Attualità

Serrapetrona, caos al centro "Beata Corte" di Caccamo: i pazienti sequestrano il personale e occupano la struttura

Serrapetrona, caos al centro "Beata Corte" di Caccamo: i pazienti sequestrano il personale e occupano la struttura

Nel primo pomeriggio di oggi è stato occupato il centro "Beata Corte" di Serrapetrona, dedicato all'assistenza residenziale psicoterapeutica in età evolutiva. A mettere in atto l'occupazione sarebbero stati due pazienti, di minore età, che quotidianamente vengono assistiti nella casa residenziale, che si affaccia sul lago di Caccamo e la cui struttura è nata dalla ristrutturazione di un ex albergo operata dal COOSS Marche. I pazienti si sono barricati all'interno della struttura, sequestrando il personale che vi opera. Sul posto stanno operando i carabinieri della Compagnia di Tolentino.  La residenza conta complessivamente 27 utenti di età compresa tra i 15 e i 16 anni ed è dedicata all'assistenza e alla riabilitazione psichiatrica. Ad avviare le attività è stato il Centro di Riabilitazione Santo Stefano.  Non si tratta della prima aggressione che si consuma all'interno del centro. Già in passato alcuni medici erano stati malmenati dovendo ricorrere alle cure del pronto soccorso. In questa ultima occasione, tutto è nato nella serata di ieri, in sala mensa, quando i due hanno messo in atto una vera e propria rivolta, tentando di istigare anche gli altri ragazzi a picchiare gli operatori. I protagonisti della vicenda lamentavano infatti di non gradire il menu che era stato servito e hanno bloccato l'uscita del refettorio agli operatori della struttura minacciando i presenti e, nel contempo, danneggiando alcune suppellettili. La sommossa si è poi "spenta" nel corso della serata e nessuna persona è rimasta ferita. Nel pomeriggio di oggi però, i due giovani, hanno provocato nuovamente il caos all'interno della struttura, coinvolgendo tutti i giovani che erano ospiti e minacciando nuovamente di danneggiare in modo irreparabile i locali. L'intervento dei militari della Compagnia di Tolentino, guidati dal capitano Giacomo De Carlini, ha evitato che si potessero verificare azioni estreme. I due minori sono stati poi traferiti presso il pronto soccorso dell'ospedale di Macerata e sottoposti al trattamento sanitario obbligatorio e alla conseguente espulsione dalla struttura a causa del comportamento messo in atto, pericoloso per l'incolumità degli utenti e del personale sanitario. Si provvederà dunque allo spostamento in altra struttura sanitaria, ancora da concordare. I due sono stati deferiti in stato di libertà per sequestro di persona, minacce aggravate e danneggiamento in concorso.    

25/11/2019 14:59
Macerata, mercato del mercoledì: le bancarelle di Piazza della Libertà traslocano in corso Cavour

Macerata, mercato del mercoledì: le bancarelle di Piazza della Libertà traslocano in corso Cavour

Da mercoledì prossimo, 27 novembre, per quattro settimane e quindi fino al 18 dicembre, gli ambulanti del mercato che solitamente stazionano in piazza della Libertà, sposteranno momentaneamente la propria attività in corso Cavour.   Il trasferimento, deciso in accordo con l’Amministrazione comunale, è dovuto all’installazione della pista di pattinaggio nella piazza centrale in occasione delle festività natalizie.   Le bancarelle verranno sistemate a metà del lato sinistro di corso Cavour, con direzione Monumento ai caduti a salire verso i Cancelli. Per quanto riguarda il traffico veicolare non subirà alcuna modifica.  L’arteria stradale, infatti, rimarrà aperta alla circolazione delle auto con le stesse modalità di sempre. 

25/11/2019 14:15
"Insulti, botte, minacce di morte e poi il lungo cammino della separazione": grazie a 'L'Esistenza Ora'

"Insulti, botte, minacce di morte e poi il lungo cammino della separazione": grazie a 'L'Esistenza Ora'

“L’Esistenza Ora” nasce a Macerata circa due anni fa per mano di Orietta Quarchioni, l’attuale presidente (in foto a destra). Con lei collaborano attivamente una ventina di volontari che hanno deciso di dedicare parte del loro tempo alle donne vittime di violenza. Tra questi ci sono il ‘braccio destro’ di Orietta, Giuseppina Governatori (in foto a sinistra), e l’avvocato Oberdan Pantana che contribuisce con il suo supporto legale. Tra i diversi casi seguiti, l’associazione si è occupata anche di Alina Emilia Pavel, la 30enne colpita circa un anno fa a Civitanova dall’ex compagno con l’acido e diversi fendenti. Insieme a Orietta e Giuseppina, abbiamo incontrato Paola (nome di fantasia, ndr) che ci ha raccontato la sua storia personale e che, grazie all’Associazione “L’Esistenza Ora”, è riuscita a dire basta alle violenze che da anni subiva dall’ex marito. “Sono stata sposata per 15 anni. Due figli minori, un matrimonio come tutti gli altri segnato da alti e bassi fino al manifestarsi dei primi insulti e delle percosse: mio marito arrivò anche a minacciarmi di morte e mi buttò fuori casa con i nostri due figli piccoli - racconta Paola -. Dopo aver sopportato anni di maltrattamenti, violenze fisiche e verbali ho deciso di reagire e di prendere in mano la mia vita. Nello stesso momento però sono iniziate anche le minacce di morte e vivevo ogni giorno con la paura che qualcuno potesse portarmi via i bambini.” “Il mio ex marito un giorno mi chiamò e mi disse ‘io ti ammazzo, ti metto sotto con la macchina’. Avevo la chiamata registrata e andai subito a denunciare tutto alla Polizia di Macerata dalla quale ho ricevuto una protezione massima e totale e che non finirò mai di ringraziare - continua Paola -. Per molto tempo però, la paura continuò perché iniziai anche a ricevere dei fogli con delle minacce direttamente a casa. Per un lungo periodo della mia vita non facevo altro che guardarmi alle spalle nonostante non ci fosse nessuno perché temevo che il mio ex marito potesse essere dietro di me e uccidermi da un momento all’altro. Nonostante sia passato del tempo, ancora non è facile vivere in totale serenità." "Non sono mai andata in ospedale ma non perché non ne avessi bisogno ma per paura. L’ultima volta che lo fece picchiò tutti. Mi prese per il collo davanti a mia figlia di nemmeno cinque anni e capitò anche che mio figlio si mise in mezzo per proteggere me e le prese lui; non è bello far vivere ai figli situazioni del genere. Bisogna invece educarli sin da piccoli e far comprendere loro che l’amore non è possesso” prosegue Paola. “Appena chiesi la separazione mi resi conto che il mio ex marito aveva prelevato già tutti i nostri risparmi cointestati: ero rimasta senza nulla. Avevo messo delle firme di garanzia per lui, ho dovuto crescere i miei figli da sola, ho rinunciato a un lavoro e nel frattempo dovevo pagare i professionisti che mi stavano aiutando. Una situazione davvero tragica ed ero completamente da sola - racconta Paola -. Per le donne, lo dico per esperienza personale, è molto difficile denunciare perché c’è poca tutela e perché i carnefici, dopo pochi anni, tornano liberi. Servono condanne severe e durature altrimenti è normale che le vittime di violenza abbiano paura che tutto possa di nuovo ricominciare e quindi non denunciano.” “Spesso capita anche che chi dovrebbe aiutare l’uomo che commette il reato o comunque cercare di portarlo sulla giusta via incita invece alla battaglia legale – la denuncia di Paola, Orietta e Giuseppina -. Ci si fa la guerra invece di cercare la pace e la tranquillità ed è davvero triste che questo avvenga soprattutto quando ci sono di mezzo dei bambini. Un professionista dovrebbe far comprendere al proprio cliente che se una storia finisce non bisogna ostinarsi, con la violenza, nel continuare a perseguire una strada sbagliata. Gli uomini devono essere in grado di accettare la fine di un rapporto e se non sono lucidi nel comprenderlo, chi sta loro vicino, dovrebbe aiutarli." "Non si possono prendere le botte dalla mattina alla sera e rimanere in silenzio; il consiglio che voglio dare a chi è vittima di violenza è di denunciare, denunciare e denunciare” – conclude Paola rivolgendosi direttamente alle donne che hanno vissuto, o stanno vivendo, la sua stessa situazione. “Le donne vittime di violenza che hanno bisogno del nostro aiuto si avvicinano all’associazione, in un primo momento, per un colloquio conoscitivo – spiegano Giuseppina e Orietta -. Da quel momento, cerchiamo di capire bene ciò che abbiamo davanti grazie all’aiuto di professionisti ed esperti come avvocati, psicologi e psicoterapeuti che collaborano con noi. I casi sono ogni volta diversi: c’è chi viene da noi perché ha denunciato, chi ancora non l’ha fatto, chi ha deciso di dire basta o chi invece ricade nella trappola. Poi decidiamo insieme il percorso più giusto da seguire.” “Se dovessimo dare un consiglio alle donne vittime di violenza? Non dovete avere paura perché il silenzio uccide: denunciate sempre ogni tipo di maltrattamento – concludono Orietta e Giuseppina -. Le associazioni che possono aiutarvi a superare queste orribili situazioni e che non chiedono nulla in cambio ci sono; “L’Esistenza Ora” è una di queste. Grazie alla nostra rete di conoscenze in tutta Italia siamo anche in grado di portare via le donne vittime di violenza e ospitarle in case protette. Infine chiediamo alle istituzioni pene severe e nessuno sconto per chi commette tali atrocità.” Per contattare l'associazione L'Esistenza Ora è possibile consultare la loro pagina Facebook (CLICCA QUI) o chiamare il numero 327-5536009

25/11/2019 12:30
Decreto sisma, continua la protesta dei professionisti: "Si demolirà definitivamente le possibilità di accelerare la ricostruzione"

Decreto sisma, continua la protesta dei professionisti: "Si demolirà definitivamente le possibilità di accelerare la ricostruzione"

"Apprendiamo che la Commissione Ambiente e LL. PP. della Camera dei Deputati ha completato l’esame degli emendamenti e ha licenziato il testo di conversione in legge del decreto legge 24 Ottobre 2019 n. 123 che ha come obbiettivo dare disposizioni urgenti per l’accelerazione alla ricostruzione post sisma del Centro Italia. Il testo ora passa all’esame della Camera e sicuramente non ci saranno possibilità di ulteriori modifiche visto il carattere d’urgenza già dichiarato dal Governo. Durante la discussione del testo originario, approvato dal Consiglio dei Ministri e consegnato all’esame delle Camere, sono state segnalate rilevanti criticità. Esso, infatti,  non era sufficiente a sortire effetti per velocizzare i tempi della ricostruzione ma, dall’esame di quello ora modificato in Commissione Ambiente e LL. PP., non si rileva nessun meccanismo migliorativo in grado di imprimere una qualsiasi accelerazione, anzi!". Dopo la denuncia dell'Ordine degli Architetti di Macerata (LEGGI QUI) in merito alle nuove linee guida del decreto sisma, arriva anche una nota stampa della Rete delle Professioni Tecniche. "Si è sbandierata come “la svolta” il fatto che l’accelerazione si dovesse produrre attraverso l’autocertificazione dei progetti redatti dai professionisti, consegnando, di fatto, a questi ultimi ulteriori responsabilità in una situazione resa immobile e confusa dal quadro legislativo generale che si è concepito in questi anni - continuano -. Tale immobilismo non è responsabilità dei professionisti che per contro si sono sempre resi disponibili fin dal primo decreto terremoto. È ora di dire ai cittadini che se non ci fossero state le maglie burocratiche dettate da clamorosi “tappi” legislativi le pratiche di ricostruzione sarebbero già state presentate e se così non è avvenuto, evidentemente, ciò è riconducibile a circostanze che il legislatore non intende affrontare. Non sarà certo l’autocertificazione, per come proposta nel decreto, lo strumento in grado di accelerare la ricostruzione, perché non è applicabile a tutte le tipologie di danno, perché non si può sottoscrivere nel caso di piccoli abusi e perché si può applicare esclusivamente agli interventi senza accolli per i cittadini. Sarà invece uno strumento inutilizzabile non perché, come taluni hanno provato ad insinuare, i professionisti non vogliono assumersi responsabilità, ma semplicemente perché non è applicabile a meno di una radicale trasformazione delle regole burocratiche  di approvazione dei progetti." "La Rete delle professioni tecniche, con la utilissima collaborazione e partecipazione delle rappresentanze dei professionisti locali, è stata audita dalla Commissione Ambiente della Camera. Abbiamo illustrato e consegnato un documento preciso, dettagliato e motivato, sulla scorta delle reali esperienze dei professionisti avute in questi anni, che conteneva oltre 20 emendamenti, che costituivano una proposta seria e coordinata, che avrebbe consentito, pur nel marasma burocratico della ricostruzione, una soluzione praticabile e necessaria. Tutti i gruppi parlamentari in audizione e dopo hanno elogiato le proposte presentate, hanno chiesto i testi, hanno promesso che le avrebbero sostenute, ma di fatto nessuno di essi compare nel testo emendato - lamentano i professionisti -. Anzi, uno degli emendamenti, presentato identico da sei gruppi parlamentari, sul Supporto Tecnico Nazionale, è stato reso inammissibile perché i professionisti sarebbero stati di intralcio all’attività della Protezione Civile, pur riguardando attività di indubbia utilità sociale, peraltro svolte da anni in aiuto della Protezione Civile. Si pensa davvero che la ricostruzione possa avere impulso senza ascoltare coloro che sono deputati a presentare e amministrare le pratiche? Il pacchetto di proposte che abbiamo suggerito al legislatore è organico, elimina disparità di trattamenti tra i vari cittadini terremotati, affida maggiori poteri al Commissario ed è volto a far risparmiare ingentissime cifre alle casse dello Stato. La Ragioneria ogni mese fa fronte al contributo di autonoma sistemazione e alle provvidenze necessarie alle attività produttive. Solo per fare un esempio. Il legislatore non ha voluto ascoltarci." "È un fatto gravissimo, che avrà conseguenze enormi demolendo definitivamente le possibilità di accelerare la ricostruzione. Abbiamo dichiarato, a fronte di dati ufficiali, che ci sono sempre meno professionisti disposti a lavorare nelle pratiche sisma dal momento che non percepiscono compensi da tre anni, tutto questo in un quadro generale in cui il settore delle costruzioni è in ginocchio, l’economia delle regioni colpite è a picco e lo spopolamento delle aree interne appare sempre più un fenomeno irreversibile. Non si dica poi che non l’avevamo detto. C’è tempo fino al 24 dicembre per modificare il testo e convertirlo in legge: la Rete chiede quindi al Governo e a tutti i Parlamentari di tornare sui propri passi ed accogliere le sue proposte, nella convinzione di aver dato un contributo essenziale, in adempimento al proprio ruolo di sussidiarietà alla pubblica amministrazione. In caso contrario, occorrerà prendere atto che non interessano il parere dei professionisti ma soprattutto le esigenze delle popolazioni colpite dal sisma, in lunga attesa di riavere le proprie abitazioni" concludono.

25/11/2019 10:10
Dopo la violenza, "Il Lume": "La mia soddisfazione è vedere una mamma e i suoi figli che ce l'hanno fatta"

Dopo la violenza, "Il Lume": "La mia soddisfazione è vedere una mamma e i suoi figli che ce l'hanno fatta"

Angela è mamma e nonna di sei splendidi nipoti. Per gran parte della sua vita è stata una sarta e aveva una bottega artigianale a Treia. Nel 2000 decide di fare qualcosa per soddisfare la sua vocazione personale ma soprattutto per aiutare le persone in difficoltà. L'abbiamo incontrata in occasione della Giornata Nazionale contro la Violenza sulle Donne. L'associazione ‘Il Lume’ nasce nel 2000 per mano dell’attuale presidente Angela Dea Tartarelli. “In quel periodo facevo parte della Caritas e, insieme ad altre persone, avevamo messo in atto una vera e propria assemblea popolare per cercare di aiutare le persone e le famiglie che si trovavano in difficoltà nel territorio di Treia ma anche nelle zone limitrofe – racconta la signora Angela -. Avevamo scoperto che qui a Treia c’era un gruppo di 35 persone kosovare, con 15 bambini, che non aveva assolutamente nulla. Persone che avevano vissuto esperienze traumatiche e davvero gravissime. Ci siamo prodigati per loro e abbiamo avviato una catena di solidarietà portandoli nuovamente a condurre una vita degna di essere chiamata tale.” A Treia la casa dell’accoglienza raccoglie cinque mamme e i loro bambini. L’associazione ‘Il Lume’ disponde di altre sette case, in parte di proprietà e in parte in affitto, dove poter ospitare le donne vittime di violenza e dare loro una speranza creando anche opportunità di lavoro. "La casa dell’accoglienza è stata infatti sempre piena dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 2011, ma l’intento è quello di vuotarla e dare una nuova possibilità a chi subisce violenza" racconta la signora Angela. “Le donne vittime di violenza vengono in contatto con noi principalmente con il passaparola o con i servizi sociali – continua la presidente -. In passato ho protestato più volte perché nelle associazioni con le quali volevo collaborare e nelle quali portavo la mia esperienza non c’era molta attenzione e proprio per questo non mi sentivo affatto rappresentata. Nel 2000, grazie anche all’Amministrazione comunale, parte il progetto ‘Il Lume’ e abbiamo iniziato a lavorare con molto entusiasmo, anche se con un po’ di difficoltà, per le persone che avevano bisogno.” Un cammino lunghissimo ricco di tanta sofferenza ma anche di soddisfazioni. “Quest’anno abbiamo inaugurato un negozio di alimentari e di frutta e verdura e una profumeria che è diventata anche parrucchieria ed estetista – racconta Angela -. Sono riuscita a mettere in contatto le “nostre donne”, che avevano delle professionalità specifiche e valorizzabili, con il personale locale formato per svolgere le attività presso i nostri negozi: attualmente siamo riusciti a dare lavoro a cinque persone.” “Le nostre ospiti sono tutte vittime di violenze anche se ci occupiamo comunque di disagio in generale: a Treia abbiamo la casa di accoglienza mentre a Macerata il centro antiviolenza. Ci siamo resi conto però che non possiamo aiutare solo le donne ma dobbiamo dare una mano anche agli uomini che commettono il reato con dei percorsi che siano adeguati” ci spiega Angela. Quando gli chiediamo il motivo per il quale ha iniziato, la signora Angela risponde che “per fare bisogna essere. Chiunque ha una certa sensibilità, ovunque si trova, mette in atto dei meccanismi dentro di sé che sono propri. Chi veniva da me a chiedere aiuto, all’inizio, necessitava solo di poter pagare le bollette o al massimo di poter trovare un lavoro. Quando però riuscivo a trovare loro una occupazione, la maggior parte delle donne declinava perché diceva che il marito non voleva. Un caldo giorno di luglio, venne in ufficio una donna con la maglia a maniche lunghe e il collo alto: vidi subito i segni e lì si accese la lampadina. Lei si fece coraggio e mi mostrò poi gambe e busto: era piena di lividi – ci racconta Angela -. Era il 2007. Andammo a denunciare quanto accaduto e sa, a quei tempi molti reati legati alla violenza contro le donne non c’erano nemmeno. Le dissero addirittura che se avesse denunciato avrebbe potuto perdere i figli. La ospitai a casa dei miei genitori per qualche giorno e poi decisi che dovevo fare qualcosa e, a 54 anni, presi anche il diploma per poter avere una formazione personale e dare in modo concreto il mio contributo”. “Spesso uomini e donne vivono le stesse fragilità e non siamo capaci di distinguere tra vittima e carnefice – racconta la signora Angela -. La donna non trova il coraggio di andarsene ma il lavoro più impegnativo che noi portiamo avanti è con l’uomo: ci sono uomini che si ravvedono ma c’è anche chi non ammette ciò che fa e questi ultimi sono i casi più difficili. Quando ho iniziato a percorrere questo cammino, non c’erano nemmeno i percorsi di reinserimento per chi commetteva il reato di violenza. Sentii poi parlare del CAM di Firenze (Centro Ascolto Uomini Maltrattati) e andai a un corso organizzato; mi resi subito conto che era importante prendere in considerazione anche il loro aspetto, umano, sociale e civile.” “Il problema essenziale è che non ci sono servizi sociali che funzionano a dovere e che bisognerebbe aiutarli a formarsi sul tema della violenza: l’invito è quello di seguire corsi di formazione o convegni e partecipare il più possibile a incontri che siano in grado di dare un’adeguata informazione su un tema che è molto difficile da affrontare – la denuncia della signora Angela -. Combatto tutti i giorni perché trovo servizi sociali che non rispettano né uomini né donne e se vedono che una situazione è difficile non perdono tempo perché non sanno mettere in rete le loro risorse e le loro capacità e non hanno la formazione adeguata per supplire a questa nuova emergenza. Perché non sanno dare delle risposte? Perché non sono preparati. Stiamo parlando di un fenomeno difficile e trasversale che colpisce tutte le etnie, tutte le età, tutte le religioni, tutti gli strati sociali, tutto il mondo. Ho vissuto, in questo senso, realtà deliranti; casi in cui le madri hanno rischiati di perdere i propri figli se denunciavano perché spesso chi dovrebbero tutelare la donna vittima di violenza tutela invece l’uomo. Casi in cui le donne, da vittime, passavano sul banco degli imputati”. L’allarme della signora Angela però è più generale: “L’uomo, in questo periodo storico, sembra aver perso la propria umanità e la propria capacità di ragionare; vedo ovunque un’ignoranza pazzesca a partire dalle famiglie e dalle scuole che non sono in grado né di insegnare né di denunciare casi di violenza; viviamo in una società plurimalata. È fondamentale che ci siano dei percorsi adeguati per gli adulti di un domani che, sin da piccoli, devono interiorizzare il tema della violenza, comprenderlo e affrontarlo. Quando decisi di fare questo lavoro, lo scelsi perché nessuno lo faceva: io non mi sento sacrificata ma felice di poter donare qualcosa che va al di là di me e che, dopo di me, sarà tramandato ad altri: la mia soddisfazione più grande è quella di vedere mamme e bambini che ce l’hanno fatta”. Poi c’è la fede che “in un certo momento della mia vita, quando non riuscivo a sormontare le difficoltà e mi nasceva dentro una spropositata arrendevolezza, mi ha salvato – ha concluso Angela -. Ho detto al Signore ‘fai tu’ e lui mi ha fatto vedere il lume e mi ha aperto la strada quando ormai non ero più in grado di vedere. Perché in una stanza buia, anche se c’è solo un cerino acceso, il lume c’è ed è importante seguirlo”.

25/11/2019 09:50
Camerino, il dipinto "Giulia Da Varano" è tornato a casa dopo 39 anni

Camerino, il dipinto "Giulia Da Varano" è tornato a casa dopo 39 anni

Giulia Da Varano è tornata a casa. Il quadro del Dosso Dossi, vittima di un furto 39 anni fa, che ritrae l’ultima duchessa di Camerino ha fatto ritorno in terra natia, con un’autentica cerimonia a palazzo Sabbieti. A riportarla nella città ducale i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Genova che sono arrivati al quadro al termine di una lunga indagine. Passo dopo passo è stato spiegato il percorso che ha condotto fino al quadro, rinvenuto in una galleria di Padova, dal Comandante Antonio Quarta. “Indizi inconfutabili e la conferma che si trattasse proprio del dipinto in questione hanno rappresentato un momento bellissimo e siamo contenti di restituirvi questo che per la città è il tassello di un grande mosaico”. Presente anche l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. Un pomeriggio partecipatissimo dalla città, incuriosita e felice di poter tornare a custodire un tesoro prezioso come il dipinto di Giulia Da Varano, letto anche come un buon auspicio, come definito da Giovanna Sartori, assessore alla cultura e al turismo di Camerino, che ha moderato l’incontro e sottolineato il grande significato, e dal sindaco Sandro Sborgia che ha rivolto un “ringraziamento ai Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Genova, ma anche a Carmelo Grasso (comandante del nucleo tutela patrimonio culturale delle Marche) per il lavoro portato avanti nel periodo del sisma in cui è stato recuperato un patrimonio artistico importantissimo per tutta la Regione. Il recupero di questo quadro – ha detto Sborgia - lo leggo come un tassello di un mosaico più ampio, della ricostruzione. Torna a casa una camerte e, come lei, speriamo che quanto prima possano tornare tanti camerti costretti a stare lontano in questo momento”. A prendere la parola sottolineando l’importanza e la rarità del ritrovamento di un’opera d’arte a seguito di un furto, anche Corrado Azzolini, direttore del Segretariato regionale MIBACT della Regione Marche; Claudio Pettinari, Rettore Unicam che ha voluto ribadire: “la forte vocazione culturale di Camerino. Riaccogliere Giulia Da Varano a Palazzo Sabbieti è un grande gesto simbolico perché il palazzo nasce proprio come edificio di cultura. Si ribadisce un rapporto sempre più stretto tra Università e città e sono convinto che la cultura sia un tramite fondamentale per i nostri territori perché vivere la città significa poter godere dei suoi spazi, nonché dei suoi tesori”. Un excursus storico-artistico di altissimo livello ed emozionante è stato sviluppato da Barbara Mastrocola, curatrice delle collezioni civiche del Comune di Camerino, per poi chiudere il pomeriggio con la lezione di Alessandra Pattanaro, critica d’arte e professoressa di storia dell’arte all’Università degli studi di Padova. L’opera sarà esposta e fruibile gratuitamente al deposito Venanzina Pennesi fino al 6 gennaio nell'ambito del progetto "La bellezza ritrovata".

24/11/2019 19:30
Giornata contro la violenza sulle donne, Leonardi: "Intervenire per prevenire"

Giornata contro la violenza sulle donne, Leonardi: "Intervenire per prevenire"

"Prevenzione, educazione, recupero: serve un impegno maggiore per scongiurare il verificarsi o il ripetersi di atti di violenza. Ci avviciniamo alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un appuntamento che serve per rinnovare l’impegno che deve essere quotidiano e costante per il contrasto di fenomeni di violenza di genere e violenza domestica, rivolti quasi sempre nei confronti delle donne" ha osservato Elena Leonardi, capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d'Italia. “Il Dipartimento nazionale tutela vittime di Fratelli d’Italia, di cui sono membro – ha spiegato la Leonardi – porta avanti, trasversalmente, numerose battaglie a difesa delle vittime, nell’ambito sia di violenze di genere, abusi, violenze psicologiche, ma anche a riguardo di vittime della strada, dell’amianto, della mafia, per dare voce a chi nella vita ha dovuto subire soprusi e ingiustizie e anche a chi, spesso, voce non ha più. Così quest’anno il Dipartimento si è fatto promotore di una proposta per l’istituzione dei cosiddetti “CTM”, centri di trattamento per uomini maltrattanti, già presenti in numerose regioni italiane e grandi città. Si tratta di centri che possono essere una formula per diffondere la prevenzione e l’educazione ma anche e soprattutto realtà che propongono attività multidisciplinari, con staff professionista composto da psicologi, psicoterapeuti, psichiatri ed educatori, rivolte sia a chi si è fatto colpevole di atti violenti, sia a chi sta subendo una violenza da parte di un famigliare, sia a persone preoccupate da situazioni perpetuate da persone conosciute, ma anche operatori del settore. L’obiettivo è anche quello di affiancare chi ha commesso un atto di violenza per scongiurare recidive o il verificarsi di conseguenze estreme. Dove questi percorsi sono stati già sperimentati infatti è stato possibile verificare nei soggetti maltrattanti una minore inclinazione alla violenza e alla recidivi." "Qualcosa si muove anche nel panorama marchigiano: secondo il report annuale regionale, che sarà presentato in Consiglio giovedì prossimo e del quale sono relatrice di minoranza, nel 2018 sono state 534 le donne che si sono rivolte agli sportelli antiviolenza, 125 denunce in più rispetto al 2017, nel quale erano state 409. Un dato che stando al report non significa un aumento dei maltrattamenti ma una maggiore consapevolezza delle vittime che decidono di denunciare. Ma possiamo e dobbiamo fare di più. Per questo ho deciso di presentare al Consiglio una mozione per istituire un Centro anche nel territorio marchigiano, che dovrà essere parte integrante di una Rete regionale istituita da tutte le realtà impegnate nel contrasto alla Violenza di genere e che siano comunque fruibili da tutte le persone che autonomamente, perché riconoscono di avere un problema o perché indirizzati da professionisti o servizi sociali, vogliano provare a risolverlo”, ha concluso Elena Leonardi.

24/11/2019 16:15
Camerino capofila nel progetto europeo per preservare il patrimonio culturale dalle calamità naturali

Camerino capofila nel progetto europeo per preservare il patrimonio culturale dalle calamità naturali

Camerino sarà una delle quattro città pilota (insieme ad Amburgo, Bratislava e Valencia) del progetto ARCH - Advancing Resilience of historic areas against climate-related and other hazards (programma Horizon 2020) per preservare il patrimonio culturale delle aree storiche dai rischi di calamità naturali. Il consigliere comunale Riccardo Pennesi è appena tornato da Bruxelles, dove si è svolta la General Assembly, insieme al gruppo di ricerca dell’Università di Camerino, ENEA - Agenzia nazionale, INGVcomunicazione per presentare il progetto "Resilienza delle città d'arte da cambiamenti climatici e calamità naturali". “Si tratta di un incontro importante a cui ho avuto l’onore e il piacere di presenziare – ha detto Pennesi –. Si è parlato di come coinvolgere i vari stakeholders della zona e di tutto il territorio nazionale. La discussione, in particolare ha sviluppato la tematica di come conservare il patrimonio culturale che Camerino possiede ma che purtroppo sconta il danneggiamento del sisma. Dal confronto con le altre città pilota del progetto ARCH, ho potuto notare che ci sono problematiche differenti per ognuna, ma che possono essere portate avanti parallelamente e unitariamente, in particolare con riferimento al rischio idrogeologico e altre calamità. Si sono creati dei tavoli di lavoro in tutte e quattro le città e il prossimo appuntamento sarà a Bonn a giugno 2020. Poi nel dicembre successivo saranno ospiti proprio a Camerino. Il Comune intende andare avanti con grande convinzione in questa direzione – conclude Pennesi – nella progettazione europea che è fondamentale anche per il futuro. Il prossimo passo, che sarà uno snodo altrettanto importante sarà la raccolta dei dati e la sua elaborazione. Un passaggio che per il Comune di Camerino avverrà grazie a un gruppo di studio incaricato appositamente con i fondi Horizon 2020”. Il progetto che sarà sviluppato potrà essere un esempio da seguire per tutto il territorio italiano, soggetto continuamente a calamità naturali, non ultima quella accaduta a Venezia.

24/11/2019 15:55
Scarico illecito di rifiuti a Pollenza: la segnalazione di un cittadino (FOTO)

Scarico illecito di rifiuti a Pollenza: la segnalazione di un cittadino (FOTO)

Ennesimo episodio di incivilità segnalato dai nostri lettori in provincia, relativo all'abbandono dei rifiuti. La denuncia, questa volta, riguarda il territorio comunale di Pollenza. "Nella frazione di Rotelli, a Pollenza, durante i mesi passati sono stati effettuati degli scarichi illegali di ogni genere di rifiuto, da plastica a materiale edile passando per del materiale isolante fino a quello da costruzione e al vetro. L'abbandono illecito è avvenuto presso il percorso della Strada Comunale che porta da Rotelli alla scuola agraria di Macerata e alcuni rifiuti non sono ben visibili perché nascosti tra i rovi e le sterpaglia" spiega il cittadino che consiglia "l'installazione di un sistema di videosorveglianza che potrebbe essere molto utile sia per scovare questi criminali sia per far sì che episodi come questi non si verifichino più".  

24/11/2019 13:20
Decreto sisma, Federcontribuenti: "Chiediamo 10 anni di zona economica speciale"

Decreto sisma, Federcontribuenti: "Chiediamo 10 anni di zona economica speciale"

''Il riconoscimento di una zona economica speciale per i territori colpiti dal Sisma del 2016/17, che introduca vantaggi in termini di imposte e contributi alle aziende che scelgono di restare nel territorio o a quelle che scelgono di investire deve essere di almeno 10 anni per permettere a chi investe e a chi  vuole restare di andare a regime in un periodo sufficiente per la ripresa economica, in particolare nei comuni, quasi tutti, che insistono in zone montuose''. Lo ha dichiarato Maria Teresa Nori, del Consiglio Nazionale di Federcontribuenti e Segretario regionale delle Marche commentando gli emendamenti presentati in commissione alla Camera in prima lettura. ''I 10 anni devono valere - precisa l'esponente di Federcontribuenti - per i comuni che hanno avuto la distruzione del 50%+1 con le abitazioni in maggioranza classificate in esito 'E'. In questi comuni, inoltre, si attende un segnale forte del governo perche' altrimenti non rimane agli abitanti di richiedere il TFR allo stato e dichiarare lo spopolamento, riconsegnando le chiavi delle loro abitazioni ai Comuni''. Dunque, conclude Maria Teresa Nori ecco perche' e' prioritario ''far ripartire l'economia di queste zone con l'attuazione della Zes a 10 anni, e non fino al 2021''. 

24/11/2019 10:40
Stop alla violenza contro le donne: reato di Stalking tra inasprimenti di pena e “Codice Rosso”

Stop alla violenza contro le donne: reato di Stalking tra inasprimenti di pena e “Codice Rosso”

Torna come ogni domenica la rubrica curata dall’avvocato Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”. Questa settimana, le numerose mail arrivate stante l’imminente Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre 2019, hanno interessato principalmente la tematica relativa alla tutela delle vittime di violenza di genere, modificata dalla recente introduzione del cosiddetto “Codice Rosso”. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da una lettrice di Civitanova Marche che chiede: “La circostanza che la vittima di atti persecutori possa avere momenti di avvicinamento con l’ex convivente stalker, è idonea a sollevare quest’ultimo dalla propria responsabilità penale?" Il caso di specie ci offre l’occasione di far chiarezza su una questione estremamente attuale, sulla quale ha avuto modo di pronunciarsi la Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 27466/2018, stabilendo il seguente principio di diritto: “In tema di atti persecutori ex art. 612 bis c.p., la prova dell'evento del delitto, in riferimento alla causazione nella persona offesa di un grave e perdurante stato di ansia o di paura, con alterazione delle proprie abitudini di vita, deve essere ancorata ad elementi sintomatici di tale turbamento psicologico ricavabili dalle dichiarazioni della stessa vittima del reato, dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta posta in essere dall'agente la quale può esplicarsi con molteplici modalità, considerando tanto la sua astratta idoneità a causare l'evento, quanto il suo profilo concreto in riferimento alle effettive condizioni in cui è stata perpetrata; per cui al fine della configurabilità di tale delitto, data la sua natura abituale, deve essere accertato l’effetto della complessiva e reiterata condotta persecutoria del soggetto agente sulla psiche e lo stile di vita della vittima, in seguito al disagio progressivamente accumulato nel tempo, senza che rilevi l’eventuale atteggiamento conciliante della persona offesa” (Cass. Pen.; Sez. V; Sent. n.27466/2018). Inoltre, l’art. 612 bis c.p. citato nella menzionata Sentenza, il quale punisce testualmente: “Chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”, è stato oggetto delle modifiche apportate dal cosiddetto “Codice Rosso” elaborato al fine di garantire una maggiore tutela alle vittime di violenze di genere perpetrate soprattutto in contesti familiari, domestici e lavorativi. A tal proposito, infatti, occorre rilevare che nel caso specifico del delitto di atti persecutori previsto ex art. 612 bis c.p., si è avuto un importante inasprimento di pena, passando ad una pena detentiva che va da un minimo di un anno, fino ad un massimo di 6 anni e 6 mesi, oltre all’introduzione di una vera e propria corsia preferenziale per lo svolgimento delle indagini relative a tali tipologie di delitti, prevedendo una misura speciale per l’audizione della vittima, la quale dovrà essere ascoltata dal Pubblico Ministero già entro i primi 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, nonché la previsione di un incremento dei fondi annualmente stanziati a favore delle vittime di violenza, orfani di crimini domestici ed alle famiglie affidatarie, ed infine, la disciplina di un più arduo percorso di ammissione del condannato all’istituto della sospensione condizionale della pena, subordinandolo alla partecipazione a percorsi di recupero organizzati ad hoc da enti o associazioni che si occupano di assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per reati sessuali. Pertanto, alla luce delle nuove disposizioni in materia di violenza sulle donne, in adesione alla più autorevole giurisprudenza di legittimità ed in risposta alla domanda della nostra lettrice si può affermare che: “Nell'ipotesi di atti persecutori commessi nei confronti della ex convivente, l'attendibilità e la forza persuasiva delle dichiarazioni rese dalla vittima del reato non sono inficiate dalla circostanza che all'interno del periodo di vessazione la persona offesa abbia vissuto momenti transitori di attenuazione del malessere in cui ha ripristinato il dialogo con il persecutore, atteso che l'ambivalenza dei sentimenti provati dalla persona offesa nei confronti dell'imputato non rende di per sé inattendibile la narrazione delle afflizioni subite, ricorrendo tutte le altre circostanze del reato.” (Cass. Pen.; Sez. V; Sent. n. 45141 del 17/09/2019). Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.

24/11/2019 09:40
Decreto sisma, gli architetti sul piede di guerra: "L'autocertificazione non accelera la ricostruzione"

Decreto sisma, gli architetti sul piede di guerra: "L'autocertificazione non accelera la ricostruzione"

"Apprendiamo che la Commissione Ambiente della Camera ha completato l’esame degli emendamenti e ha licenziato il testo di conversione in legge del decreto legge 24 Ottobre 2019 n. 123 che aveva l’obbiettivo di dare disposizioni urgenti per l’accelerazione alla ricostruzione post sisma del Centro Italia. Già nel testo originario erano state segnalate rilevanti criticità tali da non sortire nessun effetto sulla ricostruzione e dall’esame di quello modificato dalla commissione non si rileva nessun meccanismo in grado di imprimere una qualsiasi accelerazione, anzi! Si è sbandierata come la svolta il fatto che l’accelerazione si dovesse produrre attraverso l’autocertificazione delle pratiche in capo ai professionisti, consegnandoci ulteriori responsabilità in una situazione immobile certamente non per nostra responsabilità ma proprio per come è concepito il quadro legislativo generale. È ora di dire ai cittadini che se non vi fossero stati problemi le pratiche di ricostruzione sarebbero già state presentate e se così non è evidentemente, ciò è riconducibile circostanze che il legislatore non intende affrontare." A parlare è l'architetto Vittorio Lanciani, presidente dell'ordine dell'Ordine degli architetti, paesaggisti pianificatori e conservatori della provincia di Macerata. "L’autocertificazione non sarà, per come ipotizzata nel decreto, lo strumento in grado di accelerare la ricostruzione, perché non è applicabile a tutte le tipologie di danno, perché non si può applicare agli edifici con piccoli abusi e perché si può applicare esclusivamente agli interventi senza accolli per i cittadini - prosegue l'architetto -. Sarà uno strumento fallimentare non perché, come taluni hanno provato ad insinuare, i professionisti non vogliono assumersi responsabilità, ma semplicemente perché non funziona. Il mondo delle professioni tecniche è stato audito dalla Commissione Ambiente e si è presentato con una voce sola, quella della Rete Tecnica. Abbiamo illustrato e consegnato un documento che conteneva oltre 20 emendamenti. Tutti i gruppi parlamentari ci hanno elogiato per le proposte, ci hanno chiesto i testi, ci hanno promesso che le avrebbero sostenute, ma di fatto NESSUNA di esse compare nel testo emendato. Si pensa davvero che la ricostruzione possa avere impulso senza ascoltare coloro che sono deputati a presentare e gestire le pratiche?". "Il pacchetto di proposte che avevamo suggerito è organico, eliminava disparità di trattamenti tra cittadini terremotati, chiedeva maggiori poteri al commissario ed era volto a far risparmiare alle casse dello stato cifre ingentissime che ogni mese si ripetono, ad esempio, per il contributo di autonoma sistemazione e per le provvidenze necessarie alle attività produttive. Non avete voluto ascoltarci - osserva il presidente dell'Ordine -. Vi abbiamo dimostrato che i professionisti disposti a lavorare nelle pratiche sisma sono sempre di meno, non percepiscono compensi da tre anni, il settore delle costruzioni è in ginocchio, l’economia delle regioni colpite è a picco e lo spopolamento delle aree interne appare sempre più un fenomeno irreversibile. Non si dica più che non ve lo avevamo detto. C’è tempo fino al 24 dicembre per modificare il testo e convertirlo in legge chiediamo quindi al Governo e a tutti i parlamentari di pensarci bene, altrimenti prenderemo atto che non interessano i cittadini e non interessano i professionisti." "Le professioni tecniche non sono state mai considerate un interlocutore della politica a partire dal Commissario Straordinario Errani per finire al suo successore, il Ministro Paola De Micheli - osservano i professionisti -. Inutili sembrano i tentativi dell’attuale Commissario (a nostro avviso non Straordinario nei fatti) Piero Farabollini schiacciato tra la provenienza dal mondo delle professioni, in quanto già Presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche, e l’autonomia praticamente nulla nello svolgere l’incarico rispetto ai poteri concessi agli altri Commissari “veramente” Straordinari che operano nelle altre aree di crisi del paese: di fatto la sua unica colpa è di aver accettato l’incarico a queste condizioni e di non aver rimesso il mandato “per manifesta impossibilità a svolgere l’incarico affidatogli”." "Non è sufficiente averlo coinvolto per ritenere soddisfatta la categoria dei professionisti dell’area tecnica impegnata nel far funzionare la ricostruzione anche con le assurde norme emanate - concludono -. Nè possono di più gli Ordini professionali interessati, dopo tutte le proposte di modifica inoltrate a chi di dovere e ignorate come anche in questo caso, specialmente quelli che come il nostro sono maggiormente coinvolti non solo dallo svolgimento dell’attività professionale nei territori in cui viviamo, ma dalle implicazioni sociali, culturali e di visione che anche istituzionalmente siamo chiamati ad affrontare. Il nostro compito di magistratura, ad oggi, visto quanto deliberato dal mondo politico, non può, senza ulteriori giri di parole, non partire dal consigliare ai nostri iscritti una preventiva prudenza, nel proseguire con l’accettazione di incarichi nel processo della ricostruzione che sono rischiosi, infidi e pieni di condizionamenti deontologici, per evitare oltre al danno anche la beffa in sede di contenzioso: non è possibile garantire la collettività con queste norme. La politica, tutta indistintamente senza distinguo di appartenenza, dimostra in questo modo che il vero disegno per il nostro territorio non è la rinascita, ma la sua definitiva desertificazione."

23/11/2019 19:00
Pioggia, vento, mare mosso e temporali: allerta meteo per domenica 24 e lunedì 25

Pioggia, vento, mare mosso e temporali: allerta meteo per domenica 24 e lunedì 25

La Protezione Civile delle Marche ha diramato un'allerta meteo con validità a partire dalle ore 14.00 di domani e per tutta la giornata di lunedì 25 novembre. Pioggia, vento, temporali e mare mosso. Allerta arancione in tutto il territorio Fermano e Ascolano. Allerta arancione per il rischio idrogeologico anche nelle zone interne del maceratese e allerta gialla invece per il capoluogo e la zona costiera. L'intera provincia sarà comunque interessata da abbondanti precipitazioni, vento e probabili temporali. Nelle tre province è stata attivata la fase di preallarme.  "Una depressione in spostamento verso il mar Tirreno meridionale convoglierà aria calda ed umida lungo il bacino Adriatico. Il forte gradiente barico darà luogo, dal pomeriggio di domenica, a venti di scirocco forti lungo la costa con raffiche fino a tempesta - spiegano dalla Protezione Civile -. La forza del vento determinerà uno stato del mare molto mosso o agitato. Lo spostamento verso levante del minimo depressionario nella giornata di lunedì consentirà un'attenuazione progressiva della forza del vento già dalla prime ore della giornata con conseguente diminuzione dello stato del mare".

23/11/2019 16:35
No alla violenza sulle donne: la Polizia allestisce un info-point al "Cuore Adriatico"

No alla violenza sulle donne: la Polizia allestisce un info-point al "Cuore Adriatico"

In vista della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la Polizia di Stato, da tempo attiva in materia con una costante campagna di sensibilizzazione della cittadinanza, lunedì 25 novembre a Civitanova Marche, presso il centro Commerciale “Cuore dell’Adriatico”,  dalle ore 15:00 alle ore 19:00, allestirà un punto informativo. Sarà presente un gruppo di esperti costituito da un medico della Polizia di Stato, un operatore della Squadra Mobile sezione reati contro la persona, un operatore della Divisione Anticrimine e uno dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico oltre a due rappresentanti del Centro Antiviolenza che potranno fornire ai cittadini, soprattutto donne, informazioni sull’argomento.  

23/11/2019 15:11
San Severino, post-sisma: tornano agibili due abitazioni in centro

San Severino, post-sisma: tornano agibili due abitazioni in centro

Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza per un’abitazione del centro storico danneggiata dalle scosse di terremoto dell’ottobre 2016 e dichiarata non utilizzabile. L’edificio, sito in vicolo delle Scuole Vecchie, è stato interessato da lavori di riparazione del danno sismico per un importo complessivo di 65mila euro finanziato dall’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione Marche. Con la revoca dell’Ordinanza di inagibilità è tornato pienamente fruibile un secondo immobile interessato da un rischio esterno a causa dell’abitazione adiacente. Il primo cittadino settempedano, inoltre, ha revocato anche l’Ordinanza di inagibilità che interessava un’abitazione in via Massarelli, nel cuore antico della città. In questo caso sono state effettuate opere di muratura di ripristino del danno per complessivi 25mila euro.  

23/11/2019 13:25
Tolentino, scatta il piano per regolare l'installazione delle antenne

Tolentino, scatta il piano per regolare l'installazione delle antenne

L'amministrazione comunale di Tolentino ha dato mandato all'ingegnere Lorenzo Girotti di predisporre un regolamento per controllare l'installazione delle antenne e degli apparati di trasmissione radio mobile e radio televisiva ai sensi della normativa vigente sul territorio comunale.  La localizzazione delle stazioni radio base per la telefonia mobile è diventato, infatti, negli ultimi anni un problema sentito con particolare interesse dalla comunità tolentinate. Si è registrata una crescente preoccupazione riguardo il proliferare di antenne e il rischio che gli effetti delle onde elettromagnetiche possano portare danni alla salute. In questo senso sono nati diversi comitati spontanei in città.  Il consulente scelto dalla Giunta avrà il compito di redigere la Relazione Tecnica – Piano Territoriale per Installazioni di Telecomunicazioni con analisi ed elaborati (rappresentazioni grafiche) dello Stato Attuale sulla base dei dati forniti dall’Amministrazione Comunale, fornire la propria assistenza al Tavolo Tecnico con Gestori ed Enti al fine di formulare i propri Piani di Sviluppo Rete e curare l’aggiornamento degli elaborati sulla base delle analisi emerse a seguito dei tavoli tecnici. "E’ un lavoro – afferma il Vicesindaco Silvia Luconi - che abbiamo iniziato lo scorso aprile quando, di concerto con l’Amministrazione comunale e soprattutto con il Consigliere Antonio Trombetta che ringraziamo per il grande sostegno operativo dato, abbiamo cercato di colmare un vuoto che esponeva il nostro territorio a gravi rischi. Possiamo così regolamentare la presenza di strutture necessarie e contemporaneamente di salvaguardare la salute della nostra comunità e dei cittadini".  "Ringraziamo anche l’Arpam e l’ing. Micucci e tutti gli uffici comunali preposti e l’Ufficio Ambiente in particolare. Tutti insieme - conclude Luconi - siamo riusciti a mettere in piedi un piano necessario a scongiurare insediamenti selvaggi di operatori telefonici e non solo".  Il compenso previsto dalla Giunta e dal sindaco Giuseppe Pezzanesi alll'ing. Lorenzo Girotti  per la redazione del piano è fissato in 22.500 euro.   

23/11/2019 10:32
Castelsantangelo affida la pianificazione della ricostruzione a Stefano Boeri

Castelsantangelo affida la pianificazione della ricostruzione a Stefano Boeri

Castelsantangelo sul Nera è il primo Comune dell’intero cratere del Sisma 2016 ad affidare l’incarico per la redazione del Piano Attuativo per la ricostruzione post-sisma. "Si è conclusa la procedura di Gara Europea, espletata dalla SUAM della Regione Marche per l'affidamento dei servizi tecnici di architettura e ingegneria e dei servizi afferenti, per l’attività di Pianificazione Attuativa connessa agli interventi di Ricostruzione nel centro storico e nei nuclei urbani maggiormente colpiti dagli eventi sismici verificatisi a partire dallo scorso 24 agosto 2016, nel Comune di Castelsantangelo sul Nera" ha annunciato il sindaco Mauro Falcucci.  Sarà un importante  raggruppamento  di  Professionisti, che fa  capo alla  Soc. Coop. Mate, Capogruppo/Mandataria e che vede tra gli altri la partecipazione dell’Arch. Stefano Boeri e del Prof. Ing. Franco Braga, ad occuparsi dell’attività di Pianificazione Attuativa del territorio comunale di Castelsantangelo sul Nera. Il Raggruppamento sarà così costituito: Mate Soc. Coop.va Stefano Boeri Architetti s.r.l.; Pro.ge. 77 s.r.l. Nhazca s.r.l.; D.R.E. Am. Italia Soc. Coop. Dott. Antonio Montemurro.  "L’attività di Pianificazione Attuativa connessa agli interventi di Ricostruzione nel centro storico e nei nuclei urbani maggiormente colpiti dagli eventi sismici - spiega Falcucci -, nasce dalla necessità di governare in tempi brevissimi il processo di ricostruzione non solo del territorio comunale ma di un comprensorio più ampio, al fine di comprenderne il ruolo all’interno della valle dell’Alto Nera, non escludendo l’individuazione vocazionale del territorio". "Comprendere le priorità e le potenzialità del territorio e dell’area vasta aiutano ad inquadrare meglio ciò che il sisma ha distrutto non solo fisicamente ma anche socialmente, culturalmente ed economicamente, ma soprattutto aiuta a valutare le criticità pregresse di una condizione di decadenza e trasformarle in potenzialità al fine di generare un processo di rivitalizzazione/rigenerazione che non sia più passivo ma attivo e produttore di occasioni. La ricostruzione non deve essere vista esclusivamente come recupero e restauro delle singole costruzioni danneggiate - prosegue Falcucci -, bensì ha il più ampio significato di ripristinare e ripensare quel complesso di funzioni urbane, sociali, economiche che connotano un territorio. In tal senso la ricostruzione non è una mera replicazione delle strutture fisiche distrutte ma è anche una revisione necessaria della natura, della conformazione e dell’utilizzo del territorio". "Un evento fortemente traumatico come un terremoto ha comportato delle modifiche permanenti al territorio, che non possono essere affrontate tramite una sola riproposizione pedissequa della situazione antecedente all’evento. In tal senso, la ricostruzione diventa anche una opportunità di ripensamento del territorio e di adeguamento dello stesso alle nuove esigenze. L’amministrazione Comunale - conclude Falcucci -, sta lavorando alla sottoscrizione di un “Protocollo d’Intesa” operativo sulla ricostruzione, che vede la partecipazione attiva fin dalla prima fase della pianificazione, di tutti i soggetti, che a vario titolo saranno chiamati per rispettivi ruoli e competenze a esprimere un loro parere in sede di conferenza permanente".    

23/11/2019 09:40
Tolentino, lavori al Viadotto Enrico Berlinguer: il via mercoledì 27 novembre, modifiche al traffico

Tolentino, lavori al Viadotto Enrico Berlinguer: il via mercoledì 27 novembre, modifiche al traffico

Il Viadotto Enrico Berlinguer, a Tolentino, è divenuto col tempo una via di una importanza strategica in quanto congiunge Contrada Pace con le vie adiacenti l'Ospedale di Tolentino dove insistono anche molteplici attività commerciali, artigianali, edifici e quindi anche particolarmente transitata dai veicoli. L’Amministrazione comunale ha, pertanto, rilevato la necessità di provvedere ai lavori di fresatura e di asfaltatura di tutta la via, compresa una porzione di Via Pietro Nenni.  I lavori di fresatura avranno inizio alle ore 8:30 di mercoledì 27 novembre, e determineranno una modifica parziale della circolazione stradale. Pertanto il Comando di Polizia Locale ha emesso un'ordinanza con la quale dalle 8.30 di mercoleddì 27 novembre sino al termine dei lavori, in Via Viadotto Enrico Berlinguer, la circolazione è modificata come segue:  -  è disposto il divieto di circolazione e il divieto di sosta con rimozione coatta esteso a tutti i veicoli, nel tratto stradale compreso dalla rotatoria con "viale Brodo/ini - via P. Nenni - via M.L.King" e la rotatoria con "via A. Cassarà - via E. Mattei". - sarà possibile il transito veicolare in Via La Pira, strada a doppio senso di circolazione, usufruendo di via G. Saragat, strada anch'essa a doppio senso di circolazione.  Le varie chiusure relative ai divieti di transito ai veicoli verranno effettuate in base alle diverse fasi di lavoro della Ditta esecutrice.  

23/11/2019 09:25
Caldarola, ricostruzione post-sisma: affidati gli incarichi per la perimetrazione

Caldarola, ricostruzione post-sisma: affidati gli incarichi per la perimetrazione

Prosegue sul fronte della ricostruzione, il cammino del comune di Caldarola. Infatti, con due distinte determine, nei giorni scorsi l'Amministrazione comunale ha affidato la relazione tecnica di ingegneria e architettura, per la redazione dei piani attuativi del capoluogo e delle frazioni, a due importantissimi e rinomati studi professionali. “I professionisti vantano curricula di grande spessore e sono idonei allo svolgimento degli incarichi relativi alla redazione dei piani attuativi della perimetrazione”, fanno sapere dal Comune. “Allo studio Erre 4 i associati sono stati affidati i servizi di ingegneria e architettura per la redazione dei piani attuativi per la ricostruzione delle frazioni Castello di Croce, Castiglione di Croce, Valcimarra Colle e Valle. Allo studio FOA Architetti  è stata assegnata la redazione dei piani attuativi anche per la ricostruzione del capoluogo di Caldarola.  Nel dettaglio lo studio Foa, Architetti associati, rappresenta la continuità della “Federico Oliva associati”, studio milanese che dal 1992 si occupa di pianificazione progettazione urbanistica architettura a diversi livelli. Lo studio Foa è fortemente impegnato a dare il proprio contributo e l'attuazione delle previsioni urbanistiche avendo acquisito nel corso del tempo una competenza specifica nella progettazione urbana di ambiti, trasformazione, riuso e rigenerazione, con attitudine all'innovazione. Alcuni lavori dello Studio sono stati esposti in mostre e pubblicati su qualificate riviste di settore. I professionisti hanno collaborato al piano regolatore generale del comune di Reggio Emilia e hanno prestato la loro consulenza alla redazione del Piano Regolatore del comune di Roma. L'ingegnere Giuseppe Rotondo invece, Legale rappresentante della società di Ingegneria ERRE 4 srl è collaboratore della Politecnico di Bari dipartimento di elettronica ed elettrotecnica, è in possesso dei requisiti necessari all'esercizio della professione di coordinatore della sicurezza sui cantieri e dell'abilitazione alla professione di ingegnere. Ha collaborato alla progettazione di diverse opere pubbliche. Recentemente, tra le altre cose, ha ricevuto l'affidamento dell'incarico professionale di progettazione definitiva, esecutiva e direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza per la realizzazione del primo stralcio della “Cittadella Dello Sport” del comune di Collemare. Ora il percorso prevede incontri pubblici, convocati a breve, per concordare anche con la popolazione la redazione dei piani attuativi”, conclude l’amministrazione Comunale di Caldarola.  

22/11/2019 17:56
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