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Il giallo di Bolzano: lo strangolamento di Laura Perselli e la premeditazione

Il giallo di Bolzano: lo strangolamento di Laura Perselli e la premeditazione

Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico. 

Mentre proseguono le ricerche del corpo di Peter Neumair,  l’autopsia sul corpo di sua moglie ,svolta dal Prof. Dario Raniero dell’Università di Verona ci dice che Laura Perselli è stata strangolata, che non ha avuto il tempo di difendersi e ci dà la possibilità di provare a ricostruire gli ultimi minuti di vita della donna.

I segni rilevati intorno al collo della vittima sarebbero compatibili con quelli che può lasciare una corda utilizzata per arrampicarsi in montagna.

Il fatto che non ci siano segni di colluttazione sul corpo della donna, farebbe  pensare ad un agguato. Probabilmente Laura prima di potersi rendere conto di cosa le stava accadendo, aveva già una corda stretta intorno al collo.

Sicuramente la donna ha provato a divincolarsi per almeno due minuti. Il tentativo di reazione è naturale, istantaneo ed istintivo nelle vittime di strangolamento: cercano di liberarsi dalla stretta sul collo,  sbattono i piedi, scalciano, cercano di colpire l’aggressore; l’assassino assiste impassibile al terrore che sale nella vittima, agli spasmi.

Tra i 2 ed i 4 minuti è il tempo necessario a provocare la morte per strangolamento della vittima. E’ un tempo lunghissimo se si pensa alla forza di compressione costante che l’assassino deve esercitare, al “sangue freddo” che deve mantenere in quel lasso di tempo, ai “nervi saldi”: tutto ciò si traduce in determinazione ad uccidere.

La dinamica dello strangolamento condurrebbe ad ipotizzare che l’omicidio di Laura sia stato premeditato. 

Lo strangolamento è una pressione esercitata sulla circonferenza del collo mediante un laccio, una corda od altro mezzo idoneo.

Poichè l’autopsia non ha rilevato segni di lotta sul corpo della madre di Benno, ciò farebbe supporre che il mezzo sia stato reperito dall’assassino prima dell’aggressione per tendere un agguato alla vittima e proprio al fine di commettere l’omicidio.

Secondo la logica della Procura, per la quale il figlio della coppia resta l’unico indiziato, l’assassino sarebbe proprio Benno: il giovane avrebbe avuto nel pomeriggio una violenta discussione con il padre e ha riversato su di lui la sua furia omicida. L’ultimo segnale emesso dal cellulare di Peter risale alle 17.30, orario in cui lo stesso si trovava in casa, mentre la moglie era ancora fuori. 

Laura sarebbe stata invece uccisa in un momento successivo, considerando che è rientrata a casa intorno alle 18.30 ed il suo cellulare si è spento verso le 21.30 circa.

Per avere una visione di insieme più precisa sulla criminodinamica dell’omicidio, è necessario attendere le risultanze delle analisi genetiche sulle decine di reperti sequestrati dall’abitazione delle vittime, che la giudice per le indagini preliminari ha affidato al genetista forense Prof. Giardina, dell’Università Tor Vergata di Roma.

Gli inquirenti che sono ancora alla ricerca nel fiume Adige del corpo di Peter Neumair, il padre di Benno, sono venuti a conoscenza di un particolare: dopo che i genitori erano “scomparsi nel nulla” (secondo lui) il giovane non ha resistito al desiderio di recarsi dall’estetista.

Quello che sconvolge è la tranquillità del ragazzo nei giorni vicini alla scomparsa dei suoi genitori. Ci chiediamo: chi è questo Benno Neumair? C’è una serie di elementi difficili da spiegare e tutti i cittadini di Bolzano che conoscevano e stimavano le due povere vittime, seguiranno le varie tappe di questo mistero.

 

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