Un gesto di estrema sensibilità e generosità quello compiuto oggi da Luca Sardella, titolare della ditta Co.Me.Ta S.r.l. di Montegranaro che ha donato alla Croce Verde di Civitanova Marche 100 mascherine filtranti FFP3.
"Un miracolo direi, sopratutto in questo momento dove anche il reperimento di presidi che normalmente avremmo ordinato e ricevuto senza problemi, è diventato come cercare un 'ago in un pagliaio' - spiega Elisabetta Biagiola, presidente della Croce Verde- le mascherine filtranti , fanno parte dei presidi di protezione individuale utilizzati dai nostri equipaggi per operare nella massima sicurezza, per questo, per noi tutti, un tale gesto non può che generare emozione e stima verso Luca Sardella".
"Giornalmente il nostro personale dipendente e volontario opera sul territorio di Civitanova ed oltre, affrontando ogni tipo di intervento sempre con la massima competenza - continua Biagiola- il nostro più grande ringraziamento va a loro che non si lasciano contagiare dalle paure ma anzi, continuano a fronteggiare le situazioni sempre con grande passione e nel pieno rispetto delle direttive della centrale operativa 118.
In questo delicato periodo il buon senso è fondamentale. Per una maggior tutela e prevenzione, invitiamo tutti ad attenersi alle informazioni e alle istruzioni dettate dal Ministero della Salute o dagli organi competenti"
“In questi giorni vi è massima preoccupazione tra il personale dipendente delle strutture sanitarie della Regione per il propagarsi del Coronavirus. Il numero dei casi registrato negli ultimi giorni nelle Marche sta arrivando a livello di guardia ma, nonostante ciò, circa 18.000 operatori e professionisti lavorano in modo eroico a fianco di chi sta male, non solo per il Coronavirus. Pensare che tutte le altre patologie si siano fermate perché è arrivato il Covid-19 è solo un'illusione. Il carico di lavoro assistenziale, quindi, si è raddoppiato, mentre le forze in campo, già ridotte prima dell'infezione, sono diminuite anche a causa della quarantena”. Ad affermarlo , in una nota, è il sindacato Cisl Fp, che auspica inoltre un tavolo di confronto regionale.
“Tutti gli operatori e professionisti della sanità chiedono con forza alla Regione e alla Protezione Civile di essere messi in condizione di lavorare in piena sicurezza. Non bastano decine e decine di documenti e fogli di carta, prodotti in questi giorni, per evitare che i primi ad essere infettati fossero proprio gli operatori sanitari. Come primo sindacato nel comparto sanità, la Cisl Fp chiede atti concreti ed urgenti finalizzati alla prevenzione, unitamente alla consegna dei dispositivi di sicurezza individuale, ad oggi forniti con estrema parsimonia, a tutti gli operatori. Nessuno intende tirarsi indietro in un momento così difficile ma rivendichiamo a nome di infermieri, OSS, tecnici e medici il diritto di lavorare in sicurezza, con direttive chiare, certe e soprattutto coordinate”.
“Dobbiamo evidenziare come troppo lentamente e con estrema difficoltà si stiano reperendo i DPI idonei, previsti dall'ultima circolare ministeriale. Dove sono stati consegnati, è avvenuto in numero non adeguato alle necessità. Sembra che sia in arrivo una fornitura di mascherine PPFF2 e PPFF3 dalla Finlandia, ma fino ad oggi quelle disponibili sono risultate insufficienti. Non possono e non devono esserci ulteriori ritardi.
Servono urgentemente delle vere e proprie zone filtro nei Pronto Soccorso di tutti gli ospedali delle Marche, non solo in quelli delle zone con casi acclarati. I casi sospetti ed i pazienti con sintomatologia dubbia non devono accedere nelle strutture sanitarie: devono essere “triagiati” in zone esterne da personale dotato di tutti i dispositivi utili alla protezione individuale, lontani da altri utenti in sosta. Inconcepibile, a distanza di due settimane dall'esplosione del virus in Italia, che decine di medici, infermieri ed OSS delle Marche o, peggio, familiari e utenti ignari ma trovatisi nel posto sbagliato, debbano essere messi in quarantena perché venuti a contatto con pazienti colpiti dal virus diagnosticato dopo ore di contatto con i presenti. Ciò perché malati infettati sono entrati ed hanno sostato nei Pronto Soccorso o addirittura in OBI. Vanno presidiate anche le diagnostiche e le sale d'attesa con percorsi dedicati per chi arriva con quesiti diagnostici del medico di base di patologie bronco-polmonari.
Vanno preservati anche i dipendenti amministrativi che sono a contatto continuo con l'utenza. I vari Servizi di Prevenzione e Protezione presenti in ogni Azienda, insieme agli RLS, devono immediatamente verificare se i front office siano dotati di sistemi di separazione tra dipendente ed utente. Dove questo non c'è, i responsabili devono immediatamente adoperarsi presso le Direzioni perché provvedano.
Nelle strutture sanitarie delle Aree Vaste marchigiane maggiormente colpite, va subito rimpinguato l'organico. Sono anni che come Cisl Fp denunciamo la carenza di personale assistenziale. Questa emergenza ha messo a nudo la verità, sia in merito agli infermieri, OSS, Medici che mancano cronicamente negli organici, che alla cattiva riorganizzazione dei posti letto messa in atto nelle Marche. Non è il momento delle polemiche. ma va reperito urgentemente nuovo personale assistenziale. Superata l'emergenza, andranno fatti ragionamenti non solo sul piano economico e organizzativo ma anche sull'efficienza di un sistema che deve essere messo in condizioni di fronteggiare anche situazioni emergenziali senza andare in tilt”.
“La Regione Marche non ha ancora previsto risorse aggiuntive e straordinarie per il riconoscimento del lavoro svolto con sacrificio ed elevatissimo rischio dai professionisti della sanità marchigiana, prosegue nella nota il sindacato. Le spese che le varie Aziende ed Aree Vaste stanno effettuando per il Coronavirus come andranno pagate? Chi pagherà le tante attivazioni di turni aggiuntivi e reperibilità straordinarie? È impensabile che la grande disponibilità dimostrata dagli operatori sanitari che, seppur molto preoccupati, continuano indefessi a svolgere il proprio lavoro nonostante la grave carenza di mezzi, personale e specifiche disposizioni per la prevenzione da contagio, abbia come conseguenza il depauperamento dei fondi contrattuali, in alcuni casi già ampiamente splafonati. È bene tenere conto, ad esempio, che l'AOU di Ancona nel 2019, anche senza Coronavirus, ha superato i limiti del fondo del disagio per circa 790.000 euro. Servono finanziamenti aggiuntivi extracontrattuali con i quali pagare istituti eventualmente messi in atto o che saranno attivati in futuro per fronteggiare l'emergenza.
Per chiarire tutti questi aspetti e tanti altri a tutela di operatori e lavoratori, la Cisl Fp sta da giorni chiedendo al Servizio Salute della Regione un tavolo di confronto sindacale urgente che ad oggi non è stato organizzato. Intanto però continuano a giungere notizie allarmanti dalla Medicina d'Urgenza di Torrette e dall'Ospedale Marche Nord ove i casi presenti e quelli scoperti nelle ultime ore stanno generando un allarme crescente tra gli operatori, costretti a rimanere in servizio anche se venuti a contatto con casi di pazienti contagiati.
Rimaniamo comunque in attesa dell'incontro in Regione che, allo stato delle cose, è diventato improcrastinabile”, concludono nella nota.
(Foto Afp Adnkronos)
Anche la struttura di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona ha isolato il coronavirus. Lo ha annunciato il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, durante le comunicazioni sull'emergenza epidemiologica nel corso della seduta del Consiglio Regionale.
Ceriscioli ha parlato di un "fatto importante che denota le capacità della struttura, ospedaliero universitaria, e segna anche la qualità di quello che si sta facendo".
(servizio in aggiornamento)
Lo scorso 26 febbraio si è svolto presso il Pala Prometeo il "concorsone", ovvero la selezione finalizzata all'assunzione a tempo determinato di infermieri per il superamento delle criticità connesse alla carenza di personale presso reparti e servizi degli "Ospedali Riuniti" di Ancona.
A distanza di soli due giorni lavorativi, con determina 179 del 2 marzo 2020, è stata già formata e deliberata la graduatoria.
Su 911 presenti alla selezione sono risultati idonei 499 candidati: di questi 57 saranno assunti immediatamente, mentre altri lo saranno in vista delle cessazioni che matureranno a breve e altri ancora per garantire la normale fruizione delle ferie estive: il personale infermieristico in graduatoria sarà utile anche ad affrontare l'emergenza del "Coronavirus".
La Direzione Generale intende evidenziare il notevole lavoro fatto dalla Commissione d'esame, presieduta dalla dottoressa Rosalia Mercanti - dirigente delle professioni infermieristiche - nonché dagli uffici preposti (Gestione del Personale) ed anche dal personale addetto alla sorveglianza in occasione delle prove.
Ingressi negli ambulatori medici solo tramite appuntamento telefonico, non è consentito, quindi, il libero accesso.
L'Arsur Marche ha diramato stamani, ai comuni di Civitanova Marche, Recanati, Porto Recanati, Morrovalle e Potenza Picena, un comunicato nel quale si avvisa gli utenti che l'accesso agli ambulatori medici di continuità assistenziale, avverranno solo previo appuntamento telefonico già concordato con il proprio dottore.
Si tratta di una misura già adottata in altre regioni per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, che serve per limitare eventuali assembramenti nelle sale d'attesa ambulatoriali e limitare, quindi, le possibilità di contagio.
L'avviso raccomanda, inoltre, a "chiunque presenti sintomi quali: tosse, mal di gola e difficoltà respiratorie e che abbia soggiornato nelle zone particolarmente colpite dal virus come la Cina, o regioni come la Lombardia e Veneto, di non recarsi al pronto soccorso, ma contattare prima il proprio medico curante telefonicamente. Stessa situazione, nei casi in cui si ha avuto contatti stretti con pazienti risultati positivi al Coronavirus. Sarà sempre il medico di famiglia a consigliare ogni ulteriore step da seguire".
“Avrà regolare esecuzione la selezione per la prova scritta finalizzata alla formazione di idonea graduatoria per l'assunzione a tempo determinato di infermieri. La prova si terrà regolarmente, nella giornata di domani (26 febbraio), presso il PalaPrometeo di Ancona". A comunicarlo in una nota ufficiale è l'azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti del capoluogo.
“La decisione - scrivono - è giunta al seguito di una puntuale disamina della normativa in essere (comprese per le Ordinanze del Ministero della Salute), d’intesa con il GORES regionale nonché sentito il Dr. Marcello Tavio, Direttore della SOD Malattie Infettive emergenti e degli Immunodepressi dell’Azienda Ospedaliera. Essa è finalizzata a garantire la regolare erogazione delle prestazioni sanitarie sia durante il periodo di eccezionale emergenza in corso, sia per permettere le sostituzioni di personale già cessato che per programmare un’efficacie stagione estiva in vista delle ferie estive".
Infatti, le persone cessate dal servizio dal primo gennaio al prossimo 30 aprile saranno 57 a cui si aggiungono le circa 30 unità non sostituite durante il periodo estivo dello scorso anno (per carenza di graduatorie utili) che hanno determinato criticità e disfunzioni in specie nell’area del Pronto Soccorso e dell’emergenza urgenza.
Le graduatorie in essere sono esaurite e non ce ne sono altre disponibili nella Regione Marche; il mancato svolgimento della prova e la conseguente indisponibilità di una graduatoria potrebbe produrre interruzioni o sensibili riduzioni nell’erogazione dei servizi sanitari in specie in una fase in cui il fabbisogno del personale sanitario è di particolare importanza.
Le domande pervenute all’amministrazione sono 1.479 ma si attende un afflusso di 6/700 persone; le misure di prevenzione adottate in vista delle prove sono di massima tutela: le distanze delle persone nel palazzetto non saranno inferiori ad un metro, sono state ordinate 1.000 mascherine e 1.000 paia di guanti da distribuire al personale addetto alla sorveglianza ed ai candidati che ne facciano richiesta.
"Premesso che è pienamente legittimo da parte dei Comuni di Apiro e Poggio San Vicino autodeterminarsi in base a leggi e norme e vedere se sia giusto o meno rimanere nella Provincia di Macerata o passare in quella di Ancona e nella relativa Area Vasta . Rimane invece quantomeno strumentale sentire che le motivazioni siano che con il passaggio di questi Comuni all’Area Vasta 3 si vada ad incidere in modo negativo sui bisogni sanitari e sociali dei cittadini. Affermare questo non si fa una operazione di verità rispetto alla buona fede dei cittadini. La nostra iniziativa politica aveva e ha un unico obbiettivo: salvaguardare i servizi sanitari della comunità messi a rischio pesantemente dall’Area Vasta 2 per i noti problemi di carattere finanziario e non, questo è il nostro impegno senza fine reconditi, in modo spassionato, ma solo per amore della Città e di tutta la comunità del San Vicino". Ad affermarlo, in una nota, è Raffaele Consalvi, capogruppo della lista Uniti per Cingoli, che prende posizione in merito alle rimostranze dei sindaci di Apiro e Poggio San Vicino riguardo al passaggio dei due Comuni nell'Area Vasta 3, in seguito ad un provvedimento regionale.
"Vediamo con calma di analizzare le varie sfaccettature per cui questo passaggio dovrebbe svantaggiare i Comuni di Apiro e Poggio, spiega Consalvi.
Ricoveri ospedalieri e visite specialistiche: non cambia nulla, ogni cittadino può ricoverarsi o fare visite a Jesi, San Severino, Macerata, Ancona o dove crede più opportuno.
Chiamata in questi due Comuni del 118: anche in questo caso nulla cambia, in quanto vale la regola di portare il paziente presso il DEA (dipartimento emergenza accettazione) più vicino e in questo caso Jesi.
Servizi Sanitari all’interno della Casa di Riposo: nulla cambia anche in questo contesto, tenuto conto che il Comune di Apiro ha conferito la gestione di questo servizio all’ASP di Jesi è nella facoltà del Comune di mantenerlo e proseguire questo rapporto, per quanto riguarda gli otto posti di RSA dovrà cambiare l’indirizzo della fattura, invece di Fabriano a Macerata.
Medici di Base e Pediatri che hanno mutuati anche fuori dall’Area Vasta 3: essi potranno continuare a mantenerli, tramite una norma transitoria che andrà a sistemare un paio di situazioni.
Servizi Veterinari: è un servizio che va avanti tramite leggi, norme e procedure uguali per tutta la Regione pertanto anche in questo caso gli agricoltori non debbono avere nessuna preoccupazione o remora di sorta.
Attività dello IOM: il servizio di questa benemerita associazione verrà confermato per i tre Comuni interessati.
Convenzioni con Associazioni di Volontariato: saranno recepite tutte le convenzioni in essere precedentemente stipulate.
Questi sono i fatti, altre interpretazioni non rappresentano la situazione oggettiva, poi ognuno la pensa e si muove come ritiene più opportuno".
Le Amministrazioni dei Comuni di Apiro e Poggio San Vicino hanno deliberato l’istituzione di un “Gruppo Tecnico“ bipartisan, a difesa della permanenza dei due Comuni all’interno dell’ Area Vasta 2.
“La lotta di un territorio, vittima di una assurdo diktat da parte di una Amministrazione Regionale, che ha assunto decisioni gravissime, senza il minimo bisogno di sentire i diretti interessati, è iniziata”, affermano in una nota congiunta i sindaci dei due Comuni Ubaldo Scuppa e Sara Simoncini. I primi cittadini di Apiro e di Poggio San Vicino si dimostrano fermamente contrari alla delibera regionale, assunta dalla commissione Affari istituzionali, che ha spostato i due comuni sotto la competenza dell’Area Vasta 3.
“Lunedì 10 Febbraio, il Gruppo Tecnico si è riunito per la prima volta e si è preso atto che, pur essendo stato richiesto, il Verbale della riunione politica svoltasi in Ancona il 23 gennaio scorso, tra le delegazioni guidate dai Sindaci di Apiro e Poggio San Vicino ed il Presidente della Regione e gli alti funzionari dell’Asur Regionale non è stato inviato, per cui si è deciso di intraprendere una serie di azioni concrete”, si legge nella nota congiunta.
“Entro pochi giorni verrà dato incarico ad un legale al fine di valutare eventuali azioni di ricorso al Tar competente per impugnare ogni atto conseguente che la Giunta Regionale intraprenderà per l’attuazione della Legge 43/2019.
È stata decisa la data del 28 Febbraio per una Assemblea Pubblica, durante la quale mettere a conoscenza i cittadini delle gravi problematiche che sorgeranno con il passaggio dei territori interessati all’Area Vasta 3. Problematiche che interesseranno non solo l’aspetto Sanitario e l’ambito dei Servizi Sociali, ma anche l’Assistenza Sanitaria dei Medici di Base, gli allevatori, le strutture di Volontariato quali la Piros ed altro ancora.
Altra decisione presa dal Gruppo Tecnico è quella di intraprendere una attività di “sensibilizzazione” delle Amministrazioni e dei Primi Cittadini di tutti i Comuni delle Aree Vaste 2 e 3 al fine di ottenere non solo solidarietà, ma anche un supporto tecnico e logistico concreto ,per la raccolta di 20.000 firme necessarie per richiedere l’abrogazione della scellerata Legge 43/2019.
Infine, ultima azione condivisa dal Gruppo Tecnico – concludono - è di iniziare a studiare sin da subito, attraverso le Segreterie Comunali, l’iter Istituzionale necessario per il cambio di Provincia, soluzione certamente lunga e complessa, ma che ha il pieno consenso da parte delle rispettive cittadinanze”.
"Sarebbero stati seguiti iter procedurali differenti per l’assegnazione dei lavori di realizzazione dei nuovi ospedali di primo livello a Macerata e a Pesaro". I dubbi vengono sollevati in un’interrogazione presentata dal consigliere regionale di Art.1, Gianluca Busilacchi e indirizzata al Presidente Ceriscioli.
Nell’atto ispettivo Busilacchi ricostruisce l’iter relativo al progetto per l’ospedale di primo livello di Macerata, a partire dalla delibera di Giunta del dicembre 2018, passando per l’individuazione dell’area ove ubicare la struttura, fino alla recente scelta della Società costruttrice. Scelta avvenuta nel dicembre 2019 anche attraverso la valutazione della Commissione tecnica istituita dall’Area Vasta 3, la quale ha successivamente provveduto ad inviare il progetto prescelto al DIPE (dipartimento per la programmazione economica) al fine della fattibilità del partenariato pubblico privato.
In questo ultimo passaggio, secondo l’esponente di Art.1, sarebbe rinvenibile una difformità nell’iter procedurale rispetto a quello riguardante il nuovo ospedale di Pesaro, per la realizzazione del quale si sarebbero trasmessi entrambi i Piani economico-finanziari al DIPE, non esclusivamente quello avanzato dalla Società assegnataria.
Busilacchi, attraverso l’interrogazione presentata, intende sapere se ai due soggetti proponenti sono state fatte richieste di adeguamento dei progetti, quali siano stati i termini distintivi e le caratteristiche tecniche che hanno reso un progetto preferibile all’altro e, infine, per quale motivo non sono stati trasmessi al DIPE entrambi i progetti (come avvenuto nel caso di Pesaro) per una valutazione anche comparativa della fattibilità della proposta di partenariato pubblico privato.
L'associazione Nuova Salvambiente Onlus organizza per domenica 9 febbraio un incontro pubblico sul tema del 5G, la telemedicina a distanza.
Il 5G sta arrivando nelle Marche e a Recanati. Ne parleranno il consigliere regionale Ing. Sandro Bisonni, il Prof. Fausto Bersani e il Medico per l'ambiente Patrizia Gentilini, che illustreranno gli aspetti tecnici e le preoccupazioni della comunità medica.
L'appuntamento è al Salone del Popolo, Corso Persiani Recanati, ore 15:30. L'accesso è gratuito.
“Quale sarebbe il piano per l’ospedale “Bartolomeo Eustachio” che il direttore dell’Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, pubblicamente ha detto di avere? Aspetto con ansia che venga presentato a me e ai cittadini visto che da questo dipende il presente, e il futuro, di un servizio essenziale come quello alla salute, non solo della nostra città ma di un intero territorio già martoriato dagli effetti del terremoto”.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, torna a parlare di sanità e dell’ospedale civile settempedano chiedendo, ancora una volta, “il ritiro della Determina 742 del 31 dicembre 2019 che ha provocato un “grave colpo” a una struttura che in molti ci invidiano”.
“La nefasta Determina di Capodanno - sottolinea il primo cittadino - con il declassamento di tre Unità operative da complesse a unità semplici, vale a dire l’Oncologia, l’Hospice e la Radiologia, mina l’attività dell’intera struttura e ci consegna una scatola vuota. Sospendere l’atto è doveroso e questo, praticamente, è quel che hanno chiesto anche i colleghi sindaci e gli amministratori presenti al Consiglio comunale convocato d’urgenza il 30 gennaio scorso al quale, purtroppo, era assente il presidente della Regione e assessore alla Salute, Luca Ceriscioli, da cui ad oggi abbiamo ricevuto solo un tombale silenzio”.
Una nuova risorsa digitale per conoscere, giorno per giorno, tutte le prestazioni sanitarie disponibili. Ad annunciarlo è stato oggi il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, insieme al presidente della commissione sanità Fabrizio Volpini.
Per un "monitoraggio trasparente" della disponibilità di posti per esami, visite e accertamenti medici, che poi dovranno essere prenotati con ricetta al Cup, con la app o in farmacie che danno questo servizio, si può ora consultare il sito della Regione Marche: ogni giorno, dalle 8, si può accedere a un banner in cui è possibile visionare la disponibilità di 'slot' per prestazioni sanitarie, priorità e area vasta, senza indicazione della data: è come se l'utente avesse davanti l'elenco che compare sul monitor dell'addetto al Cup. "Far vedere le disponibilità delle liste d'attesa era stata una mia promessa in campagna elettorale e ora è possibile", ha detto il presidente della Regione Luca Ceriscioli . Le liste d'attesa, ha affermato, continuano ad aver un andamento eccellente: oltre 58mila prestazioni in più nel 2019 e rispetto dei termini (brevi, differibili, programmate) sempre sopra il 96,6%. Gli ha fatto eco Volpini: "devo dire che la situazione è molto migliorata da quando è stata messa in campo quella che ritengo una vera e propria rivoluzione digitale".
(Foto Ansa)
“Non si possono condividere le tesi dell’assessore regionale Angelo Sciapichetti”. Dopo il Consiglio comunale convocato in via d’urgenza per discutere della Determina 742 dell’Asur Marche e del Piano sanitario regionale, il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, torna a chiarire le posizioni affidandosi a una nuova nota.
“La Determina 742 non va solo sospesa, ma ritirata – ribadisce la Piermattei, che sottolinea - Si parla spesso di emergenza e grande difficoltà delle zone devastate dal terremoto, ma poi si applicano a questi territori gli stessi criteri del resto della regione. Ma perché tutto questo? Perché si è ciechi rispetto al dramma che le nostre comunità stanno vivendo? Come si possono declassare tre Unità dipartimentali in un solo ospedale e affermare che non se ne voglia la chiusura?"
"Si continua a svuotare il nostro ospedale “Bartolomeo Eustachio” senza chiarire, e senza scrivere, quale futuro aspetta a questa struttura che avrebbe tutte le caratteristiche per essere un punto di riferimento per tutto il territorio montano e pedemontano - prosegue il sindaco -. E’ paradossale che si parli di iniziativa elettorale. Quando i sindaci di un territorio intero sollevano la testa per evidenziare il grido di dolore di un intero territorio. Protestare per una determina assurda, pubblicata l’ultimo giorno dell’anno, significa strumentalizzare la sanità ai fini elettorali? O significa, piuttosto, accendere le luci su un danno irreparabile alle comunità dell’entroterra?".
"Il compito degli amministratori è difendere la dignità dei cittadini e noi non ci stancheremo mai di farlo – promette il sindaco di San Severino Marche - Anche quando le istituzioni che ci troviamo di fronte sono muri di gomma”.
“La vigilia di Natale ci ha portato una sorpresa inaspettata: senza aver scritto nessuna “letterina” al Presidente Luca Ceriscioli, abbiamo trovato “sotto l’albero” la Legge Regionale n. 43/2019 con la quale, insieme a tante altre cose di materia completamente diversa, ha deciso di modificare l’organizzazione dell’Azienda Sanitaria unica (Asur), spostando i Comuni di Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino”. Lo affermano, in una nota congiunta, il sindaco di Apiro Ubaldo Scuppa e del vicino paese di Poggio San Vicino, Sara Simoncini. I due primi cittadini esprimono il loro dissenso riguardo il passaggio dei due comuni, dall'Area Vasta 2 (Ancona) all'Area Vasta 3 (Macerata), in base base alle Legge Regionale n.43 approvata lo scorso dicembre.
“La prima reazione è stata di stupore e a seguire di imbarazzo, poiché non abbiamo compreso il motivo di tale scelta, continuano i sindaci. Una decisione assurda ed insensata, presa su proposta fatta alla mattina dello stesso giorno, avanzata non dalla Commissione Sanità e Servizi Sociali, come giusto che sia dal punto di vista procedurale, bensì dalla Commissione Affari Istituzionali, senza aver avuto la pur minima esigenza di ascoltare il territorio e le Amministrazioni interessate , in una deriva autoritaria e centralista molto preoccupante.
Siamo come Amministrazioni e soprattutto come intera cittadinanza di Apiro e di Poggio San Vicino completamente ed assolutamente contrari a tale soluzione. Le motivazioni sono di una vastità e di una gravità inimmaginabili”.
Con il passaggio dall’Area vasta 2 alla 3 si avrà il trasferimento delle funzioni dei Servizi Sociosanitari, così come stabilito dall’ art. 23 comma 2 del D. Lgs 147/2017 che stabilisce che le Regioni devono prevedere che i Servizi Sanitari, i Servizi Sociali ed i Centri per l’impiego debbano essere compresi all’interno dello stesso Ambito territoriale.
“Attualmente – spiegano i sindaci - il Comune di Apiro gestisce i Servizi Sociali del proprio territorio, che rappresentano un quarto dell’intero bilancio Comunale attraverso l’ASP IX di Jesi, servizi peraltro gestiti in maniera ottimale. Diversamente potremmo vederci ricollocati in un ambito territoriale, che non conosce i nostri bisogni, per cui si creeranno disservizi e mancate risposte.
All’interno dell’Area Vasta 3, per ciò che attiene ai Servizi Sanitari, saremmo collocati nel distretto di Macerata, che dista 40/50 minuti dai nostri territori a differenza dei 20 minuti che ci separano da Jesi.
Problematiche sorgeranno altresì per l’Assistenza sanitaria di Base con Medici Convenzionati, che non potranno più svolgere la loro attività su territori di Area Vasta diversa come per esempio Apiro e Cupramontana o Cingoli e Filottrano. In particolare, difficoltà notevoli ci saranno per l’approvvigionamento di presidi sanitari come pannolini, farmaci ospedalieri ed oncologici che dovranno essere ritirati a Macerata.
Problemi rilevanti ci saranno per gli allevatori che ora espletano tutta l’attività burocratica con il Servizio di Veterinaria di Jesi, che passerà al Distretto di Macerata costringendo gli utenti a viaggi più lunghi e con perdita di tempo, senza contare delle difficoltà legate alla problematica della circolazione stradale nei mesi invernali.
Infine, notevoli saranno anche le difficoltà cui andrà incontro una Associazione di Volontariato come la Piros di Apiro che ora opera con tanti volontari 24 ore su 24 e che vedrà decurtato, per la lontananza dai centri di ricovero e diagnosi, i propri servizi, costringendoli quasi certamente ad una chiusura. Sino ad ora i sottoscritti avevano tenuto la questione prettamente su un piano istituzionale, facendo presente con atti ufficiali il dissenso delle nostre rispettive Amministrazioni.
Nell’incontro avuto con il Presidente della Regione Ceriscioli il 23 Gennaio, alla presenza del Direttore Asur Regionale, dei Direttori di Area Vasta 2 e 3 , del Direttore dei Servizi Socio sanitari e altri funzionari , durante il quale abbiamo a gran voce richiesto la modifica o la sospensione della fase attuativa della Legge Regionale n. 43 del 30 dicembre 2019 , non solo non abbiamo avuto risposta, ma a tutt’oggi nonostante l’avessimo richiesta con nota ufficiale non ci è stata inviata copia del verbale della riunione in oggetto.
Pertanto riteniamo necessario intraprendere tutta una serie di iniziative destinate ad evitare una imposizione intollerabile”.
“Come primo passo – spiegano i sindaci - abbiamo convocato in via d’urgenza i nostri rispettivi consigli comunali, che si sono svolti il 30 e il 31 gennaio, che all’unanimità, nel prendere atto delle scelte fatte e della grave scorrettezza istituzionale da parte dei rappresentanti regionali, hanno votato la propria contrarietà allo spostamento dei territori e deciso di intraprendere una serie di azioni, tra cui: la costituzione di un comitato di cittadini e la raccolta di firme per l’indizione di un referendum per l’abrogazione della legge che ha modificato l’ambito territoriale dell’area vasta n. 3. lo studio di eventuali azioni in sede giudiziaria; un dissenso civile da manifestare in occasione della campagna elettorale ormai prossima all’avvio per il rinnovo del consiglio regionale.
Inoltre, la prossima settimana il comune di poggio San Vicino e quello di Cingoli daranno il via ad una raccolta firme su tutto il territorio delle province di Ancona e Macerata, necessarie per l’abrogazione dell’articolo della Legge Regionale n. 43/2019. “Con la consapevolezza – affermano - che già molti Sindaci ci hanno manifestato la loro solidarietà tale da fornirci un supporto fattivo. Stiamo valutando l’avvio dell’iter per il passaggio dei nostri Comuni dalla provincia di Macerata a quella di Ancona, come emerso all’unanimità dai consiglieri che hanno partecipato ai consigli comunali convocati in via d’urgenza.
Ci batteremo sino all’ultimo respiro per fermare qualcosa che ha davvero dell’imposizione stalinista”, concludono .
La dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo italiano per il Coronavirus non modifica, almeno per il momento, le misure adottate dalla Regione Marche, che si era già attrezzata per monitorare ed eventualmente affrontare eventuali casi di contagio. Attivato il Gores (Gruppo Operativo Regionale per le Emergenze Sanitarie) tavolo tecnico che la Regione Marche ha scelto da tempo di costituire con interfaccia tra operatori sanitari esperti e protezione civile regionale. Il primo incontro del Gores si è tenuto lunedì 27 gennaio per strutturare il lavoro in base alle principali esigenze. Ieri la seconda riunione in cui sono state tracciate le indicazioni operative per affrontare l'allerta sanitaria, definendo le modalità di presa in carico di potenziali casi sospetti, di isolamento, diagnosi e trattamento e le misure di sanità pubblica per contenere il contagio. In queste ore le indicazioni tecniche regionali vengono diramate a tutti gli operatori del Servizio Sanitario Regionale.
Qualora, dunque, un cittadino marchigiano abbia viaggiato nelle zone a rischio della Cina e nel caso in cui, entro i 15 giorni successivi al rientro abbia manifestato sintomi respiratori gravi, può riferirsi al proprio medico curante o contattare il 118; chi risponderà, effettuerà una prima valutazione del caso mediante schede di rilevazione specifiche e attiverà, se necessario,le procedure per affrontare ogni singola evenienza, dalla verifica del sospetto all'eventuale isolamento in reparti dedicati.
“La politica ha abdicato in favore dei dirigenti ieri sera. Abbiamo assistito ad un consiglio comunale aperto solo sulla carta”. Ad affermarlo, in una nota, è Giovanna Capodarca Agostinelli - presidente dei comitati per la provincia di Macerata a difesa degli ospedali pubblici - in riferimento al Consiglio Comunale aperto, che si è tenuto ieri a San Severino Marche, riguardante il tema della famigerata Determina 742 del 31 dicembre 2019.
“Il clima era teso, fastidioso, nervoso, per niente costruttivo, prosegue la Capodarca Agostinelli. Venti sindaci del territorio hanno sprecato una occasione per far sentire la loro vicinanza alle persone che chiedono la certezza delle cure e una sanità pubblica al di la delle legge Balduzzi, che poteva essere interpretata in maniera diversa dalla Regione, unica responsabile. Noi temiamo fortemente che la determina 742/19 sarà modificata in negativo. Non è possibile che le regionali condizionino così i primi cittadini di venti Comuni. Tranne alcune eccezioni andremo tutti a manifestare a Roma davanti al ministero con i sindaci in prima linea con un documento unitario che proponga il Nuovo piano sanitario concreto bypassando i tecnici”.
“Se la sindaca organizzatrice (in riferimento alla Piermattei) avesse permesso al comitato regionale ed al suo di San Severino - che ieri sera rappresentava ben venticinque comitati da Pesaro ad Ascoli passando per Ancona Macerata Fermo - di intervenire, avremmo zittito con documenti alla mano i tecnici presenti. Non ci è stato concesso a questo punto si pensava ad un asso nella manica della sindaca, come scrive chiaramente l'avvocato Massei; una lettera che spazzi via la determina con la firma di tutti i sindaci presenti, un documento necessario per interloquire con il governatore, senza ancora parole al vento. Non ci è stato concesso di avvisare i presenti che martedì 4 febbraio tutti i comitati della regione sono a protestare sotto il palazzo Raffaelo in Ancona contro questo piano sanitario”, conclude la Capodarca Agostinelli .
"Chiedo che prima di tutto sia ritirata la nefasta Determina 742 e che poi si parli dei piani per l’ospedale di San Severino Marche”. Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, ha chiuso così la seduta del Consiglio comunale d’urgenza monotematico convocato, al teatro Italia, con un unico punto all’ordine del giorno: “Determina 742 del 31/12/2019 – Piano Sanitario Regionale”.
In apertura d’assise, dopo aver ringraziato per la partecipazione tutti i presenti, il sindaco ha puntato il dito contro la decisione dell’Asur Marche, sottolineando pubblicamente: “L’unica struttura ad essere colpita dalla decisione di Capodanno è stato il Bartolomeo Eustachio”. Di seguito la Piermattei ha elencato una serie di provvedimenti e situazioni che hanno “impoverito - ha detto - il nostro ospedale”.
A partire dalla chiusura, a marzo 2016, del Punto nascite in un reparto, il materno infantile, “che negli anni era stato un’eccellenza anche per la preparazione dei medici e del personale ostetrico e che aveva raggiunto fino 800 parti per superare comunque i 500 nel periodo dello stop alle attività. Abbiamo cercato di intervenire in tutti i modi per scongiurare questa situazione – ha ricordato ancora il sindaco - ma non siamo riusciti a fare nulla. Da quella chiusura in poi il declassamento è stato continuo. E’ stata spostata la diagnostica del tumore prostatico ed urologico insieme alla cistoscopia. Hanno unificato la preparazione antiplastici a Macerata, sono state spostate tutte le urgenze chirurgiche, tranne l’oculistica, ed è stato unificato, con la Medicina, il Tao. Questo ha creato tantissimi disagi per le persone che hanno bisogno della terapia e che ora devono salire un piano e poi scenderne un altro".
"Tra le cose che hanno impoverito l’ospedale ce ne sono altre, nonostante una Determina a suo tempo firmata con la Regione da chi mi ha preceduto nell’Amministrazione della città - ha aggiunto la Piermattei, ricordando di seguito - A maggio 2019 è stata aperta la Lungodegenza ma sono solo venti posti e, ad oggi, non sono stati ancora portati a termine i lavori su tutto il piano che doveva vedere aperti anche nuovi uffici, la riabilitazione e altro. San Severino Marche ha il terzo centro in Italia, e unico nella Regione, per l’impianto di stent Xen 45 nella chirurgia del glaucoma ed è anche il primo centro marchigiano per i trapianti di cornea. E’ una eccellenza che andava riconosciuta come provinciale ma, anche in questo caso a tutt’oggi, di provinciale non c’è nulla e non si sa il perché. In occasione dell’apertura della Lungodegenza era stato presentato anche il progetto del Centro nazionale per le ernie, ma non sappiamo quando e come ci sarà riconosciuto”.
Tornando alla Determina 742 nel suo intervento il sindaco ha sottolineato ancora: “Questo atto, declassando tre Unità operative da complesse a Unità semplici fa diventare quella di San Severino Marche una struttura vuota. In questo territorio abbiamo tanti problemi, dalla ricostruzione alla viabilità, e quando c’è qualcosa che funziona ci viene tolto. Io vorrei capire il perché. Leggendo e rileggendo i documenti ho capito che trasformare le Unità operative da dipartimentali a semplici non è una questione economica legata ai dottori, che stanno lavorando molto bene. Tolte le dipartimentali, i dottori che andranno in pensione non verranno sostituiti e, piano piano, diminuirà l’afflusso dei pazienti e quindi, come risultato finale, verrà inglobato tutto in un’altra struttura. Quello che continuerò a chiedere sarà, quindi, di riconoscere il “Bartolomeo Eustachio” come ospedale di base. Continuerò poi a chiedere la riapertura del Pronto Soccorso e il ritiro della Determina 742".
"Il giorno che sono diventata sindaco - ha poi concluso la Piermattei - ho assunto una responsabilità precisa. Mi sono presa il dovere di difendere i diritti dei cittadini. Quello alla salute, lo ricordo, è un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione. Non si può agire in questo modo. E’ stata offesa la dignità di tutti i cittadini con una decisione presa alle loro e alle nostre spalle. Ora è arrivato il momento di presentare con chiarezza e onestà quelli che sono stati definiti come i piani per l’ospedale di San Severino Marche”.
Alla convocazione del sindaco Rosa Piermattei per aprire un fronte comune “contro decisioni che penalizzano i nostri territori già martoriati dal sisma e da altre mille difficoltà” hanno risposto in massa, con la loro presenza o con messaggi e lettere di solidarietà e partecipazione, tanti semplici cittadini ma anche rappresentanti di associazioni e comitati, professionisti del settore e poi sindaci e amministratori di un bacino di oltre 200mila abitanti.
Tra questi ultimi i primi cittadini di Apiro, Ubaldo Scuppa, di Belforte del Chienti, Alessio Vita, di Bolognola, Cristina Gentili, di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti, di Camerino, Sandro Sborgia, di Camporotondo di Fiastrone, Massimiliano Micucci, di Castelraimondo, Renzo Marinelli, di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, di Cessapalombo, Giuseppina Feliciotti, di Cingoli, Michele Vittori, di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, di Esanatoglia, Nazzareno Bartocci, di Fiuminata, Vincenzo Felicioli, di Fiastra, Sauro Scaficchia, di Gagliole, Sandro Botticelli, di Matelica, Massimo Baldini, di Montecavallo, Pietro Cecoli, di Muccia, Mario Baroni, di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, di Pioraco, Matteo Cicconi, di Poggio San Vicino, Sara Simoncini, di Pollenza, Mauro Romoli, di Sefro, Pietro Tapanelli, di Sarnano, Luca Piergentili, di Serrapetrona, Silvia Pinzi, di Serravalle di Chienti, Emiliano Nardi, di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, di Treia, Davide Buschittari, di Valfornace, Massimo Citracca, di Visso, Maurizio Spiganti, di Fabriano, Gabriele Santarelli, di Arcevia, Dario Perticaroli, di Frontone, Daniele Campagnani, di Genga, Marco Filipponi, di Mergo, Luca Possanzini, di Sassoferrato, Maurizio Greci, di Serra San Quirico, Tommaso Bordo, di Cupramontana, Luigi Cerioni, di Pergola, Simona Guidarelli, di Cagli, Alberto Alessandri. Poi il Commissario del Comune di Ussita, Giuseppe Fraticelli, il vicesindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, i consiglieri Sandro Bisonni, Luca Marconi, Francesco Micucci, Elena Leonardi e Luigi Zura Puntaroni insieme ai parlamentari Mirella Migliozzi, Mario Morgoni, Tullio Patassini, Francesco Acquaroli e Giuliano Pazzaglini.
Il suo silenzio, e la sua non risposta alle nostre richieste scritte, non è accettabile per il ruolo che lei ricopre e per il quale non può sottrarsi a un chiarimento e a un confronto”.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, è tornata a scrivere al presidente e assessore alla Salute della Regione Marche, Luca Ceriscioli, per chiedere nuovamente il ritiro della Determina 742 del 31 dicembre 2019 che ha provocato un “grave colpo” all’ospedale “Bartolomeo Eustachio”.
“Mi domando - scrive la Piermattei a Ceriscioli - come sia possibile restare in silenzio quando una comunità che sta ancora vivendo il dramma del terremoto le chiede spiegazioni per un atto compiuto sotto la sua presidenza e del quale lei, di fatto, si trova a condividere a pieno titolo tutte le responsabilità”.
Sullo stesso argomento della “nefasta Determina di Capodanno”, intanto, è stato convocato per giovedì prossimo (30 gennaio), alle ore 21 al teatro Italia, un Consiglio comunale d’urgenza monotematico.
Unico il punto all’ordine del giorno dell’Assise settempedana, “Determina 742 del 31 dicembre 2019 – Piano Sanitario Regionale”, alla quale sono stati invitati anche i sindaci delle aree interne, i parlamentari maceratesi ma anche lo stesso Ceriscioli, i direttori Storti e Maccioni.
"La finalità - spiega il primo cittadino settempedano nell’invito diretto ai colleghi sindaci - è quella di definire come affrontare la tutela della sanità dell’entroterra montano”.
Nessuna traccia del nuovo Coronavirus nelle Marche. La Regione ha comunicato ufficialmente l'esito negativo dei test di laboratorio eseguiti dall'Istituto Superiore di Sanità in relazione a uno dei due casi, a Macerata, di persone recentemente rientrate dalla Cina (un ragazzo e una ragazza) che negli scorsi giorni hanno manifestato sintomi respiratori per cui si sono resi necessari ulteriori accertamenti: "Sebbene in entrambi i casi le valutazioni effettuate avessero già permesso di escludere che si potesse parlare di casi sospetti di nuovo Coronavirus - si legge nella nota -. Una delle due situazioni (quella della ragazza) è stata comunque valutata meritevole di approfondimenti diagnostici".
La direzione medica di Presidio dell'Ospedale di Macerata e gli specialisti che hanno seguito il caso hanno provveduto all'invio di un campione clinico a Roma in meno di 24 ore, presso il Laboratorio nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Gli esami effettuati hanno dato esito negativo. Dunque è confermato che, al momento, non vi siano né casi sospetti, né tantomeno casi confermati di nuovo Coronavirus nelle Marche.
Si è conclusa nel tardo pomeriggio a Fabriano l'Assemblea dei sindaci dell'Area vasta di Ancona. Sul tavolo, oltre ad altri temi, è stato affrontato il trasferimento dei Comuni di Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino nell'area vasta 3 di Macerata, da quella di Ancona.
Il tema ha appassionato il dibattito in cui sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Jesi MassimoBacci e l'Assessore maria Grazia Quaglieri, il Sindaco di Castelfidardo Roberto Ascani, il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli, il vicesindaco di Cingoli Filippo Saltamartini e alcune delegazioni sindacali .
Alla riunione hanno presenziato il direttore di area vasta dottor Giovanni Guidi e il dirigente generale ASUR dottoressa Nadia Storti.
Per l'Ospedale di Cingoli la dottoressa Storti ha precisato che” i 40 posti letto previsti dalla delibera regionale 139/2015 rimangono immutati e sono a presidio dell'intera ASUR regionale e non della sola Area vasta 3 di Macerata.
Il cambio di Area vasta comporta - ha aggiunto il direttore generale- che nel bilancio unico dell'Asur Marche, la quota finanziaria dell'Ospedale di Cingoli sarà trasferita a Macerata”.
La stessa Storti ha poi aggiunto di aver insediato tre gruppi di lavoro, i quali entro la fine di gennaio dovranno delineare in che forme avverrà tale passaggio amministrativo.
Infatti, se risulta agevole provvedere a trasferire le funzioni della degenza ospedaliera, dell'emergenza e dell'attività ambulatoriale specialistica, problemi enormi sorgono per altri settori come la medicina di prevenzione.
Per il trasferimento e la riorganizzazione della prevenzione, delle cure primarie e dell'assistenza sanitaria domiciliare, occorreranno molti mesi e tantissimo lavoro.
In aggiunta si dovranno risolvere gli aspetti dell'assegnazione dei medici di medicina generale, l'individuazione delle misure sulle cure primarie e sul servizio di pediatria.
Ed ancora, si pone il problema che sarà di difficile soluzione, per la certificazione sanitaria in materia di produzione di carne biologica della prima impresa nazionale di carni avicole biologiche la ditta Fileni di Cingoli.
“A fine gennaio- ha affermato Guidi- dovremmo avere un quadro più preciso”.
Alla specifica domanda del vice sindaco di Cingoli Saltamartini, in merito alla data di quando verranno riaperti tutti posti letto e riavviata la funzionalità del punto di primo intervento a Cingoli - la risposta che è stata fornita- è stata quella secondo cui l”'Area vasta di Ancona e quella di Macerata coopereranno per inviare del personale condiviso”.
In altre parole dovranno convivere medici, infermieri e OS della 2 Aree vaste.
In merito, alla specifica domanda sui diritti del personale, il dottor Guidi ha precisato che “in attesa di definire il quadro normativo, i dipendenti saranno ammessi ai criteri della mobilità a volontaria”.
Naturalmente lo stupore per questo passaggio coattivo nell'Area Vasta 3 è stato sottolineato dai più importanti sindaci della provincia di Ancona tra i cui il sindaco di Jesi Bacci che si è dichiarato disponibile alla raccolta delle firme necessarie per il Referendum abrogativo della legge regionale, proposta avanzata da Saltamartini.
Nel suo intervento conclusivo il rappresentante di Cingoli ha poi sottolineato” la violenza con cui la Regione ha adottato la decisione senza fornire alcuna garanzia sulla funzionalità, sui servizi, sulla programmazione del personale da assumere e più in generale sul rapporto che dovrà essere instaurato tra l'Ospedale di Cingoli e quelli esistenti nell'Area vasta della provincia di Macerata”.
Infine, sull'importante rivendicazione del Comune di Cingoli di veder riconosciuta la sua condizione di plesso ospedaliero particolarmente disagiato, con il conseguente diritto ad avere un pronto soccorso e un reparto medicina, né il dottor Guidi né la dottoressa Storti si sono pronunciati.
“C'è solo da chiedere al PD e alla Giunta regionale- ha detto il sindaco Michele Vittori- se ne valesse la pena mettere in piedi questa messinscena politica, invece di preoccuparsi della riapertura dei posti letto chiusi per ferie a giugno e dell'efficienza del Punto di Primo Intervento.
Proseguiremo - ha aggiunto Vittori- sulla strada intrapresa, non senza valutare la possibilità di istituire un Comitato referendario dei provvedimenti adottati dalla Giunta Ceriscioli.
Abbiamo un urgente bisogno di vedere i fatti, perché siamo veramente stanchi di tutte queste parole - ha concluso Vittori- senza tener conto dei veri bisogni dei cittadini”.