"Non aspettare, denuncia subito", tre donne dell'Arma raccontano la realtà delle vittime di violenza di genere
L'Arma dei carabinieri contro la violenza di genere: Le esperienze di tre donne dell'Arma
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l’Arma dei carabinieri conferma il suo ruolo cruciale nella lotta contro la violenza di genere, con una presenza attiva sul territorio e una continua formazione per affrontare questo fenomeno sempre più pervasivo. In un'intervista esclusiva, il maggiore Giulia Maggi, il maresciallo Giorgia Melillo e il carabiniere Sara Roma raccontano il loro impegno quotidiano a supporto delle vittime di violenza.
Maggiore Giulia Maggi:
Comandante della Compagnia carabinieri di Tolentino, Maggi sottolinea come la tutela delle vittime vulnerabili sia una priorità per l'Arma. «La violenza di genere ha molte sfaccettature – fisica, psicologica, morale ed economica – e ogni tipo di abuso, anche quello più sottile, deve essere riconosciuto e affrontato tempestivamente. Il nostro compito è ascoltare e intervenire, senza mai sottovalutare i segnali, che spesso si manifestano in forme sottili ma altrettanto pericolose».
Secondo Maggi, i segnali da non ignorare comprendono atteggiamenti denigratori, l'isolamento sociale, la manipolazione psicologica, e qualsiasi forma di intimidazione che possa minare l'autostima della vittima. La violenza, infatti, può anche manifestarsi come una serie di piccoli atti che, sommati, sfociano nella violenza fisica.
Il ruolo della comunità e delle istituzioni:
La maggiore ha notato con piacere come nella zona di Tolentino ci sia una forte consapevolezza del problema. La collaborazione tra Forze di Polizia, magistratura, assistenti sociali e scuole è fondamentale per una risposta efficace. "La rete istituzionale deve lavorare in sinergia, e la sensibilizzazione continua è la chiave".
Maresciallo Giorgia Melillo: comandante della Stazione Carabinieri di Fiastra, Melillo, arrivata nel piccolo comune nel luglio 2023, condivide la sua esperienza di contatto diretto con la comunità. "L'approccio umano è fondamentale. Quando ci si sente parte di una comunità, è più facile per le persone chiedere aiuto".
Secondo Melillo, la violenza di genere è un fenomeno che assume diverse forme a seconda del contesto socio-culturale. Tuttavia, la chiave per contrastarlo rimane sempre la sensibilizzazione. «Le campagne informative devono coinvolgere tutte le fasce d’età e ogni livello della società», afferma, ricordando come molte donne, in particolare le più giovani, spesso non riconoscano come abuso quello che pensano essere "amore". Il suo consiglio? Parlare e confidarsi, perché solo così si può iniziare a spezzare il ciclo di violenza.
Carabiniere Sara Roma: Sara Roma, 25 anni, serve presso la Stazione Carabinieri di Macerata da circa due anni. Roma sottolinea l'importanza di non isolarsi: «Le vittime non devono affrontare da sole il problema. L'Arma è sempre pronta ad ascoltare, consigliare e intervenire, anche prima che la violenza fisica diventi evidente. Ogni caserma deve essere un punto di riferimento sicuro per le donne che necessitano di aiuto».
Una volta che la vittima decide di denunciare, il percorso di supporto non finisce con la registrazione della denuncia. Melillo spiega che ogni passo successivo sarà seguito attentamente, con la possibilità di essere indirizzate a strutture protette e centri di accoglienza.
Le "stanze per le vittime": Maggi parla anche delle "stanze tutte per sé", ambienti protetti e confortevoli, creati per fare in modo che le vittime di violenza, donne e bambini, si sentano a proprio agio durante le audizioni. Queste stanze, come quella inaugurata a Tolentino grazie al Soroptimist Club, sono arredate con colori vivaci e oggetti che possano distrarre e rassicurare chi si trova in una situazione di vulnerabilità. «Le stanze sono un passo fondamentale per offrire alle vittime un ambiente protetto, dove sentirsi ascoltate e rispettate», conclude Maggi.
Il momento in cui non si può più rimandare: per il carabiniere Roma, il momento di chiedere aiuto arriva quando una donna realizza di essere una vittima. «Una volta che si riconosce che una situazione non è normale, che un comportamento non è amore, allora non si può più aspettare. La violenza non ha mai una giustificazione, e ogni forma di violenza deve essere fermata, subito».
Il messaggio finale. Il contrasto alla violenza di genere è un impegno continuo che coinvolge tutta la comunità. Come ribadiscono Maggi, Melillo e Roma, l'ascolto, la prevenzione e il supporto costante sono le armi più potenti in questa lotta. «Le vittime non sono mai sole», concludono all'unisono. «L'Arma dei Carabinieri è sempre pronta ad ascoltare, intervenire e proteggere».
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