“In questo mestiere non si può millantare, bisogna dare risposte coerenti. Ci vogliono attitudine, empatia, esperienza. Quando sono arrivata a San Ginesio, poche ore dopo il terremoto del 30 Ottobre, ero sola, ma non mi sentivo sola perché alle spalle avevo un sistema che mi ha sempre dato risposte, quello della Protezione civile”.
Inizia così, con tono sicuro e un misto di emozione e orgoglio, il discorso con cui Susanna Balducci, funzionario della Protezione civile della Regione Marche, ha ringraziato per il Premio Fornarina 2017 appena conferitole dalla Confraternita dei Sacconi, dal Centro Internazionale Studi Gentiliani e dal Comune di San Ginesio. Un premio alla virtù femminile nel sociale che quest’anno, senza esitazioni, è stato assegnato alla donna ingegnere che ha guidato, coordinato, sostenuto, anche moralmente, gli amministratori, i tecnici e la comunità ginesina nei complicatissimi momenti dell’emergenza post-sisma, fianco a fianco.
“Avete messo in sicurezza subito le vostre opere d’arte, i vostri commercianti, poi i tutte le case, le chiese e i palazzi e avete messo in campo il progetto per il nuovo polo scolastico. Questa si chiama resilienza - ha continuato la Balducci rivolgendosi con familiarità alla folta platea - È la capacità di una comunità di uscire da una calamità e uscirne rafforzata, persino cambiata. Chi meglio di voi la rappresenta? La vostra comunità è unica, e insegna come collaborare e lavorare insieme”. L’occasione del Premio Fornarina, quest’anno, è stato un modo di celebrare una donna, la Protezione civile a tutti i livelli, e un intero paese. “Se San Ginesio oggi è un po’ diverso dagli altri paesi - ha commentato il sindaco, Mario Scagnetti -, se a gennaio già si entrava nel centro storico, se ora abbiamo un negozio nuovo, è perché Susanna era qui con noi. Tanto di quello che siamo riusciti a fare è dovuto al suo metodo, allo studio, all’abnegazione. Questo è un riconoscimento alla virtù, alla capacità di ascolto dimostrata in maniera esagerata, perché sei stata, insieme alla Protezione civile, un aiuto fondamentale. Se San Ginesio è un paese quasi normale, tutto è partito da te”.
Tanti sono stati gli interventi di elogio alla professionalità e all’umanità della Balducci, che ha operato e opera nelle situazioni di emergenza e nei sismi sia nazionali che internazionali. Tra questi il saluto “fuori protocollo” di Fabrizio Curcio, ex Capo della Proteizione Civile, presente a titolo personale e affettivo verso San Ginesio. “Volevo dirvi grazie per avermi permesso di entrare in sintonia con voi. Io mi sento parte di questa comunità, ed è un onore. In Susanna rivedo la figura della Fornarina che svegliò i ginesini e li salvò dall’attacco dei fermani nel 1377. Dopo il 30 ottobre voi avete risposto al grido di Susanna, e avete reagito e combattuto con forza, proprio come più di sei secoli fa”. Presente anche l’attuale Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che ha ribadito come occorra “sveltire l’attività della ricostruzione” e di come sia necessario “ricostruire bene, condividendo un patto sociale per la prevenzione strutturale e non strutturale”. Anche il direttore del Servizio Protezione civile della Regione Marche, David Piccinini, e l’assessore regionale Angelo Sciapichetti hanno tenuto a mettere in evidenza l’esemplarità della reazione di San Ginesio, e la coesione di tutta la Protezione civile: “Nel premiare Susanna premiamo tutto un sistema di uomini e di donne che si battono ogni giorno con spiccato senso civico”, ha detto Sciapichetti.
Nella sala stracolma del complesso dei SS. Tommaso e Barnaba il priore della Confraternita dei Sacconi, Giovanni Petrelli, ha consegnato la pergamena e una Fornarina di stoffa alla Balducci, motivando il conferimento del Premio “per le virtù morali, sociali e istituzionali, per l’appassionata volontà del fare, per essere stata punto di riferimento per l’intera comunità ginesina”.
Al termine della manifestazione la Fanfara dei Bersaglieri “La Marmora” di Jesi e Ostra, in visita nel segno della solidarietà, ha omaggiato la Balducci con alcuni brani, con i Sibillini a fare da sfondo.
Il Mugellini Festival chiude la sua seconda edizione con un doppio appuntamento di altissimo livello. Una cappella della Congrega dei Contadini gremita ha accolto con un lungo applauso l'ingresso in mattinata di Mogol, che, per lo spazio "Gli Amici del MuFe", con la sua lectio magistralis ha condotto il pubblico in un appassionante viaggio nella musica pop nazionale ed internazionale. L'evento, organizzato dall’Amministrazione Comunale unitamente all’Associazione Centro Culturale, è stato realizzato in collaborazione con la manifestazione MusicGallery.
Tante altre emozioni nel pomeriggio, con il concerto di chiusura. Il Maestro Lorenzo Di Bella, insieme al Mugellini Ensamble, nuova formazione composta da elementi provenienti dall’Orchestra Filarmonica Marchigiana, ha reso omaggio al Mugellini Compositore, eseguendo il Quintetto del Maestro potentino, opera di raro ascolto nell'epoca moderna. Ad introdurre il prestigioso programma, la coppia di musicologi ospiti composta da Paola Ciarlantini e Paolo Peretti. Il concerto è stato integralmente trasmesso in diretta streaming sulla pagina facebookdel Festival.
Toccante anche la consegna del Premio Mugellini per la letteratura al poeta Eugenio DeSignoribus, che ha ritirato commosso il premio, in una delle sue rare apparizioni in pubblico. Prossimo appuntamento il 25 novembre per il concerto straordinario, in occasione del ventennale dell'associazione "Gli amici della musica" e un arrivederci alla terza edizione.
Sabato scorso (28 ottobre) i cinquantenni di Tolentino si sono ritrovati per festeggiare il traguardo del “mezzo secolo” con l’evento “da0a50”, per ricordare e raccontarsi del loro passato, del loro presente e di quello che sperano sia il loro futuro.
È stato il 20° passaggio del “Testimone”, una chiave ed una serratura arrugginita simbolo della porta che si è aperta dopo le sofferenze e le devastazioni delle seconda Guerra Mondiale. La tradizione, iniziata il 28 giugno 1997 con il passaggio della chiave dai “figli della pace del 46” ai “ragazzi del 47”, si è fermata soltanto una volta nel 2003.
Per ringraziare chi ha ideato questa tradizione e chi ha accettato il primo passaggio di testimone, gli organizzatori dell’evento (Angela Luconi, Cinzia Feliziani, Daniela Ciccarelli, Daniela Palmieri, Ermanno Carassai, Gian Nicola Ferranti, Giorgio Evaristi, Rosalia Calcagnini e Sonia Maccari) la settimana scorsa hanno consegnato due pergamene: una ai “figli della pace del 46”, nelle mani di chi materialmente ha realizzato il testimone (Lauro Gesuelli) ed un’altra ai “ragazzi del 47” durante il pranzo organizzato per festeggiare il loro 70° compleanno.
Moltissimi i cinquantenni che hanno partecipato alla Santa Messa, celebrata da Padre Gabriele Pedicino nel Tempio dello Spirito Santo di Tolentino, durante la quale sono stati ricordati i nati nel 1967 prematuramente scomparsi. Presente anche il Presidente del Consiglio Comunale Fausto Pezzanesi in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale. La festa è poi continuata al ristorante Parco Hotel di Pollenza.
Durante la serata sono stati eletti miss e mister 1967, Barbara Antolini e Fabrizio Cannara e miss e mister simpatia, Daniela Palmieri e Gian Nicola Ferranti. Premiati anche il primo e l’ultimo nato del 1967, i gemelli presenti e la coppia composta da cinquantenni Marco Angeli e Daniela Ciccarelli
Il ricavato della serata sarà donato all’ANFFAS di Macerata, storica associazione che, come i tolentinati, festeggia quest’anno il suo 50° compleanno.
Salvini torna sulla questione di nonna Peppina: "Dopo le insistenze della Lega finalmente la Commissione Ambiente del Senato ha cominciato a esaminare il disegno di legge per far tornare nelle proprie abitazioni nonna Peppina e le migliaia di persone terremotate che sono state costrette a scappare per poi ricostruire a proprie spese una casetta in legno. Se entro la settimana prossima la legge non verrà approvata o in commissione al Senato o nel decreto fiscale in Parlamento, saremo costretti a ritornare sull'appennino marchigiano".
"Siamo a fine ottobre - continua Salvini - e trovo indegno che in una società civile il Parlamento ci metta tutto questo tempo per approvare una norma che permetta ai terremotati di tornare ad abitare degli immobili costruiti a proprie spese senza correre il rischio di essere denunciati o che l'immobile venga loro confiscato".
Un anno fa i cittadini italiani si svegliarono con questa ennesima terribile notizia: "Una nuova e devastante scossa di terremoto ha colpito il Centro Italia alle 7.40 del 30 ottobre 2016. Il sisma, di magnitudo 6.5 Richter, è stato distintamente avvertito in molte altre Regioni Italiane, dalla Puglia al Trentino Alto Adige. Si tratta della scossa più forte in Italia dal terremoto dell'Irpinia nel 1980. L'epicentro del terremoto è stato localizzato tra Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Preci (al confine tra Umbria, Marche e Lazio) ad una profondità di nove chilometri".
Crolli, paura, devastazione, molti feriti, migliaia di sfollati e alcuni luoghi simbolo della nostra fede e della storia italiana come la cattedrale di San Benedetto a Norcia feriti gravemente. Gli stessi luoghi, come molti altri del centro Italia erano già stati colpiti duramente dal sisma del 24 agosto.
"Una serie di eventi terribili che ha sconvolto la vita di migliaia di persone - ha dichiarato Marcello Fiori, responsabile enti locali di Forza Italia - provocato circa 300 vittime, danni per decine di miliardi, spezzato la vita di comunità bellissime e uniche. A oltre un anno di distanza quale è la situazione? Come è stata affrontata l'emergenza più grave che ha colpito il cuore d'Italia?
Purtroppo aldilà dello sforzo straordinario per umanità ed efficienza compiuto dal sistema di protezione civile che nel primo periodo ha salvato decine di vite e messo al sicuro migliaia di persone, dobbiamo registrare un vero e proprio fallimento del modello di intervento sin qui realizzato dai Governi che si sono succeduti. Abbiamo sempre avuto un atteggiamento responsabile e collaborativo, sia in Parlamento che con i nostri Sindaci, perché siamo convinti che di fronte a una tragedia nel Paese devono prevalere le ragioni dell'unità e della solidarietà. Ma un Paese altrettanto serio ha bisogno di verità per correggere ciò che non funziona. La nomina quasi immediata di un Commissario alla ricostruzione, fortemente caratterizzato politicamente, ha creato confusione di ruoli e sovrapposizioni amministrative e procedurali. Inoltre la scelta di affidare alle Regioni, attraverso la nomina dei Presidenti come Vice Commissari, compiti operativi si è dimostrata del tutto inadeguata introducendo un ulteriore appesantimento burocratico. La nostra non è affatto una posizione pregiudiziale ma fondata sui dati di quello che è stato e soprattutto di quello che non è stato fatto.
Ad esempio ecco il bilancio disastroso di quanto non è stato fatto nella Regione Marche: siamo nella paradossale situazione che il numero degli sfollati è addirittura aumentato: si è passati dai 26 mila del 30 ottobre scorso agli oltre 33 mila attuali.
Sono state richieste dai Comuni marchigiani circa 2000 casette per l'emergenza abitativa e ne sono state consegnate 231 (alla data del 25 ottobre) cioè poco più del 10 per cento. Non sono state nemmeno completate le verifiche di agibilità degli edifici: ne mancano ancora oltre 3 mila sempre nelle Marche. Le scuole danneggiate sono 170 (di cui 40 in modo molto grave) e risultano finanziati soltanto 50 interventi.
Si stima che nelle 4 Regioni siano presenti a seguito dei terremoti che si sono succeduti, oltre 2.660.000 tonnellate di macerie e ne siano state rimosse (sino a fine agosto) appena 237.000. Nello specifico: nel Lazio presenti 1.280.000 tonnellate, rimosse circa 100.000; in Umbria presenti 100.000 e rimosse circa 10.000; in Abruzzo presenti 160.000 tonnellate e rimosse nessuna tonnellata; nelle Marche presenti 1.120.000 tonnellate e rimosse 117.000 tonnellate. Quindi dopo circa un anno è stato rimosso meno del 9% delle macerie.
Il costo delle spese per l'autonoma sistemazione dei cittadini che hanno provveduto da soli a cercarsi una casa (sino al mese di luglio 2017) per lo Stato ammonta a circa 200 milioni di euro. Sono oltre 1000 le persone ospitate nei container (prevalentemente si tratta di agricoltori che sono rimasti a presidio della propria attività).
Centinaia di imprese produttive, aziende agricole e manifatturiere, esercizi commerciali e turistici, laboratori artigiani e studi professionali hanno perso la loro possibilità di produrre lavoro e ricchezza, moltissimi l'hanno vista drasticamente ridotta. E senza imprese non può esserci alcuna possibilità di futuro e di ricostruzione. Eppure le risorse economiche non mancano: grazie all'impegno straordinario del Presidente del Parlamento Europeo, on. Antonio Tajani l'Unione Europea ha già reso disponibili oltre un miliardo e 200 milioni per le aree colpite dal sisma e tali fondi potranno raggiungere complessivamente circa i 2 miliardi utilizzando al meglio anche i Fondi ordinari.
L'ufficio del Commissario e le Regioni, in questo anno, non solo non hanno dato un impulso in termini di efficienza e rapidità, ma hanno riempito le popolazioni colpite dal terremoto, di migliaia di pagine di carte e di norme burocratiche assurde come quella volta a trasformare i privati cittadini in vere e proprie stazioni appaltanti per effettuare i lavori di ricostruzione della propria abitazione.
In molti di questi comuni regna oggi solo il silenzio e l'abbandono. Ogni giorno che passa aumenta il rischio concreto dello spopolamento dei borghi di montagna e dei centri storici: senza una abitazione sicura, strade accessibili, un lavoro, una ripresa pur minima delle attività economiche migliaia di cittadini saranno costretti a immaginare di costruire il proprio futuro altrove, lontani dalla casa e dalla terra di origine. Questa è la responsabilità più grave di chi con ritardi, inefficienze e burocrazie sta gestendo questa emergenza.
E' di fatto già arrivato l'inverno e le condizioni climatiche renderanno difficilissimo poter lavorare. Siamo ancora in piena emergenza e di ricostruzione si parla nei convegni e nei comunicati stampa. I dati parlano drammaticamente chiaro e sono impietosi: questo Governo e questi Presidenti delle Regioni hanno dimostrato di non essere in grado di affrontare e risolvere l'emergenza.
Siamo vicini ai cittadini delle Marche, dell'Umbria, del Lazio e dell'Abruzzo che stanno vivendo un periodo terribile della loro vita, in cui in pochi attimi, tutto è stato sconvolto e le certezze di una vita sono state spazzate via. Siamo vicini a loro e non li lasceremo mai soli. Con loro e partendo da loro, dalle loro esigenze e dai loro sogni, vogliamo ricostruire il futuro. Noi sappiamo come fare. Noi lo abbiamo già fatto".
Le telecamere della storica trasmissione itinerante di Rai 1, condotta nella sua edizione domenicale da Daniela Ferolla e Patrizio Roversi, sono tornate nel maceratese per l'anniversario del terremoto. Nella puntata di ieri, i due inviati hanno raccontato il post terremoto sia dal versante umbro che da quello marchigiano, con servizi da Norcia, Preci e Castelluccio per Daniella Ferolla e dal lato marchigiano, Patrizio Roversi ci ha mostrato quanto sta succedendo a Visso, Pieve Torina, Camerino e Tolentino.
La puntata è iniziata con una ricognizione dall'elicottero con Roversi ed il giornalista Carlo Cambi che hanno sorvolato il maceratese evidenziando i problemi delle piccole imprese agricole e zootecniche, che non essendo in un sistema "a rete" hanno difficoltà anche a ricevere gli aiuti, perché devono essere raggiunte singolarmente una per una. Si fa notare inoltre come i terremoti abbiano sconvolto l'equilibrio idrico della zona, con delle fonti che sono scomparse.
Camerino dall'alto sembra quasi integra, dicono gli inviati, per via dei muri perimetrali quasi intatti, quando in realtà tutto il centro storico è zona rossa e le devastazioni sono all'interno delle costruzioni. Si passa poi alle gole del Nera, con la famosa strada interrotta da più di un anno perché allagata dal fiume che ha subito una deviazione a causa del terremoto. Strada fondamentale per l'economia della zona, dalle produzioni tipiche al turismo dell'alta Valnerina che fortunatamente si sta riaprendo in questo periodo, anche se con passaggi contingentati per il momento. Il volo in elicottero è terminato a Visso, il cuore dei Sibillini, dove c'era la sede del parco. La città è rasa al suolo ed è completamente zona rossa dice Carlo Cambi. In collegamento dalla zona rossa di Camerino, si parla di smaltimento delle macerie con il direttore generale del Cosmari Giuseppe Giampaoli, il quale spiega tutti i passaggi che occorrono affinché i resti di edifici sia storico-artistici che privati vengano rimossi e trattati e quasi totalmente recuperati, destinando allo smaltimento solamente tra l'uno e l'uno e mezzo percento. Sempre a Camerino, la puntata prosegue all'interno del pastificio, che con il suo nuovo stabilimento è uno dei simboli della rinascita.
A Pie' Casavecchia, frazione di Pieve Torina, Roversi ha incontrato il signor Attilio, un allevatore di capi bovini che non ha mollato, resistendo allo scorso inverno con la stalla inagibile e che ne ha ricevuta solamente la scorsa primavera, una provvisoria. La puntata si è chiusa dal santuario di Macereto, dove l'architetto Nicoletta Gandolfi ha parlato di prevenzione, spiegando la necessità di predisporre dei dispositivi come cordoli, catene e tiranti, che riescano a proteggere in maniera significativa dagli effetti del terremoto e con due allevatori, Michela Paris e Stefano Riccioni, che nonostante la casa e la stalla distrutte dal sisma, si sono rimboccati le maniche ed hanno più che decuplicato il numero di pecore in loro possesso, passando da 26 a 350, nell'intento di rilanciare la razza "Sopravvissana".
E' possibile rivedere l'intera puntata collegandosi al sito Raiplay, tramite il seguente link: http://www.raiplay.it/video/2017/10/Linea-verde-Marche-Umbria-ricomincio-da-qui-cba459ed-f6df-43b4-bcb1-4ee932f469d0.html .
Il forte vento di ieri ha causato molto problemi nel maceratese. Infatti, a Tolentino, in via Madre Teresa di Calcutta, sulla banchina della strada, insiste un platano, dal diametro di circa 40 cm.
Il platano è inclinato sulla strada a meno di 50 cm e, pertanto, rappresenta una minaccia per la pubblica e privata incolumità. Per questi motivi, è stato disposto l’abbattimento dell’albero, entro dieci giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma del coordinamento cittadino "Uniti per Civitanova".
Uniti per Civitanova, coerentemente con quanto sempre affermato, manifesta la sua totale contrarietà alla proposta della Regione Marche di costruire un nuovo ospedale unico provinciale nel territorio della Pieve di Sforzacosta (Macerata). Affidarsi a incomprensibili algoritmi per scegliere la zona migliore è il contrario di quella partecipazione e trasparenza su cui il questo governo regionale era nato.
Un algoritmo che dovrebbe essere neutro e che invece “vede molto bene” scegliendo infatti una zona assolutamente non baricentrica tra la collina e la costa: la zona montana ovviamente è coperta da Camerino, il cui ospedale giustamente sarà mantenuto e potenziato.
Un algoritmo che ci vede e bene e guarda lontano: la zona Pieve è sprovvista di infrastrutture e servizi essenziali, ed ecco che si renderà necessario – ospedale a parte – spendere decine e forse centinaia di milioni di euro in più per rendere la zona fruibile. Perché? A chi giova ignorare la logica più elementare del potenziamento e messa in rete degli ospedali esistenti, a partire da quelli di Civitanova e Macerata come previsto dall’ultimo piano sanitario? E pensare che l’Ospedale Unico è un’invenzione che non era neanche contenuta nel programma elettorale.
Il Presidente Ceriscioli è persona troppo esperta (tanto che ha voluto tenere per sé la delega alla sanità) per non rendersi conto che su questa strada si creano i presupposti per una sua lenta, ma inesorabile agonia.
Noi lo invitiamo a fermarsi e rivedere la sua posizione, così come ci auguriamo che il Sindaco di Civitanova, Ciarapica torni alle sue proposte di pochi mesi fa.
Ricordiamo tutti il bellissimo manifesto in cui si chiamavano tutti i cittadini alla mobilitazione per difendere e potenziare l’Ospedale di Civitanova; su quella strada e su quelle idee lei ha convinto tanti cittadini a sostenerla, non lo dimentichi.
Oggi comunque saremo noi e tutti coloro che condividono questa battaglia ad informare i cittadini con una raccolta di firme che promuova la mobilitazione attiva dei cittadini in difesa del nostro ospedale. Stavolta è davvero in gioco il futuro della nostra città.
La Fit Cisl esprime soddisfazione per l’esito delle votazioni all’indomani dell’elezione della rappresentanza sindacale unitaria all’interno dell’azienda Cosmari, dove ha conquistato 7 seggi su 11 con 165 preferenze su un totale di 260 voti validi espressi. La Fit ha visto eletti 2 dei 3 rappresentanti dei lavoratori per la salute e sicurezza con 146 voti a favore.
"Ringraziamo tutti i dipendenti per la fiducia accordata alla Fit Cisl – dichiarano il segretario provinciale Claudio Giuliani e il segretario regionale Fabrizio Costantini. Questo brillante risultato ci stimola a continuare con senso di responsabilità nei nostri impegni verso i lavoratori e a lavorare in maniera sempre più assidua per risolvere le varie problematiche. Siamo certi che non tradiremo la fiducia espressa dai dipendenti dell’azienda".
''L'Università di Camerino è stata un esempio di resilienza, risponde un pò a quell'etica di resilienza. Tutti qui si sono rimboccati le maniche, e nonostante tutto le iscrizioni sono aumentate. Sono sicura che uniti ce la faremo''. Così la presidente della Camera Laura Boldrini, che oggi, ad un anno dalla scossa di terremoto del 30 ottobre 2016, è tornata a Camerino per una visita all'Università. Accompagnata dall'assessore Angelo Sciapichetti, dal rettore di Unicam Flavio Corradini e dal neo eletto rettore Claudio Pettinari, la Boldrini ha visitato la città ducale e il suo famoso e prestigioso Ateneo. ''Sono felice di essere qui in una giornata ordinaria. Qui è ordinario anche il coraggio, e anche la capacità di reinventarsi'' ha aggiunto.
''I problemi ci sono, non vanno negati. Ma lo spirito costruttivo di questa regione non è mai venuto meno. Le istituzioni ci sono. - ha proseguito la Boldrini - È chiaro che ci sono anche delle lentezze, dovute a una burocrazia difficile. E capisco che c'è anche malcontento, però in tutte le situazioni dei terremoti ci sono dei tempi fisiologici, sono stati tali anche nei precedenti sismi''.
"Qui c'è gente che ama questo territorio. Nessuno può scappare, nessuno deve scappare. Ma noi dobbiamo dare alle persone la possibilità di fare quello che vogliono fare, di contribuire alla ripresa del territorio''. ''Non c'è un terremoto che si sia risolto con la bacchetta magica, chi dice questo sa di mentire''. Ha aggiunto la presidente della Camera. ''Tutti - ha detto parlando con i giornalisti - abbiamo interesse a risollevare questi territori. Non c'è qualcuno che gioca contro, qualcuno che si diverte a ritardare. Se questo accade - ha concluso - è perché ci sono degli ostacoli da superare. Ma vi posso assicurare che il terremoto è sempre una priorità''.
Boldrini ha anche ricordato un anno di incontri con i terremotati e le loro delegazioni, le ''centinaia'' di lettere a cui ha risposto, le visite nei territori colpiti compiute ''ogni volta che ho potuto, perché - ha scandito - è mio dovere farlo''.
(Fonte Ansa)
E’ morto ad Ascoli Piceno dove viveva con la sua famiglia Luigi Mengoni, personaggio molto conosciuto nel mondo dell’atletica leggera degli anni 50/60.
Dal 1954, per più di dieci anni, è stato segretario della Sef Macerata e suo addetto stampa. Di professione Istitutore presso l’Istituto Tecnico Agrario, nel 1968 lascia Macerata per recarsi a Genova e da lì trasferirsi poi definitivamente ad Ascoli Piceno. Ma Luigi Mengoni, oltre al lavoro, non trascura la sua più grande passione, quella della ricerca storico-statistica. Il suo nome è infatti legato anche alla raccolta, elaborazione e studio di risultati dell’atletica leggera. Ha pubblicato su questo tema diversi libri tra i quali Evoluzione dei risultati atletici nel mondo (1972). Un impegno difficoltoso il suo, in tempi così lontani dalle moderne tecnologie. Mengoni infatti inviava e riceveva tramite il servizio postale risultati da tutto il mondo per poi studiarli elaborarli e farne grafici e statistiche.
Ha collaborato con la Gazzetta dello Sport-Stadio, con i giornali locali e con la rivista Atletica leggera che vide la luce nel 1959 come sostegno della stampa sportiva italiana allo sforzo organizzativo che l’Italia stava compiendo per le Olimpiadi del 1960. Luigi Mengoni collaborò in particolare alla rubrica Gli uomini più veloci di tutti i tempi che si avvaleva anche di altre firme qualificate come Gabre Gabric Calvesi, Alfredo Calligaris, Luciano Fracchia ed altre ancora.
I gestori della Biblioteca Comunale di Potenza Picena, Roberto Marconi e Laura Carota, grazie alla generosità di molti utenti del territorio potentino e dei Comuni limitrofi così sensibili e disinteressati, a tal punto da non voler essere menzionati, hanno raccolto più di 500 libri, tra cui enciclopedie per ragazzi e per adulti, collezioni di libri per bambini e persino qualche gioco da tavolo da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto dello scorso anno.
Lo scorso fine settimana il vicesindaco del Comune di Potenza Picena (con deleghe all’istruzione e alle politiche sociali) Noemi Tartabini, Laura Carota e Roberto Marconi hanno consegnato nelle mani degli amministratori e della proloco di Arquata del Tronto l’ingente donativo. Così, l’istituzione a breve di una nuova biblioteca comunale in una delle zone più devastate dal sisma, indispensabile per qualsiasi comunità che vuole risollevarsi culturalmente, sarà ancor più folta di testi e volumi, per i piccoli fino agli anziani residenti nel territorio.
Ancora una volta, dopo Gagliole e Pievetorina, questa è stata la pronta risposta intellettuale del Comune di Potenza Picena all’istanza di chi è stato colpito così duramente dal terremoto come la piccola cittadina della provincia di Ascoli Piceno.
Un anno fa, alle 7.40, la scossa che ha devastato il centro Italia. Una scossa che è arrivata dopo quelle del 24 agosto e del 26 ottobre: scosse che avevano già ampiamente compromesso la situazione dei 140 comuni colpiti.
140 comuni divisi nelle regione Abruzzo (23), Lazio (15), Marche (87) e Umbria (15) che ancora oggi, dopo 365 giorni, non sono riusciti a tornare alla normalità.
Proprio ieri per ricordare questi drammatici momenti, ma soprattutto per lanciare un messaggio di speranza, si è disputata a Spoleto una partita per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. La sfida si è svolta allo stadio comunale fra la Nazionale attori e quella dei terremotati, il cui ct è il sindaco di Amatrice – ed allenatore professionista – Sergio Pirozzi. “Un cuore per Campione”, questo il nome della giornata che ha rappresentato un momento di solidarietà ma soprattutto di vicinanza alle popolazioni colpite
Per gli attori, la cui nazionale gioca circa 30 partite all’anno, i cui incassi sono interamente devoluti in beneficenza, sono scesi in campo alcuni volti molto noti del cinema e delle fiction: Luca Capuano, Edoardo Velo, Francesco Giuffrida, Raffaello Balzo, Mario Ermito, Stefano Oradei, Danilo Brugia, Hamar Vasfi, Giulio Base, Antonio Tallura, Fabrizio Romondini, Ludovico Fremont, Franco Oppini, Pio Stellaccio, Francesco Cicchella, Vincenzo Messina, Pio Pisciscelli, Andrea Preti. La squadra dei terremotati annovera invece alcuni ragazzi delle aree colpite dal sisma, compresi alcuni ex calciatori dilettanti. Ad accogliere le due squadre in campo saranno i giovani calciatori della Ducato.
Gli attori, al termine della partita, hanno voluto mandare ai terremotati dei messaggi per dire loro che, citando Enrico Lo Verso "Se l'Italia sembra aver dimenticato, gli italiani non dimenticano e vi sono vicini".
Wired e ActionAid presentano “Immersi nel Cratere”, un reportage interattivo a 360° che trasporta il pubblico nelle condizioni di vita in Centro Italia a oltre un anno dalla prima scossa di terremoto. Quattro testimoni incarnano la capacità di reagire al disastro, accompagnando lo spettatore in un’esplorazione immersiva, raccontando speranze, paure e aspettative. “Immersi nel Cratere” è un racconto in prima persona, uno storytelling, senza mediazioni di alcun tipo. Il reportage interattivo, disponibile online sulla homepage della testata Wired, è aperto da una panoramica del Monte Vettore, che permette all’utente di porsi nella condizione migliore per proseguire l’esperienza. L’utente potrà muoversi in questo spazio e cliccare sulle foto dei personaggi presenti per accedere ai reportage che raccontano la storia dei protagonisti. Ogni storia, della durata di circa quattro minuti, approfondisce un aspetto specifico legato al post-sisma. Gli spettatori viaggeranno insieme a Maurizio, dirigente scolastico di Camerino che è riuscito a garantire lo svolgimento delle lezioni anche durante l’emergenza; Stefano, fornaio di Arquata del Tronto con un grande amore per la sua terra e il suo lavoro; Assunta, tessitrice di Campotosto che sta facendo tutto il possibile per proseguire la sua professione nel paese in cui è cresciuta; Martina, giovane di Visso con la passione per il pattinaggio artistico a cui ha dovuto rinunciare dopo il crollo del palazzo del ghiaccio. “Immersi nel cratere” intende portare lo spettatore dentro la realtà delle zone colpite, dove le comunità stanno cercando di riappropriarsi dei loro territori e ricominciare a vivere nonostante le molte difficoltà. A oltre un anno dalla prima scossa del 24 agosto 2016, la ricostruzione non è ancora cominciata e lo stato di emergenza è stato prolungato fino al 28 febbraio 2018. La rimozione delle macerie procede molto a rilento, mentre il numero degli sfollati è di 30mila. Per quanto riguarda ActionAid, l'intervento è cominciato subito dopo le prime scosse del 24 agosto, che hanno colpito il Centro Italia. Forte dell’esperienza maturata a seguito dei terremoti dell’Aquila nel 2009 e in Emilia Romagna nel 2012, attraverso il progetto SIS.M.I.CO. ActionAid intende garantire informazione trasparente, ascoltare i bisogni delle comunità e agevolare il dialogo con le istituzioni, nonché monitorare la gestione dell’emergenza e della successiva ricostruzione. L’intervento è strutturato su quattro pilastri fondamentali: una piattaforma informativa (http://terremotocentroitalia.info), l’attività con le scuole, il supporto alle comunità e all’associazionismo, i servizi alla cittadinanza. Per saperne di più sul lavoro di ActionAid nel Centro Italia: https://www.actionaid.it/terremoto-centro-italia-nostro-intervento
Presentato ieri pomeriggio a Borgo Lanciano il progetto dell'associazione “La terra trema noi no”, per la realizzazione di una struttura di accoglienza per anziani colpiti dal terremoto, che sarà realizzata nel territorio del comune di Valfornace.
Ad illustrarlo l'ideatrice, l'architetto Guendalina Salimei, fondatrice del T Studio di Roma, celebre per aver ispirato con la sua storia il film “Scusate se esisto”, con Raoul Bova e Paola Cortellesi. Alla presentazione sono intervenuti per l'associazione il presidente Diego Camillozzi, l'ex sindaco di Serravalle Venanzo Ronchetti, Sante Elisei e Fulvio Santoni, altri componenti.
L'idea nata da Salimei, è quella di una struttura sostenibile, perfettamente integrata nell'ambiente, a risparmio energetico, che ingloba al suo interno uno spazio verde, come una serra, un ballatoio, dove gli anziani possono svolgere attività legate alla natura e socializzare, ricevendo visite. Gli spazi sono pensati come se si trattasse di una piccola comunità, in cui chi è autosufficiente possa continuare a vivere sentendosi a casa. “Abbiamo lavorato sul tema della sostenibilità energetica, ma anche sociale ed economica, ponendo al centro l'idea di benessere della persona – ha detto Salimei – in una costruzione in cui la luce naturale e l'uso del colore, per tutelare gli aspetti psicofisici legati al benessere sono centrali, legati all'idea di comunità e corresponsabilità nella gestione della struttura”.
I componenti dell'associazione hanno detto di aver avuto questa idea per riportare gli anziani nei loro territori di origine, visto che numerose strutture residenziali sono state rese inagibili dal sisma, in modo da creare anche opportunità economiche per il territorio. La sfida è quella di realizzare questo grande progetto, chiedendo il contributo di tutti, anche con una piccola donazione come il 5 per mille, che si può devolvere all'associazione, formata da terremotati che si sono rimboccati le maniche per aiutare la propria terra.
Polizia municipale in azione nella notte tra sabato 28 e domenica 29 per cercare di contenere il parcheggio selvaggio in Piazza XX Settembre a Civitanova.
Infatti, nonostante fosse stato aggiunto del nastro bianco e rosso alle tradizionali barriere per rafforzare il concetto di aerea pedonale, qualcuno ha letteralmente abbattuto una transenna ed in tanti hanno approfittato del varco creatosi per entrare e lasciare la propria auto in sosta vietata.
Purtroppo per i proprietari, quando sono tornati alle loro auto, hanno trovato la brutta sorpresa sul lunotto, con una multa di 41 euro che, ridotta del trenta per cento in caso di pagamento entro cinque giorni, scende a 28,70. Una brutta sorpresa per chi è stato abituato a parcheggiare "selvaggiamente" in quell'aera senza aver ricevuto mai nessuna sorta di sanzione.
In località Osteria Nuova, nel comune di Montefano, la ricostruzione procede veloce. La Chiesa della frazione, profondamente segnata dal sisma, è stata demolita in tre settimane e le macerie sono già state portate via.
"In una settimana è stato fatto il basamento in cemento armato - testimonia un cittadino - e martedì 24 ottobre sono iniziati i lavori per costruire un manufatto in legno che dovrà sostituire la chiesa".
In 5 giorni, tre operai hanno fatto i lavori commissionati dalla Caritas. La ditta che sta eseguendo questi lavori è del nord Italia ed è la stessa che ha fatto i lavori a Tolentino vicino alla chiesa di San Nicola. Numeri che sorprendono dopo un anno di quasi immobilismo e di ricostruzione che procede molto lentamente.
La “Marcia del Ritorno” che si è svolta questa mattina, è stata organizzata dalla rete "Terre In Moto" e rappresenta il primo corteo a sostegno delle popolazioni terremotate ad attraversare l’area del cratere. Dalla frazione di Maddalena di Muccia la manifestazione si è snodata fino a raggiungere Pieve Torina; la marcia ha collegato due dei comuni maggiormente colpiti della zona, ma idealmente ha voluto toccare tutti i paesi ed i borghi del territorio segnato dal sisma dello scorso anno.
In centinaia hanno preso parte alla manifestazione di protesta, per denunciare le gravi responsabilità nella fallimentare gestione dell’emergenza, gli enormi ritardi nella rimozione delle macerie e nella consegna delle casette.
“Tornare, Resistere, Ricostruire” questo lo slogan dello striscione di apertura. Nel corso dell’iniziativa numerosi gli interventi da parte dei residenti dei comuni colpiti che hanno rivendicato il diritto al ritorno nei territori dell’Appennino, “per resistere alla strategia dell’abbandono e rivendicare una ricostruzione degna che sappia rispondere ai bisogni e alle necessità del territorio, nel rispetto della sua storia e delle sue peculiarità.”
Molti i partecipanti giunti da altre città e province della regione, a testimoniare la vicinanza alle comunità del cratere, “perchè questi territori sono patrimonio di tutti ed è forte la volontà di difenderli da speculazioni di qualsiasi natura.”
La marcia si è conclusa nel piazzale antistante il Municipio inagibile del Comune di Pieve Torina, dove i manifestanti hanno esposto uno striscione lungo più di trenta metri, in cui venivano elencati i 140 nomi dei comuni colpiti dal terremoto.
“Questo non è un punto di arrivo ma è una tappa nel percorso di ricostruzione del senso di comunità, di rivendicazione, da parte delle popolazioni colpite, del diritto a decidere sul futuro dei propri territori.”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Club per l'Unesco di Tolentino
Non è proprio possibile trovare un’immagine che possa descrivere cosa è accaduto quando Encelado, già afflitto da Atena, ha ripreso a rivoltarsi nel ventre di Gea e, con prepotenti urti, scatenare la lunga e devastante sequenza sismica che dal 24 agosto del 2016 ha cambiato il volto e il destino dell’umana presenza nelle terre del Centro Italia.
La prima forte scossa si è avuta il 24 agosto 2016 e ha avuto una magnitudo di 6,0, con epicentro situato lungo la Valle del Tronto, tra i comuni di Accumoli e Arquata del Tronto . Due importanti repliche sono avvenute il 26 ottobre 2016 con epicentri al confine umbro-marchigiano, tra i comuni della Provincia di Macerata di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. Il 30 ottobre 2016 è stata registrata la scossa più forte, di magnitudo momento 6,5 con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, in Provincia di Perugia. Il 18 gennaio 2017 è avvenuta una nuova sequenza di quattro forti scosse di magnitudo superiore a 5... e tutto l’Appennino Centrale ha tremato dello stesso furore.
Il susseguirsi di eventi calamitosi ancora impediscono la fine dello stato d’emergenza e la vastità dei danni subiti dalle case, dalle persone, dalle comunità, rende difficile, se non incomprensibile, percorre i sentieri della ripresa, della speranza, della coesione. C’è bisogno di un motivo per tornare, per restare in luoghi che, da “meravigliosi”, sono diventati “ostili” a un vivere quotidiano fatto di affetti, di storie e di Storia, di lavoro e di Arte, di sapienza e di ingenuità. C’è bisogno che il Mondo sappia quante preziosità celavano i paesi, i borghi, le frazioni incastonate tra i boschi e valli che sembrano giardini. Tutto questo sarà cancellato per sempre se l’ignavia e l’indifferenza prevarranno sul coraggio, sulla forza, sul valore che le genti della Marca hanno sempre espresso nelle sfide più ardue.
Il Club per l’Unesco di Tolentino, pienamente investito dal dolore di Encelado, ha attinto ai programmi mondiali disposti dall’Agenzia per la tutela, la conservazione e la diffusione della Cultura, delle Arti, come mediatori di Pace tra i popoli e in questi ha trovato la sua capacità di resilienza. Dall’inverno scorso il Club sta promuovendo la candidatura dei territori del “cratere” al programma mondiale Mab-Unesco. Un programma certamente capace di restituire interesse ai nostri luoghi ma soprattutto dare a ciascuno di noi quel motivo necessario a rianimarsi e con rinnovato vigore ricominciare. L’Unesco può assegnare la qualifica internazionale di “Riserva della Biosfera” per la conservazione e la protezione dell’ambiente, nell’ambito del Programma “L’Uomo e la Biosfera” (MAB). Le Riserve della Biosfera sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali. Questa proposta ha già trovato adesioni e consensi presso molti Comuni, istituzioni pubbliche e aziende private, proseguirà con un incontro pubblico programmato per il mese di novembre, di cui sarà data ampia informazione, nella speranza di essere in molti a resistere alla furia di Encelado.
Sorteggiati gli appartamenti da destinare ai terremotati: saranno consegnati nei prossimi mesi. Sono stati assegnati nei giorni scorsi alle famiglie richiedenti di Castelraimondo e che hanno perso la propria abitazione a seguito del terremoto dello scorso anno, gli appartamenti messi a disposizione dai privati che saranno poi acquistati dall'Erap.
Sono in tutto 19 gli immobili che sono stati sorteggiati e destinati ad altrettanti nuclei famigliari che ne avevano fatto richiesta, tenendo conto ed incrociando i criteri di grandezza degli appartamenti e numero dei componenti delle famiglie richiedenti, con priorità ai portatori di handicap.
Gli appartamenti saranno ora messi a punto e consegnati, una volta che l'Erap avrà ultimato le procedure di acquisto, in comodato d'uso gratuito nei prossimi mesi alle famiglie. Precisamente, i 19 appartamenti sono ubicati in via Caduti di Nassirya, Via Foscolo, Via Colsavativo, Via D'Annunzio, Via Monte Cervino, Via Monte Gemmo.