Se dici di voler diventare musicista, pittore o scrittore, la maggior parte delle persone ti guarda come fossi un illuso sognatore che non sa stare con i piedi per terra. Che si parli di canzoni, opere o libri, qualcuno sarà sempre propenso a vederli come forme di puro intrattenimento, con cui magari puoi colmare momenti di noia ma di cui sicuramente non puoi vivere.
Bisogna davvero dare ascolto a queste voci, svolgendo unicamente lavori che siano accettati e ritenuti degni di essere chiamati tali dalla società? La risposta è no, e Rebecca Foresi, studentessa del Liceo Leopardi di Macerata, ha voluto riportare l’esperienza di Cinzia Pennesi, una delle pianiste, compositrici e direttrici d’orchestra più apprezzate non solo a livello locale, ma soprattutto mondiale, a testimonianza che il successo arriva se, con sacrificio, tenacia e determinazione, decidi di trasformare una passione nella tua professione.
Direttrice d’orchestra, compositrice e pianista: quando ha capito di voler fare questo nella vita e in che modo la passione per il pianoforte è diventata un lavoro?
"Ho iniziato a studiare pianoforte a 5 anni e nonostante all’epoca non avessi idea che questa sarebbe diventata la mia professione, i miei hanno subito colto l’importanza dei valori che veicola lo studio di uno strumento e hanno scelto, sia per me sia per i miei fratelli, un impegno e un’occupazione sana per il nostro tempo libero. Ho subito affrontato questo studio con rigore, impegno e costanza e ciò ha comportato molta fatica, perché conciliare pianoforte e scuola è stato ed è un impegno gravoso.
Intorno ai 16/17 anni ho iniziato a pensare che questo potesse diventare una professione ed ho approfondito sia l’aspetto compositivo sia della musica d’insieme, e della direzione di coro, pratica collettiva di cui mi ero appassionata avendo fatto parte di una corale per 10 anni. Vivendo in una famiglia di musicisti, suonare insieme era abbastanza consueto e crescere con persone intorno a te che fanno la tua stessa vita è una grande fortuna. Come docente di conservatorio, noto invece che questo aspetto non è così comune come lo poteva essere per me e che avere i propri coetanei che non hanno lo stesso impegno fa amplificare le difficoltà. Frequentare il liceo musicale, ad esempio, significa avere un’ impostazione quotidiana condivisa dai compagni di classe e questo è un vantaggio poiché specie lo studio della musica classica, è un po’ inusuale tra i giovani ai quali dovremmo innanzitutto comunicare il valore di coltivare una passione.
Ho continuato e continuo a studiare quotidianamente e ciò significa anche riuscire ad appassionarsi al viaggio oltre che alla meta; avere la pazienza di raggiungere degli obiettivi a breve e lungo termine mi ha fatto essere tenace anche nei momenti più difficili. Poi è vero che la mia è una professione che si può esercitare solo se qualcuno organizza festival, concerti, eventi"
Qual è stata la sua esperienza in conservatorio?
"Vivendo a Tolentino e non avendo un conservatorio vicino casa ho studiato privatamente e sono entrata in Conservatorio all’ottavo anno, quando avevo 18 anni. Per una formazione più completa ho poi frequentato tanti master all’estero (perché si sa, il viaggio rappresenta un’esperienza che arricchisce e apre la mente, dal Grand Tour del 700), accademie di perfezionamento e, sebbene avessi la percezione di andare nella strada giusta, da molto adulta, ho sempre seguito la via di quelli che ho chiamato “bagni d’umiltà”.
Vivendo, infatti, in provincia si ha una percezione che spesso non corrisponde alla realtà, perché ti confronti sempre con lo stesso ambiente e, se hai successo, rischi di pensare che quello sia il massimo a cui puoi ambire. Ci tengo a sottolineare che la mia concezione di successo è la riuscita ottima di un obiettivo che ti sei prefissato e non solo l’approvazione ai tempi dei social. Ad esempio nel corso della mia carriera, ho fatto cose che mi hanno dato molta visibilità e sono state percepite dalla gente come “il raggiungimento massimo di successo”, nonostante a livello di impegno siano molto meno faticose rispetto alla direzione di un’orchestra, come quella di San Pietroburgo o New York".
Nel corso della sua carriera ha collaborato con numerosi registi e artisti, tra cui suo fratello violinista e sua sorella violista. Dal punto di vista della crescita professionale, quanto è stato importante collaborare con loro?
"È ovvio che l’empatia che si prova con i propri fratelli non si potrà mai raggiungere con nessun altro, perché è tutto un discorso di gestualità e comprensione dell’indicibile. D’altro canto, reputo che la cosa migliore sia non rimanere in famiglia, non solo per avere una visione più ampia possibile, ma soprattutto per non ricevere troppi applausi, che noi musicisti dobbiamo imparare ad accogliere con autocritica e consapevolezza. Non ringrazierò mai abbastanza i miei genitori per aver sempre sostenuto con orgoglio me e i miei fratelli, evitando però di esibirci come dei trofei. Hanno fatto in modo che avessimo una casa idonea dove poter trovare lo spazio mentale necessario per concentrarsi, purtroppo assente nelle giornate dei ragazzi di oggi, sollecitati costantemente e impegnati in mille attività".
Nel 2017 e nel 2018 ha collaborato con Musicultura – Arena Sferisterio, uno dei momenti musicali più importanti non solo a livello locale ma anche nazionale. Quale pensa sia la cifra che contraddistingue questo evento?
"Oltre ad essere un progetto che aiuta nuovi talenti ad emergere, Musicultura mi ha sicuramente dato l’opportunità di portare un’orchestra classica a collaborare con artisti di altissimo livello, ottenendo una visibilità che di norma la classica non ha. Nel 2018, poi, allo Sferisterio io e il mio coro abbiamo preso parte al bellissimo progetto “Pink Floyd Legend”. Trovo spocchioso lo snobismo che c’è a volte nei confronti di altri generi ed è per questo che nel mio percorso ho scelto di non precludermi niente, attraversando anche il tango con il bandoneonista Hector Ulises Passarella".
Alla luce della sua volontà di non porsi limiti e spaziare all’interno dei generi musicali, qual è la sua visione della musica nella sua più ampia accezione?
"Sono convinta che la musica ci circonda e ci abbraccia dai tempi dei secoli, quindi, per me, non è riducibile solamente al suo essere colta o pop. A questo proposito, accolgo la contaminazione, purché tutto sia fatto con un criterio, un progetto, una bellezza e con professionisti sinceri che ne valutino il peso, anche effimero che sia; la musica, infatti, è anche intrattenimento e non per forza deve rimanere nella storia.
Grandi musicisti hanno fatto questo: hanno scritto sia un intrattenimento sia musiche immortali. La funzione che ha la musica non è solo quella del concerto dove ti siedi e ascolti, ma sono tante e applicabili in tutte le circostanze: lo dimostra il fatto che la prima esigenza sotto pandemia è stata quella di affacciarsi al balcone e cantare insieme, lasciandosi la solitudine alle spalle. Nel mio essere assessora alla cultura e al turismo, la prima preoccupazione è stata quella di dar vita a uno spazio in cui accompagnare le persone con la musica, qualsiasi essa sia. La musica fa parte di quello che noi dobbiamo offrire come accoglienza; quando andiamo in un luogo, cosa ci ricordiamo? Ci ricordiamo della musica. Un avvenimento importante? Lo celebriamo con una canzone, un inno! La Musica è il linguaggio dell’indicibile che ci abbraccia in ogni circostanza, che sia di accoglienza, di intrattenimento, di ascolto o di conoscenza".
Ha solcato la maggior parte dei palchi mondiali, dall’America alla Corea. C’è stata un’esibizione che più delle altre le è rimasta nel cuore?
"San Pietroburgo, Mosca, New York, Uruguay. Eppure ti posso dire che esibirmi a Matelica con il mio coro è la cosa che mi muove di più il cuore. E’ chiaro che quando torno, porto anche un po’ del mio vivere intenso in giro per il mondo.
Ad esempio, pochi giorni fa, mi sono esibita al Teatro Massimo di Palermo in onore del centenario della nascita di Franco Mannino, di cui sono stata assistente e maestro sostituto negli ultimi 2 anni della sua vita per cui è chiaro che anche quello mi riempie il cuore, ma ti posso dire che quella sensazione lì, di un coro che dirigo da 34 anni e di una città che io amo e che porto con me ogni volta che parto, è insostituibile. Del resto, è bello viaggiare quando c’è a casa qualcuno che ti aspetta".
Come ben sa, al giorno d’oggi la trap è il genere musicale che riceve il più alto numero d’ascolti tra i miei coetanei. Pensa che questa abbia un impatto totalmente negativo su di loro?
"La Musica dal vivo fa un miracolo, sempre: uscire di casa per partecipare e condividere, ci fa riconoscere, azioni cardini per la costruzione della società. La trap fa anche questo e non si può negare ma non possiamo dire che tutto della trap è buono. Come quasi tutta la musica popolare, questo genere è nato dall'esigenza di raccontare il proprio disagio o quello di qualcun altro; se lo si fa mirando non solo a fare successo ma anche e soprattutto a trasmettere determinati frammenti di vissuto intimo e collettivo, allora va bene. Dall’altra parte, è fondamentale mantenere una certa decenza, evitando di riportare volgarità, maschilismo o violenza, che vengono giustificati dagli autori con “questo è mondo”.
Nel momento in cui non percepisco quel testo come un racconto di dissenso, qualcosa non torna. Poi ci sono brani trap di cui è possibile valutarne la funzione sociale, cioè quella di aggregazione tra i ragazzi, ai quali consiglio sempre e comunque di aprire la finestra e di guardarsi attorno.
Ovviamente non colloco questo genere tra i primi di mio gusto perché c’è un’assenza di musica importante; io lavoro anche con la parola e qualora questa mi affascinasse, laddove fosse ricercata e suonasse come in tante poesie, allora mi andrebbe anche bene. Nella maggior parte dei casi mi sembrano parole buttate là.
Dobbiamo pensare che abbiano le stesse finalità provocatorie che contraddistinguevano le Avanguardie degli anni '70? Non rifiuto, quindi, questo genere perché significherebbe negare le scelte di una generazione, anche perché ricordo sempre che non ne sia esistita una che non abbia detto almeno una volta. “Ma che musica è? Ai miei tempi….”
Nel mondo digitale in continua evoluzione, la visibilità online è fondamentale per il successo di qualsiasi attività. Per la crescita di un business online e per incrementare le vendite di un'azienda, la figura del consulente SEO è una delle più richieste per raggiungere grandi risultati. I SEO Specialist, infatti, giocano un ruolo fondamentale nel garantire che un sito web sia facile da trovare dai motori di ricerca principali come Google, Yahoo, ecc. Ma chi è un SEO Specialist, di cosa si occupa e come diventarlo?
Uno specialista SEO, in primis è un professionista esperto nella pratica dell'ottimizzazione dei motori di ricerca. Ciò significa che sono esperti nell'analizzare, progettare, modificare e migliorare i siti web per massimizzare la loro visibilità sui motori di ricerca. Queste figure lavorano con una varietà di tecniche e strumenti per aumentare il traffico organico verso un sito web, per migliorare il suo posizionamento, per aumentare la sua autorità online e ottenere successo. Lo specialista SEO è quindi, colui che conosce e studia strategie e tecniche per aumentare il numero di persone che visitano un sito web e per ottenere un posizionamento di alto livello nelle pagine dei motori di ricerca principali.
Di che cosa si occupa uno specialista SEO?
Uno specialista SEO ha diverse competenze e si occupa di molte cose, che possono variare a seconda dell'azienda, delle esigenze e degli obiettivi specifici del progetto, ma di solito le principali includono:
analisi delle parole chiave: Identificare delle parole chiave efficaci per il settore e il pubblico di destinazione è un'ottima strategia per ottenere dei contenuti di qualità nel sito web;
scrivere contenuti originali: Creare dei contenuti di alta qualità, pertinenti e ottimizzati per i motori di ricerca e capaci di parlare al pubblico di destinazione;
programmare in HTML, CSS e JavaScript, per garantire una navigazione facile e veloce;
link building: creare dei collegamenti con altri siti web attraverso questi link per aumentare l'autorità del sito web agli occhi dei motori di ricerca;
community: indirizzare traffico mirato verso il sito attraverso la creazione di una Community;
social media: usare i social per diffondere i contenuti di qualità del sito web;
strategie di Marketing: sviluppare e integrare diverse strategie di Marketing dei contenuti;
analisi e monitoraggio: utilizzare gli algoritmi dei motori di ricerca per monitorare le prestazione del sito web e restare sempre aggiornati sui cambiamenti.
In genere, per raggiungere tutti questi obiettivi, il SEO Specialist collabora con altre figure come il copywriter, il social media manager, l'esperto di Google Adwords e il webmaster. In ogni caso, le competenze del SEO sono davvero tante e oltre a quelle che abbiamo già elencato, deve anche conoscere i linguaggi di programmazione, saper usare i CMS ed i loro Plugin e avere conoscenza dei tool di analisi come Google Search Console e Google Analytics.
Come diventare uno Specialista SEO?
La verità è che non esiste una formazione da specialista SEO specifica, ma ci sono tantissimi master in Digital Marketing da poter seguire. Diventare uno specialista SEO richiede un periodo di formazione, esperienza pratica e aggiornamento costante sulle ultime tendenze e tecniche SEO. Inoltre, ci sono anche alcuni corsi in presenza oppure online da poter seguire. Ma ecco quali sono alcuni passaggi essenziali per iniziare una carriera in questo campo:
Acquisire conoscenze di base: per diventare uno specialista SEO è necessario iniziare con risorse online gratuite o corsi di formazione dedicati appositamente all'ottimizzazione dei motori di ricerca per capire i concetti di base e i principi fondamentali.
Esperienza e sperimentazione: mettere in pratica le conoscenze acquisite lavorando su progetti personali o con aziende e siti web per acquisire esperienza pratica.
Continuare a formarsi: dal momento che il panorama SEO è in costante evoluzione, è importante rimanere aggiornati sulle ultime tendenze e tecniche.
Certificazioni e corsi avanzati: è bene considerare la possibilità di ottenere certificazioni riconosciute nel campo dell'ottimizzazione dei motori di ricerca o partecipare a corsi avanzati per approfondire le proprie conoscenze e competenze.
Concludendo, diventare un SEO Specialist richiede impegno, conoscenze specifiche e un costante desiderio di migliorarsi sempre di più e restare al passo con le tendenze. Tuttavia, con la giusta formazione ed esperienza pratica, è semplice avviare una carriera di successo in uno dei settori più dinamici e in crescita del panorama digitale.
Fonte: Web Digital Design
Avere un’identità definita è fondamentale per qualsiasi azienda che intenda distinguersi sul mercato e rendersi riconoscibile agli occhi dei consumatori. Ma se è vero che un brand è chiamato a mantenere una coerenza di fondo in ogni parte della propria attività, è altrettanto vero che i business si trasformano nel corso del tempo e anche le aziende, per restare competitive nel mercato in cui operano, devono evolversi e aggiornarsi. Qui entra in gioco il rebranding, il processo di rivisitazione della brand identity di un’azienda. Che si tratti di un nuovo nome o logo oppure di un autentico restyling di tutti i canali in cui l’azienda risulta esposta, il rebranding ha lo scopo di di “rinfrescare” l’identità dell’azienda ed eventualmente modificarne il posizionamento sul mercato.
Perché fare rebranding
Il rebranding si pone l’obiettivo di modificare la percezione dei consumatori nei confronti dell’azienda in questione. Ci sono diverse motivazioni che possono portare aziende e organizzazioni a pianificare una strategia di rebranding. In questo senso, si può distinguere fra rebranding proattivo e retroattivo:
rebranding proattivo: l’azienda è alla ricerca di un miglioramento della brand image per svariati motivi, ad esempio perché vuole rivolgersi a nuovi target o aprirsi verso nuovi mercati. Un esempio tipico è quando un’azienda inizia a vendere un prodotto o servizio nuovo, diverso rispetto al business iniziale, e deve adattare la propria identità a questa innovazione;
rebranding reattivo: in questo caso l’azienda intende procedere al rinnovo della propria immagine in risposta a eventi specifici, che non devono essere necessariamente scandali aziendali, ma anche innovazioni da parte dei competitor che impongono un cambiamento per mantenere un vantaggio competitivo.
Un’ulteriore distinzione, individuata dagli accademici Muzellec e Lambkin, è quella fra rebranding evolutivo e rivoluzionario. Il primo è un cambiamento meno percettibile, realizzato principalmente su elementi grafici come logo, caratteri tipografici o colori del brand, il secondo è un cambiamento decisamente radicale che ha effetti importanti sul posizionamento del marchio sul mercato.
Logo e immagine aziendale
Le operazioni che possono essere messe in atto nel corso di una strategia di rebranding sono diverse, ma focalizziamoci su uno degli aspetti cruciali, che forse più degli altri può avere valore agli occhi dei consumatori: il logo. È questo, infatti, l’elemento maggiormente esposto al restyling il più delle volte. Una premessa doverosa è che il margine di azione dipende molto dal business di riferimento: ci sono dei settori di mercato tradizionali dove non si può operare un cambiamento radicale (banche, finanza ecc.), altri in cui è possibile sperimentare molto di più. I motivi per i quali si può scegliere di cambiare logo sono principalmente i seguenti:
esigenze di moda: è la casistica più comune, le aziende scelgono di rinnovare la propria immagine per essere al passo con le tendenze del momento e apparire in linea con i tempi dal punto di vista del cliente. Nel caso dei loghi, negli ultimi anni varie aziende hanno imboccato la strada di una graduale semplificazione, alla ricerca di loghi in linea con una realtà smart e d’impatto. Uno degli ultimi esempi è la storica casa cinematografica Warner Bros che nel 2023 ha presentato un nuovo logo: lo storico logo blu e giallo è stato sostituito da un corrispettivo blu e bianco, che riprende le linee essenziali del precedente rendendolo più luminoso e moderno.
brand reputation: a volte capita che un’azienda sbagli alcune mosse di marketing o di gestione e si ritrovi con un danneggiamento della propria reputazione. In questi casi, naturalmente, al cambiamento d’immagine deve accompagnarsi un cambiamento dell’azienda stessa. Per questa ragione, di solito il cambio di logo va di pari passo con il cambio di nome.
fusioni, scissioni o acquisizioni. Quando avvengono fenomeni di questo tipo fra le aziende, è inevitabile che anche l’immagine del marchio subisca un cambiamento. Nel caso di una fusione tra aziende, spesso la scelta è quella di mantenere una parte dell’immagine di entrambe, trovando una fusione armoniosa anche fra i loghi e gli altri elementi grafici.
Si capisce che la scelta di cambiare o rinnovare il logo non è una semplice questione di restyling grafico, ma può coinvolgere in maniera importante il posizionamento sul mercato di un’azienda. Ecco perché i professionisti del settore sono chiamati a unire le competenze grafiche a una strategia trasversale sulle diverse aree del marketing, come questa agenzia per realizzazione logo a Roma che realizza progetti completi di comunicazione.
Conclusioni
Alla luce di quanto detto, emerge chiaramente che il rebranding è un processo talvolta necessario, ma che deve essere valutato con cautela. Questo perché si tratta comunque di qualcosa che può confondere i consumatori, i quali non è detto che accolgano bene il cambiamento (esistono casi di aziende che sono tornate sui propri passi dopo un processo rebranding, proprio perché il cambiamento non era stato apprezzato dai clienti). Dal momento che le operazioni di rebranding comportano spesso dei costi elevati, devono essere considerate con attenzione in relazione a vantaggi e rischi.
La nostra mente, a volte, tende a non riconoscere la bellezza e a porre, invece, attenzione alle mancanze, con sguardo critico a ciò che ci circonda. Veniamo, in questo modo, appesantiti dai nostri stessi pensieri focalizzati sul problema.
Tutto ciò contribuisce ad abbassare l’energia, alimentando un senso di disagio. Così, senza nemmeno rendercene conto, veniamo inglobati velocemente in un vortice di negatività in cui il lamento ha la meglio.
Purtroppo quando ci lamentiamo creiamo tossicità intorno a noi, abbassiamo le nostre vibrazioni e di quelli che ci circondano. Il lamento crea un'emozione negativa che condiziona le nostre azioni, determinando le nostre giornate e la nostra vita.
Ad un’analisi attenta colui che cede ad un lamento sterile non fa altro che mettere l’accento sulle proprie mancanze, egli ammette la propria impotenza di fronte alla vita, entra nel ruolo della vittima vivendo un’esistenza poco felice.
Trovo più costruttivo osservare la mancanza e comprendere che forse dovremmo impegnarci di più per colmarla; in tal modo, diventiamo propositivi ed invece di lamentarci aspettando che dall'esterno ci arrivi ciò che desideriamo, cominciamo a creare noi stessi ciò che ci manca.
Così scopriamo di avere il potere di integrarci da soli senza bisogno degli altri. In tal modo ci prendiamo la nostra responsabilità e cominciamo a cambiare dall’interno e nell’istante in cui noi cambiamo, poi, per magia, tutto intorno a noi cambia.
Non siamo più in balia dei fattori esterni ma riconosciamo la nostra capacità di creare la realtà e di non farci condizionare da nessuno; così restiamo centrati sulle nostre consapevolezze che ci permettono di non essere succubi delle circostanze esterne ma di essere al contrario pro-attivi.
Se desideriamo spostare l’ago della bilancia dal lamento alla costruzione, elevando la nostra energia, la gratitudine svolge un ruolo fondamentale. È una sorta di medicina naturale, infatti possiamo trovare un grande sollievo svegliandoci la mattina con parole di gratitudine per ogni regalo ricevuto dall'universo come respirare, esser in salute, avere un tetto sotto cui vivere, poter mangiare,contemplare la natura, avere accanto le persone che amiamo.
Possiamo affrontare anche le esperienze difficili in un’ottica di riconoscenza, perché saranno necessarie per portarci un nuovo insegnamento e per poter evolvere. La gratitudine ci permette di passare da uno stato di mancanza ad una condizione di abbondanza, abbiamo l’opportunità di vedere la nostra vita in una nuova prospettiva di ricchezza in cui viene dato valore ad ogni sorriso, parola gentile o raggio di sole attraversi le nostre esistenze.
Accogliere la vita come un dono prezioso, dispensatrice di prosperità allontana dai pensieri tossici e ci permette di rimetterci in gioco con fiducia.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall'avvocato Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riferita all’utilizzo della videosorveglianza anche in ambiente lavorativo. Ecco la risposta dell’avvocato Pantana alla domanda posta da un lettore di Civitanova Marche che chiede: "A quale responsabilità va incontro il datore di lavoro che installa la videosorveglianza nel proprio ambiente lavorativo senza alcuna preventiva autorizzazione?"
Il caso di specie ci offre la possibilità di fare chiarezza riguardo ad una pratica sempre più utilizzata dai datori di lavoro, ma in alcuni casi senza le dovute accortezze. Difatti, l’articolo 4 della L. n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) prevede nello specifico quanto segue:
1. È vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori
2. Gli impianti e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna. In difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l'Ispettorato del lavoro, dettando, ove occorra, le modalità per l'uso di tali impianti
Pertanto, la videosorveglianza nell’ambito dei luoghi di lavoro e più in generale l’utilizzo di strumenti dai quali consegua la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei prestatori di lavoro, può avvenire unicamente per esigenze di carattere organizzativo, produttivo, relativo alla sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale.
All’installazione può procedersi solo previo accordo collettivo stipulato con la rappresentanza sindacale unitaria o aziendale ovvero dopo aver richiesto l’autorizzazione all’Ispettorato del lavoro, in difetto del quale scatteranno possibili sanzioni penali.
A tal proposito, l’orientamento ormai consolidato della giurisprudenza di legittimità riguardo tale fattispecie incriminatrice è integrata anche quando, in mancanza di accordo con le rappresentanze sindacali e di provvedimento autorizzativo dell’autorità amministrativa, la stessa sia stata preventivamente autorizzata per iscritto da tutti i dipendenti.
Infatti, il consenso del lavoratore all’installazione di un sistema di videosorveglianza, anche in forma scritta non vale a scriminare la condotta del datore di lavoro che abbia installato tale impianto in violazione delle prescrizioni dettate dalla normativa di riferimento.
Per tali ragioni in risposta al nostro lettore è corretto affermare che: "L’installazione di apparecchiature, dalle quali derivi anche la possibilità di controllo dell’attività dei lavoratori, deve sempre essere preceduta da una forma di accordo tra il datore di lavoro e le rappresentanze sindacali dei lavoratori, con la conseguenza che se manca tale accordo il datore di lavoro deve far precedere l’installazione dalla richiesta di un provvedimento autorizzativo dell’autorità amministrativa senza il quale andrà incontro alla relativa sanzione penale" (Cass., Sez. III Penale, sentenza n. 1733/20).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
"Sono rammaricata perché nel 2024, in una società all'avanguardia, sono ancora troppo presenti barriere architettoniche che comportano disagi non indifferenti nella vita di tutti i giorni". A segnalarlo è una cittadina di Civitanova Marche, Chiara Cozzi, residente in via IV Marine.
"Ho il privilegio di abitare fronte mare - spiega la lettrice in una lettera inviata alla nostra redazione -, ma la rampa di scale sita in Via Cristoforo Colombo, all'altezza dell'ingresso dello stabilimento balneare 'Santina', rende impossibile l'accesso con il passeggino e la mia bambina".
"Mi viene da pensare anche a chi è disabile ed è su una carrozzina, della serie oltre il danno anche la beffa. Qualche giorno fa ho mandato una pec al comune di Civitanova Marche per segnalare il fatto, ma non ho ricevuto alcuna risposta", conclude la cittadina.
Civitanova si prepara ad ospitare domenica 9 giugno la storica fiera del mare che, come tradizione, si svolge ogni anno la seconda domenica del mese di giugno, dalle ore 8:00 alle 20:00, sul lungomare Sergio Piermanni.
Sono circa 110 le bancarelle di abbigliamento, calzature, bigiotteria, casalinghi, prodotti alimentari che esporranno i propri prodotti all'interno degli stand che dovranno rispettare la recente disposizione studiata dal settore commercio del comune di Civitanova Marche per garantire ad operatori e pubblico un'occupazione dell'area più sicura ed efficiente.
Per l’occasione scatteranno alcune modifiche alla viabilità, con chiusura di entrambe le corsie del litorale sud dalle ore 5 alle ore 24 nel tratto tra l’intersezione con via Santorre di Santarosa e l’intersezione con via Bainsizza, comprese le aree di parcheggio.
Il traffico proveniente dal lungomare Piermanni - corsia est verrà deviato in Via Bainsizza e il traffico proveniente da Via Matteotti con direzione Lungomare Sergio Piermanni verrà deviato in Via Trento, sulla base dell’ordinanza pubblicata. L'organizzazione della fiera è curata dalla "Civitanova eventi sas".
Come ben sappiamo, la tecnologia ha fatto passi da gigante in praticamente qualsiasi ambito della vita quotidiana (e non). Siamo ormai abituati a vedere film e serie tv in streaming in una delle decine di piattaforme che tutti conoscono, a trascorrere tempo online sui siti che vanno da quelli dei giochi, dai browsergame fino alle slot machine per arrivare alle piattaforme di gioco come Steam o UbiPlay, o, semplicemente, a leggere degli articoli informativi sui portali tematici, tra le altre cose. La tecnologia, insomma, ha cambiato profondamente (ormai da anni) il modo in cui ci informiamo, giochiamo e trascorriamo il tempo. Nel medesimo momento, la tecnologia ha fatto passi enormi anche nella sua stessa applicazione a livello medico.
Sono infatti tantissimi gli strumenti che hanno aiutato – e continuano ad aiutare – medici e chirurghi durante esami e visite, così come nel corso delle operazioni. Questi miglioramenti sembrano essere soltanto all’inizio, per un futuro particolarmente roseo in cui le componenti meccaniche certamente saranno di maggiore aiuto per il benessere di un paziente. Ecco dunque alcuni esempi di innovazioni tecnologiche in campo medico-chirurgico.
Chirurgia robotica
Uno degli sviluppi più significativi è rappresentato dalla chirurgia robotica, con l’avvento di sistemi che consentono ai chirurghi di eseguire operazioni complesse con grande precisione. Tali strumenti sono dotati di bracci meccanici controllati attraverso una console, per affondare movimenti più precisi rispetto alla mano umana.
Chirurgia minimamente invasiva
Un altro grosso passo in avanti grazie alla tecnologia. Tecniche come laparoscopia ed endoscopia infatti permettono al chirurgo di operare con incisioni molto più piccole utilizzando, peraltro, anche coltelli al plasma e dispositivi di sutura laparoscopica per impedire maggiori danni ai tessuti, accelerando il processo post-operatorio.
Realtà aumentata
Anche l’AR e la VR stanno trovando applicazioni molto ampie nel campo della chirurgia. Alcune piattaforme, infatti, permettono di sovrapporre immagini 3D agli organi del paziente migliorando l’accuratezza e la precisione durante un intervento chirurgico. A proposito di 3D, anche questa tipologia di stampante sta entrando prepotentemente nell’applicazione medica. Le stampanti 3D infatti possono creare modelli tridimensionali di organi, per aiutare le scansioni e pianificare gli interventi più complessi, così come anche per la creazione di protesi su misura.
Intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale svolgerà un ruolo sempre più cruciale in questo campo, con algoritmi di apprendimento automatico che analizzeranno dati per assistere i medici nella diagnosi e nella pianificazione degli interventi, dando informazioni e raccomandazioni basate su evidenze scientifiche per migliorare anche la precisione diagnostica.
Laser
Un altro grande utilizzo in campo chirurgico è quello del laser, con i medici che li stanno utilizzando sempre di più vista la loro enorme utilità e anche la loro precisione. I laser infatti possono essere di varia tipologia e, tra le altre cose, aiutano a correggere difetti visivi o a trattare lesione cutanee con estrema e assoluta precisione.
La navigazione chirurgica
Uno degli aspetti più intriganti nell’ambito della tecnologia abbinata alla chirurgia è sicuramente quello dei sistemi simili ai GPS, cioè dei veri e propri sistemi di navigazione chirurgica per il corpo umano. Questa tecnica prevede l’utilizzo di sistemi che guidino i chirurghi durante gli interventi e risultano particolarmente utili soprattutto nell’ambito della neurochirurgia o dell’ortopedia.
Nanotecnologia
Anche la nanotecnologia sta iniziando a trovare applicazioni molto intense nel campo medico. Infatti i nanorobot possono essere utilizzati, per esempio, per trasportare farmaci direttamente a livello cellulare, riducendo quindi i potenziali effetti collaterali di essi e aumentando, al contempo, l’efficacia di ogni trattamento. Inoltre, alcuni materiali nanostrutturati vengono utilizzati per creare diverse tipologie di suture e impianti che agiscono in maniera più rapida nel processo di cicatrizzazione e guarigione.
La tecnologia, insomma, sta trasformando la chirurgia e continuerà a farlo sempre più, in modi che oggettivamente venivano considerati quasi impensabili. Nel corso degli anni, quindi, l’aspettativa è quella di una chirurgia sempre più sicura e con un abbattimento dei rischi particolarmente evidente.
La fine dell’anno scolastico è il momento di ringraziare le maestre per il loro immenso lavoro svolto durante tutto l’anno. La maestra infatti è molto di più di una semplice insegnante, è colei che si prende cura dei bambini per molte ore al giorno, li educa al rispetto, all’amore e all’amicizia, nasce un rapporto speciale che resterà nel cuore degli alunni per sempre.
Per i bambini, invece, la fine dell’anno scolastico, soprattutto nel passaggio dalle elementari alle medie è un momento molto delicato perché si ritrovano a dover abbandonare i luoghi e le persone care e fare un passo in avanti.
In questa situazione è bello che le maestre ricevano un regalo ma anche per i bambini è piacevole ricevere un ricordino da tenere con sé negli anni, per ricordagli gli istanti di felicità e spensieratezza vissuti con i compagni e le maestre.
Quando si sceglie un regalo per la fine della scuola, è importante considerare i gusti e le preferenze della persona che lo riceverà. Un regalo pensato con cura non solo mostra gratitudine, ma crea anche un legame emotivo duraturo.
Vediamo di seguito idee regalo per le maestre e per i bambini, partiamo con le prime.
Regali per le maestre
Tazza personalizzata. Una tazza con un messaggio affettuoso o con il nome della maestra è un regalo semplice ma sempre apprezzato. Ogni volta che berrà il suo tè o caffè, ricorderà con piacere i suoi alunni.
Agenda o Planner. Un’agenda elegante o un planner per organizzare l’anno scolastico successivo è un regalo utile e pratico. È possibile scegliere modelli personalizzati con il nome della maestra o con motivi decorativi particolari.
Gioielli. Un braccialetto o una collana con un ciondolo personalizzato, magari con il simbolo di un bambino è un regalo significativo e affettuoso che una maestra potrà indossare con orgoglio. Se cercate una gioielleria online affidabile GioiaPura fa al caso vostro con tantissime offerte e gioielli, accessori e occhiali da sole per ogni esigenza.
Cancelleria. La cancelleria nelle scuole non basta mai, penne, matite colorate, blocchi per appunti e altri articoli possono essere un regalo molto gradito, che fa capire alle maestre che sono stati interpretati i bisogni delle classi.
Buono regalo per una libreria. Le maestre apprezzano sempre nuove letture e materiali didattici. Un buono regalo per una libreria permette loro di scegliere ciò che più desiderano, sia per uso personale che professionale.
Regali per alunni
Libri. Un libro adatto all’età del bambino è sempre un’ottima scelta. Può essere un romanzo, un libro di avventure o una raccolta di racconti.
Giochi educativi. Puzzle, kit scientifici, giochi di costruzione e altri giochi stimolano la curiosità e l’ingegno dei bambini. Sono regali che combinano divertimento e apprendimento.
Kit per il disegno e la pittura. Colori, pastelli, acquerelli, pennelli e album da disegno sono perfetti per i bambini che amano esprimere la loro creatività attraverso l’arte. Un kit completo può ispirare nuove creazioni artistiche.
Set per il giardinaggio. Un piccolo set per il giardinaggio, con vasi, semi e attrezzi, può avvicinare i bambini alla natura e insegnare loro la cura delle piante. Vedere crescere i propri semi può essere un’esperienza educativa e gratificante.
Borse e zaini personalizzati. Una borsa o uno zainetto personalizzato con il nome o un disegno speciale è un regalo utile e unico. Può essere utilizzato per la scuola o per il tempo libero.
Puzzle e giochi di logica. Questi giochi stimolano il pensiero critico e la risoluzione dei problemi. Un puzzle con una bella immagine o un gioco di logica divertente può intrattenere i bambini e aiutarli a sviluppare abilità cognitive.
Sono giunti a conclusione i lavori che hanno interessato via Portanova nel comune di Tolentino. L’intervento, dall’importo totale di 893mila euro, è stato diretto dall’ingegner Gianluca Renzi (progettista) e ha avuto come collaudatore l'ingegner Paolo Musicanti. Alla realizzazione ha provveduto la ditta Nicola Papa Srl.
Le opere hanno trovato copertura tra quelle urgenti di messa in sicurezza e ripristino della viabilità delle infrastrutture interessante dagli eventi sismici del 2016. Per contrastare la principale criticità riscontrata nella fase post-sisma, ossia il dissesto della scarpata di valle con conseguente compromissione della stabilità del corpo stradale dovuta alle spinte da monte attivate con gli eventi sismici, è stata creata - come soluzione strutturale - una palificata.
I fondi messi a disposizione sono stati fatti confluire interamente nel tratto di maggior danneggiamento, in cui i danni del corpo stradale e del marciapiede a valle erano più che evidenti. "Durante l’esecuzione dei lavori, è stato possibile constatare e valutare lo stato di conservazione dell’intero tratto stradale di Via Portanova - evidenzia il Comune in una nota -. Al momente della rimozione del guardrail e della demolizione del marciapiede di valle, è stato apprezzato che la restante porzione del tratto della strada comunale ha subito le stesse azioni sismiche, generando un diffuso dissesto e disallineamento della struttura di sicurezza per il traffico del guardrail e, per quanto riguarda il marciapiede, la pavimentazione in masselli autobloccanti e i cordoli risultavano allo stesso modo sconnessi e non più planari”.
"Considerato il fatto che in questi tratti i danni sono localizzati solamente alle strutture di superficie, gli interventi di rifacimento hanno riguardato il marciapiede di valle, la sostituzione del guardrail e il rifacimento del manto stradale. Infine - si legge nella nota del Comune - si è provveduto alla sistemazione e messa in quota delle caditoie e l’estensione della nuova zanella, garantendo il corretto deflusso delle acque di superficie".
"Un intervento complesso che ha consentito il pieno recupero e la sistemazione funzionale di Portanova, una strada che collega due zone ad alta densità abitativa della città", chiarisce il sindaco Mauro Sclavi.
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Procedono i lavori di realizzazione della nuova rotatoria Costamartina, a Civitanova Marche, affidati dalla Provincia alla Pipponzi srl. Al momento sono stati completati il muro di sostegno a valle, la rete fognaria e il rilevato stradale, a breve si procederà con l'allargamento del ponticello che si trova nelle vicinanze e con la realizzazione del percorso pedonale che collega la piscina comunale con il parco del Castellaro.
Il progetto, per un importo complessivo di 950mila euro (di cui 550mila finanziati dalla Provincia e 400mila dalla Regione) prevede l'adeguamento dell'intersezione a raso esistente tra la strada provinciale 10 "Bivio delle Vergini - Civitanova", la strada comunale "Costamartina" e contrada San Domenico (l’unica strada d’accesso alla piscina comunale di Civitanova Marche) con la costruzione di una rotatoria dal diametro esterno di 38 metri.
Il progetto è stato realizzato dall’ingegner Matteo Giaccaglia, dirigente dell’ufficio viabilità della Provincia, con il supporto dell’ingegner Andrea Schiavoni (tecnico esterno). Il responsabile unico del procedimento, invece, è l'ingegner Piero Casucci dell’ufficio viabilità della Provincia.
"L'ente è consapevole di alcuni disagi alla viabilità dovuti a questi mesi di lavori e se ne scusa con gli utenti, ma l’intervento, una volta completato, permetterà di agevolare notevolmente la viabilità e di rendere più sicuro il transito delle auto", sottolinea in una nota la Provincia.
Organizzare una vacanza in famiglia con i bambini può sembrare difficile e stancante, ma con una pianificazione attenta e strategica, può trasformarsi in un'esperienza indimenticabile e piacevole per tutti.
Viaggiare con i piccoli richiede un po' più di preparazione e considerazione rispetto a un viaggio per soli adulti, ma vedere il mondo attraverso gli occhi dei bambini ripaga ampiamente ogni sforzo.
In questo articolo, vediamo quali sono i passi fondamentali per organizzare una vacanza di famiglia perfetta, dalla scelta della destinazione alla preparazione delle valigie e alla selezione del mezzo di trasporto più adatto.
Organizzare una vacanza in famiglia: la scelta della destinazione
La prima cosa da fare quando si pianifica una vacanza in famiglia è scegliere la destinazione giusta. La meta del viaggio deve essere adatta sia agli adulti che ai bambini, offrendo attività e attrazioni che possano coinvolgere tutta la famiglia. Ecco alcuni aspetti da considerare nella scelta della destinazione:
- Sicurezza e comfort: assicurati che la destinazione sia sicura per i bambini e offra servizi medici adeguati in caso di necessità. Verifica anche la disponibilità di strutture igieniche e l'accessibilità.
- Attività e attrazioni: cerca una destinazione che offra una varietà di attività per tutte le età. Parchi tematici, musei interattivi, spiagge attrezzate e parchi naturali sono ottime opzioni.
- Clima: considera il clima della destinazione durante il periodo del tuo viaggio. Evita destinazioni con climi estremi che potrebbero risultare scomodi per i bambini.
- Distanza: Valuta la distanza della destinazione e il tempo di viaggio. Se i tuoi bambini fossero molto piccoli, potrebbe essere meglio optare per una meta più vicina.
Valutare la giusta struttura: family hotel e altre opzioni
Una volta scelta la destinazione, è fondamentale trovare una struttura ricettiva che risponda alle esigenze della tua famiglia. I family hotel, ad esempio, come quelli che puoi trovare in Italia sul portale di prenotazione Alberghi.it sono una scelta eccellente, in quanto sono progettati per accogliere famiglie con bambini, offrendo una gamma di servizi dedicati.
Quando scegli l’hotel devi valutare diversi aspetti come le camere che devono essere spaziose e dotate di lettini, culle o letti aggiuntivi per i bambini. Inoltre, devi cercare un hotel che offra servizi come aree gioco, piscine per bambini, animazione e baby club.
Un buon family hotel avrà ristoranti con menu per bambini e seggioloni disponibili. Assicurati anche che l'hotel abbia misure di sicurezza adeguate, come recinzioni attorno alle piscine e aree giochi sicure.
Oltre ai family hotel, considera altre opzioni come appartamenti vacanza, agriturismi e campeggi, che possono offrire maggiore flessibilità e spazi più ampi per i bambini.
Organizzare le valigie con tutto il necessario per i bambini
Preparare le valigie per una vacanza in famiglia richiede una buona organizzazione. È importante portare con sé tutto il necessario per garantire il comfort e la sicurezza dei bambini durante il viaggio. Ecco una lista di ciò che non dovrebbe mancare:
- Abbigliamento: porta abbigliamento adeguato al clima della destinazione, includendo sempre qualche capo extra per eventuali cambi frequenti. Non dimenticare i costumi da bagno se vai al mare o in un hotel con piscina.
- Prodotti per l'igiene: porta pannolini, salviette umidificate, creme solari, prodotti per l'igiene personale e medicinali di base.
- Cibo e bevande: se i tuoi bambini hanno esigenze alimentari specifiche, porta con te snack e bevande che sai che gradiscono. Un thermos per l'acqua calda e un set di posate e piatti portatili possono essere utili.
- Giocattoli e intrattenimento: porta giochi, libri, tablet con cartoni animati o app educative per tenere occupati i bambini durante il viaggio e nei momenti di relax.
- Attrezzature speciali: se necessario, porta passeggini leggeri, marsupi, seggiolini auto e zaini porta-bambino.
Scegliere i mezzi di trasporto migliori
Infine, il mezzo di trasporto giusto può fare la differenza tra un viaggio stressante e un viaggio piacevole. La scelta dipende dalla distanza, dalla destinazione e dalle preferenze della tua famiglia. Ecco alcune opzioni da considerare:
- Auto: viaggiare in auto offre flessibilità e la possibilità di fermarsi quando necessario. Assicurati che i bambini siano comodi e sicuri nei seggiolini auto adeguati. Porta con te giochi e snack per intrattenere i bambini durante il viaggio.
- Treno: i viaggi in treno possono essere una scelta comoda, soprattutto per destinazioni non troppo lontane. I bambini possono muoversi più liberamente e ci sono meno restrizioni rispetto all'aereo. Verifica la disponibilità di sconti per famiglie e di servizi per bambini a bordo.
- Aereo: se la destinazione è lontana, l'aereo è spesso la scelta migliore. Prenota voli diretti quando possibile per ridurre i tempi di viaggio. Porta con te tutto l'occorrente per intrattenere i bambini e per garantire il loro comfort durante il volo.
Organizzare una vacanza di famiglia con i bambini richiede attenzione e pianificazione, ma seguendo questi suggerimenti potrai assicurarti che tutto vada per il meglio.
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La regione Marche, con D.g.r. n. 592/2024 e D.d.s n. 42/2024 ha definito criteri e modalità per l'anno 2023 ai fini del conseguimento del contributo regionale per interventi a favore di persone in condizione di disabilità gravissime di cui all'articolo 3 del D.M. 26/09/2016.
Entro il 10 luglio 2024 chi è in possesso dei requisiti stabiliti dalla Regione Marche può presentare domanda per il riconoscimento della condizione di disabilità gravissima alla Commissione Sanitaria Provinciale.
Per accedere al contributo, tutti coloro che sono riconosciuti in condizione di disabilità gravissima dovranno presentare apposita richiesta alla Regione Marche, tramite Comune, entro le ore 13:00 del 26 agosto 2024.
Per informazioni e modulistica consultare il sito comunale sezione “bandi e concorsi” – “bandi di benefici economici” - Ufficio Servizi Sociali Area disabilità tel. 0733/822235-36, mail: ssp.disabilita@comune.civitanova.mc.it.
La cultura della sicurezza sul posto di lavoro è un tema che merita di essere divulgato ampiamente e con la massima attenzione: per raggiungere questo scopo le imprese hanno la possibilità di rivolgersi a professionisti del settore come i consulenti del lavoro e i consulenti fiscali. Essi, in relazione alle specifiche competenze di cui dispongono, hanno l’occasione di informare a proposito degli adempimenti normativi che è necessario rispettare. Non solo: esistono obblighi anche di carattere assicurativo e previdenziale di cui i datori di lavoro devono essere consapevoli. Infine, questi professionisti possono porre l’accento sui fattori riguardanti la sicurezza sul lavoro che scaturiscono dalle prestazioni che vengono garantite dai soci lavoratori, dai tirocinanti e dai lavoratori che hanno sottoscritto un contratto di lavoro subordinato. È sempre opportuno mettere in evidenza che solo le imprese che si dimostrano attente alla sicurezza possono essere considerate credibili, sane e meritevoli di affidabilità.
Il valore della sicurezza sul lavoro
Sottolineare l’importanza di un corso rappresentante lavoratori sicurezza, elaborare in maniera appropriata un documento di valutazione dei rischi, eliminare i dispositivi di protezione individuale non più efficaci: sono tutti esempi di azioni e interventi che si possono mettere in atto per promuovere la sicurezza sul posto di lavoro. Attenzione, però: divulgare e diffondere la cultura della sicurezza non vuol dire dover erogare in prima persona i servizi di competenza di tale settore. Si tratta, più semplicemente, di sottolineare il valore e la necessità di rispettare le norme in vigore. Un’attenzione di questo tipo è indispensabile non solo in fase di assunzione dei lavoratori, ma addirittura prima, già quando si scelgono e si acquistano gli impianti, le attrezzature e i locali che saranno necessari per lo svolgimento delle mansioni lavorative.
La formazione e l’aggiornamento
Una volta che l’azienda è stata costituita, è indispensabile procedere con la valutazione dei rischi che caratterizzano il posto di lavoro: una valutazione che, come si può facilmente intuire, è strettamente correlata alle diverse mansioni che i lavoratori svolgeranno. Dopodiché, con la collaborazione di selezionati professionisti della sicurezza, si potrà elaborare il cosiddetto documento di valutazione dei rischi. Lo step successivo può essere individuato nella formazione delle varie figure che sono coinvolte nella sicurezza: non solo i lavoratori, dunque, ma anche i preposti e, nel caso in cui siano presenti, i dirigenti. Lo stesso dicasi per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, ove tale figura sia stata designata o eletta, per gli addetti alla gestione delle emergenze e per il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, quando è interno all’azienda.
Il ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
A tal proposito, è bene mettere in risalto la funzione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; i lavoratori devono essere informati per mezzo dei corsi di formazione obbligatoria, ma questo non vuol dire che non si possano scegliere anche altri strumenti, come per esempio delle circolari, utili fra l’altro per sottolineare la necessità (ma non l’obbligo, è bene chiarirlo) della nomina di tale rappresentante o fra i lavoratori o fra le rappresentanze sindacali, nel caso in cui esse siano presenti. La tipologia di formazione non è sempre la stessa, ma varia in funzione di diversi aspetti, a cominciare dalle mansioni che vengono svolte dai lavoratori e dalla classificazione aziendale. Oltre alla formazione iniziale, sono richiesti anche degli aggiornamenti, la cui periodicità è diversa in base al corso che viene svolto: nel caso dei preposti la cadenza è di una volta ogni due anni; nel caso degli addetti al primo soccorso è di una volta ogni tre anni; nel caso dei lavoratori è di una volta ogni cinque anni).
Le soluzioni di Progetto81
Visitando il sito web https://www.progetto81.it/ è possibile scoprire tutte le soluzioni che Progetto81, azienda specializzata nella consulenza e nell’erogazione di corsi per la sicurezza sul lavoro, mette a disposizione delle aziende. Grazie a uno staff di professionisti ed esperti che erogano docenze specializzate, Progetto81 si propone come il punto di riferimento per tutti i datori di lavoro che devono garantire ai propri dipendenti una formazione adeguata: non solo per rispettare le norme in vigore ed evitare sanzioni, ma per assicurare il benessere di tutti i lavoratori presenti in azienda.
La comunicazione vera avviene quando nella nostra essenza viviamo il momento presente con l'altro; è un atto di presenza a noi stessi che ci permette di entrare in relazione al di là delle parole; è una questione di cuore, di occhi, di ascolto e di vibrazioni.
Questo concetto è magistralmente espresso dalle parole dello psicoterapeuta Fritz Perls che così scrisse:
"Se avete orecchio,
dell’altro sapete già tutto,
non avete bisogno di ascoltare quello che la persona vi dice, ascoltatene il Suono.
Per - Sona: Mediante Il Suono
Il Suono dice Tutto"
Stiamo parlando di un ascolto empatico, con il quale si cerca di comprendere cosa prova l'altro, senza interrompere, giudicare o provare a fargli cambiare idea, dove ognuno espone il suo punto di vista nel rispetto altrui con accettazione autentica.
Nella quotidianità, quando siamo disponibili con gli altri, ci fermiamo ad ascoltare le parole, ma ciò non basta a comprendere veramente; dietro alle parole, a volte, si nascondono ulteriori realtà che le persone stesse non hanno il coraggio di esprimere o di cui non sono consapevoli. Se vogliamo conoscere veramente l’altro oltre le barriere della mente, dobbiamo prestare attenzione al tono della voce, ai silenzi, agli sguardi, alle minime espressioni del viso, ai gesti ed ai movimenti.
In una comunicazione sana oltre all'ascolto diamo valore alle parole che pronunciamo, prima di parlare chiediamoci se ciò che stiamo per dire è utile, vero, onesto e gentile. Abbiamo una grande responsabilità, perché ogni parola andrà ad influenzare la mente, lo stato emotivo ed il corpo degli altri, è come un alimento che può portare benessere ma può anche avvelenare.
Ci viene richiesta coerenza tra cuore e verbo, se le parole non sono collegate alla coscienza, sono solo parole vuote, parole che non nutrono l’anima; quando sono il frutto di un dolore e dirette a ferire volontariamente, non danno vita ad una comunicazione consapevole e costruttiva, sono parole dettate dal nostro ego, lontane dalla nostra essenza più autentica.
Allora soffermiamoci a riflettere un attimo prima di parlare, possiamo imparare a dire ciò che vogliamo con assertività, esprimendo i nostri pensieri e le nostre emozioni con le giuste parole, scegliendo il momento più opportuno.
La parola è un dono prezioso che ci è stato concesso, facciamo in modo che rappresenti uno strumento di crescita personale e di relazione, così da portare gentilezza ed armonia nella nostra vita.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili ai rapporti tra condomini che spesso e volentieri vanno a deteriorarsi per comportatemi incivili di alcuni nei confronti di altri.
Il caso di specie scelto è di un lettore di Macerata che chiede: "A quale responsabilità può andare incontro il condomino che si atteggia amministratore ed arriva fino ad incutere terrore negli altri inquilini?".
A tal proposito risulta utile portare un caso giuridico giunto sino ai banchi della Cassazione che riguarda il caso tipico di "persecuzioni in ambito condominiale" contro alcuni condomini, definiti ripetutamente come "incivili" dall'autore delle molestie.
Nello specifico, la Corte ha annullato la decisione del tribunale che, nel sottovalutare le prove raccolte, aveva derubricato il delitto di atti persecutori nella contravvenzione di cui all'articolo 660 del codice penale: per costante orientamento della Cassazione, infatti, il discrimen fra il delitto di cui all'articolo 612-bis del codice penale e il reato di molestie è costituito dal diverso atteggiarsi delle conseguenze della condotta, configurandosi il delitto di atti persecutori "qualora le condotte molestatrici siano idonee a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia ovvero l'alterazione delle proprie abitudini di vita".
Mentre sussiste il reato di cui all'articolo 660 del codice penale nel caso in cui le molestie si limitino ad infastidire la vittima del reato (ex multis, Cass. n. 23375 del 10/07/2020; Cass. n. 15625 del 09/02/2021). A ciò si aggiunge il fatto che, nel caso di specie, alle "molestie" si sono affiancati altri comportamenti oppressivi, come i danneggiamenti, gli imbrattamenti e le minacce, tipicamente espressivi del delitto di cui all'articolo 612-bis del codice penale.
Inoltre, la contravvenzione di molestia o disturbo alle persone reca quale elemento costitutivo del reato la commissione del fatto "in luogo pubblico o aperto al pubblico ovvero col mezzo del telefono", circostanze insussistenti nel caso di specie, in cui il contegno invasivo e prevaricatore era riservato ai rapporti interpersonali nel contesto di un condominio privato. Insomma: non è possibile derubricare il delitto di stalking nella contravvenzione di molestie se la vittima entra in uno stato di perdurante ansia e modifica le proprie abitudini di vita a fronte delle condotte reiterate dell'imputato.
Pertanto, in risposta al nostro lettore, risulta corretto affermare che, "le minacce o le molestie ripetute vanno punite come atti persecutori a norma dell'articolo 612-bis del codice penale quando creano uno stato di ansia che pervade la vita della persona posta nel mirino del molestatore, finanche arrivando al punto di modificarne le normali abitudini" (Cass. Pen., Sez. V, sentenza n. 21006/2024).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Non può passare inosservata la passione degli italiani per lo sport: i numerosi portali verticalizzati, i giornali cartacei e persino le news al telegiornale hanno messo in evidenza la tendenza. Il calcio resta in cima alle preferenze ma subito a seguire troviamo tennis, ciclismo e tutti gli sport motoristici. Nonostante l’estate comporti un leggero e fisiologico rallentamento di appuntamenti per la meritata pausa e le ferie, sono tantissime le date di interesse che terranno vivo il settore durante l’estate: basti pensare agli europei di calcio che si disputeranno in Germania.
Scommesse sportive: gli ultimi dati svelati dal Libro Blu
Per i dati relativi al 2024 dobbiamo attendere analisi più approfondite ma la curva relativa alle scommesse sportive si mostra in crescita. Le anticipazioni, infatti, confermano quello che è stato l’andamento del 2023. Lo scorso anno un +12,5% ha segnato le scommesse online, in modo particolare nel campo sportivo. La spesa italiana ha raggiunto gli 1,5 miliardi di euro, una cifra da capogiro.
Un dato interessante, però, riguarda le modalità: se rimane stabile il betting in agenzia, l’aumento più rilevante è legato al digitale. L’ambito è trainato da alcuni fattori come la rapidità di puntata e la possibilità di ottenere bonus scommesse sportive, mentre le interfacce altamente intuitive fanno in modo di migliorare la user experience anche da mobile.
Secondo le prime ricerche relative all’anno in corso, il podio delle città più attive non sembra essere cambiato: a guidare la top 5 ci sono Napoli, Roma e Milano con un totale di spesa di oltre 321 milioni di euro giocati e vincite superiori ai 2 miliardi di euro.
I dati, condivisi all’interno del Libro Blu, sono studiati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e hanno lo scopo di mostrare nel dettaglio le entrate economiche collegate a diversi settori, tra cui quello del gioco.
Quali sono i 5 sport su cui si scommette di più in Italia
Il cliché degli italiani appassionati di calcio non passa mai di moda e persino il Libro Blu lo conferma. I dati relativi alle scommesse sportive sono in crescita, ma quali sono gli sport su cui si scommette di più?
In cima alla lista non poteva che esserci il calcio con un palinsesto così ampio da comprendere sia appuntamenti top legati a Serie A e Champions che campionati di nicchia.
Al secondo posto? Una passione recente è il tennis che sembra andare a sostituire quella per il volley. Si può dire con certezza che il fenomeno italiano Sinner abbia contribuito a favorire l’amore per la racchetta: basti pensare che, oltre al betting, sono aumentati esponenzialmente i giovani interessati a praticarlo.
Non manca l’attenzione per i cavalli: le corse attirano chi ama lo studio strategico, appassionando generazione dopo generazione. Una recente novità è invece l’atletica leggera, che ha registrato un aumento costante di scommesse dopo le ultime Olimpiadi di Tokyo.
A concludere la top 5 troviamo gli sport su due e quattro ruote. Gare di Formula 1 con fenomeni come Leclerc e Max Verstappen e il calendario Moto GP sono solo alcuni esempi di appuntamenti seguitissimi e più rilevanti per i Bookies.
Non si scommette solo su chi vince
Non si scommette più solo sul possibile vincitore: nell’ambito calcistico, per esempio, si può puntare sul numero di cartellini gialli o rossi che verranno dati durante una partita, sulle possibilità di autogol o persino sull’intervento del VAR.
Gli eventi sportivi protagonisti del 2024
Il 2024 ha un calendario fittissimo di appuntamenti; alcuni di questi si sono già svolti mentre altri devono ancora iniziare. Ma quali sono quelli più rilevanti che hanno attirato l’attenzione dei bookies?
Gli appassionati di calcio probabilmente ricorderanno il mese di gennaio per la coppa delle nazioni africane che, in Costa d'Avorio, ha visto gareggiare 24 squadre per contendersi il titolo di campione del continente. Il vero protagonista dell’inizio dell’anno è stato però il Super Bowl dedicato al football americano.
Nei mesi successivi è il pallone a dominare la scena: dal betting sul vincitore dello scudetto conquistato dall’Inter al trionfo dell’Atalanta nell’Europa League, sotto l’occhio incredulo di moltissimi appassionati.
L’estate, e più precisamente il periodo dal 14 giugno al 14 luglio, sarà invece dominata dall’Euro 2024 in cui 24 squadre si sfideranno per la coppa di Campioni d’Europa. Francia, Inghilterra e Germania sembrano essere i favoriti alla vittoria, ma tutto dipenderà dalle abilità in campo.
Un’alternativa al calcio? Gli appassionati di atletica saranno lieti di assistere dal 26 luglio all’11 agosto ai giochi olimpici che si svolgeranno a Parigi: tra le discipline da non perdere ci sarà la vela.
Nuova regolamentazione della viabilità nella zona di via Pantaleoni, a Macerata. Dal prossimo 3 giugno, infatti, prenderà il via la cosiddetta fase 4/bis dei lavori di demolizione degli edifici terremotati, che verrà attuata in base alle necessità che si sono venute a creare nel corso della realizzazione della palificata.
Per questo motivo dal prossimo 3 giugno, fino al 3 luglio, verrà attuata nuovamente la chiusura della parte iniziale di via Zorli, come accaduto recentemente per la demolizione degli ultimi due gruppi di palazzine. L'ordinanza della polizia locale prevede dal 3 luglio al 3 agosto, con orario 0-24, in:
- via Zorli: disattivazione temporanea dell’impianto semaforico che si trova in prossimità dell’intersezione con via della Pace, divieto di sosta con rimozione coatta dall’intersezione con via Maffeo Pantaleoni al civ. 21 ambo i lati, eccetto diversamente abili muniti di contrassegno, istituzione del limite massimo di velocità 30km/h nel tratto interessato dai lavori, dal civico 5 a via M. Pantaleoni, istituzione temporanea del doppio senso di circolazione regolato con senso unico alternato a vista con precedenza per i veicoli in uscita su via Maffeo Pantaleoni, istituzione temporanea del doppio senso di circolazione regolato con senso unico alternato a vista dall’intersezione con precedenza per i veicoli in uscita su via della Pace (lato rampa di uscita con semaforo) per i civici dal 23 al 51, dall’ 82 al 98 e contrada Pace dal 45 al 47.
E ancora diritto di precedenza nei sensi unici alternati per i veicoli che si immettono in via coniugi Zorli da via Maffeo Pantaleoni, istituzione di dare precedenza nei sensi unici alternati per i veicoli in uscita che si immettono in via Maffeo Pantaleoni e via della Pace, di stop dare precedenza per tutti i veicoli che da via Coniugi Zorli si immettono all’intersezione in via Maffeo Pantaleoni e in via della Pace, di “direzione obbligatoria a destra” verso via Maffeo Pantaleoni per tutti i veicoli provenienti dal tratto senza sbocco di via Coniugi Zorli, di divieto di transito per tutti i veicoli, nel tratto interessato dai lavori, eccetto mezzi della ditta operante nel cantiere e di “direzione obbligatoria a destra” nell’intersezione per tutti i veicoli che da via Coniugi Zorli e C.da Pace si immettono in via della Pace;
- via Maffeo Pantaleoni, "tratto compreso tra il civico 77 ed il civico 111": divieto di sosta con rimozione coatta su ambo i lati del tratto interessato dai lavori dal civico 77 fino all'area di sosta adiacente l’istituto scolastico “E. Fermi” compresa, istituzione di limite di velocità max in 30 km/h; restringimento asimmetrico di carreggiata nel tratto interessato dai lavori, istituzione del senso unico alternato nel tratto interessato dai lavori;
- traversa Maffeo Pantaleoni (ex mulino Vignati): direzione obbligatoria a sinistra per tutti i veicoli che si immettono in via M. Pantaleoni con direzione via della Pace, quando la lanterna semaforica è in fase lampeggiante, istituzione di segnaletica orizzontale e verticale di “stop”, inversione del senso di marcia del parcheggio “Le Spighe” con ingresso da via M. Pantaleoni e uscita su traversa Pantaleoni;
- via san Michele Arcangelo: direzione obbligatoria a destra per tutti i veicoli eccetto residenti delle vie: Panati, Bianchini, Luchetti, Guidi e contrada Pace civici 41/42/48/49;
- via della Pace intersezione borgo san Giuliano: obbligo di proseguire dritto per tutti i veicoli con m.c.p.c. > 3,5 t, autobus urbani ed extraurbani, autocaravan e veicoli con al seguito il rimorchio, direzione obbligatoria a destra per tutti veicoli, eccetto quelli indicati al punto precedente, istituzione di 2 fermate bus urbano in prossimità dell’istituto scolastico “E. Fermi” su ambo i lati.
Vienna, capitale dell'Austria, è una città ricca di storia, cultura e bellezze architettoniche. Con la sua vasta gamma di attrazioni, dai palazzi imperiali ai musei di fama mondiale, Vienna è una destinazione da sogno per molti viaggiatori. Mentre il sistema di trasporto pubblico della città è eccellente, il noleggiare auto a Vienna offre numerosi vantaggi che possono arricchire e semplificare la vostra esperienza di viaggio. Ecco alcuni motivi per cui conviene noleggiare un'auto quando si visita Vienna.
Libertà e flessibilità
Uno dei principali vantaggi del noleggio di un'auto è la libertà di esplorare la città e i dintorni al proprio ritmo. Senza dipendere dagli orari dei trasporti pubblici, si ha la possibilità di partire quando si vuole e di cambiare itinerario in qualsiasi momento. Questa flessibilità è particolarmente utile se si desidera visitare attrazioni fuori dal centro città, come il Castello di Schönbrunn, il Bosco Viennese o i vigneti lungo la famosa Strada del Vino.
Comodità e confort
Noleggiare un'auto offre un livello di comodità che i mezzi pubblici non possono eguagliare. Che si tratti di viaggiare con bambini, anziani o semplicemente di voler evitare la folla, un'auto privata garantisce un viaggio più rilassante e confortevole. Inoltre, si ha la possibilità di trasportare bagagli e acquisti senza problemi, rendendo più piacevole l'esperienza di shopping o di visita ai mercati locali.
Accesso a destinazioni rurali e pittoresche
Vienna è circondata da splendidi paesaggi e pittoreschi villaggi che meritano di essere esplorati. Con un'auto a noleggio, si può facilmente raggiungere destinazioni come la Valle del Danubio, famosa per i suoi vigneti e castelli, o la regione del Salzkammergut, con i suoi laghi cristallini e le montagne maestose. Questi luoghi, spesso difficili da raggiungere con i mezzi pubblici, diventano accessibili e offrono esperienze indimenticabili lontano dalla folla turistica.
Risparmio di tempo
Sebbene il trasporto pubblico di Vienna sia noto per la sua efficienza, ci sono situazioni in cui noleggiare un'auto può far risparmiare tempo prezioso. Ad esempio, se si dispone di un programma serrato o si devono visitare più attrazioni in un solo giorno, un'auto permette di spostarsi rapidamente da un luogo all'altro senza attendere treni o autobus. Inoltre, per chi arriva all'aeroporto di Vienna-Schwechat, noleggiare un'auto direttamente in aeroporto consente di iniziare immediatamente il proprio viaggio senza dover attendere trasferimenti o taxi.
Esplorazione personalizzata
Con un'auto a disposizione, è possibile pianificare un itinerario completamente personalizzato. Si può decidere di fermarsi in piccoli villaggi lungo il percorso, visitare luoghi meno conosciuti e godersi la campagna austriaca in tutta tranquillità. Questo tipo di esplorazione personalizzata offre un'esperienza più autentica e soddisfacente rispetto ai tour organizzati o ai tragitti predefiniti dei mezzi pubblici.
Opportunità di scoprire gemme nascoste
Noleggiare un'auto permette di scoprire gemme nascoste che spesso sfuggono ai turisti. Piccoli caffè, ristoranti tipici, negozi di artigianato e scorci panoramici mozzafiato possono essere facilmente trovati esplorando strade secondarie e quartieri meno turistici. Queste scoperte casuali possono trasformare un semplice viaggio in un'avventura indimenticabile.
Conclusione
Il noleggiare auto a Vienna offre numerosi vantaggi che possono migliorare significativamente l'esperienza di viaggio. La libertà di esplorare a proprio piacimento, la comodità di un mezzo privato, l'accesso a destinazioni rurali e pittoresche, il risparmio di tempo e l'opportunità di scoprire gemme nascoste rendono il noleggio di un'auto una scelta conveniente e pratica. Per i viaggiatori che desiderano vivere Vienna e i suoi dintorni in modo autentico e personalizzato, noleggiare un'auto rappresenta senza dubbio una soluzione ideale.