Un ospedale inagibile quello di Tolentino la cui vita ora sembra davvero segnata. Il nosocomio, gravemente lesionato dal sisma dello scorso agosto, verrà abbattuto e al suo posto verrà costruita nello stesso luogo una nuova struttura di uno, o al massimo due piani, che fungerà da ospedale di comunità e ambulatorio. Risale proprio a stamattina, infatti, il sopralluogo del direttore generale dell'Area Vasta 3 Maccioni e del sindaco della città di Tolentino Pezzanesi per decidere del futuro della struttura.
L'ospedale, già gravemente lesionato dopo il sisma del 24 agosto, in seguito ad un sopralluogo dei vigili del fuoco, era stato dichiarato inagibile per quel che riguarda l'intera ala destra. Erano stati proprio alcuni operai al lavoro per piccoli interventi ad accorgersi della gravità delle lesioni causate dal sisma e, a quel punto, richiesto l’intervento dei tecnici dell’Asur e del Comune, che si sono successivamente rivolti ai vigili del fuoco. La lesione ad alcune travi e ad alcuni muri divisori avevano fatto dichiarare ai tecnici della protezione civile la parziale inagibilità della struttura, tanto che i quindici pazienti, allora ricoverati nella struttura, furono spostati in un'area ancora agibile dell'ospedale.
Ma se la struttura aveva comunque garantito una continuità dei servizi ambulatoriali, spostati appunto nell'area ancora agibile, ora sembrerebbe avere i giorni contati. Dopo il sopralluogo di stamani, infatti, la decisione sarebbe proprio quella di una demolizione e di una costruzione ex novo del nosocomio senza, dunque, salvare quello che è rimasto saldo anche dopo le terribili scosse degli ultimi mesi.
Un pomeriggio insieme, in cammino per dire no alla violenza e farsi costruttori di pace. E' l'iniziativa in programma sabato 11 febbraio a Civitanova, a cura dell'Azione cattolica, con l'adesione delle parrocchie della città. La seconda edizione della Marcia per la pace partirà da piazza San Marone: il ritrovo è in programma per le 15, con momenti di animazione organizzati dalla parrocchia di Santa Maria Apparente.
Si partirà alle 15.30. I partecipanti percorreranno via Buozzi, raggiungeranno Piazza XX settembre dove si svolgerà una prima sosta, organizzata dalla parrocchia di San Marone, poi imboccheranno Corso Umberto, dove si svolgerà un flash mob a cura della parrocchia San Paolo di Civitanova Alta. Si proseguirà su via Duca degli Abruzzi per arrivare alla chiesa di Cristo Re per la tappa conclusiva. In caso di maltempo il raduno si svolgerà direttamente a Cristo Re. L'anno scorso vi presero parte circa 300 persone e ci sono tutte le premesse per incrementare il numero di aderenti per l'edizione 2017.
A presentare la manifestazione il presidente diocesano di Azione Cattolica Luca Girotti e Isabella Monachesi, educatrice parrocchiale. “In Azione cattolica questo tema è approfondito spesso, partendo dal documento che il Papa annualmente scrive proprio in occasione della Giornata mondiale per la pace – sottolinea Girotti – Oltre alle occasioni di dialogo, da qualche anno a Civitanova si organizza un momento conclusivo, che dal 2016 è stato condiviso da tutte le parrocchie cittadine. Il tema centrale sarà l'impegno a fermare la violenza per costruire la pace. La non violenza è uno stile di vita che attraversa tutti i momenti e gli ambiti, dalla famiglia alle relazioni comunitarie e che è importante ribadire quale fondamento per affermare il valore della pace.
E' un'iniziativa aperta a tutti, anche ai non cattolici, perché la pace è un patrimonio che accomuna tutte le confessioni religiose”. Isabella Monachesi sottolinea come l'iniziativa sia “partita dalla volontà e dall'entusiasmo dei ragazzi. Loro sono stati protagonisti attivi nell'organizzazione di questo appuntamento, con la volontà di farsi operatori di pace. Tutti i parroci hanno aderito con gioia. Durante il cammino ci sarà anche un volantinaggio con messaggi di pace che verranno distribuiti alla cittadinanza. Avremo momenti di preghiera, di riflessione, alcune testimonianze, tra cui quella dell'associazione Libera”. Si complimenta l'assessore Cristiana Cecchetti: “Un'iniziativa pregevole, che patrociniamo con convinzione. Il dialogo e la ricostruzione di un tessuto di comunità sono pilastri di questa Amministrazione, quindi perfettamente coerenti con un'iniziativa del genere”.
Quello dell'isola pedonale nel centro cittadino è un argomento molto sentito dalla popolazione civitanovese e come accade tutte le volte che se ne parla, ci sono opinioni diametralmente opposte e trovare un punto d'incontro sembra quasi impossibile.Il principale argomento dei contrari è la mancanca di parcheggi e quando qualcuno fa notare che quelli dietro la stazione sono quasi sempre deserti, si risponde con il problema sicurezza. Quell'area infatti, fino a poco tempo fa, ha ospitato a varie ondate, numerosi nomadi tra i quali diversi con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio. Non proprio persone tranquille.Attualmente, dopo i lavori di sistemazione, sembra che la situazione sia tornata sotto controllo ma qualcuno ancora non si fida. Arriviamo addirittura al caso di una commerciante che pur avendo pagato il parcheggio annuale, non ne usufruisce perché ha paura di andare a riprendere l'auto al Ceccotti dopo la chiusura serale del negozio.I negozianti, corrispettivi alla mano, affermano che con la ztl gli affari subiscono un netto calo. Tali dichiarazioni sono però messe in discussione da quelli che dicono che sul lungo periodo, anche il commercio ne trarrebbero vantaggio (restando pur sempre nel caso delle ipotesi).Per finire, si ricorda che il motivo principale della pedonalizzazione è quello di cercare di combattere l'inquinamento con le tanto vituperate polveri sottili ma è scontro anche su questo perché qualcuno obietta che, per come si sviluppa la circolazione, il pericolo inquinamento è spostato sulla statale, solamente a qualche decina di metri dal centro. Tra le soluzioni proposte, qualcuno indica di decongestionare la statale spostando parte del traffico sul lungomare che, nella parte nord, dovrebbe tornare ad essere a doppio senso di marcia. Siamo sicuri che questa soluzione sarebbe accolta con favore da tutti gli esercenti di Viale Quattro Novembre ma comporterebbe una netta retromarcia su quello che le passate amministrazioni hanno fortemente voluto ed attuato.Come si evince dalle accese discussioni sui social, il problema non è di facile soluzione e siamo sicuri che nella campagna elettorale alle porte, se ne discuterà ampiamente, anche con proposte innovative come ci è stato detto in via confidenziale da un nuovo soggetto che sta per entrare nell'agone politico.
Continua a crescere il gruppo di protezione civile specializzato nel recupero dei beni culturali in caso di emergenza. Ai 170 volontari della prima giornata di corso organizzata ad Osimo lo scorso novembre, si vanno ad aggiungere gli oltre 200 che ieri hanno preso parte al corso “Il recupero e la messa in sicurezza dei beni culturali. Le attività del volontariato specializzato” presso l’Auditorium Benedetto XIII a Camerino, per un totale di circa 500 volontari pronti ad operare in emergenza.
Rimozione dal luogo non più idoneo, primissimo intervento di restauro per tamponare eventuali danni, schedatura del bene, catalogazione corredata da foto, imballaggio e trasporto, sono i passaggi della catena del recupero delle opere d’arte che sono stati raccontati e spiegati con dimostrazioni pratiche ai partecipanti al corso, che hanno mostrato grande interesse e curiosità.
Da novembre infatti, mese in cui hanno avuto inizio i recuperi, hanno lavorato senza sosta con determinazione e competenza circa 252 “angeli dell'arte” - come più volte sono stati definiti i volontari - per un totale di oltre 2000 ore, mettendo in sicurezza, spolverando, imballando e catalogando tele, quadri, statue e una vasta gamma di tipologie di beni per un totale di 1632 opere recuperate nei comuni di Sarnano (MC), Visso (MC), Caldarola (MC), San Ginesio (MC), Gualdo (MC), Ascoli Piceno, Falerone (AP), Ussita (MC), Posta (RI), Mogliano (MC), Matelica (MC), Castelsantangelo sul Nera (MC).
Ma il lavoro di Legambiente non si è limitato a questo. Nel mese di dicembre, infatti, l’associazione ha presentato, in occasione della visita della Commissione Ambiente guidata da Ermete Realacci, “Oltre il Sisma”, la proposta per una gestione innovativa e una valorizzazione in loco delle opere d'arte delle zone colpite. Allontanare le opere dai propri territori significherebbe impoverire questi luoghi, già compromessi di una risorsa identitaria fondamentale. Salvaguardare il patrimonio culturale di una comunità per restituirlo, ad emergenza finita, alla fruizione dei cittadini rappresenta, infatti, uno dei modi per garantire risorse per una futura rinascita del territorio.
“Nell’area interessata dal sisma, il tessuto sociale ha subito uno strappo terribile, che si è aggravato anche a seguito delle avverse condizioni meteo di inizio anno - ha commentato Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche -. Se le opere vengono allontanate dai loro territori, un settore importante dell’economia rischia seriamente di essere azzerato e questo non possiamo permetterlo. Da tempo il nostro gruppo di protezione civile beni culturali è fermo mentre tante opere d’arte sono ancora sotto le macerie e la neve. Nonostante questo, si sta già pensando all’organizzazione di mostre, addirittura fuori dalle Marche, invece di concentrarsi e accelerare i tempi sul recupero. Abbiamo un gioiello di partecipazione e competenze che oggi conta 500 volontari e non capiamo perché non riusciamo a dare una mano, gratuitamente e con preparazione. Non riusciremo a parlare di turismo e di futuro dell’Appennino se non portiamo a termine le operazioni di recupero dei beni e, a maggior ragione, se portiamo via le opere dai territori colpiti”.
“Perché continuare a fare dei corsi specifici sulle attività del recupero e messa in sicurezza dei beni culturali, mentre siamo ancora in piena emergenza e non siamo più operativi da dicembre? - ha dichiarato Antonella Nonnis, coordinatrice del gruppo di protezione civile beni culturali - Per confermare, se ce ne fosse bisogno, che ci sono volontari pronti ad operare, continuamente formati ed aggiornati sulle procedure attuative; per affermare che siamo tanti e possiamo essere sempre di più, perché il volontariato e la risposta di un’Italia sana, che non si può fermare”.
Al corso, proprio a sottolineare l’importanza di questa attività e del ruolo che possono assumere i beni culturali nella ricostruzione, hanno preso parte l’Assessore regionale alla protezione civile Angelo Sciapichetti, il pro-rettore Claudio Pettinari, il professore Unicam Renato De Leone, il comandante del nucleo tutela patrimonio culturale carabinieri Carmelo Grasso, la presidente di Legambiente Marche Francesca Pulcini e la coordinatrice del gruppo di protezione civile beni culturali Antonella Nonnis. Il responsabile del volontariato della Protezione Civile della Regione Marche Mauro Perugini ha illustrato il funzionamento del sistema di protezione civile regionale e a seguire si è svolta una parte più pratica a cura di Oliver Mariotti e Paola Bartoletti, restauratori professionisti e volontari Legambiente Marche Beni Culturali.
Le foto sono di Luca Marcantonelli del blog “Con in faccia un po’ di sole”.
Una delle eccellenze di Civitanova è senza dubbio Radio Linea, un network dinamico ed attuale che si estende su diverse regioni: Marche, Abruzzo, Romagna, parte dell'Umbria, del Molise e della Puglia.Tra i suoi canali di diffusione, oltre alla già citata radio, c'è ovviamente lo streaming dal sito internet, il DAB (Digital Audio Broadcasting) nella provincia di Perugia e da qualche mese, anche se non molto pubblicizzato, è attivo il canale 114 del digitale terrestre nella nostra regione.La sede dell'emittente si trova in Via Parini ed è proprio li che siamo stati a trovare Marco Adami, socio e amministratore della società, per farci raccontare la sua storia.La radio è nata nel 1979 a Casette d'Ete da un gruppo di ragazzi, tra cui lo stesso Adami, il fratello ed altri volontari. Dopo varie vicissitudini, la proprietà passa a Marco Adami e Remo Mariani e inizia un lento percorso di crescita con la prima acquisizione, nel 1993, di Radio Amica di Montecosaro.Questo processo di espansione subisce una forte accelerazione nel 1995, con quella che forse è l'acquisizione più importante, Radio One di Porto Sant'Elpidio, un emittente molto seguita in zona e leader tra i giovani.Commenta così Adami: "abbiamo fatto questo grosso passo nel 1995 che ci ha portato fortuna perché a livello commerciale, successivamente, la radio è partita".Continua poi con la lista delle numerose acquisizioni: "nel 1996 abbiamo acquistato Radio Quattro di Porto San Giorgio, nel 1998 Radio Blu di Ascoli, dall'acquisizione delle frequenze, sempre nello stesso anno, di Radio Castelfidardo e Radio Serena di Osimo nasce Skyline. Nel 1999 altra ondata di acquisti molto importanti, come quelli di Radio Meteora di Jesi che aveva un'ampia diffusione sull'anconetano"."L'importanza di tali acquisizioni", sottolinea Adami, "sta soprattutto nelle frequenze ma anche all'avviamento dell'azienda. In parole povere, di ascoltatori".Negli anni in cui Radio Linea sbarca a Civitanova, nel 1988, in città ce n'erano già altre quattro: Stereo White di Santa Maria Apparente, Radio City, Antenna Centro e Radio Alfa.Dopo la prima grande espansione, si raggiungono Rimini e Cesena al nord e l'Abruzzo a sud, mentre, al giorno d'oggi, la diffusione della radio si estende da Cesena al Gargano e la città di Terni.E' con una punta d'orgoglio e grande soddisfazione che Adami ci snocciola una sequenza di successi e primati della sua radio: "siamo in assoluto la più grossa emittende delle Marche, sia in termini di copertura che in termini di fatturato e siamo l'unica radio del centro Italia a fare anche la radiovisone, diffusi sullo stesso bouquet di TVRS".Proseguiamo la nostra chiacchierata approfondendo il discorso di quest'ultima novità, il canale televisivo: "Siamo partiti da aprile con il video e devo dire con discreto successo. Questo nasce pensando al pubblico domestico, perché a casa l'apparecchio radio sta scomparendo ma anche ai locali pubblici come ristoranti, bar e palestre. Stiamo avendo un riscontro molto positivo e ci arrivano continuamente segnalazioni di persone che ci ascoltano e ci vedono in tv. Molti locali che prima erano sintonizzati su emittenti nazionali ora iniziano a seguire la tv di Radio Linea".A detta del fondatore, non c'è l'ambizione di fare televisione ma semplicemente di integrare quanto trasmesso in radio con la parte visiva, come ad esempio, durante un collegamento di qualche giorno fa da Bolognola, gli inviati hanno mandato delle immagini che sono state mostrate in televisione. Prosegue inoltre dicendo: "Siamo in grado di fare dirette video, le abbiamo già sperimentate e funzionano perfettamente, con delle risorse anche abbastanza limitate"Secondo Adami, uno dei punti di forza della radio rispetto alle concorrenti del centro Italia è la diretta, che va dalle 7 alle 20, sia in radio che in video, mentre gli altri si ostinano a registrare file e mandare musica in automatico, pensando di risparmiare ma in realtà "autodistuggendosi". Usa proprio questo termine per definire quella che secondo lui è la cattiva abitudine di molte radio concorrenti e ci dice che: "Il fatto di essere in diretta crea interazione con il pubblico e ne permette una maggiore fidelizzazione, come ad esempio quando c'è stato il terremoto, noi l'abbiamo detto subito ed abbiamo raccolto le reazioni a caldo degli ascoltatori, oppure quando c'è stato il black out elettrico nella provincia di Macerata di qualche settimana fa, noi eravamo in onda ed hanno chiamato in molti".L'arma vincente di Radio Linea quindi sembra essere la diretta che piace al pubblico e sta dando notevoli risultati in fatto di ascolti, nonostante la concorrenza di colossi nazionali, esponenzialmente più grandi ed attrezzati che possono contare su personaggi famosi e quant'altro. Nonostante tutto c'è molta soddisfazione nel vantare una media di ascoltatori settimanali di oltre 230 mila unità, sommando Radio Linea e Skyline.Mentre ci salutiamo, il patron della radio ci tiene a fare una precisazione "geografica" dicendo che molti, erroneamente, pensano che la sede sia in Ancona, non sapendo che invece è a Civitanova e si trova in pieno centro.
Proposta di legge o decreto legge per l’istituzione di una zona franca urbana e di una zona economica speciale per i 131 comuni del cratere: se ne è parlato a Camerino oggi alla presenza del sindaco Gianluca Pasqui, del rettore di Unicam Flavio Corradini e dell'ex sindaco Dario Conti, promotore dell'iniziativa.
La predisposizione del testo si deve ad un gruppo di lavoro formato da docenti della Scuola di Giurisprudenza Unicam ed esperti di diritto. Ne fanno parte i professori Antonio Flamini, Fabrizio Lorenzotti, Francesco Rizzo,. Francesco Casale, Roberto Esposito, Paola Morlupo e l’avv.Giuseppe De Rosa. La proposta di legge (o Decreto Legge) già depositata dall’on. Pastorelli, lo scorso 28 gennaio è stata presentata nel corso di una riunione a Roma al vice ministro Nencini e consegnata anche al Presidente Mattarella nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico di Unicam.
Necessità e opportunità non solo di creare una zona franca, ma anche una economica speciale che favorisca lo sviluppo sociale e la rigenerazione
A seguito dei terremoti sono state create delle zone franche urbane a L’Aquila e in Emilia dove sono previste agevolazioni fiscali e previdenziali per rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale delle micro e medie imprese. Tali misure, seppur utili non sono sufficienti per un rilancio sociale ed economico dei territori colpiti dall’ultimo sisma e che include 131 comuni di quattro diverse regioni: Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria.
La creazione di zone economiche speciali può stimolare una rapida ripartenza economica in questa zona bloccata sotto il profilo della circolazione della ricchezza. Con nuovi investimenti tali zone possono svilupparsi molto rapidamente, attirando poi lavoratori da tutta l’aria di riferimento. L’obiettivo è quello di attrarre investitori in un ambito in cui possono fruire di incentivi, di agevolazioni o esenzioni fiscali. Altro obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo economico con l’insediamento di specifici comparti di attività economica, l’adozione di nuove soluzioni tecniche, il miglioramento delle competitività e la creazione di nuovi posti di lavoro.
La zona economica speciale può diventare un centro amministrativo, economico scientifico e culturale in considerazione dell’economia esistente prevalentemente artigianale e di commercio al dettaglio ad oggi assolutamente impedita dalla circolazione di ricchezza a causa del sisma. Vi è la necessità di creare nuovi centri economici e realtà aziendali.
Le zone del cratere sono in ottima posizione geografica e quindi la realizzazione di tale zona speciale appare dunque la ricetta ideale per rilanciare gli investimenti nel centro Italia.
Parte da Narni il percorso di confronto e riflessione delle Anci di Marche, Toscana e Umbria sull'ipotesi di macroregione: i presidenti delle tre associazioni dei Comuni, rispettivamente Maurizio Mangialardi, Matteo Biffoni e Francesco De Rebotti, si sono incontrati nella cittadina umbra per annunciare il loro sostegno ad una sinergia tra le diverse realtà che garantisca opportunità di sviluppo ai territori. I tre presidenti intendono "supportare il lavoro già avviato dalle Regioni e dai consigli regionali dando un contributo fattivo attraverso il protagonismo dei Comuni".
Cultura e turismo prima di tutto, ma anche economia, lavoro, infrastrutture, ambiente, protezione civile, semplificazione amministrativa, sanità e politiche di inclusione sono alcuni dei settori nei quali "individuare buone pratiche, gia esistenti, da mettere a sistema" (ANSA).
Un tetto per ritrovarsi perché anche socializzare, in piena emergenza terremoto, è importante. E’ un dono prezioso quello che hanno ricevuto dagli scout del Veneto gli ospiti delle aree camper allestite dal Comune di San Severino Marche nel rione Settempeda e nel parcheggio dell’ospedale civile “Bartolomeo Eustachio”.
Si tratta di due tensostrutture, di ottanta metri quadrati ciascuna, montate da una quindicina di volontari della Protezione civile dell’Agesci Veneto, coordinata dall’incaricato regionale Enrico Bonato, dotate di riscaldamento e, dunque, completamente autonome. I nuovi spazi saranno utilizzati per ritrovarsi ma anche per consentire ai bambini, che vivono nei camper e nelle roulotte delle due aree, di passare qualche ora di svago al coperto. Gli spazi potranno essere utilizzati anche dagli anziani, magari per fare una partita a carte, e dalle famiglie per momenti di convivialità e incontri. Alla consegna delle due tensostrutture ha preso parte anche il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, che ha voluto ringraziare i tanti volontari presenti e l’Agesci Veneto per il prezioso dono alla comunità settempedana ferita dal terremoto ma colpita da profondi gesti di solidarietà come quello che ha interessato gli ospiti delle due aree camper.
Tra i tanti sogni distrutti dal sisma di ottobre c'è quello di Cristina Passini, giovane pasticcera di Camerino che lo scorso 26 ottobre ha visto crollare la sua pasticceria "Toffee" che sorgeva nel cuore della città e che oggi, dopo la disperazione iniziale, si prepara per una nuova avventura professionale che la porterà a Capri.
Aperta nel luglio 2013, la pasticceria "Toffee" era il sogno da bambina di Cristina che, con il sorriso e lavorando appassionatamente, era riuscita a concretizzare a soli 23 anni nel centro di quella che è la sua città natia. Un sogno che si è infranto a causa del tremendo sisma e che, la sera del 26 ottobre, ha distrutto la struttura che per quattro anni ha addolcito tanti e tanti cittadini di Camerino e non solo.
Da quel giorno la disperazione, il pensiero di Cristina di volersene andare dall'Italia, ma poi anche la solidarietà, la speranza e la tenacia che vuole vedere ricostruito quel sogno di una pasticceria "a casa sua".
"Per il momento - racconta Cristina - faccio le valige e mi sposto a Capri, lavorerò come pasticcera al Ristorante Monzù dell’Hotel Punta Tragara a Capri (Na) con lo chef Luigi Lionetti e so già che sarà sicuramente un'esperienza importante, professionalizzante e che mi servirà in futuro".
Un futuro che Cristina vede nelle Marche dove vuole tornare per rimettere in piedi la sua "Toffee".
Un futuro che sembra essere più vicino grazie alla solidarietà di tante persone del settore che raccontano la sua storia e che hanno deciso di fare qualcosa di concreto. Da poco è infatti nata una pagina Facebook, “Pastry Joke Challenge”, organizzata da professionisti del settore, che servirà proprio per raccogliere fondi per aiutarla a riaprire la sua pasticceria nelle Marche. E per non far spegnere quel sorriso che per quattro anni ha reso più "dolci" le giornate dei suoi clienti.
Anche in provincia di Macerata, da qualche tempo, ha iniziato ad essere sempre più ricercata la figura del wedding planner.
Per capire di cosa si tratta, abbiamo chiesto a una wedding planner del territorio, Daniela Perroni titolare della Galmy Eventi, di spiegarci di cosa si occupa.
"Il wedding planner" dice Daniela "è una figura professionale che si occupa di progettare, organizzare e coordinare un matrimonio, un compleanno, un battesimo, una comunione, un evento in genere che può riguardare anche le aziende. Molto di moda negli Stati Uniti, questo tipo di lavoro si è diffuso anche in Italia. In particolare il wedding planner viene incaricato dagli sposi di occuparsi di ogni minimo particolare che serve a rendere indimenticabile tale giorno, dalla prenotazione della chiesa, del ristorante, degli allestimenti floreali, della gestione degli sposi, fino alla scelta dei vestiti e delle bomboniere. La nostra figura opera di comune accordo con i futuri sposi ed una volta deciso lo stile e individuato i loro desideri, li trasforma in realtà in completa autonomia oppure può essere solo una figura che dà consigli e li accompagna nelle varie fasi della preparazione del matrimonio".
Quali requisiti deve avere un wedding planner? "I requisiti richiesti per diventare wedding planner sono innanzitutto elevate doti comunicative, organizzative e di problem solving. E’ importante anche essere persone decise, orientate al raggiungimento degli obiettivi e soprattutto capire ed anticipare le esigenze del cliente. Il lavoro richiede anche la capacità di saper mediare ed essere intraprendenti e propositivi. Infine la creatività e il buon gusto sono i due elementi determinanti per avere successo in questo ruolo".
C'è un po' di titubanza ad avvicinare queste figure, perchè si immagina che poi il loro costo possa essere ingente... "In realtà non è così. Diciamo che in linea di massima, il costo della nostra figura professionale si aggira intorno al 5-6 per cento del budget proposto dal cliente. Che poi, invece di andare a spendere di più, in realtà risparmia perchè noi a monte abbiamo accordi con fioristi, musicisti, fotografi, designer che consentono di spendere meno che andando in autonomia. Quando si utilizza un wedding planner, si percepisce solo alla fine che si è trattato di un valore aggiunto e che si tratta di una figura fondamentale grazie alla quale la cerimonia viene organizzata in maniera perfetta e il costo della figura professionale viene coperto dai risparmi che la stessa consente di fare".
Insomma, per tutti coloro che non possono o non vogliono impazzire durante i preparativi, ecco venire in aiuto i wedding planner. D'altronde, una telefonata non costa niente...
Oggi oltre 70 escursionisti da tutto il Centro Italia (Toscana, Lazio, Umbria, Romagna e Marche) sono arrivati a Sassotetto di Sarnano, sui Sibillini, per la Ciaspolonga 2017 organizzata da Il Camoscio Sibillini Escursione e Trekking di Ussita (della guida Simone Gatto - AIGAE Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) in stretta collaborazione con la Cooperativa Forestalp di Arquata del Tronto (AP).
E' stato un successo nonostante qualche raffica di vento e un pò di nuvole: le persone se ne sono tornate nei loro luoghi di residenza felici e divertite dopo aver consumato anche un pasto nelle strutture della zona a Sassotetto e Pintura di Bolognola. Anche così i Sibillini possono ripartire.
"Aiutiamo e non Crolliamo". È questo il nome del gruppo di Facebook all'interno del quale si organizzano concretamente aiuti per le popolazioni colpite dal sisma. Un gruppo di persone mosse dalla solidarietà che, da tutta Italia, raccolgono generi alimentari e non solo da consegnare nelle mani delle tante famiglie in difficoltà a causa del terremoto.
Aiuti che provengono da Rimini, da Riccione, dalla Liguria, ma anche da un club di bmwisti del Veneto, da persone accomunate dalla stessa, grandissima voglia di aiutare e che vengono smistati da un gruppo di volonterosi, coordinati da Alessandro Tinti di San Lorenzo in Campo, tra i quali Laura Torsani di Misano Adriatico, Paolo Scarselletta di Montecassiano e Salvatore Pelella, vigile del fuoco di Rimini che consegnano laddove ce n'è necessità, direttamente nelle mani delle famiglie bisognose.
L'ultima consegna, quella di stamattina, ad una dozzina di famiglie appartenenti al comprensorio territoriale di Camerino che è stata seguita dalla Croce Rossa di Camerino e dal presidente stesso Gianfranco Broglia.
Nuova allerta meteo della Protezione Civile delle Marche per pioggia, neve e vento. L'avviso è valido dalle 6 di lunedì 6 febbraio alle 12 di martedì 7 febbraio.
Una perturbazione proveniente dal nord-Atlantico, in approfondimento sul Golfo del Leone ed in successivo transito verso le coste tirreniche, determinerà sul medio versante adriatico flussi orientali di aria mite ma umida. Questa situazione favorirà precipitazioni diffuse, a carattere nevoso sui settori montani.
PIOGGIA medie areali moderate, con picchi che solo localmente potranno essere elevati
NEVE le cumulate di neve fresca saranno moderate, con quantitativi elevati sui Sibillini. Limite delle nevicate inizialmente attorno ai 1200m, in calo sotto i 1000m dal tardo pomeriggio.
VENTO a partire dal pomeriggio di lunedì i venti lungo la fascia costiera saranno nord-orientali, ed a tratti avranno intensità di vento forte associati a raffiche di burrasca. Intensità in attenuazione nel corso della notte tra lunedì e martedì
MARE nel corso del pomeriggio di lunedì il mare sarà localmente agitato, con conseguenti mareggiate
"Si tratterebbe con ampia probabilità ancora di aftershocks dell’evento sismico principale verificatosi alla fine di ottobre 2016 tra Norcia e Pievetorina, quindi nella zona nord”.
Così il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), si esprime in merito alla sequenza sismica in atto negli scorsi giorni e tuttora nella zona di Montecavallo e Pieve Torina.
Ciò che ne è indice è la magnitudo a scalare: sono infatti terremoti che si attestano tra le magnitudo 3 e 4, e dunque di molto inferiori ai precedenti.
“Gli epicentri dei terremoti del 3 febbraio ricadono nell’area della faglia che si era attivata il 26 e poi il 30 di ottobre. Considerando anche la loro magnitudo, minore di 4.4 (la magnitudo Richter ML del terremoto più forte, quello delle 5:10, è stata stimata di 4.4, mentre la cosiddetta magnitudo momento Mw è pari a 4.2). Una sequenza di eventi in quella posizione e con queste magnitudo rientra nel quadro delle repliche (o aftershocks)”.
Tra gli studiosi parrebbe dunque pacifico che si tratti di scosse di assestamento a decrescere derivanti dal mainshock di ottobre. In questo senso infatti si è espresso anche il geologo Emanuele Tondi: i terremoti di questi giorni infatti per il Professore “ricadono nell'area destabilizzata dai forti eventi di fine ottobre. Quindi sono aftershocks della sequenza principale” e, se si pensa che gli aftershocks a partire dal 30 Ottobre sono troppi e di forte magnitudo, assicura che “i sismologi pensano il contrario. Infatti, non si è mai nemmeno lontanamente raggiunta una magnitudo di un grado inferiore al mainshock principale, cosa che generalmente avviene subito dopo (via via che passa il tempo è sempre meno probabile) ".
Tornando ora al sismologo Amato, lo stesso ritiene invece “difficile tentare una correlazione con il terremoto del 1799, di cui non si conosce con precisione la faglia responsabile, e il cui epicentro presunto (ricostruito sulla base dei danni) si colloca parecchio più a nordest, a metà strada tra Camerino e Tolentino. Ricordiamo che la magnitudo stimata dai danneggiamenti per il terremoto del 1799 è pari a 6.2. Questo terremoto è attribuito a una fascia di sismicità più “esterna” (ossia più adriatica) rispetto a quella dei terremoti del 2016 e del 2009. Purtroppo non conosciamo quale sia il grado di interazione tra la faglia attive oggi e quelle della fascia esterna”.
In entrambi i casi dunque il risultato sembrerebbe lo stesso: scosse di magnitudo inferiori rispetto alle precedenti vissute nei mesi scorsi.
“Nel settore centrale della zona colpita da agosto – quello che va circa da Amatrice fino a Visso passando per Accumoli - la sequenza si è molto diradata nell’ultimo mese, mentre le zone più attive nelle ultime settimane sono anzitutto la zona abruzzese, a sud, e quella del settore nord, tra Monte Cavallo, Fiastra e Pieve Torina”.
Continua l'esperto dell'INGV.
Il grafico allegato mostra il numero giornaliero di aftershocks (le colonnine colorate) e il rilascio di energia (punti neri) (dati Ingv)
“Abbiamo ormai imparato che i trend che si vedono sono significativi per indicare il decadimento nel tempo della singola sequenza-nella-sequenza, ma anche che se si attiva un nuovo segmento di faglia si ricomincia da capo. Si vedono bene i tre picchi (24/8, 26-30/10, 18/1). Si tratta di un'unica sequenza o sono tre? Entrambe le cose: è una sequenza complessa fatta di più sequenze, ognuna relativa a una nuova faglia (o a una parte dello stesso sistema di faglie). È quello che Utsu avrebbe chiamato "sciame sismico del secondo tipo", mostrato nella seconda figura”.
Amato aggiunge poi :
"Tornando dunque alla sequenza, o sciame, “si nota che dopo i terremoti del 18 gennaio sia il numero di terremoti sia l'energia emessa giornalmente sono tornati rapidamente ai livelli pre-18/1. E' un buon segno? Non lo so. Forse sì, ma resta sempre la possibilità di qualche altro forte terremoto, sia nella zona del 18 gennaio ( a nord dell'Aquila) sia nelle altre aree in prossimità della sequenza. Impossibile al momento calcolare la probabilità di attivazione di ciascuna delle faglie della zona perché non conosciamo bene quanta energia c'è sulle varie faglie, né quanta resistenza abbia ognuna di esse”.
Il sismologo insiste dunque a precisare che il sistema di faglia dell’Italia centrale è molto complesso, essendoci diverse faglie parallele. Le perforazioni profonde delle faglie attive, cui ha fatto riferimento durante la trasmissione Porta a Porta di qualche settimana fa, secondo la sua opinione sono molto utili per comprendere la struttura e il comportamento delle faglie, e rappresenterebbero ano una grande novità per il nostro Paese. Ma va ricordato appunto che non ci troviamo in presenza ad esempio della faglia di San Andreas dove tali strumenti sono stati utilizzati con successo.
“Si tratta infatti di una faglia in cui si concentra buona parte della deformazione derivante dal moto relativo della placca nordamericana rispetto a quella pacifica, e di conseguenza più semplice da studiare. Su quella faglia può ancora applicarsi in qualche modo un modello proposto tipico negli anni ’80 – quello del “terremoto caratteristico” – che per il caso italiano è difficilmente applicabile, proprio per la complessità della struttura crostale dell’Appennino”.
“In ogni caso, ogni sequenza che ha interessato il nostro Paese prima o poi si è esaurita, dopo settimane o dopo molti mesi, quando l’energia a disposizione, quella derivata dalle spinte geologiche, e quella che in qualche modo “passa” da una faglia a un’altra, non è più sufficiente a superare la resistenza delle rocce che si saldano ai due lembi di una faglia. Per il prossimo terremoto, a quel punto, bisognerà aspettare molti anni o secoli, durante i quali quella faglia verrà “stressata” fino a fratturarsi di nuovo, dando così l’avvio a un nuovo ciclo sismico. Sarebbe bene che in ogni zona d’Italia ne fossimo tutti consapevoli e ci preparassimo prima che questo accada”.
Dopo la messa in onda del Tg Itinerante da Civitanova, sui social è partita quasi subito un ondata di critiche. Da qualcuno è stato definito "Un bruttissimo e scadente servizio televisivo", giustificando l'affermazione con il fatto che è sembrato una sorte di "percorso suggerito", nel senso che la città alta non è stata fatta vedere a dovere, non sono stati mostrati i vicoli, i bastioni, Porta Zoppa, Porta Girone e molto altro di bello che si poteva sottolineare.Si lamenta che con riprese fatte a dovere siano state sapientemente tagliate tutte le cose che non vanno a partire da Porta Marina ingabbiata dall'impalcatura da qualche anno, Palazzo Cesarini Sforza puntellato e incartato da un decennio, il Palazzo Comunale inagibile chiuso e puntellato (abbiamo riferito in questi giorni del trasferimento degli uffici all'ex tribunale), Palazzo Ciccolini chiuso da anni, così come la palazzina liberty della stazione della tramvia chiusa ed abbandonata da anni.A molti ha stonato il vedere Piazza della Libertà, occupata perennemente dalle auto, senza nemmeno una bicicletta. Insomma, la città è stata presentata in un modo molto discordante dalla realtà.
Un post che parte da Facebook, accorato, profondo, sentito. Parole che parlano di solidarietà e che racconta la storia di 23 giovani che da Mantova sono partiti alla volta di Pieve Torina a sostegno degli allevatori in difficoltà.
Un carico di rotoballe, un gesto concreto che nasconde qualcosa di più profondo: la speranza che costruire un mondo migliore, fatto di gesti nobili, di concretezza e spirito di solidarietà è ancora possibile.
Questo il post integrale.
"Ho sempre sognato un mondo migliore, costituito da persone migliori, con la pace nel cuore e l'amore negli occhi.
Ho sempre sognato meno McDonald's e meno fame nel mondo, eppure migliaia di bambini ancora oggi muoiono di fame, ho sempre sognato la fine delle guerre, invece i manuali di storia hanno una mole sempre maggiore, ho sempre sognato l'abbattimento di muri, eppure ancora se ne stanno facendo, ho sempre sognato che i colori fossero quelli dell'arcobaleno e non quelli della pelle, eppure i colori sembrano essere diventati solo due: il bianco ed il nero, o meglio ancora, il bianco ed il negro.
Mi è sempre piaciuto sognare un mondo all'altezza dei sogni di ciascuno, con uno Stato serio, una sanità migliore, un'istruzione efficace, con la possibilità di trovare uno straccio di lavoro inerente gli studi pagati profumatamente nel corso degli anni e così sì, contro la volontà dei miei genitori, ho anche marinato la scuola per i miei ideali e le mie battaglie e sono scesa in piazza tra i cortei con bandiere e megafoni, ho distribuito volantini che inneggiavano ad un mondo che tutti meriterebbero, e ho protestato e lottato per un qualcosa di più simile al mondo da me desiderato, invano.
Poi passano gli anni, le priorità cambiano, le esperienze ti spingono a combattere un po' meno e ad accettare un po' di più la nuda e cruda realtà, gli impegni aumentano, l'università, il lavoro (...) e in un attimo ti dimentichi di quando avevi 10 anni e di quell'altalena che ti spingeva così in alto da poter sfiorar il cielo dove immaginare il disegno del tuo mondo dei sogni su una tela di nuvole bianche.
Non arriverà mai il secondo tempo del mio mondo perchè forse è davvero troppo utopico, basti pensare alle catastrofi naturali che hanno scosso il cuore della nostra Italia, catastrofi sempre in prima fila quando si tratta di ricordare quanto la natura sia la forza più incredibile e spesso crudele dell'universo.
Mentre noi stavamo passando il natale con le nostre famiglie al caldo infatti, mangiando tortellini e bolliti, alcuni italiani non avevano più ne un lavoro ne una famiglia ne una casa.
Allora da anni, ma ancor di più negli ultimi mesi mi sono chiesta: come è possibile pensare ancora ad un mondo migliore?! Ebbene, ho avuto la risposta che ho sempre cercato lontano e altrove a due passi da casa, da amici di una vita.
Il mondo migliore non bisogna sognarlo perchè non basta più, bisogna farselo, bisogna costruirselo mattone dopo mattone, sudando e faticando, non curandosi di chi ti vuole fermare.
Ne ho avuto la conferma in questi giorni seguendo passo dopo passo gli organizzatori del lungo viaggio per Pieve Torina, seguendo il lavoro del loro raccolto umanitario e di tutte quelle aziende agricole che hanno donato ciò che era nelle loro possibilità.
Queste foto e questi video sono solo una piccola dimostrazione che sì, la natura è forte ma la solidarietà lo è di più.
23 giovani amici che avrebbero avuto tutte le carte in regola per starsene al caldo sul divano con la propria famiglia, che invece decidono di sfidare la notte, il freddo, il viaggio lunghissimo e le varie critiche, che hanno certamente appesantito il lavoro, per un obiettivo comune: provare a "ricostruire" il piccolo mondo di 1400 persone.
Con i vostri sorrisi e la vostra forza di volontà avete dimostrato un entusiasmo fuori dal comune, un'unione incredibile e una voglia di cambiare le carte in tavola veramente ammirevole.
Per questo io oggi vi dico che siete voi la prima dimostrazione così vicina a me del mondo migliore che ho sempre sognato, fatto di mani sporche, di sudore sulla fronte, di fatica e costanza, di umiltà e amore, di speranza e generosità, di fatti e non di parole, di altruismo e di voglia di mettersi in gioco per aiutare chi è messo davvero con le spalle al muro.
Sarà che sono cresciuta in mezzo ad agricoltori e terzisti, persone umili che non conoscono domeniche, che non conoscono feste, che non conoscono il ferragosto, che sanno quando inizieranno a lavorare ma non sanno quando finiranno, dunque mi risulta impossibile non essere così orgogliosa della grande famiglia agraria alla quale appartengo da sempre, grazie a mio nonno, mio padre, mio fratello e tutti i colleghi e amici però ho la profonda convinzione di parlare a nome di tutti se dico che siete stati formidabili e che tramite questo viaggio avete reso tutti noi orgogliosi delle nostre umili origini e del nostro grande cuore".
Hanno superato i 50 milioni i rimborsi già liquidati agli obbligazionisti delle 4 banche che hanno fatto ricorso al meccanismo automatico. Secondo gli ultimi dati del Fondo interbancario, che gestisce il fondo di solidarietà per i rimborsi, si sono chiuse - con assegni che per la stragrande maggioranza non superano i 10mila euro - 3.945 pratiche, quindi ne restano da valutare circa 10mila. Il numero non corrisponde a singoli risparmiatori, perché cointestazioni o acquisti multipli vanno trattati separatamente.
"Lavoriamo a pieno regime ma non siamo in grado, vista la mole di pratiche, di rispondere nei tempi dettati dalla legge" dice Salvatore Paterna, vice direttore generale Fitd, auspicando un intervento che dia più margini al fondo per smaltire le procedure. Alcune modifiche potrebbero arrivare con il decreto salva-risparmio, all'esame del Senato: sia una riapertura del termine per presentare la domanda, scaduto il 3 gennaio, sia per consentire l'accesso a chi ha ricevuto i bond da coniugi o parenti (ANSA).
Questa mattina, sabato 4 febbraio, una delegazione del Lions Club Ancona Host ha realizzato un service per l’Asilo Nido “Federica Bartolini” di Castelraimondo.
Alla presenza del sindaco di Castelraimondo, Renzo Marinelli, del vicesindaco Esperia Gregori e dell’assessore Patrizio Leonelli il Lions Club presieduto dall’ingegner Danilo Codovilli ha donato alla scuola sei passeggini per i piccoli ospiti, in un service partito lo scorso anno con il presidente Carlo Mancini e voluto in ricordo del Past Governatore Sergio Bartolini, recentemente scomparso, e padre di Federica a cui nel 2006 fu intitolato l’asilo nido. La struttura che ospita l’asilo nido fu costruita proprio grazie ad un contributo del Lions Club Ancona Host e della Fondazione a seguito del terremoto del 1997 e ha retto perfettamente agli ultimi eventi sismici, garantendo pienamente il servizio alle famiglie.
"La Conferenza Stato Regioni ha condiviso un percorso per arrivare in tempi brevi a una legge nazionale sulla obbligatorietà negli asili nido e nelle scuole materne per garantire un'offerta vaccinale in tutto il Paese. Le Marche vanno verso questa direzione consapevoli della necessità di una normativa condivisa". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo a un convegno a Polverigi (Ancona) organizzato dall'Unione Terra dei Castelli.
Nelle Marche è stato presentato un progetto di legge a firma dei consiglieri regionali Pd e Udc. "L'auspicio - ha sottolineato Mastrovincenzo, che ha sottoscritto la proposta di legge - è che la proposta, ora all'esame della Commissione Sanità, sia condivisa da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale e giunga quanto prima all'esame dell'Assemblea legislativa. Più persone saranno vaccinate, minori saranno i rischi di diffusione delle malattie nella nostra regione". Al convegno ha partecipato anche l'on. Piergiorgio Carrescia (ANSA).
Dal 1° gennaio 2017 un cambio ai vertici della Polizia Municipale di Macerata. Cessato l'incarico lo scorso 31 dicembre perRoberta Pallonari ha assunto l'incarico ad interim di dirigente del servizio Polizia Municipale Michele D'Alfonso, dirigente dei servizi al cittadino e all'impresa.
Incarico ad interim finché non sarà selezionato il nuovo comandante della Polizia municipale di Macerata.
Il bando di selezione fu infatti emesso nell'ottobre 2015, ma poi non espletato per nuove normative nazionali in materia di dirigenza pubblica. E’ stata ora riattivata la procedura di selezione per comandante di Polizia municipale di Macerata, in quanto la delega legislativa in materia di dirigenza pubblica della legge Madia è scaduta, quindi è possibile proseguire nella selezione che era rimasta bloccata da tali norme vincolanti. Entro breve, quindi, se non intercorrono nuovi blocchi normativi in materia, potrà essere individuato il nuovo comandante della PM tra i 50 candidati che hanno risposto al bando di selezione indetto dal Comune.