"La riforma sanitaria è tra le assolute priorità del governo della Regione Marche rappresentato dal presidente Francesco Acquaroli. Gli obiettivi e i vari aspetti della riforma saranno oggetto dell’incontro pubblico convocato per sabato 15 aprile alle ore 16.30 al Cinema Teatro Italia, in via Gramsci a Macerata". Questo quanto annuncia Massimo Belvederesi, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Macerata.
"Un appuntamento rivolto alla cittadinanza, ai medici e agli operatori del settore sanitario, oltre che agli amministratori locali, voluto per approfondire le dinamiche e i miglioramenti che apporterà la riforma - aggiunge Belvederesi -. Relatore dell'incontro sarà proprio il presidente Acquaroli, un’importante presenza per esporre in modo chiaro le novità e le dinamiche che interesseranno tutto il territorio".
L’incontro è promosso dal coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia e quello comunale di Fratelli d’Italia Macerata e vedrà i saluti della senatrice Elena Leonardi (segretario della Commissione Sanità del Senato) e dei consiglieri regionali Simone Livi e Pierpaolo Borroni (componente della IV Commissione consiliare permanente Sanità e Politiche Sociali della Regione Marche), a" dimostrazione di come il tema sia una priorità per un partito che, insieme alla coalizione di centrodestra, ha l’obiettivo di realizzare un servizio veramente a misura del cittadino", conclude Belvederesi.
Il dottor Antonio Draisci, attualmente commissario straordinario dell'Azienda sanitaria territoriale (Ast) di Macerata, è il nuovo direttore del Dipartimento regionale di Salute. L'incarico, che ha durata di tre anni, è stato conferito nel pomeriggio dalla giunta regionale, dopo specifico interpello.
Nel corso della seduta di giunta, fa sapere la Regione, è stata deliberata anche la proroga degli incarichi dei commissari delle Ast fino al 31 maggio in attesa dell'espletamento delle procedure previste per la nomina dei nuovi direttori.
In seguito, è stato nominato commissario straordinario dell'Ast di Macerata 'ad interim' il dottor Armando Marco Gozzini, mentre il dottor Roberto Grinta, attualmente commissario straordinario dell'Ast di Fermo, è stato nominato 'ad interim' anche commissario straordinario dell'Ast 5 di Ascoli Piceno.
In occasione della giornata nazionale sulla Salute della Donna del 22 aprile prossimo, la Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) organizza negli ospedali 'Bollini Rosa', dal 17 al 22 aprile, l’ottava edizione dell'(H)Open Week per promuovere l’informazione, la prevenzione e la cura al femminile.
Le strutture ospedaliere di Macerata e Civitanova aderiscono all’iniziativa offrendo una settimana di servizi gratuiti come visite ed esami strumentali, consulenze multidisciplinari e colloqui per avvicinare la popolazione femminile a diagnosi sempre più precoci e a percorsi di cura personalizzati.
Di seguito le iniziative previste:
Ospedale Macerata
Martedì 18 aprile, presso il reparto di ginecologia ed ostetricia, si prevedono visite ginecologiche con ecografia, nelle fasce di orario 8:30-13 e 14:30-18. Per le prenotazioni bisogna rivolgersi al numero 0733-2572393, dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle 13.
Mercoledì 19 aprile, presso il reparto di dietologia e nutrizione di oncologia, si svolgeranno consulenze gratuite nutrizionali per le pazienti oncologiche, dalle ore 14:30 alle 17:30. La donna verrà edotta sul corretto stile alimentare da adottare in presenza di patologia oncologica.
Giovedì 20 e venerdì 21 aprile, presso il servizio sociale della direzione ospedaliera, dalle ore 9 alle 13 avranno luogo colloqui gratuiti con assistente sociale ospedaliera per maternità/gravidanza difficile, malattia acuta o cronica e maltrattamento (codice rosa). È possibile prenotarsi dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12, ai numeri: 0733 -2572458 oppure al 331 1415051.
Ospedale di Civitanova Marche
Lunedì 17 - martedì 18 - giovedì 20 aprile presso il reparto di radiologia, dalle 14:30 alle 17:30, verranno eseguite mammografie, rivolte alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni che non abbiano eseguito negli ultimi due anni esami mammografici. È obbligatoria la prenotazione al numero 328-5938529, dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 12:30
Nelle giornate del 17-18-19-20 e 21 aprile si svolgeranno consulenze nutrizionali dalle ore 9 alle 11, dove un professionista della nutrizione fornirà informazioni sulla prevenzione primaria, promuovendo l’adozione di corrette abitudini alimentari e di uno stile di vita sano. È obbligatoria la prenotazione, almeno con un giorno di anticipo, telefonando dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 al numero 0733-823521.
Martedì 18 aprile presso il reparto di ostetricia e ginecologia, dalle 15 alle 19, avranno luogo consulenze uro-ginecologiche e per la riabilitazione del pavimento pelvico. È obbligatoria la prenotazione al numero 0733-823504, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12. Martedì 18 e mercoledì 19 aprile presso il Reparto di Urologia, dalle 16 alle 18, si potranno effettuare visite urologiche. È obbligatoria la prenotazione al numero 0733-823013, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30.
Mercoledì 19 aprile presso l’ambulatorio proctologico del Reparto di Chirurgia, dalle 18 alle 19:30, si svolgeranno visite proctologiche. È obbligatoria la prenotazione al numero 0733-823013, dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 12:30.
Nel periodo pasquale per i credenti sono comuni le analisi introspettive che producono i sentimenti di penitenza per la Crocifissione e poi di gioia per la Resurrezione. Per tutti è comunque il tempo di una riflessione che analizzi gli aspetti variegati della vita con l’obiettivo di raggiungere un benessere armonioso tra corpo e spirito.
La buona salute è essenziale per la nostra esistenza, ma si può fare anche di più: si può tentare di raggiungere il benessere attraverso il conseguimento di uno stato di armonico coinvolgimento tra il nostro corpo e le cose più belle e più interessanti che ci circondano, filtrate dalla nostra sensibilità e cultura.
L’armonia è un concetto astratto, anche un po’ vago; rappresenta lo stato d’insieme, volubile e labile, di tutti quegli elementi che nelle nostre percezioni sensitive ci procurano serenità, equilibrio e godimento. I nostri sensi, vale la pena ricordarlo, sono la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto. Essi riescono a captare tutto quello che ci circonda e, attraverso un sistema di conduzione rappresentato dalle derivazioni nervose che coprono tutto il nostro corpo, il cervello immagazzina una quantità infinita di stimoli che rappresentano il patrimonio di notizie e l’archivio da cui attingere per le nostre azioni e comportamenti determinando anche il nostro modo di sentirci.
Il corretto funzionamento di questo sistema di interposizione tra noi e l’universo è alla base della vita e della sua qualità. L’armonia del nostro corpo, nell’insieme interdipendente di tutte le sue parti, che favorisce la corretta percezione della realtà determinando le reazioni più congrue ed opportune, rappresenta la condizione necessaria per vivere bene, con profitto assaggiando anche quello stato di benessere che, sembrerà strano, dipende da reazioni biochimiche conseguenti a stimoli che il nostro cervello riesce ad introdurre con le sue potenzialità non ancora del tutto esplorate.
L’armonia è antitetica al disordine che invece evoca la negatività, lo spreco di energie, il malessere ed infine la malattia. Se vogliamo capire meglio l’idea di armonia dobbiamo prendere ad esempio la musica, un elemento della nostra vita dove l’armonia ha trovato l’applicazione più appropriata. Il nostro corpo è come un’orchestra che legge gli spartiti equiparati alle nostre sensazioni; il direttore dell’orchestra è il nostro cervello e, se vogliamo fare una forzatura, il primo violino è il nostro cuore e via via tutti gli strumenti musicali possono rappresentare in questa ardua figurazione i nostri organi ed apparati fisiologici.
È dalla qualità degli spartiti, dall’abilità del direttore e di tutti i componenti dell’orchestra, che dipende la bellezza e l’armonia dell’esecuzione. Dalle sensazioni percepite e dallo stato del nostro cervello e di tutti gli apparati del nostro corpo dipendono le nostre azioni e reazioni. Il piacere della musica ascoltata può essere equiparato al benessere che noi proviamo quando il nostro corpo funziona bene, riesce ad acquisire nel modo migliore tutto quello che interferisce con esso e ad elaborare un prodotto a vantaggio di noi stessi e di quelli che ci vivono vicino. Un ambiente piacevole influisce positivamente sul nostro corpo e sul nostro spirito. È l’armonia del benessere, la stessa di una musica che riesce a struggerci il cuore.
Due importanti accordi di contrattazione integrativa aziendale sono stati siglati, nel pomeriggio di mercoledì, tra la delegazione trattante dell’Azienda sanitaria territoriale di Macerata e le organizzazioni sindacali dell’area della dirigenza.
Gli accordi interessano una platea di circa 630 dirigenti in servizio e con il primo, il contratto integrativo parte economica 2022, saranno pagati circa 1,5 milioni di euro a titolo di incentivo di produttività, mentre il secondo, il contratto integrativo stralcio residui 2020-2022, permette di pagare circa 7,7 milioni di euro di fondi residui rispettivamente degli anni 2020, 2021, 2022.
"Vorrei sottolineare come gli accordi raggiunti siano il risultato di un serrato lavoro ai tavoli preposti portato avanti dai rappresentanti delle sigle sindacali e dai nostri uffici amministrativi, – commenta il commissario straordinario dell’Ast di Macerata Antonio Draisci - ai quali riconosco l’impegno e la concretezza impiegati nel perseguimento dell’obiettivo. La Direzione aziendale ha già assunto l’impegno di mettere in pagamento le quote di residui del 2020 e 2021 con gli stipendi di giugno, mentre l’incentivo di produttività 2022 con gli stipendi di luglio”.
L'accordo stralcio sui residui consente di valorizzare, in particolar modo, i dirigenti inquadrati nei livelli più bassi di incarico professionale. "Questi ultimi, soprattutto nel triennio preso in considerazione dall’accordo (2020-2022) e caratterizzato dall’emergenza pandemica e dalle gravi difficoltà di reclutamento di nuovo personale, hanno contribuito con spirito di abnegazione e sacrificio alle attività dei reparti e delle strutture, in completa sinergia e collaborazione", sottolinea Draisci.
"L'accordo integrativo anno 2022, oltre al risultato economico sopra evidenziato, - sottolinea il dirigente delle Risorse Umane Fabrizio Trobbiani - stanzia le risorse e pone le basi per il rinnovo e la valorizzazione di tutti gli incarichi dei dirigenti dell’area sanitaria. In merito è stato già aperto un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, con l’impegno di giungere ad una definizione entro il corrente mese di aprile”.
Sarà la dottoressa Emi Biondi a sostituire il dottor Maurizio Trippetta – che ha cessato la propria attività lo scorso 31 marzo a seguito del pensionamento - come medico di base di Mogliano. La dottoressa Biondi continuerà la propria attività presso il distretto comunale, in Piazzale San Michele, al civico numero 1.
La sede ambulatoriale sarà aperta dalle 10:30 alle 12:30 dal lunedì al giovedì e dalle 16:30 alle 18:30 il martedì e il mercoledì, con reperibilità telefonica il sabato dalle 8 alle 10. L’Azienda Sanitaria Territoriale di Macerata ha già provveduto al passaggio in automatico degli assistiti dal dottor Trippetta alla dottoressa Biondi, evitando all’utenza di recarsi presso i relativi sportelli.
"Qualora però l’assistito volesse scegliere un altro medico, potrà recarsi presso gli uffici anagrafe territorialmente competenti dell’AST di Macerata per effettuare il cambio", evidenzia il direttore generale dell'Azienda Sanitaria Antonio Draisci. "Abbiamo già inviato le comunicazioni agli interessati fornendo tutte le indicazioni necessarie - aggiunge -, ma purtroppo dobbiamo constatare che ad alcuni la lettera non è ancora pervenuta, nonostante il cambio in automatico sia stato già effettuato".
Curarsi con le acque è una tradizione antica. La medicina dell’antichità utilizzava come rimedio ai mali fisici soprattutto le acque e le erbe, elementi naturali facilmente reperibili. Già i Greci e altri popoli antichi come gli Etruschi in Italia, conoscono e ricorrono ai benefici dell’acqua.
Sono i Romani che costruiscono intorno alle sorgenti straordinarie opere di architettura: le Terme secondo una grande cultura igienica, salutistica, ed edonistica. Le Terme romane, pubbliche aperte a tutti uomini e donne, patrizi e plebei, frequentatissime sono dotate di piscine e vasche a temperature diverse, che sfruttano quando possibili sorgenti calde naturali o che sono altrimenti fornite di efficaci sistemi di riscaldamento.
Ci sono palestre, stadi, biblioteche, giardini, portici, luoghi vari per esercizi fisici ed intellettuali, come pure per incontri sociali, scambi e svaghi. È il modello delle terme che ha resistito fino ai nostri giorni; sono subentrate certamente migliorie tecnologiche, ma il principio è lo stesso: sfruttare per la conservazione della salute e la ricerca del benessere le proprietà fisiche e chimiche dell’elemento più naturale ed essenziale per la vita: l’acqua.
Se l’Italia è famosa per le sue tante sorgenti, per i suoi centri termali rinomati ed attraenti, le Marche non hanno complessi grandi e famosi, ma da sempre possono vantare un patrimonio idrico-geologico rilevante e ben distribuito su tutto il territorio.
Le sorgenti di acqua minerale sono numerose e conosciute fin dal Medioevo per le loro proprietà curative. Questa distribuzione sul territorio consistente ed omogenea di fonti ritenute terapeutiche ha fatto nascere e crescere nel tempo una cultura ed una tradizione legata all’utilizzo dell’acqua per il trattamento di alcune patologie in tutta la popolazione regionale.
Attualmente quelle operative e convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale sono le Terme di Acquasanta, S. Giacomo di Sarnano, S. Lucia di Tolentino, Frasassi di Genga e Raffaello di Petriano, che sono riunite nell’Associazione Terme delle Marche per programmi e iniziative comuni utili al settore.
Quando nel secolo scorso attorno alle sorgenti più tradizionalmente conosciute sono state costruite delle strutture piccole, ma funzionali, esse sono subito diventate punto di riferimento per tutta la gente, proveniente anche da fuori regione, nella prevenzione e cura di affezioni croniche dell’apparato respiratorio superiore e osteoarticolare, nonché per il trattamento per la sordità rinogena, di alcune affezioni ginecologiche e dermatologiche.
Nella terapia idropinica anche affezioni gastroenteriche e renali. Negli organi respiratori superiori l’acqua è utilizzata sotto forma di vapore con tecniche di inalazione e aerosol, deterge le mucose e stimola le difese immunitarie dei tessuti.
Con le docce nasali si combatte una patologia molto insidiosa come la sinusite. Le insufflazioni servono ad attenuare l’ipoacusia catarrale. Nella patologia artrosica con la fangoterapia e la balneoterapia, attraverso la perfusione del calore e dell’acqua stessa si attenua o si elimina addirittura il dolore, si rivitalizza il tessuto cartilagineo delle articolazioni, l’azione meccanica con idromassaggio dell’acqua rilassa la muscolatura contratta intorno alla lesione artrosica.
Nella terapia con il fango, la sua applicazione favorisce una perfusione di calore che inibisce la sintomatologia dolorosa. In alcune terme della nostra regione è possibile poi bere acqua minerale che incide positivamente nel trattamento della calcolosi renale, renella, gotta ed in alcuni fastidi dell’apparato gastroenterico, come ad esempio la stipsi.
Tutto questo è stato oggetto di osservazioni, studi approfonditi e le terapie suddette fanno parte ormai da tempo dei LEA nazionali e degli accordi di convenzioni regionali.
Qui nelle Marche si è molto lavorato, con risultati importanti, anche all’ampliamento del ruolo delle stazioni termali per la ricerca del benessere e la complementarità delle mansioni del Servizio Sanitario Regionale nei territori. Ne parliamo con il Dr Danilo Compagnucci, direttore delle Terme Santa Lucia di Tolentino, dove questa apertura verso ulteriori servizi è stata da tempo ricercata ed applicata.
Dr. Compagnucci, le terapie termali tradizionali nelle terme S. Lucia e nelle altre stazioni termali delle Marche usufruiscono di ottime acque, sulfuree, salsobromoiodiche e bicarbonato-calciche. Nelle sue terme si è però sempre cercato di ampliare l’attività usufruendo anche della capacità di organizzazione e degli ambienti indubbiamente favorevoli. Quali sono le novità introdotte?
• Fin dagli anni ’90 del secolo scorso alle Terme S. Lucia abbiamo introdotto, a fianco delle terapie tradizionali, alcuni servizi sanitari che erano utili ai cittadini e che potevano essere anche di aiuto al compito territoriale del Servizio Sanitario Nazionale. Gli ambulatori di riabilitazione e di medicina dello sport sono stati i nostri primi esperimenti, subito molto apprezzati tanto da essere in breve tempo convenzionati. Altri servizi non sanitari, ma di grande interesse e richiesti alle terme sono quelli legati al benessere e all’estetica.
Nell’ambito dei servizi sanitari vi siete limitati solo all’ambulatorio di medicina dello sport e della riabilitazione?
• Sicuramente no; tenendo anche conto del nostro status di servizio sociosanitario privato, ma di proprietà pubblica (Comune di Tolentino) e considerando le esigenze dei cittadini, è stato anche allestito un poliambulatorio per consulto e diagnostica che fosse comunque alla portata di tutti. Ottimi i servizi di ginecologia, cardiologia, endocrinologia, dietetica, esami ecografici...quasi tutte le specialità sono coinvolte.
Ci sono delle nuove opportunità per le cure termali?
• La grande novità, che qui nelle Marche ci è stata riconosciuta dal 2019 e proprio in questi giorni riconfermata, è la riabilitazione termale inserita nel budget delle terapie termali convenzionate, unico caso in Italia, in fase ancora sperimentale.
Ieri, 1° aprile avete aperto la nuova stagione termale con un Open Day per la visita dei cittadini e loro informazione. Qual è la sua sensazione?
• La sensazione è che tutti i cittadini dei nostri territori stanno molto apprezzando il ruolo di una stazione termale per la loro salute e il loro benessere. Durante il lock-down è stato indubbiamente un veicolo di comunicazione importante il nostro hub vaccinale a cui si sono rivolte migliaia di persone, quasi una certificazione della nostra competenza ed affidabilità.
“Attraverso il Network NIDA monitoriamo i bambini a rischio di sviluppare un disturbo dello spettro autistico: fratellini di bambini con Disturbo di Spettro Autistico, prematuri e nati piccoli per l’età gestazionale perché è fondamentale intervenire in modo tempestivo per migliorare la prognosi ” a sottolineare questa importante partecipazione è l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, in occasione del 2 aprile Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo.
Il NIDA, ‘Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico’, promosso nelle Marche a partire dal 2019 grazie ai fondi del Ministero della salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha l’obiettivo di potenziare la rete territoriale per la diagnosi precoce e cura, con la partecipazione del Centro Regionale Autismo Età Evolutiva (AST Pesaro Urbino Ospedale Santa Croce), la SOD Neonatologia (Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche presso il presidio Salesi di Ancona), i servizi territoriali per l’età evolutiva (UMEE), i pediatri di libera scelta e gli educatori dei nidi dell’infanzia.
L’autismo, seppur in forme diverse, si manifesta spesso con la compromissione della comunicazione e dell'interazione sociale e la riproposizione di comportamenti ristretti e ripetitivi. Si stima che almeno un bambino su 77 abbia un disturbo dello spettro autistico.
La Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo è stata istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: il simbolo è il blu che colora edifici e piazze. Nelle Marche i centri di riferimento sono due: il Centro Autismo Età Evolutiva presso la U.O.C di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale di Fano della AST Pesaro-Urbino ed il Centro Autismo Adulti della AST di Ascoli a San Benedetto del Tronto.
“All’ospedale Santa Croce di Fano è stato presentato il progetto Dama (Disabled Advanced Medical Assistance), percorso di accesso alle prestazioni sanitarie dedicato esclusivamente ai minori con disturbo di spettro autistico o disabilità grave provenienti da tutta la Regione Marche, e ai pazienti maggiorenni residenti nella provincia di Pesaro e Urbino” – sottolinea Saltamartini -. Promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e nato all’Ospedale San Paolo di Milano, coinvolge anche le associazioni dei genitori. A partire proprio dal 3 aprile 2023 sarà attivato un numero di call center per effettuare prenotazioni interne tramite CUP di visite specialistiche: il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale dovranno solo indicare sull’impegnativa “Progetto Dama”.
Dal 2014 la Regione Marche, unica regione a livello nazionale, si è dotata anche di una legge sull’autismo (LR 25). Tra i vari interventi prevede contributi alle famiglie delle persone con disturbi dello spettro autistico che si avvalgono dei metodi riabilitativi riconosciuti dall’Istituto Superiore della Sanità. Una misura che ha ricevuto una adesione crescente: i beneficiari sono passati dai 131 del 2016 con un fondo di 82 mila euro ai 520 del 2022 con quasi 450 mila euro di risorse. E’ stato anche riproposto, con risorse per 55 mila euro, un progetto di Agricoltura Sociale per il triennio 2022-2024: si tratta di iniziative di inclusione socio–lavorativa in ambito rurale.
Grazie al progetto “Parti e vai!” finanziato con il “Fondo Autismo” (Legge 208/2015) arriveranno anche oltre 2 milioni di euro, che serviranno in buona parte ad assumere personale (psicologi, educatori o tecnici di riabilitazione psichiatrica, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva e infermieri professionali) per i centri di riferimento e per le UMEE/UMEA delle AST delle Marche.
Nuovo Acceleratore Lineare per l’Unità Operativa Complessa di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale di Macerata diretta da Massimo Giannini. E’ la prima tecnologia acquistata dall’AST grazie ai fondi del PNRR Missione M6C2 1.1.2 per una spesa complessiva di 2.024.092,24 euro, di cui 1.768.659,62 riguardano la tecnologia, mentre 255.432,62 euro i lavori necessari per la sua installazione, compresi gli interventi edili ed impiantistici.
“Questo acceleratore offre prestazioni di qualità superiore. I vantaggi più rilevanti sono l'elevatissima precisione nell'erogazione della dose e una significativa riduzione del tempo impiegato nel corso di ciascuna singola seduta, con evidente miglioramento del comfort del paziente - sottolinea l’Assessore alla Sanità Dott. Filippo Saltamartini - Il primo effetto sarà la riduzione delle liste di attesa, perché aumentiamo il numero di prestazioni".
"Si tratta di una apparecchiatura acquistata con fondi del PNRR, che quindi comincia a far vedere i suoi primi impatti positivi sulla sanità regionale - aggiunge - Non dimentichiamo che il paziente oncologico vive di per se una condizione di grande fragilità, quindi deve essere assistito e curato nel miglior modo possibile.”
“L’Acceleratore è dotato di alcune innovazioni tecnologiche che permetteranno di offrire una gamma di prestazioni completa all’utenza – sottolinea il Primario di Radioterapia Giannini – ad esempio dispone del RGSC (Gating respiratorio per scanner), un sistema che permette l’acquisizione di immagini sincronizzate con la respirazione, correlando lo spostamento tumorale con il ciclo respiratorio del paziente.
Questa modalità è indispensabile quando si trattano piccoli volumi con tecnica stereotassica per ridurre la tossicità a carico del parènchima polmonare o quando, ad cardiaco. Altre opzioni tecnologiche sono la Portal Dosimetry, che permette di verificare la qualità del piano di trattamento impostato e erogato in tempo reale, e il Delta Couch Shift che riposiziona il paziente in automatico.
Il macchinario ha una tecnologia completamente di tipo digitale, con cavi di rete e fibra ottica (usata per le immagini), che comporta anche minori guasti a livello manutentivo e, di conseguenza, produce una riduzione dei costi di assistenza tecnica.
“Poiché la Radioterapia di Macerata collabora a livello multidisciplinare con tutti gli altri specialisti di patologia – commenta il Commissario Straordinario dell’Ast-MC, Antonio Draisci – noi come Azienda Sanitaria Territoriale siamo in grado non solo di analizzare e valutare tutte le patologie oncologiche, ma di offrire la migliore soluzione nel percorso terapeutico del paziente, grazie alla tecnologia d’avanguardia di cui è dotato il Nuovo Acceleratore Lineare”.
Oggi, venerdì 31 marzo, è l’ultimo giorno di servizio per il dottor Roberto Castellini, pediatra dell’Area vasta 3, già direttore del reparto di Pediatria e della Neonatologia di Macerata. L’ultimo cartellino lo ha voluto timbrare mercoledì all’ospedale di San Severino, dove era arrivato alla fine degli anni ’90 per restarvi fino al 2016, cioè fino al momento in cui non venne chiuso il reparto a seguito dello smantellamento della Ginecologia e dell’Ostetricia.
In questi anni, però, il dottor Castellini, oltre al servizio a Macerata, ha tenuto in piedi l’ambulatorio pediatrico proprio nella struttura settempedana, prestando la sua opera almeno una o due volte alla settimana.
Ora che è giunto il momento della sua pensione, arrivano per il dottor Castellini i ringraziamenti degli operatori e di tante mamme della zona montana che hanno trovato in lui un punto di riferimento importante e un professionista serio, preparato, impagabile per la sua costante disponibilità.
Tant’è che la presidente dell’associazione Help Sos Salute e famiglia di San Severino, Cristina Marcucci, che da sempre si batte per il mantenimento dei servizi sanitari nel presidio settempedano, in particolare a sostegno della genitorialità, auspica che “i vertici dell’Azienda sanitaria maceratese possano attivarsi affinché il dottor Roberto Castellini venga confermato nell’incarico, con un prolungamento contrattuale, ovvero che possa essere trovata una qualsiasi forma di collaborazione congeniale al mantenimento del servizio ambulatoriale pediatrico all’ospedale di San Severino attraverso la preziosa opera dello stesso Castellini”.
La nota dell’Associazione Help si conclude con un “grande grazie” rivolto al pediatra per il gran lavoro svolto in questi anni a supporto di tante mamme e dei loro bambini.
Chiuso il 30 giugno 2021, il Covid Hospital di Civitanova Marche sarà smantellato. "Il 31 marzo scade il comodato d'uso gratuito dell'edificio che ha ospitato il Covid Center". Lo fa sapere il sindaco Fabrizio Ciarapica. La struttura, voluta dall'ex presidente della Regione Luca Ceriscioli, era stata ideata da Guido Bertolaso.
"Lo smantellamento è una decisione della Regione Marche, mi auguro che vengano rispettati gli impegni presi all'epoca della realizzazione e cioè che le attrezzature vengano trasferite all'ospedale di Civitanova Marche e in subordine nelle strutture ospedaliere dell'Area vasta 3", ora Ast (Azienda sanitaria territoriale) Macerata, dice Ciarapica all'Ansa.
"Nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare con l'assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini e mi sembra che l'orientamento sia quello di procedere allo smantellamento. Attendiamo che venga ufficializzato, ma voglio sperare che i patti dell'epoca non vengano disattesi e quindi i macchinari più importanti che si trovano all'interno del Covid Center, a iniziare da una Tac a 128 strati, vengano trasferiti nel nostro nosocomio cittadino".
L'edificio, allestito con attrezzature aquistate con una raccolta fondi lanciata dal Cisom, prima della riconversione era adibito a esposizioni fieristiche: "Teoricamente dovrà tornare ad essere quello che era - spiega il sindaco - ma lo smantellamento, al di là dei macchinari e dei letti, dovrà interessare anche le strutture realizzate all'interno, li sono stati costruiti dei moduli e quindi non sarà proprio semplice riportare la struttura a come era prima dell'emergenza Covid".
Peraltro, come ha spiegato l'assessore Saltamartini, rispondendo ad una interrogazione in Consiglio regionale, "il 20% delle tecnologie totali presenti nel Covid Hospital è stato riallocato sull'intera Ast, principalmente presso la struttura ospedaliera di Civitanova Marche". Si tratta principalmente di aspiratori, defibrillatori, elettrocardiografi, frigoemoteche, monitor parametri vitali, ventilatori polmonari, pompe, letti, ecografi, portatili di radiografia, elettrobisturi . La Tac è "in attesa di riallocazione", 42 letti donati dalla Fondazione Carima sono destinati all'ospedale di Civitanova.
Martedì 28 marzo ricorre la giornata mondiale dell’Endometriosi, istituita nel 2014 per sensibilizzare su una malattia fortemente invalidante per le donne che ne soffrono.
Lo Sferisterio di Macerata si illuminerà di giallo per l’occasione, non solo a testimoniare l’impegno svolto dal personale sanitario in tale ambito, ma soprattutto perché l’ospedale di Macerata con il suo reparto di Ginecologia ed Ostetricia diretto dal dottor Mauro Pelagalli è centro di riferimento regionale per la cura di questa patologia.
“Nelle Marche ci sono 495 donne che hanno un codice di esenzione per endometriosi, ma sono molte di più quelle che soffrono della malattia - commenta l’assessore alla Sanità regionale Filippo Saltamartini - Gli accessi ospedalieri nel 2022 sono stati oltre 300”.
“Abbiamo in cantiere una proposta di legge che istituisce il Registro regionale dell’endometriosi (REE) per la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sociali; promuove l’istituzione e l’organizzazione della Rete regionale per la prevenzione, la diagnosi e i percorsi di cura; promuove la formazione degli operatori sanitari e sociali; istituisce il comitato tecnico-scientifico regionale; promuove l’utilizzo di tecnologie e metodi innovativi per l’informazione agli adolescenti e istituisce la settimana regionale dell’endometriosi”.
“Veder riconosciuto il nostro reparto di Ginecologia e Ostetricia di Macerata come centro di riferimento regionale per la cura dell’endometriosi è motivo di orgoglio per la nostra Azienda Sanitaria – sottolinea il commissario Antonio Draisci – e il mio plauso e ringraziamento per i risultati ottenuti va al dottor Mauro Pelagalli e a tutta la sua èquipe”.
Per approfondire la conoscenza della patologia ne abbiamo parlato con il direttore dell’U.O.C. Di Ginecologia ed Ostetricia di Macerata, il dottor Mauro Pelagalli.
Dottore, innanzitutto cos’è l’endometriosi?
“Rappresenta una patologia che colpisce circa 3 milioni di donne, un milione e mezzo sintomatiche e il restante asintomatiche, inoltre esiste un 42% di coppie sterili che ha all’interno della pancia l’endometriosi, pur essendone ignara.
Questa patologia è anche fra le principali cause di bassa fertilità, oltre che fonte primaria di dolore pelvico cronico, che si riaccende in corso di mestruazione, di ovulazione e spesso per tutto il mese soprattutto nelle forme più infiltranti, quelle che interessano la parte posteriore dell’utero e quella intestinale.
Sulla causa dell’endometriosi, la prima teoria formulata risale al 1929 ad opera del ginecologo statunitense John Sampson, che la attribuì al ciclo mestruale, ma oggi sappiamo che in realtà ne è concausa.
Il ciclo è un elemento che va ad inserirsi su una vera situazione patologica, costituita dallo stato infiammatorio del peritoneo, che si presenta formato da aree eritematose, ipervascolarizzate, molto dense di globuli bianche e che rappresentano il terreno ideale su cui le ghiandole del ciclo mestruale possono impiantarsi, refluendo all’interno della pancia attraverso le tube.
Nello stato infiammatorio dell’organismo il tessuto mestruale, essendo capace di impiantarsi, trova il terreno fertile per poterlo fare: questa è la causa che oggi attribuiamo alla patologia dell’endometriosi.
La ragione per cui è così diffusa, specie tra le giovani ragazze, deriva dal fatto che gli stati infiammatori del peritoneo possono essere dovuti a migliaia di fattori, tra cui le infezioni sessualmente trasmesse, anche quelle asintomatiche, l’alimentazione con prodotti inadeguati, spesso a carattere di basso valore nutritivo e di alto valore tossico, e di tutti quei fattori che possono predisporre all’impianto delle cellule endometriosiche all’interno del peritoneo pelvico”.
L’U.O.C. che lei dirige è stata riconosciuta come centro regionale di riferimento per la cura di questa patologia
“Da circa 10 anni mi occupo di endometriosi, nell’arco di questo tempo abbiamo eseguito circa 5.000 interventi per patologia severa e medio grave e i progressi conseguiti ci hanno permesso di essere riconosciuti come riferimento a livello regionale per questa patologia. Siamo stati i primi nella Regione Marche e gli unici a fare il Nose, un intervento di resezione intestinale da endometriosi senza l’interessamento della parete addominale, cioè senza fare il classico taglio”.
“Ci occupiamo di tutta la patologia endometriosica, anche quella più severa riguardante il comparto posteriore, i legamenti e negli ultimi mesi abbiamo trattato patologie con interessamento delle strutture nervose, tra cui il plesso pelvico inferiore e il nervo sciatico”.
“Questi traguardi sono stati raggiunti grazie all’attenzione rivolta alla formazione, alla preparazione e alla costituzione di un percorso che consente alle pazienti di avere non soltanto un trattamento di altissimo livello chirurgico, ma anche medico attraverso un riscontro inerente la loro condizione di vita, la fertilità e le prospettive future”.
“Vorrei ricordare poi che lo scorso anno siamo stati protagonisti a Macerata con un congresso intitolato ‘Endometriosi 2022’, in cui abbiamo avuto tra i relatori il professor Koninckx Philippe, massimo esperto al mondo della chirurgia della endometriosi, oltre a prestigiosi professionisti sanitari nazionali e internazionali intervenuti”.
“Da ultimo, vorrei sottolineare che la Sigo (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia) ha ulteriormente riconosciuto la qualità del nostro lavoro, designandoci quale centro capofila per l’endometriosi, a livello regionale, attraverso l’istituzione di una mail dedicata, a cui le pazienti possono scriverci per organizzare un percorso e il cui indirizzo è: macerata.endometriosi@sigo.it”.
Sarà esteso anche alle donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni e tra i 70 e i 74 anni lo screening del tumore della mammella, tramite invito con cadenza biennale. Questa disposizione, contenuta all’interno di una delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, è stata adottata in recepimento delle “Linee guida europee per lo screening e la diagnosi del tumore della mammella”.
L’ampliamento della fascia d’età 45-49 anni avrà inizio entro aprile 2023, mentre quello della fascia d’età 70-74 anni entro settembre 2023. Nelle Marche, il programma di screening mammografico è stato avviato nel 2000 e, come da raccomandazioni ministeriali, è rivolto a tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, giudicate maggiormente a rischio di insorgenza di tumori al seno.
“Già il Piano regionale della prevenzione 2020-2025, che recepisce le indicazioni del Piano nazionale della prevenzione – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini – prevede, come obiettivo specifico, nell’ambito del Programma screening oncologici, l’estensione dello screening per il tumore della mammella dagli attuali 50-69 anni ai 45-74 anni.
Lo stesso vale per le linee guida europee sul tumore della mammella ‘European guidelines on breast cancer screening and diagnosis’, redatte recentemente dalla ECIBC (European Commission Initiative on Breast Cancer) che raccomandano allo stesso modo l’estensione dello screening alle donne dai 45 ai 74 anni e che sono state adottate anche dal Sistema nazionale Linee guida dell’Istituto superiore di sanità”.
Le donne interessate riceveranno un invito personalizzato, con tutte le informazioni utili, a sottoporsi a mammografia. Se necessario, saranno successivamente eseguiti approfondimenti diagnostici a tutte le donne con mammografia dubbia, sospetta o positiva. In caso di conferma di diagnosi, saranno effettuati tutti i trattamenti necessari, con inserimento in un percorso di trattamento e di follow-up.
Nelle Marche, il ministero della Salute ha stimato un tasso standardizzato di tumori alla mammella pari a 163,1/100.000 corrispondente a circa 1.300 casi stimati nella popolazione femminile residente per l’anno 2021.
Attualmente, circa l’80% delle pazienti con tumore mammario, se correttamente e precocemente trattato ha una sopravvivenza oltre i dieci anni dalla prima diagnosi. Pertanto la diagnosi precoce è fortemente raccomandata.
Si è svolta a Pieve Torina domenica 26 marzo l’assemblea ordinaria dell’Avis provinciale di Macerata come segno tangibile di vicinanza verso le realtà colpite dal terremoto del 2016. Presenti il sindaco e presidente della Comunità Montana Marca di Camerino, oltre che padrone di casa, Alessandro Gentilucci; e il presidente Avis regionale Marche Daniele Ragnetti.
Non è stata una scelta casuale quella di promuovere l’incontro a Pieve Torina, ma un chiaro messaggio di speranza legato alla ripresa dopo il sisma di questi territori in uno dei momenti forse più difficili per l’Associazione viste le difficoltà riscontrate nella raccolta del sangue. «Noi tutti abbiamo avuto conoscenza dei problemi che hanno riguardato l’équipe sanitaria addetta alla raccolta e le difficoltà oggettive che ci sono per riprendere l’attività, che sono motivo di confronto con le autorità sanitarie e politiche della Regione Marche - ha affermato la presidente Morena Soverchia durante la lettura della sua relazione morale -, queste difficoltà hanno inciso e stanno incidendo negativamente sul sistema avisino».
Rispetto ai dati, su un totale di 12.540 soci (di cui 343 non donatori) nel 2022 sono state effettuate 20.488 donazioni (4.370 di plasma), numeri che raffrontati con l’anno precedente segnalano un calo sia nel numero dei soci, -21 unità, che nel numero delle donazioni, con un calo complessivo che ammonta a -954 prelievi: «L’anno corrente - ha aggiunto la presidente Soverchia - non sarà di miglior auspicio se la raccolta associativa non riprenderà nei punti prelievo di San Severino Marche, Camerino e Matelica».
Quello della raccolta associativa è infatti uno degli argomenti più rilevanti: «L’Avis Provinciale di Macerata dallo scorso settembre ha dovuto sospendere completamente la raccolta associativa nell’alto maceratese e al momento non è ipotizzabile prevederne la ripresa - ha ancora sottolineato la presidente provinciale -, questo sta mettendo a dura prova tutto l’operato dell’associazione».
Come è noto, le difficoltà dell’Avis Provinciale sono imputabili alla carenza di personale infermieristico dell’equipe che si occupava della raccolta associativa: «Per poter ripartire è prioritario avere personale formato alla raccolta nel minor tempo possibile - ha continuato Soverchia -, nelle zone di Camerino, Matelica, San Severino la raccolta che avveniva solo da parte dell’Avis è ferma: a Esanatoglia, si sono raccolte dall’inizio anno 43 sacche; molti donatori dei Comuni di Pieve Torina, Pievebovigliana, Visso, Castelraimondo, Valfornace, Pioraco, Muccia, Serravalle, Sefro e Fiuminata che affluivano all’Unità di Raccolta di Camerino, non hanno effettuato neppure una donazione e i pochi che l’hanno fatta sono stati costretti a recarsi all’Ospedale di Macerata o hanno donato fuori Provincia.
Serve un intervento risolutivo sospinto dalla sensibilità in merito degli Amministratori locali e di concerto con l’Assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini; ma anche all’interno di Avis Regionale, perché l’Avis Provinciale di Macerata non può essere lasciata da sola a combattere questa battaglia per la sopravvivenza di tante Avis Comunali dell’Entroterra».
Tra le questioni trattate, l’Assemblea ha ricevuto comunicazione del rinnovo della Convenzione con la Regione Marche per le attività trasfusionali; nel 2022 si è invece conclusa la costruzione del nuovo edificio di Trodica di Morrovalle, inoltre, si sono rinnovate le autorizzazioni all’esercizio di tutti i punti raccolta presenti nel Maceratese. L’Avis Provinciale ha inoltre seguito la modifica e la registrazione degli Statuti delle Avis Comunali, nonché la relativa comunicazione al Runts.
Rendicontato poi la proposta del Consiglio Provinciale rivolta alle Avis Comunali con il progetto “A scuola con l’Avis” che si è appena concluso ed è stato rivolto alle classi quinte della scuola Primaria e nelle classi seconde della scuola Secondaria di Primo grado.
Altra iniziativa significativa quella relativo alla gestione delle chiamate e la creazione di un incubatole del terzo settore per lo sviluppo dell’Appennino dell’Alto Maceratese allo scopo di promuovere la solidarietà del dono del sangue a tutti senza alcune distinzioni o ostacoli dovuti a deifici fisici. Dopo molti anni, l’Avis Provinciale di Macerata ha inviato due ragazzi, Mattia Montanari e Diego Pranzetti, alla scuola di formazione nazionale di Avis, mentre il prossimo 29 aprile a Porto Potenza Picena è previsto un evento dedicato ai giovani volontari della nostra Provincia, organizzato dalla Consulta Giovani Regionale
Viviamo un’epoca in cui le stagioni stanno subendo una subdola, ma evidente modifica nella proposizione delle loro tipiche caratteristiche. Il riscaldamento globale, ormai dimostrato e scientificamente rilevabile, dai poli fino all’equatore ha reso di sicuro più labili i confini tra una stagione e l’altra. Da qualche anno gli inverni sono più freschi che freddi, le giornate rigide ci sono ma spesso inframezzate da periodi miti, non tali da infreddolirci o richiederci un abbigliamento fortemente protettivo.
Ciononostante il passaggio dall’inverno alla primavera conserva sempre il fascino della rinascita, della riappropriazione della bellezza e vivacità della natura che si risveglia attorno a noi. Il marrone e il grigio pallido di cui si vestono i paesaggi invernali pian piano si accendono e mutano fino al verde più brillante. Gli alberi fioriscono in attesa di maturare i frutti, la varietà cromatica è quasi accecante, nei prati e nei giardini appaiono timidi boccioli che in breve schiudono consegnandoci la bellezza, l’armonia e il profumo di rose, orchidee, margherite, mimose.
Gli animali, anche quelli che non si sono appena risvegliati dal letargo, sono percorsi da una smania di muoversi, socializzare, riappropriarsi degli spazi intorno a loro e riprodursi. In questo contesto uomini, donne e bambini non fanno eccezione, vivendo con rinnovata frenesia la luce prolungata delle giornate e assaporando il calore più intenso dei raggi solari.
Tali mutazioni cicliche stimolano le funzioni corporee ad adattarsi al benessere percepito, ma non è per tutti così: i pollini di fiori e piante possono provocare reazioni allergiche, lo stress emotivo del cambio di stagione spesso incide negativamente sul sistema nervoso di chi ha qualche fragilità in questo ambito. Tuttavia, gli individui che tendono ad incontrare disagi nel passaggio dall’inverno alla primavera ne sono generalmente consapevoli e sanno come correre ai rimedi per poter godere della stagione più favorevole al nostro benessere.
La figura di riferimento per tutti quelli che hanno queste problematiche è di sicuro il medico di famiglia. Ne parliamo con il dottor Luciano Caraceni, medico di medicina generale a Macerata di lunga esperienza. Nella sua esperienza di medico di medicina generale nel passaggio dall’inverno alla primavera noterà le allergie, dovute soprattutto ai pollini. Quali i consigli ai suoi pazienti interessati, quali i rimedi che prescrive?
Le malattie allergiche rappresentano un argomento molto interessante ed impegnativo per il medico di medicina generale, il primo professionista a cui si rivolgono i pazienti affetti da tali patologie. Negli ultimi anni, potremmo dire anche decenni, si è assistito ad un progressivo e costante aumento di prevalenza ed incidenza di malattie dell’apparato respiratorio nella popolazione generale a partire dall’età pediatrica.
Le situazioni di maggior frequente riscontro sono la rinite allergica associata o meno alla congiuntivite (oculo-rinite) e l’asma bronchiale allergica. Le “crisi “allergiche si sviluppano quando il sistema immunitario del paziente viene a contatto con sostanze sospese nell’aria, denominate allergeni, che scatenano una reazione eccessiva che dà origine ai sintomi classici quali scolo nasale, lacrimazione, tosse stizzosa, sternuti, respiro difficoltoso con fischi e sibili durante gli atti respiratori.
La sintomatologia è estremamente invalidante, procura disagio sociale e rappresenta una causa di compromissione della normale attività lavorativa e scolastica. I provvedimenti che il Medico di Medicina Generale mette in atto si riassumono nei seguenti punti:
• Informare ed educare il paziente a capire quando deve iniziare la terapia che deve essere anche preventiva per evitare crisi invalidanti; bisogna conoscere le sostanze a cui si è allergici ed iniziare ad assumere i farmaci nei periodi opportuni (generalmente fine inverno-inizio primavera).
• Ricordare che i farmaci antistaminici, spray nasali, colliri vanno assunti al dosaggio corretto suggerito dal medico e soprattutto costantemente per tutto il periodo di esposizione.
• Sconsigliare di ricorrere all’automedicazione acquistando autonomamente in farmacia o peggio ancora in internet, farmaci che se mal utilizzati posso risultare nocivi anziché risolutivi.
• Un discorso a parte è riferito all’asma bronchiale allergica: il paziente deve essere informato che la terapia va eseguita con costanza in maniere cronica, senza interruzioni. In caso di riacutizzazione della sintomatologia sarà il medico ad apportare eventuali modifiche di dosaggio per un periodo limitato. Attualmente il paziente asmatico ha a disposizione farmaci in spray o polvere da assumere per via inalatoria che risultano molto efficaci ed estremamente maneggevoli nel loro utilizzo.
Rispettando queste semplici norme si potrà avere una maggiore tolleranza e maggiori benefici ad una sintomatologia purtroppo inevitabile quale quella stagionale.
Questo è anche il periodo dell’anno in cui le persone con fragilità neurologica, ansia e depressione, vedono peggiorare il loro stato, come interviene il medico di famiglia?
L’inizio della primavera rappresenta il periodo in cui, in soggetti con particolare predisposizione, si può manifestare una sensazione di riduzione del tono dell’umore, facile stancabilità, insonnia, irritabilità che possono sfociare in un vero e proprio stato depressivo. Esiste a tal proposito un riferimento scientifico che è rappresentato dal manuale diagnostico e scientifico dei disturbi mentali (DSM-5) che classifica tra le tante forme di depressione anche quella stagionale.
Questo stato spesso è associato ad ansia, a volte difficile da controllare, che provoca un grave disagio nel mantenimento delle relazioni della vita quotidiana. Non sempre è semplice diagnosticare questi disturbi perché i sintomi possono essere confusi con una semplice e “generica stanchezza” e soprattutto con l’immancabile scappatoia dello “stress” con la conseguenza che il paziente chiede, o provvede in maniera autonoma, di assumere “farmaci integratori” che risultano del tutto inutili. Nonostante ciò, questi prodotti hanno raggiunto un livello di mercato spaventoso quanto ingiustificato.
Il medico di medicina generale conosce i suoi assistiti con cui ha rapporti professionali che durano spesso decenni, entra nelle case e conosce le dinamiche delle famiglie, le problematiche del lavoro, le patologie più importanti di cui una persona soffre. Tutto ciò sarà utile per individuare, guidati dal tipico rapporto di empatia paradigmatico delle cure territoriali, in quali pazienti si dovrà ricorrere, oltre alla rassicurazione personale, anche alla prescrizione di specifici farmaci.
Spesso la proposta di terapia farmacologica per un disturbo di ansia o di deflessione del tono dell’umore non viene accettata subito e di buon grado dal paziente. Bisogna renderlo consapevole che i farmaci attualmente in commercio sono privi di effetti collaterali significativi e non limitano né la capacità lavorativa ed attentiva né influiscono compromettendo la vita di relazione e gli affetti personali.
"Aver raggiunto questo obiettivo è un miracolo. Il tetto di spesa che limita le assunzioni vale non solo per il personale della sanità ma anche per le forze di polizia. Stato, Regione e aziende sanitarie si pongono il problema della sicurezza nei pronto soccorso e nelle corsie e la risposta è unitaria e soprattutto tempestiva. Si tratta dei primi due presidii nella provincia di Macerata che si aggiungono a quello fisso di Torrette".
Lo ha detto il vice presidente della Regione Marche Filippo Saltamartini che ha la delega alla sanità e alla sicurezza urbana partecipando al taglio del nastro dei due nuovi posti di polizia all’interno degli ospedali di Civitanova Marche e Macerata.
"Le due postazioni sono state realizzate in tempi record e questo testimonia la grande sinergia esistente tra le istituzioni. Serviranno non solo a garantire la sicurezza del personale sanitario ma anche dei cittadini che, se dovesse accadere un reato, all’interno dell’ospedale potranno già denunciare il fatto", spiega Saltamartini.
Alle due distinte cerimonie hanno preso parte il prefetto di Macerata Flavio Ferdani, il questore Vincenzo Trombadore, il comandante provinciale dei carabinieri Nicola Candido e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Ferdinando Falco, il commissario della Ast Macerata Andonio Draisci e il sub commissario sanitario Daniela Corsi.
Presente anche il procuratore della Repubblica Giovanni Narbone che ha fatto il suo intervento a Macerata plaudendo all’iniziativa. In entrambi i casi i locali si trovano nelle immediate vicinanze del pronto soccorso.
Il servizio si avvarrà anche del personale di tutte le forze dell'ordine addette al controllo coordinato del territorio, come è stato ribadito da prefetto e questore. Un intervento che si aggiunge alle guardie giurate che già presidiano le strutture, h24 in quello di Macerata, e dalle 20 in poi, per tutta la notte, in quello di Civitanova.
Il commissario Antonio Draisci ha sottolineato: "Negli ultimi 3 anni in Italia si sono verificati 5 mila episodi di aggressioni, circa 1600 l’anno nelle strutture sanitarie italiane e il numero è sottostimato perché spesso non si arriva alla denuncia. In 7 casi su 10 la vittima è una donna: nel 40% dei casi si tratta di violenza fisica".
"Ringrazio prefetto, questore, gli agenti di polizia che presteranno servizio perché consentiranno al personale sanitario di continuare a svolgere il proprio lavoro con amore e dedizione e garantiranno ai pazienti tranquillità e sicurezza", ha concluso. I locali sono già operativi con personale di polizia a lavoro.
Tiene banco, a Tolentino, la questione relativa servizio dialisi, con lo spostamento temporaneo del reparto che sarà suddiviso in quota parte tra Camerino e Macerata, nell’attesa della ricostruzione dell’ospedale cittadino danneggiato dal sisma. Il comune perde, dunque, un altro servizio essenziale e la situazione crea non poche preoccupazioni per i cittadini.
Sull'argomento è intervenuto il primo cittadino Mauro Sclavi: “Siamo consapevoli che questo spostamento creerà non pochi disagi– ha esordito il sindaco via social -. “Con i servizi sociali daremo la possibilità di aiutare le persone che hanno bisogno di questa terapia salvavita".
“Vorrei, inoltre, rassicurare i cittadini – ha continuato - che faremo tutto ciò che è possibile per far sì che il servizio torni a Tolentino”. "La decisione dello spostamento è stata presa due anni fa, quindi non compete questa amministrazione. Ci assumiamo, invece, la responsabilità di riportare in città una dialisi che funzioni”.
Un drone capace di trasportare organi da una città all'altra, salvando vite a tempo record e rispettando l'ambiente. Un progetto "made in Marche" dell'ingegnere Gianpietro Calai, residente a Montemarciano, che lavora insieme al giovane ingegnere aeronautico barcellonese Óscar Ruiz Álvarez, e che si è classificato al primo posto, a Santiago de Compostela in Spagna, agli "Innovator Award 2023 - Erasmus for Young Entrepreneurs", programma europeo che connette progettisti e imprenditori favorendo innovazione tecnologica e scambio di conoscenze tecniche.
"Se fossimo partiti un anno prima avremmo potuto impiegare il drone durante l'emergenza Covid ma sarebbe riduttivo pensare ad un uso limitato all'emergenza sanitaria", il commento di Calai. "Sono molte le situazioni in cui un drone così performante potrebbe essere impiegato, per questo ritengo che questo progetto possa davvero trasformarsi in realtà, cambiando radicalmente le nostre vite grazie al suo impiego su vasta scala".
Il veicolo progettato è un drone cargo ad ala fissa con un sistema di propulsione adattato per V-TOL (Vertical-Take Off & Landing) che può trasportare fino a 25 chili di carico utile e decollare da un'area di 10 metri quadrati. L'innovazione si basa soprattutto sulle scelte fatte sul sistema di propulsione elettrica, sulla tecnologia per la navigazione e sui materiali utilizzati per la costruzione delle ali e del corpo del drone, rendendolo di fatto una sintesi perfetta fra efficienza tecnologia ed ecosostenibilità. Il prossimo obiettivo sarà reperire le risorse finanziarie per passare dalla teoria ai fatti.
(Ansa Marche)
"Andrà tutto bene" recitavano gli striscioni appesi sui balconi. "Ne usciremo migliori" dicevano in TV. È andata davvero così? Non esattamente…sta di fatto che sono passati 3 anni dal primo lockdown e un anno dalla fine dell’emergenza sanitaria. Tempo di bilanci, quindi.
Nelle Marche sono più di 700.000 le persone contagiate dall’inizio della pandemia e circa 4400 i decessi attribuiti al morbo. Al momento risultano contagiati più di 700 soggetti, ma il dato non suscita più particolare interesse, anzi, siamo tutti proiettati verso il pieno ripristino della normalità pre-pandemica.
Una voglia di dimenticare più che legittima, se non fosse che esistono ancora delle regole presenti nelle ultime circolari emanate dal Ministero della Salute in materia di Covid-19. Ricordiamo infatti che, per quel che concerne i casi confermati tramite tampone molecolare o antigenico, è previsto un isolamento di 5 giorni qualora non si riscontrino sintomi, dopo i quali si potrà uscire a prescindere dall’effettuazione del tampone.
I soggetti sintomatici, gli immunodepressi e gli operatori sanitari, invece, potranno porre fine all’isolamento solo in presenza di test negativo. Sempre stando alla circolare ministeriale del 31 dicembre 2022, “a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’autosorveglianza, durante il quale è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto. Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi suggestivi di possibile infezione da Sars-Cov-2, è raccomandata l’esecuzione immediata di un test antigenico o molecolare”.
Sebbene le mascherine siano ormai in via di estinzione, ricordiamo che fino al 30 aprile il loro utilizzo resta obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative e le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti. Inoltre, va fatto uso di tali dispositivi di protezione anche negli ambulatori e studi medici.
Dopo questo breve ripasso, ci apprestiamo a fare il punto della situazione nella nostra regione con il professore Stefano Menzo, direttore dell’Istituto di microbiologia e virologia dell’Università Politecnica delle Marche.
Professor Menzo, lei che è nella cabina di regia regionale, per lo meno scientifica, della più importante infezione virale pandemica globale, può dirci se a questo punto siamo definitivamente fuori dal tunnel?
"Indubbiamente la situazione è molto migliorata. Le tante persone che hanno contratto l’infezione con conseguenze anche gravi che hanno maturato una immunizzazione anche se temporanea, il vasto utilizzo dei vaccini e dei farmaci antivirali hanno ridotto di molto l’incidenza del contagio. Naturalmente la casistica di positivi è ancora attiva, alcuni sono ospedalizzati, pochi nelle terapie intensive, pochissimi per fortuna i morti e quasi sempre riconducibili a fragilità preesistenti".
Stando ai dati recenti, nelle Marche sono state somministrate oltre 3.425.000 dosi vaccinali. Come valuta l’andamento della campagna vaccinale? Si sente di consigliare ancora la quarta e la quinta dose a chi non le ha fatte?
"La campagna vaccinale è stata molto positiva. Nelle Marche, in Italia e nel mondo i vaccini hanno limitato la mortalità di una percentuale altissima. Globalmente si stima che la vaccinazione abbia salvato la vita a circa 50 milioni di persone. I vaccini anti Covid hanno una durata di efficacia limitata, 5-6 mesi, per questo si è dovuto ricorrere a più richiami di vaccinazione. Attualmente la quarta e quinta dose non sono in assoluto necessarie.
Lo possono essere però per tutte quelle persone che possono sentirsi più tranquille e serene e per tutti quelli che per età, malattia pregressa o particolari situazioni di necessità fisiologica possono maggiormente temere l’infezione Covid. Ormai c’è una vasta consapevolezza sia nei medici, sia nei cittadini stessi per cui la vaccinazione della quarta e quinta dose può essere consigliata se le condizioni individuali la ritengono opportuna per evitare ogni rischio".
Dal punto di vista scientifico, i vaccini mRNA contro il Covid potrebbero essere propedeutici allo stimolo del sistema immunitario anche per combattere malattie non infettive, ad esempio i tumori?
"I vaccini contro il Covid sono stati messi a punto in tempi record seguendo tutta la rigorosa trafila della evidenza di efficacia e di sicurezza ed hanno usufruito del progresso ed avanzamento degli studi riguardanti lo stimolo delle difese immunitarie rivolti anche a patologie non infettive come possono essere i tumori. I vaccini mRNA provengono proprio dalle ricerche negli Istituti più importanti al mondo sulla possibilità di combattere patologie importanti e letali come possono essere i tumori, proprio partendo dal principio di stimolo ed attivazione del nostro sistema immunitario, lo stesso che da sempre è alla base della vaccinazione".
A gennaio si è temuto l’arrivo dalla Cina di una nuova variante pericolosa. Esiste ancora il rischio varianti?
"Che un virus abbia delle varianti è nella normalità della sua natura. In questo caso non sono state nemmeno molte e soprattutto non hanno interferito negativamente nell’efficacia dei vaccini e dei farmaci utilizzati. Bisogna essere consapevoli che questa pandemia che stiamo superando probabilmente non sarà l’ultima, è stata comunque un’esperienza talmente forte da averci insegnato molte cose, sia dal punto di vista scientifico che organizzativo".
La pandemia ha messo in luce importanti lacune del Sistema Sanitario Nazionale. A suo avviso si è fatto o si sta facendo qualcosa per colmarle?
"È chiaro che ci sono state delle lacune, soprattutto nel primo periodo quando ci si è trovati di fronte ad una patologia infettiva con un altissimo grado di diffusione e potenzialmente molto pericolosa nelle sue conseguenze che impegnava in maniera quasi totalizzante le strutture sanitarie.
Inoltre è da tener conto di tutte le precauzioni limitative che di molto hanno appesantito l’attività nelle strutture. Le lacune sono state ancora più evidenti nel trattamento di tutte le altre patologie, anche le più gravi, che sono state trascurate per l’impegno dovuto contro la pandemia. Siamo ancora in una fase molto critica di riorganizzazione dei servizi che comunque deve essere fatta al più presto. Il potenziamento della medicina di base e territoriale da parte del SSN è di sicuro uno degli insegnamenti che ci vengono dalla pandemia Covid".
Nuovo sodalizio per l’associazione Terme delle Marche che ha sede a Tolentino, società proprietaria delle Terme Santa Lucia. Il nuovo presidente eletto è Marco Nacciarriti, già presidente delle Terme di Sarnano.
“L’associazione composta dagli stabilimenti termali attivi presenti nel territorio marchigiano: Sarnano, Genga, Acquasanta Terme, Tolentino, Petriano, ha lo scopo di sostenere e promuovere lo sviluppo del settore termale marchigiano a livello locale, regionale, nazionale e internazionale attraverso la formazione di una rappresentanza unitaria del settore”, si legge in una nota.
“La filosofia alla base dei centri termali marchigiani è riavvicinare gli ospiti a uno stile di vita sano e attivo, perché un soggiorno alle terme è allo stesso tempo un viaggio verso il benessere e la riscoperta dell’attenzione alla qualità della vita”.
“La Regione Marche propone a livello turistico una varietà di percorsi che si intrecciano fra loro: arte, cultura, cucina, bellezze naturali ma anche e soprattutto il piacere e il relax del piacere termale. La proposta termale delle Marche è variegata, infatti solo in questa zona sono presenti ben 5 località termali su un territorio relativamente ristretto”.
“Le principali destinazioni termali della regione Marche – prosegue la nota - sono collocati in piccoli centri molto meno famosi rispetto a quelli presenti in altre regioni; tuttavia visitando questa terra ci si rende subito conto che c’è molto più da scoprire di ciò che si pensa. I centri termali delle Marche sono delle strutture di eccellenza collocati in contesti naturalistici di grande bellezza”.