Nel panorama mediatico contemporaneo, la figura dell’influencer ha assunto un ruolo centrale, diventando oggetto di analisi e riflessione. Lucrezia Ercoli, filosofa e autrice, recentemente è stata invitata al programma “Zona Bianca” di Rete 4 per discutere sul caso dei ‘Ferragnez’, una crasi, quest’ultima, che sta prendendo la direzione di una separazione dei nomi e dei coniugi.
A tal riguardo, Ercoli, nel suo libro "Chiara Ferragni. Filosofia di un’influencer", esplora il fenomeno dell’influenza digitale attraverso la lente della filosofia; in particolar modo si sofferma sui meccanismi di immedesimazione che legano la Ferragni ai suoi milioni di followers.
Nel suo ultimo saggio, "Lo Spettacolo del male", l’autrice approfondisce ulteriormente la questione, esaminando come gli influencer possano diventare vittime del proprio show, in un’epoca dove la rappresentazione della violenza e del male sembra esercitare un’attrazione irresistibile sul pubblico. Il saggio si addentra nel bisogno umano di ‘mostri’, esplorando la nostra attrazione atavica per lo spettacolo del male, un tema che risuona profondamente nell’era digitale.
Durante la sua apparizione a “Zona Bianca”, Ercoli ha sottolineato come la crisi Tra Fedez e Chiara Ferragni abbia rivelato la natura del “Truman Show” in cui viviamo. Mentre Chiara e Fedez sono consapevoli di essere ripresi, come accade in un reality show, i figli, Leone e Vittoria, osserva la filosofa: “sono i veri protagonisti del Truman Show a cui abbiamo assistito finora perché, come nel celebre film, loro non hanno consapevolezza di essere stati al centro dell’intrattenimento per milioni di persone”.
Ercoli, poi, è passata a riflette sulla reazione del pubblico alla separazione, notando un interesse da parte dei followers non solo per la felicità di coppia, per il lusso e il successo, ma anche e soprattutto per quella che ha definito la “caduta degli dei”, evidenziando come il pubblico “sia interessato non tanto allo spettacolo del bene quanto a quello del male”.
La filosofa mette in luce non tanto il ‘crollo’ della coppia, che nel mondo dello spettacolo c’è sempre stato, quanto quello della reputazione, dell’autenticità narrata fino a ora: “le foto dei bambini di spalle ci fanno comprendere la costruzione dell’autenticità: non è più un momento in famiglia ripreso come uno scatto rubato mentre i bambini stanno giocando. Adesso vediamo che tutto è costruito”.
Easter Volley ‘memorial Flavio Brasili’, il Torneo Internazionale di Pallavolo Femminile Giovanile, compie 30 anni. Un compleanno speciale con la partecipazione di 124 squadre che, dal 28 al 30 marzo, disputeranno oltre 350 partite con 4 categorie al via, under 13 ‘trofeo Marco Vive’ under 14-16-18. Tre giornate di gara, per un totale di 400 partite circa, in 27 impianti di 13 comuni del territorio: Camerano, Osimo, Castelfidardo, Numana, Porto Recanati, Ancona, Loreto, Civitanova Marche, Offagna, Montelupone, Recanati, Polverigi, Sirolo. Dodici le regioni italiane e otto i Paesi rappresentati: Italia, Stati Uniti, Serbia, Croazia, Slovacchia, Lettonia, Ucraina (con le ragazze della formazione di Ivano Frankirsk) e per la prima volta la Polonia.
Abbinata alla manifestazione anche una gara di solidarietà tra atleti, allenatori, dirigenti e familiari la cui raccolta dei fondi viene devoluta all’Associazione Ambalt di Ancona che si cura dei bambini leucemici e dell’assistenza dei familiari.La cerimonia di premiazione del pomeriggio di sabato 30 marzo si terrà al Palarossini Estra-Prometeo di Ancona in presenza di tutte le squadre, delle atlete, degli arbitri e la consegna di premi speciali ‘Lo Sport nel Cuore’. La manifestazione, nell’arco dei 3 giorni, ospita oltre 1.800 persone tra atlete, tecnici, accompagnatori e genitori che hanno la possibilità di conoscere anche la bellezza dei luoghi dove si disputano le gare.
“Un torneo appassionante che concilia lo sport al turismo, alla solidarietà e alla socialità – è il commento dell’assessore regionale allo Sport, Chiara Biondi – è frutto dell'impegno costante degli organizzatori che instancabilmente promuovono lo sport e i suoi valori tra i giovani. In perfetta sintonia con la Regione Marche che crede nello sport, non solo veicolo di salute e benessere ma anche ottimo strumento di educazione e formazione che trasmette valori fondamentali come impegno, disciplina, aggregazione e gioco di squadra”.
"Le manifestazioni sportive, aggiunge Biondi “rappresentano anche un volano per la promozione turistica della nostra regione, poiché eventi come questo attirano visitatori e contribuiscono alla vivacità delle nostre comunità coinvolgendo i nostri magnifici territori in una rete collaborativa fondamentale. Sosteniamo convintamente iniziative sportive come questa capaci di arricchire il tessuto sociale e culturale delle Marche. Ringrazio gli organizzatori e porgo gli auguri a tutti i partecipanti per un'esperienza indimenticabile".
Accanto a Claudio Principi, che ideò il torneo 30 anni fa con il compianto fratello Daniele, tra gli organizzatori ci sono volontari e sponsor, oltre ad Ambalt, e un partenariato speciale con l’Ordine degli avvocati di Ancona che sensibilizzerà al diritto alla difesa premiando le migliori interpreti del ruolo di libero. “Il torneo – dichiara Principi - ha la caratteristica di conciliare gli aspetti sportivi e della competizione, della solidarietà, dell’inclusione, dell’amicizia, del rispetto e dell’accettazione della sconfitta, con la promozione e il turismo, considerando che la carovana di Easter Volley percorrerà le strade della Riviera del Conero”.
C'è la ruota dell'arcolaio impressa sulla nuova pavimentazione in pietra arenaria, l'antico strumento che veniva utilizzato dalle operaie per filare la lana, è il disegno scelto per il "Piazzale delle Filandaie", lo spazio intitolato sabato 23 marzo a Convento di Urbisaglia alla memoria del lavoro femminile.
Una intera comunità si è ritrovata vicina alla sua gente, a quelle donne che hanno segnato con il loro lavoro, le sorti di un paese in chiave sociale ed economica. Sono stati tre giorni densi di significato per il comune di Urbisaglia che ha organizzato l'evento "Ritorneremo un giorno...Ricamatrici, filandaie, operaie: il filo del lavoro femminile a Urbisaglia".
"È stato per noi importante intitolare un luogo fisico per celebrare il lavoro femminile di centinaia di donne che con la loro forza hanno sostenuto intere generazioni". Parole del Sindaco Paolo Giubileo pronunciate nell’evento inaugurale che ha richiamato moltissime persone: "L'occupazione delle donne e delle ragazze negli stabilimenti per la produzione della seta impiantati alla fine dell’Ottocento da Alessandro Caraceni e Girolamo Piccinini - ha aggiunto -, le operaie che hanno lavorato nel calzificio di Alessandro Minnoni, hanno segnato la nostra storia ed era giusto ricordarle".
Nel corso dell’evento condotto dalla giornalista Barbara Olmai, la musica dell'organetto di Katiuscia Merlini, ha riportato alla memoria la fatica di centinaia di donne, filandaie, ricamatrici che fin da quattordicenni andavano a lavorare, contribuendo all’economia delle proprie famiglie di origine.
"Abbiamo voluto ricucire il rapporto con il passato e dare spazio al lavoro di quelle donne che hanno trasmesso ai loro figli l’importanza della partecipazione attiva all'economia familiare e che hanno lasciato un profondo segno nella nostra comunità". Parole dell'assessora alla cultura Cristina Arrà che ha lavorato per organizzare i diversi eventi in cartellone tra incontri, proiezioni e mostre.
Ha valorizzato il lavoro di squadra sia degli uffici comunali, delle maestranze che delle delle ditte l'ingegner Nazareno Sagretti, dell’Ufficio lavori pubblici e sisma del Comune di Urbisaglia, ricordando che si è trattato di un intervento di rigenerazione urbana realizzato con fondi complementari sisma del Pnrr.
Dopo la benedizione del Piazzale da parte del parroco di Urbisaglia don Fabio Piombetti, che ha posto l'accento sull’importanza di avere una nuova piazza da vivere come luogo di aggregazione, il sindaco ha scoperto l’installazione in cui viene spiegata la motivazione dell’intitolazione. Poi Noemi Mariotti Gigi Caraceni, discendenti delle famiglie di Urbisaglia che hanno contribuito ad imprimere la connotazione del paese nel campo manifatturiero, hanno fatto vedere un sacco originale datato anni '50, con cui si conservava la seta prima di essere spedita all'estero.
Felice per l'esito delle giornate Paola Ciccioli, giornalista professionista, nata ad Urbisaglia. Promotrice culturale, fondatrice e coordinatrice del blog "Donne della realtà", la Ciccioli nel corso della sua vita ho raccolto documenti, testimonianze e studiato anche la storia del suo paese.
"Il disegno uscito dall'immaginazione dell'ufficio tecnico, coglie lo spirito del progetto - ha dichiarato -: nell’arcolaio c’è tutta la laboriosità femminile che anno dopo anno abbiamo ricostruito. Nel Convento di Urbisaglia negli anni '20 vivevano le suore e le bambine venivano ad imparare l’arte del ricamo, donne che poi sono diventate straordinarie ricamatrici. Guardando loro mi sono interessata alla materia che ha riguardato l’intera comunità per secoli, anche il trapasso dall’agricoltura all’industria è tutto poggiato sulle spalle delle donne".
A fine manifestazione le componenti dell’associazione "Il Circolo della lana", che ha sede nella Biblioteca gestita da Mirko Cardinali che ha coadiuvato la Ciccioli nel lavoro di ricerca, hanno omaggiato le donne presenti con delle mimose ricamate. Un gesto simbolico utile per mantenere vivo il filo del lavoro femminile.
La segretaria del Pd Marche, Chantal Bomprezzi, ha chiesto le dimissioni del capogruppo dem in Consiglio regionale Maurizio Mangialardi, parlando di "un cambio di passo e di guida e un gesto di responsabilità", durante la direzione regionale del partito che si è tenuta ieri sera ad Ancona.
Mangialardi fa parte della minoranza uscita sconfitta dalle primarie aperte che hanno eletto Bomprezzi alla guida del partito. Nei giorni scorsi aveva fatto rumore la notizia di un dossier presentato da alcuni componenti del gruppo consiliare alla segretaria nazionale Elly Schlein. Un suo eventuale passo indietro potrà essere accolto solo del gruppo consiliare Pd.
Nella sua relazione Bomprezzi, che ha invece espresso apprezzamento per la leader della minoranza Michela Bellomaria, sua avversaria alle primarie, ha fatto più volte riferimento alla necessità di unità del partito di fronte alle prossime sfide elettorali (europee e amministrative in 148 Comuni). "Il gruppo consiliare non può essere percepito all'esterno come l'alter ego del partito - ha detto -. Il capogruppo non è un dirigente qualsiasi, è voce del Pd nelle istituzioni regionali. Per questo il suo ruolo è delicato e richiede equilibrio e senso di responsabilità, quanto il mio. Serve dialogo tra capogruppo e partito e questo dialogo, lo dico con profondo malincuore, manca".
Bomprezzi ha parlato di "percorsi o decisioni non condivise", "attacchi strumentali", "operazioni fatte nell'ombra", "assenze", ma anche di "uscite o dichiarazioni stonate, o ritorni di inusuali interlocuzioni con forze di destra". Una situazione che "ci ha fatto male agli occhi dell'opinione pubblica, minando la nostra credibilità a vantaggio della destra". Questa situazione "deve cambiare", ha insistito, "per il bene del nostro partito". La relazione, integrata dal contributo di Michela Bellomaria, è stata approvata all'unanimità, ma la minoranza non ha partecipato al voto.
Nuova tecnologia per la cura dell’osteoporosi in dotazione al Reparto di Reumatologia dell’ospedale di Civitanova: si tratta di un ecografo made in Italy equipaggiato con tecnologia REMS (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry), che consente di valutare la densità e la qualità dell’osso in maniera non invasiva perché, a differenza della tradizionale “MOC”, utilizza gli ultrasuoni e non le radiazioni ionizzanti.
“L’osteoporosi è una condizione, tipica delle donne in post-menopausa e degli anziani, dovuta ad una patologica fragilità dell’osso che determina un incrementato rischio di fratture – spiega la dottoressa Maria Luisa Minnucci, direttrice dell’Unità Operativa di Medicina Interna del nosocomio costiero -. La diagnosi precoce è fondamentale e permette, grazie a terapie di comprovata efficacia e nuovi trattamenti con farmaci ‘biologici’, di attuare strategie terapeutiche personalizzate che riducono il rischio di frattura e le problematiche conseguenti quali dolore, disabilità e necessità di ricovero ospedaliero”.
I reumatologi Patrizia Del Medico, Francesco Giorgetti e Gianluca Smerilli hanno partecipato a un training mirato e sono abilitati all’utilizzo di questa tecnologia.
“Stiamo per attivare un ambulatorio dedicato ai pazienti ricoverati in ospedale, successivamente l’offerta sarà estesa anche agli utenti esterni per garantire al territorio un servizio di primaria importanza”- sottolinea la direttrice sanitaria Daniela Corsi. “Inoltre, per incrementare la quantità e la qualità delle prestazioni offerte e ridurre le liste di attesa, è stata aperta una nuova seduta di ambulatorio reumatologico e sta per essere attivato anche un servizio di ecografia muscoloscheletrica ed infiltrazioni eco-guidate dedicati ai malati reumatici”.
“L’ospedale di Civitanova è la terza struttura pubblica a dotarsi di questa nuova tecnologia d’avanguardia nella Regione Marche - dichiara il direttore generale dell’AST Marco Ricci – nell’ottica di migliorare il percorso dei pazienti con osteoporosi e con la finalità di garantire ai cittadini cure più appropriate”.
Boom di presenze nel weekend a Matelica grazie alle Giornate Fai di Primavera. È la prima volta per la città e c’è stato un ottimo riscontro di visitatori che hanno potuto ammirare bellezze note e meno note diffuse in tutto il centro storico. Con partenza da piazza Mattei, i turisti hanno visitato: la cattedrale di Santa Maria con le sue cappelline di San Biagio e della Madonna di Loreto; la Biblioteca comunale con esposti tre salteri dell’inizio del XVI secolo e pergamene dei secoli XII e XIII; il rinnovato spazio espositivo in via Cuoio con gli ingranaggi degli storici orologi della torre civica e del teatro; il teatro Piermarini con i resti delle terme romane sotto il palcoscenico e il Foyer del Teatro con degustazione di verdicchio; il Monastero della Beata Mattia con il suo cortile interno e la storica cantina Provima nel quartiere di San Rocco.
Grande soddisfazione per l’assessore alla Cultura Giovanni Ciccardini: «Si è chiuso un altro importante tassello della mia attività amministrativa, oggi anche Matelica fa parte della grande famiglia del FAI – afferma Ciccardini -. È stata un’esperienza nuova ed estremamente sfidante. Al fine di garantire il buon esito della manifestazione sono scese in campo molte strutture di volontariato locale: Pro Matelica, CRI comitato di Matelica, Gruppo Comunale di Protezione Civile, Gruppo Alpini Val Potenza, abbiamo perfino scomodato le suore della Beata Mattia, oltre ad un gran numero di amici e amiche profondi conoscitori dei nostri beni culturale. Ottimo risultato di pubblico, circa 1000 visitatori, ai quali abbiamo offerto la possibilità di visionare sia nuove proposte culturali di recente restaurate, sia oggetti e luoghi non visibili ordinariamente al pubblico. Il percorso si è chiuso con la possibilità di degustare il nostro ottimo Verdicchio. Sono state due giornate importanti quelle che si sono svolte a Matelica, questo grazie ai tanti amici che fattivamente e con passione hanno contribuito ad ottenere un grande risultato. Un grande regalo per me e per l’intera comunità. A molti abbiamo chiesto un riscontro sull’organizzazione, tutti ci hanno confermato la loro soddisfazione di massima».
Ottimo risultato anche per l’assessore al Commercio Maria Boccaccini: «Grande soddisfazione da questa prima esperienza delle Giornate di Primavera del FAI – conferma Boccaccini - importantissime per far conoscere le bellezze di Matelica al visitatore-turista, ma anche altrettanto importanti per i matelicesi che hanno potuto approfondire e apprezzare alcune particolarità e bellezze che non conoscevano. La nostra città si è confermata accogliente e meravigliosa».
L'acqua che utilizziamo quotidianamente diventa contaminata dopo l'uso a causa della variazione dei suoi parametri chimico-fisici, rendendola non più adatta all'uso. Queste acque reflue vengono quindi allontanate, ad esempio attraverso il sistema fognario, poiché possono compromettere l'equilibrio degli ecosistemi. Pertanto, è necessario implementare un processo di regolamentazione per trattare questi liquidi di scarto. L'obiettivo è trasformare le acque inquinate in modo da poterle reimmettere nell'ambiente senza causare danni. Questo processo avviene negli impianti di depurazione, dove vengono applicati trattamenti mirati per garantire la sicurezza ambientale. In questo articolo esamineremo i principi fondamentali del funzionamento degli impianti di depurazione e i trattamenti utilizzati per rendere le acque sicure prima di reinserirle nell'ambiente.
Pulizia delle acque: trattamenti e soluzioni
Una volta convogliate e trasmesse a un impianto di depurazione attraverso un sistema fognario adeguato, le acque reflue, ossia quelle acque contaminate, vengono sottoposte a una serie di processi che mirano all'eliminazione degli agenti inquinanti presenti al loro interno. Questi processi possono essere distinti principalmente in due o tre importanti categorie: trattamenti fisici, chimici e biologici. Approfondiamo meglio ciascuna di queste metodologie.
Depurazione delle acque: perche è importante
Le industrie e gli impianti urbani sono responsabili dell'inquinamento delle acque. E poiché l'acqua è una risorsa pubblica limitata, è oggi indispensabile provvedere alla sua depurazione a seguito delle attività industriali, per consentire a un maggior numero di persone di poterne godere senza rischi per la salute.
In Italia, i sistemi di trattamento acque reflue sono soggetti a una regolamentazione nazionale ed europea sempre più stringente. Tuttavia, per varie cause, ma anche per timore di investimenti troppo onerosi, molti siti hanno difficoltà a trattare adeguatamente le acque reflue, ponendo a rischio se stessi, con la possibilità di essere sanzionati con eventuale chiusura dell'attività, mettendo anche in pericolo l'ambiente e le persone.
Processi di trattamento fisico delle acque reflue: separazione e rimozione
Un trattamento fisico è in grado di separare dalle acque contaminate le sostanze più grosse senza l'utilizzo di sostanze chimiche aggiuntive volte a favorire questa separazione. Alcuni esempi includono:
Grigliatura: Questo trattamento prevede il passaggio dell'acqua contaminata attraverso una griglia con maglie di dimensioni standardizzate. Ciò consente di separare dalla corrente d'acqua tutti gli elementi di dimensioni superiori alle maglie della griglia stessa.
Dissabbiatura: La dissabbiatura è un processo che mira alla rimozione delle particelle di sabbia presenti nell'acqua. A differenza della grigliatura, la rimozione avviene attraverso un processo di sedimentazione. Le particelle di sabbia vengono fatte depositare sul fondo di apposite vasche grazie alla forza di gravità. È importante progettare le vasche in modo da permettere il continuo flusso dell'acqua, impedendo l'accumulo che potrebbe arrestare il funzionamento dell'impianto. La velocità del flusso deve essere controllata attentamente per consentire alle particelle di sabbia di sedimentare correttamente.
Filtrazione: Questo trattamento fa uso di filtri che trattenendo le sostanze in sospensione, principalmente tramite contatto, adesione o distacco.
Il trattamento delle acque reflue
Le attività sociali, produttive e ricreative, soprattutto in contesti urbani, richiedono una considerevole quantità di acqua. L’utilizzo dell’acqua genera inevitabilmente scarichi che devono essere sottoposti a trattamento depurativo prima di essere restituiti all’ambiente. Le acque reflue urbane, una volta costituite principalmente da sostanze biodegradabili, oggi presentano sfide crescenti nel loro smaltimento a causa della diffusa presenza di composti chimici di origine sintetica, particolarmente impiegati nell’industria.
I mari, fiumi e laghi non possono sopportare un aumento delle sostanze inquinanti oltre la loro capacità autodepurativa senza compromettere la qualità dell’acqua e gli equilibri dell’ecosistema. Pertanto, è evidente la necessità di trattare le acque reflue attraverso sistemi che simulino i processi biologici naturali che avvengono nei corpi idrici. Il trattamento del refluo è particolarmente intensificato quando i corpi idrici riceventi (mari, fiumi, laghi, ecc.) sono a rischio di inquinamento permanente.
Riutilizzo: una strategia sostenibile per il ciclo dell’acqua
Indipendentemente dall’impatto ambientale, la gestione corretta del ciclo dell’acqua implica il riutilizzo delle acque reflue depurate come alternativa per un uso più razionale della risorsa idrica. Questo approccio offre benefici sociali ed economici, come la protezione dei corpi idrici e una gestione appropriata della risorsa idrica. Il riutilizzo delle acque reflue può essere considerato un’innovazione nell’uso sostenibile delle riserve d’acqua, offrendo un approvvigionamento idrico a costi inferiori rispetto allo smaltimento.
Trattamento completo: fasi e processi chiave
Il trattamento delle acque reflue è dunque, un processo fondamentale per rimuovere contaminanti e inquinanti prima di restituire l’acqua all’ambiente o di riutilizzarla in modo sicuro. Esso viene generalmente diviso in tre fasi principali:
- Trattamento Primario
- Settizzazione: Rimozione dei solidi sospesi e formazione di fango primario
- Rimozione dei solidi sospesi
- Trattamento Secondario
- Processo biologico: Decomposizione della materia organica tramite organismi viventi
- Aerazione: Fornitura di ossigeno per sostenere l'attività dei batteri aerobici
- Trattamento Terziario
- Rimozione dei nutrienti
- Filtrazione avanzata
- Disinfezione
Non si arresta la battaglia del comitato "Salviamo Belforte dall'inquinamento" contro l'installazione di un'antenna di 36 metri in un terreno privato in zona San Giorgio. Con un'assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza, venerdì scorso, il comitato - difeso dall'avvocato Borgani - ha annunciato il ricorso al Tar contro il Suap Associato dell'Unione Montana dei Monti Azzurri che ha rilasciato l'autorizzazione per l'installazione dell'antenna, e le ditte installatrici Cellnex Italia spa e Zefiro Net srl.
La posizione del comitato è chiara e decisa, ed è volta alla tutela dell'ambiente e della salute: "Dopo il ricorso al Tar e la raccolta di oltre 500 firme - riferiscono i membri del comitato -, nelle prossime settimane verranno intraprese ulteriori azioni a sostegno di questa iniziativa. È stata avviata una raccolta fondi per coprire le spese che si stanno sostenendo e per l'organizzazione di un prossimo evento informativo al quale parteciperanno esperti sul tema dell'inquinamento elettromagnetico".
Turni da 12 ore non pagati e reclutamento direttamente presso i centri di accoglienza: smantellate due aziende per concorso in caporalato e riciclaggio. I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata hanno, infatti, dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di due cittadini italiani di origine pakistana e marocchina, nell'ambito di un'articolata attività d'indagine sul caporalato e lo sfruttamento del lavoro nel settore dell’agricoltura.
Le indagini sono state avviate nel mese di settembre 2023 a seguito di alcune segnalazioni e denunce presentate presso gli uffici del Nucleo Ispettorato del Lavoro. La meticolosa attività di indagine svolta nei confronti dei soggetti indagati, ha consentito ai carabinieri di identificare i quattro soggetti indagati, individuando le rispettive responsabilità.
Il ruolo di "deus ex machina" è stato attribuito ad uno dei due destinatari della misura cautelare in regime degli arresti domiciliari. Si tratta di un cittadino di origini pakistane che all’atto dell'esecuzione dell'ordinanza emessa dall’ufficio Gip presso il Tribunale di Macerata, si trovava già in regime di arresti domiciliari per un'altra indagine condotta sempre dal Nil Carabinieri di Macerata nel settembre 2023.
L’attività investigativa ha consentito di acclarare come l'uomo, al fine di garantirsi una continuità nello sfruttamento dei lavoratori, si avvalesse di un’altra compagine societaria, risultata in parte riconducibile a sé, ma formalmente intestata ad una donna destinataria della misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in quanto responsabile dei reati di sfruttamento del lavoro e riciclaggio.
I lavoratori, tutti extracomunitari, venivano reclutati anche presso i centri di accoglienza, e utilizzati nelle campagne della provincia di Macerata e delle province limitrofe. I lavoratori, impiegati presso terzi, nella maggior parte dei casi non sono stati retribuiti o hanno ricevuto somme irrisorie ben al di sotto degli standard previsti dai contratti collettivi di lavoro nazionale e provinciale, in violazione delle norme in materia di sicurezza, senza alcun dispositivo di protezione individuale, operando anche in assenza di sorveglianza sanitaria.
I lavoratori svolgevano turni, anche di 12 ore giornaliere, che si protraevano dalle prime luci dell’alba fino al tardo pomeriggio, in violazione alla legge relativa all’orario di lavoro e senza alcuna maggiorazione per il lavoro straordinario e festivo. Gli stessi venivano sottoposti a forme di sorveglianza e condizioni di lavoro degradanti in quanto veniva controllata costantemente anche la quantità dei prodotti agricoli raccolti dalle singole squadre.
I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, coordinati dalla Procura di Macerata, hanno riscontrato che, quotidianamente, gli indagati impiegavano squadre di operai e li conducevano nelle campagne.
L’attività illecita era ben organizzata, infatti il caporale potendo contare su una continua e sistematica richiesta di manodopera da parte di alcune aziende committenti fidelizzate, reclutava in prestabiliti punti di raccolta, situati nel maceratese, i lavoratori stranieri, per lo più di nazionalità bangladese e pakistana, i quali venivano trasportati sui luoghi di lavoro con dei furgoni.
L’attività di indagine ha quindi permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli sfruttatori i quali, esercitando un potere intimidatorio e di ricatto disponevano quotidianamente di stranieri impiegati in maniera irregolare presso le aziende agricole del territorio.
Tali gravi indizi di colpevolezza hanno determinato l'autorità giudiziaria non solo ad emettere le misure cautelari personali, ma - essendo emerso che le somme spettanti alla ditta del principale indagato, già sottoposta a sequestro, venivano reimpiegati in un'altra compagine societaria gestita di fatto sempre dal principale indagato - a ravvisare anche il reato di riciclaggio. Alla luce di quanto, è stata disposta l'esecuzione del sequestro preventivo di 2 aziende, di 5 veicoli aziendali e della somma di oltre 70mila euro, nonché la nomina di un amministratore giudiziario.
Complessivamente il valore dei sequestri delle ditte, dei veicoli, dei conti correnti e delle somme in contante ammontano a 150mila euro. L'esecuzione delle due misure cautelari, del sequestro e del deferimento in stato di libertà di altri due soggetti di nazionalità italiana, di origine pakistana e algerina, per concorso in caporalato e riciclaggio, sono stati effettuati dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata coadiuvati dai militari delle stazioni di Montecosaro e Caldarola.
Lo scorso dicembre, la Denominazione di Origine Protetta (Dop) ha registrato un ulteriore aumento del 2,7% in questo settore, confermando così un anno di eccellenti risultati. La praticità e la facilità d'uso del formaggio grattugiato pronto per il consumo stanno guadagnando sempre più consensi tra i consumatori, diventando ormai una presenza consolidata nelle abitudini alimentari delle famiglie italiane e non solo.
Nel corso dell'ultimo mese del 2023, l'incremento del 7,1% nei rifiuti ha indicato anche una crescita della DOP con crosta confezionata sottovuoto.
Questo trend positivo evidenzia un'ulteriore preferenza da parte dei consumatori per la praticità e la freschezza offerta dalla confezione sottovuoto. La crosta confezionata sottovuoto offre un'opzione conveniente e versatile, consentendo ai consumatori di godere del gusto autentico e della qualità della Dop con crosta in modo comodo e duraturo.
L'incremento del 7,1% nei rifiuti nel mese di dicembre suggerisce una maggiore adozione di questa opzione di confezionamento da parte dei consumatori, che apprezzano la convenienza e la conservazione prolungata offerta dalla tecnologia sottovuoto.
Questi dati confermano la crescente popolarità e la fiducia dei consumatori nella Dop, che continua a soddisfare le esigenze e le aspettative di un mercato sempre più attento alla qualità e alla convenienza.
Il Caseificio Parmigiano Reggiano, un'icona dell'eccellenza culinaria italiana, ha registrato una crescita senza precedenti nel corso del 2023, consolidando la sua posizione come uno dei marchi più ambiti nel panorama internazionale. Ma cosa rende il Parmigiano Reggiano così speciale e perché i consumatori dovrebbero scegliere questo formaggio dal gusto unico e inconfondibile.
Parmigiano Reggiano: qualità e autenticità
Il segreto del successo del Parmigiano Reggiano risiede nella sua qualità insuperabile, frutto di una produzione artigianale che si attiene scrupolosamente alle antiche tradizioni tramandate di generazione in generazione. Ogni forma di Parmigiano Reggiano è il risultato di un processo meticoloso che inizia con il latte fresco proveniente da mucche allevate con cura e rispetto nelle zone designate della pittoresca regione Emilia-Romagna. Queste terre, ricche di storia e di tradizioni gastronomiche, conferiscono al latte e al formaggio un carattere unico e inconfondibile.
L'intero processo di produzione del Parmigiano Reggiano, con le sue radici profonde nella storia e nella cultura italiane, è un vero e proprio rituale che richiede pazienza, maestria e dedizione. Dal cagliare il latte alla formazione delle forme, dalla salatura all'affinamento, ogni fase è eseguita con estrema precisione e attenzione ai dettagli. Questa dedizione alla qualità e all'autenticità si riflette in ogni singola forma di Parmigiano Reggiano, donandole quel gusto inconfondibile e quella consistenza cremosa che lo rendono una vera delizia per i sensi.
Per i consumatori attenti alla provenienza e alla qualità degli alimenti che acquistano, il Parmigiano Reggiano rappresenta una scelta senza pari. Oltre a essere un simbolo di eccellenza culinaria italiana, questo formaggio incarna i valori di tradizione, artigianalità e rispetto per l'ambiente. Ogni assaggio di Parmigiano Reggiano è un viaggio attraverso secoli di savoir-faire caseario, un'esperienza che soddisfa non solo il palato, ma anche lo spirito di coloro che apprezzano la bellezza e l'autenticità di un prodotto così straordinario.
Salute e nutrizione grazie alla qualità del Parmigiano Reggiano
Oltre al suo delizioso sapore che incanta i palati di chiunque lo assaggi, il Parmigiano Reggiano si distingue per essere una vera e propria miniera di benefici per la salute. Non è solo un formaggio prelibato, ma un alleato prezioso nel mantenimento del benessere del nostro organismo. Ricco di calcio, proteine e vitamine essenziali, questo formaggio è una fonte nutrizionale di prim'ordine, fornendo al nostro corpo i nutrienti di cui ha bisogno per funzionare al meglio. Il calcio, fondamentale per la salute delle ossa e dei denti, è presente in abbondanza nel Parmigiano Reggiano, contribuendo a mantenere la salute scheletrica e prevenendo l'osteoporosi.
Le proteine, costituenti fondamentali per la costruzione e il ripristino dei tessuti muscolari, sono altamente concentrate in questo formaggio, offrendo un sostegno prezioso per chi pratica attività fisica o desidera mantenere una dieta equilibrata. Inoltre, le vitamine presenti nel Parmigiano Reggiano, come la vitamina A, la vitamina B12 e la vitamina D, svolgono un ruolo chiave nel supportare il sistema immunitario, nel favorire la salute della pelle e nella regolazione del metabolismo.
Ma le sue virtù non si fermano qui. Il Parmigiano Reggiano si distingue anche per il suo basso contenuto di lattosio, il che lo rende facilmente digeribile anche per coloro che sono sensibili ai latticini o che soffrono di intolleranze alimentari. Questo permette a un numero ancora maggiore di persone di godere dei suoi benefici senza preoccupazioni. E non dimentichiamo la sua straordinaria versatilità in cucina. Dal semplice tagliere di formaggi, dove può essere gustato da solo o accompagnato da frutta secca o miele, alla cucina gourmet, dove la sua consistenza cremosa e il suo sapore ricco si sposano perfettamente con piatti sofisticati come risotti, paste o zuppe, il Parmigiano Reggiano aggiunge un tocco di raffinatezza e gusto a qualsiasi preparazione culinaria.
Sostenibilità e rispetto dell’ambiente
Nel panorama attuale, in cui l'attenzione verso le questioni ambientali è sempre più diffusa tra i consumatori consapevoli, il Parmigiano Reggiano emerge come un esempio di impegno concreto verso la sostenibilità. I caseifici coinvolti nella produzione del Parmigiano Reggiano non si limitano a garantire la qualità del prodotto finale, ma abbracciano anche una visione olistica che integra il rispetto per l'ambiente e il benessere degli animali nelle loro pratiche agricole e di produzione. Questo si traduce in un approccio attento e responsabile che abbraccia ogni fase del processo, dall'allevamento delle mucche alla trasformazione del latte, fino alla maturazione del formaggio.
Le pratiche agricole adottate dai caseifici sono mirate a ridurre al minimo l'impatto ambientale, attraverso la gestione sostenibile delle risorse naturali e la riduzione degli sprechi. Inoltre, viene posta particolare attenzione alla salute e al benessere degli animali, garantendo loro spazi adeguati, un'alimentazione equilibrata e un trattamento rispettoso. Questo non solo assicura il benessere degli animali, ma si riflette anche nella qualità del latte prodotto, conferendo al Parmigiano Reggiano un gusto autentico e genuino.
Ma l'impegno del Parmigiano Reggiano verso la sostenibilità va oltre la produzione agricola. I caseifici adottano anche pratiche di gestione ambientale responsabile durante il processo di trasformazione del latte in formaggio, riducendo al minimo gli sprechi e ottimizzando l'uso delle risorse. Ad esempio, vengono impiegate energie rinnovabili e tecnologie eco-sostenibili per ridurre l'impatto ambientale delle operazioni di produzione.
Questo impegno per la sostenibilità non solo contribuisce a preservare il territorio e le risorse naturali, ma aggiunge anche un valore etico al prodotto che i consumatori possono apprezzare. Acquistare Parmigiano Reggiano non significa solo godere di un formaggio di alta qualità, ma anche sostenere un modello di produzione che rispetta l'ambiente e promuove il benessere degli animali. In un'epoca in cui la consapevolezza ambientale è sempre più importante, il Parmigiano Reggiano si distingue come una scelta alimentare che unisce gusto, qualità e responsabilità ambientale.
Una delegazione Unicam guidata dal Prorettore vicario, Emanuele Tondi, si è recata nei giorni scorsi in Cina ed ha fatto visita a diverse università, enti ed aziende. La visita è iniziata a Qingndao, nella provincia di Shandong, su invito della Ocean University of China.
"Ubicata sulla costa pacifica, la Ocean University of China è leader nell’analisi e nel monitoraggio ambientale, sia per quanto riguarda gli indicatori biologici che fisici. Ritengo quindi importante -ha sottolineato il professor Tondi - aver discusso con loro future collaborazioni nel campo della sostenibilità ambientale, mediante la mobilità di studenti e docenti delle due università e la definizione di specifici progetti riguardanti la didattica e la ricerca”.
Successivamente il Prorettore Tondi si è recato a Pechino, invitato dall’azienda di biotecnologie Tangyi, con cui Unicam organizza un Master di primo livello in “Innovations in cell therapy”, coordinato dalla professoressa Anna Maria Eleuteri.
"Con l’azienda Tangyi - ha affermato il prorettore vicario - abbiamo discusso termini e condizioni della collaborazione ed è stato gratificante incontrare numerosi nostri ex studenti del corso di laurea in Biotechnology che organizziamo a Changchun presso la Jilin Agricultural University, assunti nell’azienda con incarichi di rilievo".
La visita della delegazione Unicam si è poi conclusa a Hohhot, città della Inner Mongolia. "Insieme al dottor Stefano Pallotti di Unicam e al dottor Marco Antonini della Sede Enea di Unicam - ha proseguito il professor Tondi - abbiamo incontrato la Inner Mongolia Accademy of Science e l’Inner Mongolia Autonomous Region Fiber Quality Monitoring Center. Con loro è attiva da diversi anni una collaborazione scientifica relativa al Cashmere, finanziata dall’azienda Loro Piana e coordinata dal professor Carlo Renieri. L’intenzione è di sviluppare la collaborazione anche sui temi della sostenibilità ambientale della produzione di questa importante risorsa che è il Cashmere. Per questo motivo è stata incontrata la Inner Mongolia University per la stipula di un accordo che vede la supervisione del professor Valerio Napolioni".
"Sono dunque molto soddisfatto – ha concluso il Prorettore Tondi – per l’esito di questa visita in Cina che ci ha consentito di incontrare partner competenti e motivati a continuare ed aprire nuove collaborazioni con la nostra università, nuove iniziative messe in campo nell’ambito della sostenibilità ambientale, priorità comune ai due Paesi. Ringrazio sentitamente la dottoressa Yanting Zou del nostro China Office per aver organizzato e gestito questi incontri con professionalità e competenza".
"MC Calling – Pasquetta Senza Rete" è il festival che andrà in scena lunedì 1 aprile, ai Giardini Diaz, in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo che si celebra il 2 aprile. Organizzato e promosso dal progetto "Senza Rete" dell’Astuta Ability Academy, sotto la direzione artistica di Marco Cecchetti e con il patrocinio del Comune di Macerata, l’evento, presentato lunedì in conferenza stampa, mira a proporre una nuova visione sul tema del Disturbo dello Spettro Autistico.
"Un festival che lancia un messaggio importante e che ci auguriamo arrivi forte e chiaro a tutta la comunità dato che, come amministrazione, abbiamo fortemente appoggiato questa iniziativa per esprimere la massima attenzione dei confronti di un mondo, quello dell’autismo, che non vogliamo categorizzare ma rendere sempre più inclusivo e partecipe - ha commentato il vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali Francesca D’Alessandro -. Crediamo fortemente in una società che tutela i diritti dei più fragili e ci impegniamo sul fronte della promozione di progetti che vogliono supportare e creare un contesto di vita soddisfacente e di accoglienza e che sappia conoscere e riconoscere il bello di questo aspetto".
Alla base organizzativa l’Astuta Ability Academy, realtà nata nel 2021 per permettere alle persone con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico di acquisire competenze connesse al mondo del lavoro come sviluppato, successivamente, con il progetto "Senza Rete" e la produzione di Birracca, la "birra artigianale sociale", che vede impegnati gli stessi ragazzi dell’associazione.
"Abbiamo pensato a una giornata che fosse di condivisione e che coinvolgesse i ragazzi nel diventare parte attiva e consapevole nella conoscenza dell’autismo e anche per questo abbiamo scelto una location centrale e significativa come i Giardini Diaz – ha aggiungo Gioia De Angelis della Astuta Ability Academy -. C’è stata un’ampia risposta di partecipazione e ci auguriamo che la città sia in grado di guardare a questo aspetto a 360 gradi, andando a riscoprire un rapporto di vicinanza e di attenzione che è fondamentale”.
"Con il festival MC Calling abbiamo creato un collante che è stato in grado di unire i maceratesi e chi si occupa di autismo - ha concluso Marco Cecchetti -. Tantissime persone hanno risposto in maniera concreta ed entusiasta e hanno partecipato all’organizzazione del festival a livello artistico e di volontariato. L’obiettivo dell’iniziativa è rendere le persone più consapevoli allo scopo di abbattere le barriere sociali e culturali esistenti nei confronti dei ragazzi autistici e delle loro famiglie. Un ringraziamento, infine, al partner dell’iniziativa: Marche Energia".
Il programma
Dalle 10:30 i Giardini Diaz si accenderanno con aree food and drinks, gonfiabili, macchina dello zucchero filato e palloni giganti, il laboratorio di giocoleria curato da Arte Migrante, il laboratorio creativo “Kartoni ribelli. Scatole in movimento disturbano i giardini” a cura dell’associazione culturale Les Friches e il percorso su asini per bambini organizzato dall’associazione “La Carovana” di Appignano. Radio Rum, la radio di Unimc, TheBrands e DM Dubbing Marche cureranno invece interviste e spazi d’incontro dedicati che affronteranno il tema dell’autismo.
E dalle 17:00 spazio alla musica con Nicola Pigini, Dj Silvio, Brusco, Zio Pecos e Always Loving Jah, fino allo scoccare della mezzanotte quando lo Sferisterio si illuminerà di blu per sensibilizzare la cittadinanza in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo. In caso di maltempo l'evento si terrà domenica 7 aprile.
Pasqua Viennese è il prossimo programma della FORM che arriva a Macerata mercoledì 27 marzo, alle ore 21, al Teatro Lauro Rossi: Haydn e Schubert ci riportano nel cuore della capitale imperiale austriaca.
Sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, per la prima volta, c’è Umberto Benedetti Michelangeli. Premio Abbiati ricevuto durante il suo proficuo sodalizio con l’Orchestra da camera di Mantova, in veste di direttore principale, Michelangeli ha diretto importanti complessi di istituzioni sinfonico-cameristiche italiane ed europee. Sul palco anche l’attrice Chiara Baschetti, come voce recitante.
Volto noto in televisione nel cast di Paradiso delle Signore – dove interpreta Matilde Frigerio di Sant’Erasmo – L’isola di Pietro, insieme a Gianni Morandi, e Blanca, è nelle sale cinematografiche, nel ruolo di Damigella, nel remake dell’omonimo Conversazione con altre donne al fianco di Valentina Lodovini e Francesco Scianna.
Il programma Pasqua Viennese si apre con la Sinfonia n. 8 in si min. D. 759 Incompiuta (sinfonia n. 7) di Franz Schubert, una delle opere più note del compositore austriaco che conduce al cuore della sua poetica, al nucleo di desolazione e confidenza con la morte, tra vagheggiamenti del sogno e della memoria e lo schiudersi improvviso di angosciosi abissi. Non si hanno notizie certe sui motivi per cui il compositore non l'avesse portata a compimento: i primi due movimenti sono completi in tutti i particolari, mentre del terzo resta l’abbozzo dello Scherzo e delle prime battute del Trio.
Segue Le ultime sette parole di Cristo sulla Croce, Hob:XX:1 (versione per orchestra) di Franz Joseph Haydn, partitura nata nel 1786 dalla richiesta di un canonico di Cadice, nella Spagna meridionale, che desiderava una partitura da eseguirsi durante le cerimonie del Venerdì Santo. La composizione si articola in sette sonate in tempo lento che meditano sulle ultime frasi pronunciate da Cristo sulla croce, precedute da una maestosa introduzione e concluse con un Presto che descrive il terremoto che sconvolse il Calvario come racconta il Vangelo di Matteo. Tra una sonata e l’altra è prevista la lettura di testi che offrono spunti di riflessione su ognuna delle parole di Cristo: per questa esecuzione sono stati scelti scritti di poeti, scrittori e teologi del nostro tempo.
Haydn ha sempre considerato questa partitura come uno dei suoi lavori migliori. I suoi contemporanei riconobbero la grandezza di questa musica che la critica novecentesca definì un’opera fondante un’epoca nuova: quella in cui opererà Ludwig van Beethoven, l’allievo più celebre di Haydn.
Maxi rissa a colpi di spranghe e mazze da baseball nella notte tra sabato e domenica in via Roma, a Macerata: individuati e denunciati sette partecipanti. Il parapiglia, avvenuto poco dopo la mezzanotte, davanti al Bar Nino, ha destato forte scalpore e preoccupazione tra la popolazione, anche in considerazione dei numerosi video che hanno ritratto le fasi più concitate del violento scontro, diventando fin da subito virali sui social.
Ad essere coinvolte sono state circa 15/20 persone, di origine straniera, che si sono affrontate con spranghe, mazze da baseball e coltelli. Fortunatamente le conseguenze per quattro di loro, che hanno fatto poi ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso per delle ferite, sono state lievi, con delle prognosi dai tre ai sette giorni.
Il parapiglia e il timore che la situazione stesse prendendo una brutta piega, ha allarmato i passanti ed i residenti che hanno iniziato a tempestare la centrale operativa della Compagnia di Macerata di numerose richieste di soccorso. Di lì a pochi minuti le pattuglie della sezione radiomobile e della stazione di Treia, supportate da una volante della Questura, hanno raggiunto il luogo dell’aggressione ma, come era immaginabile, nessuno dei contendenti è stato trovato sul posto.
Un'attenta analisi delle immagini estrapolate dalle telecamere messe a disposizione degli inquirenti, hanno permesso di acquisire elementi utili a qualificare i fatti e ad indirizzare le indagini. Non a caso solo due veicoli sono risultati danneggiati durante i tafferugli e per i militari è stato facile associare i proprietari dei mezzi - giovani operai di origini egiziane, impiegati nel settore edilizio - ai soggetti coinvolti nella rissa, loro connazionali impegnati anch’essi nel settore edile.
I proprietari dei veicoli dovevano gioco forza ritornare per prendere le loro auto e così sono stati identificati insieme a tutti i loro accompagnatori, alcuni dei quali hanno poi chiesto l'intervento del 118 per essere curati.
Le perquisizioni effettuate alle auto hanno consentito di rinvenire all’interno degli abitacoli mazze da baseball e un coltello a serramanico. Le successive indagini, continuate per tutta la notte e per l'intera giornata di domenica, hanno poi portato al rinvenimento anche di un secondo coltello, a lama fissa, e ad altri bastoni e spranghe abbandonati durante la fuga, circostanze che inducono gli inquirenti a ritenere che l’azione sia stata sicuramente premeditata e non frutto di un acceso diverbio casuale, degenerato poi in un atto di pura follia.
I militari hanno identificato 7 dei partecipanti alla rissa: secondo le indagini svolte si tratta di cittadini di origini egiziane, di età compresa fra i 34 e i 20 anni, domiciliati a Macerata e nella provincia, che dovranno rispondere tutti di rissa in concorso. Alcuni di loro dovranno rendere conto anche del porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere oltre che delle lesioni personali aggravate riportate dai feriti.
Alla base della contesa risultano, secondo le prime indagini svolte, questioni lavorative mai risolte, che hanno portato i contendenti a trovare una "mediazione" argomentata con atti di violenza e sopraffazione.
Nei confronti dei cittadini egiziani coinvolti nella rissa i carabinieri di Macerata, che continuano ad investigare per identificare anche gli altri partecipanti, hanno avanzato alla Questura di Macerata la proposta per l’adozione di misure preventive idonee a garantire la sicurezza (urbana) come il foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Macerata e del Dacur, il Daspo Urbano.
"Andiamo in vacanza in Italia", la proposta del nuovo compagno si tramuta in un incubo. Quella che doveva essere una villeggiatura insieme ad un coetaneo e connazionale con cui aveva allacciato da poco una relazione, si è trasformata infatti in una prigionia per una 25enne romena, che una volta nel nostro Paese, è stata segregata e costretta a prostituirsi a Lido tre Archi di Fermo.
È stata salvata dalla Polizia di Stato: il 21 marzo la ragazza è riuscita a chiedere aiuto telefonando ad un'amica, che si trova a Manchester, nel Regno Unito, mandandole la sua geolocalizzazione. L'amica ha allertato le autorità inglesi e grazie all'Interpol che ha inviato un alert urgentissimo, la Squadra mobile di Fermo è riuscita ad individuare e a liberare la vittima.
La 25enne aveva conosciuto il suo coetaneo circa un mese fa e aveva accettato l'invito di fare con lui un viaggio in Italia. Il giovane l'ha segregata e ricattata, dicendole che, per riavere la libertà avrebbe dovuto risarcirlo delle spese da lui affrontate per il viaggio, circa 3.500 euro.
Sola, senza soldi e senza sapere una parola di italiano è stata obbligata a farsi scattare delle foto in atteggiamenti ammiccanti, pubblicate su un sito di incontri e, infine, a intrattenersi con un cliente.
Quando gli agenti hanno fatto irruzione nell'appartamento dove era rinchiusa, lei li ha abbracciati, scoppiando in lacrime. Ora la ragazza si trova in una casa protetta per vittime di violenza. Lui, incensurato, è stato accompagnato in Questura e messo a disposizione dell'autorità giudiziaria. È stato denunciato a piede libero.
Continuano gli "incontri con il regista" di avvicinamento alla decima edizione del Civitanova Film Festival. Il terzo appuntamento è previsto per giovedì 28 marzo (21.15) al cinema Cecchetti, quando verrà proiettato il documentario "Mirabile Visione: Inferno". A seguire, i direttori artistici del Cff Michele Fofi e Peppe Barbera rifletteranno con il regista Matteo Gagliardi sulla pellicola.
"Mirabile Visione: Inferno" è una rilettura straordinariamente attuale e visionaria della Divina Commedia di Dante Alighieri con le illustrazioni ottocentesche del pittore parmense Francesco Scaramuzza. Accompagnati nella discesa agli inferi dalla professoressa Argenti (Benedetta Buccellato) e dalle parole di Padre Guglielmo (Luigi Diberti), vengono radiografati i mali del nostro tempo, con ogni cerchio dell’Inferno che diventa la rappresentazione della società moderna.
Il film ha ricevuto i patrocini dei comuni di Napoli, Firenze, Ravenna, Parma, Macerata, Mantova, Ancona, Ascoli Piceno, Fano, Pescara, Matera, Conegliano, Bari, Imola oltre al patrocinio di Società Dante Alighieri, Save the Planet, Fondazione Univerde e Senzatomica.
Il film, per la sua forte vocazione didattico-pedagogica, sta inoltre diventando di grande interesse negli istituti scolastici italiani, suscitando lo stupore dei giovanissimi in sala. Per lo stesso motivo, il film è stato proiettato il 21 marzo in Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (Senato della Repubblica), davanti a un nutrito gruppo di parlamentari. Biglietti: intero 5 euro, ridotto 4 euro.
Venerdì 29 marzo, con inizio alle 21:15, a Mogliano, lungo le vie del paese, torna la tradizionale rievocazione storica della Passione e Morte di Cristo. La sacra rappresentazione, nata nel 1962, vuole essere un momento di riflessione sul dolore e sull'estremo sacrificio del Figlio dell'uomo.
Gli organizzatori, un gruppo di moglianesi animati dal loro profondo amore per i riti del Venerdì Santo, ricreano con massima fedeltà le ambientazioni, i dialoghi e l'intero testo biblico. Lungo viale XX settembre verrà rappresentato l'Orto degli Ulivi: a seguire, in piazzale San Michele, il processo a Gesù; la commovente Crocifissione si svolgerà nel piazzale antistante il Santuario del SS Crocefisso; infine la processione religiosa con la misteriosa figura del Penitente e la bara del Cristo Morto, elemento originale delle prime edizioni.
"Un profondo pensiero per il nostro amico Fedele Petrelli, detto Filino, storico organizzatore della Processione, improvvisamente scomparso qualche mese fa", affermano i promotori dell'evento, al quale collaborano la Parrocchia di San Gregorio Magno, la Confraternita del Santissimo Sacramento ed il comune di Mogliano.
La regione Marche ha consegnato oggi i lavori di demolizione e ricostruzione del nuovo ospedale SS. Salvatore di Tolentino. Il progetto è stato presentato, nel pomeriggio, al Politeama nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli, il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, l'assessore alle infrastrutture Francesco Baldelli, l'assessore alla sanità Filippo Saltamartini e il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi.
"E' una giornata importante per la città di Tolentino – ha detto il presidente Acquaroli - ma soprattutto per la nostra regione e per la ricostruzione perché finalmente riesce a ripartire un'altra infrastruttura strategica, che vede un impegno finanziario molto importante di ben 29 milioni. Il nuovo ospedale è necessario per il rilancio della comunità e il mantenimento di servizi indispensabili".
"Il sisma 2016 ha bloccato e penalizzato zone essenziali per la nostra economia - ha proseguito Acquaroli -. Un grande dramma a cu solo una ricostruzione veloce può dare risposte. Non possiamo pensare di essere competitivi senza le zone del cratere che devono tornare più forti di prima. Con questo obiettivo stiamo lavorando, in sinergia nella filiera istituzionale e tra i professionisti. L’impennata dei costi delle materie prime ha inciso anche per questa opera, e anche grazie al governo nazionale nonostante il momento complesso con una pandemia appena trascorsa e due guerre in corso, oggi siamo qui per dare l'avvio anche a questo importante investimento per il territorio e per la nostra regione".
"Una struttura performante - ha spiegato l'assessore Baldelli - che guarda al terzo millennio per la città di Tolentino e il suo importante distretto industriale. La struttura per cui abbiamo raddoppiato le risorse originariamente previste prima del nostro insediamento, risponderà ai bisogni dei cittadini di Tolentino e del comprensorio e potrà fare da filtro rispetto alle strutture maggiori. Questo perché la giunta Acquaroli ha detto no agli ospedali unici e sì ai servizi diffusi sul territorio".
"Oggi restituiamo - ha sottolineato Saltamartini - un ospedale alla sua comunità e abbiamo anche una bella opportunità per presentare una visione del sistema sanitario di prossimità. Prima di questa giunta c'era una visione ospedalocentrica e poca medicina del territorio. Dobbiamo invertire la tendenza soprattutto in una regione come la nostra con un'alta percentuale di anziani. È nostro compito garantire alla popolazione il miglior servizio pubblico sanitario possibile".
"Una giornata storica - ha ribato il sindaco Sclavi - e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito per far sì che il territorio possa dare risposte senza arrivare all’ospedale di Macerata".
"La vecchia ordinanza commissariale - ha spiegato Castelli - aveva stanziato 45 milioni di euro per 13 plessi sanitari danneggiati dal terremoto. Voglio sottolineare come questi stanziamenti fossero assolutamente insufficienti e per questo abbiamo deciso di applicare ai fondi dei contribuenti la diligenza del buon padre di famiglia. La nostra strategia, condivisa pienamente con la Regione e il presidente Acquaroli, è stata assicurare i finanziamenti ai progetti che potevano già essere messi in cantiere".
Il nuovo ospedale di Tolentino, su tre piani, ospiterà poliambulatorio, con riabilitazione e ambulatorio chirurgico specializzato dove potranno essere effettuati interventi chirurgici a bassa complessità, 40 posti letto di cure intermedie suddivisi in due ali distinte ma collegate funzionalmente, 16 postazioni tecniche di dialisi, il punto prelievi e la diagnostica per immagini con i locali per la radiologia, mammografia, tac ed ecografia, il punto di primo intervento ed un consultorio.
Il progetto prevede la realizzazione di una struttura isolata sismicamente grazie al disaccoppiamento dal terreno che garantirà la continuità operativa anche in caso di terremoto, anche significativo, e ad emissioni praticamente nulle (NZEB – Nearly Zero Emission Building) grazie alle tecnologie che lo renderanno energeticamente autosufficiente.
Sarà Civitanova Marche, nel quinto weekend di marzo da sabato 30 a lunedì 1 aprile, ad accogliere la 18° tappa dell’International Street Food, che si svolgerà al Varco sul Mare (il sabato dalle ore 12 alle 24, la domenica e il lunedì dalle ore 12 alle 24).
Tanti truck con dell’eccellente cibo di strada accoglieranno i visitatori. Un appuntamento di grande originalità per le cucine internazionali presenti, che non dimentica le realtà gastronomiche regionali provenienti da tutta Italia.
Sarà possibile gustare tra le molte specialità gli arrostinici, il cacio cavallo impiccato, le varie fritture, la pizza fritta, la pizza napoletana, la paella, la pasta mantecata, la salsiccia, la cucina messicana, le bombette pugliesi di Petriglia, la cucina argentina, la porchetta di Ariccia, la puccia pontina, il pesce fritto, i panini con il polpo. Saranno anche presenti birrifici artigianali di eccellenza italiani, europei oltre a quelli internazionali.
Con un'emozionante cerimonia alla presenza delle autorità cittadine e militari è stata intitolata ad Appignano la nuova strada "Via Caduti di Nassiriya" e reso omaggio agli italiani caduti in Nassiriya con un cippo commemorativo recante una targa in ceramica con i nomi dei 19 connazionali, di cui 12 carabinieri della Msu (Mulinational Specialized Unit), che il 12 novembre 2003 persero la vita nella strage di Nassiriya a perenne ricordo e memoria.
"Con l’intitolazione della nuova strada e la targa in memoria vogliamo incidere nella storia di Appignano l’indelebile ricordo di coloro che hanno dato tutto per un’ideale di pace e solidarietà - ha dichiarato il sindaco Mariano Calamita -. Un omaggio ai nostri coraggiosi carabinieri, che con impegno e dedizione hanno servito la Patria in terre lontane, il loro spirito altruista e il loro coraggio risuoneranno per sempre come esempio di valore e sacrificio. Un omaggio ai civili che, insieme ai nostri militari, hanno condiviso una missione di pace e di sostegno in un contesto di grande difficoltà. La loro memoria rimarrà viva come faro di speranza, ispirandoci a costruire un mondo migliore nel rispetto e nella pace".
La cerimonia, presieduta dal Sindaco Mariano Calamita e dal Generale di Brigata Tito Baldi Honorati - Ispettore Regionale A.n.c., ha visto la presenza di Sua Eccellenza Nazzareno Marconi Vescovo di Macerata e dell’Associazione Nazionale Carabinieri che per l’occasione ha indetto un raduno interprovinciale.
“Ai nostri eroi caduti a Nassiriya e ai loro familiari porgiamo il nostro più sentito pensiero e rinnoviamo il nostro impegno a onorare il loro sacrificio, un tributo alla solidarietà e all’umanità in un mondo sempre più segnato da conflitti e divisioni. – ha affermato il vicesindaco Stefano Montecchiarini - Che le loro vite preziose siano fonte di ispirazione per tutti noi, per ogni gesto di gentilezza, compassione e coraggio”.
Numerose le autorità civili, religiose e militari intervenute nella cerimonia, tra cui il Colonnello Ferdinando Falco Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Macerata, il Colonnello Nicola Candido Comandante Provinciale dei Carabinieri di Macerata, il Tenente Colonnello Giorgio Picchiotti Comandate della Compagnia Carabinieri di Macerata, la Polizia locale, i Carabinieri di Appignano, il parroco della città Don Gianluca Cerolini e la Protezione civile di Appignano.
Attenti e composti in prima fila anche i bambini della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Luca della Robbia di Appignano con i loro insegnanti. Ad accompagnare la cerimonia le emozionanti note del Corpo bandistico città di Appignano, diretto dal M° Mirco Barani.