E' stata protocollata oggi in Consiglio regionale una mozione a firma delle opposizioni - Lega Nord Marche, Fdi, Fi e Area Popolare - di sfiducia verso l'assessore all'Agricoltura Anna Casini per "l'assenza di programmazione e la fallimentare gestione dell'emergenza neve e terremoto nei confronti degli allevatori marchigiani". I consiglieri evidenziano come "con le abbondanti nevicate dello scorso mese un'ulteriore gravissima emergenza ha peggiorato la già disastrata situazione: molte stalle, o ricoveri per animali, sono crollati, uccidendo molti capi di allevamento o lasciandoli alle bassissime temperature in zone montane o di alta collina.
L'isolamento delle aziende dovuto alla neve ha aggravato il quadro già drammatico: numerosi bovini, ovini, caprini e animali da cortile sono morti dal freddo. La perdita economica per molte aziende è risultata pesantissima: alcuni di questi allevatori hanno praticamente perso tutto il loro sostentamento economico dopo le perdite dei beni materiali dovuti al terremoto". (Ansa)
L’attività di recupero dei beni di prima necessità svolta dai vigili del fuoco nei fabbricati inagibili e presso gli edifici ubicati in zone rosse nei comuni terremotate è conclusa. E anche da diverso tempo.
Così il Ministero dell’Interno, in una nota riguardante appunto il “Coinvolgimento dei vigili del fuoco nel prelievo di beni da fabbricati inagibili e edifici ubicati in zone rosse nelle aree colpite dal sisma” , informa l’ufficio del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, i comandi dei vigili del fuoco del cratere e la Dicomac che d’ora in avanti la loro attività di salvataggio di beni nelle zone danneggiate dal terremoto riguarderà soltanto i beni culturali, storico-documentali e di interesse pubblico. La nota è stata inviata lo scorso 29 dicembre, ma ha effettiva validità dalla data in cui la stessa è stata protocollata.
I cittadini, laddove debbano recuperare beni non classificabili di prima necessità, non potranno avvalersi dei vigili del fuoco ma dovranno invece rivolgersi a delle imprese private che, pur non specificato, ma sicuramente, in quanto tali, si faranno pagare.
Quindi è proprio il caso di dire: dopo il danno ecco la beffa. Puntuale.
In primis: si parla di beni di prima necessità e beni non qualificabili come tali. Ma in realtà tale suddivisione è stata soltanto una conseguenza delle circostanze e delle disposizioni impartite ai proprietari degli edifici: ingresso in casa accompagnati dai vigili del fuoco per non più di cinque minuti per volta. Sappiamo però bene che in simili condizioni i beni di prima necessità non possono essere raccolti in così poco tempo e con la paura che ci crolli la casa addosso. Si pensi poi a chi ha bambini o anziani o disabili che necessitano di oggetti che in un primo momento non possono essere portati via dalle abitazioni ma che sono comunque necessari a queste categorie di soggetti.
In secondo luogo: le persone terremotate, oltre a non avere più a disposizione i propri beni per ovvie ragioni, ed avere aspettato tempi più tranquilli per poterle riprendere, ora devono addirittura pagare per averli? Non sono infatti previsti contributi per questo. Come si può chiedere a chi è già in difficoltà di pagare per un suo legittimo diritto, ovvero entrare in casa e prendere le proprie cose? E’ assurdo se non raccapricciante.
In ultimo ma non meno importante: certamente i vigili del fuoco non sono dei facchini, ma perché non prevedere nel terzo decreto terremoto un fondo per tali necessità? I vigili del fuoco sono stati sempre a disposizione dei cittadini anche oltre il proprio dovere ed ora le persone dovrebbero rivolgersi ad aziende private che non hanno di certo l’ esperienza e soprattutto l’affidabilità dei vigili del fuoco.
Urge pertanto un emendamento al decreto in fase di conversione in legge per evitare l’ennesimo schiaffo alla collettività colpita dal sisma.
E' proprio il caso di dire che l'amore per gli animali può aiutare a lenire il dolore insopportabile della perdita di un figlio. Così Emanuele Bonifazi, il giovane di Pioraco recentemente scomparso nella tragedia di Rigopiano, tramite i suoi genitori ha fatto del bene ai cagnolini bisognosi.
Non conoscevano i responsabili della Lega Nazionale per la Difesa del Cane che si occupano ormai da anni dei cani del Rifugio di Colle Altino, ma Egidio e Paola hanno voluto devolvere all'associazione milleseicento euro, metà della cifra raccolta durante la cerimonia funebre; l'altra metà ai valorosi del Soccorso Alpino. Un dono drammaticamente splendido che commuove tutti fino alle lacrime, un dono che mai però i volontari avrebbero voluto ricevere. Egidio e Paola li hanno accolti con gentilezza e cordialità, quasi fossero amici da sempre.
Nella pagina facebook del rifugio il responsabile della sezione Roberto Cola, che si è recato dai coniugi insieme con la presidente Ania Pettinelli, così racconta il questo gesto toccante e scrive che il dolore dei coniugi è immenso, incolmabile, forte la rabbia per il ritardo nei soccorsi, ma entrambi i sentimenti sono stati espressi con estrema pacatezza e con una dignità veramente non comune.
"Abbiamo interpretato i desideri di Emanuele, che aveva per gli animali un grandissimo amore -ci hanno detto-; ci fidiamo ciecamente di voi. Abbiamo anche chiesto di poter adottare uno dei cuccioli di Rigopiano, Emanuele avrebbe voluto farlo".
Cola racconta che c'era anche Shilla, la dolcissima boxer innamorata di Emanuele e che ne avverte vistosamente la mancanza. Un incontro dolce e toccante che li ha arricchiti spiritualmente.
"A Paola, Egidio e tutti i familiari la gratitudine della nostra sezione, insieme ai sentimenti della più sincera solidarietà e condivisione. Un pensiero vagamente polemico: nonostante il terremoto e l'abbondante nevicata, anche se personalmente coinvolti e danneggiati, non ci siamo fermati mai e abbiamo fatto il possibile per i cani terremotati, accogliendone più di quaranta, e per le numerose colonie di gatti rimasti soli in tantissime frazioni, da qui a Visso e altrove. Da tante parti d'Italia sono arrivati aiuti di privati cittadini ed associazioni, sulla fiducia, con entusiasmo, senza che ci conoscessimo, e per questo li ringraziamo tutti. Tanti "amici" "animalisti" della zona, neanche particolarmente toccati dal sisma, non ci hanno nemmeno degnato di una telefonata... Anche il terremoto aiuta a riconoscere e selezionare le Persone di Origine Controllata!".
Grazie Emanuele, noi amanti degli animali ti ricorderemo per sempre.
Una evidente differenza negativa per quanto riguarda i fondi per la ricostruzione fra i terremoti de L'Aquila e dell'Emilia rispetto a quello che recentemente ha devastato buona parte della provincia di Macerata.
I numeri proposti dal sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, sono eloquenti e riassunti in una tabella che il primo cittadino ha pubblicato sul suo profilo Facebook.
"Quello del centro Italia è stato il terremoto più devastante dell'Italia repubblicana. Ha coinvolto 4 Regioni. Nel sisma del 26 e 30 ottobre il 65% dei danni si sono registrato nella sola provincia di Macerata. Nella tabella che segue sono riportati i finanziamenti degli ultimi 3 terremoti. Fate una comparazione di quel "non vi preoccupate, non vi lasceremo soli"! Naturalmente questo io non l'ho ascoltato. Condividete se volete: il Re è nudo": questo il testo che accompagna la tabella.
E il riferimento è, ovviamente, al fatto di non aver partecipato al recente incontro a Camerino fra il presidente della Repubblica e i sindaci dei Comuni terremotati.
Nel solo Appennino centrale ci sono nove sistemi di faglie. Le più lunghe sono quelle di Pizzoli-L'Aquila (34 km) e di Preci- Cittareale (circa 27,5 km). "Non possiamo attenuare i movimenti tettonici che sono alla base dei terremoti, ma possiamo ed anzi dobbiamo ridurre il rischio sismico, la vulnerabilità degli edifici e, dove necessario, l'esposizione del tessuto antropico".
Lo ha detto il geologo Dino Gazzani, intervenuto ad un convegno dell'Aigae, l'Associazione delle Guide ambientali ed escursionistiche, a Cupra Marittima. "Una corretta progettazione non può e non deve avvenire senza una caratterizzazione geosismica del terreno tramite lo studio degli effetti di sito", ha aggiunto. Spesso le cause dei danni provocati da un sisma vanno ricercate in una differente pericolosità sismica locale, determinata anche dal diverso modo in cui si propaga il terremoto o dall'instabilità del suolo. Gli studi di microzonazione sismica sono dunque fondamentali. (Ansa)
Un compito che diventa il simbolo di quello che sentono i bambini. Nelle parole scritte da una bambina di quinta elementare dell'entroterra maceratese si racchiudono le paure, le angosce, i timori che spesso proprio i più piccoli si stanno trovando ad affrontare ormai da mesi e che spesso non manifestano all'esterno.
"Ero molto felice dopo aver fatto la prima comunione. Ma il destino ha voluto che provassi una nuova esperienza. Il 24 agosto, il 26 ottobre e il 30 ottobre (e ancora non ha finito di rompere!). Terremoto!!! (scritto in maiuscolo con le lettere tremanti..., ndr). Brutto e cattivo! Io e la mia famiglia non abbiamo più una casa": a queste parole, la bambina ha allegato la foto di una parete lesionata della sua casa.
Parole che esprimono tutta l'ansia, la paura che eventi simili provocano in chi suo malgrado è costretto a viverli. E aprono ferite profonde negli animi dei bambini. che si trovano a dover affrontare sensazioni prima sconosciute, come la paura, la perdita della casa e delle proprie abitudini, la vista di immagini drammatiche.
Secondo il professor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile "Spesso gli adulti tendono a celare le realtà più dolorose agli occhi dei bambini, per un naturale istinto protettivo nei loro confronti. In realtà, per poter superare momenti difficili come quelli conseguenti ad evento traumatico quale un terremoto, è importante parlare e condividere. I bambini devono essere informati su cosa è un terremoto, su cosa può provocare, ma anche su come può essere prevenuto. È importante spiegare loro che esistono degli standard di sicurezza adottati per la costruzione degli edifici e che ci sono delle norme per mettersi in sicurezza durante un terremoto. Le loro paure devono essere giustificate, ma è bene ricordar loro che possono essere gestite".
Per aiutarli ad affrontare il terremoto, gli esperti psicologi consigliano :
di parlare con i bambini e farli parlare di quanto accaduto, raccontare, tirar fuori ciò che li mette in ansia
di non comunicare panico ai bambini, ma rassicurarli in modo razionale
spiegare ai bambini che cos'è il terremoto e quali sono le azioni utili da fare per mettersi in salvo
spiegare ai bambini che nonostante la paura che ci fa il terremoto, ci sono molte persone esperte che sono in grado di aiutarci : vigili del fuoco, protezione civile, medici, croce rossa, etc.
tranquillizzare i bambini sul fatto che non sono soli
spiegare ai bambini che il terremoto è un evento naturale che si può affrontare, perchè esistono precauzioni e comportamenti da seguire, che ci salvano la vita.
Save The Children ha anche pubblicato un decalogo per aiutare i bambini a superare il trauma del sisma (qui).
"Chiamati in causa dal Presidente dell'ordine degli architetti di Macerata, Renzo Fusari, sentiamo la necessità di intervenire per esprimere la nostra posizione sulle polemiche in corso".
Prendono la parola i parlamentari maceratesi del Pd, Irene Manzi e Mario Morgoni, di fronte alle accuse lanciate dall'architetto Fusari circa la presunta "latitanza dei parlamentari locali" di fronte alle istanze lanciate dai professionisti riguardo alla ricostruzione post sisma.
"La nostra principale occupazione e preoccupazione in queste settimane - contrariamente a quanto sostenuto - non è stata l'eventuale ricandidatura nelle liste del nostro partito quanto il lavoro sui procedimenti legislativi, primo tra tutti il nuovo decreto sul terremoto e l'esame delle problematiche inerenti la ricostruzione. Per questo non sono mancati, sin dalle prime settimane successive al sisma, incontri, confronti con amministratori locali, associazioni, istituzioni per migliorare il contenuto dei provvedimenti, per venire incontro alle istanze rappresentate e portarle all' attenzione del governo.
Così è stato e così sarà anche per i prossimi mesi, senza mai sottrarci alle sollecitazioni provenienti dal nostro territorio. Ovviamente spiace anche a noi constatare come in alcune notizie di stampa si sia trascurato il fatto che molti architetti abbiano risposto all' appello della Regione Marche per formare le squadre fast, dando così un prezioso contributo in questa delicata fase propedeutica alla ricostruzione: ma tale circostanza non può certo esserci imputata .
Siamo ben consapevoli del fondamentale ruolo che i tecnici (tutti i tecnici, geometri, architetti, ingegneri) stanno svolgendo rispetto all'attuale fase di ricognizione dei danni su immobili pubblici e privati e ancor più del ruolo che potranno svolgere per la fase successiva della ricostruzione e della progettazione urbanistica delle nostre comunità, valorizzando anche gli strumenti che la legge ed i successivi decreto relativi al sisma mettono a disposizione. In tale contesto è per noi evidente come il peculiare profilo professionale dell'architetto possa e debba trovare una piena valorizzazione, in particolare per quanto attiene il rapporto tra aspetti tecnici della ricostruzione, contesto urbano e valori territoriali.
Vogliamo infine sottolineare" concludono Manzi e Morgoni "come l'obiettivo fondamentale che abbiamo davanti, da maceratesi prima ancora che da rappresentanti delle istituzioni che vivono in questo territorio, è quello del recupero e della ripresa del nostro entroterra e delle comunità coinvolte dal sisma e proprio per questo, come abbiamo sempre fatto, diamo la nostra piena disponibilità, in un clima di confronto e rispetto reciproco, ad incontri o momenti di approfondimento da parte dell'ordine degli architetti riguardo alle problematiche che essi pongono, anche in vista della conversione in aula del nuovo decreto terremoto".
Si è costituito il comitato “La nostra terra trema, noi no”, nel corso di un incontro che si è tenuto l'altra sera a Camerino, dopo la manifestazione a Roma dello scorso due febbraio. Durante la serata è stato fatto il punto della situazione, a seguito dei colloqui avuti nella capitale con i massimi rappresentanti istituzionali dello Stato e con il commissario Errani.
Si è deciso di dare vita ad un comitato, con rappresentanti dei diversi comuni dell'entroterra, per portare avanti attività rivolte al rispetto dei diritti dei terremotati. “La nostra terra è come una macchina senza benzina – dicono i rappresentanti del comitato – che non riesce a ripartire, serve carburante per rimetterla in moto, per questo continueremo a tenere alta l'attenzione su quanto accade qui ed invitiamo tutti coloro che hanno a cuore il proprio futuro a sostenerci”. Saranno intraprese una serie di iniziative per poter ottenere obiettivi realistici e concreti, andando avanti passo per passo.
“Siamo aperti al contributo di tutti coloro che hanno a cuore i problemi delle zone colpite dal terremoto ed hanno voglia di portare un contributo serio, convinto e concreto alla nostra battaglia – spiega il gruppo – la situazione in questo momento è drammatica, in particolare le persone più indifese e che subiscono in modo maggiore i disagi del terremoto sono i bambini e gli anziani, per cui vorremmo maggiore impegno. Se qualcuno pensa che i nostri problemi si risolvono con il clientelismo, si sbaglia di grosso”.
Tutti i giornali hanno parlato nei giorni scorsi della firma, al Ministero dell’Interno, del ‘Patto per un Islam italiano’: ne abbiamo parlato col Prof. Stefano Testa Bappenheim, docente di Diritto ecclesiastico e di Diritto musulmano e dei Paesi islamici alla Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino.
Nei giorni scorsi è stato firmato il "'Patto nazionale per un Islam italiano, espressione di una comunità aperta, integrata e aderente e ai valori e principi dell'ordinamento statale". Di cosa si tratta?
È un documento d’impegni firmato, grazie al Ministro Minniti, da una ragguardevole porzione delle Comunità musulmane in Italia, ed è una tappa importante d’un iter di conoscenza e dialogo avviato dal Ministro Pisanu nel 2005, con la creazione della Consulta per l’Islam in Italia, poi proseguito col Ministro Amato, nel biennio 2006-2008, con la ‘Carta dei valori della cittadinanza e dell’immigrazione’ e la ‘Dichiarazione d’intenti’, e continuato ancora col Ministro Maroni, al cui Comitato per l’Islam si debbono altri documenti importanti sugli Imam e sulle moschee.
Cosa cambia in concreto rispetto alle relazioni che c'erano finora?
Sono stati siglati impegni concreti riguardo in primis la trasparenza, l’uso dell’italiano per i sermoni in moschea, la definizione di curricula formativi degli Imam, il controllo dei luoghi per l’aggregazione religiosa onde si evitino interferenze straniere, assicurando la libertà di culto e di religione ai Musulmani che vivono e lavorano in Italia. L’obiettivo e duplice: garantire la libertà religiosa ai fedeli islamici, come a quelli d’ogni altra religione, con l’Intesa o di fatto, respingendo sentimenti xenofobi, e, al contempo, favorire l’integrazione della confessione islamica nel quadro dei diritti e doveri che la Costituzione garantisce a tutti quelli che si trovano nel nostro Paese.
Il documento potrebbe essere anche utile a relazionare le stesse comunità islamiche, spesso in contrasto fra loro?
In vari Paesi europei vi sono accordi similari già operativi di cui mi sono occupato e che stanno funzionando anche in tal senso, mentre è uscito da poco un libro, frutto d’un PRIN-progetto di ricerca d’interesse nazionale cui ho partecipato, che illustra proprio queste prospettive; bisogna comunque tener presente che l’Accordo dell’altro giorno, pur importantissimo, non è ancora un’Intesa ex art. 8 della Costituzione, sicché il cammino resta lungo, quantunque sia stato compiuto uno straordinario investimento per il futuro, come ha detto il Ministro Minniti.
In concreto, invece, per quanto riguarda il diritto che lei insegna, quali modifiche vengono apportate nell'insegnamento?
Io insegno, alla Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino, due materie, Diritto ecclesiastico e Diritto musulmano e dei Paesi islamici, ed entrambe sono interessate da questa prospettiva; il diritto ecclesiastico, infatti, studia le norme dello Stato che regolano il fenomeno sociale religioso, ed è evidente che ove venisse firmata un’Intesa sarà soprattutto il Diritto ecclesiastico a doversene occupare; d’altro canto, poi, già ora, in alcuni casi, il diritto italiano recepisce o rinvia a norme degli ordinamenti confessionali, sia delle Confessioni con Intesa sia di quelle senza, nonché a norme dei Paesi islamici, pure rilevantissime per l’export del Made in Italy, e questo è l’ambito di studio della mia seconda materia.
Controlli serrati durante la notte da parte delle pattuglie della Polizia Stradale.
E' stata una serata movimentata per gli agenti della Stradale di Macerata che, al fine di contrastare l’abuso di alcool e l’uso di droga alla guida, durante i servizi per prevenire le cosiddette stragi del sabato sera, hanno fermato, in particolare lungo le arterie stradali vicine ai luoghi di divertimento notturno, numerosi veicoli con al volante soprattutto giovani.
Alla fine, ben tredici automobilisti si sono visti ritirare la patente di guida, dopo essere risultati positivi al controllo con l'etilometro che ha riscontrato la presenza nel sangue di una percentuale di alcool superiore a quella consentita dalla legge.
Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile di Macerata hanno dato esecuzione a tre misure cautelari emesse dal GIP del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Macerata nei confronti di Alessio Campetella di 37 anni, Gianluca Talamonti di 45 anni e Moreno Latini di 40 anni, due dei quali residenti in provincia di Macerata e uno nel Fermano. I tre, a seguito di articolate indagini, sono stati individuati quali responsabili del pestaggio di un uomo al Donoma di Civitanova avvenuto verso le ore 3.30 del 4 gennaio scorso.
Nella circostanza, l’uomo aggredito, 45 anni,riporto’fratture e gravi lesioni per alcune delle quali è stato costretto a sottoporsi a delicati interventi chirurgici oculistici. Le lesioni, giusta richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato l’attività investigativa, sono state anche oggetto di una perizia medico-legale che ne ha confermato la gravità e l’entità. Le investigazioni sono state rese ancora di piu’ difficoltose poiché hanno preso il via soltanto all’indomani dei fatti in quanto nell’immediatezza non è stato richiesto alcun intervento delle Forze di Polizia. Le indagini condotte dalla locale Squadra Mobile, hanno beneficiato anche delle preziose indicazioni fornite dai numerosi testimoni escussi, grazie alle quali si è riusciti a ricostruire con dovizia di particolari la vicenda ascrivendo ad ognuno degli indagati puntuali responsabilità penali.
La Procura della Repubblica interessata, condividendo le risultanze emerse, ha richiesto e ottenuto dal competente Gip idonea misura cautelare nei confronti dei tre soggetti identificati. In particolare per Campetella e Latini è stata emessa misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con l’obbligo in capo agli stessi di non allontanarsi dalla propria abitazione in orario notturno e serale. Per Talamonti, invece, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Civitanova Marche. Sono tuttora in corso indagini anche al fine di comprendere i motivi del pestaggio dell’uomo posto che tutti i soggetti, già conosciuti alle Forze dell’Ordine, svolgono funzioni di buttafuori nei locali notturni della costa tra le province di Ascoli Piceno e Macerata.
Sono 120 i tecnici, tra ingegneri e geometri, che hanno risposto all'appello lanciato dal presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli per l'avvio, il 30 gennaio, del sistema regionale di gestione nella compilazione delle schede Fast per l'agibilità degli edifici, passato dal Dicomac in carico alla Regione.
"Sono state formate 60 squadre che sono già al lavoro, è un bel numero e un buon segnale. Bisogna continuare così" dice il governatore all'ANSA, ringraziando coloro hanno risposto al suo appello che lui stesso definisce "accorato", in cui aveva chiesto ai tecnici "uno sforzo straordinario". "E' una sfida grandissima - aggiunge -, un passaggio fondamentale per accelerare il processo della ricostruzione". Il capitolo dei sopralluoghi e delle verifiche di agibilità - 24.706 le verifiche Fast eseguite nelle Marche - è stato reso particolarmente complicato dal susseguirsi di nuovi eventi sismici, da agosto, a ottobre a gennaio fino a pochi giorni fa, con la necessità ogni volta di ripartire da capo. (Ansa)
La storia del bambino della prima media che ha portato a scuola un sacchetto con dentro della marijuana sta continuando a far discutere e cominciano a trapelare i primi elementi oggettivi. Infatti, le indagini sono proseguite e il ragazzino della prima media, dodici anni ancora da compiere, ha confessato ai carabinieri di aver preso quel sacchettino a casa.
Quasi certamente l’atto del bambino è stato solo un gioco finito male, voleva forse fare colpo sui suoi compagni di classe senza sapere bene a cosa sarebbero andati incontro lui e la sua famiglia. Nello sbandierare ai quattro venti che lui aveva la droga non ha pensato che qualcuno avrebbe potuto dirlo ai professori e soprattutto che questo avrebbe comportato delle serie conseguenze ( per leggere la storia clicca qui).
Quando il piccolo è stato interrogato dai carabinieri ha quindi confessato di aver sottratto la busta al fratello maggiore. Una dichiarazione che ha comunque alleggerito un po’ la situazione. Dirigente scolastico e professori hanno infatti temuto di aver scoperto un vaso di Pandora, di aver fatto luce su una situazione latente e pericolosa.
Spesso si pensa che la nostra zona sia molto più sicura di altre situazioni italiane e che i nostri ragazzi siano esuli da situazioni pericolose, invece episodi come questo ci riportano ad una realtà dove è necessario soprattutto cercare, in primis attraverso la scuola, di agire con la prevenzione. Un gioco di un ragazzino di 11 anni che potrebbe comunque costargli la sospensione. Il lato positivo della storia è il basato sul coraggio degli altri alunni di raccontare subito l’accaduto ai professori, segno di una grande maturità e di un rispetto delle regole che deve essere apprezzato.
Debbo chiedere pubblicamente scusa a Vasco Errani. Lo faccio prontamente da questa rubrica e senza attenuante alcuna. Solo qualche giorno fa l’ho accusato di appesantire gli iter burocratici, senza nessuna ragione plausibile. Sbagliando ancora, ho anche molto criticato l’impianto normativo sul terremoto, soggetto a diverse verifiche da parte di alcune autorità di controllo. L’assunto delle mie critiche si basava e faceva forza sulla correttezza e sul profondo senso di responsabilità dell’intera comunità marchigiana. Una percezione, questa, che si è rivelata completamente distorta e sbagliata. Non solo annullata, ma addirittura completamente ribaltata da un recentissimo studio effettato da una autorevole testata giornalistica regionale sull’abuso dei medicinali nel post sisma. In particolare di Viagra. Davvero un’autentica vergogna, come segnalavano qualche giorno fa le locandine pubblicitarie, disseminate per ogni dove, dello stesso giornale.
Do ovviamente per scontato che questo studio, prima di essere pubblicato, sia stato realizzato con rigorosissimi criteri scientifici. Sarebbe infatti da pazzi solo pensare di dare alle stampe determinati numeri e percentuali se non si hanno in mano inattaccabili riscontri oggettivi e certosine tabelle con quantità e qualità del campione intervistato. Soprattutto se esso studio offre uno spaccato discutibilissimo dei marchigiani. Pronti ad approfittare, come si evince dagli articoli a corredo, pure delle altrui disgrazie. In questo caso per fare incetta - come ampiamente dimostrato - di pillole blu, a tutti note per le capacità di far fronte, in erotici diletti, al non trascurabile problema della disfunzione erettile. Certo è che se nei numerosi articoli, si fosse fatto riferimento agli autori e ai criteri matematici utilizzati nel lavoro di ricerca sarebbe stato meglio per tutti. Del resto parole che si trasformano in pietre come: beffa, vergogna, delusione, farmacie prese d’assalto e sanità deviata non si utilizzano se non si ha nel sacco una granitica certezza sull’inoppugnabilità del lavoro effettuato. Studio corroborato, peraltro dagli autorevolissimi pareri della dirigente regionale della sanità, Lucia di Furia e del segretario regionale del PD Francesco Comi, che definisce il fenomeno dell'abuso di medicine "ingiusto e intollerabile.”
Quindi la notizia di cui dobbiamo – ahimè – prendere realisticamente atto è che moltissimi nostri concittadini, con la scusa del terremoto, stanno addirittura abusando dei medicinali. Se è così oggi, figuriamoci cosa accadrà quando verrà il momento della vera e propria ricostruzione. Se tanto dà tanto, e con questi presupposti, chiedere di mettere un freno alla burocrazia e ai controlli, non solo diventa impossibile, ma suonerebbe come un’autentica provocazione: quasi un istigazione a delinquere! Anzi, visto questo odioso e prontamente documentato precedente, occorrono più verifiche e maggiori controlli. Se c’è chi oggi si approfitta delle medicine, quando sarà il momento di scavi, mattoni, piastrelle ed infissi, ci troveremo verosimilmente in presenza di un pericoloso suk afgano, popolato da malavitosi e malfattori da far impallidire Alì Babà e i quaranta ladroni. Il biglietto da visita che abbiamo offerto con i medicinali richiede dunque e senza indugi la pronta presenza di numerosi gendarmi in ogni angolo del territorio. Possibilmente armati di carabine e dotati anche dei desueti, ma sempre efficacissimi schiavettoni.
A me resta l’amaro in bocca per aver combattuto fino ad oggi una battaglia dalla parte sbagliata. Ma con la stessa onestà intellettuale con la quale chiedo apertamente scusa a Errani, ribadisco la mia totale buona fede in proposito. Buona fede che, nonostante le risultanze dell’approfondita indagine scientifica del noto quotidiano regionale, mi porta ancora a scrivere (e se ve ne fosse bisogno anche a giurare) sulla correttezza della totalità dei marchigiani. Soprattutto in circostanze drammatiche come questa che stiamo vivendo. Di tutti, terremotati e non. D’altra parte al cuore non si comanda e così come l’amore cieco verso una donna - ancorchè fedifraga - riesce a far velo anche sulla vera e cruda realtà, allo stesso modo uno studio – per quanto documentato e scientificamente avvalorato – non riuscirà a farmi cambiare la stima e l’impagabile considerazione che ho dei miei conterranei.
"Mi trovo di fronte a un bivio: o caccio dal mio albergo i terremotati o lo regalo allo Stato. La Regione non ci paga ancora e io non posso continuare a chiedere soldi in banca e pagare tributi e utenze". Così Andrea Evangelista, titolare dell'Hotel del Cavaliere a Centobuchi di Monteprandone, che da mesi ospita gli sfollati. "La Regione - attacca - ci sta prendendo in giro ritardando i pagamenti concordati quando abbiamo sottoscritto il contratto. Sono mesi che imploro di pagarmi.
Ancora stamattina mi dicono che i pagamenti stanno per andare in commissione ma che comunque poi ci vorranno diversi giorni prima che siano accreditati sul conto dell'hotel. Non ce la faccio più, sto anticipando praticamente tutto, facendomi prestare i soldi in banca. Abbiamo accolto i terremotati e recentemente anche chi ha avuto la casa rovinata dal maltempo: li consideriamo come di famiglia ormai, ma non posso anticipare ancora soldi, non ce la faccio. La Regione deve mantenere gli impegni". (Ansa)
"In merito alle dichiarazioni del titolare dell'Hostaria del Cavaliere a Centobuchi di Monteprandone la Regione precisa che, così come già detto direttamente all'interessato più volte, la pratica è in pagamento". Così, in una nota, la Regione replica all'albergatore che denunciava ritardi nei rimborsi per l'ospitalità data ai terremotati. "I primi report caricati sul sistema di gestione e rendicontazione della Regione relativi alla sua struttura sono datati tra il 17 gennaio 2017 e il 3 febbraio 2017. Contestualmente -seguita la nota - gli uffici regionali hanno richiesto integrazioni documentali e le stesse sono pervenute in data 6 febbraio scorso. Integrazioni necessarie per effettuare il pagamento all'interessato" che, ricorda la Regione Marche, "deve avvenire entro il termine massimo di 60 giorni dal ricevimento effettivo della fattura".
Una nuova scossa di terremoto è stata registrata questa mattina alle 10.58. L'epicentro è stato localizzato fra Spoleto e Terni a una profondità di 9 chilometri. La scossa è stata distintamente avvertita anche nelle zone delle Marche dove il sisma ormai non dà tregua da diversi mesi.
Ma, a differenza della sequenza sismica precedente, stavolta sembra essersi attivato un nuovo sistema di faglie. A confermarlo è il sismologo Alessandro Amato con un post sul suo profilo Facebook: "Terremoto fra Terni e Spoleto alle 10.58, magnitudo 3.9. Decisamente fuori dalla sequenza iniziata ad agosto 2016. Altro sistema di faglie".
E la situazione, ovviamente, viene costantemente monitorata.
"Accogliere oggi è una scelta e, grazie al sistema Sprar, un'equa distribuzione dei flussi che questo sistema sarà in grado di garantire, è un importante passo avanti nel quale l'Anci ha sempre creduto e nel quale ha avuto sempre un ruolo centrale". A dirlo è Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche introducendo l'incontro "Il Sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati" per presentare il nuovo piano nazionale di ripartizione ed il modello SPRAR. Prosegue, quindi, il lavoro di Anci Marche per migliorare l'accoglienza sul territorio e far sì che tutti facciano la propria parte senza creare concentrazioni di migranti in pochi comuni. L'incontro tenutosi ad Ancona e replicato a Pesaro, va in questa direzione. Ad oggi solo 83 dei 236 comuni delle Marche ospitano migranti e, a fronte dei 4540 migranti presenti sul territorio regionale, solo 646 di questi rientrano nel sistema Sprar, mentre il restante 80% circa è sotto la diretta gestione delle prefetture.
Anci Marche ha cercato di anticipare occasioni di confronto in considerazione del fatto che i comuni che intendono entrano nel sistema Sprar, se presentano il proprio progetto entro il 31 marzo, lo potrebbero avere finanziato per il 95%. "Come Regione Marche – ha detto Fabio Sturani in rappresentanza della giunta regionale – oltre a felicitarci per il lavoro di coordinamento dell'Anci, dei comuni e della prefettura, abbiamo la necessità di avere una banca dati aggiornata in maniera tempestiva". Camilla Orlandi, Responsabile Dipartimento per l'integrazione e l'accoglienza, Gestione immigrazioneANCI Nazionale ha spiegato il sistema di ripartizione delle quote regionali "che però creava una difficoltà nel passaggio successivo per il passaggio ai comuni e quindi nell'allocazione sul territorio dei migranti" – ha detto.
"Come Anci abbiamo avviato questo lavoro e, nella direttiva dell'11 ottobre 2016 del Ministero dell'Interno è introdotto la clausola di salvaguardia che tutela i comuni aderenti al sistema Sprar dal non vedersi assegnati altri migranti oltre quelli stabiliti". Daniela Di Capua, Direttrice Servizio Centrale SPRAR, ha spiegato le basi del Piano che si fonda sul principio di propozionalità del piano pensato per essere sostenibile, definendo fasce di ripartizione che tengano conto della ripartizione dei comuni e dal principio della volontarietà di adesione alla rete Sprar, non essendoci obbligatorietà rispetto all'adesione ma resta una proposta fatta ai comuni che possono aderire o meno. "I comuni – ha detto – non devono presentare progetti per il numero massimo di soggetti che possono ospitare ma anche per numeri inferiori". "Nelle Marche - ha aggiunto - rappresentate una buona pratica con 25 progetti già attivi per 800 posti. Una regione ben più grande come la Lombardia a progetti per 1500 posti, quindi meno del doppio".
Le Marche sono al 5° posto per “assunzioni di difficile reperimento” dopo Friuli Venezia Giulia 29,6%, Trentino 25,8%, Veneto 25,5%, Umbria 23,3% (Marche 23,2%). A dirlo gli ultimi dati pubblicati da Unioncamere, tramite il servizio informativo Excelsior, realizzato in collaborazione con il ministero del Lavoro. C’è sempre più bisogno di collegare bene richieste delle aziende e competenze dei candidati.
Questo è uno degli obiettivi che l’Univpm sta perseguendo al fine di dare risposte sempre più precise in termini di occupazione a molti studenti mediante la realizzazione di progetti con le più importanti imprese del territorio, ma non solo. Mercoledì 8 febbraio è stato firmato l’accordo quadro tra l’Università Politecnica delle Marche e iGuzzini illuminazione S.p.A. Erano presenti Adolfo Guzzini Presidente di iGuzzini Illuminazione, Sauro Longhi Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Francesco Piazza Direttore Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e Paola Pierleoni professoressa del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione. L’accordo ha per oggetto lo svolgimento di attività di ricerca, didattiche e di formazione congiunte ed è finalizzato ad agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro, anche attraverso momenti di alternanza tra studio e lavoro. Nell’ambito delle attività di formazione, annualmente verrà selezionato un gruppo di studenti iscritti al corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica, a cui sarà offerta la possibilità di svolgere tirocini formativi presso la ditta, ai quali iGuzzini Illuminazione S.p.A rimborserà direttamente l’importo delle tasse e contributi universitari relativi alle iscrizioni ai due anni del corso di Laurea Magistrale. Dualmente, sono contemplate attività di ricerca applicata nei campi del design di sistemi di illuminazione per interni, esterni, eventi e opere d’arte, progettazione di reti di sensori per Internet of Things applicate nel campo del Lighting (con particolare riferimento alle tematiche del comfort ambientale e della valorizzazione e riqualificazione di ambienti di interesse storico/architettonico), progettazione di sistemi elettronici embedded per il controllo e l’efficienza energetica dei sistemi di illuminazione, tramite la realizzazione di team congiunto di docenti Univpm e personale qualificato di iGuzzini Illuminazione.
Pioggia in arrivo sulle Marche con la possibilità di smottamenti e dissesti a causa della saturazione dei terreni dovuta alle precipitazioni dei giorni scorsi. E' l'indicazione dei un avviso di condizioni meteo avverse e di un avviso di criticità idrogeologica, diramati dal Centro funzionale della Protezione civile regionale, valido dalle 12 di domani alle 12 di venerdì 10 febbraio.
Le piogge saranno diffuse, anche a carattere di rovescio, più insistenti nella zona collinare e montana centromeridionale con cumulate moderate e localmente elevate. La criticità idrogeologica e idraulica è moderata (il livello inferiore alla criticità elevata) per le zone della costa e dell'entroterra delle province di Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, ordinaria per costa ed entroterra delle province di Ancona e Pesaro Urbino.
Erano specializzati in furti negli appartamenti tre albanesi con base a Porto Sant'Elpidio arrestati dai carabinieri di Fermo la notte scorsa, dopo lunghe indagini e l'inutile tentativo di fuga di uno dei tre. I militari li hanno sorpresi in flagranza dopo che si erano introdotti in un'abitazione di Massa Fermana, forzando una porta finestra. Avevano rubato alcuni gioielli e si erano dati alla fuga a bordo di un'auto risultata rubata a Montegiberto.
Hanno cercato di sottrarsi con violenza all'arresto (un militare è rimasto contuso) e uno dei tre è scappato a piedi, ma è stato riacciuffato poco lontano. Nelle loro abitazioni i tre albanesi nascondevano 58 monili in oro, sei diamanti, quattro orologi di valore e mille euro in contanti, per una somma complessiva di circa 50 mila euro. Si sospetta che la refurtiva provenga da precedenti furti commessi nelle province di Fermo e Macerata. (Ansa)