzione che chiede di rivedere le perimetrazioni fin qui presentate dai comuni del cratere sta facendo discutere e non poco il territorio. Perché é chiaro da più parti che questa revisione potrebbe comportare ulteriori slittamenti sull'avvio della ricosruzione e rendere inutile il lavoro fin qui fatto da quei comuni che avevano presentato le perimetrazioni più velocemente di altri.
Chi, invece, non sembra dover fare i conti con questa problematica è il Comune di Visso, che già da tempo, controcorrente rispetto a tutti gli altri, aveva scelto di non adottare lo strumento delle perimetrazioni. Lo ha ribadito anche ieri, in un post su Facebook. il sindaco e sendatore della Lega, Giuliano Pazzaglini, che scrive: "Ho letto molte polemiche al riguardo dopo la lettera del commissario. Personalmente ritengo legittimo il suo operato visto che, preso atto di un problema si è immediatamente attivato - afferma Pazzaglini - Evidenzio però che il comune di Visso, seppur destinatario della lettera, non è interessato al problema vista la rinuncia alle perimetrazioni. Siamo stati i primi ad adottarle insieme al comune di Castelsantangelo, ma capito che sarebbero diventate un problema siamo stati i primi a rinunciarvi. Rassicuro tutti quindi che questo ennesimo problema, di certo non creato dall'attuale commissario, non ci riguarda".
"Nel decreto Genova sono stati usati tre pesi e tre misure". E' lo sfogo del sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, a due anni dalle scosse di terremoto di fine ottobre 2016, che hanno messo in ginocchio il piccolo Comune del Maceratese e ampliato l'area del cratere sismico. "A Genova - dice all'ANSA - hanno dato il sindaco commissario e poteri speciali al governatore, a Ischia un condono tombale. Noi abbiamo dovuto faticare per avere un ampliamento delle sanatorie per piccoli abusi, che ci sono state rifiutate nettamente l'estate scorsa, per poi passare con l'emendamento di Lega e M5s pochi giorni fa.Abbiamo dovuto aspettare mesi...Perché?". Ma non è l'unico motivo di rabbia per Falcucci, che si è visto recapitare, insieme ai colleghi di Arquata del Tronto, Montegallo, Visso e Muccia una convocazione il 13 novembre dal commissario alla ricostruzione Piero Farabollini per riesaminare i criteri di perimetrazione. "Vuol dire tornare indietro di vari mesi". (Ansa)
La provincia di Macerata è il territorio marchigiano che ha riportato maggiori danni in seguito al sisma del 2016. Un evento che nei suoi risvolti inevitabili ha messo in ginocchio l’economia dell’intero comparto provinciale. Una situazione che ha spinto i senatori Leu Laforgia, Grasso, De Petris e Errani a presentare un’interrogazione al Senato per chiedere al Ministro del Lavoro se intenda attuare politiche industriali e di sviluppo, volte al rilancio delle aree colpite dal terremoto. Oggetto dell’interrogazione anche il job act, dopo che ne è stata più volte ventilata l’ipotesi di cancellazione da parte del Governo.
Una iniziativa supportata anche da alcune notizie apparse sulla stampa in questi giorni che non fanno altro che confermare ed evidenziare questo quadro di preoccupante crisi economica. Il 22 ottobre è uscito sul quotidiano “Il Resto del Carlino”, nelle pagine di Macerata, un articolo che sottolinea come in provincia di Macerata su 1200 assunzioni previste, l’86% di esse risultino essere a tempo determinato e solo il 14% a tempo indeterminato. Assunzioni che nel 56% dei casi riguardano il settore dei servizi e le imprese con meno di 50 dipendenti che si confermano comel’ossatura dell’apparato produttivo del territorio.
In un altro articolo uscito sulla stessa testata, a firma di un’altra giornalista, viene denunciata la cancellazione di diecimila posti di lavoro e la chiusura di oltre duemila imprese, con un tasso di disoccupazione stimato all’8%, che arriva a toccare punte del 15,4% nel caso dei giovani.
Un quadro critico che ha spinto i senatori Leu a sollecitare il Governo sul rilancio industriale e occupazionale della zona.
Si è tenuta il 24 ottobre, nella sede della Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa di Loreto, la riunione della Conferenza Episcopale Marchigiana.
In apertura dei lavori, i Vescovi hanno accolto per un primo incontro il nuovo Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione, Piero Farabollini. Mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano e Segretario generale della CEI, ha illustrato la situazione concernente i danni provocati dal terremoto agli edifici di proprietà ecclesiastica. Il Presule ha fatto unexcursus su quanto le Diocesi sono finora riuscite a realizzare per gli interventi di messa in sicurezza. Il Commissario ha assicurato la massima collaborazione per la soluzione delle problematiche manifestate e avviare l’auspicata ricostruzione. «Le risorse e coperture economiche e finanziarie per la ricostruzione al momento ci sono - ha detto il Dott. Farabollini - anche se dovranno essere ulteriormente incrementare in futuro».
Il Presidente della CEM, mons. Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro, a nome dei presenti, ha ringraziato il Commissario per aver accolto l'invito e auspicato che il dialogo prosegua nel clima di reciproca collaborazione e condivisone.
L'Arcivescovo di Ancona, mons. Angelo Spina ha fatto il punto sulla situazione del Pontificio Seminario Regionale di Ancona, che accoglie 30 seminaristi provenienti dalle diverse diocesi e affidato alla cura del Rettore, don Claudio Marchetti coadiuvato da don Francesco Savini e don Daniele de Angelis. Mons. Mons. Spina ha anche parlato della progettazione dell'Anno Francescano in Ancona per l'ottavo centenario della presenza di San Francesco in Ancona, dal cui porto partì per recarsi a San Giovanni d'Acri, oggi Akko e poi a Damietta in Egitto dove avvenne lo storico incontro con il Sultano.
Su proposta dell'Arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, l’assemblea ha nominato come secondo patrono stabile del Tribunale Ecclesiastico Inter- diocesano di Fermo l'avv. David Andrea Ciarrocca.
Mons. Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno e delegato della CEM per la comunicazione e cultura, riallacciandosi al tema della precedente Assemblea Generale dei Vescovi Italiani del maggio scorso, ha presentato una prima bozza di proposta organica per rendere la comunicazione della Chiesa delle Marche più condivisa, efficace e rispondente alle attuali esigenze dell’evangelizzazione, avviando una riflessione che proseguirà nei prossimi mesi.
A conclusione dell’incontro i componenti della Conferenza Episcopale Marchigiana hanno espresso vivo apprezzamento per il lavoro svolto che proseguirà in futuro al dr. Renato Poletti, Direttore Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha illustrato gli obbiettivi del Tavolo di Concertazione per il “recupero e la valorizzazione della Via Lauretana”. I vescovi hanno anche ringraziato per l’impegno profuso l’Arcivescovo di Loreto, mons. Fabio Dal Cin, presidente dello stesso tavolo di concertazione.
I presuli auspicano che il progetto dei “Cammini Lauretani” possa proseguire in quella necessaria armonia di intenti tra Comunità religiosa e Comunità civile indispensabile a valorizzare il percorso di fede che la storia e la devozione popolare hanno assegnato alla “Via lauretana”.
Le due giornate del 26 e del 30 ottobre del 2016 colpirono un territorio già gravemente ferito dalle scosse di due mesi prima arrivando ad interessare un’area imponente in quattro regioni diverse, l’intero Appennino centrale si era letteralmente spaccato in due.
Sono trascorsi due anni da quelle tragiche giornate e questo eterno post terremoto che forse non è mai veramente iniziato non riempie più le cronache dei giornali e delle televisioni, che salvo qualche rara eccezione, tornano stancamente sull’argomento solo in occasione di ricorrenze particolari. Nel frattempo la ricostruzione e la rassegnazione hanno andamenti opposti: la prima è immobile come le pietre su cui è oramai cresciuta rigogliosa l’erba, mentre la seconda aumenta associata ad una frustrazione che rischia di distruggere il patrimonio umano e immateriale di questi luoghi. [...] Tutto questo in un contesto politico in cui il governo precedente ha lasciato macerie (e non in senso metaforico), mentre per quello attuale la ricostruzione sembra l’ultimo dei problemi [...]
Ma perché proprio Due? Perché non sono solamente gli anni trascorsi da quelle scosse, due sono anche gli schieramenti politici che si sono avvicendati nella gestione di quanto è accaduto, due sono gli eventi sismici (agosto e ottobre 2016) che ci hanno stravolto la vita, due sono le giornate di quell’autunno 2016 che nessuno di noi dimenticherà, due sono gli scenari possibili che il nostro territorio si trova davanti, ma soprattutto due sono le possibili reazioni tra cui scegliere: accettare lo stato delle cose come ineluttabile e inamovibile o provare a riprendere in mano il proprio futuro e quello del nostro Appennino. Il messaggio che vorremmo trasmettere è chiaro: non vogliamo arrenderci agli anni e ai governi che passano! Per questo crediamo sia necessaria una presa di parola collettiva, perché abbiamo il dovere di provare a smuovere questo immobilismo perenne che ci avvolge tutti. Per questo ogni incontro, ogni singola parola, ogni iniziativa non può prescindere da una forte critica della gestione passata e presente. [...]
In lingua inglese due si traduce con “dovuto”, forse dovremmo far riferimento anche a questo per ricordarci che quando pretendiamo una ricostruzione ed un futuro degno non facciamo altro che chiedere qualcosa che ci spetta, che è doveroso, come collettività.
Vi aspettiamo quindi, dal 26 al 30 ottobre, dalla costa adriatica che ha visto l’esodo forzato di migliaia di uomini e donne fino ai Sibillini, per raccontare il recente passato ma soprattutto per immaginare e riprendersi un futuro.
Nel link il programma integrale delle iniziative http://terreinmotomarche.blogspot.com/2018/10/due-non-arrendersi-agli-anni-e-ai.html
"Balconi colmi di pietra, materassi incastrati tra le rovine e tubature che continuano a perdere acqua", inizia così l'articolo pubblicato ieri sul sito de Il Sole 24 Ore, contenente una video intervista al sindaco Mauro Falcucci. Il tempo si è fermato nel paesino al giorno del terremoto, con gli edifici danneggiati che non sono stati ancora messi in sicurezza, dove il primo cittadino continua a svolgere le sue funzioni in un container adibito a Municipio e si respira un certo senso di abbandono da parte delle istituzioni.
"Questo è un terremoto dove l'emergenza forse è finita - afferma Falcucci - ma la ricostruzione non è partita", lamentando il fatto della gestione del post terremoto con la normativa ordinaria, evidentemente non idonea, dati i risultati sotto gli occhi di tutti.
Come se non bastasse, a creare forte malumore ci pensano anche le notizie che arrivano dai giornali riguardanti il terremoto di Ischia, dove il governo sembra intenzionato a condonare le case abusive affinché possano essere ricostruite a spese dello stato. "Non capiamo perché li si possa fare un condono tombale - conclude il sindaco -, questo sta a testimoniare di una disattenzione, e questo non è più accettabile".
L'intervista al sindaco Mauro Falcucci nel link: https://goo.gl/aK31s2
"Spero non sia una rottura, c'è la volontà mia e della struttura commissariale e penso del Governo di collaborare e di colloquiare: serve una condivisione adeguata che non è per chi governa ma per i cittadini". Con queste parole il commissario straordinario per la ricostruzione post sisma Piero Farabollini ha commentato lo scontro tra il governo e le Regioni terremotate che si sono sentite declassate dall'emendamento del decreto Genova. Secondo quanto afferma una nota congiunta emessa dai governatori di Marche, Umbria e Lazio, i vertici regionali verrebbero esautorati dal potere di condivisione circa le ordinanze commissariali e la loro funzione "declassata a potere consultivo". Riguardo, invece, le polemiche che hanno alimentato il dibattito politico nazionale circa un maggiore aumento di difformità e abusi causato dall'emendamento, il neo commissario straordinario ha osservato che il suo compito tecnico è quello di rilanciare la ricostruzione snellendo la burocrazia, mentre spetta al governo assumersi l'onere e l'onore di prendere decisioni politiche. (fonte ANSA)
Un cartello, affisso in alcuni supermercati e punti vendita, che invita quanti hanno acquistato il Salame Morbido della Norcineria Alto Nera a non consumarlo e restituirlo per i dovuti controlli, contattando lo stesso punto vendita o la ditta produttrice. E' il singolare avviso su cui si é imbattuto un cliente, che ha poi fotografato il cartello e lo ha postato su Facebook.
"È fondamentale dare un impulso alla ricostruzione ed eliminare quei colli di bottiglia che fino ad oggi hanno in parte ostacolato alcuni processi": è quanto ha detto il nuovo commissario straordinario Piero Farabollini, in visita a Norcia. Con lui il sottosegretario ai Beni culturali, Gianluca Vacca.Per Farabollini "c'è la necessità di dare risposte immediate al territorio". "Faremo di tutto - ha aggiunto - per trovare le soluzioni necessarie perché la ricostruzione prenda il via davvero. I due anni che sono trascorsi dal sisma sono stati lunghi ma anche necessari per dare metodologie e indicare le procedure. Adesso che le abbiamo acquisite dobbiamo cercare di rimuovere gli ostacoli che impediscono di applicare nell'immediato le stesse procedure".Farabollini ha anche sottolineato che intenderà portare avanti il compito a cui è stato designato "in collaborazione con i territori e con i sindaci". (Ansa)