Passo decisivo per la realizzazione della bretella che collegherà lo svincolo dell'A14 sulla SS 77 Val di Chienti al territorio di Sant'Elpidio a Mare. Ieri, in Regione, la firma del protocollo d'intesa tra Regione, Province di Fermo e Macerata e i Comuni di Civitanova Marche, Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio. Presente il sindaco Fabrizio Ciarapica affiancato dall'assessore ai Lavori Pubblici Ermanno Carassai e dal dirigente Marco Orioli.
"Questa firma rappresenta un passo fondamentale per la realizzazione di quest'opera strategica per lo sviluppo del territorio. La nuova bretella - spiega il Sindaco - metterà in rete tre Comuni e due province e porterà grandi vantaggi sotto il profilo della viabilità. A Civitanova, infatti, consentirà un notevole decongestionamento del traffico cittadino in prossimità del casello dell’A14 nonché sulla SS 16 e alla intersezione della SS77 con la SS16 con un aumento della rapidità dei collegamenti visto che consentirà, a quanti provengono dal fermano e viceversa, di raggiungere più facilmente la nostra città".
Il punto di partenza dell'opera, infatti, il cui costo aggiornato è di oltre 48 milioni di euro, sarà proprio in corrispondenza del casello dell'A14. L’idea è quella di prolungare via Einaudi, in direzione sud intersecando la superstrada e, con la realizzazione di un ponte sul Chienti e di un ponte sull’Ete Morto, innestarsi sulla viabilità elpidiense.
In particolare l’accordo prevede un tracciato della lunghezza di circa 1750 metri che parte dalle rampe di raccordo della Ex SS77 e si sviluppa verso sud fino al Comune di Sant’Elpidio a Mare in località Bivio Cascinare.
È prevista la realizzazione di una strada classificata dal codice della Strada come "C1", strada extraurbana, con sezione della larghezza di ml 10.50, composta da 2 corsie (una per senso di marcia) della larghezza di ml 3.75 e banchina da 1.50 mt. In corrispondenza della superstrada (SS77) si prevede la realizzazione di una rotatoria sopraelevata, di 80 metri di diametro. L’attraversamento del Fiume Chienti sarà realizzato mediante viadotto a 7 campate, della lunghezza di ml 40/50 ciascuna.
"Ringrazio la Regione, il Presidente Acquaroli e l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli - conclude il Sindaco -, per questo importante investimento a livello infrastrutturale e insieme a tutti i soggetti coinvolti continueremo a lavorare per vedere quanto prima realizzata questa opera".
Soddisfazione per l'intesa raggiunta anche da parte dell'assessore ai Lavori Pubblici Ermanno Carassai. "Dopo numerosi incontri con la Regione ed i comuni coinvolti - ha detto - oggi abbiamo firmato un protocollo che dà il via alle procedure per realizzare questa importante infrastruttura. Quando sarà pronta ci consentirà di dare una risposta concreta al problema viabilità nella parte nord della città".
Dal 15 ottobre sarà possibile richiedere il servizio di assistenza domiciliare per persone affette da Alzheimer o altre forme di demenza certificata esclusivamente ai residenti e domiciliati nei Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale 14: Civitanova Marche, Montecosaro, Montefano, Montelupone, Monte San Giusto, Morrovalle, Porto Recanati, Potenza Picena e Recanati.
L’Ambito sociale 14 ha infatti pubblicato l’avviso pubblico che disciplina l’accesso al Servizio di Ambito per l’Assistenza Domiciliare (SAD), un servizio gratuito che si propone di favorire l’attivazione o il rafforzamento del supporto alla persona parzialmente o totalmente non autosufficiente e alla sua famiglia in termini di ore di assistenza personale e supporto familiare, al fine di favorire l’autonomia e la permanenza a domicilio, secondo le previsioni della Deliberazione di Giunta Regione Marche n. 848/2024. Necessario avere l’ISEE 2024.
L’intervento è attuato attraverso l’assegnazione di voucher sociali concessi in relazione ai bisogni rilevati da utilizzarsi da parte dell’interessato presso un fornitore di sua fiducia, specificatamente accreditato nel Catalogo delle prestazioni dell’ATS 14, che assicura le prestazioni con assistenti familiari qualificati, a garanzia della qualità dei servizi sul territorio, dando impulso ad una gestione sociale integrata dei servizi di Ambito mediante un servizio di assistenza domiciliare uniforme nell’intero territorio dell’ATS 14.
La procedura per l’acquisizione della domanda sarà attiva dalle ore 10.00 del 15/10/2024 alle ore 23.59 del 15/11/2024. Per informazioni è possibile rivolgersi allo Sportello di Segretariato Sociale del Comune di residenza.
A soli 25 anni, Riccardo Ciavattini, insieme a sua madre Anastasia, porta avanti con orgoglio la tradizione di famiglia nell'azienda vinicola Accattoli. Fondata nel 1958 a Montefiore, una piccola frazione di Recanati, la cantina è cresciuta mantenendo sempre vivo il legame con il territorio e il vino. L'inizio di questa storia risale al 1983, quando Delio, il più appassionato di quattro fratelli, decise di rilevare l'attività e trasformare la sua passione in una vera professione.
Oggi la cantina Accattoli si è spostata nella vicina Montefano e, dal 2019, con l'ingresso di Riccardo, ha accolto la sua terza generazione. Una storia di famiglia, ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Riccardo, giovane ma con tanta passione, ha subito apportato nuove idee, rinnovando l'approccio produttivo e introducendo pratiche che mescolano tradizione e innovazione.
“Sono entrato circa cinque anni fa, spinto dalla passione trasmessa prima da mio nonno e poi da mia madre. Credo che portare avanti un'azienda di famiglia sia una delle cose più belle che un giovane possa fare,” spiega Riccardo. Sotto la sua guida, l'azienda ha rivoluzionato alcuni processi, mantenendo però viva la tradizione della vendemmia manuale. “Abbiamo voluto preservare la qualità delle uve e riportare la tradizione che mancava da tempo”.
Essendo in questi giorni tempo di vendemmia, siamo andati a trovare Riccardo in uno dei vigneti gestiti dall’azienda. Immersi fra i grappoli, ci siamo fatti raccontare come sta andando la raccolta in corso. Nonostante un'annata climaticamente sfidante, tra caldo estremo e piogge tardive, Riccardo è ottimista sulla qualità del raccolto. “È stata un'annata un po' particolare: all'inizio abbiamo avuto molto caldo e ora queste ultime piogge, che però non hanno influito molto sul raccolto. La produzione si è un po' abbassata ma siamo fiduciosi”.
Dal vigneto in cui abbiamo incontrato Riccardo, poi nascerà “Oscuro”, una selezione di Montepulciano in purezza in tonneaux di rovere francese. Una parte di questi grappoli invece verrà destinata ad una novità molto interessante: le anfore, introdotte da Riccardo e sua madre per la vinificazione e macerazione di alcune selezioni. “Facciamo vinificazione e macerazione in anfora per circa 2 mesi, poi vengono tolte le bucce e il vino pulito viene messo nelle anfore, dove rimane ancora per diverso tempo. A seguire c'è un lavoro di precisione che svolgiamo in cantina. Imbottigliamo e il vino è pronto per la vendita”.
Nel mercato competitivo del vino, Riccardo crede fermamente che la differenziazione sia la chiave per le cantine a conduzione familiare come le loro. “Preservare il territorio e dare autenticità ai prodotti è, secondo me, il futuro delle aziende”, afferma.
L'azienda Accattoli non solo guarda alla qualità del vino, ma si impegna anche a coinvolgere la comunità con eventi che valorizzano il prodotto e l'esperienza. “Siamo una cantina molto dinamica, ci piace proporre eventi e coinvolgere le persone. Abbiamo allestito anche una cucina interna e quindi siamo attrezzati bene per gestire belle manifestazioni. Colgo l'occasione per invitare tutti a “Vendemia Vibes”, la festa di fine vendemmia in programma domenica 13 ottobre presso la nostra cantina”.
Grande festa a Recanati nel pomeriggio di ieri per la riapertura della storica chiesa di San Domenico, nella centralissima piazza Leopardi. Un evento doppiamente significativo per i recanatesi, in quanto coincidente con la celebrazione della 'Festa della Vittoria', molto sentita dalla comunità, come ha sottolineato il sindaco Emanuele Pepa, intervenuto alla cerimonia inaugural.
"Oggi è un giorno di festa per tutta la città. La chiesa di San Domenico è un punto di riferimento per la comunità recanatese - ha detto Pepa con un discorso tenuto al termine della messa - e riaprirla alle celebrazioni religiose è il passo fondamentale per restituirle la centralità che le spetta, non solo come luogo di culto ma anche come attrattiva storica e culturale, a beneficio di tutto il centro storico".
Particolarmente apprezzato dal sindaco anche il lavoro di restyling e adeguamento antisismico dell’edificio religioso e l’illuminazione altamente suggestiva che andrà a beneficio dell’intero complesso dell’area di Piazza Leopardi.
Il luogo di culto, risalente al 1272, era chiuso da anni a causa dei danni provocati dal sisma del 2016, che ne avevano compromesso la solidità delle strutture. Certamente la concomitanza con la Festa della Vittoria ha reso la restituzione della Chiesa di San Domenico alla collettività un momento ancora più sentito.
La Festa ricorda storicamente la partecipazione di 108 recanatesi alla battaglia di Lepanto del 1571 al comando del capitano Paolo Gigli. Al termine della processione della Madonna del Rosario, partita dalla chiesa di Sant’Agostino, le autorità civili, religiose e militari, accompagnate da una grande folla di recanatesi, sono entrate nella rinnovata chiesa dopo la simbolica cerimonia di apertura del portone, per assistere alla prima funzione religiosa all'interno di San Domenico, cosa che non accadeva dal 2016.
La comunità di Valfornace ha reso omaggio a Maria Cortesi “una di famiglia in ogni famiglia”, straordinaria figura di levatrice che aiutò a far nascere più di 5mila bambine e bambini nei territori dei Comuni di Pievebovigliana e Fiordimonte.
L’Amministrazione locale ha deciso di intitolarle il ponte pedonale all’interno del parco “Girolamo Varnelli”, in piazza Vittorio Veneto. Per tutti gli abitanti del posto è stata una vera festa.
A piedi, in bicicletta o con i muli, con il sole e con la neve, arrivava e risolveva con capacità, abilità e concretezza ma, soprattutto, umanità e generosità anche le situazioni più imprevedibili e complesse.
“Con la Sora Maria si può stare tranquilli”, dicevano le puerpere del tempo. Abilitata alla professione di levatrice nel 1902 presso la Regia Università “La Sapienza” di Roma, il 29 giugno 1910 nella chiesa di Petrignano di Fiordimonte sposò Antonio Varnelli, figlio dell’erborista Girolamo e fondatore della notissima Distinneria nato nel 1913, sette anni prima della secondogenita Flora. Donna moderna e volitiva, seppe conciliare il lavoro di ostetrica, l’impegno in famiglia e anche la gestione dell’emporio di Pievebovigliana, un negozio dalla licenza infinitiva dove si vendeva di tutto. Anche quello, ricordano le genti del posto, era un luogo di cura, un centro di ascolto e accoglienza e vicinanza alle persone: un altro cuore della comunità.
Con l’intitolazione del ponte pedonale Valfornace ha anche salutato l’apertura del “Giardino delle Api”. Si tratta di due progetti realizzati grazie ai fondi Pnrr, volti a rigenerare e valorizzare le aree verdi e i percorsi naturalistici del paese.
“Questa cerimonia - ha sottolineato il sindaco, Massimo Citratta - rappresenta un ulteriore passo di un percorso che non riguarda soltanto la ricostruzione fisica, ma anche quella identitaria e sociale del nostro territorio. La nostra comunità si è sempre dimostrata resiliente, e la ricostruzione che stiamo portando avanti è un riflesso di questo spirito”.
Le due opere si vanno ad aggiungere a quelle già concluse nel dopo terremoto: dai nuovi tratti di marciapiedi all'ammodernamento del parcheggio e dell'area camper in Via Rancia, fino alla creazione dell'area fitness all'aperto in via Mariana da Frontillo. “Tutti questi interventi – ha concluso il sindaco - rendono Valfornace un luogo sempre più accogliente e attrattivo, in linea con la nostra visione di sviluppo sostenibile e radicata nelle tradizioni”.
Insieme ai rappresentanti dell’Amministrazione alla doppia cerimonia hanno preso parte la famiglia Varnelli, il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche, Gianluca Pasqui, e il presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Andrea Spaterna.
Il Commissario straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016, senatore Guido Castelli, impossibilitato a partecipare all’evento per sopraggiunti impegni istituzionali, ha inviato un messaggio di augurio, sottolineando: “L’inaugurazione del ponte pedonale “Maria Cortesi” e del “Giardino delle Api”, esprime quell’idea di rinascita, nel segno della comunione tra uomo e natura, che stiamo realizzando nell’Appennino centrale.
Entrambi i progetti sono stati realizzati grazie alle risorse del Piano complementare sisma e mirano a rigenerare e valorizzare le aree verdi. Il posto migliore in cui vivere – ha concluso Castelli - lo stiamo costruendo insieme”.
“La riapertura del Palazzo Comunale è un segno tangibile della rinascita della città e dell’impegno costante delle istituzioni nel ricostruire e restituire alla comunità i luoghi simbolo del territorio”.
Con queste parole il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha salutato la riapertura del Palazzo Comunale che, a otto anni dal sisma, è tornato finalmente a rivivere dopo un accurato intervento di recupero e restauro.
I lavori, avviati a seguito delle scosse di terremoto del 2016, hanno beneficiato dei fondi stanziati dal Commissario straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016, con il supporto dell’Ordinanza n. 56 del 14 maggio 2018.
L’importante intervento, dal valore complessivo di circa 2 milioni e 400 mila euro, ha consentito il consolidamento strutturale dell’edificio, l'adeguamento di tutti gli impianti e l’abbattimento delle barriere architettoniche, garantendo così un luogo sicuro e accessibile per tutti i cittadini. Grande attenzione è stata inoltre dedicata al restauro delle sale del piano nobile, riportate al loro antico splendore.
Il primo cittadino settempedano ha espresso grande emozione e orgoglio per questo importante traguardo: “Ricordo ancora, come fosse oggi, la scossa dell’ottobre 2016 che ci costrinse a lasciare il Palazzo Comunale. Oggi, però, celebriamo non solo la riapertura di un edificio, ma l’inizio di una nuova fase per la nostra città. Questo luogo rappresenta la resilienza della nostra comunità, il ritorno alla normalità e la speranza per il futuro”.
Il sindaco Piermattei ha inoltre rivolto un sentito ringraziamento ai tecnici comunali coinvolti e alle istituzioni che hanno sostenuto il progetto: dalla Struttura Commissariale, all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche, fino alla Soprintendenza e agli altri enti che hanno seguito da vicino ogni fase delle opere.
“Il Palazzo Comunale – ha concluso il sindaco della Città di San Severino Marche - tornerà ad essere il luogo più rappresentativo delle istituzioni locali e accoglierà nuovamente i momenti più importanti della vita della comunità settempedana. Questo nuovo inizio ci dà speranza e forza per continuare a costruire un futuro migliore per San Severino Marche e il suo territorio”.
“San Severino Marche, grazie all’ottimo lavoro di squadra tra il presidente della Regione Acquaroli, l’Usr, la Struttura Commissariale e il sindaco Piermattei, oggi segna un passo importante – ha dichiarato il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016, senatore Guido Castelli, sottolineando - Con la riapertura del municipio un altro elemento di questo territorio torna al suo posto. La ricostruzione è un mosaico a cui ciascuno di noi è chiamato a contribuire fattivamente, verso l’obiettivo comune della rinascita delle comunità e della valorizzazione dei nostri borghi”.
“Questa cerimonia rappresenta un’occasione importante che fa riaprire la casa di tutti i cittadini di San Severino Marche. E’ una grande occasione in cui tutta la comunità torna a riunirsi – è intervenuto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che ha parlato di San Severino Marche come di una delle città più belle dell’intera regione, per sottolineare subito dopo - Noi abbiamo il dovere di ricostruire i palazzi e di riunire le comunità e ridare a questi territori non solo una speranza ma un futuro. Tanto si sta facendo, e penso alla legge sui borghi. Si tratta di una sfida complessa ma sono convinto e fiducioso della resilienza dei tanti marchigiani”.
Sarà il sindaco Alessandro Gentilucci a fare il punto sulla ricostruzione in un incontro con la cittadinanza previsto per il prossimo giovedì 10 ottobre. La palestra centro civico di Pieve Torina ospiterà un’assemblea in cui si affronteranno le criticità ancora in essere, come superarle e le problematiche degli allevatori, oltre a tracciare un bilancio sulla stagione turistica. A questo proposito, commenta il sindaco, “voglio sottolineare l’importanza del percorso kneipp come volano per il rilancio economico del territorio e come questo abbia restituito fiducia a una popolazione che soffre ancora le ferite del sisma, ma ha compreso quanto la nostra terra abbia da offrire in termini di bellezza e biodiversità".
"Nonostante il comune di Pieve Torina sia capofila della locomotiva ricostruzione” prosegue Gentilucci, “l’incontro è volto a indicare dal basso gli obiettivi programmabili, le linee politiche da attuare e le opportunità funzionali a creare le migliori condizioni perché la ricostruzione prosegua senza intoppi. Sono gli amministratori pubblici, i sindaci, ad avere il compito di individuare e segnalare problematiche: ecco il senso dell’incontro di giovedì cui ne seguiranno altri, sempre per monitorare lo stato della ricostruzione”. L’appuntamento, dunque, è per il 10 ottobre alle ore 21.15 presso la palestra centro civico.
Nelle mattinate di venerdì 27 settembre, venerdì 4 ottobre e sabato 5 ottobre, si sono svolti gli incontri organizzati dal circolo Legambiente “Il Grillo” di San Severino Marche, per l'evento “Puliamo il mondo”, campagna nazionale di sensibilizzazione per la tutela dell'ambiente organizzata da Legambiente da tre decenni.
La manifestazione, sostenuta dall'amministrazione comunale di San Severino Marche, come di consueto ha visto impegnati i volontari del Circolo “Il Grillo” che, con il supporto della locale Protezione Civile, si sono recati nelle scuole settempedane per pulire insieme agli studenti le aree limitrofe alle loro scuole. Nelle varie attività sono stati coinvolti gli alunni della quinta elementare del plesso di Cesolo il 27 settembre, circa 90 alunni delle quinte della primaria di San Severino il 4 ottobre, e altrettanti 100 studenti delle classi prime medie del Tacchi Venturi il 5 ottobre.
Dopo i saluti istituzionali da parte del vicesindaco/assessore alla cultura Vanna Bianconi e l'introduzione da parte dei soci de “Il Grillo” sull'importanza della pulizia del nostro ambiente al fine di salvaguardarne la sua integrità e, di conseguenza, la salute di tutti noi, le classi accompagnate dai volontari del Grillo, della protezione civile, e dai loro insegnati, si sono avventurate a raccogliere e differenziare tutti i rifiuti che riuscivano a trovare nelle aree prospicienti alle tre sedi scolastiche.
Come ogni anno, la spazzatura abbandonata era molta: lattine, bottiglie di vetro, cartoni, plastica di ogni tipo, mozziconi di sigarette, sigarette elettroniche, componenti elettronici di computer, cavi di ogni genere, reti; di tutto è stato trovato, selezionato e smistato dai giovanissimi studenti al fine di poterlo togliere dalla strada e smistarlo nella maniera più corretta. Confidando che i ragazzi che hanno partecipato a queste attività possano applicare, anche da adulti, quanto appreso attraverso questi incontri dinamici e ludici, affinché maturi in loro il vero nocciolo di sensibilizzazione verso il rispetto dell'ambiente.
Sono stati aggiudicati i lavori per la realizzazione della biglietteria e della sala macchine della nuova cabinovia, con annesso alloggiamento di due cabine di trasformazione. Si tratta di un passaggio nodale per la riqualificazione completa del comprensorio sciistico ubicato nel comune di Ussita, una delle principali località sciistiche marchigiane dei Monti Sibillini, dove il sisma ha prodotti danni diffusi.
"Tassello dopo tassello stiamo portando avanti anche il rilancio delle nostre montagne appenniniche così duramente provate degli effetti del terremoto - spiega il commissario alla ricostruzione Guido Castelli -. I Sibillini rappresentano un luogo le cui potenzialità possono e devono andare oltre i danni causati da questa tragedia e Frontignano è una delle stazioni di punta. In questo percorso si rivela determinante la sinergia instaurata con Comune, Ufficio Speciale Ricostruzione e con la Regione guidata dal presidente Acquaroli".
I lavori in oggetto, che andranno a rifunzionalizzare il garage "Selvapiana" e la cabina elettrica "Cma 150", rappresentano il terzo dei 10 lotti in cui è stato suddiviso l’intervento sulla stazione di Frontignano ed hanno un importo totale di 1.015.127 euro. Nello specifico, si tratta di una demolizione con successiva ricostruzione: al piano seminterrato verrà posizionata la "Cabina A150" originariamente posta al primo piano, oltre a una nuova cabina elettrica che sarà a servizio esclusivamente della cabinovia in corso di realizzazione.
Per la parte restante rimarrà la destinazione ad autorimessa. Il piano terra, invece, sarà adibito a servizio della cabinovia grazie ad una biglietteria, una sala macchine e una sala di comando, oltre ai servizi igienici pubblici. L’ultima Cabina sisma, inoltre, ha approvato una nuova disposizione per la metratura del rifugio Cristo delle Nevi, il cui progetto prevede demolizione e ricostruzione, che consentirà sia di soddisfare le esigenze funzionali che di valorizzare il contributo paesaggistico ed ambientale del rifugio nell’ambito della cortina montuosa dove è collocato.
Abbassamento della falda idrica: possibile il razionamento notturno nei comuni delle province di Macerata e Fermo. Lo rende noto Tennacola Spa che gestisce il servizio idrico Integrato in 27 comuni presenti nel territorio dell’ATO n.4 , 13 della provincia di Macerata 14 di quella di Fermo.
L’azienda ha riscontrato un abbassamento delle falde idriche che impone una scrupolosa attenzione da parte di tutti i cittadini a un uso responsabile dell’acqua. È possibile infatti, che, qualora la situazione non registri un miglioramento, si renda necessario da parte del Consorzio Tennacola, un razionamento della risorsa idrica nelle ore notturne nel territorio servito.
“Stiamo monitorando costantemente la situazione – dice Antonio Albunia, presidente di Tennacola Spa – e per questo è fondamentale richiamare la collettività ad un uso parsimonioso dell’acqua, un bene prezioso da tutelare”. “Occorre evitare consumi eccessivi e non necessari” – raccomanda il presidente.
“Nonostante le piogge abbondanti delle ultime settimane – insiste Albunia - l’assenza di precipitazioni nevose lo scorso inverno ed i periodi prolungati di siccità dei mesi passati hanno provocato una progressiva riduzione delle falde idriche”. “È possibile – conclude il presidente di Tennacola Spa – che nelle prossime settimane si renda necessario un razionamento della fornitura nelle ore notturne, provvedimento che, fino ad oggi, Tennacola non ha mai avuto bisogno di adottare. Qualora tale scelta si dovesse rendere necessaria, non mancheremo di fornire puntuale comunicazione ai cittadini ed ai Comuni interessati. Per il momento rinnoviamo con forza l’invito a non disperdere un bene prezioso”.
Maceratese di nascita, ma perugino di adozione. Sarto, per la storica Sartoria Lemmi del capoluogo umbro. Questa è la storia di Riccardo Verolo e della sua passione per l’eleganza. Lo abbiamo intervistato per raccontare la sua storia all'interno del mondo della sartoria italiana.
Quando hai iniziato a cucire e da dove è partita la tua passione?
"Ho iniziato che avevo 14 anni, a Macerata, da una sarta che si chiama Elena Severini. Con lei ho fatto un po’ di esperienza e pratica fino al diploma. Ho imparato così a tenere ago e filo in mano. Che io ricordi a Macerata una sartoria vera, che ti produce il capo completo, non c’è più. Le sarte dove ho imparato io, facevano aggiustamenti e piccoli lavori. Ma questo perché la sartoria è un mestiere sempre più dimenticato. Ma nella mia città ho mosso i primi passi e mi sono strutturato, imparando i piccoli segreti giornalieri del mestiere".
Quando sei entrato a far parte della Sartoria Lemmi?
"Finita l’esperienza delle superiori con il diploma, mi sono trasferito a Roma per tre anni e mezzo dove ho sia studiato che lavorato. Ho frequentato una scuola che mi ha formato sulla tecnica e la pratica. Ho quindi raffinato quelle conoscenze che avevo appreso nelle botteghe. Nel 2016 sono arrivato alla Sartoria Lemmi, storica sartoria di Perugia, fondata dal maestro Augusto Lemmi nel 1948. Oggi è guidata dal figlio Vittorio Lemmi. Purtroppo il maestro è morto nel 2018. Con Vittorio abbiamo deciso di ringiovanire la sartoria, puntando sulla formazione interna. Questa collaborazione si è creata perché Vittorio nasce come camiciaio e cercava negli ultimi anni qualcuno che prendesse l’eredità del padre in sartoria, in modo da continuare entrambe le tradizioni".
Spiegaci la metodologia che adottate all’interno della sartoria?
"La nostra tipologia di lavoro è diversa rispetto a quella della classica casa-bottega del sarto. Oggi, prendiamo la valigia e andiamo direttamente a casa del cliente. Decidiamo insieme a lui il tipo di vestito. Il cliente è parte attiva nella fase iniziale. Poi torniamo in bottega prepariamo il modello e torniamo nuovamente dal cliente per fare la prima prova. Gli incontri in media sono due/tre per arrivare al prodotto finito. Dopodiché il modello che abbiamo creato per il primo vestito del cliente viene salvato in una cartella personale. Dalle volte successive avremo già il modello su cui costruire quindi il secondo abito. Ovviamente ci possono essere delle modifiche durante gli anni, ma quello che a noi interessa è il bilanciamento generale fatto con quel modello".
Dove lavorate principalmente?
"Lavoriamo solo con privati. Facciamo tra i 120 e i 150 pezzi l'anno. La maggior parte del nostro lavoro è fuori dalla città di Perugia. Le citta e le zone dove lavoriamo periodicamente sono Londra, Ginevra, Zurigo, Montecarlo, Dubai, la Savoia, oltre ovviamente che l’Italia, che tra Umbria, Marche, Bologna, Milano e Venezia è una parte consistente del nostro lavoro".
Fate solo capi da uomo?
"Prevalentemente sì, ma lavoriamo anche su capi da donna, sempre nello stile della Sartoria Lemmi, quindi tailleur. Rimaniamo sempre sul cosiddetto capo-spalla. Abbiamo voluto però aprirci anche al femminile, soprattutto oggi che molti outfit si toccano e avvicinano. Ad esempio nell’ultima sfilata di Yves Saint Laurent è stato fatto indossare lo smoking ad una donna".
Quali sono gli elementi di novità in un mestiere cosi legato alla tradizione?
"La nostra produzione manifatturiera è interna, mentre le stoffe e le lane sono prevalentemente italiane. Ad oggi siamo un gruppo di cinque ragazzi, tutti giovani. Cerchiamo di recuperare la tradizione. Non abbiamo voluto approcciare al mondo dell’industria, mantenendo quindi la tradizione del lavoro fatto a mano, delle 50 ore e dei 25mila punti per capo. L’innovazione è dal punto di vista stilistico. Ovviamente seguiamo gli standard dell’eleganza da uomo. Non seguiamo le mode".
Spiegaci meglio la differenza tra Moda ed eleganza
"Quando si va dal sarto si riceve un capo che sta bene oggi e sta bene tra vent’anni, e quel capo non passa mai di moda. La parola d’ordine è eleganza. Siamo l'opposto della Milano Fashion Week. La sartoria è il contrario della moda, perché la moda deve vendere quindi ti propone sempre cose nuove. Il sarto ti propone l’abito elegante e non figlio del momento. Ovviamente con gli anni si possono cambiare fantasie, tagli o punti del capo. Ma nella linea generale si trova il giusto bilanciamento per il cliente”.
Domenica 6 ottobre si svolgerà a Porto Recanati la 2^ edizione della “Giornata del Volontariato”.
Le associazioni di volontariato e le organizzazioni no-profit portorecanatesi si raccoglieranno con i loro Stand informativi e i loro volontari lungo Corso Matteotti dalle 16 alle 20 e incontreranno i cittadini per farsi conoscere e sensibilizzare la comunità verso la cultura della solidarietà sociale e dell’impegno civile.
L’evento, patrocinato anche quest’anno dal Comune di Porto Recanati, vedrà coinvolte molte delle realtà associative che con i loro volontari si impegnano quotidianamente nei vari ambiti: socio-assistenziale, protezione civile, teatrale, musicale, inclusione sociale, carità, gemellaggio culturale, donazione di sangue, degli organi e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale del territorio locale.
Le realtà aderenti sono Camminiamo Insieme, il Circolo Sociale Anni d’Argento, Avis, Aido, Porto Recanati Solidale, l’Associazione culturale l’Arca, la Protezione Civile, la Caritas, l’Agesci, la Pro Loco Porto Recanati, l’associazione Amici di Kronberg, il New Social Group e il Gruppo Bandistico Giuseppe Verdi.
Un evento che anche quest’anno offrirà a tutti i cittadini portorecanatesi, e non solo, l’opportunità di conoscere, durante la tradizionale passeggiata domenicale lungo il Corso Matteotti, le molteplici realtà associative no profit locali, di sostenere i progetti che interessano il bene comune e di avvicinarsi alle nuove iniziative sociali volte alla crescita personale e all’inclusione sociale.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare all’evento così da poter conoscere da vicino il lavoro spontaneo, gratuito ed altruistico con cui ogni cittadino volontario contribuisce al progresso materiale e morale dell’intera comunità di Porto Recanati.
Immaginate un luogo dove la passione per il design si fonde con l'eccellenza artigianale italiana, dove l'innovazione incontra la tradizione, e dove ogni progetto è il risultato di un'ispirazione condivisa e di un sogno comune. Tutto questo è Extra Ordinario, un team nato dall'incontro di sensibilità diverse, ma unite da una visione comune: creare bellezza attraverso il design.
La storia di Extra Ordinario inizia dall'unione dei percorsi dei due fondatori, Alessandro Toni e Matias Alexis Baldassarri Aragona. Partendo da Civitanova Matias, con un background come disegnatore di prodotto, ha lavorato in studi di design a Milano e New York, tra cui Yabu Pushelberg e Patricia Urquiola, sviluppando un know-how tecnico approfondito. Alessandro, originario di Tolentino invece, ha avuto la fortuna di lavorare per Poltrona Frau, una delle aziende più rinomate nel settore del contract, dove ha imparato cosa significa operare in una multinazionale. Da due anni, la famiglia di Extra Ordinario si è allargata con l'ingresso in società dei rispettivi fratelli dei fondatori: Luca Toni, ex commerciale presso ICA Vernici di Civitanova, e Ivan Baldassarri, product designer proveniente da un importante studio di Milano. Il loro contributo ha rafforzato ulteriormente la squadra, unendo competenze commerciali e creative per portare avanti l'innovazione nel settore del design.
Abbiamo incontrato Alessandro e Matias nella sede temporanea di Extra Ordinario a Civitanova Marche e ci hanno raccontato la storia della loro azienda e come si sviluppa la loro attività. I due fondatori ci spiegano come la loro passione per l’Italia e il territorio locale li abbia spinti a unire le forze per creare Extra Ordinario, un’azienda in grado di offrire qualcosa di diverso nel settore dell’interior design e del product design.
“Essendo grandi amici dai tempi dell’università ci siamo sentiti molto spesso, manifestando questa voglia di creare qualcosa di nostro. Uno degli obiettivi principali era veicolare la qualità e l’artigianalità locale, collaborando con piccoli artigiani e piccole aziende, su progetti di livello massimo. Allora abbiamo pensato: perché non uniamo le nostre due esperienze per creare una realtà che possa offrire qualcosa di diverso nel settore in cui operiamo?”. Extra Ordinario, infatti, non è solo un nome, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti: superare i limiti del comune, esplorare nuove possibilità e trasformare ogni idea in realtà concreta.
Dal primo giorno, Extra Ordinario ha scelto di concentrarsi su una nicchia specifica e ambiziosa: il settore degli hotel a 5 stelle. È qui che il team ha trovato la sua vera vocazione, immerso in un mondo dove ogni dettaglio conta e dove l’eccellenza non è solo un obiettivo, ma un imperativo.
Extra Ordinario ha avuto il privilegio di lavorare per alcuni dei nomi più iconici nel mondo degli hotel di lusso, sia a livello nazionale, come l'Hotel Bulgari di Roma e l'Hotel La Palma di Capri, che a livello internazionale, come il Ritz-Carlton Hotel a New York sulla Quinta Strada, l'Hotel Bulgari di Londra e di Parigi, The Vault at Bellagio di Las Vegas e molti altri ancora. Recentemente il team ha curato gli arredi su misura per il nuovo complesso residenziale Aman a Tokyo, un progetto che ha rappresentato una vera sfida di innovazione e perfezione artigianale.
Extra Ordinario si distingue soprattutto per il suo approccio innovativo: non si propone di sostituire gli architetti, ma di diventare il loro "reparto contract", interpretando e realizzando le loro visioni. "Per noi, la salvaguardia del design intent è fondamentale", spiega Alessandro. "Quando produciamo un prodotto disegnato da un architetto, compiamo uno sforzo tecnico ed economico per offrire un risultato che rappresenti esattamente ciò che l’architetto voleva".
Questo impegno ha permesso a Extra Ordinario di costruire relazioni durature con clienti e progettisti, relazioni che si trasformano spesso in collaborazioni su nuovi progetti. "Il fatto che i clienti continuino a tornare da noi è motivo di grande orgoglio", confessa Matias. "Significa che siamo riusciti a soddisfare le loro aspettative al punto da voler continuare a lavorare insieme".
Il team di Extra Ordinario è composto da giovani ambiziosi che, da Civitanova, lavorano con successo su progetti internazionali. Da mesi è stata anche attivata una collaborazione con l’Università di Camerino. “Ci siamo concentrati molto sulla ricerca del personale – dice Alessandro – Da alcuni mesi abbiamo instaurato anche una relazione con l’Università di Camerino, che di anno in anno sforna sempre diversi talenti. Noi possiamo promuovere la nostra attività facendola conoscere e allo stesso tempo ci vengono segnalati quelli che sono i profili più interessanti che possono collaborare con noi. Cerchiamo costantemente persone capaci e ambiziose perché vogliamo continuare a crescere e a portare avanti il nostro approccio distintivo".
Extra Ordinario si impegna anche nel campo della sostenibilità, un valore sempre più richiesto dai clienti e dagli architetti. "La ricerca dell’ecosostenibilità nei nostri prodotti è spesso affidata direttamente a noi", sottolinea Matias. "Proponiamo materiali innovativi che rispondano alle esigenze di sostenibilità e durabilità, in linea con le regolamentazioni mondiali."
Per quanto riguarda i suoi progetti futuri, Extra Ordinario guarda avanti con l'entusiasmo di chi non si accontenta mai e l'ambizione di chi sa che ogni progetto è un'opportunità per spingersi oltre i confini del possibile. "Sicuramente vogliamo continuare a divertirci e a essere riconosciuti nel nostro settore", conclude Alessandro. "E soprattutto, vogliamo continuare a valorizzare le realtà produttive italiane, il nostro patrimonio più importante".
Con una visione che unisce il rispetto per la tradizione italiana e l’innovazione continua, il team di Alessandro e Matias è pronto a esplorare nuove frontiere del design, sempre guidato dalla passione per il bello e dal desiderio di trasformare ogni idea in un’esperienza unica e straordinaria. Perché, in fondo, ciò che li rende davvero "extra ordinari" è la capacità di vedere l’eccezionale nel quotidiano e di trasformarlo in realtà.
Torna a Camerino l’appuntamento di portata nazionale, organizzata dal Touring Club, con la Caccia ai Tesori Arancioni 2024: si svolgerà domenica 6 ottobre e sarà dedicata al tema della musica.
L’evento è aperto a tutti e adatto ad ogni età: non si tratta di una competizione vera e propria ma ogni squadra, che completerà correttamente il percorso, riceverà un dono rappresentativo del territorio. Il luogo di partenza sarà presso la Associazione Turistica “Pro Camerino” - Ufficio IAT, Sottocorte Village, via Ottaviani. La Caccia ai Tesori Arancioni 2024 sarà unica e incentrata sul tema musicale grazie alla collaborazione delle Associazioni Adesso Musica, GMI Camerino e Musicamdo.
Tanti i musicisti coinvolti a partire dal Maestro Vincenzo Correnti con i componenti della banda musicale città di Camerino, la band New Tone composta da studenti UNICAM, la clarinettista Michela Fattoretti e il pianista Simone Campagnola. I partecipanti alla caccia al tesoro saranno accompagnati quindi dalla musica con un particolare omaggio al compositore Filippo Marchetti, a cui è intitolaro il Teatro di Camerino. Partecipando all’evento ci si potrà immergere nella cultura locale e ascoltare le storie e le leggende locali narrate dagli abitanti del borgo. Opportunità, inoltre, di visitare la mostra “L’arte torna in centro” e la mostra fotografica “Camerino Viva / Viva Camerino”. Prevista infine una merenda “Arancione & Musica” presso il punto accoglienza a cura dell’Associazione Turistica “Pro Camerino”.
“Camerino è pronta ad accogliere ancora una volta l’evento di portata nazionale dalla Caccia ai Tesori Arancioni grazie al Touring Club e al riconoscimento Bandiera Arancione, riconfermata quest’anno, che la Città può vantare dal 2009 - spiega l’assessore al Turismo, Silvia Piscini – Quest’anno l’edizione sarà tutta dedicata alla musica, grazie all’impegno e al lavoro delle Associazioni Adesso Musica, GMI Camerino e Musicamdo. L'invito, ovviamente, è a partecipare e di scegliere Camerino come borgo per la Caccia ai Tesori Arancioni per questa domenica. I posti sono limitati, affrettatevi ad iscrivervi per una splendida giornata all’insegna del divertimento, della musica e della cultura”.
Nei giorni scorsi è stato sottoscritto tra la Direzione Aziendale, la RSU Poltrona Frau e le organizzazioni sindacali territoriali della Fillea Cgil Filca Cisl, il nuovo accordo integrativo aziendale valevole per il triennio di 2024-2026.
Il nuovo accord migliora alcune "buone pratiche” derivanti dalle precedenti contrattazioni, introducendo alcune importanti novità. "L'accordo prevede, un aggiornamento e ampliamento dei principi ispiratori dei precedenti accordi integrativi ed è l'espressione di un confronto nel quale hanno trovato una sintesi i valori di tutela dei lavoratori e i principi propri di un'azienda responsabile e orientata ai risultati", spiega in una nota Poltrona Frau.
Tra i punti più qualificanti e di importante valore etico e sociale, viene ampliata la fruibilità dell'istituto della Banca ore Solidale introdotto nello scores triennio, viene portato da 10 a 15 giorni il congedo di paternità con gli ulteriori 5 giorni totalmente a carico aziendale e viene favorito il meccanismo di utilizzo del congedo parentale.
Per quanto riguarda la redistribuzione dei profitti il meccanismo di calcolo del premio di risultato, pur confermato nella struttura dei parametri, è stato rivisto, in merito alle definizioni, alle scale di riferimento e all'esclusione o riduzione degli impatti derivanti dalla malattia, dagli infortuni e dall'esercizio del diritto di sciopero.
La valorizzazione della diversità e dell'inclusione viene sostenuta da una accresciuta attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che tiene conto delle necessità personali in riferimento alle necessità di supporto al nucleo familiare.
Viene, inoltre, stabilito un monte ore permessi aggiuntivo per accertamenti medici, innalzata la percentuale di contribuzione a carico dell'azienda per i dipendenti iscritti al fondo previdenziale di categoria e introdotti programmi di welfare aggiuntivi per sostenere la capacità di spesa dei lavoratori più fragili.
Infine, viene confermato l'istituto dei Comitati Paritetici, importante strumento per la valorizzazione delle proposte di miglioramento dei lavoratori e le incentivazioni previste nelle precedenti contrattazioni, che già costituivano un importante traguardo e beneficio per i dipendenti.
Fedrigoni annuncia l'uscita dal business dell'ufficio, ma conferma la volontà di continuare a investire sulle Marche e sulla crescita del brand Fabriano a livello globale. Previsto l'avvio della procedura di licenziamento collettivo per 195 addetti alla produzione di carta per l'ufficio, manutenzione e gestione di materiali e spedizioni dello stabilimento di Fabriano, l'unità di trasformazione del vicino sito di Rocchetta, e gli impiegati di Giano, società che sarà dismessa da 1 gennaio 2025.
L'ha comunicato l'amministratore delegato Marco Nespolo ai sindacati durante la riunione in corso a Fabriano. "Non stiamo lasciando le Marche. Continueremo a investire sullo sviluppo dei nostri siti produttivi presenti sul territorio e nel brand Fabriano, simbolo d'eccellenza del Made in Italy nel mondo e asset strategico per Fedrigoni. Faremo tutto il necessario per mitigare l'impatto sulle nostre persone. Il confronto e collaborazione con tutte le parti sociali sarà fondamentale", le parole di Nespolo riportate da Ansa.
Il Gruppo Fedrigoni, di proprietà di due fondi Bain Capital e BC Partners, nelle Marche è presente con stabilimenti a Fabriano e l'altro a Rocchetta; a Castelraimondo e Pioraco e Sassoferrato. Complessivamente 840 persone tra dipendenti e somministrati.
La decisione di Fedrigoni arriva dopo due anni di ricerca di partner disposti a investire su Giano per rilanciarne la competitività: "Abbiamo cercato a lungo, senza successo, partner che dessero le necessarie garanzie di sviluppo e di rilancio del business dell'ufficio", prosegue Nespolo. "Abbiamo sondato tutti gli scenari possibili, fino a valutare la vendita dell'intero business Fabriano, nonostante sia per noi un asset strategico. Neanche in questo caso abbiamo, purtroppo, individuato potenziali partner, per cui siamo giunti alla difficile, ma necessaria decisione di uscire dal business dell'ufficio, così da poter concentrare i nostri sforzi e investimenti sui prodotti distintivi dell'arte e disegno di Fabriano, simbolo d'eccellenza del Made in Italy nel mondo e asset strategico per Fedrigoni", ha concluso.
L’arcivescovo Francesco Massara e l’intera Chiesa di Fabriano-Matelica hanno espresso piena solidarietà e vicinanza ai 195 dipendenti delle Cartiere di Fabriano e alle loro famiglie, duramente provate dall’annunciata perdita del posto di lavoro. La Diocesi si fa voce della loro angoscia, appellandosi al Gruppo Miliani affinché si apra una nuova stagione di confronto costruttivo per mantenere la dignità che solo il lavoro può dare. Il settore della carta è storicamente un fiore all'occhiello di Fabriano.
L’arcivescovo Massara ha confermato "la propria disponibilità per cooperare con l’azienda e le istituzioni, regionali e nazionali, in modo che siano salvaguardate le competenze e l’alta professionalità dei lavoratori e si garantiscano alle loro famiglie certezze sul futuro. È eticamente necessario dare continuità operativa all’azienda il cui futuro è importante non solo per i lavoratori ma per tutto il sistema economico e sociale di un territorio già duramente provato dalla de-industrializzazione. Occorre l’impegno di tutti perché i posti di lavoro siano tutelati".
"Senza lavoro non c’è dignità: diritto al lavoro e democrazia sono posti in stretto collegamento dalla Costituzione italiana e Papa Francesco esorta incessantemente a non lasciare inascoltato, il grido di allarme dei lavoratori. La Chiesa di Fabriano-Matelica sarà sempre e in ogni modo vicina ai lavoratori e alle famiglie richiamando il senso di responsabilità dei vertici aziendali per cercare, in dialogo con le istituzioni e i sindacati, strade risolutive di speranza e fattiva collaborazione", conclude l'arcivescovo Massa.
La vicenda viene seguita con attenzione anche dall'amministrazione comunale matelicese, in quanto le ricadute di questa operazione interessano anche la realtà cittadina. "Si tratta di una situazione che non possiamo ignorare, nelle cartiere del gruppo Fedrigoni sono impiegati tanti nostri concittadini - commenta il sindaco Denis Cingolani - stiamo seguendo da vicino i fatti e siamo aperti a ogni tipo di confronto e di azione con le parti sociali interessate. Nel frattempo, ribadiamo il nostro più totale sostegno ai dipendenti del gruppo in questo momento di forte preoccupazione”.
Un palco e una platea completamente rinnovati. Una tribuna mobile per garantire la polifunzionalità della struttura. Una sala prove e altri spazi da destinare alle attività socio-culturali della comunità. È questo il volto dell’ex cinema Florida di Porto Potenza Picena, storico luogo di condivisione del passato che oggi, con l’avvio dei lavori di ristrutturazione, si prepara ad una seconda vita.
Sono partiti in questi giorni infatti gli interventi che, entro dicembre 2025, completeranno il progetto dal valore economico complessivo di 1 milione 255 mila euro finanziati per lo più con i fondi della rigenerazione urbana intercettati dal Comune.
“Il cantiere – spiega il Sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini – vedrà la ristrutturazione dei vecchi locali ma anche il recupero di nuovi spazi, sino ad oggi inutilizzati. Avremo una facciata rinnovata, nuovi impianti, nuove pavimentazioni e la sistemazione dell’area esterna”. Centrale nel progetto anche l’abbattimento delle barriere architettoniche: “Trattandosi di una struttura aperta al pubblico – spiega ancora il Sindaco – saranno garantiti tutti i requisiti di accessibilità e visibilità sia al piano terra, sia al primo piano. È infatti previsto l’inserimento di un ascensore”.
Sull’articolazione degli spazi interni e sulla destinazione di essi, c’è stato un confronto in fase progettuale tra l’amministrazione comunale e l’associazionismo locale: “Il nuovo Florida sarà utilizzato anche dalle associazioni sociali e culturali del nostro territorio. – dice il Sindaco – Con loro è stato fatto un incontro ad hoc nel corso del quale sono state rilevate le esigenze specifiche, così da consentire la realizzazione di una struttura che risponda pienamente alle necessità di alcuni dei suoi fruitori”. Non gli unici. “La comunità tutta – conclude il Sindaco - potrà qui riunirsi per incontri, eventi e presentazioni”.
Sempre più sta prendendo forma una vera e propria guerra mondiale, che si sta sviluppando su due fronti: quello ucraino e quello mediorientale. Si tratta di due scontri diversi, chiaramente, ma che debbono essere a nostro giudizio intesi come parti differenziate di un medesimo conflitto: il che emerge limpidamente se si considera che, sui due fronti, troviamo contrapposte le stesse forze, cioè da un lato l'occidente o, meglio, l'uccidente liberal-atlantista, e, dall'altro, la Russia, la Cina e quelli che potremmo genericamente definire i paesi disallineati alla globalizzazione americano-centrica e turbocapitalistica.
A rigore, questo conflitto mondiale non è cominciato adesso, ma già nel lontano 1989, quando terminò la guerra fredda, che potremmo altresì intendere come la terza guerra mondiale, e principiò la nuova guerra mondiale, la quarta. Quest'ultima potrebbe essere ragionevolmente intesa come la guerra planetaria che la civiltà del dollaro ha scatenato contro tutte le forze che, per una ragione o per un'altra, non si sono ancora piegate alla sua libido dominandi e al processo stesso di americanizzazione del globo.
Così debbono dunque essere intesi scontri come quello della Serbia del 1999 o dell'Iraq, fino alla Libia di Gheddafi: scontri diversi tra loro, certo, ma che si lasciano agevolmente ricondurre a questo paradigma ermeneutico, secondo cui la civiltà del dollaro ha preso di mira Stati che, in un modo o nell'altro, non erano ancora genuflessi all'ordine liberal-atlantista di matrice americana.
Quello che è accaduto in Ucraina nel 2022 e che sta ora accadendo a Gaza e dintorni deve essere letto in questa cornice di senso: il processo di americanizzazione del mondo è giunto ora direttamente allo scontro con una potenza mondiale come la Russia e non è difficile immaginare che, nei prossimi anni, il nuovo obiettivo di Washington sarà la Cina, anch'essa una potenza sovrana e peraltro ormai tale da primeggiare sullo scenario mondiale.
Come non mi stanco di ripetere, non è in atto una guerra della Russia contro l'Ucraina, come vanno ripetendo con l'usuale zelo gli araldi del pensiero unico politicamente e geopoliticamente corretto. Si tratta, invece, della guerra che la civiltà dell'hamburger sta conducendo contro la Russia, colpevole di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale americanocentrico. L'Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, figura soltanto come instrumentum belli manovrato da Washington contro Putin.
Per quel che riguarda il Medio Oriente, le politiche imperialistiche e genocidarie di Netanyahu debbono essere esse stesse lette secondo questa chiave interpretativa, ossia come orientate a normalizzare in senso occidentale e capitalistico l'intera area. La vecchia categoria leniniana di imperialismo, lungi dall'essere un inservibile ferro vecchio, ci permette di comprendere piuttosto bene quel che sta accadendo sia contro la Russia di Putin, sia contro i paesi detti mediorientali che non si piegano al nuovo ordine mondiale, l'Iran in primis.
Dovrebbe essere ormai chiaro come il sole che il vero obiettivo di Israele risulta soprattutto l'Iran, che già da tempo Washington ha connotato come "Stato canaglia", espressione orwelliana che serve di fatto a definire tutti gli stati resistenti all'imperialismo a stelle e strisce. Surreale e irresponsabile risulta naturalmente l'atteggiamento della cosiddetta comunità internazionale, l'ennesimo nome ipocrita con cui l'uccidente qualifica se stesso.
Detta comunità internazionale, sempre pronta a denunciare soprusi e dittature quando si tratta di realtà non occidentali, tace vergognosamente sull'operato di Netanyahu. Israele sta utilizzando soprattutto due argomenti puramente ideologici per giustificare l'ingiustificabile, ossia il proprio operato imperialistico e genocidario: Israele dice infatti di esercitare il proprio sacrosanto diritto di difendersi, quando in realtà sta aggredendo Stati sovrani come l'Iran e come il Libano.
Ancora, Israele dice che sta lottando contro il terrorismo, quando in realtà sta ponendo in essere politiche che sono esse stesse palesemente terroristiche, nella misura in cui vanno a colpire obiettivi civili e procurano morti su morti. Si vorrà forse riconoscere che le donne, gli anziani e i bambini uccisi da Netanyahu sono tutti indistintamente terroristi degni di fare quella fine? Insomma, non sta giungendo una nuova guerra mondiale: essa è cominciata fin dal 1989 e adesso sta entrando nella fase più acuta.
(Credit foto: hosny salah da Pixabay)
La Protezione civile delle Marche ha emesso un’ allerta meteo arancione valida per domani, 3 ottobre, fino alla mezzanotte. Sono previste precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di rovescio o temporale, più abbondanti nel settore centro settentrionale della regione “dove le cumulate potranno risultare puntualmente elevate”, spiega la Protezione civile.
“Date le condizioni medie di saturazione dei suoli, si prevedono criticità idrogeologiche diffuse e innalzamenti significativi del reticolo idrografico, in particolare nella porzione centro settentrionale nella seconda parte della giornata di domani”.
L’allerta idraulica e idrogeologica (allerta arancione) riguarda le aree interne, collinari e costiere settentrionali, ovvero le zone di Pesaro-Urbino e Ancona. E alcune zone centrali del Maceratese per criticità idrogeologica. Allerta gialla, invece, sul versante idraulico (fiumi, torrenti ecc.) per le aree interne, collinari e costiere centrali. Criticità idrogeologiche (allerta gialla) anche nel Fermano e nell’Ascolano.
Il cielo si presenterà molto nuvoloso o coperto, le precipitazioni saranno diffuse e persistenti, localmente a carattere di rovescio, più abbondanti nel settore centro-settentrionale della regione. Le temperature si presenteranno in diminuzione nei valori massimi con venti deboli o moderati dai quadranti meridionali, tendenti a ruotare da nord in serata. Il mare sarà mosso, molto mosso in serata.
Gli inviti giungono anche dall'estero per ‘Li Matti de Montecò’, in procinto di partire nientemeno che alla volta dell'Ungheria. Per la terza volta infatti il gruppo folk di Montecosaro è stato scelto e chiamato dagli organizzatori delle "Giornate Italiane", manifestazione che si tiene al castello di Varpalota.
Non una novità dunque, ma una conferma che diventa un ulteriore riconoscimento circa la bravura dell'associazione montecosarese. Un grande onore la partecipazione nella città medievale, nonché una grossa responsabilità perché 'Li Matti de Montecò' saranno non soltanto l'unico gruppo marchigiano presente, bensì l'unico di tutta Italia.
L'edizione 2024, va specificato, è persino più importante perché presenta anche realtà provenienti da Austria e Polonia. Le "Giornate Italiane" di Varpalota si svolgeranno tra venerdì e sabato e 'Li Matti de Montecò' saranno presenti con una quindicina di figure tra suonatori, cantanti e ballerini e ci rappresenteranno proponendo i canti, i balli e le attività della civiltà contadina marchigiana
Questa volta a differenza del passato non solo esibizioni. 'Li Matti de Montecò' avranno uno spazio tutto loro, uno stand informativo dove esporranno e potranno anche vendere a turisti e interessati prodotti tipici del nostro territorio. Prima di partire infatti sono stati consegnati loro vini della Cantina Fontezoppa e cibo del Salumificio Tre torri.