La barberia, un luogo di culto per molti ragazzi, dove affinare il proprio look e passare del tempo in compagnia. L’essenza di questo luogo è rappresentata a pieno da El Tincho Barberia di Corso Matteotti a Porto Recanati. Qui, tagliare i capelli non è solo una questione di stile, ma un momento di condivisione, dove moda, sport e amicizia si fondono perfettamente. El Tincho però ha un’altra particolarità: fra i suoi clienti ci sono infatti molti sportivi affermati. Dal calciatore loretano dell’Espanyol (in prestito dal Napoli) Walid Cheddira al pallavolista ex Lube Yoandy Leal, passando per il capitano della Recanatese Alessandro Sbaffo e per gli ex Serie A Federico Melchiorri, Michele Paolucci, Salvatore Mastronunzio, Fernando Tissone, oltre all’arbitro maceratese Gianluca Sacchi, molti degli atleti più famosi, marchigiani e non, scelgono la barberia di Martin Garcia, in arte ‘El Tincho’, da cui prende il nome l’attività.
Martin, originario dell’Argentina e anche lui calciatore, con un importante trascorso con le maglie di Porto Recanati, Loreto, Civitanovese e Tolentino, ha aperto la sua attività il 26 settembre del 2021 e da lì, con grande impegno, è riuscito a diventare un punto di riferimento per tanti ragazzi. La sua storia inizia in maniera molto curiosa. Siamo andati a trovare Martin e il suo staff da El Tincho Barberia e ce la siamo fatta raccontare in un’intervista inedita… direttamente dalla poltrona da barbiere.
Appena entrati, veniamo subito accolti con grande professionalità. André, l’ultimo arrivato nella squadra, mi fa accomodare per il lavaggio e mi racconta come si è appassionato al mondo della barberia e quali sono i suoi progetti per il futuro. “Grazie a mia sorella che è parrucchiera ho iniziato a interessarmi a questo mondo. Da appassionato di sport mi piace molto l’ambiente che si respira qui da El Tincho. Sto imparando molto e spero di continuare a lavorare qui”. André è motivato e punta in alto: “Se dovessi scegliere un atleta a cui taglierei i capelli? A qualche grande stella. Magari Messi”.
Dopo avermi sistemato la mantella André mi lascia nelle mani di Gabriel, specialista nelle sfumature, uno dei marchi di fabbrica di El Tincho. “Mi sono formato molto nell’ultimo anno vivendo la barberia – afferma Gabriel - Questo è un lavoro che, a parte i corsi e l’accademia, devi fare molta pratica per diventare bravo”. Mi descrive in maniera super positiva il suo ambiente di lavoro, in cui tra l’altro non si fanno preferenze: “Anche Cheddira prende appuntamento”.
Parlando dell’attaccante marocchino, entra in gioco Martin, che ci racconta come ha avviato la sua professione e come Cheddira sia stato uno dei suoi primi clienti.
“Questa è una barberia che parte letteralmente dal nulla. Senza nessun aiuto economico e senza un tetto, perché è iniziato tutto per caso in uno spogliatoio. Quando giocavo a Porto Recanati vincemmo la Coppa Marche. Quella sera dovevamo andare a festeggiare con la squadra e il capitano, Emanuele Gasparini doveva tagliarsi i capelli. Chiamò all’ultimo il suo parrucchiere ed era tutto pieno. Allora mi offrii io per dargli una passata di macchinetta e improvvisammo un taglio. A rivederlo dopo anni diciamo che non è stato proprio il migliore che ho fatto, ma è sicuramente speciale, perché poi da lì è partita la mia nuova professione. Ho iniziato così a tagliare i capelli a giro nello spogliatoio ai miei compagni e al mister – all’epoca Matteo Possanzini, attuale allenatore della Maceratese e tutt’oggi grande cliente de El Tincho – e ne approfittavo per fare pratica. A casa poi guardavo i video di alcuni tagli su YouTube e cercavo di replicarli sui miei compagni, che erano un po’ le mie ‘cavie’. Nel frattempo, coi soldi che guadagnavo dal calcio mi pagavo i corsi di parrucchiera. A quei tempi tagliavo i capelli in un garage e fui il primo a portare la sfumatura laterale, vista su YouTube da un barbiere americano. Era una novità che riuscì ad attrarre molti ragazzi di Porto Recanati e dintorni. Potrei definirla un po’ il mio marchio di fabbrica”.
Dopo tanta gavetta, con un’esperienza da Figaro a Civitanova, dove Martin ha imparato a lavorare a ritmi serrati, e dopo aver continuato a fare partica nel garage di casa sua, nel 2021, come detto, El Tincho è riuscito ad aprire la sua barberia.
Oltre a lavorare molto nel suo negozio a Porto Recanati, Martin e il suo staff offrono anche un servizio di “house call”, con un taglio direttamente a domicilio per chi è impossibilitato a recarsi in barberia. Come ci racconta Martin, è capitato che anche personaggi di spessore l’abbiano contattato per un taglio. Fra le esperienze più significative ci racconta di quando lo scorso è stato a Frosinone per tagliare i capelli ai giocatori del club ciociaro, che a quel tempo militava in Serie A. Oltre all’amico Walid Cheddira, Martin ha avuto il piacere di fare un taglio all’ex Bayern Monaco Arijon Ibrahimovic e ai due argentini ex Juve Enzo Barrenechea e Matias Soulè, passati in estate rispettivamente al Valencia e alla Roma. Con Soulé, suo connazionale, Martin ci svela di aver provato a “intavolare” una proposta: “Ora che è passato alla Roma gli ho detto che per me sarebbe un sogno poter tagliare i capelli a Dybala e Paredes”. A quel punto la nostra curiosità ci porta a chiedergli se ha fatto pagare il taglio ai calciatori e Martin ci racconta un curioso aneddoto: “Ibrahimovic a fine taglio mi chiese quanto doveva pagare. Io gli dissi 20 euro e lui me ne lasciò 50. Io gli spiegai che non mi interessavano i soldi, ma mi bastava poter condividere il tempo con loro, ascoltare le loro storie e magari entrare in quell’ambiente”. Qui El Tincho poi pronuncia una frase che mi ha colpito molto: “Credo che i soldi siano secondari perché, se lavori bene poi arrivano. I soldi per me sono una conseguenza, non un obiettivo”.
Un’esperienza simile fu fatta da Martin anche con il Bari Calcio. In quel caso tagliò i capelli a Mirco Antenucci, Valerio De Cesare e Francesco Vicari. Qualche mese poi fa avrebbe dovuto tagliare i capelli anche ai calciatori dell’Udinese, ma con la sua squadra invischiata nella lotta salvezza Mister Cannavaro preferì evitare.
Non solo calciatori però. Fra i clienti di El Tincho Barberia ci sono anche campioni della pallavolo. Yoandy Leal, schiacciatore della You Energy Piacenza che con la Lube dal 2018 al 2021 ha vinto 2 campionati italiani, 2 Coppa Italia, una Champions League e un Mondiale per Club, è un affezionato cliente della barberia, così come il centrale brasiliano 4 volte campione del mondo Isac Santos, che dopo le Olimpiadi di Parigi si è concesso un bel taglio a Porto Recanati.
Se però dovessimo chiedere a Martin chi è, secondo lui, l’atleta più forte a cui ha tagliato i capelli, rimane fedele al suo amico Walid Cheddira, cliente di El Tincho già da quando tagliava i capelli nel garage. “Ti direi Cheddira perché è quello che ha raggiunto il sogno di ogni bambino, ovvero quello di giocare un mondiale”. Ci racconta proprio come durante l’esordio di ‘Walo’, come lo chiamano gli amici, al Mondiali in Qatar la barberia “si fermò completamente”. “Eravamo una quindicina di persone qui dentro e nessuno tagliava. Tutti a guardare la televisione e a festeggiare per il suo debutto. Era una cosa che succedeva anche quando calciava i rigori con il Bari. Ogni tiro dal dischetto era accompagnato da religioso silenzio e da grandi esultanze dopo i suoi gol”. Quando poi è tornato dal Mondiale, come ci dice Martin, “siamo stati un intero pomeriggio a farci raccontare la sua esperienza. Mi ha confidato che Mbappé è molto simpatico”.
Dopo avermi raccontato la sua storia, Martin mi lascia nelle mani di Samuel, il suo fidato braccio destro ormai da quasi 4 anni con El Tincho. Samuel ha una curiosa particolarità: è soprannominato “il talismano”, perché si da il caso che un suo taglio porti particolarmente fortuna ai calciatori. “Il soprannome me lo diede l’ex portiere della Recanatese Mattia Fallani, perché quando veniva a tagliarsi i capelli qui poi non subiva mai gol”. Una profezia che si è ripetuta anche con diversi attaccanti. “Quando veniva a tagliarsi i capelli Alberto Spagnoli, puntualmente segnava con l’Ancona”.
Fra i vari vip che sono passati da El Tincho, Samuel ci racconta anche la soddisfazione nel ricevere i complimenti da Davide Diodovich, fra i più grandi parrucchieri per donne in Italia. “È rimasto molto soddisfatto. Ha fatto anche una storia su Instagram dicendo che per lui siamo i migliori della zona”.
Da quello spogliatoio ai tempi in cui giocava con il Porto Recanati, dunque, di strada El Tincho ne ha fatta parecchia e continuerà sicuramente a farne. Con una nuova sede più grande all'orizzonte, Martin e il suo team sono pronti per il prossimo capitolo della loro avventura. "Siamo in mezzo alla pista e bisogna ballare", afferma Martin, riassumendo perfettamente lo spirito dinamico e ambizioso di El Tincho Barberia. Con due nuove postazioni e l'intenzione di ampliare lo staff, la barberia continua a crescere, mantenendo sempre alta la qualità e l'entusiasmo che l'hanno resa unica.
Parte dal comunale di Urbania il campionato della nuova Maceratese di Mister Possanzini. Il tecnico biancorosso inserisce tre novità rispetto alla squadra che ha battuto in coppa il Montefano, con Nicolosi al posto dell’infortunato Mastrippolito e Ruani e Albanesi che rilevano Bracciatelli e Nasic.
Nel primo tempo non ci sono grosse occasioni da gol da segnalare, con le due squadre ben disposte in campo che difendono in maniera molto organizzata. La Maceratese si rende pericolosa al 13’, quando Ruani intercetta un retropassaggio errato di un avversario, salta Nannetti ma non riesce a dare precisione al suo sinistro. Il resto del primo tempo si gioca principalmente a centrocampo, mentre nel finale di frazione è l’Urbania a provarci con più insistenza, soprattutto dalla parte di Farias. L’esterno argentino al 38’ fa partire un gran diagonale che viene intercettato da Gagliardini. Il pallone rimane pericolosamente all’interno dell’area piccola, con la difesa biancorossa che riesce però ad allontanare il pericolo. Sul corner successivo Dal Compare ha una buona occasione di testa ma mette alto sopra la traversa. Squadre dunque a riposo sullo 0-0.
La Maceratese rientra in campo con un atteggiamento più deciso e Albanesi scalda subito i guanti di Nannetti. È ancora l’ex Montegiorgio a seminare il panico con un cross dalla sinistra, il pallone viene deviato e rimane in area. Ostruzione su Cognigni che tentava di deviarlo in rete ma l’arbitro non assegna un penalty che sembrava evidente. Il capitano biancorosso si rifà al 10’: recupera un pallone in area, si gira in un fazzoletto e supera il portiere con un tocco sotto delizioso per il gol del 1-0. L’Urbania cerca di reagire e al 15’ deve superarsi Gagliardini per alzare sopra la traversa un tiro a botta sicura di Zingaretti. Da lì in poi la Maceratese è brava a gestire il vantaggio, congelando il possesso palla grazie alla qualità dei propri centrocampisti. Nota di merito per il terzino under Ciattaglia, che anticipa sistematicamente i propri avversari. La partita si accende nel finale, con la Maceratese che però con carattere riesce a portare via da Urbania i primi 3 punti della sua stagione.
Nel suggestivo cortile di Palazzo Conventati, si è svolta questa mattina la conferenza stampa di presentazione della stagione 2024/25 della Maceratese. L’evento ha visto la partecipazione del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, dell’assessore allo Sport, al Turismo e agli Eventi Riccardo Sacchi, del presidente della Maceratese Alberto Crocioni, del direttore generale Stefano Serangeli, del direttore sportivo Nicolò De Cesare e dell’allenatore Matteo Possanzini insieme ai giocatori e allo staff tecnico.
A portare il saluto della città alla squadra il sindaco Parcaroli che ha sottolineato “gli investimenti che questa Amministrazione ha deciso di destinare allo sport e in particolare alla riqualificazione dello stadio Helvia Recina – Pino Brizi grazie con i fondi PNRR. Sono convinto che saprete dare lustro alla nostra città e che farete del vostro meglio. Noi vi saremo vicini”, ha detto il primo cittadino.
Il presidente Alberto Crocioni ha espresso grande ottimismo per l'inizio della nuova stagione: "Ci sono sicuramente sensazioni positive per questa nuova stagione, ma ovviamente le risposte ce le darà sempre il campo. È stato costruito un bel gruppo, c’è un grande attaccamento alla maglia da parte dei giocatori e sono sicuro che riusciranno a trasferirlo anche in partita". Crocioni ha poi aggiunto: "Abbiamo iniziato bene in Coppa contro il Montefano e di questo sono molto felice. Speriamo di poter tornare prima possibile a giocare nel nostro stadio, sperando di farlo entro la fine del mese con la partita contro il Montegranaro in programma il 29 settembre".
Il presidente ha poi sottolineato l'importanza del supporto dei tifosi: "I tifosi per noi sono importantissimi. Come hanno ribadito anche i giocatori, ci danno una spinta in più. Speriamo di farli innamorare il più possibile con i nostri risultati. Forza Rata".
Il direttore generale Stefano Serangeli ha, invece, ringraziato la società per aver soddisfatto tutte le richieste, sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda le strutture: "Con il direttore sportivo abbiamo potuto lavorare in grande autonomia e di questo siamo riconoscenti. Siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo e di rappresentare una grande città. Sono convinto che faremo una grande stagione".
Il direttore sportivo Nicolò De Cesare ha invece parlato del clima positivo e della fiducia che si respira all'interno della società: "Sentiamo grande fiducia da parte della società e questa va trasmessa a tutto l’ambiente e ai tifosi. Come ha detto mister Possanzini dopo la partita con il Montefano, per noi è un privilegio poter giocare con una tifoseria del genere. Abbiamo costruito una squadra con un grande fattore umano. Sono tutti giocatori con grande personalità e sono sicuro che riusciranno a far bene".
L'assessore Riccardo Sacchi ha chiuso la conferenza evidenziando il sostegno dell’amministrazione comunale alla squadra: "L’amministrazione, organizzando questo evento di presentazione della squadra alla stampa, vuole far sentire la sua vicinanza al sodalizio biancorosso. In città c’è una grande fame di calcio e siamo convinti di riuscire a soddisfarla perché ci sono tutti i presupposti per una buona stagione." Ha poi ribadito l'impegno dell'amministrazione per la riqualificazione dell’impianto sportivo Helvia Recina Pino Brizi, finanziato con fondi del Pnrr per un totale di 4.400.000 euro. "Sarà lo stadio più importante della provincia di Macerata e uno dei fiori all’occhiello della regione", ha aggiunto.
La Maceratese debutterà in campionato domenica 8 settembre a Urbania. Per la seconda giornata di campionato, la sede della partita contro il Fano è ancora da definire e verrà comunicata nei prossimi giorni. L’obiettivo, come confermato dal presidente, è di disputare la quarta giornata di campionato contro il Montegranaro il 29 settembre nel rinnovato Helvia Recina Pino Brizi.
È attiva la campagna abbonamenti “Quei colori magici” per la stagione 2024/25. Tutte le informazioni sono disponibili sui canali social della squadra.La stagione si apre quindi con grandi aspettative e il desiderio di tornare a vivere intensamente il calcio a Macerata. La squadra è pronta a scendere in campo con entusiasmo e determinazione, sostenuta dal calore dei suoi tifosi.
La Maceratese è pronta al debutto in campionato. I biancorossi di Mister Possanzini domenica saranno di scena ad Urbania per la prima giornata di Eccellenza Marche. Un campo sicuramente insidioso, sul quale lo scorso anno la Rata uscì sconfitta per 2-1. Il cambio dirigenziale e le nuove idee portate dal Mister sembrano però aver creato ottimismo in casa biancorossa in vista della nuova stagione, oltre ad aver riacceso l’entusiasmo di una tifoseria che non ha comunque mai fatto mancare il proprio sostegno alla squadra, anche nel turbolento scorso finale di stagione.
Nella partita di coppa contro il Montefano, primo impegno ufficiale della stagione andato in scena domenica scorsa, si è vista una squadra in grado di proporre gioco e far divertire i tifosi. Le ottime indicazioni di San Severino permettono sicuramente alla Maceratese di arrivare con il morale alto alla trasferta di Urbania.
Mister Possanzini dovrebbe riproporre sostanzialmente lo stesso undici che ha battuto il Montefano. Da valutare le condizioni di Mastrippolito, uscito nel corso del secondo tempo per una botta alla gamba rimediata durante uno scontro di gioco. Se non dovesse farcela, al suo posto è pronto Nicolosi, difensore di sicura affidabilità tanto da essersi meritato la nomina di vice-capitano.
Chi ci sarà sicuramente è Nicola Vanzan, protagonista assoluto a San Severino con le sue sgroppate sulla fascia sinistra. Da una di queste è nato anche l’assist per il gol del 2-0 di Cognigni. Dopo un ottimo precampionato, l’ex Teramo si è detto fiducioso per il debutto in campionato nell’intervista che segue.
Contro il Montefano si è vista una bella Maceratese, che ha lavorato molto bene soprattutto sulla tua fascia. Dal campo che impressioni hai avuto?
"Aldilà della catena di sinistra, abbiamo fatto una buona partita nel complesso. Potevamo fare sicuramente meglio ad inizio secondo tempo, quando abbiamo concesso un po’ di campo al Montefano che infatti ha segnato anche un gol. Ci siamo comunque immediatamente ripresi e segnato il gol del 3-1. Era il primo impegno ufficiale ed era importante partire bene".
Domenica debutto in campionato ad Urbania. Che partita ti aspetti e come arrivate a questo impegno?
"Ci arriviamo con l’entusiasmo giusto. Ci siamo allenati bene e siamo contenti di quello che stiamo facendo con il Mister. Sappiamo che l’Urbania è una squadra ostica, soprattutto in casa. È una squadra di categoria e quindi sicuramente sarà una partita con le sue insidie. Noi andremo comunque ad Urbania motivati e proveremo a vincere".
Dopo questi primi mesi trascorsi a Macerata, come ti stai trovando con l’ambiente e con la città?
"Mi sto trovando bene sia con la squadra, con i compagni, lo staff e la dirigenza, che in campo. Mi piacciono le idee che ha il Mister, il suo è un calcio divertente. Mi sto trovando bene anche a Macerata. La sto scoprendo piano piano e devo dire che è una città molto affascinante. Sotto il punto di vista del tifo, è stato molto bello ricevere il calore dei nostri tifosi alla presentazione in piazza di sabato e a San Severino domenica. Sono venuti in gran numero e con i nostri risultati vogliamo portarne sempre di più allo stadio, sperando che l’Helvia Recina sia pronto il prima possibile".
Voi giocatori come state vivendo il fatto di non poter ancora giocare all’Helvia Recina? È un fattore che rischia di influenzare il vostro avvio di stagione?
"È normale che prima riusciamo ad allenarci nel nostro stadio e a prendere le misure e meglio è. Questo però non deve essere un alibi. Noi abbiamo già dimostrato domenica scorsa che, nonostante i vari cambi di campo, le nostre idee rimangono quelle. Ci teniamo ovviamente a tornare nel nostro stadio il prima possibile, ma ovviamente non è una scusante o un alibi il fatto di giocare in campi diversi, che sia a Montecassiano, all’Helvia Recina o al campo dei Pini".
Subito un assist alla prima partita e alcuni di pregevole fattura anche nel campionato. Quanti speri di servirne quest’anno e che obiettivo personale ti poni?
"L’obiettivo è quello di vincere più partite e arrivare più in alto possibile, poi personalmente mi auguro di dare una mano con le mie prestazioni, tanti assist e qualche gol. L’importante però è che la Maceratese vinca, poi il resto verrà da sé".
Quando l'arte incontra il vino, ciò che ne nasce è un'esperienza capace di coinvolgere tutti i sensi, unendo la passione per la bellezza a quella per il gusto. Questo è esattamente il risultato della collaborazione tra l'artista maceratese Stefano Calisti e l'azienda vinicola Villa Lazzarini di Treia. Un’unione che nasce dall’amore condiviso per la loro terra d’origine: le Marche.
Il vino non è solo materia, ma rappresenta luminosità, colore, un coinvolgimento totale dei sensi. È paesaggio, bellezza e territorio. Ed è proprio su questa filosofia che si fonda la collaborazione tra Calisti e Villa Lazzarini: un'opera d'arte da ammirare e degustare.
Villa Lazzarini, giovane azienda vinicola fondata nel 2009, ha voluto intraprendere un percorso innovativo, scegliendo di vestire i suoi vini con le opere di un artista capace di rappresentare l'essenza del paesaggio marchigiano. Calisti è infatti noto per aver portato in tutto il mondo i colori e le atmosfere della sua terra attraverso le sue opere. "Dopo aver portato il nostro meraviglioso paesaggio marchigiano in tutto il mondo, con mostre in tutti e cinque i continenti, sono onorato di poter realizzare queste etichette per una delle più prestigiose cantine delle Marche: Villa Lazzarini", afferma con entusiasmo Stefano Calisti, intervistato nel suggestivo scenario del vigneto di Villa Lazzarini.
La collaborazione si sviluppa attraverso due vini, un bianco e un rosso, ognuno con un'etichetta unica creata dal ‘prestigiatore del colore’. “Per il vino bianco, ho scelto di rappresentare un paesaggio caratterizzato da colori freddi, con un vigneto in primo piano e sullo sfondo è figurativamente rappresentato un paese marchigiano. Il dipinto dedicato al vino rosso, invece, è dominato da colori caldi e rappresenta Treia, il paese natale di Villa Lazzarini. Una combinazione perfetta per esaltare la bellezza e il carattere della regione”.
Anche Elena Epiri, socio proprietario dell’azienda vinicola Villa Lazzarini, esprime grande soddisfazione per questa collaborazione speciale: "Siamo stati davvero felici ed onorati di aver collaborato con Stefano Calisti, che ha creato queste opere per rappresentare il territorio marchigiano e la nostra realtà vinicola".
Villa Lazzarini produce varie tipologie di vini, dai bianchi ai rossi, fino a uno spumante. Nella collaborazione con Calisti, come ci spiega Elena Epiri, due vini sono al centro dell'attenzione: il "Vellente", un 100% vitigno garofanato, e il "Fonte Biga", composto da Sangiovese e una piccola percentuale di Lacrima. La stessa titolare dell’azienda ha annunciato che a breve si terrà un evento di lancio per presentare i nuovi vini, che saranno dunque presto disponibili per l'acquisto.
L’evento di lancio sarà l’occasione perfetta per conoscere più da vicino questo progetto innovativo e per degustare vini che incarnano lo spirito e l'essenza delle Marche. Una sinfonia di colori, sapori e tradizioni: questo è il frutto dell’incontro tra l’arte di Calisti e i vini di Villa Lazzarini. Un’esperienza tutta da vivere, brindando alla bellezza delle Marche.
(Foto di Guido Picchio, Video realizzato da Francesco Silla)
Grande serata di festa allo stadio "Nello Crocetti", dove domenica sera tutta la comunità di Casette Verdini si è riunita per la presentazione ufficiale della squadra che, per il terzo anno consecutivo, parteciperà al campionato di Promozione marchigiana. Il presidente Paolo Pasquali e la dirigenza amaranto, con il supporto della Pro Loco di Casette Verdini, hanno organizzato una serata impeccabile, ricca di sorprese e bei momenti per tifosi e giocatori.
La serata è iniziata con la presentazione ufficiale della squadra, guidata dal riconfermato Mister Roberto Lattanzi, che ha rivolto parole di incoraggiamento ai giocatori, vecchi e nuovi, sottolineando l'importanza di mantenere alta la motivazione e lo spirito di squadra. L'organico del Casette Verdini è stato rinforzato in vista della nuova stagione. In porta, l'arrivo di Carnevali dal Chiesanuova porterà esperienza e qualità, affiancando il giovane Seghetti, ex settore giovanile del Perugia. In difesa, confermati Donnari, Moschetta, Ciurlanti, Telloni e il capitano Menchi, a cui si aggiunge il giovane classe 2005, Ferrari.
A centrocampo, conferme per Romanski, Tidiane, Lami e Cantarini, arricchiti dagli importanti innesti dell'ex Maceratese Giaccaglia, Midei e Pagliari. In attacco, il Casette Verdini ha salutato il bomber Ulivello ma ha accolto Latini dal Montefano e Ogievba dal Corridonia, insieme a Cingolani e ai giovani promettenti Forconi, Poloni e Forte.
L’obiettivo per la stagione? Continuare a migliorarsi rispetto alla tranquilla salvezza ottenuta l'anno scorso e cercare di ottenere sempre maggiori soddisfazioni, come dichiarato dal Presidente Pasquali e da Mister Lattanzi. La squadra sembra pronta e determinata a dare il massimo, con il supporto di una comunità che non ha mai fatto mancare il proprio affetto.
La serata è stata arricchita dallo spettacolo di ginnastica acrobatica della Evolution Art di Ancona, con Francesca ed Elena che hanno stupito tutti con una performance straordinaria culminata in uno spettacolo pirotecnico con il “lollipop di fuoco”. A seguire, la musica e l'intrattenimento hanno tenuto viva l'atmosfera, con la tradizionale interpretazione di "O’Surdato ‘nnamurato", canzone simbolo delle vittorie del Casette Verdini, cantata con entusiasmo da tutta la squadra e dai tifosi.
"È un evento che ripetiamo tutti gli anni, riproponendo anche un po' per scaramanzia tutti i crismi. Anche il menù è sempre lo stesso", scherza il Presidente Pasquali. "Abbiamo ospitato più di cento persone, con tutti i ragazzi della squadra e le loro famiglie. Ci siamo divertiti e ora siamo pronti per iniziare un’altra brillante stagione".
“Ma tu te li ricordi i mostri di Ponticelli?”. Con questa domanda, posta da Stefania Ascari della Commissione Antimafia, ha avuto inizio un percorso di ricerca lungo e complesso che ha portato Giulio Golia e Francesca Di Stefano, giornalisti del programma televisivo "Le Iene", a scrivere un libro su uno dei più controversi casi giudiziari della storia italiana. Intitolato "Mostri di Ponticelli o vittime di un enorme errore giudiziario", il libro racconta la drammatica vicenda di Ciro, Giuseppe e Luigi, tre giovani accusati ingiustamente e condannati per un crimine che non avevano commesso.
"Questa storia doveva assolutamente essere raccontata, in TV e ancora di più in un libro”. La risposta alla domanda iniziale di Giulio Golia, dopo aver approfondito la vicenda attraverso il reperimento degli atti. E così la storia dei Mostri di Ponticelli è stata raccontata e come. A “Le Iene”, nel libro e anche a Civitanova Marche, allo stabilimento balenare Sottile, nell'ambito della rassegna itinerante "Filosofarte". L’evento di presentazione del libro è stato organizzato dal consigliere comunale Gianluca Crocetti e dai titolari dello stabilimento, Mauro Alberti e Martha Zamora, con la moderazione della docente e content creator Aurora Pepa.
Giulio Golia ha raccontato durante la serata come il loro lavoro di ricerca sia stato estremamente meticoloso: “Abbiamo cercato di ricontattare tutte le persone coinvolte nella storia. Passo dopo passo ci siamo riusciti, dai carabinieri, ai camorristi, alle persone comuni che erano state testimoni di Ciro, Giuseppe e Luigi, inizialmente arrestati per falsa testimonianza. La ricerca ha rivelato molteplici incongruenze e ingiustizie, alimentando una crescente frustrazione e rabbia verso un sistema che sembrava aver tradito sia le vittime che gli accusati".
Il libro, non solo cerca di ottenere una forma di giustizia postuma per i tre giovani, ma vuole anche ricordare le due bambine vittime di questa tragica vicenda. "Per la giustizia italiana, la giustizia si è compiuta, ma forse non è proprio così," ha sottolineato Francesca Di Stefano, evidenziando come il libro rappresenti un appello per una verità definitiva che possa porre fine a questa storia, che ormai va avanti da 40 anni.
Nel corso della serata, abbiamo avuto modo di intervistare i due giornalisti, parlando anche del ruolo che "Le Iene" ha avuto nel cambiare il modo di fare informazione in Italia. "Questo ce lo dovrebbe dire il pubblico. Noi possiamo dire di essere cambiati," ha detto Golia, che fa ormai parte del programma da 27 anni. Francesca Di Stefano ha aggiunto: “Nel nostro sistema c’è sempre quello di andare a verificare fino in fondo le cose, fino a consumare le suole delle scarpe, andando a cercare i singoli protagonisti delle storie che andiamo a raccontare. Questa è un po’ la caratteristica principale de ‘Le Iene’: Non fermarsi mai al primo scoglio, andando sempre infondo, fino a sbatterci la testa e a volte anche la telecamera.
L'evento, sulla scia di quelli precedenti targati Filosofarte, è stato ancora una volta un successo. Mauro Alberti, titolare del locale, ha sottolineato come Golia sia stata "l’ultima perla di quest’estate", ma non ha nascosto la possibilità di ulteriori eventi culturali in futuro per continuare a elevare il profilo culturale della città. “In teoria abbiamo un’altra idea in mente vedremo se riusciremo a realizzarla. Dopo il filone iniziato con Porro e Cruciani, con Golia chiudiamo un trittico davvero di rilievo. Stiamo cercando di portare i nostri locali a un livello culturale importante, in modo che abbraccino una clientela più varia possibile. Da questo punto di vista Civitanova risponde sempre benissimo, grazie ad una grande amministrazione e a locali come il nostro, come il Cala Maretto, lo Shada e tanti altri che sanno attirare e trattenere i clienti”.
Angelo Mondello, il noto pizzaiolo cilentano che ha portato la sua arte bianca a Civitanova, ha aggiunto: "Una bellissima serata. Sarebbe bello fare un ultimo appuntamento. Ci stiamo studiando su. L’estate sta finendo, ma la pizza rimane".
Paulo Dybala, uno dei talenti più apprezzati del calcio italiano, ha recentemente rifiutato un’offerta da 75 milioni di euro proveniente dall'Al Quadsiah, squadra neopromossa nel massimo campionato dell’Arabia Saudita. Nonostante la cifra da capogiro, l'attaccante argentino ha scelto di rimanere alla Roma, con una decisione che sembra dettata tanto dal cuore quanto dalla vita personale.
Dybala, idolo indiscusso dei tifosi giallorossi, ha trovato nella città capitolina un ambiente che lo ha accolto con un calore senza pari. La passione dei tifosi romanisti e l'affetto che lo circonda sono stati senza dubbio elementi determinanti nella scelta della ‘Joya’. Tuttavia, non è solo il legame emotivo con il club e la città ad aver influenzato la sua decisione. Il giocatore ha infatti lasciato intendere che la sua famiglia non era particolarmente entusiasta all'idea di un trasferimento in Arabia Saudita, un Paese con una cultura e uno stile di vita profondamente diversi rispetto all'Italia.
Per comprendere meglio cosa significhi per un calciatore o un allenatore trasferirsi in Arabia Saudita, abbiamo parlato con Paolo Passarini, attuale tecnico del Tolentino, che ha una conoscenza diretta del calcio saudita. Lo scorso anno, prima di tornare in Italia per allenare il Matelica con cui ha conquistato il campionato di Promozione, Passarini ha trascorso sei mesi alla guida dell’Afif Club, una squadra della Second League saudita situata nella regione di Najd, a circa 350 km dalla capitale Riyadh.
Secondo Passarini, una delle principali ragioni per cui un calciatore come Dybala potrebbe aver deciso di rimanere alla Roma riguarda la curiosità e l'adattamento culturale. "Per scegliere di andare in Arabia Saudita ad allenare o a giocare, al di là dei soldi, devi essere spinto dalla curiosità di conoscere un mondo completamente opposto al nostro," afferma l'allenatore tolentinate. “L'Arabia Saudita è un Paese dove la vita quotidiana è regolata da norme religiose molto stringenti, una realtà difficile da comprendere per chi proviene da un contesto occidentale”.
Anche a livello calcistico, le differenze sono evidenti, soprattutto per quanto riguarda il ritmo del gioco. "Giocare e allenarti a 45° impone dei limiti," racconta Passarini, sottolineando come le condizioni climatiche estreme possano influire sulla preparazione e sulle prestazioni in campo. Nonostante queste difficoltà, l’allenatore dei cremisi evidenzia che il livello di professionalità nel calcio saudita è comunque buono, anche se presenta alcune peculiarità. "Forse la nostra professionalità europea è esagerata e spinge all'estremo", riflette, suggerendo che in Arabia Saudita ci sia un approccio più rilassato, ma comunque efficace.
Una delle sfide maggiori che Passarini ha dovuto affrontare durante la sua esperienza in Arabia Saudita è stata la comunicazione. "Le difficoltà comunicative, anche con l'interprete, sono molteplici" ammette, evidenziando come le differenze culturali e religiose possano complicare ulteriormente la situazione. Nonostante ciò, con il giusto atteggiamento e rispetto reciproco, è possibile gestire queste differenze: "Fra persone intelligenti basta avere rispetto reciproco".
Tornato quest’estate alla guida del Tolentino, squadra già allenata in passato e di cui ha vestito la maglia anche da calciatore, Passarini ha ritrovato un ambiente di certo più familiare e confortevole. "Con il Tolentino è una storia che parte da lontano, per me è come tornare a casa", afferma con orgoglio. Il tecnico è ottimista per la stagione in arrivo, confidando nel gruppo di giocatori che si sta formando: "I ragazzi stanno creando un bel gruppo e questo ci permetterà di affrontare serenamente le difficoltà che inevitabilmente arriveranno con le partite ufficiali. Non vediamo l'ora di confrontarci".
Allenamento congiunto fra Settempeda e Maceratese al Soverchia di San Severino, per quello che ormai è un appuntamento fisso del pre-stagione delle due squadre, unite dal gemellaggio delle proprie tifoserie.
Maceratese in campo con un assetto molto offensivo, con Capitan Cognigni supportato da Cirulli, Albanesi e Vrioni. Proprio quest’ultimo sblocca le marcature al 10’: rimpallo al limite dell’area dopo un’uscita errata della Settempeda, il pallone finisce fra i piedi dell’attaccante ex Ancona che da pochi passi insacca alle spalle di Bartoloni. La Settempeda prova a reagire al 12’ con un colpo di Dolciotti che termina alto sopra la traversa. Al 28’ il raddoppio della Maceratese: grande azione tutta palla a terra, con Lucero che si sgancia in avanti e offre un assist delizioso per il gol di Albanesi. L’ultimo flash del primo tempo è un calcio di punizione dalla lunga distanza di Quadrini che termina alto di poco sopra la traversa.
Nel secondo tempo la Maceratese controlla il vantaggio e sfiora il tris su una bella giocata solitaria di Cognigni che però non trova compagni a centro area. Al 22’ arriva il gol della Settempeda, con un fendete dal limite dell’area di Roldan che accorcia le distanze. La Maceratese allora si riporta in avanti e impegna seriamente Bartolini in 3 occasioni: il portiere settempedano dice di no 2 volte a Cirulli e poi si supera con i piedi su Oses nel finale.
Fra gli applausi del numeroso pubblico del Soverchia si chiude sul 2-1 per la Maceratese l’allenamento congiunto.
Ventuno settembre 2022, Hotel Cosmopolitan. Con una presentazione in grande stile Civitanova e la Civitanovese salutavano il ritorno a casa di Michele Paolucci, che dopo aver segnato gol a raffica in giro per l’Italia e per il mondo, sceglieva di tornare a giocare per la squadra della sua città.
Iniziava così una storia d’amore che culminerà con il ritorno della Civitanovese in Serie D ad otto anni dall’ultima volta, arrivata in seguito ad un incredibile doppio salto di categoria. In mezzo gol pesanti per la vittoria del campionato di Promozione, il rigore segnato nel derby di coppa con la Maceratese e la corsa sotto la curva rossoblù e tante battaglie vinte. Poi il brutto infortunio al ginocchio e il recupero lampo per il match con la Jesina, per godersi sul campo e con i propri tifosi la festa finale.
Dopo un’estate di silenzi poi l’annuncio dell’incarico come nuovo direttore sportivo della Fermana, insieme all’ex compagno e amico Federico Ruggeri come direttore generale. Una notizia che ha in qualche modo scombussolato l’ambiente civitanovese, portando alcuni tifosi a “rinnegare” il proprio capitano con una scritta offensiva su un muro della città.
Michele Paolucci ha voluto far chiarezza sulla propria scelta, spiegando i motivi che l’hanno portato a compierla e porgendo un ultimo ringraziamento a chi insieme a lui ha condiviso grandi gioie in rossoblù. L’ha fatto con questa lettera:
"Credo che a volte il silenzio valga più di mille parole ma ho capito che non è questo il caso. Non rinnegherò mai la mia storia da Calciatore Civitanovese, perché chi rinnega il proprio passato è senza identità. Ora occorrono delle precisazioni sugli ultimi mesi:
A fine dello scorso campionato a differenza di tutti i miei ex compagni e allenatori non sono MAI stato contattato, nessuno ha voluto prendersi questa responsabilità, avevo comunque deciso in autonomia e con grande serenità di smettere con il calcio giocato.
Non ho MAI avanzato nessuna pretesa economica (figuriamoci esosa) o richiesto una poltrona appartenente ad altri (DS). Non ho MAI preteso o ricevuto alcuna offerta reale di un posto nella Civitanovese (mi era stata paventata l’ipotesi di fare il secondo allenatore ma in maniera onesta ho risposto che non ero in grado e ci sarebbero state persone più adatte di me)
Non ho MAI preteso o ricevuto una reale offerta per altri ruoli (mi era stata paventata la possibilità di un ruolo ibrido credo tra uomo immagine del settore giovanile senza la possibilità di avere a che fare con la prima squadra però per questioni di equilibri…). In pratica dal mio punto di vista si trattava di utilizzare la mia faccia con i giovani, i loro genitori e nonni senza nessun ruolo operativo. A me piace il calcio e non la politica e qui mi fermo.
A volte nella vita passano dei treni e devi avere la forza e il coraggio di salirci...e ve lo dice uno che ha realizzato il suo sogno partendo da un provino alla Juventus alla quale non avrei dovuto partecipare, quindi tornando al presente , ho avuto la possibilità in un Club magari rivale a livello di tifoseria ma sicuramente storico e importante come la Fermana che se pur in una situazione complicata mi ha offerto attraverso il mio ex compagno e dg Federico Ruggeri, il ruolo di direttore sportivo.
Sono stato scelto e a 38 anni, in maniera pulita mi hanno chiesto di fare ciò che mi piace e hanno già capito che darò tutto me stesso per questa causa lavorando con una rete di contatti creati in 20 anni di carriera. Senza compromessi, mi è stato chiesto di fare il lavoro che mi piace in una società già strutturata e che proveremo a rendere organizzata dove ognuno fa il proprio ruolo senza interferenze.
Che cosa avrei dovuto fare elemosinare a chi non mi voleva? Sperare che le cose sarebbero andate male per avere una possibilità? Mi spiace ma non sono fatto così. Ho preso una decisione professionale e me ne assumo ogni responsabilità. Avrei potuto parlare prima? Probabilmente sì. Ora vorrei ringraziare il mister Sante con cui ho un rapporto di stima vera e affetto sincero, il Dottor Angelini grande intenditore di calcio e Tonfoni uomo per bene, Maurizio Bernardi imprenditore serio e stimato in Città, così come i miei ex compagni, vi siete spesi tutti per rendere il mio ritorno possibile e non lo dimenticherò.
In ultimo un grazie ai ragazzi di PC, con tanti di voi ci conosciamo da bambini e ci siamo proprio divertiti negli ultimi anni, vi siete esposti in un Mondo dove nessuno ha il coraggio di farlo , capisco la delusione ma non me la sono sentita di abbassare la testa e nascondermi dietro un dito , voi tutti siete i guardiani del Club e sono sicuro che farete bene. Non ho rancore ma ai ben informati di cui sento tanto parlare dico che eravate stati informati molto male da qualcuno in malafede che vi garantisco quando mi incontrerà mi darà una pacca sulla spalla sorridendo, il calcio è così.
Sono un professionista e so cosa comporta voler puntare al massimo e la pressione che devi saper sopportare ma a quei giornalisti che covano in situazioni delicate dico di ricordarsi che l’odio genera solo odio e che tutti verremo giudicati prima o poi. Concludo dicendo che sono totalmente focalizzato sul mio nuovo ruolo, ciò richiede energie, lucidità e anche togliere del tempo prezioso alle persone che amo ma dire le cose come stanno era un dovere nei confronti di me stesso e di chi mi sta vicino...Domenica tornerò da avversario di certo ma non da nemico e potrò guardare tutti negli occhi perché io la faccia ce l’ho sempre messa"
La leadership di Paolucci è stata sicuramente un fattore determinante per guidare la Civitanovese in questi due anni di successi. Una storia d’amore che meritava sicuramente un finale migliore. Intanto domenica pomeriggio il neo ds dei canarini tornerà nel suo Polisportivo da avversario. Come verrà accolto?
Accricco Shoes è un progetto nato nel 2015 dalle menti di tre giovani marchigiani: Alessandro, Matteo e Leonardo, che con passione e dedizione hanno creato una linea di scarpe uniche, con l’ambizioso obiettivo di ridefinire il concetto di artigianato calzaturiero. Il loro è un marchio che racconta una storia di profondo legame con il territorio. Nato dalla visione audace di Alessandro, il brand ha saputo trasformare un periodo di crisi, come quello del lockdown del marzo 2020, in un'opportunità per innovare e consolidare la propria identità. "Abbiamo sfruttato quel tempo difficile per focalizzarci su ciò che conta davvero: la qualità del nostro prodotto e la connessione con i nostri clienti", racconta Alessandro, il genio creativo dietro il marchio.
Alessandro, Matteo e Leonardo hanno ruoli ben definiti all'interno del team, che riflettono le loro competenze e passioni. Alessandro è responsabile della direzione creativa e tecnica, occupandosi di ogni fase della progettazione delle calzature. Matteo, il sagace selezionatore dei materiali, gestisce l'importante comparto delle suole, mentre Leonardo, il perfezionista del gruppo, si dedica alle lavorazioni particolari delle tomaie, garantendo una qualità impeccabile.
Ponendo le proprie radici fra Monte San Giusto e Montegranaro, Accricco Shoes opera in una zona altamente nota per la sua lunga tradizione calzaturiera. "Questo territorio è ricco di storia e tradizione nel settore delle calzature, ed è considerato uno dei poli principali dell'industria calzaturiera”. Il legame con il territorio è talmente forte che persino i nomi delle scarpe sono ispirati ai modi di dire e ai luoghi della zona. Da 'Villa San Filippo' a 'San Giacomo', passando per 'Morro' e 'Fontespina', i nomi delle sneakers celebrano i luoghi in cui sono state pensate. Allo stesso tempo alcuni nomi delineano il profilo della persona che le indossa: "Ad esempio Ficu è una scarpa più da precisello, ‘Gimo’ e ‘Scappemo’ sono scarpe molto dinamiche”.
Lo stesso nome del brand, "Accricco", ha una storia molto curiosa. Ce la racconta Alessandro: “Il nome è nato da una battuta: praticamente quando all’inizio del progetto mia moglie veniva nel laboratorio, vedendo i macchinari mi chiedeva ‘ma questo Accricco a cosa serve?’. Questo termine ci ha affascinato e abbiamo deciso di nominare così il brand".
La filosofia del marchio si basa sull'idea di elevare l'artigianato a uno status rinnovato, combinando la maestria tradizionale con un approccio moderno e digitalizzato. "Negli ultimi anni la figura dell’artigiano era vista un po' come da ‘sfigatello’. Noi volevamo rivalorizzare questa figura, portandola alla ribalta anche attraverso i social media".
Il brand, infatti, si distingue per una comunicazione fresca e coinvolgente, lontana dalle pubblicità standardizzate, che mira a coinvolgere un pubblico giovane e attento alle novità del momento. ‘Accricco’ inoltre offre la possibilità di creare sneakers su misura, uniche nel loro genere. "Ci piace pensare che ogni nostra scarpa sia un pezzo unico, creato in collaborazione con il cliente". Attraverso la presenza online, Accricco riesce a raggiungere clienti in tutto il mondo, offrendo un'esperienza di progettazione personalizzata come se si fosse nel laboratorio artigianale in Italia.
Con una passione ereditata dalle loro famiglie e un forte desiderio di innovare, Alessandro, Matteo e Leonardo stanno portando avanti l'antica arte dell'artigianato marchigiano, adattandola alle esigenze e ai gusti contemporanei. Nonostante le sfide economiche e il calo del mercato, il team di Accricco guarda con ottimismo ad un futuro da percorrere con scarpe di avanguardia. "Sappiamo benissimo che non è un momento facile per il settore calzaturiero. Dobbiamo pensare a una ripartenza. Noi andiamo avanti, cercando di concentrarci su un futuro di innovazione, piuttosto che sulla staticità del presente".
In una serata all’insegna della passione rossonera, il Milan Club Castelfidardo avrà il piacere di ospitare due dei più noti giornalisti legati al Milan: Peppe Di Stefano e Carlo Pellegatti. L’evento, che si terrà presso il Tavolo Matto di Potenza Picena, sarà l’occasione per presentare il libro "C’è solo un presidente. Ritratto di un sognatore", un’opera che racconta la vita nel mondo del calcio di Silvio Berlusconi.
Abbiamo incontrato Peppe Di Stefano mentre si godeva il sole di Civitanova prima dell’evento di questa sera. Di Stefano ci ha parlato del libro, definendolo ‘un ritratto sportivo di Silvio Berlusconi’.
“Parliamo di un uomo che ha vissuto quattro vite diverse: una con la politica, una con l’edilizia, una con le televisioni e una con il calcio. Abbiamo preferito soffermarci su quest’ultima, da quando nasce a quando purtroppo va via". Il libro, infatti, non si limita a raccontare aneddoti legati al Milan, ma esplora anche le esperienze di Berlusconi con l’Edilnord e il Monza, offrendo un quadro completo della sua carriera sportiva.
Di Stefano ha evidenziato come Berlusconi sia riuscito a realizzare i suoi sogni grazie a idee innovative e una visione unica. "Come dice Adriano Galliani, ‘aveva dei circuiti mentali diversi dagli altri’. Probabilmente ha ragione e leggendo il libro ve ne accorgerete".
Il rapporto di Berlusconi con i giornalisti, secondo l’inviato di Sky, è stato straordinario. "Ci vorrebbero milioni di Silvio Berlusconi nel mondo della comunicazione legata al calcio. Lui ha amato e cambiato la comunicazione nel calcio. Molti preferiscono non parlare, nascondersi. Lui invece apriva le porte ai giornalisti, era coinvolgente in tutto quello che faceva. È stato bello conoscerlo e raccontarlo".
Di Stefano ha condiviso poi un aneddoto personale che dimostra l’impegno e la dedizione di Berlusconi anche nelle sue ultime apparizioni televisive. "Ho realizzato per Sky l’ultima videointervista legata allo sport di Silvio Berlusconi. Eravamo ad Arcore e mi ha stupito come a 86 anni ha trascorso 3 ore a preparare un’intervista, studiando i dati e i numeri legati al suo Milan e al suo Monza. Questo ci fa capire chi fosse Silvio Berlusconi".
Riguardo all’attuale situazione del Milan, Di Stefano ha dichiarato: "Il mercato è work in progress, quindi i giudizi li daremo a inizio settembre. L’attuale società è chiaramente diversa da quelle del passato, così come lo sono i fondi. Elliot ha salvato il Milan 5 anni fa e di questo gli va dato merito. Sono stati bravi a vincere uno scudetto, anche grazie a Maldini, Massara e Pioli. Adesso è un momento di rivoluzione totale: sono cambiati i dirigenti, l’allenatore e lo staff. Non è facile vincere ma il Milan ha una buona squadra. Servirebbero 2/3 puntelli per pensare di puntare in alto, anche se vedo alcune squadre, su tutte l’Inter, un po’ più avanti rispetto al Milan. Se poi il Napoli, con un grande allenatore come Conte, riuscisse a mettere da parte l’anno negativo, potrebbe essere tra le più accreditate per competere per lo scudetto".
Di Stefano ha chiuso l’intervista esprimendo il suo affetto per le Marche e Civitanova, dove ha già presentato il suo libro. "Mi piacciono molto le Marche. Presto sarò anche a Morrovalle. È una parte d’Italia che conoscevo poco e che sto imparando a conoscere, anche per ragioni affettive visto che mi ricorda tanto la mia amata Sicilia".
I Fast Animals and Slow Kids hanno dato vita a una serata carica di energia al Mind Festival di Montecosaro Scalo. Sul palco del Campo Sportivo Mariotti, la band perugina ha regalato al pubblico un’esibizione travolgente, segnando il secondo dei quattro appuntamenti previsti dal festival.
Il frontman Aimone Romizi ha espresso tutto il suo entusiasmo per essere tornato a suonare nelle Marche, sottolineando l'affinità tra la sua terra natia e la regione ospitante: "È sempre un piacere per noi venire a suonare nelle Marche – le nostre regioni sono molto affini, alla fine è solo una montagna a dividerci". Con queste parole ha introdotto “Lago ad alta quota”, una canzone che celebra la rivincita e la tenacia, diventata ormai un inno per i fan della band.
Per quasi un’ora e mezza, i Fask hanno tenuto il pubblico con il fiato sospeso, offrendo una performance carica di energia ed emozioni. I loro brani più iconici hanno risuonato potentemente, creando un legame speciale con gli spettatori. Prima di concludere, la band ha lanciato un annuncio che ha entusiasmato tutti i presenti: "Volevamo dirvi che il prossimo 25 ottobre uscirà il nostro nuovo album dal titolo ‘Hotel esistenza’. Quest’inverno lo porteremo in tour in tutti i club d’Italia”.
L’esibizione si è chiusa con “Non potrei mai”, uno dei pezzi più amati dal pubblico, lasciando i fan con il cuore pieno di emozioni e la promessa di nuovi incontri futuri. E, come da tradizione, la band ha salutato il caloroso pubblico del Mind Festival con la frase che da oltre 15 anni accompagna i loro concerti: "Salve a tutti, salve a tutte. Noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia!”.
Una notte vibrante, colorata e carica di emozioni: è questo lo spirito che si respira al Madeira di Civitanova Marche durante il "Giovedì delle Donne" o, meglio, la "Noite de Mulher", per dirlo in portoghese e immergersi subito nell’autentica atmosfera carioca che contraddistingue il locale.
La serata prevede una cena spettacolo con piatti tradizionali brasiliani, fra cui l’immancabile churrasco, seguite da grande animazione e dj set. Durante la Noite de Mulher, abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con Mauro Alberti, titolare del Madeira insieme alla moglie Martha Zamora e all'ex campione della Lube Volley Robertlandy Simon. Alberti ci ha raccontato con entusiasmo come negli anni il giovedì sia diventato un appuntamento fisso e di successo: "Siamo alla sesta stagione consecutiva di successi. Le nostre serate sono in programma il mercoledì, il giovedì, il venerdì e il sabato, ma il giovedì rimane la nostra serata di punta".
Riguardo alla stagione in corso, Alberti ha sottolineato la presenza di un grande flusso turistico, nonostante qualche difficoltà iniziale dovuta al clima, a cui si era aggiunto il blackout che aveva lasciato la movida civitanovese al buio per una sera, causando problemi anche nei giorni successivi. Tuttavia, come ci dice Alberti, “la stagione è ora nel suo pieno splendore, con il tempo favorevole e un pubblico che risponde entusiasta”. Per l’ennesimo giovedì di fila infatti, il locale ha registrato il tutto esaurito: "Stasera l’ennesimo sold out. Come me lo spiego? Seguiamo la nostra filosofia: colore, cibo e divertimento".
Grazie al suo coloratissimo allestimento e alla minuziosa cura dei dettagli, il Madeira riesce a trasportare i propri clienti da Civitanova Marche direttamente a Copacabana. Tutto questo lo rende vero e proprio tempio della cultura brasiliana. Già dal tramonto, l’atmosfera si scalda con le ballerine che iniziano a danzare e i capoeiristi che si esibiscono in spettacolari acrobazie sul lungomare, anticipando quella che poi sarà una notte lunga e coinvolgente.
La gestione di un così alto numero di persone richiede un’organizzazione impeccabile e un personale altamente qualificato. Alberti ci ha spiegato come il suo locale riesce a fronteggiare tutte le prenotazioni, offrendo al pubblico un’esperienza irripetibile: "Abbiamo più di 80 dipendenti, di cui più della metà brasiliani. Questo ci permette di offrire un’esperienza autentica, con una churrascheria genuina al 100%".
Ma il Madeira non è solo Brasile. Ogni sera, infatti, il locale propone eventi e temi diversi, rendendo unica ogni visita. La domenica cubana, in onore di Martha Zamora e Robertlandy Simon, offre ad esempio un assaggio di cultura caraibica, mentre il lunedì, con i ragazzi che non pagano, permette alle famiglie di godersi una serata vista mare in assoluta spensieratezza. Il locale si distingue anche per l’offerta culturale. “Filosofarte” ha già regalato serate molto interessanti, su tutte quella dedicata alla presentazione del libro di Nicola Porro.
Il 13 agosto, l’iniziativa promossa dal consigliere comunale Gianluca Crocetti, proporrà un altro ospite d’eccezione. Sarà al Madeira lo speaker radiofonico più irriverente e chiacchierato d’Italia: Giuseppe Cruciani. Lo stesso consigliere e ideatore di Filosofarte, ha annunciato per la sera successiva, mercoledì 14 agosto, “Viva la Vida”, un’alba musicale resa magica dal violinista Valentino Alessandrini e la danza di Giulia Alvear, a partire dalle 5 del mattino.
Anche quest’anno il Madeira si conferma dunque fra i locali più frequentati e apprezzati della riviera adriatica. Ogni serata è un mosaico di colori, suoni ed emozioni, una vera oasi di festa, dove ogni visita lascia il desiderio di tornare. Sarà proprio questa la famosa ‘saudade’ di cui parlano in Brasile?
La conferenza tenutasi la scorsa settimana nella sala stampa del Polisportivo ha chiarito una cosa fondamentale: in questa sua nuova avventura in Serie D la Civitanovese non partirà sperando di raggiungere un’agognata salvezza, ma vorrà giocarsi le sue carte in un campionato che rimane comunque di livello molto alto.
Il dg Claudio Cicchi ha messo a disposizione di Mister Alfonsi una rosa competitiva, ma sicuramente con nomi meno altisonanti rispetto a squadre come Sambenedettese (ufficializzato qualche giorno fa Umberto Eusepi, 500 presenze e 175 gol fra Serie B e C) o Recanatese, che nonostante la retrocessione dalla Serie C è riuscita a tenersi stretta Sbaffo e Melchiorri. Il duro lavoro e la forza del gruppo saranno le armi a disposizione della Civitanovese per colmare il gap con le squadre più attrezzate.
La squadra si è radunata lunedì agli ordini di mister Alfonsi, dando ufficialmente il via alla nuova stagione con l’inizio della preparazione atletica. Nuovi volti a partire già dalla porta, con gli under Petrucci e Doello a contendersi il ruolo di portiere titolare. In difesa le colonne portanti saranno Passalacqua e Diop, con il 2005 Capodaglio pronto a ritagliarsi qualche spazio. Tanta freschezza sugli esterni, a partire dai confermati Candia, Franco e Cosignani, ai nuovi Chimezie, Riggioni e Upupa. Il centrocampo trova ancora in Domizi e Visciano i suoi perni, con i confermati Ruggeri ed Ercoli pronti a dare il proprio contributo. Anche qui tanti volti nuovi e giovani: dal Fano è arrivato Zanni, dall’Elpidiense Cascinare Giandomenico, dall’argentina è stato preso Macarof, dalla juniores promossi in prima squadra Guedach e Vesprini, mentre proprio nella giornata di ieri è stato presentato l’arrivo di Duccio Toccafondi, centrocampista classe 03’ proveniente dall’Albinoleffe con esperienze importanti nei settori giovanili di Atalanta, Spezia, Empoli e Napoli.
Per quanto riguarda l’attacco, è qui che la Civitanovese può vantare una numerosa batteria di centravanti, a discapito di mezze punte o esterni offensivi. Ai confermati Spagna e Brunet, si sono aggiunti Padovani, attaccante esperto che conosce bene la categoria, e Palpacelli, panzer argentino finalmente a disposizione del mister. Senza dimenticare poi Matteo Rotondo, promettente classe 2005 arrivato dal Monturano. Stessa età anche per Santino Bonvin, altra punta proveniente dalla Sangiorgese. Confermatissimo Kevin Buonavoglia, che sarà chiamato a dare imprevedibilità all’attacco rossoblù. Buonavoglia è un mancino che gioca a destra, così come Del Moro, arrivato dal settore giovanile dell’Ascoli. Completano il reparto il 2003 Guido Verini e i giovani Ponzanesi e Zepponi, aggregati dalla juniores.
Al momento c’è dunque un numero abbondante di centravanti, con Alfonsi che potrebbe per questo motivo scegliere di passare ad un modulo con due punte rispetto al 4-3-3 o 4-2-3-1 utilizzati nello scorso anno. Il patron Profili, nella sopracitata conferenza ha annunciato che la Civitanovese è a posto e interverrà sul mercato solo se dovessero presentarsi delle occasioni. Il dg Cicchi ha escluso l’arrivo di Vittorio Esposito, così come di giocatori dall’elevato ingaggio. Con gli addii di Strupsceki, Becker e Bagnolo, forse manca ancora un giocatore di fantasia e qualità in grado di innescare le punte, un numero 10 per intendersi. La sensazione è che il navigato dg Cicchi abbia in serbo un ultimo colpo. Staremo a vedere nei prossimi giorni.
La rosa della Civitanovese per la stagione 2024/25
Portieri
Petrucci Gabriele (2005) nuovo dall’Urbino
Doello Lucas (2005) ritorno dalla Sangiorgese
Difensori
Passalacqua Marco (1997) confermato
Diop Ismaila (1999) nuovo dal Santangelo
Cosignani Andrea (2006) confermato
Chimezie Angelo (2006) dalla Maceratese
Franco Valentin (2004) confermato
Capodaglio Nicoló (2005) nuovo dal Montegranaro
Riggioni Bartolomeo (2004) nuovo dal Fano
Candia Fernando (1997) confermato
Upupa Ruggiero (2007) aggregato dal settore giovanile Uniti per Ceriognola
Centrocampisti
Domizi Jacopo (2003) confermato
Giandomenico Filippo (2006) nuovo dall’Elpidiense Calcinare
Visciano Ivan (1987) confermato
Ruggeri Federico (2001) confermato
Zanni Nicola (2002) nuovo dal Fano
Ercoli Matteo (2002) confermato
Guedach Thiago (2005) confermato dalla Juniores
Toccafondi Duccio (2003) nuovo dall’Albinoleffe
Vesprini Nicolò (2007) aggregato dalla Juniores
Macarof Facundo Gabriel (1995) dall’Argentina
Attaccanti
Padovani Ettore (1989) nuovo dal Fano
Rotondo Matteo (2005) nuovo dal Monturano Campiglione
Buonavoglia Kevin (2001) confermato
Verini Guido (2003) confermato
Spagna Stefano (1991) confermato
Del Moro Luca (2005) nuovo dal Settore Giovanile Ascoli
Palpacelli Gonzalo (1997) confermato
Brunet Ramiro (2002) confermato
Bonvin Santino (2005) nuovo dalla Sangiorgese
Ponzanesi Leonardo (2006) aggregati dalla Juniores
Zepponi Leonardo (2007) aggregato dalla Juniores
Staff tecnico
Allenatore Sante Alfonsi (confermato)
Vice Allenatore Daniele Romandini (nuovo)
Preparatore Portieri Andrea Macellari (confermato)
Preparatore Atletico Roberto Pierdomenico (confermato)
La Maceratese ha annunciato di aver raggiunto un accordo per l'acquisizione del diritto alle prestazioni sportive dell'attaccante Luca Cognini.
Prodotto del vivaio dell'Ascoli, con cui ha esordito in serie B nel 2009, Cognigni vanta una carriera importante, con oltre 273 presenze e più di 70 reti segnate tra i professionisti e la serie D. Ha militato in diverse squadre prestigiose, tra cui Mezzacorona, Paganese Calcio, Ancona, Fermana, Siracusa, Salus, Legnago, SS Matelica 1921, AC Carpi e Forlì FC. Nell'ultima stagione ha vestito la maglia del Giulianova, con cui ha segnato ben 20 gol nell'Eccellenza abruzzese tra campionato e playoff.
L’arrivo di Cognigni rappresenta un innesto importante per la Maceratese, con il ds De Cesare che ha così consegnato a Mister Possanzini il grande attaccante tanto richiesto dal popolo biancorosso.
Già la conferenza di presentazione è riuscita a generare grande interesse, figuriamoci il festival stesso. Nel pomeriggio di giovedì, presso lo storico locale di Civitanova “Da Maretto”, la direttrice artistica di Popsophia Lucrezia Ercoli ha svelato il programma dell’edizione 2024 di Rocksophia. Alla conferenza erano presenti il sindaco Fabrizio Ciarapica, il consigliere regionale Pierpaolo Borroni e il presidente dell’azienda dei teatri di Civitanova, Maria Luce Centioni, tutti entusiasti per l'arrivo della nuova edizione di Rocksophia.
Rocksophia si svolgerà a Civitanova dal 25 al 28 luglio e sarà dedicato quest'anno al tema del "muoversi", in omaggio alle Olimpiadi di Parigi, che prenderanno il via proprio in concomitanza del festival. Il movimento verrà così esplorato in tutte le sue forme, dallo sport alla dinamica verso il futuro, passando per l'arte e la filosofia.
Rocksophia si aprirà nella giornata di giovedì 25 luglio con un focus sull’"Arte in movimento". Alle 18:00, verrà inaugurata la mostra “La quadratura del cerchio”, curata da Evio Hermas Ercoli, visitabile tramite visori VR nella galleria virtuale MeGa. Seguirà un intervento della storica dell’arte Raffaella Arpiani sul Discobolo di Mirone. La sera, alle 21:15, Alessandro Carnevale terrà una lezione su “La Formula della Bellezza: La complessità oltre gli algoritmi”. Successivamente, Cesare Biasini parlerà del movimento nell'arte contemporanea.
La seconda giornata, quella di venerdì 26 luglio, sarà dedicata al "Corpo in movimento". Alle 18:00, Ivo Stefano Germano discuterà della cronaca sportiva attraverso i secoli. Alle 18:30, Mario Tirino traccerà un'epica dello sport moderno. Il primo philoshow serale, "We are The Champions", si terrà alle 21:15, in concomitanza con la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi. Simone Regazzoni e la band Factory offriranno uno spettacolo che unirà musica, sport e filosofia, con un focus particolare dedicata alla figura dell'iconico campione Muhammad Alì.
La giornata di sabato 27 luglio avrà invece il compito di sfatare alcuni stereotipi. Alle 18:00, Simona Baldelli parlerà della ciclista Alfonsina Strada. Alle 18:30, Giancristiano Desiderio discuterà del calcio come fenomeno filosofico. Il philoshow serale, "Donne e motori. Il mito dell’automobile", vedrà la partecipazione di Fjona Cakalli. Lo spettacolo esplorerà il mito dell'automobile attraverso un racconto che spazia dal cinema all'ecologia.
L’ultima giornata, domenica 28 luglio, sarà dedicata ai corpi in movimento al ritmo di musica. Nel pomeriggio, Filippo La Porta illustrerà le sculture di Marc Quinn, mentre Francesca Marzia Esposito parlerà della perfezione corporea. Il festival si concluderà alle 21:15 con il philoshow "Born to run, Filosofia di Bruce Springsteen", un tributo al “Boss” con la band Factory e il commento di Carlo Massarini.
“Siamo pronti per queste 4 giornate di Rocksophia a Civitanova - ha affermato ai nostri microfoni la direttrice artistica Lucrezia Ercoli - Il tema unificante è quello del movimento, l’occasione quella delle Olimpiadi di Parigi che iniziano proprio in concomitanza del festival. Sarà dunque un modo per riflettere sul corpo, sullo sport, sull’arte, ma in un’ottica sempre legata al pensiero e alla filosofia”.
Sul come e perché abbia scelto di dedicare questa edizione al tema del movimento Lucrezia Ercoli ci dice: “Sinora a Rocksophia abbiamo sempre parlato di musica. Quest’anno siamo partiti proprio dalla parola “rock”, che nel suo significato originario vuol dire muoversi, dondolare. Il movimento poteva diventare il filo rosso per costruire gli spettacoli e così è stato”.
Spesso, erroneamente, l’estate civitanovese è associata solo alla movida e alle discoteche. Popsophia invece, come confermato dalla sua direttrice artistica, ci insegna come ci si possa divertire anche e soprattutto attraverso la cultura e la filosofia, in grado di attivare in noi una forte componente emotiva e farci innamorare dello spettacolo a cui si assiste.
“Sono convinta che cultura e divertimento non debbano essere due rette parallele che non si incontrano mai. Il tentativo di Popsophia è quello di mettere insieme cultura e divertimento. Usando una frase di Roland Barthes : “Le cose intellettuali sono anche cose amorose” per dire come un appuntamento culturale possa anche essere amoroso, coinvolgendo la nostra parte emotiva e quindi farci stare bene, farci divertire attivando anche il pensiero e la ragione. Questa è la più grande sfida e Civitanova l’ha accolta benissimo. Il pubblico è molto variegato: c’è gente che non sa nulla di filosofia e appassionati di cultura, che si uniscono nei philoshow per vivere una serata a tanti livelli. Un’offerta stratificata che può coinvolgere un pubblico diverso e smettere di farci pensare che ci si possa divertire soltanto senza filosofia e senza cultura”.
Questa mattina, presso il teatro comunale di Treia, è stato presentato il nuovo direttore tecnico della Lube Academy, Federico Giunti.
Un allenatore esperto che non ha bisogno di presentazioni. Giunti ha infatti avuto una carriera di successo da calciatore, esplodendo nel Perugia di Giovanni Galeone e arrivando poi a vestire, su tutte, la prestigiosa maglia del Milan, con cui ha vinto anche uno scudetto nel 1999. Nel club rossonero è stato poi allenatore della Primavera. Dopo 187 presenze e 9 reti in Serie A e 76 presenze con 12 reti in Serie B, Giunti ha infatti avuto una carriera importante anche da allenatore, iniziata con le giovanili del Perugia. A queste latitudini Giunti è noto anche per aver allenato la Maceratese in Lega Pro, ottenendo una tranquilla salvezza nella stagione 2016/17. La sua avventura da allenatore è poi proseguita con un maggior orientamento verso i giovani, tant’è che a Città di Castello, la sua città natale, ha anche gestito per sette anni una scuola calcio.
"Cerco di fare i fatti più che usare le parole”. Così Giunti si è presentato ai tanti addetti ai lavori e cittadini presenti al teatro comunale di Treia. “Penso di poter dare qualcosa a questo progetto altrimenti sarei rimasto a casa. In esso ho visto qualcosa che da alte parti non ho visto. Sarò chiamato a coordinare l’aspetto tecnico e cercherò di fare del mio meglio. Non sarà facile, ma servirà pazienza. Il progetto è pluriennale, ci sarà tanto da fare ma ci vedo un qualcosa di unico”.
Sul far convergere le diverse realtà sportive treiesi in un unico settore giovanile ha dichiarato: “Anche dalle mie parti si sente molto il campanilismo, quindi so di cosa si parla. Devo dire però che ho trovato disponibilità da parte di tutti. I presidenti delle diverse squadre hanno capito la potenzialità del progetto e che sarà fondamentale ragionare con l’io più che con il noi”.
Giunti darà il via al proprio lavoro già da questo lunedì, quando incontrerà i ragazzi del settore giovanile e le loro famiglie. “Vorrei sfatare il mito dei genitori visti come un pericolo. Voglio che ci sia collaborazione e confronto costante fra noi e i genitori”.
Il direttore amministrativo della Lube, Fabio Giulianelli, ha espresso grande fiducia in Giunti: "Abbiamo valutato tante candidature ma dovevamo prendere un riferimento che avesse cultura, storicità e facesse capire che può farsi garante dei principi che vogliamo portare avanti. Giunti ha infatti la missione di portare avanti i nostri principi. Sono bastati 2 minuti per trovare un accordo”.
Sull’evolversi del progetto, l’ad ha dichiarato: “Giochiamo nei limiti che il calendario e il tempo ci danno per poter costruire questo progetto. Entriamo in un contesto in cui le situazioni sono già piuttosto definite. L’importante è far partire il progetto Academy, una scuola calcio e di vita. L’obiettivo, come detto, durante la conferenza stampa di presentazione, è quello di ricreare un po’ la situazione dei college americani, che mi hanno sempre affascinato. Lo sport è qualcosa che ti tempra e che ti fa rialzare quando sei in difficoltà. Se riusciremo a togliere i ragazzi dalla tentazione della droga e dell’alcol sarà come aver vinto 5 scudetti. Il nostro è un biettivo sociale che vede nello sport la sua naturale espressione".
È intervenuto anche il sindaco di Treia, Franco Capponi, che ha sottolineato: "è una giornata importante perché il progetto è molto interessante. Parlo dal punto di vista dell’amministrazione che in questi anni ha investito molto nelle infrastrutture sportive, soprattutto nel calcio. Da vent’anni ci poniamo l’obiettivo del settore giovanile unico. Prima c’era il problema delle infrastrutture, ora ci sono e sono adatte al progetto".
Qui un simpatico siparietto con il presidente della Lube, Luciano Sileoni, che ha sollevato preoccupazioni sulle strutture nel caso in cui la nuova squadra di Treia dovesse raggiungere categorie più importanti: "Se andiamo avanti e arriviamo a un punto alto per cui i campi non vanno bene?". Capponi ha risposto: "Nessuna amministrazione si può permettere di finanziare progetti così importanti. Il comune non si può indebitare per 20-30 milioni di euro. Il mondo del calcio è molto controverso e lo stiamo vedendo per le vicende che stanno interessando le squadre della nostra regione. Al momento le infrastrutture a disposizione sono per quello che c’è oggi e qualche gradino più avanti. I bilanci non ci consentono di fare impianti faraonici. Oggi, intanto, la cosa bella è il settore giovanile unico ".
Presenti anche i presidenti delle società coinvolte nel progetto Lube Academy: Stefano Cegna dell’Aurora Treia, Rodolfo Micucci della Treiese, Luigi Raponi dell’Abbadiense e Luciano Bonvecchi del Chiesanuova.Quest’ultimo, assente la scorsa settimana nella conferenza stampa di presentazione del progetto Lube Academy, ha voluto chiarire la posizione del proprio team rispetto al progetto: "La nostra è una posizione un po’ particolare. Sono quello che ha più vissuto per quanto riguarda il settore giovanile unico, un progetto di cui si parla ormai da anni. Questa volta è diventato più credibile. Ci abbiamo provato tante volte ma serve sempre qualcuno che comanda e che abbia la mano forte. Per noi non si tratta di aderire ma rinnovare il progetto con i giovani.
Per quanto riguarda la prima squadra invece, per il momento Bonvecchi ha mostrato la volontà di continuare a supportare il progetto Chiesanuova, senza comunque chiudere a un eventuale confluenza futura in un’unica squadra di Treia. “Siamo una frazione, mi dispiace che passi il messaggio che non vogliamo unirci alle altre squadre di Treia. A Chiesanuova abbiamo creato una struttura nuova, non possiamo mollare proprio ora, non credo abbia senso. Non possiamo decidere di ridimensionare le ambizioni che non sono pazze ma supportate dal fatto che ci siamo. Per il momento sentiamo di andare avanti con le nostre forze. Con questo non dico che in futuro non saremo disposti a collaborare, ma purtroppo sia per il tempo che per l’ampiezza del progetto necessitiamo di tempo. Non ci ha fatto paura in questi anni il confronto con squadre blasonate della categoria, andremo avanti con la stessa determinazione. Non è un voler preservare il nome, ma la volontà di rispettare i rapporti preesistenti".
Giulianelli ha concluso con un pensiero sulla grande attenzione mediatica riservata all’ingresso nel mondo del calcio del Gruppo Lube: "Piacevole sorpresa ma non credevo di ricevere così tante telefonate. Ho più parenti e amici in questi giorni che mai. L’entusiasmo l’abbiamo vissuto nel volley ma quello che sta succedendo in queste ore ci gratifica e ci responsabilizza molto. C’è sempre un’aspettativa superiore. Ci chiediamo se la struttura tiene e se siamo pronti ad affrontare tutto questo. Evidentemente il messaggio che abbiamo lanciato va al di là del normale".
(Foto di Francesco Tartari)
Sabato 29 giugno, presso il playground Attilio Pierini di Porto Recanati, si è svolto il 4° Memorial Attilio Pierini, una giornata speciale dedicata a ricordare il campione portorecanatese a quattro anni dalla sua scomparsa. Organizzato dalla società Attila Basket, che porta con orgoglio il nome di "Attila" Pierini, l'evento ha unito la comunità in una celebrazione dello sport e dei valori che Attilio incarnava dentro e fuori il parquet.
La giornata è iniziata con un discorso introduttivo di Giuseppe Pierini, presidente dell'Attila Basket e padre di Attilio, seguito dal saluto istituzionale dell'assessore allo sport di Porto Recanati Francesco Quercetti, in rappresentanza del sindaco Andrea Michelini. Hanno partecipato anche la dottoressa Paola Cingolani della Fondazione Ospedale Salesi e Don Luca dell'Oratorio Don Bosco di Porto Recanati, a cui la famiglia Pierini ha recentemente donato un nuovo playground.
L'evento è proseguito con una dimostrazione dei giovani atleti del minibasket, suddivisi nelle categorie Pulcini, Mini-Pulcini, Aquilotti, Scoiattoli ed Esordienti. I giovani sportivi hanno dato prova delle loro abilità sul playground, ricevendo alla fine una medaglia per il loro impegno. Successivamente, i ragazzi dell'Under 13, Under 15 Eccellenza e Under 19, freschi vincitori della Coppa Marche, hanno animato un torneo 3 contro 3, ricevendo anch'essi tanti applausi e delle medaglie.
Uno dei momenti più toccanti della giornata è stato la proiezione di un video emozionale dedicato ad Attilio Pierini, seguito dalla partita finale senior tra l'Attila Basket, allenata da Coach Nicola Scalabroni, e gli “Amici di Attilio”, allenati da Paolo Cuna. La partita, che ha visto in campo giocatori ed ex giocatori dell'Attila Basket, ex compagni e amici di Attilio, si è svolta in un clima di grande cordialità e divertimento, con la vittoria della squadra di Coach Scalabroni.
Al termine dell'incontro, tutti gli atleti sono stati premiati con una medaglia da Francesca Polli, moglie di Attilio e mamma della splendida Vittoria, Mirella Luchetti, la mamma di Attilio e Laura Pierini, la sorella di Attilio. La coppa è stata simbolicamente riconsegnata da Coach Scalabroni alla famiglia Pierini.
Il presidente dell’Attila Giuseppe Pierini ha sottolineato l'importanza del Memorial e del progetto portato avanti con grande impegno dalla squadra di Porto Recanati: "Noi dell’Attila Basket rappresentiamo un ragazzo che ha dato tutto alla pallacanestro. Ogni anno organizziamo questo Memorial per ricordare Attilio e far vedere cosa significa per noi lo sport e quali sono i valori che guidano la nostra società. Vogliamo dare continuità a quanto fatto da Attilio per Porto Recanati e per la pallacanestro, partendo dai più piccoli e portando avanti il suo nome sia dentro che fuori dal campo".
Jacopo Minossi, team manager dell’Attila Basket e principale organizzatore del Memorial, ha espresso la sua soddisfazione per la riuscita dell'evento: "Siamo felici che molti ex compagni di squadra e ragazzi che lo hanno conosciuto vogliano sempre ricordarlo con piacere. Il Memorial è diventato un evento stabile qui a Porto Recanati e ogni anno lavoriamo per migliorarci. Come ho sempre detto, tutto quello che facciamo all’Attila Basket è dedicato ad Attilio. Le stagioni possono andare bene o male, ma l’impegno c’è sempre nel suo ricordo. Attilio Pierini si è sempre dimostrato un esempio e noi vogliamo portare avanti queste sue caratteristiche nel progetto sportivo che porta il suo nome".
Il 4° Memorial Attila Pierini è stato dunque capace di dar vita ad una giornata di sport, ricordi ed emozioni, unendo la comunità di Porto Recanati nel segno della passione per la pallacanestro e dei valori che Attilio Pierini ha saputo trasmettere durante la sua vita. L'evento ha dimostrato quanto sia forte il legame tra Attilio e la sua città, evidenziando come il suo spirito e il suo impegno continuino a vivere attraverso le generazioni più giovani.
(Credit photo: Alfonso Alfonsi)
Il 28 giugno 2024 è una data che segnerà per sempre il mondo dello sport treiese e non solo. In una conferenza stampa tenutasi presso la sede centrale, la Lube ha chiarito tutte le anticipazioni che erano state fatte nei giorni scorsi e ha annunciato ufficialmente il suo ingresso nel mondo del calcio. Il progetto, ambizioso e innovativo, mira a creare una rete sportiva che vada oltre le logiche individuali e le rivalità, ponendo al centro i giovani e il loro futuro.
L’azienda cuciniera è da sempre molto attiva nella promozione dello sport e di quelli che sono i suoi valori fondanti. Ha deciso così di lanciare un'iniziativa che vuole rappresentare un punto di riferimento non solo sportivo, ma anche culturale e formativo per i giovani di Treia. "È stata dura unificare e mettere un progetto al di sopra degli individualismi e delle rivalità, ma è un progetto molto ambizioso, che farà rete", ha dichiarato l’amministratore delegato del Gruppo Lube Fabio Giulianelli. “L'obiettivo, a partire dal settore giovanile, è dunque quello di creare un'unica realtà sportiva a Treia, senza divisioni tra frazioni e periferie”.
Il progetto prevede innanzitutto la creazione della Lube Academy, una struttura multidisciplinare che offrirà ai giovani la possibilità di giocare a calcio, ma anche di partecipare a programmi di doposcuola, sul modello dei college americani. "Vogliamo creare un punto di riferimento importante nella logica di una formazione culturale, di arte e mestieri. Guardiamo ai giovani in maniera unita, nell’ottica di un’unica Treia senza frazioni e senza periferie", ha sottolineato l’ad.
Nel lungo periodo la Lube ha affermato anche la volontà di farsi garante per la realizzazione di nuove infrastrutture sportive. "A Treia sorgeranno strutture che richiameranno i paesi limitrofi. Non saremo più noi ad andare fuori, ma gli altri a venire da noi", ha affermato Giulianelli.
L’ambizioso progetto coinvolgerà 3 squadre locali, tra cui AP Aurora Treia, USD Treiese e US Abbadiense, che parteciperanno rispettivamente ai campionati di Promozione (in attesa del ripescaggio), Seconda Categoria e Prima Categoria. Giulianelli ha tenuto a ribadire che la Lube non è uno sponsor, ma vorrà gestire attivamente il progetto, mantenendo al centro valori etici e un'idea di sport come strumento di crescita personale e collettiva. "L’Aurora sarà la stella polare. Non compriamo titoli di squadre superiori perché bisogna imparare a vincere. Con la pallavolo partimmo dalla Serie C e pian piano abbiamo iniziato a vincere", ha ricordato il patron, sottolineando l'importanza di costruire una base solida partendo dai giovani.
Presenti alla conferenza stampa i presidenti delle tre squadre coinvolte: Stefano Cegna per l’Aurora Treia, Rodolfo Micucci per la Treiese e Luigi Raponi per l’Abbadiense. Assente invece il presidente del Chiesanuova Calcio Luciano Bonvecchi. La squadra biancorossa, che si è già attivata da tempo per preparare il prossimo campionato di Eccellenza, per il momento continuerà individualmente il proprio percorso in Eccellenza. Farà comunque parte anch’essa del settore giovanile unico.
Il progetto sarà gestito da un gruppo di coordinamento composto da dirigenti del Gruppo Lube e da due membri del direttivo di ciascuna delle tre associazioni sportive coinvolte. Questo gruppo avrà il compito di definire gli obiettivi, convalidare i progetti presentati e monitorare l'uso corretto dei fondi stanziati.
Guardando al futuro, la Lube si impegna dunque a creare un ambiente sportivo che possa diventare un modello a livello nazionale, dimostrando come un piccolo paese possa realizzare qualcosa di grande. "Integreremo lo sport con la scuola. Sarà qualcosa di fantastico. Daremo ai giovani la possibilità di credere", ha concluso Giulianelli. A chi gli chiede invece se l’ingresso del mondo del calcio possa in qualche modo ridurre l’impegno nella Pallavolo, l’ad risponde: “Abbiamo vissuto 34 anni di volley ad altissimi livelli. Oggi diventa però sempre più difficile riuscire a competere. Sicuramente non faremo più spese pazze e non cercheremo giocatori con ingaggi folli. Abbiamo vinto tutto, il volley ci ha dato notorietà, ma ora vogliamo vivere la pallavolo con un altro principio”.
Il progetto Lube Academy rappresenta sicuramente una svolta per Treia, in grado di unire sport, cultura e formazione in un'unica grande visione per il futuro dei giovani e della comunità. Oggi, inizia una nuova era per lo sport treiese, con l'augurio per il calcio locale che questo sia solo l'inizio di una lunga serie di successi.