Fiori (FI): "In un video il bilancio del fallimento della gestione dell'emergenza sisma"
Un anno fa i cittadini italiani si svegliarono con questa ennesima terribile notizia: "Una nuova e devastante scossa di terremoto ha colpito il Centro Italia alle 7.40 del 30 ottobre 2016. Il sisma, di magnitudo 6.5 Richter, è stato distintamente avvertito in molte altre Regioni Italiane, dalla Puglia al Trentino Alto Adige. Si tratta della scossa più forte in Italia dal terremoto dell'Irpinia nel 1980. L'epicentro del terremoto è stato localizzato tra Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Preci (al confine tra Umbria, Marche e Lazio) ad una profondità di nove chilometri".
Crolli, paura, devastazione, molti feriti, migliaia di sfollati e alcuni luoghi simbolo della nostra fede e della storia italiana come la cattedrale di San Benedetto a Norcia feriti gravemente. Gli stessi luoghi, come molti altri del centro Italia erano già stati colpiti duramente dal sisma del 24 agosto.
"Una serie di eventi terribili che ha sconvolto la vita di migliaia di persone - ha dichiarato Marcello Fiori, responsabile enti locali di Forza Italia - provocato circa 300 vittime, danni per decine di miliardi, spezzato la vita di comunità bellissime e uniche. A oltre un anno di distanza quale è la situazione? Come è stata affrontata l'emergenza più grave che ha colpito il cuore d'Italia?
Purtroppo aldilà dello sforzo straordinario per umanità ed efficienza compiuto dal sistema di protezione civile che nel primo periodo ha salvato decine di vite e messo al sicuro migliaia di persone, dobbiamo registrare un vero e proprio fallimento del modello di intervento sin qui realizzato dai Governi che si sono succeduti. Abbiamo sempre avuto un atteggiamento responsabile e collaborativo, sia in Parlamento che con i nostri Sindaci, perché siamo convinti che di fronte a una tragedia nel Paese devono prevalere le ragioni dell'unità e della solidarietà. Ma un Paese altrettanto serio ha bisogno di verità per correggere ciò che non funziona. La nomina quasi immediata di un Commissario alla ricostruzione, fortemente caratterizzato politicamente, ha creato confusione di ruoli e sovrapposizioni amministrative e procedurali. Inoltre la scelta di affidare alle Regioni, attraverso la nomina dei Presidenti come Vice Commissari, compiti operativi si è dimostrata del tutto inadeguata introducendo un ulteriore appesantimento burocratico. La nostra non è affatto una posizione pregiudiziale ma fondata sui dati di quello che è stato e soprattutto di quello che non è stato fatto.
Ad esempio ecco il bilancio disastroso di quanto non è stato fatto nella Regione Marche: siamo nella paradossale situazione che il numero degli sfollati è addirittura aumentato: si è passati dai 26 mila del 30 ottobre scorso agli oltre 33 mila attuali.
Sono state richieste dai Comuni marchigiani circa 2000 casette per l'emergenza abitativa e ne sono state consegnate 231 (alla data del 25 ottobre) cioè poco più del 10 per cento. Non sono state nemmeno completate le verifiche di agibilità degli edifici: ne mancano ancora oltre 3 mila sempre nelle Marche. Le scuole danneggiate sono 170 (di cui 40 in modo molto grave) e risultano finanziati soltanto 50 interventi.
Si stima che nelle 4 Regioni siano presenti a seguito dei terremoti che si sono succeduti, oltre 2.660.000 tonnellate di macerie e ne siano state rimosse (sino a fine agosto) appena 237.000. Nello specifico: nel Lazio presenti 1.280.000 tonnellate, rimosse circa 100.000; in Umbria presenti 100.000 e rimosse circa 10.000; in Abruzzo presenti 160.000 tonnellate e rimosse nessuna tonnellata; nelle Marche presenti 1.120.000 tonnellate e rimosse 117.000 tonnellate. Quindi dopo circa un anno è stato rimosso meno del 9% delle macerie.
Il costo delle spese per l'autonoma sistemazione dei cittadini che hanno provveduto da soli a cercarsi una casa (sino al mese di luglio 2017) per lo Stato ammonta a circa 200 milioni di euro. Sono oltre 1000 le persone ospitate nei container (prevalentemente si tratta di agricoltori che sono rimasti a presidio della propria attività).
Centinaia di imprese produttive, aziende agricole e manifatturiere, esercizi commerciali e turistici, laboratori artigiani e studi professionali hanno perso la loro possibilità di produrre lavoro e ricchezza, moltissimi l'hanno vista drasticamente ridotta. E senza imprese non può esserci alcuna possibilità di futuro e di ricostruzione. Eppure le risorse economiche non mancano: grazie all'impegno straordinario del Presidente del Parlamento Europeo, on. Antonio Tajani l'Unione Europea ha già reso disponibili oltre un miliardo e 200 milioni per le aree colpite dal sisma e tali fondi potranno raggiungere complessivamente circa i 2 miliardi utilizzando al meglio anche i Fondi ordinari.
L'ufficio del Commissario e le Regioni, in questo anno, non solo non hanno dato un impulso in termini di efficienza e rapidità, ma hanno riempito le popolazioni colpite dal terremoto, di migliaia di pagine di carte e di norme burocratiche assurde come quella volta a trasformare i privati cittadini in vere e proprie stazioni appaltanti per effettuare i lavori di ricostruzione della propria abitazione.
In molti di questi comuni regna oggi solo il silenzio e l'abbandono. Ogni giorno che passa aumenta il rischio concreto dello spopolamento dei borghi di montagna e dei centri storici: senza una abitazione sicura, strade accessibili, un lavoro, una ripresa pur minima delle attività economiche migliaia di cittadini saranno costretti a immaginare di costruire il proprio futuro altrove, lontani dalla casa e dalla terra di origine. Questa è la responsabilità più grave di chi con ritardi, inefficienze e burocrazie sta gestendo questa emergenza.
E' di fatto già arrivato l'inverno e le condizioni climatiche renderanno difficilissimo poter lavorare. Siamo ancora in piena emergenza e di ricostruzione si parla nei convegni e nei comunicati stampa. I dati parlano drammaticamente chiaro e sono impietosi: questo Governo e questi Presidenti delle Regioni hanno dimostrato di non essere in grado di affrontare e risolvere l'emergenza.
Siamo vicini ai cittadini delle Marche, dell'Umbria, del Lazio e dell'Abruzzo che stanno vivendo un periodo terribile della loro vita, in cui in pochi attimi, tutto è stato sconvolto e le certezze di una vita sono state spazzate via. Siamo vicini a loro e non li lasceremo mai soli. Con loro e partendo da loro, dalle loro esigenze e dai loro sogni, vogliamo ricostruire il futuro. Noi sappiamo come fare. Noi lo abbiamo già fatto".
Commenti