E' salito da 4.000 a 4.300 il numero di posti letto nelle strutture ricettive delle Marche pronte a ospitare i terremotati fino al 31 dicembre prossimo. Il dato è stato diffuso dalla Regione dopo una riunione del tavolo operativo presso l'assessorato al Turismo, al quale siedono anche Protezione civile, Sanità e servizi sociali, associazioni di categoria degli imprenditori turistici. Si stanno inoltre aggiungendo nuove disponibilità da confermare, nell'ordine di una capienza recettiva di circa mille nuovi posti. Numeri che si avvicinano quindi alla copertura del fabbisogno degli attuali 5.500 sfollati che si trovano già negli alberghi, campeggi e villaggi turistici della costa marchigiana.
Ad oggi inoltre sono stati liquidati agli albergatori 15 milioni e 746 mila euro su un importo rendicontato di 22 milioni. Un lavoro lungo e complesso che va avanti da settembre, sottolinea l'assessore al Turismo e Cultura Moreno Pieroni. (Ansa)
Su espressa indicazione del Papa, l'Elemosineria Apostolica si è recata in questi giorni nelle zone terremotate dell'Italia centrale per acquistare dai piccoli rivenditori, in difficoltà a causa del sisma, prodotti alimentari tipici delle aree colpite. In accordo con i vescovi di Rieti, mons. Domenico Pompili, di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D'Ercole, di Camerino-San Severino Marche, mons.Francesco Giovanni Brugnaro, e di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, sono stati individuati alcuni gruppi di contadini, agricoltori e produttori le cui aziende rischiano di chiudere a causa dei danni provocati dal terremoto.
L'Elemosineria Apostolica, tramite l'elemosiniere mons. Konrad Krajewski, ha provveduto a comprare una grande quantità dei loro prodotti con l'intenzione, espressa dal pa, di aiutarli ed incoraggiarli nel proseguire nelle loro attività.
Silvio Berlusconi va all'asta. L'ex premier infatti ha deciso di partecipare all'iniziativa organizzata dalla piattaforma benefica Chariystars proponendo un pranzo in sua compagnia a chi offrirà di più. Il ricavato dell'asta andrà alle popolazioni colpite dal terremoto nel Centro Italia.
Da oggi e per le prossime tre settimane tramite la piattaforma benefica CharityStars, specializzata in aste con personaggi famosi e grandi aziende, sarà possibile tentare di aggiudicarsi l'opportunità. Il link dell'iniziativa: https:/www.charitystars.com/product/pranza-con-silvio-berlusconi "Berlusconi - si legge nella nota del portale - non è il primo imprenditore ad essersi messo all'incanto. Prima di lui Flavio Briatore, Luca Cordero di Montezemolo, Oscar Farinetti, Ennio Doris, Riccardo Zacconi, Alessandro Profumo, Guido Martinetti e molti altri. I proventi raccolti saranno devoluti alla Croce Rossa Italiana, impegnata a fronteggiare l'emergenza. Base d'asta 10.000 euro".
Ieri lo avevamo già scritto. Oggi pubblichiamo anche l'audio. Nei giorni scorsi Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione, in una riunione con i sindaci dei comuni colpiti dal sisma svoltasi ad Ancona, ha usato parole durissime: "Bisogna darsi una governance totalmente differente, è un punto all'ordine del giorno di questa riunione e doveva forse essere il primo. Non c'è dubbio che avendo avuto quattro terremoti, la dimensione è stratosferica, ma questo non risolve il fatto che non riusciamo andare avanti su alcune cose: macerie, stalle, casette... Questa non è ricostruzione, non lo è, questa è gestione dell'emergenza. Bisogna darsi un'altra governance sennò non ce la faremo".
La vicenda oggi è finita anche su Panorama: Vasco Errani ha sottolineato, come riferisce il settimanale "il fallimento dello Stato, che lui stesso rappresenta, nella gestione delle fasi successive alle terribili scosse che hanno messo in ginocchio diversi paesi di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio". "Errani ha detto più volte 'non esiste' - prosegue Panorama- di fronte all'evidenza della consegna delle casette, della quasi totale inagibilità delle stalle e dei ritardi sul ripristino della viabilità che vede ancora molti paesi isolati". "Rivolgendosi ai sindaci - prosegue l'articolo - Errani ha testualmente parlato di un quadro drammatico a cui si aggiunge la beffa dei sopralluoghi".
Ma l'ufficio stampa del Commissario per la ricostruzione prova a sminuire la portata dell'intervento e smentisce parte della ricostruzione fatta da Panorama. "Ad Ancona, ad una affollata assemblea di sindaci, amministratori locali e regionali, il commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, non ha parlato né di drammi né tanto meno di 'fallimenti dello Stato', assolutamente inesistenti". "Semplicemente, anche in forza del nuovo decreto che prevede procedure più rapide - prosegue l'ufficio stampa - il commissario Errani ha sottolineato l'esigenza concreta di moltiplicare gli sforzi per accelerare. Questo è ciò che si è deciso in quella sede ed è ciò che si sta facendo".
"Fino a maggio resteremo qui, poi chi lo sa... tornare a casa ci piacerebbe, ma chissà quando potremo farlo''. Maria, con il marito Arnaldo, è sfollata dalle scosse di ottobre a Porto Sant'Elpidio (Fermo) in uno degli appartamenti del Camping Le Mimose. ''Non avevamo mai fatto vacanze e il mare chi l'aveva mai visto, ma certo abbiamo sbagliato stagione per venire'' scherza parlando con l'ANSA seduta al sole su una panchina della piazzetta del villaggio. Il posto dove la comunità degli sfollati del sisma si riunisce aspettando la cena. ''Ci hanno detto che potremo rimanere fino a maggio ma poi dovremo andare via...chissà dove? Mio figlio con la moglie fa avanti e indietro da Valfornace (l'ex Pievebovigliana, nel Maceratese, ndr), dove abbiamo la casa. Mi ha detto che la neve ha aggravato le infiltrazioni. I danni sono tanti, i muri sono tutti rovinati. Io su non sono più tornata, sto qui da 4 mesi con mio marito, che non sta bene, il trasloco forzato lo ha solo fatto peggiorare. In questa situazione chi sta bene si ammala e chi sta male sta peggio".
Anche Franco, ultraottantenne, siede al sole guardando il vuoto, con il suo bastone di canna in mano. "Non so dove andremo - spiega -, qui non ci manca nulla ma ci manca tutto, i posti in cui siamo nati sono 'spianati' dal terremoto, ma io vorrei tornare su, e lassù voglio morire. Sarà l'umidità, ma qui non mi sento bene, la mia pressione è peggiorata''. ''Siamo tutti stati male, pure mio figlio: lo hanno salvato in extremis in ospedale da una brutta polmonite''. Franco tiene anche una triste contabilità: ''tra qui e le altre strutture sono 18 gli anziani deceduti dopo il terremoto''. Con lui ci sono i figli e i nipoti: ''ma non so che fare, non c'è neanche un panorama che mi piace. Siamo gente di montagna e al mare stiamo male. Non mi lamento, certo, ma vorrei tanto la mia casa e i miei posti e invece non si sa se potremo rientrare né quando''. Alle Mimose gli sfollati sono scesi da 300 a 192 attuali. Resteranno nel camping fino al 27 maggio, poi con la stagione estiva molti se ne dovranno andare. La Regione sta cercando sistemazioni alternative.
''Abbiamo prenotazioni già da un anno all'altro - spiega l'amministratrice Roberta Sabbatini -, per questo non possiamo continuare ad ospitare i terremotati. Stiamo facendo un censimento dopo che nei giorni scorsi ci è stato comunicato che l'emergenza proseguirà fino al 31 dicembre prossimo: cercheremo di far restare le famiglie con ragazzini iscritti a scuola fino a giugno, e anche le persone che hanno trovato lavoro tra Porto Sant'Elpidio e e Porto San Giorgio. Tentiamo di far rimanere anche gli anziani con situazioni particolarmente difficili o disagiate. Il problema è per il trimestre estivo, da settembre potremo riprendere tutti''.
(Fonte Ansa)
“Bisogna darsi una governance totalmente differente. Anche se abbiamo avuto quattro terremoti e se la dimensione di questi è stratosferica, tutto ciò non risolve il fatto che non riusciamo ad andare avanti su alcune cose: macerie, stalle, casette. Questa non è ricostruzione, non è ricostruzione, questa è la gestione dell’emergenza. Bisogna cambiare. Cam-bi-a-re. E bisogna dare e fare un’altra governance. Sennò non ce la faremo. Non mi interessano le polemiche sui giornali. Ma non esiste il fatto che per cominciare a fare le casette – che non è ciò che devo fare io – si attenda di avere il fabbisogno definitivo di tutte le casette. Non esiste! Non esiste che per fare le stalle bisogna metterci tutto questo tempo. Non e-sis-te! Nel decreto ci sono alcune cose che rispondono anche a questo problema. Anche i sindaci possono diventare stazione appaltante e soggetto attuatore: per il provvisorio, per le casette e per il commercio. Ma bisogna darsi un’organizzazione: a livello provinciale, a livello di unioni montane. Decidiamolo, decidetelo. A me va bene ogni soluzione. L’importante è che sia efficace ed efficiente. L’importante è che tutte le volte che da adesso in poi facciamo un’ordinanza, prima si riesca in questi luoghi a parlarne…. Bisogna che ci diamo un’organizzazione, sennò non riusciamo a rispondere ai problemi… Non esiste la centralizzazione della ricostruzione e l’impianto normativo non è centralizzato…”
Con queste testuali parole, il commissario straordinario, Vasco Errani, interveniva giovedì 16 febbraio ad un incontro con sindaci e amministratori regionali, presso la sede del CONI di Ancona. Parole studiate con la massima attenzione. Distillate ad una ad una e dispensate ad una platea talvolta assorta nell’ascolto, quasi in religioso silenzio, oppure rumoreggiante e vociante di protesta. Uno sfogo amaro, dal quale tuttavia, non trapela un solo filo di emozione. Una semplice presa d’atto dell’incapacità, da parte di tutta la classe dirigente regionale, a combinare anche un benché minimo accenno di passo in avanti. Ma anche una richiesta che suona più come un ordine perentorio. Una parola d’ordine inappellabile. Cambiare la governance. Cambiare dunque le modalità di governo: la gestione politica, amministrativa e organizzativa, che dai giorni del terremoto e fino ad oggi si sono rivelate un’autentica Caporetto. Un vero e proprio atto di accusa. Una denuncia fatta davanti a tutti i principali protagonisti della (mancata) ricostruzione. Ma anche una chiara presa di distanza dalle altrui responsabilità. Quell’inciso “che non è ciò che devo fare io” chiama in causa altri attori (la Regione, i Comuni e la Protezione Civile), ma segna anche uno spartiacque. Delimita un campo di azione e contemporaneamente richiede nuove regole del gioco. Completamente da riscrivere, almeno per quanto riguarda la parte organizzativa e gestionale. Parole che lasciano presagire ad un ultimatum. O si fa come dico io, oppure mollo tutto. Questo è quello sono riuscito a leggere tra le righe del suo intervento. D’altra parte, in questo quadro già di per sé poco rassicurante, pesano come un macigno le dimissioni, improvvise e repentine, del segretario generale della Regione Marche, nonché capo di gabinetto del presidente della giunta regionale, Fabrizio Costa. Errani ha capito che tira una brutta aria e la sua faccia, non vuole più spenderla gratis. D’altra parte perché dovrebbe? Ha governato con successo e per quindici anni una delle regioni più ricche e all’avanguardia d’Italia facendola diventare il paradiso delle eccellenze.
Oggi apprendiamo che il commissario straordinario Errani, con molta probabilità, lascerà il Partito Democratico per seguire Bersani. Ciò significa che lo farà sicuramente. Bersani, Errani, Migliavacca e qualche altro sono legati da un particolare filo comune che li rende indivisibili. Potrebbe accadere allora che Errani decida di concentrarsi sulla odierna avventura politica ed in particolare nell’organizzazione del nuovo soggetto politico. E che non abbia più il tempo necessario, né le energie sufficienti per portare avanti il lavoro di commissario straordinario alla ricostruzione. Potrebbe accadere pure questo. E allora lo sfogo di giovedì scorso avrebbe un suo senso e un proprio corso. Ma soprattutto - aggiungo io - che le garanzie per una rinnovata governance, richieste a Roma, non abbiano sortito l'esito sperato.
Oggi che Vasco Errani non fa più parte del Partito Democratico, la nota di cronaca che mi limito a sottolineare è la seguente: meno di un mese fa, nei giorni in cui il segretario regionale del PD, Francesco Comi, attaccò Errani lamentando la troppa burocrazia, i parlamentari Piergiorgio Carrescia e Alessia Morani si trasformarono praticamente in scudi umani a difesa dell’ex governatore dell’Emilia Romagna, bacchettando e redarguendo pubblicamente Comi. Sentiamo oggi se avranno valide argomentazioni a difesa di Errani.
Mi è sembrato, ma per un istante soltanto, che le donne e gli uomini dell’opposizione in Consiglio Regionale avessero avuto un sussulto di orgoglio e dignità. Tardivo oltremisura, ma almeno finalizzato, se non altro, a smuovere le paludi in cui ci hanno cacciato quelli del governo regionale, Ceriscioli in testa. La mozione di sfiducia, sottoscritta da tutto il centrodestra, nei confronti della vice presidenta e assessora (pare che oggi si scriva così) all’agricoltura, Anna Casini andava in questa direzione. Da cittadino, la soddisfazione di trovare nell’opposizione un gruppo attento, nel controllare con il necessario rigore e sanzionare, quando ve ne fosse l’occasione giusta, è durata purtroppo meno di cinque minuti. Giusto il tempo di leggere le due paginette con le quali si vorrebbe licenziare la prima collaboratrice di Ceriscioli. Una mozione di sfiducia scritta con i piedi: infarcita sì di numerose premesse, ma priva – ahimè - del necessario atto di accusa. Dei motivi (fondati e gravi), cioè dei presunti danni (anche di immagine) cagionati da supposti comportamenti tardivi e omissivi che dovrebbero costringere al licenziamento della Casini. Rassegniamoci tutti e prendiamo atto della mediocrità, per non dire della totale scarsezza, di un’intera classe politica regionale. La poltrona della Casini non traballerà nemmeno per un istante. Sarà casomai divertente sentire le argomentazioni della maggioranza consiliare in difesa dell’indifendibile assessora. Che ancora ieri ha dichiarato, per la milionesima volta, che la costruzione delle piazzole per le stalle provvisorie è in dirittura di arrivo. Non so se il riso o la pietà debba prevalere in casi come questo.
I fatti oggettivi, indiscutibili, sotto gli occhi sbigottiti di tutti sono che a distanza di sei mesi (diconsi centottanta giorni) dall’assessorato regionale hanno costruito meno di cinque ricoveri di fortuna per gli animali. Che a causa di questo colpevole ritardo, per il freddo e la neve, che d’inverno – contrariamente a quanto asseriscono Ceriscioli e C. – sono la norma nei monti Sibillini e non l’eccezione, sono morti migliaia di capi di bestiame. Stiamo parlando, per quanto vasta sia tutta l’area terremotata, di piccole e circoscritte realtà. Visso, Ussita, Castelsantangelo, Pievetorina, Montecavallo e delle loro frazioni. Tutte, peraltro, colpite sin dal 24 agosto degli eventi sismici. Se si fosse voluto davvero porre rimedio, si sarebbero, sin da subito, sistemate centinaia e centinaia di stalle. Nessuno lo ha fatto. Però, a suon di comunicati stampa, si narravano piazzamenti di fantastiche tensostrutture sui verdi pascoli dei Sibillini. Peccato che gli allevatori veri non lo sapessero e non ne avessero vista nemmeno una. E ogni volta che qualcuno si permetteva di segnalare questi ritardi, veniva bacchettato e guardato di traverso come si fa con uno scolaro discolo. Oggi, a danni accaduti, la giunta regionale, piuttosto che guardarsi negli occhi e domandarsi che razza di gran disastri hanno combinato, non trova di meglio che scaricare colpe e responsabilità altrove. Ieri contro la Coldiretti, oggi contro la ditta che ha vinto la gara. Nessuno di loro, a parte l'assessore Angelo Sciapichetti, a cui va riconosciuta tutta l’onestà intellettuale, ha pronunciato mai una sola parola di autocritica. Distinti e distanti dal mondo reale continuano imperterriti a non porsi la domanda giusta: cosa fare per tentare almeno di risolvere qualche problema? ma piuttosto: quale narrazione proponiamo oggi alla gente per mettere in salvo le nostre terga?
Se ciò fosse accaduto in un'impresa privata i responsabili sarebbero stati licenziati bruscamente dopo appena un mese. Nellla pubblica amministrazione, i vertici politici di quella che fino a poco tempo fa era una delle regioni modello, continuano a dare uno spettacolo penoso ed indecoroso. Pensate solo che il 13 di gennaio la stessa assessora Casini piuttosto che stare in prima linea, visto che la neve era caduta copiosa non solo in montagna, ad organizzare squadre di pronto intervento, se ne stava tranquillamente su Facebook per verificare se gli internauti commettessero reato postando fotografie di animali morti di freddo che non fossero reali, ma solo dei falsi. Bisogna sapere infatti che in quel tempo, il Partito Democratico aveva ufficiosamente istituito una task force di vigilantes da social network. Un gruppo di pretoriani che nottetempo spulciava post su post e schedava coloro i quali inveivano anche con male parole contro le nomine firmate dal governatore Ceriscioli tra i giorni di Natale e capodanno. Nomine, questo va detto, ben retribuite e affidate sul principio della fiducia e non già grazie a concorsi per titoli ed esami. I più animosi tra questi, ancorché pubblicamente impegnati in politica sul fronte opposto al loro, venivano affettuosamente avvicinati, quindi si comunicava amichevolmente loro che erano tenuti d’occhio nei loro pensieri e negli scritti su Facebook. Una roba che avrebbe fatto sobbalzare sulla poltrona pure il povero Nicolae Ceausescu, buonanima.
Ecco, io penso che per quanto riguarda la giunta Ceriscioli possiamo fermarci qui. Da candidato presidente ha usato, in campagna elettorale la parola cambiamento come un grimaldello in ogni circostanza. Ne ha abusato in ogni dibattito promettendo le stelle. La verità nuda e cruda è che dalle stelle promesse, questa giunta è caduta sulle stalle. Dubito che, vista anche l’implosione del Partito Democratico in corso, si possa rialzare. Non ha gli uomini (e nemmeno le donne) adatti, né le capacità di farlo. L'unica strada percorribile per uscire di scena con un sussultò di dignità è quella di rassegnare le dimissioni per manifesta incapacità di governare.
La Commissione Sanità delle Marche ha approvato la proposta di legge che prevede l'obbligo di vaccinazione per poter iscrivere i bambini nei nidi d'infanzia e nei centri per l'infanzia pubblici e privati accreditati. Il testo passa ora all'esame del consiglio regionale. Per il primo accesso del minore ai servizi indicati, il genitore o chi esercita la potestà genitoriale deve presentare una certificazione attestante l'assolvimento degli obblighi vaccinali rilasciata dalla competente struttura del Servizio sanitario nazionale.
Sono esentati i minori affetti da immunodeficienza congenita o acquisita, o da altre patologie che rendano la vaccinazione pericolosa per la salute. "Abbiamo fatto un percorso di approfondimento - ha detto il presidente della Commissione Fabrizio Volpini (Pd) - ascoltando più voci coinvolte''. La pdl è stata approvata a maggioranza, con il voto contrario del Movimento 5 Stelle. (Ansa)
Le strutture ricettive che ospitano i terremotati, registrate nelle Marche, sono 309 e di queste 291 hanno presentato la rendicontazione delle spese. L'importo complessivo, finora, è di oltre 22 milioni di euro, e la Regione ha pagato somme per circa 12 milioni. Gli uffici regionali hanno inviato circa 80 mail per segnalare anomalie e lacune documentali, per poter regolarizzare le posizioni e pagare; 40 strutture si sono accreditate di recente. Si sta inoltre verificando la possibilità di permanenza delle persone in strutture ricettive oltre il 30 aprile.
A seguito di questa ricognizione sarà quantificato e predisposto un piano, che terrà conto delle opzioni espresse dagli interessati, di eventuali necessità legate alla frequenza della scuola, a servizi sociosanitari, alle attività svolte. Per quanto riguarda invece i contributi di autonoma sistemazione sono stati approvati decreti per un totale di oltre 22milioni di euro. (Ansa)
Una nuova piattaforma digitale di e-commerce è nata in questo inizio 2017.
I fondatori, tutti marchigiani, hanno dato vita a Typicalmade.com, progetto che ha come obiettivo primario quello di creare un network internazionale delle tipicità, una rete di incontro tra nazioni diverse che vogliono intensificare la promozione dei loro prodotti e dei loro territori d’origine.
La piattaforma è stata presentata ufficialmente alla stampa nazionale martedì 14 febbraio presso lo STAND del DISTRETTO CALZATURIERO DELLE MARCHE e da quel momento è visibile online.
Il vice presidente della Camera di Commercio di Fermo Maurizio Piergallini ha ospitato l’iniziativa. L’amministratore di typicalmade Stefano Paccaloni, l'informatico e co-fondatore della piattaforma e-commerce Marcello Violini e la co-fondatrice Maria Letizia Ortolani hanno sottolineato come Typicalmade desideri rappresentare la prima vetrina delle tipicità accessibile a tutti. Infatti la missione di Typicalmade consiste nel divenire il più grande mercato al mondo delle tipicità in diversi settori: food & wine, style & fashion, design, facendo sì che tutti possano trovare quel prodotto unico o raro introvabile su altre piattaforme generaliste.
Tutti maceratesi i fondatori che partendo dalla loro provincia cercheranno di far conoscere le eccellenze del made in Marche e del Made in Italy in generale, capovolgendo quella visione dell'e-commerce che tende molto spesso a confondere l'utente con prodotti di difficile identificazione territoriale. I produttori di typicalmade ci metteranno la faccia, faranno conoscere tramite il loro negozio virtuale prima di tutto la loro storia, le loro radici e il luogo di provenienza certa del prodotto. Typicalmade aspira a divenire un vero e proprio marchio di certificazione
Dall’idea di giovani professionisti marchigiani nasce, dunque, un ulteriore strumento di promozione di livello internazionale dei nostri prodotti che di certo potrà essere di sostegno alle tante aziende del nostro territorio.
Anche la voce del "Gladiatore" si leva forte a sostegno delle popolazioni terremotate. L'attore e doppiatore cinematografico Luca Ward ha lanciato il suo "j'accuse" durissimo attraverso un video.
Ward ha girato un breve filmato dentro il suo camper, quello dove si vive la "vita da attori". Ma dentro un camper c'è gente che ci vive da mesi. E così, Luca Ward lancia il suo appello affinchè le popolazioni terremotate non vengano dimenticate: "Sono passati mesi senza che si sia mosso nulla. Pensate che le macerie stanno ancora tutte lì, ammassate. E' vergognoso. Agghiacciante. Da padre, da uomo, da italiano dico: non lasciamoli soli".
Il 30% degli albergatori della costa marchigiana che ospitano i terremotati è disponibile a mantenere gli sfollati dell'entroterra nelle proprie strutture. E' il dato fornito dal direttore di Confcommercio Marche Massimiliano Polacco, riferito ai propri associati. Attualmente le persone che hanno trovato sistemazione in albergo, al mare, sono 5.300.
La questione, dunque, è complessa, perché con l'avvicinarsi della stagione estiva gli albergatori si trovano a dover fare scelte precise. "Noi - spiega Polacco - abbiamo fatto alcune proposte alla Regione: un aumento del contributo, fino a 50 euro, per ogni persona ospitata, e la certezza che a luglio gli albergatori, quelli che in pratica rinunciano alla stagione, non si ritrovino con nulla in mano". "C'è poi una terza operazione - aggiunge - che stiamo portando avanti con i funzionari della Regione: stiamo cercando di riavvicinare i terremotati ai loro paesi, ricollocandoli negli alberghi agibili. Contiamo di riportarne almeno 1.550 più vicini alle loro case". (Ansa)
"La Regione Marche, in accordo con il Ministero delle Politiche agricole, sta affidando in queste ore il compito di realizzare gli interventi necessari per quanto riguarda le stalle mobili ad una pubblica amministrazione già individuata, operativa nel territorio colpito dal sisma". Lo ha detto il vice ministro Andrea Olivero, rispondendo ad un'interrogazione del M5S sugli interventi a sostegno degli allevatori delle aree colpite dal terremoto.
"Si sono verificati alcuni casi di inadempienza delle società aggiudicatrici - ha detto Olivero - sulle quali sono in corso le dovute verifiche, in particolare per il ritardo che si è verificato nella Regione Marche, imputabile a gravi inadempienze della ditta aggiudicataria dell'appalto". Il vice ministro ha poi precisato che "riguardo sempre all'iter per la realizzazione delle tensostrutture le Regioni Abruzzo, Lazio e Marche, dopo aver fatto le necessarie gare pubbliche, stanno proseguendo nei lavori di costruzione e consegna". (Ansa)
"Sempre più basse le probabilità di forti aftershocks": con questo aggiornamento sulla sua pagina facebook, il sismologo dell'Ingv Alessandro Amato fa il punto della situazione sulla crisi sismica in atto nel centro Italia.
"Aggiornamento sulla sequenza in Italia centrale (o se preferite di Amatrice, Norcia, Visso - ma gli altri Comuni poi?). Oltre 55.500 aftershocks localizzati dalla RSN-INGV. Quasi 70 km l'estensione nord-sud dell'area attiva. La sismicità continua a diminuire lentamente. Il numero dei terremoti di M≥2 in tutta l'area è di una ventina al giorno, pochi quelli di M3 o più. Le zone più attive in questi ultimi giorni sono le due estremità nord (Marche) e sud (Abruzzo) della sequenza (v. simboli colorati in mappa).
Le probabilità di aftershocks più forti diminuiscono settimana dopo settimana ma non sono nulle. Diciamo che mi stupirei di altri forti eventi nella zona centrale e meno in quelle marginali" afferma Amato "ma abbiamo imparato che le riprese e le sorprese sono purtroppo sempre possibili. In termini probabilistici, possiamo essere forse un po' più ottimisti di qualche giorno fa, relativamente alla fine della sequenza in corso. Vediamo l'andamento dei prossimi giorni".
"I nostri amici terremotati sono graditi ospiti a San Benedetto del Tronto, ma sollecitiamo i sindaci dei Comuni di provenienza a farci conoscere prima possibile i piani di rientro, così da poter dar modo agli alberghi di potersi organizzare in vista della stagione estiva".
Così il sindaco Pasqualino Piunti al termine di una riunione che si è tenuta oggi pomeriggio a San Benedetto del Tronto e alla quale erano stati invitati anche i sindaci dei territori terremotati i cui residenti sono ospitati nelle strutture ricettive. Era presente, però, solo il primo cittadino di Accumoli, Stefano Petrucci che ha comunicato che il rientro dei suoi concittadini avverrà in un lasso di tempo fra il 15 marzo ed il 30 maggio, salvo le famiglie con bambini ai quali verrà data l'opportunità di restare in riva all'Adriatico per terminare l'anno scolastico. (Ansa)
Prime avvisaglie di disagio da parte degli operatori turistici della costa. Cominciano a comparire i primi avvisi che parlano ai terremotati presenti nelle strutture ricettive affinchè la Regione Marche intenda.
Il disagio degli operatori ricettivi è lo stesso di chi, ormai senza speranza nel breve periodo, aspetta le famigerate casette. Ma è anche il disagio di chi ormai da mesi ospita queste persone rimaste senza casa, avendo ricevuto la promessa di aver le strutture libere per una stagione estiva che invece ora rischia concretamente di essere rovinata. Con conseguenze e strascichi che rischiano di protrarsi anche più avanti.
Era quello che purtroppo si temeva e che ora drammaticamente si sta concretizzando. Quello degli operatori turistici è a questo punto un aut aut che porterà inevitabilmente a delle trattative. Giocate sul futuro dei terremotati. I fatti ad oggi sono inesorabilmente questi. E l'avviso appeso all'Holiday di Porto Sant'Elpidio parla chiaro: "Comunichiamo ai nostri ospiti del sisma le date attualmente inviate alla Regione Marche per l'ospitalità: 500 posti fino al 20 maggio 2017; 250 posti in hotel fino al 30 giugno. I requisiti per usufruire dell'alloggio e dei pasti nel mese di giugno saranno comunicati con apposita circolare dalla Regione Marche".
E' chiaro, e inesorabilmente confermato dai numeri, che le prenotazioni abbiano subito un crollo verticale e che a questo punto la presenza dei terremotati negli alberghi potrebbe diventare una piccola ancora di salvezza. Qui si aprirà la trattativa. Che inevitabilmente dovrà giungere a conclusione positiva entro breve. Altrimenti... che fine faranno le persone oggi ospitate nelle strutture ricettive? Le risposte dalla Regione Marche devono arrivare presto. Molto presto.
Era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissi da tempo e ci veniva richiesta da più parti.
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Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha approvato il primo stralcio del programma definito da Anas, di concerto con le Regioni e i gestori stradali, per gli interventi di ripristino e messa in sicurezza della rete stradale interrotta o danneggiata a causa dei terremoti che hanno colpito il Centro Italia a partire dallo scorso 24 agosto.
Anas, infatti, è stata incaricata dal Governo, con il decreto legge n. 205 del 4 novembre scorso, di provvedere al ripristino ed alla messa in sicurezza della viabilità delle infrastrutture stradali di propria competenza nonché di coordinare e supportare gli interventi su quelle di competenza degli enti territoriali e locali.
In particolare, con Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 408 del 15 novembre 2016, l’ingegner Fulvio M. Soccodato di Anas è stato nominato Soggetto Attuatore di Protezione Civile, con il compito di effettuare una puntuale ricognizione del danno e realizzare un Programma complessivo di interventi di ripristino di tutta la rete stradale all’interno del cratere sismico. Successivamente all’approvazione del Programma, il Soggetto Attuatore dovrà coordinare e provvedere alla sua attuazione.
«Per ripristinare la viabilità e le connessioni per il Centro Italia colpito dal sisma – afferma il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio – sono stati considerati sia gli interventi urgenti, sia la definizione di assi prioritari di collegamento con il Paese. Siamo impegnati vicino alle comunità colpite perché senza collegamenti non vi è sviluppo e ripresa dell’attività economica».
In particolare, in fase di programmazione, in un confronto continuo con la Dicomac, si è provveduto alla ricognizione delle criticità sulla rete viabilistica interessata dagli eventi sismici ed all’individuazione degli interventi minimi essenziali per garantire il ripristino della viabilità, redigendo un cronoprogramma di ripristino e messa in sicurezza della rete stradale che indichi anche le priorità di intervento.
La successiva fase di attuazione del programma prevede, invece, il coordinamento operativo e il monitoraggio dell’esecuzione degli interventi e, ovviamente, la realizzazione degli interventi di propria competenza e di quelli di competenza dei gestori locali in relazione alla loro effettiva capacità operativa e finanziaria.
Anas, in qualità di Soggetto Attuatore, ha finora effettuato 622 sopralluoghi su 124 strade insieme ai tecnici dei rispettivi enti gestori della rete viabilistica interessata. Si tratta di una superficie complessiva di circa 7.600 kmq che comprende 4 Regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria), 8 Provincie (L’Aquila, Teramo, Rieti, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia), 131 Comuni per una rete stradale di 15.300 km, dei quali 11.000 km di competenza Comunale.
Data l’estensione della rete e la diffusione dei danni, il Soggetto Attuatore ha attribuito un livello di priorità da 1 a 5 per ogni intervento, individuando – di concerto con il territorio – 408 interventi con priorità da 1 a 3, necessari per ripristinare la circolazione o le condizioni di sicurezza lungo la rete stradale principale, da realizzare nel primo stralcio del programma per un importo complessivo stimato in circa 389 milioni di euro.
Per gli interventi sulla rete stradale di Anas e per quelli per i quali gli enti gestori richiederanno supporto diretto per l’attuazione, il Soggetto Attuatore utilizzerà, in via di anticipazione, le risorse del Fondo Unico Anas (istituito con legge 208/2015). I gestori delle reti stradali locali che, invece, comunicheranno di voler intervenire direttamente sui tratti di propria competenza, utilizzeranno le proprie risorse, se disponibili, oppure chiederanno l’autorizzazione alla Regione di riferimento per accedere ai fondi di Protezione Civile.
«Il lavoro del soggetto attuatore, in accordo con la nostra Dicomac a Rieti e con i gestori stradali, in questi mesi è stato incessante – ha ribadito il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Sappiamo tutti quanto la viabilità sia fondamentale sia per la fase di gestione dell’emergenza sia per quella successiva di ricostruzione a trecentosessanta gradi di queste comunità. Sapere di riuscire a raggiungere, in tempi ragionevoli e in sicurezza, determinate zone del Centro Italia può fare la differenza anche sulle scelte di dove realizzare un’area con le casette piuttosto che la nuova zona commerciale provvisoria di un comune ora deserto. Per questo è davvero importante che il primo stralcio del Programma più complessivo che ho approvato oggi sia stato condiviso con tutti i soggetti interessati, a partire dalle quattro Regioni».
«La rete stradale nella zona del cratere è molto diffusa e frazionata, con la presenza di oltre 1.770 centri urbani. Anas in qualità di Soggetto Attuatore di protezione Civile, ha compiuto un importante lavoro di programmazione degli interventi di ripristino della viabilità – ha spiegato il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani – si tratta di uno step fondamentale per dare il via al progetto di ricostruzione. Il piano nel suo complesso sarà molto articolato e si svilupperà ulteriormente in corso d’opera, secondo le priorità individuate e secondo le esigenze che ci segnalerà il territorio di volta in volta. L’importante è partire, e questo è un primo passo concreto».
Il primo stralcio del Programma di ripristino definito da Anas si inserisce nel più ampio Piano di potenziamento e completamento di infrastrutture viarie nell’Area del cratere sismico previsto nel Contratto di Programma Anas-Ministero delle Infrastrutture, nel quale sono stati programmati investimenti per ulteriori 1,18 miliardi di euro. In particolare, si tratta di lavori in corso per 255 milioni, opere in avvio per 148 milioni e in programma per 785 milioni.
Questo Piano, unito al valore degli interventi del Programma di ripristino - tenuto anche conto dei relativi stralci futuri di completamento, eleva l’investimento infrastrutturale nell’area ad oltre 1,7 miliardi di euro.
Il "terremoto del centro Italia" cambia nome. Sul sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) è ora denominato "sequenza Sismica di Amatrice, Norcia e Visso" ha annunciato l'assessore a Cultura e turismo del Comune di Assisi Eugenio Guarducci. "Questo è un importante risultato che spero possa essere contagioso" ha sottolineato lui stesso al termine di un incontro con il presidente dell'Ingv Carlo Doglioni.
Alla riunione hanno partecipato anche esperti dell'ente di ricerca. "Il presidente Doglioni - ha annunciato Guarducci - si è reso disponibile a migliorare, nei tempi tecnici necessari, le modalità di informazione rispetto alla geolocalizzazione degli eventi sismici sulle proprie piattaforme social e web, dove verrà inserita in primis la località più prossima all'epicentro, lasciando l'indicazione della provincia (abbreviata nei canali social)". (Ansa)
Si conclude oggi la terza raccolta fondi attraverso il numero solidale 45500, promossa da Rai, in accordo con il Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione, con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile, che ha permesso di raccogliere promesse di donazioni per 3.446.236,00 milioni di euro. La nuova iniziativa, aperta il 31 dicembre scorso, a differenza delle precedenti - grazie alle quali è stato possibile raccogliere circa 20 milioni di euro -, è stata destinata alla ricostruzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
Le donazioni saranno trasferite dagli operatori di telefonia al conto della Presidenza del Consiglio dal quale confluiranno, poi, sulla contabilità speciale del Commissario straordinario per la ricostruzione e saranno gestite passando dal controllo di un Comitato dei Garanti. Sarà, invece, ancora possibile donare sul conto corrente Mps attivato dalla Protezione Civile che ha raccolto 8.678.471 di euro. (Ansa)