"L'oro più commovente fra tutti quelli che hanno illuminato la nostra storia sportiva". Così il numero uno del CONI regionale, Fabio Luna, subito dopo la conferma della vittoria del campione anconetano, Gianmarco Tamberi, nel salto, ai Giochi di Tokyo 2020 (Leggi qui).
Sulla notizia, arrivata mentre il Presidente era in visita ai campionati italiani di Tiro a Volo, tuttora in corso nel maceratese, Luna ha commentato: "Ho visto in diretta la gara di Gimbo e quindi non ho dovuto attendere per esultare con tutto l'entusiasmo. Le vivissime congratulazioni che rivolgo a Tamberi vorrei arrivassero prima all'uomo e subito dopo all'atleta per tutti gli scogli che ha dovuto superare negli ultimi anni di attività e per come ha saputo reagire, senza mai perdere di vista il proprio obiettivo. Spero quindi che, di questo successo, ai marchigiani resti memoria non solo da un punto di vista sportivo ma anche morale, Tamberi è un esempio per tutti di come ci si debba rialzare anche quando cadiamo.
Infine, mi piace pensare che un oro vinto nella disciplina olimpica più antica, come l'atletica leggera, porti ulteriore motivazione, consapevolezza e progresso all'interno del nostro movimento sportivo, che lavora a livelli sempre più elevati".
“Per noi è un orgoglio - commenta Simone Rocchetti, presidente del Comitato regionale FIDAL Marche - e una grandissima soddisfazione. Finalmente Gimbo ce l’ha fatta. Forse in pochi se lo aspettavano, dopo le ultime prestazioni, ma Tamberi nei momenti importanti riesce a tirare fuori qualcosa in più con il suo carattere, per centrare l’obiettivo. A lui vanno i complimenti di tutto il Comitato regionale. È un momento esaltante, siamo davvero contenti. Al suo rientro, lo aspettiamo per festeggiare insieme. Dopo questo trionfo, a breve è previsto l’inizio dei lavori al Palaindoor di Ancona, dove nascerà una palestra dedicata al salto in alto. Ma in generale il suo successo potrà essere un trampolino di rilancio per tutta l’atletica”.
Le congratulazioni a Gianmarco Tamberi sono arrivate anche da parte del presidente regionale, Francesco Acquaroli, e dal sindaco di Civitanova Marche (città natale del campione) Fabrizio Ciarapica.
Nella giornata di ieri (sabato 31 luglio), all’Helvia Recina di Macerata, si sono svolte le gare di atletica paralimpica valide per i CDS Fispes, per la Coppa Italia Lanci Fispes e come prova Fisdir.
Complessivamente iscritti 28 atleti in rappresentanza di 5 società, con l’Anthropos a dettar legge grazie ai suoi 21 iscritti, tra cui alcuni fuoriclasse pronti per i prossimi Giochi paralimpici di Tokyo: Assunta Legnante e Ndiaga Dieng, ma anche Giuseppe Campoccio (Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa che nelle competizioni a squadre veste i colori dell’Anthropos) e Niccolò Pirosu (Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre che nelle competizioni a squadre veste i colori dell’Anthropos) con la sua guida Osaremen G. Ozigbo.
Non sono mancate performance di altissimo livello come i due nuovi primati italiani di Giuseppe Campoccio, categoria F34, nel getto del peso con 10,06 metri e nel lancio del disco con 24,75 m (5^ prestazione mondiale dell’anno) e con il nuovo, straordinario, record europeo di Assunta Legnante, categoria F11, nel lancio del disco con metri 39,03 che la conferma primatista mondiale di specialità nell’anno e favorita per l’oro paralimpico.
Ottime, tra gli altri, le prestazioni di Niccolò Pirosu, con la guida Ozigbo, al personale nei 400m piani con il tempo di 56”64, di Luigi Casadei, recente campione del mondo nel giavellotto che, conferma gli oltre 53 metri nella specialità, ma che innalza il suo personale nel peso a 10,06 m.
Tutti questi risultati e gli altri andranno nella classifica dei Campionati di Società e di Coppa Italia Lanci 2021 della Fispes.
Per la buona riuscita dell’evento l’Anthropos ringrazia "l’Amministrazione Comunale di Macerata per la concessione dell’impianto, l’Atletica Avis Macerata per il supporto logistico, la Fidal Marche per la giuria e regolarità di gara, la Ficr Marche, la Croce rossa Macerata ed i volontari presenti in una giornata di caldo intenso".
Il presidente Nelio Piermattei: “È l’ultimo evento ufficiale prima di Tokyo. Ora penseremo solo alle Paralimpiadi e ai nostri 3 rappresentanti, peraltro gli unici marchigiani, Legnante, Farroni e Dieng. Ci stringeremo emotivamente intorno a loro pronti ad abbracciarli, comunque vada, al loro ritorno”.
È un Gianmarco Tamberi da urlo quello che conquista la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Tokyo. Il saltatore anconetano sale sul gradino più alto del podio in coabitazione con il qatariota Barshim volando sino a quota 2.37 senza errori. Il sogno si avvera cinque anni dopo il terribile infortunio che gli impedì di partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
LA GARA - Tamberi fa il suo ingresso nella finale alla misura di 2.19, saltata senza difficoltà e in bellissimo stile alla prima opportunità. Riesce al primo colpo anche il superamento della quota di 2.24, sebbene dall'espressione del viso il marchigiano non appaia del tutto soddisfatto del suo salto. L'asticella resta illibata anche a 2.27 e 2.30.
Al primo tentativo arriva anche il superamento della quota di 2.33, così come il bielorusso Nedasekau (che ha, però, un errore a 2.19) e il qatariota Barshim.
Si arriva sino a 2.35 e Tamberi riesce ad ottenerla - anche in questo caso - al prima tentativo: l'asticella si muove, colpita dal tallone di Gianmarco, ma non cade.
Il finale è thrilling visto che sia Nedasekau che Barshim riescono a superare la soglia del 2.37 al primo colpo. Gianmario, però, non accusa la pressione e li imita. Tutto si decide a 2.39, misura che nessuno riuscirà a superare.
A Barshim e Tamberi non resta che decidere se tutto si deciderà agli spareggi o se entrambi vogliano condividere l'oro. Propendono per la seconda ipotesi: la grande festa di Tamberi può iniziare, tra tantissime lacrime di gioia e un commosso "Non ci credo!" urlato al mondo.
"È pazzesco, ho sentito il cuore che mi esplodeva, un’emozione così forte non l’avevo mai provata - urla, grida, abbraccia chiunque gli capiti vicino - fino all’altro ieri non sapevo nemmeno se ne fosse valsa la pena. Se fosse stato giusto tutto quello che ho fatto, tutte le lacrime versate. Vincere un oro olimpico, dopo quell’infortunio tremendo a pochi giorni dalle Olimpiadi di Rio, vale più di qualsiasi altra cosa”.Se lo sentiva. Lo voleva. Lo aspettava come si attende qualcosa di prezioso, di raro. “Non vedevo l’ora di fare questa finale, sapevo che qualcosa di magico sarebbe successo. È stato il punto fisso il giorno stesso che ho iniziato la riabilitazione. È stato il mio mantra. Ogni difficoltà, ogni momento in cui le cose non funzionavano mi dicevo… ‘Gimbo, dovrà funzionare quel giorno, solo quel giorno, il resto non importa’. Sapevo che c’era la possibilità di riuscirci. Così è stato”.
Un oro condiviso con un altro fenomeno. Un campione vero, come Gimbo. Un amico leale e presente, che non è mai mancato nei momenti di sconforto. Anche per Barshim un percorso senza errori a 2,37, poi tre tentativi senza successo a 2,39. A quel punto, in un altro mondo sarebbe stato spareggio. Non nel mondo di Gimbo e Mutaz: “Per me è un grande amico, non ho mai nascosto che sia il più forte saltatore di tutti i tempi, ed è l’unico che insieme a me è passato attraverso un infortunio tremendo. Vederlo saltare e vincere l’oro olimpico insieme a me è la cosa più bella che potesse capitare. Chissà quante volte ci siamo detti… ‘t’immagini cosa sarebbe salire sul podio olimpico insieme?’. È successo. Non c’è stato bisogno di parlarci, c’è bastato guardarci e darci un abbraccio. Nessuno dei due voleva togliere all’altro la gioia più immensa della propria vita. Perché entrambi siamo passati in un vortice che ti risucchia, infortuni tremendi. Ho passato anni terribili e non ho mai voluto accontentarmi di un piccolo traguardo. Ho sempre pensato all’oro olimpico. Mai, in questi anni, mi accontentavo di ciò che avevo raggiunto. In quello sguardo è esplosa la nostra emozione infinita”.
Gimbo, infinitamente Gimbo, nell’Olimpo a 29 anni. “Non vedevo l’ora di provarci - prosegue Tamberi, neo entrato in Fiamme Oro, un fiume in piena prima di correre ad abbracciare papà Marco, artefice, al suo pari, di questo trionfo senza precedenti - Era soltanto il momento di tirar fuori Gimbo. Non Halfshave, non mezza barba, non i capelli bianchi. Niente di tutto questo. Semplicemente Gimbo. Semplicemente me stesso. Insieme a tutte le persone che mi hanno sostenuto, la mia ragazza, i miei amici, il mio team sanitario, tutta l’Italia. Ho passato notti insonni. Oggi mi rendo conto che ne è valsa la pena, un sogno che è diventato realtà”.
Dentro questa medaglia, c’è fame di vittoria, orgoglio, riscatto. “In questi cinque anni ho deciso di mettere lo sport davanti alla mia vita. E anche Chiara, la mia ragazza, ha deciso di mettere lo sport davanti alla sua vita. Le difficoltà e le lacrime sono state veramente troppe. Prima della gara, Chiara mi ha scritto in un messaggio: era tesissima, aveva paura, sperava sarebbe andata come sognavo. Io le ho risposto ‘tu goditi la gara, al resto ci penso io’. Sapevo che c’era una fiamma, una magia che sarebbe venuta fuori. E si è vista”.
Qualcuno, tra i tanti giornalisti italiani in mixed zone per cogliere ogni istante di questa notte sensazionale, guarda già avanti: “Parigi 2024 per confermarmi? Un passo alla volta. È la prima volta, nella mia vita, che voglio godermi qualcosa. I Mondiali di Portland del 2016 erano stati un passaggio: dovevo vincere quei Mondiali per sentirmi all’altezza di conquistare l’oro alle Olimpiadi a Rio. Ma non ho mai goduto davvero di una mia vittoria. Adesso voglio viverla fino in fondo”.Una notte così, l’atletica italiana non l’aveva mai vissuta. E probabilmente tutto lo sport azzurro, esploso di felicità in un primo-agosto-duemilaventuno immortale, davanti alla tv oppure in spiaggia. Due ori in un quarto d’ora o poco più: “Non ero nella pelle, non capivo cosa stesse succedendo, avevo vinto e stava per correre Jacobs. Piangevo, ridevo, ero in estasi pura. Quando si sono spente le luci per la presentazione dei 100 metri ho lanciato un urlo incredibile. Credo l’abbia sentito anche Marcell. È una giornata che l’Italia deve ricordare per sempre, soprattutto adesso che stiamo attraversando difficoltà enormi. Da questa serata dobbiamo trarre qualcosa di positivo: non bisogna mai demordere. Se ci credi, le cose si avverano”.
Tra i primi abbracci, quello con il presidente FIDAL Stefano Mei e con il presidente del CONI Giovanni Malagò. Da Palazzo Chigi arriva la chiamata del presidente del Consiglio Mario Draghi: “Mi ha fatto i complimenti e ha detto a me e a Marcell di andarlo a trovare appena torniamo in Italia. Abbiamo fatto la storia. Due ori in pochi minuti. Pazzesco. Pazzesco. Spero - anzi sono convinto - sia di stimolo per i prossimi italiani in pedana. Saranno gasatissimi. E io farò il tifo per loro”.Nel mare di emozioni, c’è spazio anche per qualche - pur rapida - valutazione tecnica: “Il mio salto più bello è stato il 2,35. Saltare tutto alla prima prova fino a 2,37 è qualcosa di unico. Ho dimostrato in questi anni che nelle gare importanti posso tirare fuori qualcosa di più. Ero sul pezzo. La gara era la mia. L’Olimpiade era la mia. Volevo viverla ogni secondo, dal punto di vista mentale. E poco importa se da quello tecnico c’erano comunque delle imperfezioni. C’è margine. Ma non mi interessa adesso. Sono il campione olimpico. È tutto quello che volevo”.
(foto Giancarlo Colombo/FIDAL)
Ufficializzata la nascita della nuova associazione sportiva dilettantistica "Promos". La società nasce per iniziativa del giovane neo presidente Osvaldo Mattei e subentra all'Accademia Calcio Montefano. Medesimo è lo stadio in cui la squadra giocherà, il Comunale dell'immacolata.
L'obiettivo della società è molto chiaro, restituire il calcio ai giovani e agli appassionati: "questa realtà nasce per creare momenti di svago,di incontro e di sano sport per più ragazzi possibili" ci ha detto il Presidente, "abbiamo scelto di giocare al Comunale per la passione e la professionalità che circonda l'ambiente calcio di Montefano.
Già composto e a lavoro lo staff tecnico della squadra che militerà in terza categoria. A partire dall'allenatore, Marco Carlini, il vicepresidente Luca di Stefano e il direttore sportivo Paolo Paccamiccio, quest'ultimo in particolare impegnato a completare la rosa: "mi porto dietro" ci ha detto "almeno quindici giocatori dell'Accademia Calcio, ma sto lavorando agli ultimi innesti, in particolare ci mancano un portiere e una punta. In generale abbiamo bisogno anzitutto di gente veramente motivata che voglia lavorare a testa bassa per raggiungere gli obiettivi che la società si prefissa". E sull'obiettivo stagionale il direttore sportivo non si nasconde: " vogliamo salire di categoria, ecco perchè cerchiamo giocatori giovani ma anche di esperienza per creare quel mix giusto. Dal canto mio darò sempre il massimo per costruire una mentalità vincente portando la mia quasi cinquantennale esperienza nel mondo del calcio".
La società convivrà al Comunale con la S.S.D Montefano Calcio, squadrà che milita nel campionato d'eccellenza. Sul raporto con i colleghi unanime è il parere del Presidente e del direttore sportivo: "stiamo molto bene insieme, abbiamo la stessa idea di calcio. Speriamo di poter continuare questo sodalizio in una realtà come quella di Montefano ideale per poter svolgere al meglio il nostro lavoro.
La Med Store Macerata riparte da Angel Dennis. Il campione italo-cubano sarà al centro del progetto biancorosso anche nella stagione 2021/2022. Dopo il ritorno a Macerata avvenuto la scorsa estate con il trasferimento dallo Sporting Lisbona, Dennis ha ritrovato subito il feeling con la città e il Banca Macerata Forum, trascinando la Med Store nella seconda parte di stagione fino al terzo posto in classifica e alla finale dei Play Off.
Anche quest’anno sarà un punto fermo del roster del coach Di Pinto, con la sua grande esperienza da trasmettere ai giovani compagni e una carriera costellata di trofei di squadra e individuali. Con l’augurio di tornare al più presto al palazzetto, i tifosi potranno finalmente assistere dal vivo allo spettacolo offerto dal campione biancorosso, che, come nella passata stagione, infiammerà le gare della Med Store.
“Quella dello scorso anno è stata una bella esperienza”, le parole dell’opposto, “L’unico rammarico è non aver potuto giocare dall’inizio, poi però anche grazie al mio inserimento la squadra ha trovato la forma migliore. Abbiamo preso fiducia, giocato belle partite e messo in fila una lunga striscia di vittorie, peccato per la finale ma Motta si è confermata un temibile avversario e ha meritato la promozione. Credo comunque che per noi sia stato un buon risultato quello della finale play off, dopo una stagione difficile che ci ha insegnato tanto, tra il Covid e la mancanza di pubblico; ci aiuterà a ripartire quest’anno con una marcia in più”.
Intanto la Med Store Macerata si presenterà all’inizio del campionato con diversi nuovi innesti, cosa ne pensi del roster?
“La squadra è stata costruita bene e non vedo l’ora che cominci la preparazione. A questo punto sta a noi e al coach Di Pinto allenarci nel modo giusto per arrivare pronti; siamo una squadra competitiva e possiamo arrivare lontano. Con alcuni dei nuovi abbiamo giocato contro, sono giocatori interessanti: Longo lo abbiamo visto con l’Aurispa Libellula Lecce, ci ha messi in difficoltà durante le gare di play off e ci sarà di grande aiuto, prendendo il testimone di Monopoli. Lazzaretto mi è piaciuto subito, contro Porto Viro lo abbiamo studiato con attenzione, consapevoli che fermarlo ci avrebbe aiutato a vincere; ha concluso il campionato con numeri interessanti e insieme a me e Ferri possiamo dara vita ad un trio d’attacco temibile. Al centro poi è arrivato Robbiati, è forte e ha grande esperienza, potrà guidare i giovani compagni di reparto”.
A proposito di giovani, anche quest’anno sarai un punto di riferimento per la squadra.
“Cerco sempre di aiutare i ragazzi, già la scorsa stagione insieme a Monopoli e Calonico abbiamo offerto la nostra esperienza ai più giovani. Con Natale poi c’è una grande amicizia e abbiamo un ottimo feeling, ma anche quest’anno grazie ai nuovi innesti e ai giocatori confermati, si è creato un bel mix tra atleti giovani ed esperti. In più stavolta ci sarò dall’inizio del campionato, ora abbiamo il tempo di conoscerci e sono sicuro che i risultati arriveranno
Il giovane classe 2001 chiude la propria esperienza in biancorosso, dopo una stagione di crescita nel roster guidato dal coach Di Pinto. Per Daniele Risina lo scorso campionato ha rappresentato l’occasione di allenarsi insieme ai campioni e i giocatori di grande esperienza della Med Store, assaporando l’atmosfera della Serie A. Il giovane di Recanati era arrivato l’estate scorsa, dopo essere cresciuto nel settore giovanile della Lube e aver ottenuto con questa importanti riconoscimenti: un bronzo alle finali nazionali U16, due argenti nelle finali nazionali U18. Durante la stagione passata, Risina ha poi partecipato anche al campionato di Serie C, sotto la guida del coach Carlo Giacomini; insieme ad una squadra giovane ed ampiamente rinnovata, è riuscito a togliersi la soddisfazione di battere squadre di livello come la Lube e la Travaglini Pallavolo Ascoli. La società ringrazia quindi Daniele Risina, sicura che potrà proseguire con successo il proprio percorso di crescita e gli augura un sincero in bocca al lupo per le prossime avventure che lo attendono.
A Gargnano, sul versante Nord del Lago di Garda, gli esperti laseristi della categoria Master (28 nella categoria Radial) sono scesi in acqua per la “EurILCA Master European Championships”, il campionato europeo di categorie. Il tutto a cura del Circolo Vela Gargnano dal 23 al 29 luglio scorsi.
Brinda a un nuovo titolo, Alessio Marinelli, icona sportiva del Club Vela Portocivitanova a cui ha saputo regalare una lunga scia di successi fra classi olimpiche, derive, monotipo e imbarcazioni d’altura in oltre 30 anni di carriera agonistica.
Questo titolo era in assoluto uno dei più desiderati dal campione rosso-blu, che lo ha inseguito, sfiorandolo da vari anni. Finalmente, quest’anno è arrivato da un campo di regata a lui ben noto, come il Benaco, che in questa occasione non è stato tuttavia privo di insidie, fra venti sostenuti e maltempo.
In ogni caso il titolo continentale Marinelli lo ha portato a casa grazie a una performance di assoluto livello, uno score finale di 11 punti e 5 primati di manche sulle 8 disputate. L'olandese Freek De Miranda e il francese Sebastien Baudier lo hanno seguito sul podio in seconda e terza posizione.
L’italiana Giovanna Lenci ha conquistato il quarto posto della classifica generale, vincendo nel raggruppamento femminile.
Dopo il bronzo nel 2017 in Francia, l’oro vinto a Spalato (Croazia) 2021 e gli argenti del 2018 a Vigo (Spagna) e nel 2020 ad Andora, Marinelli finalmente ha archiviato la pratica dell'europeo in modo netto: «sono felicissimo per questo titolo, che mi sfuggito in varie occasioni, lo aspettavo da tempo per completare una sorta di collezione – scherza il neo campione continentale - Nonostante i mie 51 anni, che iniziano a farsi sentire, guardo già ai prossimi impegni agonistici con un obiettivo ancora più ambizioso, il campionato mondiale Laser Radial Master".
È andata in onda in diretta Facebook dallo stadio “Giovanni Paolo” II di Matelica l’emozionante presentazione della prima squadra e della maglia ufficiale dell’Ancona Matelica che sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato di Lega Pro.
A presentare l’evento, che ha visto sfilare tutti i protagonisti che nei prossimi mesi saranno impegnati dentro e fuori dal rettangolo verde, il noto conduttore Marco Moscatelli accompagnato da Taryn Piccinini, ex Miss Marche 2016 e testimonial del Giro d’Italia.
A fare gli onori di casa Roberta Nocelli, presidente del consiglio di amministrazione, amministratore delegato e direttore generale dell’Ancona Matelica, che ha rotto il ghiaccio.
“Sono molto soddisfatta. Già all’arrivo del pullman biancorosso, che è una mia creatura – ha dichiarato - mi sono emozionata. Il Patron Canil ha sempre un coniglio nel cilindro, è una di quelle persone serie che portano sempre a termine quello che hanno in mente. Sicuramente abbiamo intrapreso un’avventura difficile, siamo stati catapultati in una nuova realtà e in una piazza importante che già ha iniziato a farci sentire il suo calore. Proseguiremo portando avanti i nostri valori e speriamo che tutti possano comprendere la bontà del nostro progetto”.
Presenti le autorità, per la città di Matelica il sindaco Massimo Baldini, l’assessore alla cultura Giovanni Ciccardini e l’assessore allo Sport Graziano Falzetti, che hanno portato il saluto e la benedizione della comunità per questo nuovo e affascinante “viaggio” che la famiglia Canil, orgoglio del territorio e di tutte le Marche, ha deciso di intraprendere.
Proprio al tema del viaggio si è riallacciata il primo cittadino di Ancona Valeria Mancinelli che ha inviato un messaggio augurando “buon vento alla squadra” e lodando l’intelligenza, il coraggio e la lungimiranza del progetto appena nato. “Ragazzi, date sempre tutto, presto vi accorgerete che avrete una città intera al vostro fianco”, sono state le sue toccanti parole.
E’ stato poi il turno dell’assessore allo Sport del Comune di Ancona Andrea Guidotti, che tanto in questo primo periodo di lavoro si è prodigato per la buona riuscita del progetto.
“Ancona dal 15 Giugno sta vivendo un sogno – ha dichiarato – vi renderete conto presto di cosa il nostro tifo è capace e cosa sa trasmettere”.
In collegamento telefonico sono intervenuti a portare il loro saluto anche Eros Giardini, rappresentante dei Cuba, tifoseria moderata dell’Ancona e Angela Ausili delle tifose doriche NOI BIANCOROSSE, rinnovando la propria fiducia espressa alla Mole Vanvitelliana in sede di presentazione.
Il primo protagonista ad essere chiamato sul palco è stato il DS Francesco Micciola alla quarta stagione in biancorosso, che ha lasciato poi spazio al condottiero, mister Gianluca Colavitto: lavoro, sudore e impegno sono state le parole chiave.
Sono poi sfilati Marco Noviello, allenatore in seconda, il Responsabile Sanitario Giorgio Del Gobbo, il preparatore atletico alla sua quinta stagione Alberto Virgili, il preparatore dei portieri Luca Gentili, mister Fabrizio Nizi, storico preparatore dei portieri del Matelica, il massaggiatore Saverio Spurio, al decimo anno in biancorosso, il Team Manager Pietro Bartoccetti, i dirigenti accompagnatori Enrico Marzioli e Giuseppe Campioni, i magazzinieri Paolo Traballoni e Marco Burini, l’addetta stampa Marta Bitti e l’autista Marco Crispiciani. Non è potuta essere presente l’efficientissima segretaria generale Roberta Mancini alla quale è stato inviato un saluto e tributato il giusto omaggio per il gran lavoro svolto.
È stata poi la volta della rosa. Ai giocatori già annunciati in questi giorni si è aggiunta la ciliegina di Marcello Sereni, attaccante appena arrivato in biancorosso e che verrà ufficializzato domani. Unico assente Filippo Berardi, a causa dell’infortunio al ginocchio: la società ha rivolto al ragazzo un augurio di pronta guarigione.
È stata poi la volta di svelare la maglia ufficiale.
La promessa di Patron Canil alla Mole Vanvitelliana è stata onorata. Realizzata in collaborazione con Macron, sponsor tecnico per altri cinque anni, in un filato speciale e “green”, ecologico e tecnologico, ricavato dal riciclo della plastica, la maglia porta lo stemma del Cavaliere armato sul petto, gli sponsor Halley (leader indiscusso di fornitura e assistenza software per enti locali per cui era presente il titolare Giovanni Ciccolini, che ha portato un grande sprone a cercare di ottenere sempre il massimo), Fidea (azienda leader nella produzione e commercializzazione di diluenti e prodotti affini per l’industria, colorifici ed altro, della famiglia Canil) e Technosafe workwear (azienda del gruppo Rays, leader nella commercializzazione di abbigliamento da lavoro e alta visibilità, calzature di sicurezza, guanti da lavoro e abbigliamento monouso. Non era presente per precedenti impegni Stefano Marconi) sul davanti, mentre sul retro campeggiano i loghi di Mastergroup (leader nel settore della commercializzazione delle macchine utensili, per cui era presente l’appassionato titolare Michele Boldrini che ha parlato della passione che lo lega al calcio e dell’orgoglio di far parte di questo gruppo) e Canil Trasporti (azienda leader nel trasporto internazionale di prodotti chimici in piena sicurezza, sempre della famiglia Canil).
La prima divisa sarà di colore rosso, la seconda di colore bianco e la terza azzurra in omaggio all’Italia.
Il primo a indossarla è stato Franco Carciofi, ex custode dell’Helvia Recina, che ne ha ricevuta una speciale in regalo per i suoi freschi 70 anni e come segno di grande riconoscenza e amicizia da parte della Società.
È stato Mauro Canil a prendere la parola e spiegare ancora una volta, dunque, il suo sogno che sta diventando realtà, quello di un progetto legato al territorio e al calcio giovanile, che abbia una durata di almeno cinque anni e che, con pazienza e serietà, guardi al futuro. Dopo aver ringraziato la sua famiglia, i collaboratori e gli sponsor, Canil ha esortato i ragazzi: “Ora la palla sta a voi, fate gol”.
E’ stato il figlio Denis a omaggiare “mamma” Sabrina e “papà” Mauro di due maglie speciali a loro dedicate, mentre subito dopo sono arrivate altre menzioni d’onore.
Una divisa recava sulle spalle il numero 12, dedicata alla CURVA NORD, che sarà il dodicesimo uomo in campo; una con il numero 96, dedicata ai CUBA e all’anno di fondazione del club; un’altra ancora con il 77 dedicata al gruppo Noi Biancorosse con il numero benaugurante simbolo del gentil sesso.
Nel finale il ringraziamento all’azienda di trasporti Contram, rappresentata dal presidente Stefano Belardinelli e ai partner CTF automazioni, leader nella costruzione di automatismi e sistemi personalizzati per le aziende e Parafarmacia La Margherita di Paola Procaccini, punto di riferimento per la salute della squadra e dell’intera città di Matelica.
Gran bella mattinata per i colori azzurri e per le Marche alle Olimpiadi di Tokyo, nella prima giornata di gare dell’atletica. Gianmarco Tamberi centra l’appuntamento con la qualificazione all’agognata finale olimpica, superando la misura di 2.28 al secondo tentativo, utile per entrare tra i primi dodici. Alla fine, in realtà, sono tredici a superare questa quota e ad approdare alla gara decisiva di domenica sera (alle 12.10 italiane), perché i giudici scelgono di evitare di salire ancora, ammettendo al turno per le medaglie un uomo in più rispetto al previsto.
Gimbo, uno che non ama scendere in pedana al mattino, getta il cuore oltre l’ostacolo e valica senza errori 2.17, 2.21 e 2.25. Con tre centimetri in più, a 2.28, il nativo di Civitanova Marche colleziona il primo nullo, ma rimedia subito e va oltre l’asticella alla seconda delle tre prove a disposizione. E tanto basta per chiudere la partita. Fanno percorso netto solo il qatarino Barshim, il canadese Lovett, e nell’altro gruppo, il russo Akimenko (mentre il bielorusso Nedasekau, uno dei favoriti per il podio, spende tutti e tre i salti per superare i 2.25, e due a quota 2.28). Si ferma presto l’altro azzurro, il piemontese Stefano Sottile, con 2.17 e la rinuncia dopo due errori a 2.21 per un problema muscolare alla gamba di stacco. In finale Tamberi affronterà la gara più attesa della sua vita, come lui stesso l’ha definita alla vigilia. E si troverà davanti praticamente tutti gli avversari più forti.
Come spesso gli accade, il primatista italiano è severo con se stesso: “Oggi l’obiettivo era entrare in finale - dice l’azzurro, entrato di recente nelle Fiamme Oro - ma ammetto che speravo di ottenere in pedana dei riscontri diversi. So di stare molto bene, che posso saltare molto alto, ma oggi purtroppo non sono riuscito ad ottenere quello che mi auguravo. Ora rivedremo i salti, analizzeremo ciò che non è andato bene, e cercheremo di modificare qualcosa in vista della finale”. Non usa mezzi termini, per valutarsi: “In pedana mi sono detto: mamma mia che schifo! Dal primo all’ultimo salto non ho fatto quello che avrei dovuto. Oggi volevo andare in finale e ottenere un salto buono; il secondo obiettivo non è stato raggiunto, anche per l’avvicinamento verso le Olimpiadi, che è stato terribile; non parlo degli ultimi 20 giorni, ma dell’estate che ho vissuto, saltando male praticamente sempre. Ma, ripeto, so di poter saltare molto alto, non voglio nemmeno pensare troppo agli errori, devo solo far bene. Probabilmente quando corro veramente forte, in gara, non riesco a star dietro al salto. Chissà, magari andrà come mi è successo altre volte in passato: basterà un salto ben riuscito per sbloccarmi, come a Portland (ai Mondiali indoor vinti nel 2016, ndr)”. L’emozione la provano anche i campioni affermati come Tamberi: “All’ingresso c’era una tenda che nascondeva lo stadio, poi entrando ho ripensato a tutto quel che ho dovuto fare per essere qui... ora sono qui, e voglio godermi questa magia”.
Due azzurri nella finale olimpica dei 3000 siepi, a rinverdire fasti nella specialità che mancavano da troppo tempo. Il migliore è Ahmed Abdelwahed, romano delle Fiamme Gialle che è cresciuto nel Cus Camerino, con la qualificazione diretta piazzandosi al terzo posto nella sua batteria in 8:12.71, vicino al personale di 8:12.04 realizzato quest’anno al Golden Gala di Firenze. Non sbaglia il colpo e usa al meglio le sue armi, ovvero la potente chiusura nell’ultimo giro, per risalire la corrente e arrivare alle spalle del keniano Kibiwot (8:12.25) e dell’etiope Wale (8:12.55). “Sono partito con calma - racconta Abdelwahed - perché io sono come un diesel, ho bisogno di carburare, e ho visto nelle ultime gare internazionali che partire un po’ più accorto mi aiuta. Poi, a 300 metri dal termine, sono andato in testa, e tutto è andato per il meglio. Sono felicissimo, lo ammetto, e sapere di tanta gente che si è alzata nella notte per tifare per me mi ha dato una grande carica. La finale è per loro, per tutti gli amici di Camerino e per i miei genitori, che sono la mia forza: non seguono l’atletica, ma il loro amore arriva sempre. Ho avuto parecchi intoppi, nel corso degli anni, ma mi è servito per maturare, per diventare l’atleta che sono oggi”. Ce la fa anche il siciliano Ala Zoghlami, capace dell’ottavo tempo complessivo tra tutti i 41 arrivati, con il suo primato di 8:14:06. Finisce fuori, per una manicata di centesimi, il gemello Osama Zoghlami, sconfitto nello sprint per il terzo e ultimo biglietto d’accesso alla finale dal francese Phelut, quando ormai si era a un passo dal clamoroso en plein. Finale lunedì alle 14.15 ora italiana.
Niente da fare nel disco per Giovanni Faloci, lontano dallo scintillante primato personale di 67.36 ottenuto quest’anno. Il 57.33 realizzato a Tokyo (unica misura valida, dopo due nulli) vale il quattordicesimo posto nel gruppo, e purtroppo solo il ventinovesimo complessivo per il finanziere umbro proveniente dall’Atletica Avis Macerata. Lo svedese Daniel Stahl è l’unico a ottenere la qualificazione diretta con 66.12. L’ultima misura di ammissione è il 62.93 del giamaicano Wright.
Ritorno ai vertici della Lega Pallavolo Serie A per Albino Massaccesi. L'amministratore delegato e vicepresidente della Cucine Lube Civitanova succede a Stefano Fanini in quota SuperLega come vicepresidente di Lega, incarico già ricoperto per molto tempo fino allo scorso anno.
"Mi fa molto piacere il rinnovo della fiducia - la reazione di Massaccesi -. Ringrazio i consiglieri eletti e Massimo Righi per quest'attestato di stima. Siamo chiamati tutti insieme a rilanciare il movimento dopo gli effetti negativi della pandemia e ci batteremo per restituire ai tanti appassionati le emozioni del volley dal vivo".
La nomina è arrivata durante il Consiglio di Amministrazione della Lega Volley, riunitosi nella prima riunione dalla sua elezione avvenuta il 13 luglio. In quota Serie A2, invece, è stato riconfermato Angelo Agnelli (Agnelli Tipiesse Bergamo).
Il Consiglio sotto la presidenza di Massimo Righi è anche composto da Filippo Maria Callipo (Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia), Lucio Fusaro (Allianz Milano), Catia Pedrini (Modena Volley), Stefano Santuz (Pallavolo Padova) e Gino Sirci (Sir Safety Conad Perugia) in quota SuperLega, per la Serie A2 Massimo D’Onofrio (Moaconcept Ortona) e per la Serie A3 Sergio Di Meo (Ismea Aversa).
L’U.S. Tolentino 1919 ufficializza l’arrivo del giovane e promettente under Andrea Zammarchi, tra le fila dei giocatori a disposizione di Mister Mosconi. Nelle ultime due stagioni l’attaccante, classe 2000, ha indossato la maglia del Campobasso, con 35 presenze e 6 goal.
Il suo commento al momento dell’accordo:
“Sono molto contento di abbracciare il progetto Tolentino. Nelle ultime settimane ho ricevuto diverse offerte ma le parole del mister e del direttore sportivo, con i quali ho parlato più volte in questi giorni, mi hanno subito convinto. Mi hanno fatto sentire desiderato e considerato e di questo sono molto contento. Ho apprezzato da subito la grande organizzazione del club e non vedo l'ora di cominciare questa nuova avventura”.
Nuovo innesto per la Med Store Macerata che aggiunge il giovane classe 2002 al proprio roster. Alessio Paolucci, con i suoi 200cm di altezza e l’entusiasmo di chi si appresta a vivere la prima stagione nella grande pallavolo, arriva dalla Volley Libertas Osimo. Dopo essere cresciuto nel settore giovanile della società, si è fatto notare in Serie D e B ad Osimo, fino ad attirare le attenzioni della Med Store Macerata.
“Quando mi è arrivata la proposta di giocare a Macerata, non c’ho pensato due volte”, ammette lo schiacciatore Paolucci, “È una grande società, ambiziosa, io sono entrato da poco nel mondo della pallavolo, da circa quattro anni, e questa per me è la prima occasione di cimentarmi in un contesto di alto livello. È una grande opportunità e non potevo lasciarmela scappare, sono molto emozionato all’idea di esordire in Serie A3; sono sicuro che sarà un’esperienza formativa per me, anche non sarà facile trovare spazio avrò la possibilità di allenarmi al fianco di grandi campioni e giocatori della lunga carriera alle salle. Essere un compagno di squadra di Angel Dennis è un privilegio”.
Intanto hai già avuto modo di allenarti al palazzetto in queste prime settimane. “È stato bello allenarsi al Banca Macerata Forum. Ho conosciuto alcuni dei compagni più giovani come Ferri e Sanfilippo, e incontrato anche il coach Di Pinto, mi hanno fatto sentire a casa. C’è un’atmosfera positiva, ci siamo allenati divertendosi e questo è l’aspetto più importante. Non vedo l’ora di incontrare il resto della squadra e cominciare la stagione”.
E’ un pieno di vittorie quello che riporta la Roller Civitanova, reduce dall’esaltante esperienza in maglia azzurra con la sua campionessa di punta: la 16enne di Porto Sant’Elpidio Giulia Presti, protagonista nella massima rassegna continentale di pattinaggio strada-pista che ha avuto luogo in Portogallo a Canelas.
Convocata in maglia azzurra dal cittì della nazionale, nonché suo padre, Massimiliano Presti, la ragazza elpidiense ha messo a frutto le prime esperienze in campo internazionale con il giusto piglio e l’atteggiamento vincente senza alcun timore reverenziale.
Nelle competizioni su strada, Giulia Presti è riuscita ad aggiudicarsi due primati nelle gare 8.000 a punti e 10.000 a eliminazione. Anche in pista si è ripetuta ad alti livelli collezionando due podi più alti nelle gare 1.000 metri e 5.000 metri a eliminazione più un bronzo sui 5.000 metri a punti, suggellando un momento di grazia che la ripaga dei sacrifici in questa prima partecipazione con la nazionale in assoluto in un Campionato Europeo.
Il ritmo incessante dei successi mietuti da Giulia Presti, tra i mesi di giugno (con i trionfi ai Campionati Italiani) e luglio (Europei), rende la Roller Civitanova un’isola felice del pattinaggio grazie al costante impegno dei dirigenti con in testa la presidente Cristiana Pacini: “Siamo al settimo cielo, i nostri complimenti più sinceri a Giulia per le continue emozioni ripagate a suon di allori a livello nazionale ed internazionale. Questo vuol dire che lavoriamo bene e che la Roller Civitanova è un’officina di talenti. Giulia è la nostra punta di diamante e in ogni gara la sua mente è matura e sempre diretta al raggiungimento degli obbiettivi”.
Due coppie marchigiane e una toscana si sono laureate Campioni d’Italia nella sfida che ha assegnato il tricolore agli atleti tesserati Figest che si sono dati battaglia nel lancio della ruzzola a coppie in tre percorsi che hanno interessato altrettanti Comuni del Maceratese: Monte Cavallo, Valfornace e Pieve Torina.
Le tre stupende località dell’Appennino hanno ospitato il 5° Campionato italiano di lancio della ruzzola la cui organizzazione è stata affidata all’Asd Gsr Monte Cavallo, guidata da Graziano Cervelli.
Tre le categorie in gara: per la categoria A ben 48 le coppie iscritte, 40 nella categoria B e altre 32 per la categoria C. In tutto 240 partecipanti impegnati nei lanci tra il percorso di Villarella, il ruzzodromo di Valfornace e il terzo percorso di Capriglia.
Molte le società rappresentate con i rispettivi portacolori arrivati da Arezzo, Ancona, Pesaro e Urbino, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno ma anche Perugia e Siena.
Al termine delle gare pranzo sociale e premiazioni, in piazza a Monte Cavallo, uno dei centri colpiti dal sisma del 2016, alla presenza del presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, del vice presidente del Consiglio regionale, Gian Luca Pasqui, del presidente nazionale della Federazione Italiana dei Giochi e degli Sport Tradizionali Figest, Enzo Casadidio, del sindaco di Monte Cavallo Pietro Cecoli, e di altri amministratori locali.
Per la categoria A sul gradino più alto del podio la coppia composta da Roberto Mercanti e Samuele Bianchi di Ancona. Argento per Gianni Papi e Duccio Ceccacci, sempre di Ancona mentre bronzo a Mauro Sabatini e Massimo Passeri di Perugia.
Nella categoria B titolo di campioni d’Italia a Marco Stuppini e Silvano Leonori di Macerata, argento a Luciano Milani e Federico Caprari sempre di Macerata mentre bronzo agli anconetani Alberto massi e Avio Franceschetti.
Per la categoria C titolo tricolore alla coppia formato da Bruno Ferroni e Luigi Ferroni, dalla provincia di Siena, argento per gli anconetani Luigi Cingolani e Aldeo Sabbatini e bronzo a Domenico Ciappelloni ed Enzo Luzi.
L’appuntamento sportivo, uno dei primi dopo l’emergenza Covid a firma della Figest, ha registrato anche la presenza del presidente regionale della Federazione, Matteo Capeccia, del dirigente provinciale Patrizio Romaldini, del presidente di specialità, Mauro Sabatini, e dei consiglieri federali Valeriano Vitellozzi e Stefano Cardarelli.
Dalle prime ore del pomeriggio di ieri, la FIGC ha ratificato il cambio di denominazione sociale della G.S. Fabiani Calcio in S.S. Matelica Calcio 1921 asd.
La Società ringrazia il Presidente della FIGC Gabriele Gravina, il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia ed il Presidente del Comitato Regionale Marche Ivo Panichi per aver reso possibile questa trasformazione nell’ambito del progetto che parte dall’Ancona Matelica.
Lo schiacciatore di Gorizia chiude quest’anno il suo percorso in biancorosso. Il classe 2000 ha vissuto lo scorso campionato un’importante avventura con la maglia della Med Store Macerata, raggiungendo la finale di Play Off. Arrivato dalla Volley Eagles, squadra di Serie B della Provincia di Padova, Mitja Pahor è cresciuto a Gorizia nella Polisportiva Olympia, tra Serie D e Serie C; si è unito l’estate del 2020 al gruppo di giovani che ha completato il roster della Med Store Macerata e sotto l’ala dei giocatori più esperti ha avuto modo di crescere e in campo di dimostrare le proprie qualità.
Nel corso del campionato si è confermato come un’alternativa efficace a disposizione del coach Di Pinto, soprattutto nella seconda parte di stagione dove ha trovato anche occasioni di partire nel sestetto titolare. Pahor lascia un bel ricordo a Macerata, per la voglia dimostrata in allenamento come in partita, per la simpatia e l’agonismo; la società lo saluta e gli augura di proseguire con successo la sua carriera nella pallavolo.
Il Tolentino piazza il primo colpo.
La società cremisi comunica di aver raggiunto nella giornata di ieri l’accordo con il difensore centrale Leonardo Nonni. Il ternano classe 1993, ex Castel Rigone, Martina Franca, Ponsacco, Recanatese, Jesina e Trestina, nelle ultime due stagioni ha vestito la maglia dell’Union Feltre con 56 presenze, trovando anche il gol.
Il suo commento al momento dell’accordo: “Sono davvero felice di poter finalmente vestire questa maglia. Il mister e il direttore mi hanno voluto fortemente e mi hanno trasmesso fin da subito un grande entusiasmo e una grande voglia di far bene. Non vedo l’ora di cominciare quest'avventura e di lottare per questa maglia".
Il campionato di Serie A è a rischio partenza? Se lo chiedono i tanti fan, soprattutto in Italia, che seguono la pallavolo maschile dopo che il Governo ha annunciato l’apertura dei palasport al 25% di capienza. Le proteste più forti arrivano dai presidenti dei Club di Serie A che, dopo aver portato a termine la stagione più difficile della storia dello sport italiano, si ritrovano ancora con preoccupanti previsioni di incasso.
"Un ambiente come la pallavolo maschile italiana, che non vive di diritti televisivi, trae il proprio ossigeno dalla spinta dei fan sugli spalti e dall’attenzione degli sponsor a questo caloroso seguito: un pubblico non violento, di rara educazione, con profondi valori sportivi, che si muove in ambienti controllati. Molti accessi, pochi eccessi. Ricominciare la stagione con i palasport semivuoti toglie ogni spinta alla tanto sognata “ripartenza”, slogan della politica che all’atto pratico si rivela etichetta per poche categorie, graziate dai ristori e liberate dal controllo numerico a cui invece lo sport indoor è ancora costretto" sottolineano i vertici della Cucine Lube Civitanova.
Il presidente della Lega Volley, Massimo Righi, è deciso: “Il Decreto del Consiglio dei Ministri con l’annuncio dell’apertura limitata è stata una doccia gelata, dopo gli sforzi fatti dai nostri Club per terminare la stagione scorsa, nella quale abbiamo registrato perdite da incassi per quasi 10 milioni di euro. Abbiamo concluso l’annata sognando di tornare a fare ciò che sappiamo: organizzare uno sport ad altissimi livelli e appassionare le persone. Ribadiamo forte e chiaro al Governo: la FIPAV ci appoggia, siamo disponibili a controlli ferrei, solo i vaccinati e senza limite alcuno potranno entrare nei palasport, siamo anche pronti a fornire ed imporre a tutti gli spettatori la mascherina. Ma la risposta da Roma non può essere di tenere comunque le porte socchiuse e far entrare solo un quarto degli spettatori, ammesso che si possa scegliere quali. È del tutto inaccettabile!”.
La Lega Pallavolo Serie A non ha intenzione di restare silenziosa, mentre i Club hanno stoppato sul nascere le campagne abbonamenti. Insieme agli altri componenti del Comitato 4.0 vuole far sentire la propria voce: il presidente Righi è in particolare in costante dialogo con il presidente di Lega Basket Umberto Gandini per pianificare iniziative comuni di sensibilizzazione.
La Civitanovese ha presentato la domanda di ammissione al Campionato di Eccellenza, come annualmente viene previsto per il completamento degli organici e questa volta la possibilità si riferisce alla stagione sportiva 2021/2022, per cui nella graduatoria pubblicata dal Comitato Regionale nel comunicato ufficiale n.7 in data odierna, figura al primo posto, dinanzi al Monticelli e Castelfidardo.
Ovviamente la Civitanovese avrà evidenziato il fatto che nel campionato 2019-20, al momento della sospensione all'ottava di ritorno che si è venuta a determinare per via della ben nota pandemia, figurava al terzo posto della classifica e nelle rimanenti sette giornate poteva aspirare a raggiungere il vertice della graduatoria e quindi la promozione. In quella occasione a beneficiarne fu, per il girone B, l’Atletico Ascoli che al momento della sospensione guidava la classifica.Nel comunicato ufficiale è anche detto: "che eventuali osservazioni e/o contestazioni relative alle sotto indicate graduatorie devono essere espresse al Comitato Regionale Marche, in forma scritta ed a firma del Legale Rappresentante della Società, con motivazioni documentate entro e non oltre il 30 luglio”. Non c’è altro che attendere.
Ad arricchire il pacchetto difensivo a disposizione di mister Gianluca Colavitto fa il suo ritorno dall’Ascoli il difensore laterale classe 2001 Emanuele Maurizii.
Cresciuto nelle giovanili bianconere, il giovane nato a Sant’Omero in Abruzzo, figlio e nipote d’arte, dopo diverse panchine in Serie B, nella scorsa stagione ha esordito in Lega Pro e ha totalizzato 15 presenze in maglia biancorossa.
“Sono molto felice di essere di nuovo qui – ha dichiarato Maurizii - è sempre un piacere tornare dove si è stati bene. Ci aspetta un campionato lungo e difficile. Bisognerà prepararsi bene e lavorare sodo fin da subito. Non vedo l’ora di mettermi a disposizione di mister e compagni”.