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Dal mito di Narciso alle sue declinazioni nel mondo moderno

Dal mito di Narciso alle sue declinazioni nel mondo moderno

Oggi tutti parlano di Narcisismo, da dove nasce tale patologia e come si è sviluppata nella nostra società attuale? Il mito greco ci racconta di  Narciso, incapace di amare e sprezzante della travolgente passione della giovane Eco nei suoi confronti.

La dea Nemesi per punire il ragazzo, lo condanna ad amare soltanto e sempre un’immagine vana di sé stesso riflessa in una fonte; Narciso consumato da questo illusorio amore, trascura completamente il suo corpo fino al punto di morire, trasformandosi poi nel fiore omonimo. 

La prima caratteristica che mi colpisce di questo personaggio è la totale mancanza di amore per gli altri e di un vuoto del desiderio che lo porta ad innamorarsi di un’immagine fallace di sé stesso, impossibile da raggiungere, nella quale, però, ha un bisogno disperato di credere.

Questo mito fu ripreso e portato come concetto clinico alla fine del 1800 da Sigmund Freud che vide alla base di questa patologia un amore non rivolto verso l’esterno ma tutto indirizzato al proprio Io, tale da portare ad un’alterazione del giudizio della realtà circostante.

Nella civiltà odierna esistono varie patologie di Narcisismo, colui che riuscì a definire quelle che sono, in linea di massima, le caratteristiche comuni alle varie forme di Narcisismo fu lo psichiatra e psicoanalista Otto Kernberg. 

Il soggetto narcisista è un individuo sostanzialmente fragile, la cui debolezza nasce da mancanze dell’infanzia che hanno portato ad un tipo di attaccamento insicuro.

Egli non si sente all’altezza del mondo circostante, per lui gli altri sono inaccessibili, per cui deve negare i suoi bisogni affettivi nei confronti delle persone, con il distacco, la freddezza e la totale mancanza di empatia.

Crea, inoltre, una fusione del suo vero Sé con un’immagine di un Sé ideale, perfetto, una sorta di Super Io onnipotente incapace di sbagliare. 

Gli altri, nei confronti dei quali prova raramente un reale senso di colpa o rimorso, diventano, così, un puro strumento per sostenere la sua auto immagine. 

Egli costruisce una sorta di autoinganno in cui dà vita ad una sua realtà in cui agli occhi degli altri è forte ed onnipotente e nella quale è inconcepibile un suo errore, arriverà anche a negare la verità stessa pur di proteggere la propria autostima e l’ammirazione altrui.

Tutto ciò che sentirà come minaccia verrà sostituito da una versione distorta ma necessaria per difendere il suo falso Sè, in tal modo ogni brutta azione troverà una giustificazione.

Il Narcisista, purtroppo, vive in uno stato di vuoto affettivo, non è in grado di comprendere i propri stati mentali e quelli degli altri per una mancanza di reale consapevolezza di sé stesso.

Egli non è interessato a crescere e ad evolvere perché dentro di sé il suo Io reale già coincide con un Io ideale, ma non avendo alcuna aspirazione a migliorare e a progredire, una parte di sé è come se fosse già morta.

 

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