Il 2020 si è aperto con una novità sul fronte dei bisogni occupazionali delle imprese marchigiane: dopo diversi mesi in cui le professioni maggiormente richieste erano quelle dei cuochi, camerieri e delle altre professioni dei servizi turistici, questo inizio d'anno il borsino vede al vertice gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, per i quali le imprese hanno in programma 960 contratti di lavoro da attivare, e una crescita significativa di tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione.
È quanto emerge dai dati dell’indagine Excelsior, condotta mensilmente da Unioncamere e Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, elaborati dall’Ufficio Statistica della Camera di Commercio delle Marche.
“Al di là della stima dei contratti di lavoro che le imprese intervistate hanno in programma di attivare quest’anno (complessivamente sono 10.660, in lieve calo rispetto al dato previsionale di gennaio 2018, ndr.), l’aspetto rilevante dell'indagine riguarda la richiesta di laureati e diplomati evoluti in settori chiave dell’economia regionale, che però sono ancora di difficile reperimento”, osserva il Presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini.
Continua: "Secondo la rivelazione Excelsior, infatti, le imprese marchigiane faticheranno a trovare manodopera qualificata soprattutto nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche e per progettisti, ingegneri e professioni assimilate, dove una posizione su due rischia di rimanere vacante; viviamo nella società della conoscenza, gli imprenditori marchigiani stanno spingendo molto sulle nuove tecnologie e sul digitale e il sistema scolastico deve seguire questo trend – aggiunge il Presidente – vanno dunque rilanciati il ruolo e la centralità soprattutto dell’istruzione tecnica e professionale. Come Camera di Commercio confermeremo anche quest’anno il contributo per la realizzazione di attività di formazione e informazione presso gli Its marchigiani”.
Secondo Andrea Santori, componente della giunta camerale, “l’istruzione tecnica e professionale sono il luogo specifico di costruzione di una nuova alleanza tra mondo della scuola e mondo del lavoro, ma anche il luogo dove partire per affrontare la sfida globale dell’innovazione e della competitività”.
L'attività della Camera di Commercio dedicata all'orientamento al lavoro e alle professioni prevede per quest’anno anche i corsi per l’auto imprenditorialità “Parti con noi” e il calendario formativo di “Crescere in digitale”, destinati ai giovani fuori dai percorsi di studio e inoccupati, il progetto di Alternanza Scuola Lavoro, con l'erogazione di contributi alle imprese che decidono di ospitare gli studenti in azienda.
In questi giorni i residenti di Viale Giacomo Matteotti riceveranno una comunicazione dell’Amministrazione comunale per partecipare ad un incontro informativo che si terrà il prossimo 21 Gennaio 2020 (martedì) alle ore 21.00 all'Auditorium della Biblioteca Filelfica.
La riunione è stata convocata dall’Assessore Giovanni Gabrielli per presentare il progetto di “Riqualificazione di Viale Giacomo Matteotti”. Con l’occasione saranno illustrate anche le modifiche che si pensa di apportate alla viabilità relativamente ad ogni fase di lavorazione.
Parteciperanno il Sindaco Giuseppe Pezzanesi, il Vicesindaco Silvia Luconi, l’Assessore alla viabilità e decentramento Giovanni Gabrielli, la Responsabile Lavori Pubblici Katiuscia Faraoni e il progettista e direttore dei lavori geom. Sergio Passarini.
L'intento è quello di incontrare tutte le famiglie residenti per discutere le problematiche che potranno verificarsi a seguito dei lavori.
A seguito della comunicazione del responsabile della sicurezza, venerdì 17 sarà riaperta al doppio senso di circolazione la sede stradale di Via Nazionale, a Tolentino, interessata in questo ultimo periodo da lavori svolti sia sul ponte che sul torrione di San Catervo.
Si precisa che i lavori sul ponte di San Catervo non sono conclusi. Infatti è da completare parte della pavimentazione di un marciapiede, l'illuminazione e la balaustra da posizionare sopra i cordoli.
La fine dei lavori è prevista per i primi giorni di febbraio 2020, salvo condizioni meteo avverse che potrebbero rallentare di qualche giornata qualche lavorazione.
In questo periodo di tempo, il transito pedonale avverrà alternativamente o sul marciapiede di destra o su quello di sinistra a seconda delle lavorazioni da effettuare.
Pertanto il Comando di Polizia Locale ha emesso un'ordinanza con la quale dalle ore 7.00 di venerdì 17 gennaio in Via Nazionale, nel tratto compreso tra la rotatoria presente all'intersezione con Viale della Repubblica-Via Flaminia e l'intersezione con C.so Garibaldi-Via G. Murat-V.le C. Battisti è disposto il ripristino del doppio senso di circolazione. Il transito pedonale avverrà alternativamente o sul marciapiede di destra o su quello di sinistra.
La ditta esecutrice dei lavori provvederà all'installazione della relativa segnaletica stradale da cantiere con le relative limitazioni, obblighi e preavvisi necessari alle modifiche apportate alla circolazione veicolare e pedonale.
Mancata proroga dei siti di deposito temporaneo per lo smaltimento delle macerie post sisma. Interviene sull'argomento il commissario straordinario, Piero Farabollini :
“Ritengo corretto interpretare che i termini di scadenza dei siti debbano intendersi prorogati fino alla data di cessazione dello stato di emergenza”. Lo ha scritto e comunicato ai presidenti di Regione – Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria – e per conoscenza alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Dipartimento nazionale della Protezione civile e all’Autorità nazionale anticorruzione, a seguito della richiesta ad Anac della Regione Umbria di sospendere il contratto per rimuovere e smaltire le macerie con Valle umbra servizi proprio in virtù della mancata proroga che doveva essere inserita nell’ultimo decreto sisma.
Farabollini ha spiegato che l’interpretazione data nasce dal “combinato” tra “la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2020″, inserita nel dl 123 da poco licenziato e dall’avvenuto aggiornamento dei piani di gestione delle macerie”.
Nel 2019 nelle Marche sono state erogate 631.540 pensioni. L'84% sono prestazioni previdenziali in senso stretto, mentre il restante 16% sono prestazioni di tipo assistenziale.
L'importo medio di una prestazione previdenziale nelle Marche è di 990 € mensili lordi, che scende a € 831 se si considerano solo le prestazioni erogate agli ex dipendenti del settore privato (il 71% del totale) Significative sono anche le differenze di genere. Se gli uomini percepiscono in media € 1.218 lordi mensili, le donne arrivano a € 705. Una differenza di € 513 euro che per le ex lavoratrici dipendenti arriva a 628 € euro. L'importo medio delle prestazioni assistenziali è invece di € 439 mensili lordi.
Il 62% delle prestazioni previdenziali erogate nelle Marche hanno un importo inferiore a 1.000 € mensili lordi.
Nelle Marche, infine, sono state erogate nel 2019 più di 53.000 indennità di accompagnamento, delle quali sono destinatarie persone in condizione di completa non autosufficienza.
Questi numeri, elaborati dalle Federazioni dei pensionati di SPI FNP e UILP Marche a partire da dati ufficiali INPS, denotano una situazione preoccupante.
«Siamo ben lontani – sostiene il Segretario generale dello SPI Cgil Marche Elio Cerri - dalla narrazione dominante di una categoria sociale, quella dei pensionati appunto, di ricchi privilegiati. Tra i pensionati italiani, e nello specifico tra quelli marchigiani, ci sono tantissime persone che stanno di fatto scivolando verso la soglia di povertà. Nonostante ciò, durante tutto questo decennio di crisi abbiamo cercato con tutti i mezzi di sopperire alle carenze del sistema pubblico di welfare aiutando ogni giorno figli e nipoti, regalando tempo e soldi, pagando bollette e rate dei mutui, assistendo nipoti e coniugi non autosufficienti».
«Come confermato recentemente anche dall'Istat – prosegue il Segretario generale della FNP Cisl Marche Mario Canale - la presenza di un pensionato all'interno di nuclei familiari vulnerabili ha consentito di dimezzare l'esposizione al rischio di povertà. In cambio di questo contributo alla tenuta della coesione sociale abbiamo ricevuto ben poco. Pensioni che non vengono rivalutate da 7 anni (la mini rivalutazione di 53 centesimi al giorno operata dalla Legge di bilancio è una beffa scandalosa), carico fiscale tra i più alti dell'Unione Europea, nessun diritto esigibile a prestazioni socio assistenziali e sanitarie quando non siamo più in grado di cavarcela da soli».
«Per queste ragioni – conclude la Segretaria generale della UILP Uil Marche Marina Marozzi - le Federazioni dei pensionati di SPI FNP e UILP, a tutti i livelli, stanno portando avanti una mobilitazione che ci ha visti scendere ripetutamente in piazza nello scorso anno. Siamo stati a Roma il 1 giugno e il 16 novembre scorso, per poi incontrare Sindaci, Prefetti, rappresentanti della Regione Marche e Parlamentari su tutto il territorio regionale negli ultimi giorni dell'anno. Senza risposte da parte del Governo la mobilitazione proseguirà nei prossimi mesi, a sostegno delle nostre rivendicazioni, che riflettono una questione di dignità».
In estrema sintesi, SPI FNP e UILP Marche chiedono una giusta rivalutazione dei trattamenti pensionistici, il cui potere d'acquisto si è drammaticamente ridotto negli ultimi anni, la riduzione del carico fiscale sui redditi medio bassi da pensione e lavoro e l'aumento delle risorse per la sanità pubblica e per l'assistenza socio sanitaria alle persone non autosufficienti, sia anziane che non. I pensionati italiani vogliono continuare ad aiutare le loro famiglie e il loro Paese, ma hanno bisogno di un sostegno concreto ed urgente.
Il valore attribuito alla storica Villa Buonaccorsi è di 4,5 milioni di euro. La possibilità di adibire questo patrimonio artistico locale a museo ed investire per il suo futuro sembra stare svanendo. Il deputato Mario Morgoni lancia l'appello: "Un investimento di questo genere non è alla portata del solo Comune e per questo occorre sensibilizzare tutti i soggetti possibili per una operazione pubblioco privato che garantisca la piena fruibilità di questo patrimonio".
E continua: "I tempi di definizione della procedura saranno piuttosto brevi. Io credo che un fatto del genere non possa passare inosservato o guardato con indifferenza a Potenza Picena. Villa Buonaccorsi non rappresenta solo un complesso di grande valore storico, culturale e paesaggistico ma anche un bene che appartiene, moralmente se non giuridicamente alla nostra comunità. I Buonaccorsi non erano solo grandi proprietari terrieri ma anche alti prelati, amministratori e con loro hanno lavorato e collaborato generazioni di potentini; la loro prestigiosa residenza è stata frequentata da tanti nostri concittadini per i più svariati motivi e ha rappresentato per qualche secolo un forte punto di riferimento per le persone e un luogo simbolo del territorio tanto da diventarne parte importante della propria identità.
Questo patrimonio culturale, civile, morale e di identità della nostra comunità non può essere cancellato ne’ ignorato.
A maggior ragione se si considera che una realtà come Villa Buonaccorsi può diventare una opportunità per il futuro della nostra comunità in termini di attrazione turistica, di vetrina dei prodotti del territorio, come sede di convegni e di molteplici attività compatibili con la storia e la bellezza del luogo.
Per questo ritengo sia necessario che tutta la Comunità, a partire dalle Istituzioni locali e dalle associazioni, dai cittadini agli operatori economici, metta in atto ogni iniziativa possibile perché questo patrimonio possa vedere un autentico rilancio con un ruolo attivo del pubblico.alto
Ovviamente un investimento di questo genere (il prezzo fissato al momento dalla curatrice è di circa 4,5 milioni di euro ) non è alla portata del solo Comune di Potenza Picena e per questo occorre attivare tutte le energie e sensibilizzare tutti i soggetti possibili per una operazione pubblico privato che garantisca la partecipazione diretta del Comune alla proprietà, un progetto di valorizzazione della Villa e la piena fruibilità di questo patrimonio.
Se non vogliamo smarrire un tassello importante della nostra identità e della nostra storia e se non intendiamo rinunciare alla possibilità di realizzare un grande ed ambizioso progetto per il futuro della nostra comunità è il momento di mettersi al lavoro con coraggio , tutti insieme, in modo corale, al di là delle appartenenze, per non perdere una occasione preziosa, certamente unica e probabilmente ultima".
Facendo seguito alle avviate attività di prevenzione, il sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili nella mattinata odierna ha organizzato un incontro, con la presenza del personale medico del Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 3, il Dirigente Scolastico Edoardo Iacucci dell’Istituto comprensivo Lorenzo Lotto, il rappresentante del Consiglio d’Istituto Christan Gismondi, i rappresentanti dei servizi sociali del Comune, al fine di organizzare le attività sanitarie di prevenzione e la corretta comunicazione conseguente al “caso indice” di tubercolosi polmonare che ha colpito una bambina di 11 anni, tuttora ricoverata presso l’Ospedale Salesi di Ancona per le cure del caso.
Il personale medico di Igiene Sanità Pubblica ha incontrato lo scorso 9 gennaio, presso l’Istituto comprensivo Lorenzo Lotto, i genitori dei compagni di classe della paziente che hanno potuto chiedere tutte le informazioni sulla malattia e sulla sua trasmissione.
E’ importante sapere come la tubercolosi è una malattia infettiva che, nelle forme a localizzazione polmonare, può essere contagiosa e trasmettersi da persona a persona per via respiratoria.
La trasmissione necessita comunque di un contatto stretto e molto prolungato con il malato, in uno spazio chiuso e confinato. La malattia si manifesta con sintomi che sono: tosse di lunga durata resistente alle comuni terapie, febbricola persistente, malessere generale, stanchezza, dimagrimento, brividi e sudorazione notturna.
Oggi la tubercolosi è curabile con l'assunzione di una terapia antibiotica adeguata.
"Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica si è attivato tempestivamente con le misure di prevenzione per l’individuazione dei contatti a rischio - ha sottolineato il sindaco -, lo svolgimento degli accertamenti sanitari necessari, la sorveglianza sanitaria dei contatti e la comunicazione alle famiglie coinvolte". L’attività di prevenzione sono supportate dalla Direzione Sanitaria, dai medici dei Distretti Sanitari, dalle Unità Operative di Radiologia e della Pneumologia dei presidi ospedalieri dell’Area Vasta 3, dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta.
L’esame preliminare più diffuso per la ricerca dell'infezione tubercolare è il test della tubercolina (Mantoux). La reazione positiva a questo test indica che il sistema immunitario è già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi ma non è indice di presenza di malattia. Qualora il test Mantoux sia positivo, si procede con gli approfondimenti diagnostici: radiografia del torace e visita pneumologica.
"In questa prima fase, il test Mantoux ha coinvolto una cinquantina di persone del presidio scolastico - fa sapere il sindaco Gentili - rilevando due positività che sono state avviate alla diagnostica di approfondimento. Sono ancora in corso gli accertamenti epidemiologici dei contatti a rischio".
Nei prossimi giorni il test della Mantoux verrà esteso a tutti gli alunni, gli insegnanti e personale ATA della scuola media del plesso “Lorenzo Lotto”. Nei contatti più a rischio sono stati attivati protocolli sanitari di prevenzione che prevedono, per i bambini di età inferiore a 15 anni, il test Mantoux e l’esame radiologico in parallelo.
E’ stata organizzata una seduta straordinaria di consiglio d’Istituto, prevista per il 17 gennaio 2020 alle ore 19, con la presenza della dott.ssa Franca Laici (direttore ISP-Area Vasta3) al fine di fornire le necessarie informazioni in merito al protocollo operativo.
L’attività di prevenzione così come quella di informazione si è svolta e verrà svolta con l’ampia collaborazione dell’Autorità comunale, della Dirigenza scolastica e dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica dell’Area Vasta 3. Il caso di TBC è sotto controllo delle Autorità competenti, locali e sanitarie, ed è necessaria la collaborazione dei genitori e del personale della scuola media per la corretta comunicazione del caso.
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"Ci sentiamo delusi e arrabbiati per la situazione incresciosa che si è venuta a creare nelle scuole di Monte San Giusto". Così parla Barbara Scheggia in un post pubblicato su uno dei gruppi social cittadini per chiamare a raccolta tutti i genitori del paese affinché ci sia una presa di posizione collettiva. Quello che Barbara, mamma di un bimbo che frequenta la primaria "Falcone e Borsellino", chiede - facendosi portavoce di un sentimento diffuso tra i genitori - è maggiore chiarezza da parte delle isitituzioni su quanto sta avvenendo in paese dopo un accertato caso di tubercolosi che risale a pochi giorni fa all'Istituto Lotto (leggi qui).
Difatti, Barbara segnala la presenza di circolari che evidenzierebbero casi di scabbia proprio nella scuola primaria frequentata da suo figlio. Casi che si vanno ad aggiungere a quello accertato di TBC: "Invitiamo tutti i genitori che possono e che vogliono a non mandare i loro figli a scuola. Per dare un segnale forte alle istituzioni e per chiedere che le scuole vengano sanificate e che la situazione venga monitorata per il tempo che sarà necessario". Un'iniziativa che vuole essere un segnale, privo di qualsiasi sfondo politico o scopo allarmistico, per far sì che ai genitori vengano date "informazioni corrette e tempestive". Fatto necessario, ci dice Barbara, proprio per evitare una fuga incontrollata di notizie nelle chat interne dei genitori ed "evitare l’allarmismo di cui tutti sembrano aver paura".
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"Sappiamo informalmente che l’Asur sta seguendo il protocollo di legge e che il Comune ha convocato riunioni urgenti questa mattina - scrive Barbara -. Ma siamo convinti che seguire il protocollo e le procedure non significa automaticamente agire in maniera responsabile seguendo il buon senso. Siamo particolarmente delusi per l’atteggiamento latitante e omertoso del dirigente scolastico, il quale non ha ritenuto opportuno ne’ informare tutti i genitori (solo le classi interessate sono state convocate) dell’emergenza, ne’ rimandare il piccolo torneo di scacchi tenutosi ieri alla primaria, dove i bambini di tutte le classi hanno condiviso spazi e ambienti per diverse ore".
"Ci verrà risposto che l’Asur sta facendo il necessario, che il Dirigente non può dare informative di un certo tipo senza un certificato dell’Asur, che il Sindaco deve seguire le regole stabilite per legge. Noi crediamo che - conclude la mamma -, al di là di tutte le regole e di tutta la burocrazia, servirebbe agire con buon senso per salvaguardare la salute dei nostri bambini".
Ripresa dei versamenti per i contributi sospesi dopo il sisma del 2016, “l’Inps ha disposto lo slittamento del termine inizialmente previsto per ieri, 15 gennaio, al 31 gennaio prossimo. Il versamento della contribuzione sospesa potrà avvenire in unica soluzione o in forma rateale (fino a 120 rate), previa presentazione in via telematica delle domande di rateizzazione ed al versamento dell’importo della prima rata”. Lo annuncia Davide Cherubini, responsabile fiscale Cna Macerata.
“La riduzione del 60% dei contributi sospesi sarà possibile nel rispetto dei regolamenti comunitari relativi agli aiuti “de minimis”, quindi, verrà autorizzata dall’istituto previa apposita ulteriore istanza di riduzione dell’onere contributivo – spiega Cherubini- le cui modalità di presentazione verranno rese note dall’Inps con apposita comunicazione. Il versamento da effettuare è pari al 100% della contribuzione a carico del datore di lavoro e al 40% a carico del dipendente. L’Inps precisa che la riduzione al 40% nel limite del “de minimis” si applica anche con riferimento ai contributi dovuti dai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni degli artigiani e dei commercianti”.
Il responsabile fiscale Cna Macerata richiama, inoltre, l’attenzione su alcuni aspetti: “Sia il messaggio n.125 (con cui è disposto lo slittamento, ndr) che quelli precedenti sono arrivati in prossimità, se non in concomitanza con la scadenza originariamente prevista per l’assolvimento degli obblighi, recando enormi disagi alle imprese ed a chi le assiste – sottolinea Cherubini- Ogni proroga obbliga alla presentazione di nuove istanze che comportano notevoli disagi ed impegni in termini di risorse e di tempo e a nostro parere, in assenza di specifiche indicazioni riferite al caso specifico, salvo diverso orientamento futuro da parte dell’Inps, si applicano le regole generali secondo cui la copertura ai fini pensionistici è rapportata ai contributi versati. Ne consegue che, nel caso di versamento pari al 40% del dovuto, sarà applicata una contrazione dei mesi validi ai fini della pensione». Il responsabile fiscale Cna Macerata conclude: «Lo slittamento dei termini non è stato invece previsto per il versamento dei premi Inail che quindi dovevano essere versati nella misura del 100% in data 15/1/2020. L’Inail ha precisato che, nel caso in cui spetti l’aiuto, le maggiori somme versate con la rateazione saranno utilizzate sulle rate rimanenti, mentre, in caso di pagamento in un’unica soluzione, tali somme saranno rimborsate dalla Sede Inail competente”.
Non solo i sindaci delle 4 regioni terremotate ma tutte le fasce tricolori sono pronte a mobilitarsi per sostenere le regioni di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio che chiedono al governo l’approvazione del documento di sintesi già prodotto dalle 4 Anci regionali e dai suoi tecnici e che è stato assunto nell’assemblea di mercoledì a Roma con i punti individuati dai sindaci per far ripartire la ricostruzione pubblica e privata.
Ad assicurarlo è stato lo stesso presidente dell’Anci Antonio Decaro che, intervenuto al Consiglio Nazionale dei Sindaci presieduto da Enzo Bianco, di fronte a 400 fasce tricolore ha sottolineato che il sisma è un problema nazionale e che tutti i sindaci italiani saranno pronti a mobilitarsi e a scendere in piazza a favore delle 4 regioni del centro Italia con lo spirito solidaristico già riscontrato a favore della Sen. Liliana Segre.
Lo stesso documento di sintesi, su proposta del presidente Mangiardi, è stato approvato dal Consiglio Nazionale e seguito dall’applauso di tutta l’assemblea.
“E’ un momento importante di condivisione – ha detto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei Presidenti delle Anci regionali – perché questa tragedia che ha colpito 140 comuni di 4 regioni e che ha fatto in quei territori più danni della 2’ guerra mondiale, non deve essere considerata una calamità di secondo piano. Grazie all’azione dell’Anci abbiamo ottenuto una legge dedicata e, attraverso il confronto col governo, contiamo che i punti sintetizzati nel documento approvato in assemblea e che il presidente Decaro ha portato nell’audizione al governo, possano essere inseriti nel Decreto Milleproroghe”
“Attendiamo una legge organica che possa essere utile anche per la futura gestione di calamità simili – ha precisato - diversamente sappiamo di poter contare sull’appoggio di 8.000 sindaci italiani che saranno al nostro fianco”.
Nella giornata di ieri, il Prefetto Iolanda Rolli, ha presieduto una Riunione Tecnica di coordinamento cui hanno partecipato oltre ai vertici provinciali delle Forze di Polizia, il Comandante provinciale Vigili del Fuoco, il Vice Comandante della Sezione Polizia Stradale.
Il Prefetto ha esposto ai convenuti la recente direttiva emanata dal Ministro dell'Interno concernente le iniziative in materia di prevenzione e contrasto dell'incidentalità stradale e, dando seguito al discorso avviato nei mesi scorsi, ha inserito le recenti disposizioni nell’ambito del quadro delle iniziative già in atto nella provincia, decise nel corso delle riunioni del CPOSP e dell’Osservatorio per il monitoraggio degli incidenti stradali.
Unanime e condivisa è stata la considerazione sulla necessità di non abbassare mai la guardia sul tema della sicurezza stradale, proseguendo sia nella direzione preventiva della sensibilizzazione e dell'educazione alla cultura della prudenza e dei sani comportamenti di guida che nell’azione di contrasto alle violazioni, in una strategia condivisa tra le componenti statali e le forze di polizia locali.
E' stato così deciso di proseguire nel monitoraggio delle strade che registrano i più alti livelli di incidentalità e di quelle in cui si rilevano i maggiori picchi di traffico, per verificare se su tali arterie vi siano punti particolarmente pericolosi, in cui si verificano più spesso incidenti stradali.
I controlli sono rivolti, principalmente, a prevenire e reprimere le condotte che costituiscono statisticamente le cause più frequenti degli incidenti stradali: la guida in stato di alterazione psico-fisica per l'assunzione di alcol e di droghe, gli eccessi di velocità, l'uso di smartphone e cellulari.
E’ stata valutata l’esigenza di mantenere costante l’attenzione che viene dedicata al tema da tutta la rete istituzionale del territorio ed è stato deciso di rafforzare le iniziative poste in campo in occasione delle tre riunioni dell’Osservatorio tenute nell’ultimo semestre.
Sul piano dell'attività preventiva, è stato messo a punto un articolato programma di iniziative di formazione e sensibilizzazione curato dalla Polizia Stradale, in collaborazione con le Forze di Polizia e con l'Ufficio scolastico provinciale, attraverso incontri divulgativi indirizzati ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado della provincia.
Tra le misure adottate in maniera sinergica con le Amministrazioni locali e gli enti proprietari delle strade, sono stati sensibilizzati i Sindaci al fine di un maggiore coinvolgimento delle polizie locali nei rilievi degli incidenti stradali e sono state richieste azioni per il miglioramento della segnaletica e della illuminazione, specie nelle zone soggette al passaggio di pedoni.
E’ stata acquisita, da parte del Dirigente della Motorizzazione civile e dei referenti delle autoscuole della provincia di Macerata, la disponibilità a promuovere una formazione più incisiva e completa sulle norme del codice della strada in particolare quelle che mirano alla prevenzione ed alla sicurezza della circolazione stradale, fornendo una corretta informazione non solo sulla parte teorica del codice della strada ma anche sulle conseguenze giuridiche e sanitarie dei controlli delle Forze di Polizia, in caso di esiti positivi dei test di rito per la rilevazione di guida in stato di alterazioni psicofisiche, provocate da alcol e stupefacenti.
Agli incontri ha partecipato anche il Referente locale dell'Associazione Italiana "Familiari Vittime della Strada".
"La riunione di oggi - ha introdotto il Prefetto - segue di pochi giorni la direttiva del Ministro dell'Interno per innalzare il livello di contrasto del fenomeno dell'incidentalità stradale. La complessità della situazione richiede una maggiore e più efficace partecipazione sinergica di tutti i livelli istituzionali, tutte le componenti dell'Osservatorio sono state invitate a fare quel salto di qualità necessario a rafforzare non solo i servizi di controllo, ma anche per sviluppare una più capillare attività di prevenzione".
Il Prefetto ha inoltre ricordato che di recente il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in relazione all’aumento delle vittime degli incidenti stradali e dell’allarme sociale che ne è conseguito, ha sottoscritto, con il presidente dell’Anci, un Accordo quadro sulle modalità di coinvolgimento delle Polizie municipali nell’espletamento dei servizi di polizia stradale sulla viabilità urbana.
Un accordo teso a rendere più efficiente il sistema di controllo e vigilanza nelle nostre città e che, nel valorizzare il ruolo e le funzioni delle Polizie locali, consentirà di liberare risorse delle Forze di polizia da destinare al controllo del territorio, con evidente impatto in termini di maggiore presenza di personale ed anche di rafforzamento della percezione di sicurezza da parte dei cittadini.
"L'iniziativa del Ministro punta, tra l'altro, ad un maggior coinvolgimento delle Amministrazioni locali in tema di prevenzione e contrasto dei sinistri stradali. In questo senso, sulla base degli indirizzi ministeriali, verrà prossimamente convocata una apposita riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, per proseguire nel percorso di collaborazione avviato per il pieno raggiungimento degli obiettivi previsti anche nello stesso Accordo Quadro".
Approvata all'unanimità la proposta di legge per promuovere e sostenere i birrifici marchigiani. Nel 2020 a disposizione finanziamenti per 30 mila euro
Promuovere e valorizzare la produzione delle birre artigianali e agricole. E' l’obiettivo della proposta di legge approvata all'unanimità dalla Commissione Sviluppo economico.
“Con questa normativa diamo una risposta - spiega il Presidente Gino Traversini – a un settore emergente dove sono attive due associazioni: ‘Città della birra’, a valenza nazionale, con sede ad Apecchio, e ‘Marche di Birra’, che riunisce i produttori marchigiani”.
“Quello dei birrifici artigianali e agricoli è un comparto con grandi potenzialità,- continua Traversini - che può produrre ricadute positive anche dal punto di vista dello sviluppo socio-economico, turistico e culturale delle aree interne, dove si stanno maggiormente sviluppando queste attività”.
Tra le finalità della proposta di legge, oltre alla valorizzazione dei birrifici già esistenti, la promozione di nuove imprese, di processi produttivi innovativi, di percorsi turistici legati ai luoghi di produzione. In primo piano, inoltre, la qualificazione professionale e la corretta informazione al consumatore.
Secondo il relatore di opposizione, Piergiorgio Fabbri (M5s), si tratta “di una normativa importante per il territorio, soprattutto l'entroterra, che ha saputo crearsi una importante nicchia di mercato con la realizzazione di prodotti di vera eccellenza, anche oggetto di esportazione.
Il testo legislativo ben definisce l'impegnativa azione di valorizzazione che la Regione è chiamata a svolgere, assicurando il suo inserimento nella pianificazione regionale in materia di promozione turistica, sostegno alle imprese e sviluppo rurale, attingendo risorse anche dai fondi europei”.
Per il consigliere pentastellato sarebbe “auspicabile uno stretto coordinamento tra le varie realtà esistenti, magari per organizzare un Festival o Fiera della Birra di rilievo regionale, da inserire nel programma annuale delle attività”.
Attraverso la proposta di legge che può contare su finanziamenti per 30 mila euro, verrà incentivato lo sviluppo della coltivazione e lavorazione delle materie prime per la produzione della birra con particolare riferimento alla filiera dell'orzo, del luppolo e alla qualità delle acque utilizzate. Anche le birre artigianali e agricole, come già altri prodotti di qualità marchigiani, potranno fregiarsi del marchio “QM” secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale. Prevista l'istituzione di un registro regionale dei produttori.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha revocato l’Ordinanza di inagibilità con la quale, a seguito delle scosse di terremoto dell’ottobre 2016, aveva dichiarato non utilizzabile un fabbricato ad uso residenziale sito in viale Santa Margherita, nella frazione di Cesolo, composto da un’abitazione, al primo piano dell’edificio, e da un’attività commerciale, una macelleria, al piano stradale.
A seguito dei lavori di riparazione del danno, per un importo di 90mila euro interamente finanziato dall’Ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione Marche, il primo cittadino settempedano ha firmato la revoca del provvedimento che vietata l’utilizzo dello stesso.
"La petizione delle associazioni ambientaliste contro i bracieri a Canfaito, già lungamente annunciata a mezzo stampa e giunta a noi priva di firme, non aggiunge nulla a una situazione già nota visto che quei manufatti sono lì almeno dagli anni Settanta e che vengono utilizzati, soprattutto d’estate, dalle tante persone che frequentano quegli spazi e che, diversamente, potrebbero finire per accendere in maniera realmente pericolosa fuochi in altre aree. Questo mi sembra il vero rischio concreto perché anche se mettessimo un milione di divieti, indicandoli con tanto di tabelle, a questo potremo andare incontro. Personalmente continuo a non spiegarmi come mai le associazioni pseudo firmatarie di questa petizione non si siano fatte sentire prima visto che facevano parte del Comitato di indirizzo della Riserva che, nell’aprile 2017, decise di installare nuove strutture con un dispendio di risorse pubbliche importanti per i bilanci della Riserva, la cui gestione è stata affidata dalla Regione Marche al nostro ente”.
Il presidente dell’Unione Montana Potenza, Esino e Musone di San Severino Marche, Matteo Cicconi, interviene sull’argomento bracieri all’interno dell’area protetta, problema sollevato da Legambiente Marche, Italia nostra Macerata, WWF Marche e il Circolo "il Grillo" di San Severino (leggi qui).
“Le decisioni prese sull’argomento sono state assunte sempre in maniera collegiale - ricorda ancora Cicconi - A suo tempo, nel corso della discussione intavolata sull’argomento, le associazioni ambientaliste, hanno sempre taciuto. Solo nell’ultima riunione è stato proposto di mettere cartelli di regolamentazione che l’Unione ha già deciso di posizionare in diverse zone dell’area boschiva”.
L'Unione Montana Potenza, Esino ricorda che nel periodo estivo vige il divieto assoluto di accensione dei fuochi in base a quanto disposto da apposita Ordinanza (n. 131 del 22/07/2019) del Sindaco del Comune di San Severino Marche. Sugli stessi argomenti, inoltre, si deve far richiamo ai contenuti del Codice di Protezione Civile, alle raccomandazioni della presidenza del Consiglio dei ministri per le campagne antincendio boschivo e alla legislazione regionale del Piano delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi. “Sicuramente – conclude il presidente Cicconi – porteremo la questione al prossimo Comitato di indirizzo della Riserva cercando di trovare una soluzione più giusta per tutti perché anche i turisti e i fruitori del Canfaito meritano le attenzioni che oggi le associazioni ambientaliste richiedono”.
Nel gennaio 2019, si è costituita “Èdi.Marca - Associazione Editori Marchigiani”, la prima associazione di categoria del settore editoriale regionale. L’Associazione si struttura come un insieme di editori che collaborano per sviluppare le proprie imprese, consapevoli che dall’unione di intenti nascano opportunità altrimenti difficili, se non impossibili, da cogliere.
Ha una funzione operativa e si è mossa sin da subito per rilanciare il settore dell’imprenditoria editoriale, colpito da anni difficili, dovuti alla crisi economica generale e agli effetti nefasti del sisma, per i quali molti si sono visti costretti a rinunciare alla propria attività, mancando reali potenzialità di sviluppo.
Ricordiamo che i dati di settore indicano che sono 193 le case editrici marchigiane iscritte alla Camera di Commercio, ma di queste oltre il 75% risultano inattive o svolgono altre attività omologate ai servizi editoriali.
Il rapporto tra popolazione e case editrici nella nostra regione, rilevato dai dati Istat, è molto alto. Mentre a livello nazionale il rapporto è di 1 casa editrice ogni 40.000 abitanti, nelle Marche il rapporto è di 1 casa editrice ogni 8.000 abitanti, il che significa una realtà diffusa di editori 5 volte più alta del dato medio italiano. Gli Editori marchigiani sono per lo più realtà di piccoli o piccolissimi editori che hanno un’importante missione: dare voce a prospettive culturali che non trovano spazio in una cultura omologata da una visione oligarchica dei grandi editori. Non a caso le Marche risultano il terzo polo italiano della Poesia nazionale ed esprimono eccellenze in ogni campo librario, dalla narrativa alla saggistica.
Il dato nazionale Istat sulle case editrici che aderiscono ad associazioni di editori è identico a quello delle Marche e della neonata Èdi.Marca: il 25% degli editori attivi. "Il lavoro per il 2020 è però quello di trovare adesioni da molti altri editori, perché il lavoro da svolgere è più efficace se si cresce come gruppo - sottolineano dall'Associazione -. Di certo è un lavoro importante e necessario per dare delle possibilità reali di operare in un mercato del libro sempre più complicato e asfittico, che alle Marche concede solo un dato minimale del fatturato nazionale, inferiore all’1%".
"Il fatto che il 40% dei marchigiani legge almeno un libro all’anno ci sprona a ricercare nuove opportunità di promozione della lettura. L’unione delle imprese editoriali con la Regione Marche, con la CCIAA Unica, con le Università e le scuole in genere, con tutte le realtà della cultura regionale, è fondamentale per la promozione alla lettura e alla Cultura: una sfida importante, condizione inalienabile di civiltà e di progresso".
Il 2020 diventa l’anno del vero rilancio: "Grazie al contributo della Regione Marche a gennaio (in questo mese) sarà on line il portale web dell'editoria marchigiana, uno strumento operativo per la promozione dei libri marchigiani in Italia e nel mondo. Stiamo stipulando convenzioni con distributori nazionali, aziende e operatori del settore (stampatori, cartiere, grafici, traduttori, istituti bancari, Fondazioni) per agevolare e supportare il lavoro dei singoli associati. Non ultimo per importanza è il progetto della convenzione con le Biblioteche, gli Archivi e i Musei delle Marche, per un’azione capillare in tutte le province della Regione".
Èdi.Marca parteciperà in forma associata alle seguenti Fiere del libro 2020: Milano, Lucca, Napoli, Torino, Taormina, Como, Cologno Monzese, Genova, Monza, Pisa, Verona, Chiari, Roma.
Un impegno significativo e costante, che si unisce alla scelta (a gennaio 2020) di Èdi.Marca di entrare a far parte di ADEI - Associazione nazionale Degli Editori Indipendenti, che riunisce ad oggi oltre 800 piccole e medie case editrici di tutto il territorio italiano, con i quali è d’uso partecipare a eventi internazionali come Francoforte, Londra, New York e molto altro ancora.
“Caro Ministro, intervenga presso Regione e Asur, per scongiurare una assurda decisione che mette in serio rischio un diritto fondamentale come quello alla salute, riconosciuto dalla Costituzione della Repubblica italiana. Non si possono prendere decisioni di questa portata senza un confronto, e soprattutto, senza tenere in considerazione le esigenze dei territori. Queste esigenze sono radicalmente cambiate a seguito del terremoto 2016 ma, ancora una volta, vengono completamente disattese e non ascoltate”.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, è tornata a scrivere al Governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, nel suo ruolo anche di assessore regionale alla Salute, e al direttore dell’Asur Marche, Nadia Storti, esortando a “ritirare immediatamente, o a rettificare, la nefasta Determina n. 742 del 31/12/2019 con la quale l’Asur Marche, la notte di Capodanno, ha declassato ben tre Unità operative dell’ospedale “Bartolomeo Eustachio” di San Severino Marche da Unità semplici dipartimentali a Unità semplici: l’Hospice,l’Oncologia e la Radiologia. La nota è stata inviata anche al ministro Roberto Speranza.
"L’improvvido provvedimento - argomenta il primo cittadino settempedano nella sua nota - si è abbattuto con la stessa violenza delle scosse di terremoto su di un territorio già devastato dal sisma e che vive ancora di una drammatica emergenza, dove la ricostruzione è praticamente ferma al palo, l’economia e l’occupazione sono state annientate, il tessuto sociale è stato smembrato e dove, anche dal punto di vista sanitario e assistenziale, si sta vivendo una situazione che oserei definire epocale. Qui, infatti, nulla sarà mai più come prima. Non si può in questo modo declassare una struttura che si è candidata a divenire Ospedale unico provinciale per la sua baricentricità rispetto a un territorio molto vasto. Solo San Severino Marche ha un’estensione di ben 194 chilometri quadrati".
"Quella settempedana - spiega ancora il sindaco Piermattei - è una struttura che per l’abnegazione del personale sanitario, medico e infermieristico serve diversi altri Comuni del Maceratese. Come più volte dichiarato negli ultimi giorni attraverso la stampa dalla sottoscritta, da altri colleghi Sindaci, dai cittadini e dai rappresentanti del mondo associazionistico, dai Comitati ma anche dalle organizzazioni sindacali e di categoria dei medici - si chiude infine la nota inviata dal sindaco di San Severino Marche - stiamo preparando una forte protesta per salvaguardare cosa c’è di buono e funzionante nel mondo della salute”.
Il Presidente dell’Associazione Frantoiani delle Marche – AIFO Fausto Malvolti, ribadisce la totale estraneità dell’associato, Oleificio F.lli Mosci di San Marcello, alla vicenda sulla tentata frode dell’olio (leggi qui).
"Il Frantoio è presente sul mercato da tantissimi anni ed ha sempre operato con correttezza ed estrema professionalità - sottolinea Malvolti -, diventando un punto di riferimento per l’olivicoltura marchigiana. Il Presidente e tutti i Soci, si auspicano una veloce risoluzione della vicenda giudiziaria e che vengano perseguiti i responsabili di questo gravissimo episodio che danneggia tutto il comparto olivicolo".
Legambiente Marche, Italia nostra Macerata, WWF Marche e il Circolo "il Grillo" di San Severino hanno inviato e consegnato una lettera aperta all'Unione Montana e - per conoscenza - al Comune di San Severino Marche in cui si fa esplicita richiesta di rimozione dei bracieri presenti nella faggeta di Canfaito. L'iniziativa vuole salvaguardare il prezioso ambiente naturale dall'elevato rischio di incendio.
Si chiede "l’immediata rimozione dei suddetti bracieri dal complesso di Monte Canfaito, il che renderebbe automaticamente vietata l’accensione dei fuochi, in virtù dello stesso regolamento vigente. È evidente che tale divieto dovrà, almeno in una prima fase, essere ribadito da cartelli che lo rendano esplicito, indicando anche le sanzioni previste in capo ai trasgressori. È altrettanto evidente la necessità di un controllo che tale divieto sia effettivamente rispettato".
"Ciò costituirebbe un ulteriore importante passo per sensibilizzare i visitatori e i frequentatori della faggeta di Canfaito - si legge nella lettera -, obiettivo che è tra i prioritari proprio nell’istituzione di un’area protetta".
Ecco il contenuto integrale della richiesta formulata da Legambiente Marche, Italia nostra Macerata, WWF Marche e dal Circolo "il Grillo" di San Severino all'Unione Montana:
"Il complesso arboreo dell’altopiano annovera esemplari ultrasecolari, tra cui alcuni addirittura cinquecentenari e un incendio in quel contesto - è facile capirlo - non produrrebbe un danno paragonabile a quello che accade se bruciasse una delle tante pinete di rimboschimento messe a dimora negli anni passati: sarebbe una perdita di una gravità assoluta per il patrimonio arboreo della nostra regione.
Il sottobosco della faggeta è per sua natura privo di significativi arbusti, ma è cosparso di foglie secche e delle cosiddette “faggiole”, ovvero gli involucri legnosi del seme del faggio, che insieme alle foglie costituiscono un innesco pericolosissimo. Canfaito è notoriamente difficile da raggiungere - a maggior ragione per eventuali mezzi di soccorso - non c’è acqua disponibile sul pianoro, tanto meno nelle vicinanze dei barbecue in questione e il legno di faggio è uno di quelli più ricercati per le caratteristiche di pronta infiammabilità; sono tutti elementi questi che contribuiscono ad accrescere il rischio d’incendio accidentale e quello di una sua rapida propagazione. È evidente quanto ciò possa comportare anche un rischio elevato per la pubblica incolumità, in una località frequentata da centinaia di persone, attualmente in quasi tutti i mesi dell’anno.
Eppure nella faggeta continuano ad esistere dei bracieri costruiti in blocchi di cemento anni fa e, come se non bastasse, qualcuno ha pensato bene di aggiungerne altri in cemento armato, su basamenti del medesimo materiale, che permettono l’accensione addirittura di quattro fuochi contemporaneamente.
In tante sedute del Comitato d’Indirizzo della Riserva naturale regionale, costituita ormai dieci anni fa, si è più volte richiesto di eliminare queste strutture inopportune, ciò anche in considerazione che il Regolamento della riserva, all’articolo 11, capoverso 1 recita: “L’accensione di bracieri, al di fuori delle abitazioni, è consentita esclusivamente nelle aree appositamente individuate ed attrezzate salvo quanto diversamente stabilito dalle normative vigenti”. Dunque chi si reca nella faggeta e vede i bracieri si sente pienamente legittimato a ad accendervi il fuoco e c’è persino chi, non trovando bracieri disponibili, si è sente autorizzato ad accendere il fuoco a terra per cuocere il cibo.
Non ci si può affidare più alla buona sorte e permettere che ogni domenica o altro giorno festivo si moltiplichino in questa maniera i rischi di innescare un incendio in quel prezioso contesto".
La nuova sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Marche Sud avrà sede a Ascoli Piceno. Una decisione che arriva come un fulmine a ciel sereno e che scuote l'intera provincia di Macerata, che da circa un mese aveva avviato le procedure per una propria candidatura. La decisione è stata resa nota dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo nel corso di un'informativa con le parti sociali che si è tenuta il pomeriggio di ieri a Roma, al Collegio Romano.
La scelta di riorganizzare l'articolazione periferica del ministero era stata voluta direttamente dal ministro Dario Franceschini. Ed è proprio direttamente contro il ministro Franceschini che il sindaco di Macerata, Romano Carancini, ha tuonato. Il primo cittadino, infatti, è venuto a conoscenza della scelta soltanto per via indiretta senza essere stato interpellato ed informato da chi di dovere, riferendo anche di non aver ricevuto alcuna risposta da parte del ministro riguardo una sua richiesta di incontrarlo inviata una decina di giorni fa.
A quanto pare nemmeno il presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari è stato informato della decisione, in quanto soltanto nel pomeriggio di ieri aveva inviato una lettera allo stesso Franceschini in cui evidenziava l'importanza di individuare la sede della nuova Soprintendenza Marche sud nel territorio di Macerata (leggi qui), mentre intanto a Roma la decisione veniva già presa.
Lo stesso Pettinari aveva richiesto un incontro con il ministro per approfondire la questione, mettendo a disposizione per gli uffici della futura Soprintendenza "i locali già arredati di proprietà della Provincia in via Velluti a Macerata". Nel corso della presentazione degli importanti scavi archeologici rinvenuti in Contrada Pace a Tolentino e svoltasi nella serata di ieri al Castello della Rancia (leggi qui), era ancora forte l'ottimismo di Pettinari a riguardo. Una decisione che, dunque, desta più di una perplessità e che va a colpire un territorio già fortemente provato dagli strascichi del sisma del 2016.
I risultati delle attività di scavo in contrada Pace sono stati illustrati nel corso del convegno ospitato al Castello della Rancia di Tolentino dal titolo “Archeologia preistorica a Tolentino. Nuove acquisizioni per lo studio del Mesolitico nelle Marche e in Italia”. Una gremita sala conferenze “Roberto Massi Gentiloni Silverj” ha ascoltato in maniera attenta la presentazione svolta dai quattro ragazzi che hanno condotto operativamente gli scavi archeologici. A dirigerli è stata Alessandra d’Ulizia della Cooperativa ArcheoLab, con il supporto indispensabile di personale specializzato dell’Università degli Studi di Ferrara, dell'Università di Roma La Sapienza e dell'Università di Firenze: Davide Visentin, Alessandro Potì e Arianna Cocilova.
Si tratta di una scoperta dal valore scientifico altissimo, per la quale ci si è avvalsi anche dell'utilizzo di ricostruzioni tridimensionali.
L’eccellente stato di conservazione e la grande ricchezza del sito in termini di materiale recuperato (diverse migliaia di manufatti litici e scarti di lavorazione) ne fanno sicuramente uno dei ritrovamenti più importanti e significativi a livello italiano ed europeo per la ricostruzione dei modi di vita dei nostri antenati preistorici, oltre ad essere il primo sito mesolitico scavato in maniera estensiva nelle Marche.
Lo spazio rinvenuto a Tolentino è diversicato, e può essere suddiviso in tre diverse aree: l'area di scheggiatura, dove venivano lavorate la pietra e la selce; il settore centrale, connesso alle attività alimentari in cui sono stati trovati resti di pasto con frammenti di ossi e una chiocciolaia dell'estensione di 7 metri quadrati tappazzata da diverse centinaia di esemplari di conchiglie terrestri; infine l'area "capanna", nella quale sono state rinvenute le tracce più consistenti di intervento umano con la presenza di strutture abitative (tende) poggianti su due alberi di grosse dimensioni rovesciati dal vento prima dell'arrivo degli antenati mesolitici nella zona.
I lavori di scavo non hanno in alcun modo rallentato quelli per il nuovo campus scolastico, come sottolineato dal sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. "I due percorsi sono proseguiti in parallelo, non abbiamo perso neanche un giorno. Questa scoperta mi ha dato modo di cambiare il mio orientamento su molte cose - ha sottolineato Pezzanesi -, regalandomi una voglia di conoscere estrema. Il passato ci insegna molte cose e ci prepara al presente e al futuro. La mia intenzione è quella di avere un museo specifico nell'area del nuovo Campus. Si tratta di un'occasione di arricchimento unica per tutta la comunità".
Il lavoro è stato svolto in sinergia tra il Comune di Tolentino, la provincia di Macerata (rappresentata dal presidente Antonio Pettinari) e la Soprintendenza (rappresentata da Maria Mazza).
A dirigere scientificamente gli scavi sono stati Stefano Finocchi e Paola Mazzieri della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Entrambi hanno sottolineato come quello di Tolentino sia un unicum italiano.
"Si tratta di un sito all'aperto frequentato per circa un mese dagli antenati mesolitici e datato a 10 mila anni fa, quando ancora non vi erano stanziamenti fissi" ha evidenziato Finocchi
Paola Mazzieri, specialista in Archeologia Preistorica, ha aggiunto: "Questo progetto sarà seguito da un'equipe di almeno 10 persone. Il Mesolitico è uno dei periodi più affascinati della preistoria, caratterizzato da temi molto attuali. Si tratta del periodo della fine delle glaciazioni, contraddistinto da repentini cambiamenti climatici diffusi su larghissima scala e da una crescita demografica rilevante con presenza di migrazioni e spostamento delle popolazioni. Tematiche simili a quelle che affrontiamo oggi".
Presente al convegno anche il professore dell’Università degli Studi di Ferrara Marco Peresani, che ha illustrato le più antiche attestazioni dell'uomo di Neanderthal nella nostra regione a partire dal Paleolitico Inferiore; mentre a spiegare nel dettaglio le caratteristiche del periodo legato al Mesolitico è stata la professoressa Federica Fontana, anche lei proveniente dall’Università degli Studi di Ferrara.